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L'analisi della dinamica finanziaria a supporto dell'informativa reddituale nei processi decisionali aziendali. Alcuni casi empirici.

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INDICE

INTRODUZIONE

... 3

1 Il Rendiconto Finanziario

... 7

1.1 Introduzione allo studio dei flussi finanziari e logica di costruzione del rendiconto finanziario ... 7

1.1.1 Casi particolari di flussi finanziari ... 19

1.1.2 Benefici, Obiettivi ed interpretazione del rendiconto finanziario ... 21

1.2 Armonizzazione dei principi contabili ... 27

1.2.1 Nuova normativa D.lg. 139 ... 29

1.2.2 Normativa Internazionale IAS/IFRS – FAS/US GAAP in materia di Rendiconto finanziario: analisi comparativa tra IFRS, US GAAP e principi OIC . 31

2 Analisi dell'equilibrio Finanziario: l'analisi dei flussi a sostegno degli

indici reddituali

... 39

2.1 Indici applicabili al rendiconto dei flussi finanziari ... 41

2.1.1 Rendiconto finanziario per aree gestionali: come efficiente strumento di analisi interna ... 49

2.2 Gli indici reddituali ... 61

3 Valutazione delle performance aziendali

... 67

3.1 Approcci contemporanei dell'analisi delle prestazioni delle società, basato su informazioni Finanziarie Rilevanti ... 67

3.2 Importanza delle informazioni fornite dal Rendiconto Finanziario per le Piccole Medie Imprese(PMI) ... 77

3.3 Informativa dei flussi finanziari a sostegno delle decisioni strategiche competitive e di risanamento ... 81

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2

4 Casi empirici

... 85

4.1 FTSE Italia Alimentari ... 85

4.2 Valsoia S.p.A. ... 89

4.3 Enervit S.p.A. ... 101

4.4 Centrale del latte di Torino S.p.A. ... 113

4.2 Campari S.p.A. ... 125

4.3 Valutazione conclusiva casi empirici ... 143

4.4 Andamento indicatori ... 151

CONCLUSIONI

... 157

BIBLIOGRAFIA

... 161

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3

INTRODUZIONE

Nella realtà Economica internazionale gli elementi rappresentativi della dinamica finanziaria di un’azienda hanno sempre avuto un posto di preminente considerazione nelle valutazioni e processi decisionali aziendali. Solo recentemente anche in Italia si è iniziata a introdurre nelle piccole medie realtà imprenditoriali la consapevolezza di quella che è una buona gestione dei flussi finanziari.

L’obiettivo di questa tesi è di dimostrare tramite dati concreti, come la redazione di uno strumento come il Rendiconto finanziario, sia fondamentale per supportare l’informativa reddituale, spesso inquinata da elementi di esclusiva rilevanza economica.

Nello scenario odierno, la componente finanziaria identificata nella “liquidità” si sta insediando nella cultura imprenditoriale italiana sostituendo quello che attualmente è l’obiettivo principale che si pone l’azienda ossia il raggiungimento di un’ottimale performance in termini di Utile. Da anni è in atto questo processo di cambiamento, ponendo in essere la problematica della liquidità come principale elemento e obiettivo all’attenzione dei vertici aziendali. Nella realtà economica si è capito come nel concreto un’azienda senza denaro in cassa non ha le risorse e le possibilità per sfruttare adeguatamente le opportunità di mercato e fronteggiare le eventuali minacce alla sua sopravvivenza.

Nel presente lavoro dunque si analizza nel dettaglio ogni componente del prospetto, verificando le svariate modalità di redazione, ognuna delle quali porta a interpretazioni differenti. Si vuole andare ad individuare gli utilizzi che si possono fare dei valori forniti dal documento, non solo a livello di valutazione e analisi esterna delle performance aziendali, ma anche e soprattutto si cerca di studiare come questi valori possano supportare, assieme ai valori reddituali, il processo decisionale dei vertici aziendali. Il fine è dunque quello di dimostrare come alcuni elementi, prettamente di stampo contabile quali i costi non monetari, possano andare a incidere in modo forte sulla dinamica finanziaria, dunque sul valore effettivo dei flussi finanziari che l’azienda è in grado di generare o assorbire durante l’esercizio.

L’argomento presentato è di alta rilevanza all’interno della letteratura economica, il quesito che ci poniamo e l’importanza di ciò che si vuole dimostrare è oggetto di studio,

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4 già da molto tempo, di autori di fama internazionale. A livello Nazionale, invece, si è sempre data maggiore, se non esclusiva, importanza alla redditività degli elementi aziendali. Questa diversa visione è giustificata dalla forte difformità che presentano le diverse culture economiche.

Diventa dunque interessante soffermarci nella nostra argomentazione come all’interno dei modelli capitalistici anglosassoni già da molti decenni, in sostanza dalla nascita del mercato borsistico, la valenza della dinamica finanziaria e lo strumento calcolatore dei flussi finanziari, ha sempre avuto una maggior rilevanza rispetto alla dinamica reddituale. In questa sede non si ha l’intenzione di screditare l’analisi e l’informativa reddituale, in quanto è un elemento essenziale per esprimere un veritiero giudizio sull’azienda, si vuole solo sottolineare come alcuni elementi, congetturati e prettamente di stampo contabile, sono in grado di rendere tale valutazione ingannevole su certi aspetti. L’informativa reddituale è essenziale per fornire un adeguato giudizio sull’andamento dell’azienda, ma si vuole arrivare a dimostrare come spesso può generare risultati influenzati da elementi che possono contaminare il giudizio, mentre confrontare e completare l’informativa reddituale con l’informativa finanziaria possa garantire l’individuazione di eventuali elementi inquinanti garantendo all’analista, interno o esterno, di fornire un’opinione sulle performance aziendali basata su dati di maggiore solidità interpretativa.

A livello internazionale il mercato borsistico è affermato già da decenni, questo ha portato sin da subito le aziende a preoccuparsi in modo più attento e costante della problematica collegata alla generazione/assorbimento di liquidità. Inoltre, nel caso specifico delle aziende quotate, anche la pressione delle banche creditrici ha imposto alle aziende l’acquisizione di strumenti adeguati per garantire un’informativa trasparente, anche nei confronti dei propri azionisti. Comunque anche le aziende non quotate, ma operanti nei mercati anglosassoni, pongono molta enfasi alla componente Liquida della realtà aziendale, che risulta ben radicata nella cultura aziendale.

Nel contesto Italiano, che si può definire come modello capitalistico latino, il mercato dei capitali è rigido e poco sviluppato, nel percorso economico del paese questo strumento non è mai entrato nel vivo della cultura, caratterizzata invece dalla presenza di imprese medio- piccole e microimprese. Ciò che quindi distingue il tessuto economico italiano da quelli internazionali sono la presenza di una imponente cultura conservatrice che genera

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5 aziende di tipo famigliare le quali non sono incentivate a perdere il potere o condividere processi decisionali con soggetti esterni, sicuramente le piccole dimensioni non hanno aiutato lo sviluppo del mercato di capitali domestico.

A prescindere dalla peculiare cultura aziendale italiana anche nel suolo Nazionale è stata introdotta una normativa, il Decreto Legislativo 139 entrato in vigore 1 Gennaio 2016 per effetto del recepimento di una Direttiva EU. La nuova normativa prevede per tutte le aziende non quotate, a esclusione di particolari eccezioni, l’introduzione all’interno dei documenti di bilancio del Rendiconto Finanziario.

Proprio per effetto della nuova normativa è molto interessante affrontare nel dettaglio questo tema cercando di argomentarlo nelle sue più varie forme al fine di confermare l’ipotesi che ad oggi interessa anche l’Italia, cioè quello secondo cui il Rendiconto finanziario sia di essenziale rilevanza al fine della valutazione aziendale e processo decisionale e di essere indispensabile supporto all’informativa reddituale.

All’interno della tesi si vuole prima di tutto analizzare l’argomento da un punto di vista prettamente teorico. Quindi si è cercato di spiegare quali sono le varie modalità di costruzione, spesso connesse al fine ultimo che rappresenta lo scopo del documento. Inevitabile sarà parlare della logica che sta dietro ai flussi finanziari e ai risultati che questi fanno ottenere.

