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Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1979

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(1)

|-2CROflACHE

'ECOnOffllCHE

CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI TORINO - Spedizione in abb. postale (IV gr.)/70 - 1 semestre

• TUTTO S U L C O M P R E N S O R I O DI T O R I N O • LA TUTELA C O M U N I T A R I A DEL C O N S U M A T O R E • CAMERE DI C O M -MERCIO ITALIANE E SPAGNOLE A C O N F R O N T O • A PROPOSITO DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME • VACANZE '79 •

(2)

LA NOSTRA BANCA

PIÙ'DI V ENTA GR AN DE

PI U' DI V ENTA GIOVAN E.

E MEGLIO SI MUOVE

PER IL MONDO

A chi crede che una ban-ca sia solo una serie di sportelli attraverso i quali sbrigare normali opera-zioni monetarie, molti nostri clienti possono ri-spondere che quella non è una banca moderna e che, comunque, non è la Cassa di Risparmio di Torino. Per noi, da 150 anni, dare un servizio che sia veramente tale, signi-fica rispondere alle esi-genze del cliente con pre-parazione, con impegno di mezzi ed idee, con creatività, con la capacità, se è necessario, di creare servizi specifici partendo da esigenze specifiche. Alle imprese che chiedo-no sostegchiedo-no e consulenza

cessione dei crediti alla Banca e l'assunzione dei rischi d'insolvenza; Fin-data-Informatica per la consulenza nella gestio-ne dei centri di calcolo elettronici; Findata-Im-mobiliare. Con l'adesione alla Swift per i pagamenti in tempo reale sui mercati internazionali.

Con rappresentanze in centri come Londra, New York, Francoforte. Con un nuovo attrezzatissimo centro di elaborazione dati all'avanguardia in Europa.

Alle famiglie che chiedo^

più moderni d'Italia. Con un personale parti-colarmente dinamico ed aperto perchè ha una età media che non supera i | 32 anni.

Con una vasta rete di Terminali in grado di da-re la massima celerità alle operazioni bancarie. Con l'Eurocard, una delle car-te di credito più diffuse | nel mondo.

A pi i agricoltori che chie-dono idee ed appoggia)

no efficienza e qualità di

noi rispondiamo cosi: con una struttura d'avanguar-dia che si articola in un complesso di

or-ganismi collate-rali come Locat e Centro Lea-sing; Centro Factoring perla

servizio noi rispondiamo così: con un personale particolarmente qualifi-cato specializzatosi nel nostro centro di forma-zione di Torino, uno dei

CRT

lorojmpegno.noijisporv diamo così: con crediti speciali ed agevolati tra-1 mite un nostro Istituto collaterale: il Federagrario. Con una esperta consu-lenza su tutti i problemi di produzione, di merca-to, di esportazione. Con 161 agenzie operanti di-1 rettamente in altrettante zone agricole.

Al Paese che chiede com tributi al suo sviluppo, noi rispondiamo così: con concreti interventi a so-stegno di enti pubblici e locali. Con lo stesso sta-tuto della nostra banca che ci vuole nati a "scopi di servizio e non di lucro". A chi ci chiede, infine aual'è la ragione della nostra crescita noi risporv diamo così: perche più passano gji anni più cer-chiamo di diventare gio-vani, nelle strutture, nella mentalità, nel modo di essere banca.

CASSA DI RISPARMIO DI TORINO

(3)

CONCORRENZA

SLEALE.

LANCIA FORMULA HPE

1600,2000.

Il concetto di vettura che Lancia

propone con la Formula HPE non

ha raffronti nel panorama

automobilistico internazionale.

A parità di cilindrata, può

competere con qualunque vettura

dal carattere spiccatamente

sportivo. Ma, al tempo stesso, offre

ai cinque passeggeri che può

trasportare, una abitabilità interna

tale da non far rimpiangere la più

comoda berlina.

Inoltre, il portellone si apre su un

agevole piano di carico che, a divano

posteriore interamente reclinato

(può essere reclinato anche a metà),

raggiunge i 1200 dm

3

: uno spazio così

grande che, ad esempio,

vi permetterebbe addirittura

di dormirci dentro in due.

Così, qualunque sia la vettura che

state considerando nel settore

1600 - 2000, avete nell'HPE una

valida alternativa.

Ma se state considerando l'HPE,

non avete alternative.

Perché non esiste un'altra vettura

di questa classe, capace di offrire

insieme gli stessi vantaggi.

Con un pizzico di ironia potremmo

definirlo un caso di "concorrenza

sleale". Ma, in realtà, è il miglior

atto di lealtà nei confronti dei nostri

clienti, che da sempre, a Lancia,

chiedono automobili senza confronti.

Lancia Formula HPE, anche con

le condizioni di acquisto

"Lanciacontrat to -Sava" e

Sava-Leasing.

Inoltre, la possibilità di avere la

carta di credito Diners Club Lancia.

Questa auto

(4)

SOCIETÀ'

ACQUE POTABILI

TORINO

Sede in corso Re Umberto 9 bis, tel. 548282-3-4-5

opera nel campo degli acquedotti per:

(5)

L'I.P.S. E.I.T. (Istituto Superiore per Interpreti e Traduttori)

al servizio dell'Industria e delle Aziende

Traduzioni tecniche e scientifiche da e nelle lingue europee

ed extra-europee.

- Interpreti di trattativa specializzati nei vari settori

Interpreti di simultanea per congressi, meetings, tavole rotonde

— Traduzione di film documentari e pubblicitari

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I.P.S. E.I.T.

Via Duchessa Jolanda 3 - 10138 TORINO - Tel. 77.23.09-77.31.54

U Banco Ambrosiano

S p A F O N D A T A 1896 SEDE M I L A N O VIA CLERICI 2 I S C R TRIB M I L A N O N 3177 C A P S O C L 2 1 6 0 0 0 0 0 0 0 0 RIE L 7 6 2 0 6 0 0 0 0 0 0

Le nostre dipendenze in Piemonte

10121 TORINO - Sede - Via XX Settembre, 37 Telex: 221204 Ambro - 220375 Ambtit

Agenzie di città: 10138 « A » - C.so Racconigi, 2 Tel. (011) 10152 « B » - C.so Giulio Cesare, 17 Tel. (011) 10136 « C » - Via R. Cadorna, 24 Tel. (011) 10121 « D » - P.za Solferino, 6 Tel. (011) 10149 « E » - Via Forlì, 68/bis Tel. (011) 10137 « F » - Via S. Marino, 73 Tel. (011)

Tel. (011) 57731 Borsa 541973

10121 TORINO - Via Arcivescovado, 14-16

Telex: 221125 Ambro - 221265 Ambpor - 220459 Ambest Tel. (011) 15100 ALESSANDRIA - P.za della Libertà, 40

Telex: 220087 Ambro Tel- (0131) 10090 BRUINO - Via dei Tigli, 2 Tel. (011) 12084 MONDOVf - C.so Statuto, 29 Tel. (0174) 10020 PECETTO TORINESE - Via Umberto I, 42 Tel. (011) 10040 PIOBESI TORINESE - C.so Italia, 22 Tel. (011)

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ANNUARIO-GUIDA DOLA

REGIONE PEMONTE

L'« ANNUARIO - GUIDA della REGIONE PIEMONTE» è un prezioso strumento di lavoro attraverso il quale è reso agevole ed immediato l'accesso ad ogni informazione ine-rente la Regione Piemonte.

Il ritmo e la necessità di chi opera, sia nell'ambito pubblico che privato, con mansioni organizzative di direzione e di responsabilità in vari settori, impongono uno strumento informativo poliedrico che compendi quelle indicazioni, suggerimenti e dati abitual-mente ricercabili solo attraverso la consultazione di vari testi o attingendo a differenti fonti.

« Il Piemonte

a portata di mano»

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nella nuova realtà comprensoriale, per una ricerca rapida e ragionata

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« ANNUARIO-GUIDA della REGIONE PIEMONTE»

(7)

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per il rinnovo, l'ampliamento o la costruzione

di impianti industriali Al commercio

per l'acquisizione, la costruzione il rinnovo e l'ampliamento dei locali e delle attrezzature necessarie all'esercizio commerciale

All'esportazione

per lo smobilizzo dei crediti nascenti da esportazioni di merci e servizi

e/o lavori all'estero Sconto effetti

per la vendita con riserva di proprietà e con

pagamento rateale differito di macchinari nuovi

MEDIOCREDITOHPIEMONTESE

il filo diretto tra il

credito a medio termine e le piccole-medie imprese

(8)

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automobilistico

una nuova forma di risparmio

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1) Nessun investimento di capitali per

acquisto, ma solo il versamento di un

canone mensile fisso

2) Canone mensile fisso per la durata

del contratto (12-24-36 mesi)

com-prensivo di:

a) manutenzione ordinaria (anche

cambi olio, gomme, ecc.)

b) riparazioni straordinarie

c) bollo di circolazione

d) assicurazione R.C.

e) assicurazione casko

f) assistenza A,C,I, (traini,

parcheggi-sconti benzina, ecc.)

