L’ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCH I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I
Anno XXIV - Voi. XXVIII
Dom enica 4 L uglio 1897
N. 1209
LEGGI BANCARIE
È m o llo probabile che la Camera non a rriv i a discutere il disegno di legge per il m ig liora m e nto della circolazione, del quale disegno di legge 1’ on. Carcano, relatore della Com m issione dei 18, ha testé j presentata la relazione.
Non sarebbe q u in d i gran fatto u tile un esame p a rti colareggiato delle disposizioni proposte ed uno studio sulle m odificazioni che il M in istro ha portato al suo p rim o progetto e quelle che al d e fin itivo progetto del M in istro ha portato la Com m issione. N on p o s siamo però a meno di rile v a re che anche questa volta il P arlam ento accenna a seguire una via meno libe ra le e q u in d i vuo l non solo lim ita re la libe rtà di m ovim ento alle Banche, ma dare al Governo nuove e im p o rta n ti ingerenze d irette ed in d ire tte .
O rm a i le cose sono giunte a tal punto da desi derare quasi che, com unque si a pp ro vi, una legge d e fin itiv a , dopo la quale e per m olto tempo degli Is ti tu ti di emissione non si abbia p iù a d iscorre re nel campo legislativo. Ci ingannerem o forse, ma siamo co n v in ti che ciò che occorre in questo momento precipuam ente agli Is titu ti è la sicurezza della legge, in modo da poter fissare nettamente un program m a e seguirlo con energia. Le incertezze che alcuni 1 hanno rim p ro verate come d e riv a n ti da mancanza di un ind irizzo preciso, crediam o possano essere scusate ed almeno giu stificate dalla troppo frequente attesa di n uovi p rovved im e nti ; la logge fondamentale è del IO agosto 1 8 9 3 ; andò in a ttività col 1° gennaio 1894 e già due volte il P arlam ento è stato chiam ato a por ta rvi ra dica li m odificazioni. Non si può pretendere ( pertanto che i preposti agli Is titu ti potessero proce dere con sicurezza nello svolgim ento del p rog ra m ma che avessero fissato nella lo ro mente. Im po rta q u in d i sopratulto che si discuta anche questa nuova legge pendente e si risolva così in modo d e fin itiv o il problem a.
Ma detto questo, se volessim o entrare nella d i- | scussione del progetto che ora è venuto davanti alla Camera elettiva, saremmo d’ avviso che sarebbe op portuno to g lie rg li tutta quella parte che pare a noi dia soverchia ingerenza allo Stato nella A m m in i strazione della Banca. L ’ esempio della Banca ro mana pare non abbia abbastanza fru tta to , perchè non si è im parato ancora che allorquando uno Stato assume certi o b b lig h i di vigilanza, di tutela e per di più, esorbitando dal p ro p rio u ffic io , pretende dì sta b ilire i modi e la m isura dello svolgersi d i a l cun i fatti che dipendono d a lle m u te voli condizioni del m ercato, si assume anche, per quanto d ic h ia ri d i
versam ente, una effettiva responsabilità m orale, che a suo tempo, dati certi eventi, che si possono non augurare, ma che però sono possibili, si può tra d u rre in una d iretta od ind ire tta responsabilità m ateriale.
Certo che autorizzando la Banca ad em ettere delle obbligazioni fru ttife re in rappresentanza delle im m o bilizzazioni e di contro ad altrettanta circolazione di b ig lie tti che sarebbero r itir a ti, 'è naturale che, a m m aestrali dalla esperienza, si cerchi d i im p ed ire g li abusi. Ma non è sostituendo Io Stato alla Banca che si potrà ottenere una m aggior sorveglianza ed una m aggior garanzia. I fa tti non ancora cancellati dalla memoria^ hanno fatto conoscere anzi con e v i denza che i funzionari dello Stato non sanno nè sco p rire nè rile v a re il cattivo funzionam ento di una Banca di emissione ; e se anche lo sapessero, non hanno il coraggio di a v v e rtire del pericolo coloro che sono direttam ente responsabili davanti al P arla mento. Quanto p iù q u in d i si aumenta la ingerenza dello Stato nella A m m in istrazion e di una Banca, tanto più si dà modo allo Stato o m eglio agli u o m in i di Stato, di m ettere la Banca stessa p iù che a ltro al servizio del G overno.
E cco perchè principalm ente, siamo co n tra ri a o gn i attuale valutazione degli im m o b ili indicata dalla lègge e v i vediam o anzi un p e ric o lo ; e che esa gerando le cautele si renda d iffic ile o quasi im pos s ib ile per ora e forse per m olto tempo q u e lle sm obi lizzazioni che form ano p rincip ale scopo del progetto d i legge. C ogliere il m om ento opportuno del m e r cato e sciegliere le forze finanziarie con cui agire, sono a tti che richiedono prontezza e libertà d i azione. E rite n ia m o che le Banche mal potrebbero procedere in un com pito così d iffic ile e delicato quale è q uello delle sm obilizzazioni se disposizioni di legge incep passero il loro m ovim ento.
Usciam o ora appena da una crise v iole nta ; e se la fortuna c i assiste, ed avrem o in a vve nire buoni ra cco lti, è probabile che la via sia percorsa ener gicamente anche nel campo ind u stria le.
Chi ci può d ire pertanto quale possa essere fra due, tre o qua ttro anni il v a lo re degli im m o b ili che g l’ Is titu ti dovranno alienare ? E si può presu mere che l’ A m m inistrazione di una Banca, venda o ceda un’ im m o b ile ad un prezzo, se crede possibile di venderlo ad un prezzo m aggiore? E la capacità d i assorbim ento del mercato corrispouderà alle d i v is io n i indicate dalla legge per la em issione dei t i to li fru ttife ri ?
418 L ’ E C O N O M I S T A 4 luglio 1897
forzando la mano al M in istro crederà di giovare alla cosa pubblica impedendo eccessivamente il libero m ovim ento alle am m inistrazioni delle Banche.
Ecco il testo del disegno di legge della C o m m is sione colle m odificazioni accettate dal m in istro del Tesoro e con lu i concordate :
Art. 1. L e disposizioni della legge 17 gennaio 1897, n. 9, per la guarentigia e il risanamento della circo lazione, hanno applicazione definitiva, con le modi ficazioni e le aggiunte negli articoli seguenti.
Art. 2. Ferme le disposizioni dell’articolo 36 della legge 8 agosto 1895, n. 486, i termini di cui agli ar ticoli 13 e 14 dell’allegato A , 14 dell’allegato B, 9 10 dell’allegato O alla legge 17 gennaio 1897, n. 9, sono prorogati di sei mesi, ad ogni effetto.
Art. 3. In sostituzione dell’ articolo 5 della legge 17 gennaio 1897, n. 9, e a modificazione dell’ arti colo 10 dell’allegato A e degli articoli 4 > 5 dell’al legato D alla legge medesima, oltre a quanto è sta bilito nell’ articolo precedente saranno applicate le seguenti disposizioni.
Sono abrogate le disposizioni dell’articolo 19 della legge 10 agosto 1893, n. 449, riguardanti la costitu zione e l ’azione di Società favorite da benefizi finan ziari per la liquidazione delle partite immobilizzate degli Istituti di emissione.
L a sezione autonoma per la gestione e la liquida zione delle partite immobilizzate della Banca d ’Italia, di cui all’ articolo 10 dell’ allegato A alla legge 17 gennaio 1897, opererà anche nell’interesse dei Banchi di Napoli e di Sicilia, nei limiti previsti dalla legge e a tenore degli accordi intervenuti fra i tre Istituti di emissione ai sensi dell’articolo 15 della legge 17 gennaio 1897.
I titoli ammortizzabili di cui agli articoli 4 e 5 dell’allegato D alla legge medesima e all’articolo 15 accennato sopra, saranno garantiti con ipoteca esclu sivamente su beni immobili urbani c rustici di pro prietà assoluta della Banca d’ Italia, del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, registrati fra le par tite immobilizzale da liquidare.
Art. 4. La nuova emissione di cartelle fondiarie della Banca d ’ Itatia e del Banco di Sicilia, di cui al secondo comma dell’art. 7 dell’ allegato A e dello allegato C alla legge 17 gennaio 1897, n. 9, e la emissione dei titoli ammortizzabili di cui all’art. 3 della presente legge, sono subordinate all’accerta mento da parte del Ministero del Tesoro che le ipo teche rispettive sieno state regolarmente accese.
La cancellazione di queste ipoteche sarà eseguita nei registri degli uffici ipotecari su decreto del Mi nistro del Tesoro, che attesti l’avvenuto ritiro e lo annullamento delle cartelle o dei titoli ammortizza bili corrispondenti, e ordini la cancellazione delle ipoteche medesime.