Saranno trattati nello specifico gli svariati indicatori che si possono realizzare dal calcolo dei flussi di liquidità, alcuni dei quali possono essere messi a confronto con alcuni indici reddituali.

Ci soffermeremo sul fatto che alcuni indicatori di flusso esprimono una risposta inerente con quella espressa dall’indice reddituale, con la differenza che il primo la esprime in termini finanziari e il secondo in termini economici. Sarà possibile definire quali possono essere le eventuali cause che fanno differire tali valori e nell’eventualità, anche gli elementi che invece ne esprimono una forte uguaglianza o vicinanza di ammontare. Gli strumenti che si utilizzano ed argomentano sono dunque, oltre agli strumenti di dinamica finanziaria, anche gli indici utilizzati per esprimere la redditività di un’azienda analizzati insieme ai valori che il Conto Economico è in grado di fornirci se riclassificato.

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6 Data l’affermazione già decisa a livello internazionale, di questa nuova realtà aziendale, risulta indispensabile inserire all’interno della tesi studi e ricerche condotti in paesi europei ed extra europei. All’interno della Banca Dati EBSCO vi sono molti studi che supportano tale dibattito, tra questi ho preso in esame uno studio condotto dall’università di Orodea (Romania) che sostiene e dimostra la rilevanza che le informazioni generate dal rendiconto finanziario e dai sui indici hanno nei confronti della valutazione aziendale e del processo decisionale interno.

Infine si applicherà l’analisi della dinamica finanziaria e della dinamica reddituale a un piccolo campione di aziende quotate presso la borsa di Milano. Analizzando i risultati ci concentreremo sulla rilevanza, che le informazioni ottenute dai flussi finanziari, hanno nel completare e supportare l’informativa reddituale ed il processo decisionale dell’azienda, proponendo anche delle giustificazioni a eventuali discordanze tra i valori.

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7

1 Il Rendiconto Finanziario

Per svolgere un’analisi accurata dei dati di bilancio è importante integrare la lettura diretta dei dati e quella degli indici, con una terza metodologia detta analisi dinamica o analisi per flussi. Si tratta di approfondire la conoscenza dei fenomeni, generati dalla gestione delle attività aziendali, che portano alla generazione o all’assorbimento di liquidità. Le dinamiche finanziarie di un’azienda sono costituite dal susseguirsi di deflussi ed afflussi, intesi rispettivamente come impieghi finanziari e fonti finanziarie, da e verso la società. Un valido strumento di analisi delle dinamiche finanziarie di un’azienda è rappresentato dal Rendiconto Finanziario. La prospettiva finanziaria è riprodotta anche negli altri documenti di bilancio, ed in particolare nello Stato Patrimoniale, i cui contenuti stabiliti dall’art. 2424 C.C. esprimono una situazione statica dei mezzi dell’impresa ad una determinata data; Condizione statica → Fondi di valore. La variazione, incrementativa o diminutiva, del valore del fondo, prodotta tra due esercizi consecutivi, è denominata flusso; Flusso → Dinamicità dell'attività d'Impresa.

Il rendiconto finanziario è il principale strumento tecnico a disposizione dell’analista per valutare i flussi di cassa e il modo in cui sono stati prodotti.

1.1 Introduzione allo studio dei flussi finanziari e logica di costruzione

del rendiconto finanziario

Il Rendiconto Finanziario ci dà conto di un certo oggetto, si costruisce di fatto in base a dati storici contenuti all'interno dei documenti del Bilancio, ovviamente nulla toglie la possibilità di redigerlo a livello prospettico, sulla base quindi di dati di tipo prospettico ed inserirlo all'interno di un business plane.

Il Rendiconto finanziario ricostruisce il flusso di valori che ha movimentato un determinato fondo in un determinato periodo. L'oggetto di riferimento del prospetto è di natura finanziaria e può essere di tre diverse tipologie: la liquidità intesa come disponibilità liquide, il capitale circolante netto (come sintesi di attivo e passivo a breve o come differenza tra attività e passività della gestione corrente) oppure la Posizione Finanziaria Netta.

Nell’ordinamento contabile italiano è presente un solo aggregato riconosciuto come “liquidità” e, pertanto, è utilizzato un solo prospetto di rendiconto - che richiama quello

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8 noto come “Rendiconto finanziario in termini di liquidità” – sinteticamente denominato “Rendiconto Finanziario”1.

Il rendiconto finanziario per flussi di liquidità è il modello che ha trovato maggiore affermazione per la sua forte rispondenza con quello correntemente utilizzato nella prassi internazionale, noto come Cash Flow Statement. È preferibile perché si basa su dati reali privi di stima, più realistici e sui quali si ha meno margine di manovra di esercitare comportamenti opportunistici da parte del management. Esso rappresenta i flussi di liquidità classificati in relazione alla tipologia o alla natura dell’operazione che li ha generati. Il documento è strutturato in tre distinte sezioni, ciascuna di esse restituisce il flusso di liquidità prodotto o assorbito dalla singola classe di operazioni.

Secondo il principio contabile OIC 12 le disponibilità liquide si intendono come l'aggregato di riferimento, ossia l’ammontare composto da depositi bancari e postali, denaro, assegni e denaro in cassa, includendo in esso le risorse liquide immediatamente prelevabili e senza rischio di perdita di valore2 e anche i depositi a vista presso banche o

istituti finanziari.

Nel caso specifico il termine di liquidità comporta l'individuazione di due possibili gruppi di definizione di flussi di cassa per misurare le variazioni di periodo:

1. Definizione di flusso di cassa in senso proprio: inteso come la differenza tra entrate e uscite monetarie che sono registrate nel corso dell'esercizio, si intende quindi la disponibilità di cassa generata dalle operazioni di esercizio, conosciuto come flusso di cassa operativo, o anche dalle altre operazioni di gestione noto quindi come flusso di cassa extra operativo. La loro somma determina il flusso di cassa netto, espressione di quella che è l'incremento o decremento delle disponibilità liquide e monetarie finali rispetto a quelle iniziali.3

2. Definizione di flusso di cassa in senso improprio, cioè espressione dell'autofinanziamento in senso ampio: viene individuato in relazione alla capacità dell'impresa di coprire interamente e senza ricorso a finanziamenti esterni

1 Un’attenta gestione della liquidità aziendale può rappresentare una leva di sviluppo, grazie alla quale

ridurre il fabbisogno finanziario legato al capitale circolante netto andando a liberare risorse per investimenti che aumentino le opportunità di crescita.

2 Cash equivalents: strumenti finanziari che non superano i tre mesi di scadenza, e che possono essere

trasformati in denaro in ogni momento con l’assenza o una minima perdita di valore.

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9 determinati fabbisogni di capitale; può assumere diverse configurazioni tra cui la somma dell'utile netto d'esercizio e degli ammortamenti4.

Solo quelle indicate nel primo gruppo possono giudicarsi espressive della misura della cassa effettivamente generata e/o assorbita in un determinato periodo; diversamente quelle del secondo gruppo pongono l'attenzione sulla dimensione economica delle operazioni e solo indirettamente su quella monetaria. La prassi contabile oggi dominante, sia sul piano nazionale che internazionale, predilige che il flusso finanziario della gestione sia espresso in termini di Cash flow di periodo, dunque misurato in termini di flusso di cassa in senso proprio.

Queste due configurazioni richiamano l'attenzione su di una più specifica definizione della liquidità: noi la intendiamo in senso stretto e lorda, in quanto il nostro oggetto di riferimento è semplicemente Cassa Banca e c/c attivi, mentre se noi la consideriamo in senso lato dobbiamo prendere in considerazione anche gli strumenti finanziaria chiamati cash Equivalent5. La definiamo anche Lorda in quanto non portiamo a diminuzione gli

scoperti di conto corrente.