3) Sostituzione del mezzo, senza spesa,

in caso di distruzione o furto

4) Messa a disposizione, in caso di fermo

per guasto, di un veicolo sostitutivo

5) Nessun problema di svalutazione

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... e siamo a vostra disposizione anche per il Leasing finanziario

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(9)

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(10)

polizza senza prezzo

Gli anni più fragili del-la vita di ogni giovane uo-mo che sia marito e padre non soltanto in senso a-nagrafico, che senta cioè la responsabilità della sua posizione, sono quelli in cui egli, appena avviato-si nella profesavviato-sione o nella carriera, non ha an-cora raggiunto la sicurez-za economica.

Perciò la tecnica assi-curativa, interpretando le apprensioni di questi gio-vani padri, ha inventato la polizza « temporanea », così chiamata perché du-ra per un periodo di tem-po prestabilito (e cioè per il tempo dell'iniziale, tem-poranea insicurezza eco-nomica) e poi si estingue.

E' una polizza estrema-mente semplice ed

econo-mica. Per esempio, un uo-mo di 30 anni, versando all'INA poco più di 70 mi-la lire all'anno (200 lire al giorno), può garantire ai propri cari l'immedia-ta riscossione di un capi-tale di 12 milioni di lire, nel caso in cui egli venis-se a mancare nei 15 anni a venire.

Pensate! Se durante quei 15 anni succede qual-cosa, i vantaggi di questa polizza sono davvero sen-za prezzo; se non accade

nulla, la tranquillità in cui l'assicurato e la sua famiglia avranno vissuto per tanto tempo, è ugual-mente senza prezzo . . .

Per maggiori informa-zioni:

ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI

Banco di Sicilia

Istituto di C r e d i t o di Diritto P u b b l i c o P r e s i d e n z a e A m m i n i s t r a z i o n e C e n t r a l e in P a l e r m o

P a t r i m o n i o : L. 176.931.626.287 Azienda Bancaria e Sezioni speciali per il Credilo Agrario e Peschereccio, Credito Minerario, Credito Industriale, Credito Fondiario, Finanziamento Opere Pubbliche

In I t a l i a - S e d i e S u c c u r s a l i : Acireale E n n a M i l a n o S i r a c u s a A g r i g e n t o F i r e n z e P a l e r m o T e r m i n i I m e r e s e A l c a m o G e l a Perugia T o r i n o A n c o n a G e n o v a P o r d e n o n e T r a p a n i B o l o g n a Lentini R a g u s a T r i e s t e C a l t a g i r o n e M a r s a l a R o m a V e n e z i a C a l t a n i s s e t t a M e s s i n a S . A g a t a Militello V e r o n a C a t a n i a M e s t r e S c i a c c a Vittoria 90 A g e n z i e di città e 1 6 2 A g e n z i e di provincia

All'estero: Filiale a NEW YORK

Uffici di rappresentanza a: Abu Dhabi, Bruxelles, Budapest Copenaghen, Francoforte sul Meno, Londra, Parigi, Zurigo

Partecipazioni bancarie: A.I.C.I. Holding SA., Lussemburgo - Italian tional Bank Ltd., Londra - Luxembourg Italian Bank, Lussemburgo - Euramerica Interna-tional Bank Ltd., Nassau - Centro Internazionale Handelsbank A.G., Vienna - Bank of Valletta, Malta - Banco Financiero Sudamericano, Montevideo - Investment Finance Bank Ltd., Malta.

Lavoriamo

in tutti i settori

economici

L ' e c o n o m i a m o d e r n a e i n t e r d i p e n d e n t e : p e r c i ò d a l l ' a g r i c o l t u r a c i s i a m o a l l a r g a t i d a t e m p o a l l ' a r t i g i a n a t o , a l l ' i n d u s t r i a . a l c o m m e r c i o n a z i o n a l e e i n t e r n a z i o n a l e . C i r c a c i n q u e m i l a s e i c e n t o m i l i a r d i di r a c c o l t a t o t a l e , o l t r e s e t t e c e n t o s e t t a n t a m i l a c o n t i . s o n o gli a t t u a l i n o t e v o l i r i s u l t a t i . *

BANCA NAZIONALE DELLAGRICOLTURA

(11)

CENTRO ESTERO

CAMERE COMMERCIO PIEMONTESI

PROGRAMMA

DI A T T I V I T À 1979

aiuta gli operatori a risolvere

TUTTI i problemi connessi all'esportazione: commerciali, doganali, valutari, assicurativi, giuridici, finanziari, ecc.

L'assistenza del Centro sarà fornita sia con iniziative generali

di INFORMAZIONE E FORMAZIONE,

sia con iniziative specifiche di CONSULENZA e PROMOTION.

Informazione

Il Centro sopperisce alla sempre maggiore necessità di informazioni da parte delle aziende su normativa italiana, normativa estera e notizie commerciali, il Centro curerà:

• La pubblicazione del settimanale « Richieste e offerte dal Mondo ». • La pubblicazione del volume « Mostre

e Fiere 1979 ».

• La pubblicazione del manuale « Modelli di contratto e condizioni generali per il commercio estero ».

• La pubblicazione di un volume sulle dogane. • La pubblicazione di un catalogo

merceologico, (prestudio per uniformazione in Piemonte).

Formazione

Il Centro organizzerà:

• N. 7 edizioni. Corsi di formazione per funzionari di azienda addetti

all'export della durata di 5 giorni ciascuno. • Seminari tecnici su:

— Condizioni generali di vendita. — Procedure doganali.

— Come commerciare con i paesi dell'Est. • Corso per neo-diplomati (per 25 persone)

della durata di 4 mesi.

Consulenza

Per risolvere i problemi specifici delle aziende nel corso delle singole operazioni con l'estero, il Centro segnala che saranno a disposizione: • li dott. Lelio Ancarani, esperto in problemi

doganali (lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 13-17).

• Il prof. Fabio Bortolotti, esperto in contrattualistica internazionale

(lunedì, martedì, mercoledì ore 9-18). • I funzionari del Centro per tutti i problemi

relativi al marketing, al credito, all'assicurazione, ecc.

Promotion

Il Centro metterà a disposizione la sua organizzazione per:

• Missioni all'estero: Columbia, Bolivia ed Equador (settore macchine per accessori agricoli e per alimentari). • Missioni straniere in Italia: dal Giappone

(importatori di prodotti alimentari e bevande); dal Canada (settore vini).

• Studi di Mercato: pubblicazione schede di vari paesi.

• Polizza globale rischi commerciali

(in collaborazione con SACE e con società assicuratrici specializzate).

• Partecipazione a Mostre e Fiere:

— S.A.E. Detroit (indotto auto) febbraio-marzo — SITEV Ginevra (indotto auto) maggio — ANUGA Colonia (alimentari) settembre — UTRECHT Olanda (dolciari) aprile — ARABIA (rubinetteria e accessori

per edilizia) secondo semestre — U.S.A. (gioielleria) data da definire

CENTRO ESTERO CAMERE C O M M E R C I O PIEMONTESI - 10123 Torino

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laterali in grigio; sedili e tappezzeria in tessuto di laterali di colore nero; sedili in fintapelle grigia disegno scozzese, rivestimenti in moquette. . con fascia centrale in tessuto a righe, rivestimenti

in moauette.

moquette con padiglione e piano sottolunotto rivestiti, tappo benzina con serratura, specchio retrovisore interno con anabbagliante, specchio retrovisore esterno maggiorato, nuove maniglie sui pannelli porta interni, decorazioni e sigle distintive sulle fiancate.

Tutte e due le versioni presentano una ricchezza nella dotazione di serie assolutamente eccezionale per una vettura di questa categoria: appoggiatesta sui sedili anteriori, vetri atermici, fari di retromarcia, nuova leva cambio, rivestimento plancia portastrumenti di nuovo disegno, pavimenti in

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19791 RIVISTA DELLA C A M E R A DI C O M M E R C I O INDUSTRIA A R T I G I A N A T O E A G R I C O L T U R A DI T O R I N O

s. - ?

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S O M M A R I O 3 Visita al m u s e o n a z i o n a l e d e l l a m o n t a g n a A l f o n s o B e l l a n d o 1 3 T u t t o s u l C o m p r e n s o r i o d i T o r i n o V i t t o r i o Z i g n o l i 7 1 La t u t e l a c o m u n i t a r i a d e l c o n s u m a t o r e G i o r g i o C a n s a c c h i 81 Le C a m e r e di c o m m e r c i o i t a l i a n e e s p a g n o l e a c o n f r o n t o R i c c a r d o R i c o t t a 8 5 A p r o p o s i t o d e i prezzi d e l l e m a t e r i e p r i m e D a n i e l e C i r a v e g n a 8 9 La f u n i c o l a r e d e l M o n t e d e i C a p p u c c i n i G i o v a n n i B r o g i a t o 9 9 E x p o v a c a n z e ' 7 9 A l b e r t o V i g n a 1 0 5 I n f o r m a z i o n e sui s u r g e l a t i P i e r o G a l a s s o 1 0 7 Tra i l i b r i 1 1 8 D a l l e r i v i s t e In copertina: L. Rigori ni (1911), Villaggio alpino del Club Alpino Italiano all'Esposizione di Torino

(Museo della montagna di Torino).