Art. 5. L ’emissione dei titoli ammortizzabili di cui all’art. 3 della presente legge, da farsi con la respon sabilità diretta della Banca d’ Italia anche per conto del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, non potrà in nessun caso superare la somma complessiva di ot tanta milioni di lire, al valore nominale; dei quali, non più di 20 milioni al 1° luglio 1898, non più di altri 20 milioni al 1° luglio 1899, non più di altri 8 milioni al 1« luglio 1900, e così di seguito di 8 in 8 milioni all’anno, al maximum,sino ad esaurimento completo della emissione.
Art. 6. La riserva metallica, effettiva o equiparata da disposizioni di legge, irriducibile, di cui agli ar ticoli 3 dell’ allegato A, 9 dell’ allegato B, e 2 dello allegato C alla legge 17 gennaio 1897, n. 9, desti nata esclusivamente a garantire un importo eguale di biglietti di banca in circolazione, sarà tenuta se- parata^ e distinta dall’ altra riserva posseduta dagli Istituti; e sarà soggetta al sindacato permanente dello Stato, nelle forme che saranno fissate per de
creto reale, promosso dal Ministro del Tesoro, sen tita la Commissione permanente per la vigilanza sulla circolazione e sugli Istituti di emissione e sentiti i direttori generali degli Istituti di emissione.
Art. 7. A partire col 1° luglio 1897, la facoltà del- l’ impiego della riserva metallica, di cui all’ art. 19 dell’ allegato A alla citata legge del 17 gennaio 1887 è limitata alla misura insuperabile di 13 per cento.
Art. 8. In relazione al secondo comma dell’ arti colo 18 dell’allegato A alla legge 17 gennaio 1897, si dispone :
A partire dal 1° luglio 1897, non sarà soggetta a tassa la circolazione della Banca d’ Italia non co perta da riserva metaliica e rappresentante la diffe renza a debito del conto corrente della Banca B o- mana in liquidazione. Tale circolazione agli effetti del presente articolo, non potrà mai superare la somma che era registrata nel detto conto corrente al 1° ottobre 1896, e si dovrà andar riducendo in proporzione delle liquidazioni e degli accantonamenti legali.
Art. 9. Sono prorogati sino al 31 dicembre 1899 i termini di cui all’ articolo 2 della legge 2 luglio 1896, n. 265, per la concessione delle riduzioni di tasse e sopratasse di registro.
Il passaggio dei beni dall’azienda fondiaria a quella bancaria degli Istituti di cui all’ articolo 7 degli al legati A e C alla legge 17 gennaio 1897, è esente da qualsiasi tassa.
Art. 10. Gli Istituti di emissione che, a tenore del l’ultimo comma dell’articolo 12 della legge del 10 agosto 1893, assumono l ’ esercizio delle ricevitorie provinciali delle imposte dirette, non possono conce dere alle provincie anticipazioni di versamento di rate d’imposta sul ruolo delle riscossioni, per un ammon tare superiore al doppio di una rata bimestrale di sovrimposta.
Il rimborso di siffatte anticipezioni deve essere assegnato alle due scadenze che matureranno entro il quadrimestre dalla data dell’anticipato versamento. Art. 11. Le disposizioni di cui al 4°, 5°, al 6° e al 7° comma dell’art. 2 della legge 10 agosto 1893, n. 449, sono abrogate.
Uu anno prime dello spirare del termine per la facoltà di emettere biglietti, considerato dall' accen nato articolo 2 della citata legge, una Commissione composta di 7 membri, due eletti dal Senato, due dalla Camera dei deputati e tre nominati per D e creto reale, sentito il Consiglio dei ministri, proce derà ad un esame della situazione dei tre Istituti di emissione per accertarsi dell’ adempimento perfetto delle condizioni alle quali é subordinata la proroga della facoltà di emissione, di cui agli articoli 21 del l ’allegato A, 17 dell’allegato B, e 15 dell’allegato C alla legge 17 gennaio 1897, n. 9.
Art. 12. E data facoltà al Governo di coordinare e di pubblicare in testo unico da approvare con D e creto reale, sentita la Commissione permanente di vigilanza per la circolazione e per gli Istituti di emissione, e sentito il Consiglio di Stato, tutte le disposizioni di legge che riguardano gli Istituti di emissione e la circolazione dei biglietti di banca.
L ’ em igrante ita lia n o , sia esso calabrese o s icilia n o , che non trova a m ici o p are n ti che vadano a salutarlo al suo a rriv o è ben d i rado im barazzato, quando
') Vedi il numero 1207 dell’ Economista.
L’ EMIGRAZIONE ITALIANA NEGLI STATI UNITI
4 luglio 1897 L ’ E C O N O M I S T A 419
lascia E llis Isla n d, a trovare un luogo dove andare. E g li ha almeno l ’ ind irizzo di qualche banchiere, forse quello d e ll’ uomo ehe g li fo rn ì il b ig lie tto col quale fece la traversata. I l banchiere ha m olle relazioni a ll’ estero che possono s e rv irg li poco o m olto secondo i casi, senza rig u a rd o alle disposizioni della legge sul lavoro contrattato e dare suggerim enti a ll’ im m ig ra nte sul modo di com inciare la sua carrie ra in A m e rica. Se egli è senza denaro, il banchiere è pronto spesso a provved e rlo d i cibo e d i allo g gio , senza compenso im m ediato, finché ha trovato lavo ro . Ma la prim a necessità pel nuovo a rriv a to è d i tro va rsi lavoro e questo, per lo più, non può essere che quello fatto con la vanga e i l piccone, perchè di solito è un lavoratore com une e del resto se e g li cercasse su bito di esercitare u n m estiere, un arte, le associa zioni operaie potrebbero sb a rra rg li la strada. G li in tra p re n d ito ri della sua nazionalità sono ra ri, e non conoscendo la lingua del paese non può chiedere lavoro ad a ltri, così è costretto a riv o lg e rs i a uno di q uella num erosa schiera che esercita il mestiere di fo rn ire lavo ra to ri a buon m ercato agli in trn p re n - d ito r i; questi in te rm e d ia ri son d e tti com unem ente
bosses. Il lavorante o cafone, come vien chiam ato v o l
garm ente, riconosce soltanto questi in te rm e d ia ri come
bosses e non g li in tra p re n d ito ri, a meno che questi
u ltim i siano ita lia n i, nel qual caso son d etti boss contra-
ctors. Il cafone non si a rrischia nem m eno a cercare di
rettam ente il lavoro, temendo la vendetta del boss suo compaesano, il quale, per ra gio ni che vedrem o spesso è in gran favore presso l’ im p re n d ito re . P ertanto vi è poca o punta possibilità di sce lta; l ’ em igrante italiano deve andare dal boss ( il term ine : padrone, non è quasi più usato) per aver lavoro, se no resta disoccupato.
11 modus operandi del boss è abbastanza sem plice. E g li conosce le società fe rro v ia rie e i p rin c ip a li im p re n d ito ri e a ltri che d i tem po in tempo im piegano un num ero considerevole d i braccia e sorveglia il lavoro che sta per essere intrapreso. E g li può tra t tare direttam ente col rappresentante della società o c o ll’ accollatario e ottenere da essi la com m issione di u n certo num e ro di u o m in i. Se non è in grado d i eseguire subito la com m issione ric o rre al suo am ico, i l banchiere, al quale fa conoscere quanti u om in i g li occorrono, il salario g io rn a lie ro , l’ a m m ontare della bossatura (così vie n chiamata la com m issione che il lavorante deve pagare al boss come prem io per a ve rg li procurato l ’ im p ieg o) e se g li u o m in i saranno alloggiati da lu i durante il periodo del lavoro, ecc. S ta b ilito l ’ accordo, il banchiere mette fu o ri u n avviso alla finestra del p ro p rio u ffic io per rich ia m a re il n um ero di u o m in i che g li occorrono e manda in g iro per fare uomini, secondo la frase in uso, cioè per ing a g g ia rli. A v u to il num e ro suf ficiente di offerte si stipulano i v a ri p atti c irca il luogo del lavoro, i salari, la durata probabile del lavoro, la bossatura, ecc. ; e dopo ciò il boss li assume sotto la p ro p ria direzione ed eventualm ente li spedisce alla lo ro destinazione.