Lo Stato Patrimoniale ed il Conto Economico sono strettamente correlati tra loro, ed il valore finale di ogni singola voce dell’attivo e del passivo (fondo) è influenzata anche dalla gestione reddituale (flusso). La correlazione tra “fondi” e “flussi” si intensifica attraverso la redazione e l’analisi del Rendiconto Finanziario. Quindi esso è il prospetto che raggruppa i “flussi” di “fondi”, in relazione alle informazioni che si intendono ottenere. Questo prospetto si interpone tra lo Stato Patrimoniale ed il Conto Economico, consentendo l’osservazione delle variazioni intervenute tra i valori di Stato Patrimoniale di due anni consecutivi, in relazione anche all’analisi reddituale dell’impresa. Le variazioni intervenute nei fondi, intese come incrementi e decrementi di valori, sono denominate “impieghi” e “fonti”6.

Gli Impieghi rappresentano un assorbimento di risorse finanziarie da parte della gestione aziendale, e sono costituiti da: aumenti di attività, riduzione di passività e riduzione di

4 Somma degli utili netti di esercizio, degli ammortamenti e degli accantonamenti a fondi di svalutazione

Capaldo P. - L'autofinanziamento nell'economia dell'impresa, Milano.

5 Dunque investimenti finanziari a breve termine e gli anticipi ricevuti dalle banche rimborsabili entro 3

mesilità

6 Sito web: Presentazione dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e Esperti Contabili: relativa alla

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10 capitale netto.

Le Fonti esprimono un afflusso di risorse finanziarie per l'impresa, e sono rappresentate da: aumenti di passività, riduzione di attività e gestione reddituale7.

Il Rendiconto Finanziario si sostanzia nella comparazione degli Stati Patrimoniali di due esercizi consecutivi, riclassificati con il criterio finanziario, secondo il quale siamo in grado di avere una dettagliata definizione delle componenti più rilevanti in termini di rendicontazione. Potendo mettere a confronto i dati riclassificati dello stato patrimoniale siamo in grado di rilevare le variazioni che avvengono di anno in anno, potendo così definire le cause che generano le movimentazione delle attività di investimento e finanziamento all’interno del periodo preso in considerazione. Ovviamente la determinazione delle variazioni dei valori patrimoniali deve prendere in considerazione anche i relativi flussi reddituali registrati all’interno del Conto Economico8 , in

conclusione si può dire che il rendiconto finanziario rappresenta, in generale, lo strumento più appropriato ed attendibile per effettuare la misurazione della liquidità.

Il prospetto si suddivide in sezioni, ognuna delle quali in riferimento alle tipologie di operazioni che contiene: Attività operativa corrente, o operazioni di gestione reddituale, Attività di investimento e Attività di finanziamento.

Le operazioni comprese nella sezione della GESTIONE REDDITTUALE sono generalmente rappresentate da quelle relative alla produzione, distribuzione di beni e fornitura di servizi. Devono indicare sinteticamente la potenza finanziaria della sola gestione reddituale, al fine di valutare la capacità dell'azienda di remunerare i fattori produttivi impiegati con i soli risultati prodotti dal suo core business.

A titolo di esempio, sono ricompresi i flussi di liquidità relativi ad operazioni di incasso e pagamento relative a vendita di prodotti e acquisto di merci, pagamenti effettuati a favore dei dipendenti, pagamenti e rimborsi di imposte. Nel particolare caso riferito alla determinazione dei flussi di liquidità della gestione reddituale la disciplina prevede la

7 Calcolata come: utile d'esercizio + i costi non monetari - ricavi monetari.

8 Nello specifico si parla della determinazione dell’effettiva movimentazione di denaro all’interno delle

casse dell’azienda, quindi è importante che nel calcolo della variazione di un dato patrimoniale si conteggi anche la relativa movimentazione a livello economico: ad esempio: immobilizzazioni materiali rettificate del valore del fondo di ammortamento rettificato a sua volta dalla quota di

ammortamento(valore economico) solo in questo modo si è in grado di definire la relate uscita o entrata di denaro in cassa.

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11 possibilità di calcolarli con due metodologie diverse. Si prevede dunque la possibilità di calcolare tali flussi tramite il metodo diretto o indiretto.

Il metodo di calcolo "Diretto" si differenzia rispetto al metodo “Indiretto" per la parte relativa alla redazione dei flussi di cassa derivanti dalla gestione reddituale. Infatti, mentre il metodo indiretto, partendo dall’utile economico, apporta le opportune rettifiche per arrivare a determinare il flusso di cassa della gestione reddituale, il metodo diretto procede ad un calcolo con modalità “diretta” delle varie voci che compongo il rendiconto finanziario. In particolare trasforma in finanziaria la componente reddituale sommando a questa la variazione patrimoniale.

Il rendiconto finanziario secondo il metodo diretto si costruisce di solito tramite un foglio di lavoro all'interno del quale sono contenuti Stato patrimoniale di due anni e Conto economico dell'anno di riferimento. Tramite questo documento noi andiamo a definire quali tra le variazioni hanno determinato un effetto positivo/negativo di tipo finanziario, cioè si identificano quelle movimentazione che hanno inciso sulla liquidità, smistandole tra impieghi nel caso in cui abbiano assorbito denaro oppure tra le Fonti nel caso in cui lo abbiano generato.

Tramite questa metodologia di calcolo saremo in grado di isolare ed identificare solo quelle movimentazioni che hanno generato flussi finanziari e quindi in sostanza una movimentazione monetaria9.

Applicando il metodo diretto, il flusso di cassa netto derivante dall’attività operativa, si ottiene riportando le principali categorie di incassi e di pagamenti lordi che risultano essere di pertinenza dell’area gestionale operativa. Lo IAS 7, che è espressione dei principi contabili internazionali, incoraggia le azienda ad utilizzare il metodo diretto, in quanto è in grado di fornire informazioni che possono essere utili nella stima dei futuri flussi finanziari, informazioni che non sono disponibili con il metodo indiretto. Nonostante la maggior significatività del metodo diretto di tipo analitico, la sua diffusione è scarsa. La sua compilazione non porrebbe problemi se si partisse da una contabilità per cassa che espone tutti i movimenti di cassa e di conto corrente secondo la quale ogni movimento viene codificato in modo da consentirne una precisa attribuzione alle voci di

9 Riuscendo dunque a raggiungere il fine ultimo della rendicontazione in oggetto: identificare solo ed

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12 rendiconto finanziario. Nella pratica però le rilevazioni d’azienda hanno come scopo principale la determinazione del reddito, in base al principio di competenza, che porta a seguire il procedimento indiretto nella costruzione dello schema di rendiconto finanziari.

Esempio di prospetto di rendiconto finanziario della liquidità in base al metodo diretto: FABBISOGNI FONTI GESTIONE REDDITTUALE

Flusso di CCN della gestione corrente Variazione del CCN commerciale Utilizzo fondi

Flusso di liquidità della gestione corrente

Proventi finanziari Oneri finanziari Proventi straordinari Oneri straordinari Debiti tributari

FLUSSO DI LIQUIDITA' DELLA GESTIONE REDDITUALE

ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

Flussi e deflussi derivanti operazioni su immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie e attività non immobilizzate

FLUSSO ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO

Flusso e deflusso dei debiti finanziari e delle dinamiche del patrimonio netto (dividendi, aumento o diminuzione capitale proprio o distribuzione riserve)

FLUSSO ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO

TOTALE FLUSSI DI LIQUIDITA'

La sezione della gestione reddituale è sicuramente quella più dettagliata, e grazie al metodo diretto noi siamo in grado di estrapolare al suo interno importanti informazioni riguardo alle dinamiche finanziarie proprie della gestione reddituale, grazie a questa

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13 metodologia di calcolo noi siamo in grado di determinare un importante sotto aggregato:

il flusso di liquidità della gestione corrente. È l’illustrazione di quelle che sono le

dinamiche finanziarie riguardanti solo le operazioni di tipo corrente, intese quelle operazioni che vengono svolte quotidianamente all'interno della gestione aziendale; in sostanza sono le operazioni di acquisto trasformazione e vendita quindi quelle che definiscono il settore di appartenenza: ciò che fa l'azienda e ciò che è.