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni debbono essere indirizzati alla Direzione della rivista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano la Direzione della rivista né l'Amministrazione camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono essere inviate in duplice copia. È vietata la riproduzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si resti-tuiscono.

Editore: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino. Presidente: Enrico Salza

Giunta: Domenico Appendino, Mario Catella, Giuseppe Cinotto, Renzo Gandini, Franco

Gheddo, Enrico Salza, Alfredo Camillo Sgarlazzetta, Liberto Zattoni.

Direttore responsabile: Giancarlo Biraghi Vice direttore: Franco Alunno

Redattore capo: Bruno Cerrato Impaginazione: Studio Sogno

Pubblicità: Publi Edit Cros s.a.s. - Via Amedeo Avogadro, 22 - 10121 Torino - Tel. 531.009

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C a m e r a d i C o m m e r c i o I n d u s t r i a A r t i g i a n a t o e A g r i c o l t u r a e U f f i c i o P r o v i n c i a l e I n d u s t r i a C o m m e r c i o e A r t i g i a n a t o

Sede: Palazzo degli Affari

Via S. Francesco da Paola, 24

Corrispondenza : 10123 Torino

Via S. Francesco da Paola, 24 10100 Torino - Casella Postale 413.

Telegrammi : Camcomm Torino. Telefoni: 57161 (10 linee). Telex: 221247 CCIAA Torino.

C/c postale: 2/26170.

Servizio Cassa:

Cassa di Risparmio di Torino. Sede Centrale - C/c 53. B o r s a V a l o r i 10123 Torino

Via San Francesco da Paola, 28.

Telegrammi : Borsa. Telefoni: Uffici 54.77.04 Comitato Borsa 54.77.43 Ispettorato Tesoro 54.77.03. B o r s a M e r c i 10123 Torino Via Andrea Doria, 15.

Telegrammi : Borsa Merci

Via Andrea Doria, 15.

Telefoni: 55.31.21 (5 linee).

G a b i n e t t o C h i m i c o M e r c e o l o g i c o

(presso la Borsa Merci) 10123 Torino

Via Andrea Doria, 15.

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VISITA AL MUSEO

NAZIONALE

DELLA MONTAGNA

L'ingresso aI Museo.

Alfonso Bellando

Ascendo al Monte a piedi, pedibus

cal-cantibus, ed in grande umiltà. Ho

lascia-to in un angolo appartalascia-to delle stradine sottostanti l'affannante automobile, qua-si fosse una vergogna l'usarla per salire qui, ad un Museo che mi parlerà di alte vette conquistate con sudore e fatica, di natura incontaminata, di rudi esistenze di gente usa a consumare scarponi in luogo di benzina.

Lungo l'ampio ed erto tornante mi vado domandando preoccupato quali titoli io abbia per dissertare di montagne e di relativi musei. Titoli scarsi, devo triste-mente rilevare; quanto a meriti, nessuno. Figlio immemore e, probabilmente, de-genere dell'alpe, l'ho sempre vista come qualcosa di distante, di non affine al mio carattere ed al mio modo di pensare. E dire che, nel tempo, non mi sono man-cate le opportunità per mutare atteggia-mento, a cominciare dal ricordo affettuo-so dei miei vecchi che provenivano dal-l'alta Valle di Susa per finire all'orgoglio legittimo di aver avuto un figlio alpino. Ma la montagna, nonostante quel passa-to e quespassa-to presente, è sempre stata lon-tana dai miei interessi, dalle mie scarse passioni, dal mio modo di giudicare le cose importanti della vita. A volte me ne dolgo e cerco di convincermi che queste sono false impressioni, false va-lutazioni di sentimenti. È allora che, per dimostrare che la montagna mi è cara ed importante, faccio appello all'attacca-mento per quanti, nella mia famiglia, hanno sul monte operato e sofferto, per un lunghissimo arco di tempo.

Legnaiuoli e commercianti di legnami (li chiamavano boscaté, da bòsch, in pie-montese, legno, la principale ricchezza alpina) ma anche padroni del prodotto di larghi costoni di monte che, mi rac-contava mio padre, venivano prescelti con cura e disboscati durante lunghi e freddi inverni affinché la città avesse, con la buona stagione, legnami da co-struzione, per sempre nuovi cantieri. An-che mio padre fu boscaté, fino alla mor-te. Era una condizione di vita che ora probabilmente ha mutato le sue caratte-ristiche e si è affinata con una più ac-centuata industrializzazione. Ma quanto la onoro, cosi com'era. Ricordo che si andava, la domenica, su per le vallate a vedere il legname che la segheria

to-rinese della famiglia avrebbe poi velo-cemente smaltito. In realtà, quell'andare a vedere del legname era essenzialmente un pretesto. Ciò che mio padte voleva vedere erano i suoi vecchi amici, i suoi boschi, quei monti che amava.

Bambino di città, io trotterellavo dietro al baffuto genitore senza capire bene co-sa facesse. Vedevo che accarezzava le conifere con la sua mano rugosa e non sapevo che egli, con occhio attento, stava valutando diametri, circonferenze, altez-za, qualità e... resa. Nel bosco, con i suoi amici alpigiani, si urlavano a di-stanza commenti seri e frasi scherzose. In una gran pace, e fra inebrianti effluvi di resine. Poi, verso sera, scesi a valle, scovavano sempre qualche fumosa oste-ria in cui rintanarsi. Ed il vino comin-ciava a scorrere a fiumi. In un angolo, appollaiato su una sedia me ne stavo, soletto, a guardare. Ciò che ancora ricor-do è la severa compostezza di quegli uo-mini rudi che non si stancavano di par-lare di un lavoro che, lo compresi molto più tardi, amavano con un entusiasmo sano ed indistruttibile.

Se ho raccontato tutto questo è per pre-pararmi all'incontro con una nuova e più sofisticata e colta « immagine » del-la montagna che confido possa però coin-cidere con quella delle memorie della mia lontana infanzia.

Si era agli ultimi decenni dell'Ottocen-to quando qualcuno cominciò a pensare di creare un museo che raccogliesse, in ambiente idoneo, i primi ricordi di un sodalizio alpino, unitamente ad oggetti e cimeli di quelle montagne che facevano corona, con la loro cerchia innevata, alla regal Torino. Da non molto tempo un gruppo di appassionati, guidati da Quin-tino Sella (un monte nell'Isola Grande della Terra del Fuoco ricorda anche que-sta sua benemerenza) avevano infatti da-to vita, nel castello del Valentino, a quel Club Alpino Italiano di cui sono note le vaste benemerenze e che sarebbe ben presto diventato un centro noto a livello intemazionale per le iniziative attinenti a tutti i problemi montani.

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di « Vedetta e Collezioni Alpine », diffi-cilmente avrebbe potuto essere più fe-lice. Nell'ambito della città ma già fuori del suo ambiente, comodo all'accesso ma subitamente elevato sul piano dell'abi-tato, posto su di un colle costituito dallo scorrimento di masse rocciose che gli diedero, nei millenni, l'attuale forma pi-ramidale; per curiosa tradizione questo piccolo colle, precorrendo quella che sa-rebbe stata la sua successiva destinazio-ne, da secoli era chiamato con il nome solenne di Monte.

Da secoli, cioè da quando il duca Carlo Emanuele I di Savoia aveva deciso di costruire, sul finire del Cinquecento, una chiesa per i frati Cappuccini che verrà dedicata a S. Maria del Monte. Per rea-lizzare questa sua pia opera il duca ave-va dovuto acquistare la Bastia (divenuta nel tempo, proprietà privata) unico avanzo di un'antica fortezza medioevale costruita a difesa del sottostante ponte sul Po. Alla chiesa il cui progetto e la cui costruzione erano stati affidati ad uno degli architetti meritatamente più in voga, Ascanio Vittozzi, si affiancava un vasto convento i cui abitatori non sem-pre ebbero vita tranquilla, per irruzioni di soldatesche nemiche, bombardamenti, guerre civili, occupazioni effettuate a

La Vedetta alpina agli inizi del Novecento

na » od osservatorio, consistente in un primo tempo in un semplice padiglione dotato di cannocchiale mobile. Il mo-desto complesso fu solennemente inau-gurato in occasione del VII Congresso degli alpinisti italiani, il 9 agosto 1874. Il museo veniva aperto al pubblico ne-gli anni successivi e più volte riordina-to con materiale proveniente da nuove acquisizioni e da donativi di soci. Il fab-bricato ospitante aveva caratteristiche as-sai diverse dalle attuali, in quanto il pia-no superiore pia-non era ancora stato rica-vato; le migliorie e gli ampliamenti non avrebbero però tardato a realizzarsi. Una lapide posta dal CAI all'ingresso ci ricorda infatti che il Municipio di To-rino « nell'anno 1877 a maggiore incre-mento dello studio delle Alpi e a me-glio farne godere la stupenda loro bel-lezza assegnò questo casamento conve-nientemente riattato alla Sezione tori-nese che riconoscente pose questa me-moria ».

più riprese dalle stesse autorità militari italiane, necessitanti di alloggiamenti per le proprie truppe.