L ’ am m ontare della bossatura dipende dal tempo d e ll’ im p ieg o, dai salari pagati e a seconda che devono vive re e v e s tirs i a p rop rie spese, nel q ua l u ltim o caso la comm issione è sempre alquanto superiore. O rdinariam ente v a ria tra 1 dollaro e 10 d o lla ri per uomo. P er u n lavoro sicuro di cinque o sei mesi dieci d o lla ri possono considerarsi una m ediazione ra gio nevole. La m isura della com m issione a N u o v a -Y o rk
è più elevata di altre città, e questo in causa della m aggiore offerta di braccia. La bossatura è di solito pagata in anticipazione e segretamente al boss, sapendo benissimo che quella transazione è illeg ale , perchè egli non è autorizzato a esercitare un u ffic io di c o l locamento. Traendo p ro fitto dalla ignoranza del suo compaesano, il boss non esita ad aum entare il prezzo norm ale del tra sp orto; e se deve spedire un inu m e rò considerevole di u o m in i è spesso in grad o di otte nere prezzi rid o tti, ma fa pagare egualm ente ai lavo ra n ti il b ig lie tto a prezzo intero. Se il luogo del lavo ro è a qualche distanza dal punto di partenza il boss generalm ente è autorizzato a d ir e alloggio e v itto agli u o m in i, oppure acquista questo p riv ile g io d a l l ’ appaltatore a un tanto per testa al mese, secondo la durata d e ll’ im piego e i salari pagati. In tal caso i lavo ra nti sono in v ia ti fu o ri della città una setti mana p rim a del tempo necessario affinché il boss possa p ro fitta re di più del patto. G li e m ig ra n ti messi così a dozzina sono m in acciati di g ra v i pene se com prano altrove il cibo o qualsiasi a ltro a rtico lo tenuto in vendita alla bottega. L a pena per la disobbedienza è una m ulta o la licenza. In a lcu ni casi i lavoranti sono o bbligati a com perare il cibo per un dato am m ontare g io rn a lie ro , sotto m inaccia di im m ediato l i cenziamento. T u tta via , generalm ente, si perm ette loro di spendere a piacere. L e p ro v v ig io n i sono fo rn ite allo stato grezzo e cotte, se m ai, dagli stessi la vo ra n ti; sono anche di qualità in fe rio re e spesso non possono essere consumate. Nel prospetto seguente è data una lista di generi venduti da una bottega [shanty stare) d i boss, non m ollo lun g i dalla città di N uova Y o rk , insiem e ai prezzi fissati dal capo della bottega, e il prezzo medio d i m ercato a N uova Y o r k :
Prezzo Prezzo di
Unità della bottega mercato
M accaroni... libbra doli. 0,10 doli. 0,03 P a n e ... pagnotta ¡> 0,10 » 0,04 L a r d o ... libbra » 0,20 » 0,06
Formaggio . . . . » » 0,25 » 0,08
L e g u m i... » » 0,10 » 0,00 */3 M erlu zzo ... » » 0,10 ¡> 0,05 Olio d’ olivi . . . gallone » 2,00 » 1,00 C a rn e... libbra » 0,15 » 0,05 Tabacco... » » 0,50 » 0,25 B i r r a ... bottiglia » 0,15 » 0,04 V in o... gallone » 0,80 » 0,30
420 L ’ E C O N O M I S T A 4 luglio 1897 Il lavoralore italiano deve assoggettarsi a queste
estorsioni perchè non ha altra scelta che questa: o lavorare per i bosses o m o rire di fame. Le lagnanze sono in u tili, perchè a chi potrebbe egli presentare i suoi re clam i? E g li sa che il boss può approfittare d’ un pretesto per licenziarlo e così avere la oppor tunità di riscuotere una nuova bossatura dal suo suc cessore, che può tro va rsi con grande facilità.
Bisogna notare che il lavorante non è spesso in grado di pagare a contanti i generi di consumo g io rn a lie ro . E g li può d over aspettare un mese o anche più prim a di rice ve re ciò che g li è dovuto, da cui vien dedotto la spesa di dozzina e a ltri de b iti d ie può aver assùnto. Il fatto che in m o lti casi i salari sono pagati quante volte piaccia a ll’ in tra - p ren d ito re o al boss dà o rig in e a molte privazioni perchè rende p iù facile per chi tiene a dozzina di esercitare la frode con im p u n ità . Nei luo g hi rem oti l ’ operaio è pagato con c e rtific a ti (scrip) che sono poi accettati dai negozianti con un sensibile ribasso.
Questo è nelle sue linee fondam entali il padrone System attuale nei suoi aspetti p iù favorevoli, quale esiste fra g l’ ita lia n i degli Stati o rie n ta li e cen trali. La sua permanenza non dipende come si ritie ne co m unem ente soltanto dall’ a rriv o continuo di im m ig ra n ti. Il lavoratore che riceve 7 d o lla ri la settimana da un boss che lo tiene a dozzina deve rite n e rsi fo r tunato se può risp arm iare più della metà dei suoi guadagni. U n certo num ero di lavoranti che furono in te rro g a ti su questo punto assicuravano il nostro s critto re che i loro risp a rm i settim anali durante quella parte d e ll’ anno in cui il lavoro abbonda non sorpassavano in media i 3 d o lla ri. Se v i sono lu n g h i periodi di disoccupazione, se una buona porzione "dei guadagni è inviata in Italia o sperperata il la voratore può tro va rsi nei mesi d’ inve rn o con le ta sche vuote. T u tta via non ha da temere di m o rir d’ inedia o di essere costretto a m endicare. Il boss
o il banker-boss è di nuo vo pronto ad a iu tarlo f in
ché viene la prim avera. E g li lo in v ita alla sua pen sione c o ll’ accordo, n aturalm ente, che accetterà alla prim a occasione 1’ im piego a ffid atog li dal boss. G ran di fab brica ti posseduti dai banchieri vi sono in a l cune vie di Nuova Y o rk che servono da q u a rtie ri d’ inve rn o pei cafoni. Iv i essi sono riu n iti insieme, d od ici o v e n ti in una stanza, contrariam ente à tutte le regole sanitarie. E condizioni s im ili prevalgono in una certa m isura anche a Boston. E quello che ancora va notato è che i bosses incoraggiano i loro ospiti in tu tte le specie d i stravaganze allo scopo d i avere m aggior potere sui l o r i fu tu ri guadagni. U n altro metodo col quale il boss m antiene il suo potere sui lavo ra nti è q u e llo d i o ccu pa rli per una settimana e di ten erli oziosi nelle successive sotto pretesto che il lavoro è scarso. I l boss a llora si pre senta ai la v o ra n ti nella veste di un vero benefattore. E questo piano ò seguito specialmente da uno dei p iù n otori bosses di N uova Y o r k che si afferma tenga da 100 a 2 0 0 u o m in i a propria disposizione n e lle sue case di pensione.
G li abusi del padrone System assumono facilm ente una form a p iù grave quando, come succede fre quentem ente, una schiera di u o m iu i viene mandata in un paese lontano sotto la custodia di un padrone che agisce come boss, conduttore di pensione (boar-
ding master) a capo del lavoro. A llo ra il trattam ento
cru de le d eg li u om in i non è raro. G li schiaffi e i calci devono essere sopportati e il lavoratore alla
fine di parecchi mesi di d uro lavo ro può trovarsi in possesso di mezzi appena s u fficie n ti per tornare al luogo donde è venuto o il boss può nascondersi e fu g g ire coi salari degli u o m in i lasciandoli a ca
varsela m eglio che possouo. T a li fatti sebbene tu t- t’ altro che ra ri raramente, ottengono p u b blicità . La povertà e la mancanza di istruzione trattengono le v it tim e dal querelare il boss fuggito, tu tta via qualche querela giunge alle a utorità . Le regioni m in erarie di Pensilvania e della V irg in ia occidentale hanno dato asilo a un certo num ero di peggiori padroni. Si dice eh’ essi, hanno soci in ogni com itiva o gang di operai che divid on o le spoglie in cambio della protezione quando son fatte m inaccie di violenza e agiscono come consigli di guerra nei casi di d i sordini.
F ra i m in o ri bosses nelle g ran d i città , ve ne sono di q u e lli che traggono i loro guadagni truffando i lo ro co m p a trio tti nel modo indicato dal seguente fatto che venne m inutam ente ve rifica to . Il boss... andò da un banchiere in M u lb e rry Street a Nuova Y o rk scegliendo il mom ento in cui si trovavano circa 12 operai. E g li mostrò un telegram m a al banchiere che tosto tradusse nel seguente modo : « ci occorrono 100 u o m in i, salario I dollaro e mezzo, viaggio in ferrovia- 8 d o lla ri. Il lavoro deve com inciare dopo dom ani. Se necessario paghiamo I dollaro e 60 cents. » G li operai presenti manifestarono il loro desiderio di ac cettare l ’ im piego offerto e i compari (come sono chiam ati i commessi del banchiere) furon o spediti alla ricerca degli a ltri u om in i o cco rre nti per com pletare il num ero richiesto. La bossatura fu pat tu ita a 3 d o lla ri per testa. Le a ltre stipulazioni consuetudinarie vennero tosto regolate e agli u om in i fu detto d i raccogliersi alla sera in quello stesso luogo e allora il viaggio sarebbe stato intrapreso. P rim a della partenza il banchiere contando con cura il danaro in presenza degli u om in i consegnò la bossatura e il danaro pel viaggio al boss. In Jersey C ity vennero d is trib u iti b ig lie tfi per una stazione poche m iglia lontana e si disse loro di non lasciare i loro posti finché non fossero chiam ati a salire su un certo treno.