Il flusso di liquidità della gestione corrente è formato da due importanti aggregati: il flusso di Capitale Circolante Netto della gestione corrente e la variazione del Capitale Circolante Netto Commerciale. In particolare il flusso di CCN della gestione corrente è rappresentativo di quella che è la liquidità potenziale della gestione corrente, indica la liquidità che le operazioni di gestione corrente sarebbero state in grado di generare solo e soltanto nel caso in cui specifiche situazioni si manifestano nel futuro. Parte di questo flusso è al momento sospeso, ossia in attesa di realizzarsi, poiché incorporato in magazzino, debiti operativi e crediti operativi.

Quindi è il complesso dei flussi di liquidità in entrata e in uscita che si sarebbero manifestati nell'arco del periodo amministrativo solo se:

• L’azienda avesse venduto l'intera produzione disponibile;

• Sostenuto nello stesso periodo tutte e sole le spese inerenti a tale produzione; • Regolato tutte le operazioni esclusivamente in contanti;

• E se non vi fossero movimenti di liquidità determinati da debiti operativi e crediti operativi già esistenti in data 1/01.

E' evidente come queste situazioni sono solo prettamente ipotetiche e non realizzabili nella realtà10.

10 Nella realtà aziendale è di fatto impossibile che l’azienda si in grado di concludere trattative

esclusivamente sotto forma di denaro come è improbabile che non abbia nessun prodotto all’interno del magazzino e di fatto che si in grado di estinguere totalmente i suoi debiti operativi. Data la situazione ipotetica si capisce come questo stesso valore possa essere solo di tipo potenziale. È comunque molto utile ai fine della valutazione dell’azienda.

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14 Esempio di Flusso di CCN della gestione corrente:

FABBISOGNI FONTI +Ricavi di vendita

+Variazione magazzino prodotti +Altri ricavi

-Costi per materie -Costi per servizi -Godimento beni terzi -Salari e stipendi -Oneri sociali

-Variazione magazzino materie prime -Oneri diversi

Flusso di CCN della gestione corrente

Per passare da una liquidità potenziale ad una reale è necessario rettificare il valore dal flusso di capitale circolante netto della gestione con la Variazione del CCN Commerciale. Si definisce variazione di tipo commerciale in quanto al suo interno prendiamo in considerazione solo i movimenti che si sono avuti nei crediti e debiti operativi e all’interno della gestione del magazzino. Difatti per quello che riguarda le movimentazioni dei fondi (Fondi rischi oneri e/o TFR), intese ed inserite sotto forma di “utilizzo del fondo”, sono escluse nello specifico calcolo del sotto aggregato e inserite successivamente per l'ottenimento di quello che è il flusso di liquidità della gestione corrente REALE. Quindi All'interno di questo valore noi prendiamo in considerazione solo quelle che sono le variazioni del magazzino dei crediti e debiti operativi, è proprio questo che giustifica il nome che gli attribuisce. Per ottenerlo si procede al calcolo dei crediti operativi tramite la sottrazione: Ricavi di vendita – crediti al 31/12 + crediti al 1/01; per i debiti operativi: Costi – debiti al 31/12 + debiti al 1/01 e per il magazzino considerando solo la sua variazione dal 31/12 al 1/01.

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15 Esempio Variazione del CCN Commerciale:

FABBISOGNI FONTI

+/- Variazione Magazzino materie -/+ Variazione Magazzino prodotti -/+ Variazione crediti V/clienti -/+ Variazione debiti V/fornitori + ratei e risconti attivi

- INPS

-ratei e risconti passivi - altri debiti

Variazione CCN Commerciale

Attraverso il metodo indiretto l’utile o la perdita d’esercizio sono rettificati dagli effetti delle operazioni di natura non monetaria, da qualsiasi differimento o accantonamento di precedenti o futuri incassi o pagamenti operativi11, e da elementi di ricavi o costi connessi

con i flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento o di finanziamento. Secondo questo metodo quindi le entrate e le uscite attribuite alle varie voci vengono ricostruire sinteticamente in base alle variazioni dei saldi delle voci di stato patrimoniale, dettagliate e integrate dai dati di conto economico e da informazioni extra-contabili.

Il metodo indiretto nella pratica, essendo applicabile anche da soggetti esterni all’azienda, risulta il più utilizzato e determina il flusso finanziario dell’attività operativa rettificando il risultato d’esercizio per l’effetto di:

1. Variazioni delle rimanenze, dei crediti e dei debiti generati dall’attività operativa avvenute nell’esercizio;

2. Elementi non monetari quali l’ammortamento, gli accantonamenti, le imposte differite, gli utili e le perdite di cambio non realizzati, gli utili di collegate non distribuiti e le quote di pertinenza di terzi;

3. Tutti gli altri elementi i cui effetti monetari sono flussi finanziari dell’attività di investimento o finanziaria.

11 È importante specificare che anche il risultato che si ottiene con la metodologia Diretta, i costi non

monetari non vano ad incidere sulla valutazione del flusso monetario operativo, solo che non vengono presentati all’interno del prospetto perché oggetto di un calcolo avvenuto all’interno del “foglio di lavoro”, ma in ogni caso avvenuto; dato che anche il flussi di liquidità della gestione reddituale che si ottiene tramite il metodo diretto è rettificato dai costi non monetari.

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16 Dimostriamo ora come la determinazione del Flusso di liquidità della gestione reddituale avviane in modo nettamente diverso dal metodo diretto, sicuramente però alla fine dei diversi percorsi il risultato finale deve essere uguale in entrambi i casi.

Esempio di Rendiconto finanziario redatto secondo il metodo indiretto: Utile d'esercizio

(+) imposte sul reddito, (+) interessi passivi, (-) interessi attivi, (-) dividendi incassati, (+) minusvalenze/(-) plusvalenze derivanti da cessioni di attività

Utile/ perdita d'esercizio prima delle imposte sul reddito, interessi, dividendi, minus/plusvalenze derivanti da cessione

(+) rettifiche per costi senza esborso, Esempi: + costi non monetari – ricavi non monetari:

(+) accantonamenti ai fondi, (+) ammortamenti immobilizzazioni, (+) svalutazioni per perdite di valore, (+/-) altre rettifiche non monetarie

Flusso Finanziario prima della variazione di CCN

+/- variazioni del CCN, Esempi:

(+) diminuzione / (-) incremento delle RIMANENZE

(+) diminuzione/(-) incremento dei CREDITI (V/clienti, V/altri) (+) incremento/ (-) diminuzione dei BEBITI (V/fornitori, V/altri) (+) diminuzione/(-) incremento dei RATEI E RISCONTI ATTIVI (+) incremento/(-) decremento dei RATEI E RISCONTI PASSIVI

Flusso finanziario dopo le variazioni di CCN

(-/+) altre rettifiche, esempi:

(+) interessi incassati, (-) interessi pagati, (-) imposta sul reddito pagata, (+) dividendi incassati, (-) utilizzo fondi

FLUSSO DERIVANTE DALLA GESTIONE REDDITTUALE

Importante è sottolineare come, in qualsiasi modo questo valore venga definito, è necessario che sia positivo, ci si aspetta che lo sia, perché altrimenti significherebbe che l’azienda più svolge il suo lavoro più assorbe liquidità. Ovviamente l’azienda deve essere in grado tramite la sua attività caratteristica di generare liquidità, si sta parlando del suo core business, ci si aspetta che più questa produca e più generi denaro, altrimenti non ha senso che esista. Deve creare valore con quello che fa. Nel caso in cui questo valore fosse negativo è importante valutarne le cause, perché in base a queste le conclusione alle quali si può arrivare sono molteplici. Sicuramente se il valore del flusso di liquidità operativo è negativo è un importante campanello d’allarme da non trascurare.

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17 L'area delle ATTIVITA' DI INVESTIMENTO rimane uguale per entrambe le metodologie di redazione. Le operazioni di investimento rappresentate nella specifica sezione sono principalmente quelle relative ad acquisto e vendita di immobilizzazioni tecniche, finanziarie, immateriali. Sono pertanto esposti i flussi di liquidità prodotti o assorbiti da operazioni quali:

• Acquisti e vendite di fabbricati, impianti, attrezzature e altre immobilizzazioni tecniche;

• Acquisti e vendite di beni immateriali, ad esempio marchi e brevetti;

• Acquisizione e cessioni di partecipazioni in imprese controllate, collegate nonché di altri titoli e obbligazioni.