Ma il peggio sarebbe venuto con l'appli-cazione della legge del 1866 sulla sop-pressione degli Ordini religiosi non ad-detti alla predicazione, alla assistenzaxle-gli ammalati ed all'insegnamento scola-stico. Cosi' i Cappuccini venivano espro-priati della maggior parte degli edifici conventuali, immediatamente incamera-ti nei beni municipali, sotto l'ammini-strazione di un apposito Ente per il Culto.

Fu cosi che nel 1871 il Municipio di Torino affidava tali locali al Club Al-pino per suo esclusivo uso, unitamente, come ebbe a scrivere Gianni Valenza (da « Monti e Valli ») « a tutte le adia-cenze, terreni, rive, giardini, sentieri, cortili, piazzale e pascolo, con tutti i di-ritti, azioni, servitù attive e passive di qualsiasi natura che prima spettavano al-l'Ente per il Culto ».

Al cav. Pio Agordino, uno dei fondatori del Club, va il merito dell'iniziativa di far sistemare dal Municipio nel punto più alto dell'edificio una « vedetta

alpi-Le vicende successive vedono ulteriori ampliamenti ed arricchimenti; rimarche-vole, nel 1901, il dono da parte del principe Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi, di oggetti appartenutigli nella spedizione al Polo Nord. Anche l'Esposizione Internazionale tenutasi a Torino nel 1911 fu occasione per nuove acquisizioni e nel 1918 si assistette ad un riordino del complesso delle sale; sul terrazzo della « vedetta » era ora collo-cato un ottimo telescopio con cui si po-teva ammirare l'intero arco alpino. Si giunge cosi' al 1935 quando, per de-terioramenti sia dei locali che delle col-lezioni, si decise la chiusura al pubblico per vasti lavori di ristrutturazione che culminarono con l'aumento della super-ficie espositiva che venne quasi tripli-cata. Il 19 luglio 1942 di fronte alle autorità civili e militari, agli alpinisti ed agli esponenti del Club Alpino Italiano, l'Arcivescovo di Torino benediceva la nuova opera che assumeva il nome de-finitivo di Museo Nazionale della Mon-tagna « Duca degli Abruzzi ».

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ven-Antica fotografia della Vedetta alpina. Particolare del vecchio Museo,

fra il 1877 ed il 1935.

nero riaperte nonostante il bisogno im-pellente di riordino delle collezioni e le ingenti riparazioni necessarie al fabbri-cato. Quella che è stata giustamente definita la « travagliata storia » del mu-seo continua con la decisione del 1966 di smantellare tutte le strutture esposi-tive per un radicale rinnovamento e con un'ulteriore chiusura che sarà parziale nel 1968 e definitiva nel 1970.

Verso la fine di quell'anno, su iniziativa del Rotary Torino Est, si ottiene un con-tributo per cominciare i primi lavori e successivamente giungevano da altre fonti nuove disponibilità finanziarie che permettevano l'esecuzione di lavori lenti ma, questa volta, definitivi. Lavori du-rati quasi un decennio e non ancora ultimati, come avrò occasione di preci-sare in seguito.

Sotto la guida di uomini appassionati e tenaci, il presidente del museo, ing. Gui-do Quartara, il direttore-conservatore, cav. Raffaele Natta-Soleri, il direttore tecnico, arch. Aldo Audisio, si sono ab-battute tutte le strutture venutesi a som-mare durante le vecchie realizzazioni espositive e che nel loro complesso alte-ravano le superbe linee architettoniche dell'antico convento. Eseguite queste operazioni, non senza difficoltà, si riot-tenne una serie di locali ampi, ariosi, jj facilmente agibili. L'allestimento

museo-grafico conseguente risultò subito sog-| getto ad una serie di scelte dettate dalle

moderne concezioni di esporre al pubbli-J co le collezioni in maniera tale da avvi-cinare al massimo il visitatore ai pro-blemi trattati, per lasciargli un'immagi-ne duratura, rendendolo partecipe in sommo grado delle testimonianze cui è andato incontro.

] Finalmente, il 3 settembre 1978, alla presenza del presidente generale del CAI, senatore Giovanni Spagnolli, le » prime sale rammodernate venivano

aper-te ad un pubblico ammirato ed anche commosso che comprendeva molte per-sone che, con sacrificio personale e gran-de gran-dedizione, avevano operato per que-sta rinascita.

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accom-pagna nella visita — è la solita vetrina-magazzino, dove si caccia dentro più roba che si può. Inoltre, abbiamo fatto in modo che dal nostro operato non emergesse una serie di fredde e statiche sequele di oggetti. Tra l'altro, siamo stati favoriti dalla disposizione degli an-tichi locali: qui da ogni sezione si in-travede quella successiva, da ogni sala in cui si entra l'occhio spazia su ciò che seguirà e questa continuità di di-scorso, questa colleganza nel simbolo dell'unitarietà della montagna è apparsa di sicura efficacia ».

Come idea generale, si può dire che la gran varietà di tematiche attinenti alla montagna trova il suo sviluppo in due settori museali distinti. Al piano terra, cioè quello dell'ingresso, si descrivono gli aspetti naturalistico-ambientali della terra alpina, delle sue tradizioni, della vita, dell'arte e degli apporti tecnologici che ne hanno potuto determinare delle trasformazioni. Il settore posto al primo piano riguarda invece la pratica alpi-nistica nelle sue varie manifestazioni storiche, esplorative e sportive comple-tandosi poi con i servizi sia civili che militari che ne sono parte integrante. Data la vastità delle argomentazioni non

Dalla « rotonda ». posta in posizione centrale, una veduta di insieme

di notevole efficacia.

approfondibili negli spazi a disposizio-ne, si è pensato di predisporre un appo-sito impianto di diffusione sonora ed otto televisori ripartiti nelle principali sale del museo, che permettono di irra-diare quattro differenti programmi aventi una valida funzione integrativa Ed eccoci dunque a raccontare di alcuni degli aspetti parsi più interessanti, o cu-riosi, o degni di particolar notazione. Intanto, a che altezza ci troviamo, su questo Monte: il marciapiede nuovo (precisa una placca presso l'ingresso) del ponte in pietra sul Po è a m. 222,50 sul livello del mare; la soglia della ter-razza della « vedetta alpina » si trova a m. 292,25 con un dislivello dunque non indifferente.

Di importanza cronachistica, ma anche storica, sono le ingiallite fotografie delle vecchie sistemazioni del museo e quelle, recenti, relative ai lavori di ristruttura-zione. Dalla terza sala ha inizio la se-zione naturalistica che si irraggia nei quattro locali attigui; uno stupendo

pla-stico del Cervino, collocato al centro della superfìcie espositiva, sintetizza il significato delle profonde correlazioni fra natura e montagna. Ecco poi illu-strati temi specifici di grande rilievo: la geologia, il glacialismo, i laboratori di cosmo-geofisica italiani ubicati in mon-tagna. Un particolare riferimento va al laboratorio collocato nei sotterranei stessi del Monte dei Cappuccini che fu-rono, nel tempo destinati ad uso mili-tare, servirono come rifugi antiaerei nel-l'ultima guerra e furono, successiva-mente, perfin destinati a coltivazioni di funghi. Da oltre un decennio nelle cupe gallerie e nei cunicoli riposti vengono studiate le proprietà dei raggi cosmici che riescono a penetrare lo spessore di terreno della sovrastante collina. Carte antiche e plastici di ghiacciai si accom-pagnano a pregevoli campioni di mine-rali e rocce di provenienza alpina. La fauna italiana è presente con le specie più comuni e con quelle in via di estin-zione quando non addirittura pratica-mente scomparse. Lontre, gatti selvati-ci, tassi, stambecchi, camosselvati-ci, aquile reali guardano con occhi vitrei i visi-tatori. Va citato che si dispone di un laboratorio interno per l'imbalsamazio-ne, e pellicce e piume devastate dalle tarme negli anni di abbandono sono state qui rimesse a nuovo.

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abbattu-to, la trancia misura quasi due metri di diametro.

Più innanzi si parla di parchi naturali e di agricoltura alpina, di allevamento del bestiame e di forestazione. E, giu-stamente, di ecologia, di distruzioni si sa da chi autorizzate, di sbancamenti incontrollati, di interventi edilizi inop-portuni, di incurie e di abbandoni. Ar-gomenti che, a parer mio, richiedereb-bero un museo a parte, un museo della denuncia.

Ma torniamo a temi più sereni, la preistoria e l'archeologia alpina (ci sono calchi di incisioni rupestri preistoriche della Valle Camonica e del più grande parco presente nell'intero arco alpino, vale a dire l'area del Monte Bego e della Valle di Fontanalba) oppure l'architet-tura montana. Pregevoli plastici e lignee ricostruzioni delle strutture abitative ri-specchiano i caratteri specifici di una civiltà. Un particolare tipo di fienile con tetto di paglia della Valle di Viù ed un « resal » della Valle d'Ayas completano il settore delle ricostruzioni volumetri-che.