Il boss si assentò con qualche scusa e fece r i torno a N uova Y o rk ; dopo averlo aspettato per pa recchie ore g li operai si accorsero che erano stati ingannati. Il banchiere al quale l’ indom ani re cla m arono protestò la sua innocenza ; non avevano veduto che egli aveva dato il danaro al boss; non aveva forse speso il suo tempo per tro v a r loro la voro senza alcun compenso ? Ma piuttosto di avere altre n oie egli avrebbe regalato loro un dollaro a testa. E questo chiuse l’ in c id e n te ; uno fra i m o lti che si potrebbero citare.
(Continua)
4 luglio 1897 L ’ E C O N O M I S T A
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sarebbe aumentato di valore pel fatto che v i è scar sità d i m etallo giallo rispetto al bisogno che se ne ha. Questo modo di ragionare era fondato sul p re teso fatto, che m entre i prezzi dim inuiscono nei paesi che pagano in oro, quali l’ In g h ilte rra , la F ran cia , la G erm ania, ecc. invece in A sia, dove 1’ argento è rim asto la m isura o rdin aria dei v a lo ri, il liv e llo ge nerale dei prezzi non è cam biato. Se ne traeva an che la conclusione che è la concorrenza dei paesi a tipo argenteo quella che m algrado le ta riffe doga nali inonda i nostri m ercati europei dei lo ro pro d otti, finché P oro europeo varrà in argento o in m erci il doppio d i ciò che valeva prim a.
A qualsiasi obbiezione fatta a questo modo di ra gionare si opponeva sempre il fatto che i prezzi sono rim a s ti stazionari, ma ecco che a Calcutta stessa un osservatore, al quale non mancano nè la intelligenza dei fatti econom ici, nè la scienza delle c ifre , ha d i m ostrato che da 25 anni a questa parte, dacché il prezzo dell’ argento ha com inciato a declinare in E u ropa e in A m e rica, i prezzi d e ll’ Ind ia sono lu n g i dal l’ essere rim a sti q u a li erano. E ssi sono aum entati e anche in m isura assai s e n s ib ile ; p rim a ancora che la crisi odierna si annunciasse, quei prezzi cal c o la li in argento erano s a liti in media del 50 per cento. È il signor Federico A tkin son , il quale fa parte d ell’ am m inistrazione delle finanze d e ll’ Ind ia inglese e non va confuso con l’ economista am ericano Edoardo A tkin son , è dunque un osservatore compe tente che ha sfatato q u e ll’ e rro re economico e sta tistico.
Nella sua com unicazione alla Società statistica di Lon dra sui Silver prices in India egli ha studiata obiettivam ente la questione, senza prender partito pei b im e ta llisti o pei m onom etallisti.
Che il sistema degli index numbers o in d ic i n um e ric i, al quale ha ricorso l’ A lkin so n , non vada esente da c ritic h e ò ciò che o rm ai nessuno contesta ; ma non sono i b im e ta llis ti che possono protestare c o n tro l’ uso di quegli in d ic i in d ic a to ri, perchè quel modo di calcolare le variazion i dei prezzi ha servito lo ro , e specialmente per mezzo degli index numbers cal colati dal S auerbeck, a dim ostrare con grande sus sidio di c ifre la propria tesi. O r l ’ A tkin son pure ispirandosi alle idee del S auerbeck ha notevolm ente perfezionato il meccanismo degli index numbers in glese. Così, m entre il S auerbeck si accontenta delle m e rc u ria li di un mercato unico, il m ercato d i L o n d ra , l ’ A lkin so n eom binua m etodicam ente i prezzi rile v a ti in tutte le p rovin cie d e ll’ India. Il S auerbeck non fa entrare nei suoi prospetti che poco p iù di trenta derrate o m e rci, l’ A tkin son ne prende in considera zione cento. Il Sauerbeck fa astrazione d e ll’ im p o r tanza respettiva di ogni com m ercio e lascia che pe sino con peso uguale sui piatti delle sue bilancie il prezzo del sego e quello del carbone, i l prezzo del - l ’ indaco e quello del p etro lio, il prezzo della canapa e quello del cotone. L ’ A tkinson tien conto della c ifra d’ affari re la tiva a ogni prodotto e rende così le sue c ifre infin ita m e nte meno a rb itra rie di quelle d elio statistico di Londra.
I l metodo applicato dal nostro autore è dunque tale da ispirare m aggiore fidu cia e si può am m et tere fino a prova con traria che i suoi c o e fficien ti p rop o rzion ali diano una esatta nozione dei m o v i m e nti che ha così pazientemente stu d ia ti. E bbene ecco i p rin c ip a li ris u lta ti ai quali egli è g iu n to :
India inglese Inghilterra
Andamento dei prezzi Movimento del prezzo Movimento dei prezzi delle merci ANNI in metallo argento in rupie dell’ argento in oro in oro 1 861.... 99 99 99.9 98 1862.... 99 99 100.9 101 1863.... 104 104 101.1 108 1864.... 112 112 100.9 105 1865.... 117 117 100.3 101 1866.... 133 (massimo) 133 100. 5 102 1867.... 126 126 99.7 100 1868.... 114 114 99.6 99 1869.... 126 120 99 6 98 1870.... 115 115 99,6 96 1871..., 100 100 99.7 100 1872..., 103 105 99.2 109 ¡8 7 3 ..., 107 107 97.4 111 1874.... 116 (massimo) 116 95.8 102 1875.... 103 103 93.3 96 1876.... 107 107 86.7 95 ¡8 7 7 ..., 138 138 90.2 94 1878... 148 148 86 4 87 1879... 135 135 84.2 83 1780... 117 117 85.9 88 1881.. 106 106 85.0 85 1882... 105 105 84.9 84 1883... ¡06 106 83.1 , 82 1884... 114 114 83.3 76 1885..,, 113 113 79.9 72 1886... 110 110 74.6 69 1887... 111 111 73.3 68 1888... 119 119 70.4 70 1889... 125 125 70.2 72 1390... 125 125 78.4 72 1891... 127 128 74.3 72 1892... 141 141 65.5 68 1893... 151 138 58.5 68 1894... . 158 (massimo) 131 47.7 63 1895... 149 128 49.0 62 1896... . — — 50.5 61
Questa lunga serie d i cifre, che non poteva essere omessa, volendo dare una idea precisa del m ovim ento dei prezzi, è abbastanza is tru ttiv a . Il ribasso dello argento essendo com inciato col 4872, sono i prezzi m edi del 4874 che l’ A tkin son rappresenta con 400 e si vede da q u e ll’ anno in poi, I o che l'arge nto va scemando di metà relativam ente a ll’ o r o ; 2° che le - m erci in In g h ilte rra scendono del 50, poi del 40 per cento o poco meno (prezzi in o ro ); 3° le m erci sul mercato indiano aumentano del 25, poi del 50 per cento (prezzi in argento). Questa u ltim a costatazione, d i cui non si può disconoscere la notevole im p o r tanza, esige alcuni b re v i com m enti.
422 L ’ E C O N O M I S T A 4 luglio 1897 di 45 pence sentivano che la decadenza de! m etallo
bianco andava ancora aggravandosi m aggiorm ente non appena le zecche indiane g li fossero chiuse ? In realtà, l’ argento in verghe perde attualm ente più della metà del p reve ntivo valore ; ma le ru p ie al con trario sono in progresso. P er ciò stesso che le ru p ie che sono perdute o vengono nascoste non sono sostituite nella circolazione, le ru pie fanno prem io e il loro m aggior valore re la tiv o eccede oggi il 40 per cento (ad esempio alla data 15 a prile 189 7 l ’ a r gento in verghe era a 45 — i l pari venendo ra p presentato con 1 0 0 — e la ru p ia toccava il 6 0 ). D i qui, a p a rtire dal 1 895, la concordanza assoluta delle due serie d i prezzi sopra rip o rta ti, prezzi v a lu ta ti in argento e prezzi calcolati in ru pie .
O ccupiam oci ora specialmente dei prezzi indicati in m etallo non monetato. In confronto al 1871 l’a u mento per ciò che li concerne ammonta al 20 per cento per g li otto anni 1 8 7 2 -1 8 7 9 a un poco più del IO per cento per g li otto anni 1 8 8 0 -8 7 , al 37 p er cento per g li otto anni successivi (1 8 8 8 -9 5 ). N el 1894 esso ha raggiunto il 58 per c e n to ; e si diceva e si credeva anche che l’ argento in Asia non aveva perduto affatto della sua potenza m onetaria !
N aturalm ente l ’ influenza del tipo deprezzato non è la sola che si sia esercitata sui prezzi delle derrate in India n eg li u ltim i v e n ticin qu e anni. L u n g i d al- l ’ esagerare la funzione delle monete come fanno tanti b im e ta llis ti il sig. A tkin son ha cercato con cura tu tte le altre cause possibili di aumento o di ribasso e ve ne sono alcune ch’ e gli ha studiato in modo speciale.