Nel caso in cui l’impresa abbia erogato a favore di terzi un finanziamento, rappresentando per essa un impiego di capitale, nella sezione verrà rappresentato anche l’effetto prodotto sulla liquidità derivante dall’erogazione del prestito o dal rimborso del capitale. A titolo di esempio, i flussi finanziari generati o assorbiti dall’attività di investimento derivano da: • Acquisti o vendite di fabbricati, impianti, attrezzature o altre immobilizzazioni

materiali (incluse le immobilizzazioni materiali di costruzione interna);

• Acquisti o vendite di immobilizzazioni immateriali, quali ad esempio i brevetti, i marchi, le concessioni; questi pagamenti comprendono anche quelli relativi agli oneri pluriennali capitalizzati;

• Acquisizioni o cessioni di partecipazioni in imprese controllate e collegate; • Acquisizioni o cessioni di altre partecipazioni;

• Acquisizioni o cessioni di altri titoli, inclusi titoli di Stato e obbligazioni; • Erogazioni di anticipazioni e prestiti fatti a terzi e incassi per il loro rimborso. È raccomandata la rappresentazione distinta dei principali incassi o pagamenti derivanti dall’attività di investimento, distinguendo i valori a seconda delle diverse classi di immobilizzazioni a cui si riferiscono. L’ammontare del flusso finanziario derivante dall’attività di investimento consente di analizzare i pagamenti effettuati per l’acquisizione di attività (immobilizzazioni) destinate a produrre ricavi negli esercizi futuri, analizzare gli eventuali entrate di denaro per la dismissione di beni e l’eventuale

(18)

18 ammontare di denaro investito in strumenti finanziari. Ci aspettiamo che il suo valore sia negativo in quanto è fisiologico che un’azienda investa, se vuole mantenere il successo e svilupparsi all’interno dei mercati deve inevitabilmente agire nel suo interesse, investendo in se stessa o in strumenti finanziari per lei vantaggiosi.

Anche l'area delle ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO non è soggette a modifiche in base alla diversa metodologia di redazione. Le operazioni che trovano rappresentazione nella specifica sezione sono quelle relativa ad attività di finanziamento. Nello specifico, comprendono l’ottenimento ed il rimborso di risorse finanziarie ottenute da terzi, siano esse state acquisite sotto forma di capitale di credito o di capitale di rischio. Le principali operazioni accolte sono pertanto quelle relative a:

• Incassi derivanti dall’emissione di azioni o di quote rappresentative del capitale di rischio;

• Pagamento dei dividendi;

• Pagamenti per il rimborso del capitale di rischio, anche sotto forma di acquisto di azioni proprie;

• Incassi o pagamenti derivanti dall’emissione o dal rimborso di prestiti obbligazionari, titoli a reddito fisso, accensione o restituzione di mutui e altri finanziamenti a breve o lungo termine;

• Incremento o decremento di altri debiti, anche a breve o medio termine, aventi natura finanziaria.

È raccomandata la rappresentazione distinta delle principali categorie di incassi o pagamenti derivanti dall’attività di finanziamento, distinguendo i flussi derivanti da operazioni che coinvolgono il capitale di rischio da quelle che impattano sul capitale di credito. L’ammontare del flusso finanziario derivante dall’attività di finanziamento permette di comprendere le disponibilità liquide incassate o corrisposte a titolo di capitale di rischio o di capitale di debito nell’arco dell’esercizio. Il valore di questo flusso non deve essere negativo ne positivo. Nel senso che dipende dalla strategia che viene implementata dall’azienda, in quanto può adottare una strategia favorevole nei confronti

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19 dei propri soci prevedendo per loro una remunerazione costante12, oppure la sua negatività

può essere definita a causa del rimborso di un prestito, mentre un suo valore positivo può essere l’effetto dell’accensione.

1.1.1 Casi particolari di flussi finanziari

I casi particolari di flussi finanziari riguardano cinque distinte fattispecie: • Interessi e dividendi

• Imposte sul reddito

• Flussi finanziari in valuta estera • Derivati di copertura

• Acquisto o cessione di rami d’azienda

Interessi e dividendi

Per quanto attiene la disciplina degli interessi pagati e incassati, questi sono presentati distintamente tra i flussi finanziari della gestione reddituale, salvo i casi in cui possono essere direttamente riferibili a specifici investimenti (attività di investimento) o finanziamenti (attività di finanziamento). I dividendi sono presentati distintamente nella gestione reddituale se sono stati incassati e nell’attività di finanziamento se sono stati pagati. Pertanto, i flussi finanziari degli interessi e dei dividendi sono presentati nel rendiconto finanziario in modo distinto e non in un unico ammontare. La classificazione dei flussi finanziari di interessi e dividendi deve peraltro essere mantenuta costante nel tempo.

Imposte sul reddito

I flussi finanziari relativi alle imposte sul reddito devono essere indicati distintamente e classificati nella gestione reddituale. Tra i flussi finanziari in uscita vi sono il pagamento delle imposte, inclusi i pagamenti degli acconti di imposta. Tra i flussi finanziari in entrata vi sono i corrispettivi ricevuti dalle autorità fiscali, incluse le eccedenze e i rimborsi.

12 Si parla della scelta da parte del vertice del pagamento dei dividendi ai propri soci, scelta strategica che

può o meno generare uscite di denaro, nel caso così fosse la valutazione non può essere negativa solo perché tale scelta comporta un’uscita di denaro, ma anzi va interpretata in modo positivo perché è effetto di una scelta di fidelizzazione del socio del socio.

(20)

20

Flussi finanziari in valuta estera

I flussi finanziari derivanti da operazioni in valuta estera sono iscritti nel bilancio della società in euro, applicando all’ammontare in valuta estera il tasso di cambio vigente al momento di manifestazione del flusso finanziario. Eventuali utili o perdite derivanti da variazioni nei cambi in valuta estera non realizzati, non trovando rappresentazione tra i flussi finanziari di periodo, saranno portati a rettifica dell’utile (o della perdita) dell’esercizio per tener conto dell’effetto non monetario di queste operazioni. Diverso è il caso dell’effetto delle variazioni dei cambi sulle disponibilità liquide possedute o dovute in valuta estera; esso deve trovare distinta presentazione rispetto ai flussi finanziari della gestione reddituale, dell’attività di investimento e di finanziamento.

Derivati di copertura

La disciplina dei derivati di copertura nel rendiconto finanziario prevede che se un derivato13 , è indicato nella veste di strumento di copertura, i relativi flussi finanziari

devono essere presentati nella medesima categoria dei flussi finanziari dell’elemento coperto (ad esempio, un finanziamento a medio-lungo termine). Si noti, invece, che è esplicitamente richiesto che i flussi finanziari del derivato di copertura in entrata e in uscita siano evidenziati in modo separato.

Acquisto o cessione di rami d’azienda

In caso di operazione che preveda l’acquisto o la cessione di ramo d’azienda, i relativi flussi finanziari derivanti dai corrispettivi pagati/incassati per l’acquisizione o la cessione di una società controllata sono presentati distintamente nell’attività di investimento, al netto delle disponibilità liquide acquisite o dismesse come parte dell’operazione. In conseguenza di ciò, la società è tenuta a rettificare le variazioni nel valore delle singole attività/passività intervenute con l’operazione di acquisizione o cessione della società controllata. Inoltre, la società è tenuta ad indicare le seguenti informazioni:

(21)

21  I corrispettivi totali pagati o ricevuti;

 La parte dei corrispettivi consistente in disponibilità liquide;

 L’ammontare delle disponibilità liquide acquisito o ceduto con l’operazione di acquisizione/cessione della società controllata;

 Il valore contabile delle attività/passività acquisite o cedute.

La presentazione distinta nel documento di rendiconto finanziario dei flussi finanziari in un’unica voce congiunta alle informazioni richieste dalla legge, consente di differenziare chiaramente tale flusso da quelli specifici derivanti dalla gestione reddituale, di investimento e finanziamento. In ultimo, in ottemperanza al divieto di compensazione, il principio OIC 10 sottolinea che il flusso finanziario relativo all’acquisizione di una società controllata non può essere compensato con quello relativo alla cessione di un’altra società controllata.