Alle tradizioni locali ed all'artigianato tipico è destinato uno dei più vasti sa-loni. Sempre con il taglio specifico su di alcune località, come necessariamen-te è impostato tutto il museo, scopriamo suppellettili ed oggetti di uso comune, sia in legno che in pietra. Troviamo cosi' arnesi da lavoro ed armi rudimen-tali, mobili, in gran parte autentici, cassapanche, arcolai, interni caratteristi-ci, una tavola imbandita, con oggetti casalinghi, proveniente dall'Alto Adige, collari e campanacci per il bestiame, un abbeveratoio ricavato con grezzi colpi d'ascia da un gran tronco, pentole ed alari, un banco attrezzato per le varie fasi della lavorazione dei « sabots » proveniente dalla Val d'Aosta.

Ci sarebbe ancora da dire dei bellissimi costumi femminili di varie vallate, degli scialli e degli ornamenti, dei corredi e poi delle manifestazioni artistiche, delle sculture di carattere religioso, dei qua-dri, dei cassettoni dipinti. Dall'antropo-logia, alla zooDall'antropo-logia, alla botanica, al-l'arte fino al settore tecnologico (dighe e produzione dell'energia elettrica, co-municazioni viarie, trafori, collegamen-ti telefonici) ed al settore turiscollegamen-tico-spor-

turistico-spor-tivo, è tutto un discorso che si snoda unitario e senza che siano percettibili stridori o contrasti.

* * *

Un metallico bivacco, con spaccato la-terale che permette di osservare nell'in-terno, realizzato all'inizio del secolo con criteri di avanguardia, ci adduce, al pri-mo piano, alla parte dedicata alle attività

Sculture lignee di soggetto religioso di pratica della montagna e dell'alpini-dell'Alto Adige. Epoca presunta: metà s m o Qu e st o settore è tuttora in fase di

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allestimento e dovrebbe essere aperto al pubblico (« fondi permettendo » precisa il cav. Natta-Soleri) entro la fine del

1979. Per chi ama l'attività agonistica alpina questo settore finirà di essere il più importante per la gran ricchezza di materiale che esporrà.

Materiale che, in gran parte intravedo, accatastato ed in disordine ma che già mi consente di rendermi conto dei gran-di comparti in cui sarà gran-distribuito: sto-ria dell'alpinismo e del Club Alpino Ita-liano, le spedizioni polari, le spedizioni

extraeuropee, i gruppi montuosi, i ri-fugi ed i bivacchi alpini, la tecnica alpi-nistica, la speleologia, il soccorso alpino, i servizi civili. Ecco intanto laggiù, tra la polvere, una ricostruzione in rame sbalzato della vecchia Capanna Marghe-rita, sul Monte Rosa, ecco, scolpite su legno della Val Gardena plastici di mas-sicci famosi, di rifugi entrati ormai nella leggenda. Ecco un fascio di sci primor-diali e di vecchie picozze che risalgono forse all'epoca di Whymper. La copia di una foto scattata a Courmayeur il 4

agosto 1891 lo raffigura, dice la didasca-lia, « colle sue Guide e Portatori in partenza per l'ascensione del Monte Bianco ». Reca in testa un cappelluccio che parrebbe di paglia e, forse per sca-ramanzia, un paludamento tutto bianco. Mucchi di corde, di ramponi, di rac-chette tendono a sbarrarmi il passo ver-so il « caiàc », l'imbarcazione di tipo eschimese che reca scritto sulla fiancata: « Spedizione Duca Abruzzi ». Si è già accennato ai donativi che hanno fatto seguito alla spedizione polare. Luigi Amedeo di Savoia, presidente onorario della Sezione del CAI, fu indubbiamen-te uno dei più valorosi alpinisti ed esplo-ratori italiani, iniziatore di spedizioni extraeuropee che destarono ammirazio-ne: al Monte Sant'Elia, in Alaska, con-quistato dopo quasi quaranta giorni di lotta, all'africano Ruwenzori, all'asiatico Karakoram, con l'obiettivo di scalare il K2, la seconda vetta del mondo, con i suoi 8611 metri di altitudine. La spe-dizione dovrà arrestarsi a quota 7498, che per tredici anni sarà la più alta mai raggiunta dall'uomo. Toccherà poi ad un'altra spedizione italiana, patroci-nata dal Club Alpino Italiano, conqui-stare il monte nel 1954. Della spedizio-ne al Polo Nord, il museo conserva nu-merose fotografie di cui le più efficaci sono indubbiamente quelle che

mostra-Tavo/o, sedie e suppellettili casalinghe provenienti dall'Alto Adige.

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La spedizione dei Duca degli Abruzzi conquista la vetta del Monte Sant'Elia, in Alaska

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Spedizione del Duca degli Abruzzi al Polo Nord. Sullo sfondo la « Stella Polare » (Vittorio Sella. 1900). La « Stella Polare » bloccata dai ghiacci (Vittorio Sella, 1900).

no la « Stella Polare » bloccata dai ghiacci.

A proposito di fotografie sia lecito ci-tare, con Mario Piacenza, un altro gran-de alpinista fotografo, Vittorio Sella, nipote di Quintino, che con la sua mac-china segui il Duca degli Abruzzi in varie parti del mondo e fu sommo illu-stratore delle bellezze delle Alpi, del-l'Oberland Bernese, dell'Etna, del Del-finato e del Caucaso centrale, e ancora, dell'Alaska.

4= * *

Le migliaia di persone che, nel breve spazio di tempo intercorso dall'apertu-ra, sono salite a visitare il museo sono la prova più sicura dell'importanza e della validità di quest'iniziativa. Ma so-no i suoi artefici i primi a rilevarne ta-lune carenze ed alcune esigenze non

ancora soddisfatte. Determinate limita-zioni sono state imposte dalla non ec-cessiva vastità dei locali e dalla natura delle collezioni monografiche del passa-to, con caratteristiche riduttive ad aspet-ti troppo locali ed a volte marginali. « Se conveniamo che il Museo, come il Club Alpino Italiano — hanno scritto recentemente Aldo Audisio e Raffaele Natta-Soleri — è un ente di interesse nazionale si otterrebbe un ottimo risul-tato qualora tutte le Regioni d'Italia vi fossero rappresentate. Parlando di mon-tagna non consideriamo solo l'elemento "Alpi", ma anche gli Appennini e i mon-ti delle nostre isole. La montagna poi non va solo intesa come pratica di alpi-nismo, ma come conoscenza della stessa, in quanto essa è, come già espresso più volte, espressione di tradizioni, di co-stume, di valori ambientali, artistici e culturali ».

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possia-Antica ringhiera in legno scolpito proveniente dalle vallate

piemontesi.

mo legittimamente affermare che questo museo è il primo del mondo; l'unico che avesse avuto la priorità sul nostro è an-dato distrutto, a Monaco di Baviera, du-rante la seconda guerra mondiale. Certo, siamo assillati da tanti problemi

finan-ziari: e continuiamo a fare appello ad enti pubblici ed ai privati per indispen-sabili interventi ». Gli chiedo qualche ordine di cifra. « Dalla lira al miliardo — sorride guardando lontano — tutto serve ».

Tra le valorizzazioni che si cercherebbe di realizzare vi è il ripristino del parco sottostante il museo. Sul finire del se-colo scorso vi si era creato un vero e proprio giardino botanico nel quale era-no state messe a dimora più di 150 pian-te alpine, anche di alto fusto. Oltre 35 aiuole raccoglievano i più svariati fiori alpestri, alcuni dei quali erano vere ra-rità di ristrette zone delle nostre mon-tagne. Col tempo, tutto è andato distrut-to ed ora si vorrebbe ricostruire quesdistrut-to « bosco alpino » cui i visitatori

accede-Mario Piacenza intento a fotografare

le montagne della catena dell'Himalaya (1913).

rebbero con lo stesso biglietto di ingres-so valido per il museo.

Ancora un accenno alle attività culturali collaterali. Il museo partecipa regolar-mente con un suo stand al Salone della Montagna di Torino Esposizioni ed al-lestisce, nel suo ambito, mostre di inte-resse alpino. Si possono ricordare quella su « Analisi ambientale-culturale di un monumento » che rievocava il sesto cen-tenario del Ponte del Diavolo di Lanzo Torinese o quella su « Gli ambulanti fiorai delle montagne dell'Oisans » che dovrà essere seguita da un convegno internazionale sulla tutela delle Alpi Occidentali realizzato d'intesa con alcu-ni enti culturali torinesi. Sono allo stu-dio una mostra sull'architettura tibetana ed un'altra sui castelli del Trentino. Tra i problemi ancora da risolvere c'è, infine, una maggiore utilizzazione della « vedetta alpina ». Circondata ora da ve-trate, non dispone più del vecchio can-nocchiale, peraltro esposto nel museo. Si è pensato di valorizzarla esponendovi una serie di foto panoramiche delle Al-pi, a 360 gradi, effettuate con un mezzo aereo.