U no degli elem enti essenziali della questione dei prezzi n e ll’ India è 1’ acqua, la pioggia. La p ro d u zione vegetale dei paesi caldi si m isura dalla quan tità d ’acqua che la terra ha ric e vu to dal cielo e la siccità produce necessariamente la carestia. Ora quando laggiù v i è la carestia v i prende delle p ro porzioni spaventose, perchè la popolazione v i è assai densa, le vie di com unicazione assai in s u ffic ie n ti e i costum i sono cosi inve tera ti che sotto nessun p re testo g l’ indigeni che si nutro no di riso si m ettereb bero a consum are il grano o reciprocam ente. La carestia segue d unque g li anni in cui la pioggia manca in tutto o in parte nella penisola ed è ciò che m ettono in piena luce i calcoli d e ll’A tkin son . G li anni di m a gg ior siccità essendo stati per l’ India 1864, 1868, 1873, 1876, 1877, 1880, 1 8 9 ! e 1895 ì p u n ti p iù elevati della curva dei prezzi (in ru p ie ) corrispondono ai m ille s im i 1866, 1869, 1874, 1878,
1892
e 1896... Ma non sono queste in fondo che c ris i in c id e n ta li dopo le quali i prezzi ridiscendono con la stessa ra p id ità con cui sono s aliti, e si può quasi fare astrazione d i quei periodi anorm ali, quando le osservazioni, come è il nostro caso, si estendono su o ltre tre n t’anni.L ’ aum ento generalo costatato dal 1871 in poi non si potrebbe spiegare nemmeno collo sviluppo che ha avuto la rete fe rro via ria . L ’ India dal 1871 in poi ha costru ito circa 23,00 0 c h ilo m e tri di fe rro vie . Ma ciascuna delle re g io n i successivamente a ttra v e r sate dalla lo c o m o tiv a 'tro v a , a un tempo, m aggiore facilità per esportare e per im p orta re di modo che se l ’ aumento dei prezzi si ve rifica per qualche a r tico lo, a ltri possono d im in u ire di prezzo. Si giunge alla stessa conclusione quando invece di considerare il solo com m ercio interno si tien conto dei progressi del tra ffic o internazionale. Dopo m aturo esame, l ’ A tkin so n conclude che la vera causa d e ll’ aumento
dei prezzi laggiù è una causa m onetaria. La mo neta locale ha perduto una parte del suo p ro p rio valore per la crescente quantità d ’ argento disponibile nel m o nd o; e n e ll’ Ind ia l ’ acquirente si è trovato portato a dare una m a gg ior quantità di m etallo per fa r lo stesso a cquisto; e ciò è giusto.
La dim ostrazione che q u i è soltanto riassunta in alcuni p un ti p rin c ip a li ci pare convincente; l ’ autore dello studio sui Silver prices in India ha reso un notevole s e rvig io , dissipando anche certe preoccupa- zioui d e ll’ a g ric o ltu ra europea. Pareva che l ’ aumento dei prezzi fosse im possibile n e ll’ India, m entre è d i m ostrato che nel lo ro insiem e sono aum entati del 50 per cento; e il Giappone presenta una c o n d i zione analoga di cose, così che fu in d o tto ad adot tare il tipo aureo (vedi l'Economista d e ll’ 8 a p rile ). L e condizioni della concorrenza internazionale, per questa parte alm eno, vanno adunque eguagliandosi.
IL COMMERCIO INTERNAZIONALE ITALIANO
nei primi cinque mesi d.el 1897 N on g ran d i m o dificazion i ha portato il maggio alle nostre re lazio ni co m m ercia li in te rn a z io n a li; ìa im portazione è aumentata d i un m ilio n e e mezzo a paragone del m aggio 1 89 6 e la esportazione è d i m in u ita di cinque m ilio n i e un quarto.
Così, nel complesso, nei cinque mesi si h a;
1896 1897 Differenza
Importazione.. 478,460,435 485,451,237 -j- 1,690,902 Esportazione.. 422,684,677 472,184,617 -f- 49,499,940 901,145,112 957,635,954 - f 56,890,842 Le riscossioni hanno dato 94 m ilio n i e mezzo, cioè circa 15 m ilio n i meno dei cinque mesi d e ll’ anno precedente.
Il m ovim ento dei m e ta lli preziosi fu il seguente, nei cinque m e si:
1896 1897 Differenza
Importazione . 4,953,300 4,734,300 — 219,000 Esportazione . 7,917,100 5,335,500 — 2,581,800
R iservandoci di fare qualche analisi quando avrem o il m ovim ento com m erciale dei sei mesi, diam o in tanto il solito prospetto delle categorie.
IM PORTAZIONE C ATE G O R IE
secondo la tariffa doganale
Valore delle merci importate dal l*genn. al 31 maggio dell’ anno 1897 Differenza col 1896
I. Spiriti, bevande ed oli ... 13.6B3.742Lire Lire -P 2,441,348 II. Generi colon., droghe e tabacchi. 31,651,912 + 2,951,762 III. Prodotti chim. generi medicinali,
resine e profum erie... 211,127,678 + 4,752,334 IV. Colori e generi per tinta e per
c o n c ia ... 13,177,236 + 1,960,003 V. Canapa, lino, ju ta ed altri vege
tali filamentosi esci, il cotone. 9,790,906 - 1,002,139 VI. Cotone... 66,579,321 - 292.244 V II. Lana, crino e peli... 30,255,382!-+ 2,523,985 V i l i . S eta ... 52,581,970 + 15,886,876 IX . Legno e paglia... 21,025,589 + 4,509,875 X. Carta e l i b r i ... 5,452,468 + 85,232 X I. Pelli... 21,323,111 + 2,027,741 X II. Minerali, metalli e loro la v ori.. 58,366,894 + 1,556,512 X II I . Pietre, terre, vasellam i, vetri e
cristalli... 48,926,765 + 3,633,240 X IV . Cereali, fa r., paste e prodotti ve-
get., non compresi in altre categ. 43,659,502 - 39,383,376 XV. Animali,prodotti e spoglie di ani
4 lugl io 1897
L ’ E C O N O M I S T A 423E SPO RTA ZIO N E
C A TE G O R IE secondo la tariffa doganale
Valore delle merci esportate dal l #genn. al 31 maggio d e ll’ anno 1897 Differenza col 1896 I. Spiriti, bevande ed o l i ... Lire 65,617,029 Lire 4 - 8,212,842 II. Generi colon, droghe e tabacchi. 3,655,848 -4- 945,327 III. Prodotti chim .,generi medicinali,
resine e profum erie... 18,970,774 -t- 2,049,534 IV . Colori e generi per tinta e per
con cia... 6,574,761 -I- 1,162,363 V. Canapa, lino, ju ta ed altri vege
tali filamentosi, esci, il cotone 30,653,217 4 - 8,235,060 VI. Cotone... 12,996,776 4 - 3,396,478 V II. Lana, crino e peli... 4,271,630 — 1,267,800 V i l i . Seta... 129,133,911 4- 936,532 IX. Legno e paglia..., . . . 34,268,978 -t- 17,925,310 X. Carta e lib r i... 4,143,475 -1- 891,709 X I. P e lli... . 9,670,056 — 1,081-907 X II. Minerali, metalli e loro lavori. 16,314,063 -1- 4,478,333 X I I I . Pietre, terre, vasellami, vetri
cristalli... 24,858,192 — 1,186,741 X IV . Cereali, far., paste e prodotti ve
getali, non com pr. in altre cat Animali, prodotti e spoglie di an mali, non compr. in altre categ Oggetti d iv e rs i... ..
42,042,045 — 1,229,522 XV .
58,413,120 4 - 3,088,626
X V I. 10,600,742 4 - 2,943,790
Totale delle prime 16 categorie. 472,184,617 4- 49,499,940 X V II. Metalli p re z io si... 5,335,500 — 2,581,600
Totale generale.. . 477,520,117 -t- 46,918,340
Le riscossioni doganali hanno dato:
Titoli
di riscossione 1897 1896 Differenza
Lire Lire Lire
Dazi d ’ importazione 88,465,456 100,841,636 - 12,376 180 D azi d i Esportazione Sopratasse dì fabbri- 489,494 2,573,907 - 2,084,413 cazione. . . . . 973,863 938,963 4 - 34,900 Diritti di statistica. 703,596 4 - 703,596 Diritti di b ollo. . . 400,711 422,996 - 22,285 Diritti marittimi . . 3,086.553 2,659,169 + 427,384 Proventi diversi . . (a) 391,529 262,531 4 - 128,998 Totale . 94,511,202 107,699,202 — 13,188,000
Rivista Bibliografica
P Jannaccone. — Il contratto di lavoro. - Studio eco- nomico-giuridico. — Milano, Società editrice libra ria, 1897, pag. 198.