1.1.2 Benefici, Obiettivi ed interpretazione del rendiconto finanziario

È il principale strumento di gestione dei rapporti tra imprese e istituti di credito, soprattutto in ottica di “Basilea 3”, ed anche ai fini del rating di legalità, è lo strumento più importante per valutare nuove forme di finanziamento: ad esempio per le PMI, quotazione al mercato AIM e Minibond. Si identifica anche come lo strumento più indicato per il controllo finanziario della gestione aziendale e lo strumento più idoneo per le valutazioni d’azienda con il metodo finanziario14.

Le informazioni che possono essere estrapolate dal rendiconto finanziario risultano utili per gli addetti ai lavori di verificare che l'impresa sia in grado di generare disponibilità liquide o equivalenti per garantire all'impresa di essere in grado di sopravvivere. Attraverso il rendiconto finanziario è pertanto possibile tracciare i flussi finanziari che si sono susseguiti durante un anno fiscale, suddividendo le operazioni di riferimento in: attività prettamente operative e caratteristiche; attività di impiego e attività delle fonti. I principali benefici informativi del Rendiconto Finanziario, individuati dal Principio Contabile Nazionale OIC 10, par. 5, sono costituiti dalla capacità di:

14 Sito web: Presentazione dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e Esperti Contabili: relativa alla

(22)

22 • Valutare le disponibilità liquide prodotte/assorbite dalla gestione reddituale e le

modalità di impiego/copertura;

• Valutare la capacità della società o del gruppo di affrontare gli impegni finanziari a breve termine, erogare i dividendi;

• Valutare le ragioni delle differenze tra utili e flussi di cassa operativi (ovvero della gestione reddituale);

• Valutare gli effetti sullo stato patrimoniale delle transizioni finanziarie e indirettamente non finanziarie legate agli investimenti e ai finanziamenti durante il periodo considerato.

• Valutare la capacità della società o del gruppo di autofinanziarsi.

Le finalità del Rendiconto Finanziario, desunte dal Principio Contabile Internazionale IAS 7, possono essere riassunte in:

• Controllo del flusso di cassa (cash flow) generato e capacità di confronto dello stesso con il reddito (profit) desumibile dal Conto Economico;

• Utilizzo del cash flow quale grandezza maggiormente attendibile, perché non influenzata da valutazioni soggettive;

• Informativa sulla liquidità della struttura finanziaria dell’impresa, intesa come capacità di liberare risorse liquide presenti;

• Informativa sulla solvibilità dell’impresa, intesa come capacità di liberare in futuro risorse finanziarie necessarie ad onorare i debiti;

• Più agevole confronto tra i risultati prodotti da imprese diverse;

• Mediante la formazione di serie storiche di flussi, la possibilità di elaborare modelli per la stima dei flussi e per la verifica delle stime effettuate in passato. In via generale, il Rendiconto Finanziario agevola il processo decisionale, poiché tratta della capacità finanziaria dell’impresa15.

Il Rendiconto Finanziario è pertanto uno strumento di notevole efficacia informativa e

15 Sito web: Presentazione dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e Esperti Contabili: relativa alla

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23 rappresenta un valido supporto per una gestione oculata anche dal punto di vista finanziario. La prima consapevolezza di tale conclusione deve essere interna, da parte di coloro i quali sono coinvolti in prima persona nell’organizzazione e nella gestione dell’impresa. Infatti, l’efficacia informativa del rendiconto finanziario prende avvio dalla volontà di indagine, ma ancor più, dalla conoscenza delle potenzialità di un’analisi di carattere finanziario, sia in ottica consuntivo-ricognitiva che prospettico-strategica. Inoltre, a ciò si deve aggiungere l’importanza che assume il Rendiconto Finanziario nella comunicazione verso l’esterno e verso coloro i quali siano interessati, a vario titolo, a comprendere le dinamiche finanziarie dell’impresa: si pensi, ad esempio, agli investitori non istituzionali e agli istituti di credito. Il Rendiconto Finanziario, infine, riveste una notevole rilevanza per coloro che svolgono l’attività di sindaci e revisori all’interno dell’impresa: i giudizi di rischiosità, nonché di solidità reddituale e finanziaria dell’impresa, trovano un valido supporto nel prospetto del Rendiconto Finanziario. Il rendiconto finanziario può consentire al direttore amministrativo e finanziario, al controller o al consulente esterno di rispondere a domande che un imprenditore spesso si pone:

• “Perché nonostante la crescita del fatturato, sta aumentando lo scoperto di c/c?” • “Ho abbastanza soldi per rimborsare i prestiti bancari, secondo le scadenze

predeterminate, senza compromettere l'equilibrio finanziario?”

• “Ho abbastanza risorse da dedicare agli investimenti e allo sviluppo qualitativo e quantitativo dell'azienda?” teoricamente si potrebbe prescindere dalla liquidità, ma conosciamo gli effetti sulle aziende che hanno abusato dell'effetto positivo della leva finanziaria, indebitandosi a dismisura. Il problema è dunque, se l'azienda è in grado oppure no di generare, da sola, risorse finanziarie per coprire almeno parzialmente questi investimenti, cioè di autofinanziarsi16.

Con l'ausilio dell'interpretazione dei risultati che si ottengono dal prospetto, possiamo trovare svariate informazioni inerenti a quella che è stata la situazione finanziaria dell'azienda e su quei dati adoperare anche delle ipotesi. Svolgiamo dunque

16 Il rendiconto Finanziario – logiche di costruzione e di interpretazione – M.Allegrini – F.Giorgetti –

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24 l'interpretazione del rendiconto dei flussi della liquidità basandoci sull'analisi di provenienza delle Fonti e degli Impieghi.

Quando si effettua l'analisi dei risultati del rendiconto sicuramente ci si aspetta che il flusso di liquidità della gestione reddituale dell'azienda sia tra le Fonti, in quanto è consuetudine che sia in grado, tramite la propria attività operativa, di generare liquidità. Ci interessa però capire quale è la provenienza della liquidità generata della gestione reddituale perché ci aspettiamo che il grosso di questa provenga dalla gestione operativo-corrente. Ci si aspetta di vedere che il peso del flusso della gestione corrente sia rilevante sulla totalità dei flussi.

È auspicabile che la maggior parte delle fonti sia generata dalla gestione operativa, cioè generata dalle operazione svolte quotidianamente quali acquisto materie, trasformazione e vendita del prodotto. Se questo è vero si garantisce una certa continuità alla generazione stessa di liquidità da parte dell'azienda, in quanto più svolge la sua attività più genera denaro. Si identifica come una stabilizzata attitudine dell'azienda a generare liquidità. È quindi importante guardare non soltanto l'entità del flusso ma anche vederne l'origine, in quanto questo ci consente di esprimere valutazioni più fondate sulla sua attitudine nel tempo17.

Quando si ha che la prevalenza delle fonti è interna sta a significare che le risorse monetarie sono state generate dal differenziale di Entrate e Uscite legate ai costi e ricavi di gestione, in primo luogo operativi, ossia quelli riferiti all'attività operativa. Se così è il giudizio è sicuramente positivo in quanto l'azienda si ritrova ad essere in grado di raggiungere l'equilibrio monetario con le sue forze e senza ricorrere a risorse esterne, da questo può dunque diminuire il grado di indebitamento e quindi aumentare il grado di indipendenza dai terzi (se non sta portando avanti politiche di sviluppo, ma questo si capisce guardando l'entità degli impieghi) questo conduce ad una automatica diminuzione degli oneri finanziari da sostenere18.

17 Se l’azienda è in grado di generare un flussi di liquidità positivo grazie allo svolgimento della sua

attività operativa allora sarà in grado di generarlo in modo continuativo, senza considerare eccezionali eventualità. Se invece il flusso di liquidità globale è generato per lo più dalla cessione di un macchinario, o dall’accensione di un prestito, è evidente come questo valore non potrà essere replicato anche l’anno successivo e quindi in modo continuativo, perché proveniente da un’attività extra caratteristica.