Prima di scendere « a valle » torno ad affacciarmi alla bellissima ringhiera in legno scolpito, probabilmente realizzata agli inizi del Settecento e proveniente da una abitazione rurale della Frazione Villar di Ala di Stura. Di qui, oltre le ampie vetrate, si ammira quello che si-curamente è il più bel « pezzo » del museo, lo spettacolo superbo del « fe-stante coro de le grandi Alpi » la cui armonica disposizione incastona la vi-sione di quella Torino già cantata dal poeta, che di qui appare ancora una volta, quasi per incanto e nonostante tutto, « incoronata di vittoria » *.

N O T E

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TUTTO SUL COMPRENSORIO

DI TORINO

Vittorio Zignoli

PREMESSA

Il Comprensorio di Torino è di gran lun-ga il più esteso e popolato fra quelli del Piemonte. Misura una superficie di 4925 km2 e contava, nel 1976, circa 2.147.000

abitanti residenti. Rappresenta il 7 2 % circa dell'intera provincia (6830 km2)

e assomma il 9 0 % circa dei residenti provinciali.

Il suo territorio non è però esclusiva-mente costituito da comuni della provin-cia, estendendosi anche su 4 comuni del-la provincia di Vercelli (Crescentino, Fontanetto Po, Lamporo e Saluggia per 113 km2 circa) e 8 comuni della

pro-vincia di Asti (Albugnano, Berzano, Buttigliera d'Asti, Castelnuovo don Bo-sco, Cerreto d'Asti, Moncucco Torinese, Passerano Marmorito e Pino d'Asti per Circa 92 km2).

Il territorio del Comprensorio non è uniforme, né dal punto di vista orografi-co (si va dall'altitudine di Sestriere a m 2035 sul mare, a quella di 154 del co-mune di Crescentino), né da quello eco-nomico (si va da un reddito pro-capite

di 546.000 lire 1974 del comune di Frassinetto a quello di 2.445.000 di To-rino), né tanto meno da quello dei colle-gamenti col capoluogo.

Il rilievo del Comprensorio è molto va-rio: si può ascrivere per il 4 1 % alla montagna (oltre 600 m di quota), per il 3 0 % si può assegnare alla collina (da 599 a 300 m di quota), per il 29% alla pianura (da 299 a 140 m sul mare).

Esso è montano, molto aspro, lungo il confine francese e quello della Valle d'Aosta, è invece collinare ad Est e Sud-Est di Torino lungo il Po, nel quadrila-tero irregolare racchiuso fra il Po, una linea Trofarello-Chieri-Moriondo e il confine comprensoriale fino all'incrocio col Po in quel di Moncestino.

La limitata disponibilità di terreno adat-to a sedime industriale e all'agricoltura intensiva, giustifica, in parte, il basso reddito agricolo del Comprensorio e l'ac-centramento nella zona attorno a Torino della maggior parte di insediamenti in-dustriali attratti dal capoluogo e dalla opportuna sede pianeggiante che offre possibilità di futuri allargamenti e facili comunicazioni.

DEMOGRAFIA ED ECONOMIA

Come è stato chiarito nello studio intro-duttivo sui Comprensori Piemontesi1

questo esame di ogni Comprensorio si basa sulle fasce di reddito utilizzate dal-l'Unione Regionale delle Camere di com-mercio del Piemonte nei suoi due studi del 1967 e 1976 2.

Per ogni fascia di reddito e per tutti i comuni in essa compresi la Tavola I (al fondo dello studio) mette a confron-to gli sviluppi della popolazione e del reddito pro-capite dal 1951 al 1974 e fornisce i più importanti dati sull'occu-pazione dei residenti.

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Da quanto segue emerge che per il Com-prensorio di Torino la popolazione re-sidente è passata da abitanti 1.224.131 del 1951 a 1.714.413 nel 1965, 2.054.662 nel 1971, 2.141.019 nel 1974 e 2.146.969 nel 1976.

Mentre dal 1951 al 1974 l'aumento è stato del 7 5 % circa, fra il 1974 e il 1976 è stato soltanto del 0 , 0 8 % per cui i risultati basati su statistiche del 1974 sono ancora sufficientemente approssi-mati oggi \

Per quanto attiene al reddito pro-capite del Comprensorio esso è passato in Lire 1974 da milioni 1,1048 nel 1965 a 1,539 nel 1974, con un aumento del 3 9 % circa. Si tratta qui della media in-tercomunale, se invece si passa alla me-dia pro-capite del Comprensorio, si va da 1,640 circa a 2,191 con l'aumento del 3 4 % .

Fascia di reddito pro-capite da 0 a 0,6 milioni di lire 1974

Comprende 3 comuni montani tipici e cioè:

— Frassinetto, comune della Val Soana che dista soltanto 12 km da Pont ma vi si collega con una strada stretta difficile e molto tortuosa per cui i pendolari sono ridotti. Gli occupati locali per la mag-gior parte sono impegnati (sottoccupati) nella modesta agricoltura di mezza mon-tagna, e si aiutano con un modesto im-pegno in servizi turistici. Malgrado ciò il loro reddito risulta il più basso del Comprensorio. Ciò giustifica la forte ri-duzione di residenti e di reddito unita-rio;

— Alpette, sito nella Valle dell'Orco, collegato a Cuorgnè con 10 km di catti-va strada. La maggiore vicinanza ai centri industriali favorisce un maggiore impiego nell'industria e nel terziario, compreso un modesto turismo. Malgra-do ciò il reddito unitario è fra i più bassi, e in forte riduzione mentre invece il numero dei residenti è praticamente costante;

— Sauze di Cesana nella Valle della Ripa (alta Valle di Susa) tipico paese di alta montagna (1573 m) che vede au-mentata la difficoltà della vita a causa

dell'altitudine e la difficoltà di accesso; la vicinanza di grandi centri turistici permette una modesta attività terziaria. Lo spopolamento è però notevole come anche la riduzione del reddito unitario. Va osservato che in genere soltanto una percentuale degli occupati lavora nella sede di residenza. Tale percentuale è data nella colonna 19 (Fonte: Analisi della struttura demografica socio-econo-mica e telefonica dei Comuni italiani — SIP — Dicembre 1976). Questi dati si riferiscono ai lavoratori dell'industria e servizi esclusi gli agricoli.

Per i comuni vicini e ben collegati con centri industriali è presumibile che buo-na parte degli occupati fuori sede siano dei pendolari giornalieri, mentre per i paesi di difficile accesso si tratti di pen-dolari settimanali o stagionali. In gene-re, nei grossi comuni, vi sono degli scambi, una parte degli occupati resi-denti lavora in sede una parte lavora al-l'esterno, mentre dall'esterno arrivano al paese altri lavoratori. In genere i posti disponibili in sede non superano la me-dia del 35-36% dei residenti. Ove nella colonna 8 la percentuale degli occupati in sede arriva al 1 0 0 % vuol dire che una buona parte viene dall'esterno, e tale immigrazione di lavoratori è ancora maggiore se il rapporto supera il 1 0 0 % . Per una migliore estimazione del valore dei redditi medi delle singole fasce di reddito può essere utile il confronto col reddito medio capite delle varie pro-vince italiane nel 1974 secondo i dati forniti dal Tagliacarne4. Il reddito

me-dio della prima fascia di L. 563.000 corrisponde all'84% del reddito medio pro-capite della provincia di Avellino (la più povera d'Italia) di L. 657.120.

Fascia di reddito pro-capite da 0.6 a 1 milione di lire 1974

In questa seconda fascia dedicata ai red-diti modesti, 11 comuni si possono con-siderare montani, anche se Sparane rien-tra nell'alta collina. Tutti denunciano spopolamento che per l'intera fascia sale al 4 9 % dal 1951 al 1974 e scende al 2 2 % fra il 1965 e il 1974.

Otto comuni su 13 (il 6 2 % ) soffrono anche di riduzione di reddito.

Tutti i comuni montani mostrano una certa tendenza a usufruire di una mode-sta attività turistica denunciata da due parametri che, se si presentano coinci-denti, sono significativi: il numero di letti di alberghi e locande (alcuni riten-gono che si possano ritenere turistici i comuni che hanno posti letto maggiori del 10% dei residenti) e il numero de-gli occupati nel settore dei servizi. Infatti il turismo produce aumento di traffico, di commercio, di uffici, e di oc-cupati nei locali di pernottamento, di ristoro e di divertimento.

Per quanto riguarda l'occupazione essa si suddivide, per questa fascia, per il 3 8 , 4 % nell'agricoltura, per il 3 9 , 8 % nell'industria (in buona parte costituita da pendolari) e nel 2 2 , 8 % nei servizi. Nella Valle di Viù troviamo Lemie col 5 0 % di riduzione della popolazione partendo dal 1951 e una riduzione di reddito negli ultimi 10 anni del 3 1 % ; Usseglio denuncia circa il 5 0 % di ridu-zione per la popolaridu-zione e il reddito. Stupisce il declino di Viù un tempo vi-vace località di villeggiatura che denun-cia un 4 2 % di spopolamento e un 2 7 % di riduzione del reddito. Nell'occupazio-ne domina ancora la modesta agricoltura montana. Il 5 4 % di occupati nell'indu-stria e servizi, scende in basso, verso centri più attivi, per il 6 0 % circa, e pra-tica il pendolarismo.