Questa m onografia sul contratto d i lavoro fa parte d e ll’ Enciclopedia giuridica italiana (vo lu m e I I I , parte 3 *), ed è indubbiam ente un pregevole studio dei p rin c ip i econom ici e g iu rid ic i into rn o a questo im portantissim o contratto. Il dott. Jannaccone si era occupato nel 189 4 dello stesso tema in una m ono grafìa inserita nell 'Archivio Giuridico (vo i. 5 3 ), ma m entre quello studio, come scrive l’ A uto re , m irava soprattutto a raccogliere quanto in a ltri paesi nel campo della d o ttrin a e n e l campo della legislazione si fosse fatto in to rn o al contratto d i lavo ro , e solo tim idam ente poneva innanzi alcune (idee d ire ttric i n e llo studio presente, si tenta una costruzione eco comica g iu rid ic a del contratto di lavoro. G li ele m e nti di questa costruzione sono raccolti in forma scientifica nella introd uzion e , svilu p p a ti nei capi to li successivi, nuovam ente coordinati nel capitolo sulle form e speciali d i contratto di lavoro.
L ’ A u to re n e ll’ introduzione ha fatto una trattazione
acuta e dotta della n atura del contratto, di cui si occupa, analizzando le va rie specie d i locazione d’ opera, mettendone in rilie v o le trasform azioni, per passare nei ca p ito li successivi allo studio della de nom inazione del contratto, della capacità delle p arti con trae n ti, della capacità delle U nio n i in d u s tria li, del consenso delle p arti, d ell’ oggetto e della causa del contratto di lavoro, dei ra p p o rti tra 1’ allogatore e l ’ allogato, com ’ egli propone di chiam are l’ im p re n d itore e 1’ operaio, della form a del contratto, della fine e ro ttu ra di esso e da u ltim o di alcune fig u re speciali ch’ esso presenta. C ultore egregio d eg li stu d i econom ici il dott. Jannaccone ha saputo non perdere mai di vista il lato econom ico dei v a ri p rob lem i g iu rid ic i che doveva tra tta re e per questo la sua monografia si distingue dalle a ltre di recente p u b blicate sul medesimo tema e riesce di particolare interesse per g li econom isti. I le tto ri tro ve ra nn o in questa m onografia le cose essenziali che interessa co noscere s u ll’ argom ento, perchè anziché v o le r appro fo n d ire qualche singolo punto di d ottrina di legisla zione e di giurisprudenza, vu o l far conoscere in modo succinto, ma com pleto, lo stato attuale della questione o dei p rovved im e nti le g is la tiv i sul contratto di lavoro.
Georges Goyau. — Autour da catholicisme social. — Paris, librairie Perrin et C ie 1897, pag. 324.
Umberto Benigni. - L'economia sociale cristiana avanti Costantino. — Genova, Fassicomo e Scotti, 1897, pag. xiii-270 (L. 2,60).
Il Goyau, sotto il pseudonim o di Léon G rógoire, ha p u b blicalo un lib ro sul Papa, i ca tto lici e la q u e stione sociale, nel quale le d o ttrin e esposte nelle encicliche p on tificie e quelle del cosi detto socialismo cattolico sono riassunte e com m entate in modo chiaro e abbastanza completo. Quel lib ro ha avuto in Francia un certo successo e forse per questo fatto il Goyau ha voluto raccogliere nel volum e che ora annunciam o a lcu n i a rtico li da lu i p ubblicati nella Quinzaine a p a rtire dal m aggio 1 896. Come il tito lo dato al v o lu m e dice abbastanza chiaram ente, si tra tta di b revi s c ritti in to rn o alle d o ttrin e e al m o vim e n to cattolico sociale, m onografie che l’ A u to re ha d is trib u ito in qua ttro p arti. La prim a, in tito la ta Definizioni e d i
stinzioni, ne com prende tre , le q u a li trattano del neo
cattolicism o e del eattolicism o sociale a proposito del
Roma di Zola, del cattolicism o sociale e di quello
inte grale , a proposito di uno scritto del Francis de Pressense sul C ardinale M a n n in g , e della solidarietà d e ll’ altruism o e della fra te rn ità in occasione dei noti s c ritti di Bourgeois e d i Y ves G uyot. Queste pagine sebbene non p rive d’ interesse, p iù che a ltro sfiorano le q u e stio ri abbastanza complesse che vorrebbero tra tta re . La seconda parte, sugli aspetti sociali del cattolicism o e I’ ultim a sul b ilancio del m ovim ento cattolico-sociale del 1 8 9 6-97 , non offrono dal sem plice punto d i vista economico un vero interesse, ma saranno lette con p ro fitto , perchè si può conoscer bene l’ indole di quel m ovim ento e lo stato d’ anim o d’ un cattolico sociale, o ltre ad a lcu ni episodi della storia del cattolicism o sociale. D i m a gg ior interesse per l’ economista è indubbiam ente la parte terza de dicata a esporre alcune convergenze verso il catto licism o sociale. In circa 100 pagine il G oyau esa m ina le d o ttrin e a n tiriv o lu z io n a rie e g li appelli alla
J
chiesa della scuola san sim oniana, l ’ evoluzione del i p a rtito m oderato, i l cattolicism o e il ra dicalism o in424 L ’ E C O N O M I S T A 4 luglio 1897 Ita lia , la crisi della economia liberale e, in fin e , i
progressi della idea di organizzazione. Qui l ’ A utore tocca alcuni argom enti di grande interesse attuale e lo fa in generale con moderazione e competenza. A n c h ’egli, però, creile che l’ economia liberale sia fondala s u ll’ e rro re di rite ne re g li uom ini sempre buoni, onesti, g iu s ti, disinteressati. L ’ economia lib e rale lo ha creduto così poco che ha fatto sempre i più grandi sforzi per m ig lio ra re g li u om in i con la previdenza, la diffusione dei p rin c ip i di giustizia e di libe rtà , con istitu zio n i di vario genere, colla is tru zione ecc. Se taluno, impegnato in polemiche ardenti con scuole pessimiste e utopiste ha fatto per reazione d e ll’ o ttim ism o, non è giusto, nè esatto di confondere certe difese co i il complesso delle d ottrine della economia liberale. Ma non bisogna pretendere mai troppa im p arzia lità da chi fa opera di propaganda, e il Gnyau, in realtà, si propone appunto di far conoscere a lcuni aspetti del c a to lic is m o sociale, nella qual cosa egli è pienamente riuscito.
— Il lib ro del rev. Benigni presenta un interesse storico evidente, perchè l’ economia sociale cristiana avanti Costantino è ricca di d ottrine e di eresie per p iù m o tiv i di m olto interesse. In quei tre secoli che precedettero il trio n fo della Chiesa sulla società pa- l gana, quale fu la d ottrina della Chiesa ? A questa domanda il B enigni ha v o lu to dare una risposta p re cisa trattando il tema nella parte teorica e nella parte pratica. La p rim a studia la dottrina econom ico- sociale della Chiesa pre costantiniana. Per bene in tenderla egli ne ha studiato in precedenza la base evangelica; poi, se l’ influenza ebraica ed etnica (filo so fia greca) possono avere in flu ito sugli a utori c ris tia n i di q u e ll’ epoca circa la d ottrina in questione. Dopo ciò ha studiato uno a uno g li a u to ri stessi, cioè le loro sentenze ed argom entazioni — compresi g li s c ritto ri a p o crifi, quante volte essi han potuto d a rg li una nota storica sulla d ottrina comune, ovvero d i qualche scuola o setta cristiana. Segue poi una sintesi d ottrina le che mostra il sistema fondamentale della d ottrina cattolica n e ll’ epoca pre-costantiniana, in to rn o a ll’ economia sociale e ad essa fa riscon tro uno studio sulle eresie che ebbero qualche attinenza col tema svolto d a ll’A utore. Così si ha l’ in te ro corpo d o ttrin a le cristiano, ortodosso ed eterodosso. In altro v o lu m e l’ A uto re verrà alla parte pratica, ossia alla organizzazione econom ico-sociale della Chiesa p re costantiniana, specialmente rig u a rd o a ll’ assistenza del proletariato.
Rivista Economica
M a r s ig lia e Genova. — L a B o rs a dei c e r e a li d i B e r
lin o . — Una p e tiz io n e co n tro i l p ro g e tto s u l da
z io d i consum o,
Marsiglia e Genova. — Il sig. M ichel, distinto collaboratore dell' Economista francese, tratta in un lungo a rtico lo, della concorrenza che il porto d i Ge nova fa a quello di M arsiglia.
Se a Genova v i fossero ancora delle esitazioni per il concorso al tra fo ro del Sem pione, le considerazioni del M ichel basterebbero a to g lie rle .