18U.Sostero, P.Ferrarese, M.Mancin, C.Marcon: L'analisi economico-finanziaria di bilancio, Milano,

(25)

25 Se le fonti sono invece di prevalenza proveniente da disinvestimento il giudizio dipende dalla motivazione che ha portato a tale risultato. Nel caso in cui l'azienda sta smantellando l'apparato produttivo sicuramente il giudizio sarà negativo, in quanto è sintomo di dismissione dell'attività. Invece nel caso in cui si ha l'azienda che si sottopone alla modifica del suo apparato produttivo per superare i limiti stessi di questo, ad esempio prevedendo la sostituzione con macchinari a maggior capacità produttiva o di miglior qualità tecnologica, il giudizio è sicuramente positivo.

Nel caso in cui le fonti sono di prevalenza esterne derivanti da aumenti di capitale proprio e aumenti di debiti di finanziamento si ha un giudizio negativo se non sussistono condizioni di sviluppo che giustificano il ricorso ad esse. Le fonti a cui si fa ricorso sono scarsamente reperibili e comunque si manifestano con discontinuità, se sono debiti queste generano oneri e dipendenza da terzi. Si può invece dare un giudizio tendenzialmente positivo se le fonti derivano da capitale di proprietà a fronte di una politica di sviluppo o di riequilibrio.

Per rendere completa la nostra interpretazione dobbiamo effettuare anche l'analisi degli impieghi. Analizziamo il caso in cui si ha prevalenza degli impieghi rispetto alle fonti nella gestione reddituale, ciò sta a significare che la gestione reddituale consuma liquidità e che non è in grado di essere autosufficiente sotto il profilo finanziario. Quando ci troviamo di fronte a questa situazione è opportuno individuare quali sono le cause, in quanto il giudizio, comunque negativo, può riconoscere una situazione più o meno grave. Una delle cause può essere rappresentata da una cattiva gestione delle politiche commerciali, denominando anche un basso potere contrattuale dell’azienda, che porta ad una inefficace gestione dei tempi di incasso e di pagamento dei crediti e debiti operativi19.

Inevitabile è che la Variazione del CCN Commerciale possa definire un valore che viene inserito tra gli impieghi generando a sua volta il posizionamento del flusso della gestione reddituale tra gli stessi. Sicuramente questa è la situazione meno grave che possiamo trovarci di fronte in quanto il problema è risolvibile migliorando il proprio potere contrattuale e attuando politiche commerciale più efficaci ed efficienti.

19 Si parla della linea temporale che interessa la gestione del capitale circolante netto. È importante che

l’azienda abbia abbastanza potere contrattuale per poter definire delle tempistiche di pagamento debiti in linea con le tempistiche di incasso crediti, in modo da poter adempiere ai propri obbligo operativi con gli incassi dello stesso genere. Si parla di autofinanziamento de capitale circolante netto.

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26 La situazione più grave si ha quando i ricavi monetari non sono in grado di coprire i costi monetari: ciò significa che l'equilibrio monetario non è raggiunto a causa del mancato equilibrio economico. Si capisce come in questa situazione i problemi sono molto più preoccupanti.

Interpretiamo adesso i risultati delle altre aree di gestione considerate nel rendiconto, sicuramente ci aspettiamo che il flusso delle attività di investimento si trovi tra gli impieghi, a questo sicuramente attribuiamo un giudizio positivo, perché è fisiologico che un'azienda porta costantemente avanti politiche di sviluppo che necessitano di risorse da investire al fine di migliorarsi e rimanere al passo con l'evoluzione tecnologica ed economica, facendo dell’innovazione un cavallo di battaglia.

Per quanto riguarda invece il flusso delle attività di finanziamento è indifferente dove questo risulta, in quando se si trova tra gli impieghi evidenzia una possibile operazione di rimborso dei prestiti in scadenza, oppure di distribuzione dei dividendi ai propri soci. Invece se si trova tra le fonti è espressione della situazione opposta, cioè dove l’azienda accende un prestito.

Più nel dettaglio analizziamo la prevalenza degli impieghi per rimborso di fonti durevoli in quanto questa situazione va valutata cautamente, si dà un giudizio negativo se il flusso è assorbito dal rimborso del capitale di rischio20. Se invece è assorbito dal rimborso di

capitali di terzi è necessario interpretare la situazione per vedere che effetto ha sullo sviluppo della gestione. Vi è un effetto positivo in quanto si ha una riduzione degli oneri e della dipendenza verso terzi.

Nel caso in cui il flusso dell'attività di finanziamento è assorbito in prevalenza dai pagamenti di dividendi si avrà un giudizio positivo solo nel caso in cui la scelta è legata a future emissioni azionarie che si vogliono favorire è invece un giudizio negativo nei casi in cui corrisponde a una riduzione di capitale proprio in quanto questa operazione ha una serie di effetti negativi connessi che si ripercuotono sull'intera gestione.

20 Nel senso che, se tale operazione è accompagnata da una strategia di fidelizzazione volta al

miglioramento del rapporto con i soci, allora si può identificare positiva. Se invece siamo di fronte ad una distribuzione dei dividendi a scapito della gestione azienda, quindi solo per appianare un mal contento generale, ma senza avere in realtà le liquidità adeguate, la situazione è sicuramente poco ottimale il giudizio negativo.

(27)

27

1.2 Armonizzazione dei principi contabili

Le ragioni alla base della necessità di applicazione a livello internazionale di un corpo univoco di principi contabili, sono da ricercarsi nello strumento stesso che il documento di bilancio rappresenta. Il bilancio può essere descritto come un insieme di informazioni, raccolte ed elaborate, al fine di rappresentare in maniera veritiera e corretta, la situazione patrimoniale-economica e finanziaria della società. Il documento di bilancio dovrebbe, in via primaria, esprimere non soltanto lo status attuale dell’azienda, ma anche rispecchiare ciò che è stato l’andamento passato, oltre ad indicare l’orientamento futuro dei flussi finanziari e dei cicli economici che caratterizzano l’attività stessa ed esporre i risultati ottenuti dall’amministrazione.

Per comprendere le finalità del documento in esame, occorre tener presente i soggetti a cui si rivolge, ma soprattutto le necessità dei suoi utilizzatori: il bilancio è allora uno strumento interpretativo non sostituibile nel processo decisionale di tipo economico. E’ evidente che le informazioni ricercate nel bilancio, in genere, variano ampiamente dato che diversi sono gli interessi dei soggetti legati alle imprese (investitori, dipendenti, finanziatori, clienti, azionisti), ma il documento cui fanno riferimento è unico, ossia il bilancio. L’applicazione di principi diretti ad assicurare la completa comprensione del bilancio da parte dei suoi destinatari è quindi funzionale all’essenza stessa del bilancio. Inoltre la crescente globalizzazione ed evoluzione dei mercati finanziari ha evidenziato le problematiche legate alla non confrontabilità dei bilanci redatti in base a principi nazionali molto diversi tra loro; basti pensare alle difficoltà legate al consolidamento in presenza di gruppi con società sparse in diversi Paesi.

L’applicazione a livello internazionale di una serie di principi contabili per la redazione dei bilanci rappresenta un passo importante ed inevitabile sebbene comporti varie difficoltà a livello pratico e non solo.