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goduto di un discreto aumento del red-dito dovuto in buona parte al 5 6 % dei residenti occupati che lavorano nell'in-dustria e per il 6 2 % restano in sede; Sparane a 5 km da Pont, ha risorse pro-prie dato che il 6 8 % degli occupati nel-l'industria e servizi lavora in sede, mal-grado ciò ha perduto il 2 5 % dei resi-denti ed ha sofferto una riduzione del 3 6 % nel reddito unitario.

Ronco Canavese nella Val Soana è il più modesto comune, dal punto di vista eco-nomico di questa modesta fascia. La riduzione dei residenti raggiunge il massimo del 6 8 % , la riduzione massima del reddito è del 4 9 % . L'occupazione massima è agricola.

Ribordone, ha sofferto il 6 0 % di ridu-zione dei residenti ma ha goduto di un modesto aumento del reddito ( + 1 1 % ) ; l'intera Valle dell'Orco ha avuto u n 3 8 % di riduzione del reddito.

La parte bassa di questa valle contava u n tempo numerose fabbriche familiari di stampaggio e produzione di articoli per cucina, però molte industrie, evol-vendo, hanno preferito scendere a valle; nella zona superiore vi era un tempo una vivace villeggiatura oggi in declino. Contrasta notevolmente con la generale modestia economica di questa valle da Ribordone a Noasca, lo sviluppo econo-mico di Ceresole Reale posto quasi al termine della lunga aspra strada SS 460, che vanta un reddito pro-capite fra i più alti del Comprensorio cioè di ben 2.433.000 Lire 1974 pro-capite. Esso de-ve questo notevole risultato ad una buo-na villeggiatura, ad un'ottima attrezzatu-ra turistica, alla presenza di importanti impianti idroelettrici.

Di tipo completamente diverso sono i due ultimi comuni, entrambi siti nella piana compresa fra il Po e il Tanaro, Cerreto d'Asti ha avuto una diminuzio-ne dei residenti del 3 3 % , una riduziodiminuzio-ne del reddito unitario del 1 5 % , la sua eco-nomia si basa soprattutto sull'agricoltu-ra, Isolabella ha sofferto una riduzione della popolazione del 2 5 % , il reddito è aumentato del 2 % , anche questo comu-ne ha il massimo numero di occupati in agricoltura (il 6 4 % ) . Si tratta di quella categoria di paesi agricoli poveri a basso sviluppo e a basso reddito, ove però l'ab-bondanza dei frutti della terra, anche se

coltivati con metodi sorpassati consente una vita serena.

La media del reddito unitario intercomu-nale della seconda fascia, di L. 880.000 circa, corrisponde all'incirca al reddito medio della provincia di Enna (la 85a

su 94 italiane) di Lire 882.701.

Fascia di reddito pro-capite da 1 a 1,2 milioni 1974

In questa fascia di reddito mediocre, su 18 comuni, 14 denunciano riduzioni dei residenti, 5 riduzione di reddito. Sono tutti comuni o collinari o montani. Qua-si tutti i reQua-sidenti per giungere ai centri industriali debbono percorrere tratti di strade diffìcili. In complesso il 2 4 , 8 % risulta occupato nell'agricoltura, il 5 5 , 7 % nell'industria, il 2 0 , 5 % nei ser-vizi.

Fra i comuni che soffrono contempora-neamente di riduzione di residenti e di reddito si possono considerare tipici quelli di Marentino e Passerano Marmo-rito (Tabella 3), nei quali l'occupazione massima si ha nell'agricoltura.

Riduzione di popolazione ma aumento di reddito presentano alcuni comuni fra i quali degni di nota sono: Valprato

Soa-na (esempio tipico di comune di alta montagna nel quale una buona attrezza-tura turistica consente una discreta uti-lizzazione delle risorse agricole, un mo-desto numero di pendolari dell'industria e una discreta occupazione, sia pure sta-gionale nei servizi consentendo un note-vole aumento del reddito pagato però con una altrettanto notevole riduzione dei residenti) e S. Giorio di Susa, al qua-le la facilità dell'accesso collinare ha permesso l'occupazione di un notevole numero di addetti all'industria ( 8 2 % ) e un buon sviluppo della villeggiatura. Se i residenti hanno subito una riduzione del 1 8 % , il reddito unitario è salito moltissimo ( 1 8 3 % ) .

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reddito sta Riva di Chieri che senza la ricorrente crisi dell'industria tessile, che domina da tempo nella zona, avrebbe tuto raggiungere maggiori aumenti di po-polazione e di reddito.

Eccezionale invece per l'aumento del-l'occupazione e dei residenti risulta Bruino. Dal 1951 al 1976 i residenti so-no aumentati del 5 0 0 % (da 786 a 4791); anche il reddito pur suddiviso su molti residenti è salito del 4 3 % . Questo comune dista soltanto 5 km da

Torino-Mirafiori e Rivalta, ove si trovano grossi stabilimenti Fiat. Circa il 5 0 % degli oc-cupati rimane nella zona comunale. La media del reddito unitario dei co-muni della terza fascia in lire 1.141.000 corrisponde alla media dei redditi unitari della provincia di Terni, la 45a in

gra-duatoria sulle 94 italiane.

Fascia di reddito pro-capite da 1,2 a 1,35 milioni di lire 1974

Questa fascia comprende 27 comuni che, salvo sette eccezioni, si trovano a quote comprese fra 400 e 250 m sul mare e si possono considerare collinari, hanno per-ciò caratteristiche simili.

Su 27 comuni, Robassonero col 126% e Volvera col 1 1 5 % in più denunciano un notevole aumento degli abitanti.

Per Sangano tale aumento è massimo e sale a + 228. Altri 15 denunciano riduzione di residenti dal 41 all'I % e 7 aumenti dal 3 al 9 8 % .

Per quanto riguarda il reddito unitario soltanto uno, Robassomero, denuncia una discreta riduzione di reddito pari al 2 1 % , Volvera avrebbe una riduzione di circa il 2 % , trascurabile.

L'aumento del reddito sarebbe massimo per Mattie col + 124% s pagato però

con una riduzione dei residenti del 4 1 % . L'aumento è dovuto ad una notevole per-centuale degli occupati nell'industria, che per lo più scendono a valle della Do-ra Riparia come pendolari.

Per contro Montaldo, nella piana del Po, ha una notevole percentuale di agri-coltori (il 6 0 % ) .

L'alto aumento di abitanti di Sangano, che dista circa 1 km da Bruino, è dovuto all'alto aumento di industrializzazione della zona.

I comuni di San Carlo Canavese e di San Gillio godono di un buon aumento della popolazione e di un consistente aumento del reddito, in essi lo sviluppo è stato ben equilibrato. In complesso l'occupa-zione risulta suddivisa nel 2 4 , 7 % nel-l'agricoltura, nel 56,6% nell'industria e nel 18,7% nei servizi.

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Dai dati sugli occupati in sede risul-terebbe un 2 1 6 % a Robassomero, cioè afflusso notevole dall'esterno il che con-trasterebbe però col rapporto occupa-ti/residenti che è del 3 7 % e coi 48 re-sidenti assenti dalla sede secondo il compendio statistico dei comuni del Pie-monte. Anche per S. Gillio un 142% di lavoratori in sede per l'industria e i ser-vizi non bene si accorda col rapporto occupati/residenti = 38 e coi 21 resi-denti assenti per lavoro, secondo il com-pendio citato.

Il reddito medio dei comuni di questa fascia, di lire 1.270.000, corrisponde a quello della provincia di Matera (1 mi-lione 272.315), n. 58 delle 94 province italiane.

Fascia di reddito pro-capite da 1,35 a 1,5 milioni di lire 1974

Questa fascia, il cui reddito medio si av-vicina a quello medio dell'intero com-prensorio, comprende 35 comuni i cui dati non sono molto omogenei, soprat-tutto per quanto riguarda la loro altitu-dine; infatti 2 di essi, Groscavallo (a 1108 m s.m.) e Salbertrand (a 1032) si possono considerare di alta montagna, 4 comuni, Corio (924 m s.m.), Exilles (873 m), Valgioie (870 m), Chialamber-to (865 m) si possono assegnare alla montagna medio-alta, 22 sono collinari e 7 siedono in pianura.