Dopo aver constatato che tu tti i p o rti francesi sono in decadenza, lo scritto re nota che orm ai neppure M arsiglia fa eccezione. In fa tti, m entre il tonnellaggio
del porto di M arsiglia era nel 1891 di 1 0,610,820 tounefiate, nel 1895 non fu che di 9 ,6 9 9 ,8 9 1 , con una dim inuzione di quasi un m ilione di tonnellate.
La decadenza del porto di M arsiglia, soggiunge il M ichel, è tanto p iù deplorevole, quanto era nieno attesa. Dopo i grandi sa crifici sopportati dalla F ran cia da 15 anni per lo sviluppo del suo im pero coloniale, si era in d iritto di aspettarsi un aumento di traffico. Ora chi ha tratto vantaggio d e ll’ increm ento com m erciale, sul quale contava M arsiglia, è Genova.
In fa tti m entre nel 1 88 0 il tonnellaggio di Genova era di 3,7 51 ,45 7 tonnellate, nel 1890 si elevava a 6 ,7 1 9 ,5 5 0 e nel 1895 sorpassava g li 8 m ilio n i di tonnellate.
D ue.cause hanno c o n trib u ito a questo ris u lta to ; una particolare, l’ altra generale. A n zitu tto Genova ha fatto i sacrifizi e g li sforzi necessari per a ttira rs i il tra ffico. Essendo state rid o tte le sue tariffe in te r nazionali, salvo che per la F ran cia , n ulla ha tra scurato per u tilizzare e m ig lio ra re il suo porto, c o l legato oram ai in modo regolare con N e w Y o rk , B om bay, C alcutta, Singapore, Batavia, Buenos-A yres, Montevideo, Y en Cruz e le A n tille .
Così la città di Genova è a rrivata a p riv a re la F ra n cia di una parte del suo tra ffico in cereali, farine, cotoni, o li, v in i e altre derrate, che l ’E urop a centrale consuma in grandi quantità.
In o ltre Genova a pprofitta, per forza delle cose della riv o lu z io n e economica provocata dallo sviluppo delle fe rro vie , che ha m utato, per così d ire la c o stituzione geografica del m ondo e m odificate le co r re n ti com m ercia li.
L ’ apertura delle g allerie del Brennero del Ceni- sio e de! G ottardo hanno dischiuso il m ercato del M editerraneo a paesi, che una volta ne erano sepa ra ti da b a rrie re di montagne ina cce sibili. La grande corrente com m erciale che si diparte d a ll’ In g h ilte rra , dal nord e dal centro d e ll’ E uropa, per andare, at traverso Suez, ad espandersi fino ai con fini dellAsia questa corrente ha una tendenza palese a spostarsi verso I’ Est.
Il tra fo ro del Genisio è stata la p rim a tappa che ha dato a Genova, sopra M arsiglia il vantaggio di uua considerevole riduzione di distanza.
Il porto di Genova si è trovato in relazioni im mediate, p e r mezzo del bacino superiore del Rodano, col nord della Francia e, per mezzo del Reno, con una parte della Germ ania.
Il tra fo ro del Gottardo ha aggravato una tal s i tuazione. Le m e rci, spedite d a ll’ In g h ilte rra , B elgio, Olanda, Svizzera tedesca e A lsazia-Lorena, con d e stinazione alle coste del M editerraneo e d e ll’ Asia, scartano la strada di F ran cia per seguire da Basilea a Genova un itin e ra rio la c u i lunghezza non o ltr e passa i 5 3 2 c h ilo m e tri m entre quella città è sepa rata da M a rsiglia da una distanza di 773 c h ilo m e tri. Infin e, quando l’ impresa del Sempione sarà com piuta questo nuovo tunnel non solo toglierà alla F ran cia la clientela della Svizzera, ma provocherà una diversione verso M ilano delle provenienze d a l— l ’ H avre, R ouen, P arigi.
È specialmente la G erm ania che ha saputo tra rre p artito dalie nuove vie. E ra sua intenzione di in vadere il m ercato italia no e di rim p ia zzarvi la F ra n cia, e vi è riuscita.
La Svizzera, che del p ari m irava a ll’ Italia al p orto di Genova, ne ha pure largam ente beneficiato
V
E C O N O M I S T A 425 4 luglio 1897rapporto c o ll’ E uropa del N ord e di concentrare nel ' porlo di Genova tutto il m ovim ento degli scambi fra lu tti questi paesi e le coste del M editerraneo. Le previsioni deg ’ Ita lia n i si sono avverate. M entre, per esempio, le im portazioni dei v in i in Svizzera dalla fro ntiera svizzera d im in u iva n o del 19 per cento, le im portazioni aumentavano del 156 per cento e l’ entrata dei cereali d a ll’ Ita lia progrediva del 522 per cento.
Dopo questa constatazione l’ autore conclude il suo a rtico lo raccomandando al governo francese una serie di p rovved im e nti per ridonare vita e vigo re al porto di M arsiglia e salvarlo da una non lontana rovina.
La Borsa dei cereali di Berlino. — L a guerra intrapresa dagli a gra ri contro le Borse di com m er cio è term inata, almeno in apparenza. L ’ a utorità ha fatto chiudere il « Palazzo delle fate » ove si tene vano le riu n io n i libere dei negozianti in g ra n i.
Questi saranno d’ ora in avanti c stretti di riu n irs i nel loro antico locale, sotto la sorveglianza del com m issario del governo.
F in o dai p rim i dello scorso maggio il governo aveva com unicato ai negozianti stessi che desiderava di entrare in tra tta tive per sta b ilire un « m odus vi- vendi ». A ppunto, quando, i negozianti avendo accet talo, le tra tta tive stavano per incom inciare, il p re s i dente della p rovincia di Brandeburgo ha fatto p roib ire le loro riu n io n i.
Il C om itato della Società dei m ercanti di cereali, riu n ito s i subito dopo la comunicazione d i questo provvedim ento, ha critica to vivam ente le m isure b ru ta li prese durante le tra tta tiv e e, senza prendere una deliberazione form ale, ha lasciato intendere che tu tti i com m ercia nti erano ris o lu ti a non cedere e a continuare la lotta ad oltranza.
Come p rim o passo su questa via, i negozianti di cereali hanno inta nto deciso di non più frequentare alcuna Borsa e si sono unanim em ente rifiu ta ti a qua lunque quotazione officiale dei corsi dei cereali; in fatti i g io rn a li berlinesi non ne pubblicano più.
T u tto dim ostra q u in d i che, m algrado l ’ atteggia mento energico del governo, non si è che alla prim a fase di una lotta, della quale g li a gra ri che l’ hanno provocata, non profitteran no certam ente.