(28)

28 Riassumendo possono essere individuati tre principali obiettivi alla base dell’applicazione di principi contabili internazionali:

• Garantire il sano funzionamento dei mercati dei capitali: “metodologie contabili” comuni evitano distorsioni causate da informazioni “falsate”;

• Assicurare ai destinatari del bilancio le informazioni necessarie per intraprendere decisioni economiche;

• Tutelare gli investitori attraverso un’effettiva comparabilità dei dati forniti dalle aziende.21

In materia di Rendiconto Finanziario e di analisi per flussi, è evidente come il modello capitalistico anglosassone e quello italiano, detto modello capitalistico Latino, differiscano tra loro. I principi contabili IAS / Cash Flow Stantement sono stati pubblicati da IASB già nel Dicembre del 1992, ed è da quella data che le aziende anglosassoni adoperano tale strumento e tale metodologia di analisi. Questa nostra lacuna si può attribuire al fatto che il nostro sistema aziendale è formato per lo più da piccole medie imprese, la maggior parte di tipo Famigliare e ancora ad oggi le aziende italiane quotate sono molto poche, quindi non si è mai fatta valere la necessità dell’uso di tali strumenti. Si riconoscono infatti diversi modelli capitalistici che evidenziano le diversità in ambito di mercati, tipi di aziende e metodologia di governo delle stesse, che giustificano i diversi approcci e strumenti utilizzati a livello di analisi aziendale. Difatti il sistema capitalistico anglosassone attribuisce una rilevanza preminente al ruolo del mercato dei capitali. La maggior parte delle aziende operanti nei mercati anglosassoni sono quotate in borsa e sono anche caratterizzate da un azionariato frammentato. Mentre il sistema capitalistico italiano si contraddistingue per le dimensioni delle aziende, per lo più di piccole-medie, e per la scarsità di aziende quotate il mercato di capitali in Italia è molto ristretto rispetto alle altre realtà internazionali, risultando essere molto rigido e poco sfruttato.

I diversi approcci nei confronti del mercato finanziario giustificano la scarsa considerazione che fino a quest'anno l'Italia ha dato a uno strumento come il rendiconto finanziario e ai giudizi che questo può dare sulla situazione aziendale, prediligendo

21 “Guida ai principi contabili internazionali – 1 La redazione del bilancio IAS” a cura di A.Portalupi, ed.

(29)

29 sempre un'analisi impostata sugli indici di redditività22 . Evidentemente la nostra poca

considerazione di quello che è il mercato borsistico ha fatto sì che tali strumenti fossero ritenuti meno rilevanti; invece le aziende anglosassoni sono per lo più aziende quotate in borsa di grandi dimensioni e sin da subito improntate verso una diversa logica.

Ad oggi però, data l'armonizzazione dei principi contabili e la sempre più diffusa quotazione delle più grandi e importanti aziende italiana, è divenuto necessario che anche nella nostra normativa tali strumenti e analisi vengano inseriti e utilizzati, sfruttando tutti i loro benefici al fine di garantire anche una gestione più trasparente da parte delle aziende operante nel territorio italiano.

Già il fatto che il nostro principio contabile OIC 10 prevede che la redazione debba essere effettuata sulla base dello schema di rendiconto finanziario delle disponibilità liquide, dimostra come sin da subito l'orientamento verso la schematica internazionale imposta dagli IAS 7 ci sia stata. Esso è infatti costruito sulla base di quello adottato nella prassi internazionale al fine di favorire la comparabilità nel tempo e nello spazio tra bilanci aziendali, o tra gruppi di imprese.

1.2.1 Nuova normativa D.lg. 139

Il bilancio d’esercizio rappresenta il principale documento informativo con cui le imprese comunicano con i propri Stakeholder (portatori di interessi), sia interni (principalmente, soci e amministratori) che esterni (clienti, fornitori, istituti di credito, ecc.). Riferimento normativo attualmente in vigore: art. 2423, comma 2, c.c.: Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio23.

La normativa sul bilancio d’esercizio civilistico, precedente all'entrata in vigore del D.lg. 139 del 1 Gennaio 2016, non prevedeva espressamente che le aziende dovessero fornire e redigere del Rendiconto Finanziario come schema obbligatorio, al contrario di come ad oggi la nuova legge prevede. Il bilancio presentava tuttavia taluni limiti:

22 La quale senza dubbio fornisce un’importante valutazione delle capacità reddituali e remunerative

dell’azienda aiutando a valutare le performance aziendali, ma risulta essere inquinati da elementi che si possono considerare fuorvianti e che sono oggetto di strumentalizzazione manipolatoria da parte del Management, rendendo il valore reddituale non significativo sotto certi aspetti.

23Sito web: Presentazione dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e Esperti Contabili: relativa alla

(30)

30 1. Tale bilancio non mette in luce le variazioni, e le relative cause, di attività e passività avvenute nel corso dell’esercizio: nello Stato Patrimoniale le informazioni sul patrimonio sono riferite ad un preciso istante temporale;

2. Il Conto Economico rileva il reddito, ma non il suo impatto sulla situazione della liquidità dell’impresa: non è presente il concetto di cash flow che consente di misurare la spendibilità di quel reddito;

3. Dallo Stato Patrimoniale e dal Conto Economico, il primo riclassificato con il criterio finanziario e il secondo con quello gestionale, si giunge allo stesso risultato che il Rendiconto Finanziario consegue con un unico prospetto24.

A colmare questo vuoto normativo, era già intervenuto il Principio Contabile Nazionale OIC 10, da applicarsi ai bilanci chiusi a partire dal 31/12/2014, prevedendo un onere generale di redazione del Rendiconto Finanziario, da presentarsi nella Nota Integrativa. OIC: Principio Contabile Nazionale OIC 10, appendice C, par. 1. Considerata la sua rilevanza informativa, l’OIC ha deciso di dedicare al rendiconto finanziario un apposito principio contabile prevedendo una generale raccomandazione di redigere il rendiconto finanziario per tutte le tipologie societarie. Tale documento è i grado di fornire, infatti, informazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società o del gruppo (compresa la liquidità e solvibilità) nell’esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi. Già quindi prima dell'entrata in Vigore del decreto legislativo si sentiva la necessità di utilizzare nella normalità aziendale questo documento, non sentita però da quelle piccole aziende famigliari improntate verso una decisa visione imprenditoriale tipica dell’Italia.

Il decreto legislativo 139 del 18 agosto 2015 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 205 del 4 settembre) recepisce la direttiva contabile n. 34/2013. Le novità riguardano principalmente i seguenti aspetti del bilancio in forma ordinaria delle società:

 Postulato di bilancio della rilevanza;  Postulato della sostanza economica;  Rendiconto finanziario obbligatorio;  Area straordinaria del Conto economico;

(31)

31  Costi di ricerca e di pubblicità;

 Azioni proprie;

 Strumenti finanziari derivati e fair value; ammortamento dei costi di sviluppo;  Ammortamento dell’avviamento;

 Valutazione di titoli immobilizzati, crediti e debiti;

 Rapporti con imprese controllate dalla medesima controllante25.

Le nuove disposizioni, che riguardano bilanci di esercizio e consolidati, entrano in vigore dall’esercizio 2016. Le modifiche riguardano gli articoli 2423 e 2423-bis del Codice civile. L’ articolo 2423, comma 1, include ora nel bilancio anche il rendiconto finanziario che, pertanto, è parte integrante dello stesso al pari di stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa. Il nuovo articolo 2425-ter prescrive che dal rendiconto finanziario devono risultare, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, e i flussi finanziari derivanti dalle attività operativa, di investimento, di finanziamento, ivi comprese le operazioni con i soci26.

La redazione del rendiconto finanziario non è obbligatoria per le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e per le nuove così dette micro-imprese. Il rendiconto finanziario è sempre stato un prospetto di bilancio ampiamente utilizzato a livello internazionale il quale lo aveva già reso obbligatorio.

1.2.2 Normativa Internazionale IAS/IFRS – FAS/US GAAP in materia

di Rendiconto finanziario: analisi comparativa tra IFRS, US GAAP e

principi OIC

International Accounting Standards ossia IAS, ora rinominati IFRS, International Financial Reporting Standards, meglio noti come i principi contabili internazionali. È immediato chiedersi il motivo per cui vengano utilizzate indistintamente due sigle per indicare un corpo unico di principi. International Accounting Standards, acronimo originariamente dato ai principi, evidenziava il taglio prettamente contabile (accounting) su cui gli esperti avevano elaborato i principi stessi. Col tempo tale orientamento è stato parzialmente ridimensionato attraverso l’introduzione degli attuali International Financial

25Sito web: pubblicazione di Piero Pisoni, Fabrizio Bava, Donatella Busso, Alain Devalle, Fabio Rizzato-

docenti di bilancio d’esercizio e di bilancio: Bilancio, vigilanza e controlli n.nove 2015

26Articolo Banca Dati Il Sole 24 Ore: “Dai Bilanci del nuovo anno alla staffetta dei criteri di redazione”.

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