Su 35 comuni 17 denunciano spopola-mento e 7 diminuzione di reddito. Per quanto attiene alla popolazione, la riduzione massima del 5 4 % spetta a Groscavallo, seguito da Valgioie col 51, Exilles col 47 e Berzano S. Pietro con 38; l'aumento massimo spetta a Corio ( + 340) seguito da Givoletto col 245 e Caselette col 104. Per quanto riguarda il reddito la riduzione massima del 3 3 % spetta ancora a Groscavallo, seguito da Busano e Favria col 16% caduno, e Bor-gone di Susa col 1 2 % . L'aumento mas-simo di reddito spetta invece a Mom-pantero ( + 2 5 0 % ) seguito da Venaus col 175, da Feletto col 150 e da Val-gioie col 115.

Si possono considerare tipici di questa fascia i comuni di:

— Coazze, sito oltre il dosso che separa la Valle di Susa da quella del Sangone.

A causa della strada difficile, l'elevata al-titudine (721 m), la terra di basso red-dito, quantunque conti il 7 5 % degli oc-cupati che lavorano nell'industria, ha perduto il 2 2 % di residenti e il 3 3 % di reddito, la villeggiatura, un tempo fiorente, è oggi in declino;

— Favria a 2,6 km da Rivarolo è riusci-ta, per la facile occupazione industriale della zona, ad aumentare i residenti del 5 7 % ma ha perduto il 1 6 % del reddito; — Mompantero vanta un elevato aumen-to del reddiaumen-to ( 2 5 0 % ) ma una riduzio-ne dell'87% dei residenti;

— Venaus, nella stessa Valle di Susa, vanta un notevole aumento del reddito dovuto ai grandi impianti idroelettrici della zona e a un modesto turismo, in minima parte vi concorre la modesta in-fluenza dell'agricoltura silvo-pastorale; il numero dei residenti è costante; — Feletto, in quel di Rivarolo vanta un aumento del 1 5 0 % del reddito e del 1 8 % dei residenti, questi buoni risultati sono stati favoriti dalla vicinanza della zona industriale e dalla buona viabilità; — Valgioie a 870 m s.m. con accesso

tortuoso e difficile ha perduto il 5 1 % dei residenti ottenendo però un aumen-to del 115% nel reddiaumen-to col passaggio di molti occupati dall'agricoltura all'in-dustria;

— Salbertrand a 1032 m s.m. ha per-duto il 2 4 % della popolazione, ma ha aumentato il reddito del 9 8 % : miglio-ramento dovuto a modesta occupazione agricola montana ( 2 3 % degli occupati) e industriale ( 2 8 % degli occupati) por-tando l'occupazione terziaria al 4 9 % con un discreto turismo (70 posti letto) e discreta villeggiatura;

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— Berzano S. Pietro poco sotto l'Ab-bazia di Vezzolano è l'esempio di un piccolo Comune quasi soltanto agricolo ( 7 3 % degli occupati): ha ottenuto un modesto aumento di reddito ( + 9 % ) con una forte perdita di residenti ( 3 8 % ) non avendo potuto o saputo ricorrere all'industria e al turismo.

Ove una equilibrata utilizzazione de-gli occupati è stata compiuta i risultati sono stati molto soddisfacenti. A Villa-stellone, sulla strada di Cuneo, portando gli occupati dell'industria al 7 0 % si è ottenuto l'aumento dell'81% dei resi-denti e del 1 5 % del reddito; a S. Am-brogio di Torino, presso Avigliana, con un aumento degli occupati nell'industria è stato conseguito un aumento del 5 2 % dei residenti e del 5 9 % del reddito; a Givoletto poi, col 6 0 % degli occupati nell'industria e il 3 3 % nei servizi, l'au-mento dei residenti è stato del 2 4 0 % , quello del reddito del 5 7 % .

Sempre per meglio sottolineare il valore del reddito medio della fascia per Co-mune, che risulta circa di L. 1.420.000, si osserva che esso corrisponde a quello medio della provincia di Ferrara che oc cupa la posizione 44 su 94.

Fascia di reddito pro-capite da 1,5 a 1,65 milioni di lire 1974

In questa fascia su 37 comuni 17 (il 4 6 % circa) denunciano riduzione di re-sidenti fra il 1951 e il 1974; fra il 1965 e il 1974 tale numero è ridotto a 15. Per quanto riguarda il reddito sono 7 (il 1 8 % ) quelli che hanno subito una riduzione. Come altitudine, tolti i co-muni di Cesana T. (1330 m s.m.) e Sau-ze d'Oulx (1509 m) di alta montagna e Gravere (821 m), Traves (620 m) e Ru-biana (620 m) che si possono conside-rare di bassa montagna, gli altri sono collinari e di pianura.

Per quanto riguarda l'occupazione un solo comune, Albugnano ha un alto numero di agricoli, il 7 3 % .

Vi sono 11 comuni che vantano un au-mento del reddito superiore a l i ' 8 5 % : essi hanno tutti un'alta percentuale di occupati nell'industria e nei servizi. Per quanto attiene alla popolazione, la massima riduzione la presenta Rubiana

(reddito + 1 1 % , residenti — 3 4 % ) , se-guita da Albugnano ( + 1 1 % di red-dito, — 11% di abitanti), S. Sebastia-no Po (reddito aumento 9 0 % , residenti

- 2 6 % ) .

La maggiore riduzione di reddito spetta a Buttigliera Alta (— 6 4 % ) , che si ac-compagna però ad un notevole aumento di residenti ( + 7 0 % ) , il che indica un periodo di assestamento, meno sentito a Forno (— 3 0 % del reddito e + 2 8 % dei residenti) e a Balangero (— 3 5 % del reddito, + 15% degli abitanti). Un aumento molto elevato del reddito ( + 108%), accompagnato da un au-mento ancora maggiore dei residenti ( + 125%), ha avuto Santena, ottima-mente ubicata per usufruire dell'indu-strializzazione della zona; aumenti rag-guardevoli hanno goduto analogamente Traves ( + 122% del reddito, - 1 7 % dei residenti); Vaie ( + 117% del red-dito, — 4 % della popolazione), Lom-briasco ( + 114 del reddito, — 12% dei residenti). Si tratta probabilmente di as-sestamenti di pendolari traslocati più vi-cino al posto di lavoro.

In condizioni diverse si trovano i co-muni di alta montagna: Cesana Tori-nese cui il pur attivo turismo non basta per migliorare il reddito, che risulta ridotto del 3 0 % , e il popolamento, del 2 3 % , Sauze d'Oulx che denuncia una riduzione del reddito del 2 7 % e dei re-sidenti del 7 7 % . Gravere, invece, pur denunciando una riduzione del 2 5 % dei residenti, conta un aumento del reddito del 5 4 % , pur essendo a 821 m s.m. (la maggiore vicinanza alle zone industria-lizzate, il migliore accesso, una buona agricoltura, assicurano ai residenti rima-sti discrete condizioni di vita).

Vi è invece un gruppo di comuni che l'industrializzazione ha particolarmente favorito aumentandone notevolmente la popolazione. In testa troviamo Rivalta, sede di uno stabilimento Fiat, che ha visto aumentare i residenti del 4 5 1 % , il maggior numero dei sottoccupati e delle famiglie con figliolanza, ha portato una diminuzione del reddito individua-le del 2 5 % ma un grande aumento del reddito totale nel comune.

Hanno invece goduto di aumento note-vole della popolazione e del reddito Santena (popolazione + 1 2 5 % , reddito

+ 1 0 8 % ) ; Castiglione Torinese (popo-lazione + 9 6 % , reddito + 2 5 % ) dovu-ti anche alla costruzione di moldovu-ti fab-bricati per villeggiatura e residenza data la vicinanza di Torino; Cambiano (po-polazione + 8 0 % , reddito + 5 8 % ) . La media del reddito comunale di circa L. 1.576.000 si avvicina a quello medio pro-capite dell'intero Comprensorio di L. 1.538.000 superandolo di poco. Essa corrisponde anche al reddito unitario della provincia di Pisa di L. 1.586.487 che ha il posto 22 nella graduatoria delle province italiane.

Fascia di reddito pro-capite da 1,65 a 1,8 milioni di lire 1974

In questa fascia, su 27 comuni, 9 f r a il 1951 e il 1974 denunciano spopola-mento ( 3 3 % ) e 4 diminuzione di red-dito ( 1 5 % ) dal 1965 al 1974. La massi-ma riduzione dei residenti (il 7 7 % ) si verifica in Ingria in Val Soana che però conta invece un aumento del reddito del 3 4 % ; è un comune di mezza mon-tagna (827 m), servito da una strada stretta e tortuosa, penosa per i pendo-lari; un modesto sviluppo turistico (15 letti, cioè il 10% dei residenti) giustifica l'aumento del reddito, dato che con lo spopolamento l ' 8 8 % degli occupati tro-va lavoro sia pur saltuario in loco. Notevole è anche lo spopolamento di Cinzano (— 4 6 % ) che si accompagna anche ad una modesta riduzione di red-dito (— 6 % ) ; paese della collina del Monferrato prevalentemente agricolo ( 7 6 % degli occupati), ha un certo suc-cesso nella villeggiatura (57 letti, 2 0 % dei residenti) la sui influenza sullo svi-luppo del reddito è modesta come mo-stra la percentuale degli occupati nei servizi (il 1 6 % ) .

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