Una petizione contro il progetto sul dazio di consumo. — A lc u n i con sig lie ri com unali e p ro v in ciali di M ilano e rappresentanti d i Associazioni m i lanesi hanno indirizzato alla Commissione parlam en tare che esamina il disegno di legge sui provvedi m enti sul dazio consumo una petizione della quale crediam o u tile rife rire il testo :
V is to i l disegno di legge sui p rovved im e nti rela- | tiv i ai dazi di consumo in te rn i presentato alla Ca mera dei deputati in seduta del 22 m aggio u. s. dal M in istro delle Finanze di concerto col M inistro dell’ Interno — V ista la relazione che lo precede, dalla quale risu lta come il G overno, contrariam ente ai lib e ra li inte nd im eu ti espressi dal Presidente del C onsiglio nella sua lette ra-prog ra m m a e poi dal M i nistro’ dei L a v o ri P u b b lici nel suo discorso a M ilano in occasione delle u ltim e elezioni p olitich e, apre l ’ adito ad aggravare da parte dei com uni It, imposte sui consum i, deprim endo così le classi meno a b - abbienti sotto il peso di un ’ imposta che è progres siva a rovescio e negazione dello S tatuto fondam en tale del Regno — Considerando che, come ben disse i l m in istro R ud inì, i p e rico li sociali si sco n g iu re
ranno soltanto se le nostre is titu z io n i sapranno d i m ostrare la loro idoneità a « lenire le m iserie in colpevoli » e che a raggiungere tale in te n to , come saggiamente aggiungeva il m in istro P rin e tti, è u r gente una rifo rm a trib u ta ria diretta a d im in u ire il costo del necessario alla vita ed a far sopportare alla ricchezza la m aggior parte dei c a rich i p u b b lic i, elim inando così il sospetto che le classi d irig e n ti si valgano del potere per addossare ai meno abbienti una parte tro p p o rilevante delle pubbliche gravezze — C onsiderando che, stante la d iffico ltà della abo lizione im m ediata e completa del dazio consumo, m eritano lode il paragrafo a dell’ art. 8 che autorizza i com uni a sopprim ere o d im in u ire i dazi della ta riffa governativa e il paragrafo b dello stesso a rti colo nella parte che autorizza i com uni ch iu si a d i ventare a pe rti, poiché con tali disposizioni il Go verno esprim e il savio concetto che non si deve fare in avvenire p iù alcun passo sulla via regressiva dei dazi sui consami necessari — C onsiderando che, m eutre lo Stato col consolidam ento del canone d i m ostra il saggio proposito di non aggravare a suo vantaggio il dazio consumo, è per questo ancor da respingere la seconda parte del citalo paragrafo b colla quale si darebbe autorizzazione ai com uni chiusi di variare la linea daziaria ed ai com uni aperti di d ive n ire ch iu si, dacché con tali disposizioni si dà facoltà ai com uni del Regno di rito rn a re in pieno medio evo, d ividendosi iu tanti piccoli Stati doga n a li e com prom ettendo così ogni gio rn o più il be nessere, econom ico della nazione — Considerando che f In g h ilte rra , il B elgio e la Svizzera non hanno dazi di consum o e che lo stesso P arlam ento francese, ferm o nel pensiero di a bo lire quanto p ri fina ogni sorta di dazio consumo, approvò nello scorso anno una legge che proibisce ai com uni di va ria re in più i dazi e le voci della lo ro tariffa daziaria e di r i p ristin are, se già soppresse, le linee daziarie, dando lora facoltà di sostituire i dazi in d ire tti con imposte d irette — Considerando esser giu n to o rm ai il m o m ento perchè l ’ Italia a sua volta d im o stri il saldo ed im m u tab ile proposito di rifo rm a re i trib u ti co m u n a li ed e ra ria li mettendo un freno alle spese non necessarie ed im p ro d u ttiv e
Affermano
la necessità che n e ll’ interesse della giustizia d is tri b utiva, d e ll’ o rdine pubblico, della prosperità nazio nale e della stessa unità economica della patria il proposto disegno di legge venga rifo rm a to in senso libe ra le, secondo le premesse considerazioni, e
Fanno istanza
a ll’ On, Commissione Parlam entare ed al Parlam ento affinchè il paragrafo b d e ll’ a rtico lo 8 sia m odificato come segue:
426 L ’ E C O N O M I S T A 4 luglio 1897
Cassa di risparmio di Firenze
Se si confrontano i re su lta ti del bilancio del 1896 con q u e lli d e ll’anno precedente non si trova quasi al cuna differenza.
Le rendite in fa tti di q u e ll’ eserci
zio ascesero a ... L. 5 ,7 0 8 ,8 2 9 .5 4 e quelle del 1896 a ... », 3,6 71 ,57 5.2 7 e q u in d i una differenza in meno --- — —
nel 1897 d i ... L . 37,254.27 Le spese del p rim o salirono a L . 3 ,1 43 ,53 5.7 7 m entre quelle del secondo a » 3 ,1 02 ,54 3.7 8 economizz. così L . 4 0,99 1.9 9 » 4 0,99 1.9 9 q u in d i la lieve differenza a va n taggio del 1 89 6 di . . . . L . 5 ,7 3 7 .7 2 C onfrontando adesso lo stalo
a ttivo della Cassa che al 31 d i cem bre 1896 si chiuse con un
totale d i ... » 90,16 4,9 52 .87 con q uello al 31 dicem bre 1897
che ascese a ... » 8 8 ,7 7 9,1 94 .43 resulta u n aum ento di . . . L . 1.3 85 ,73 8.4 4
Paragonando ugualm ente lo stato passivo che al 31 dicem bre 1896
era d i ... 8 1 ,9 0 5 ,5 2 9 .1 4 con q uello al 31 dicem bre 1895
che fu d i ...» 81,03 2,8 22 .19 si trova aum entato nel 1896 di . L . 8 7 2 ,7 06 .95
Il quale aum ento resulta da un coacervato di au m e nti parziali ascendente a . . L . 1 ,2 66 ,78 5.3 6 depurato da uno di parziali d im i
n uzion i che im p orta . . . . » 394,078.41
d ’ onde la enunciata differenza d i. L . 8 7 2 ,7 06 .95 C um ulando adesso la variazioni presentate dallo stato a ttivo che sono di . . . L . 6 ,7 1 1 ,8 6 2 .0 9 con le variazioni in meno dello
stato passivo che sono di . . » 394,078.41 si ottiene un totale di . . . L. 7 ,1 05 ,94 0.5 0
C um ulando del p ari le variazioni in meno offerteci dallo Stato A t tiv o cioè . . L . 5 ,3 26 ,12 5.6 5 con quelle in più
del pass, ossia » 1 ,2 66 .78 5.5 6 si tro va la somma ---
---di . . . . L . 6.592,909.01 L . 6,592,909.01
che detratta lascia al term ine del l’ esercizio 1896 ad aumento delle
r is e r v e ...L. 5 13,031.49 Se a tale cifra poi si aggiunge le » 5 6,00 0.0 0 che il Consiglio erogava in bene
ficenze come reparto sugli u tili d e ll’ anno 1895, si trova come
avanzo netto delle rendite d e l - ---l ’ anno ---la c ifra d i ...L . 569 ,0 31 .49
E così dalla cifra che rappresenta le rise rve c u m u late al 31 dicem bre e che era d i . L . 7 ,7 46 ,37 2.2 4 crescendola appunto di . . . . » 5 1 3 ,0 31 .49 si giunge al 31 dicem bre 1896 ---a quell---a d i , ...L . 8 ,2 59 ,40 3.7 3 che è quella che ci presenta l’ attuale bilancio.
Tralasciando di esaminare le diverse operazioni della Cassa, perchè quest’ esame ci porterebbe troppo in lungo aggiungerem o che le
E ntrate effettive ascesero a L. 3 ,6 71 ,57 5.2 7 e le spese a . . . . » 3 ,1 0 2 ,5 4 3 .7 8
e q u in d i un u tile di L . 569 ,0 31 .49 che corrisponde con la c ifra di avanzo sopra an nunziata.
LE FEBEO VIE FRANCESI
Un ispettore generale dei servizi co m m e rcia li della ferro via del N ord, il sig. G. D elebecque, ha pub blicato una interessante m onografia sulle fe rro v ie francesi. T o glia m o da essa alcune delle c ifre che c i pare debbano destare una p articola re curiosità.
L a lunghezza totale delle fe rro vie francesi è di 40 m ila c h ilo m e tri, sui q u a li c irco la n o 9 6 2 5 m ac chine locom otive che trasportano 2 5 ,2 9 7 v e ttu re da viag gia tori, 1 2 ,4 4 8 fu rg o n i e 2 5 2 ,9 8 9 vagoni per m erci.
N elle 25,29 7 ve ttu re da v ia g g ia to ri vengono tra sportati annnualm ento p iù di 317,653,121 v ia g g ia to ri facendo incassare alle fe rro vie una somma di fra nchi 4 0 2 ,2 58 ,04 6 così re pa rtita.
P e r 1 9 ,5 0 6 ,6 8 0 v ia g g ia to ri d i prim a classe le varie compagnie in tro ita n o fr. 7 7 ,4 0 5 ,2 9 1 ; per 8 4 ,0 3 5 ,6 6 4 di seconda fr. 1 0 4 ,3 3 5 ,2 8 5 ; e per i 2 0 4 ,1 1 0 ,1 7 7 di terza fr. 2 2 0 ,5 16 ,47 0.
Bisogna calcolare, in m edia, su 1 00 0 v ia g g ia to ri nelle cinque re ti: 45 v ia g g ia to ri d i p rim a classe, 123 d i seconda e 832 d i te rza ; e per 1000 fra nchi di re d d ito : 1 23 sono corrispo sti da persone ric c h e , 250 da borse medie e 5 4 7 dai v ia g g ia to ri di terza classe.
Come re su lta ti fina nzia ri togliam o i seguenti. P er dare 6 2 franchi alle sue 5 2 7 ,0 0 0 azioni il N ord non domanda n u lla allo S tato ; per dare sol tanto fr. 3 7 ,5 0 alle sue 5 4 5 ,0 0 0 azioni l ’ Est prende a prestito fr. 1 4 ,4 4 8 ,8 8 8 ; per fr. 3 8,50 alle sue 3 00 .0 00 azioni l ’ Ovest fa dei prestiti che oltrepas sano i 19 m ilio n i; per dare fr. 5 8 ,5 0 alle sue 6 0 0 .0 0 0 azioni 1’ Orléans è obbligata a dom andare fr. 6 ,9 7 1 ,3 6 4 ; il Mezzogiorno che non dà che 50 fra nchi alle 2 5 0 m ila azioni, non v i arriverebbe senza una garanzia di fr. 9 ,9 1 6 ,4 0 3 m entre che la P a ris -L io n -M e d ite rra n é e che ha 8 0 0 ,0 0 0 azioni paga lo ro fr. 55, contentandosi della insignificante somma di fr. 3 47 ,8 84 .