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Cronache Economiche. N.001, Anno 1981

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3 Atlante dei musei piemontesi. Pinacoteca di Varallo Sesia

Gianni Sciolla

17 Quale agricoltura per gli anni duemila?

A. Bozzini

37

Piccole e medie imprese di fronte alle esportazioni (1

a

parte)

Marisa Gerbi Sethi

49

Da una ricerca sui sistemi finanziari di alcuni paesi Cee

* * *

55

Itma '79. Considerazioni conclusive

Franco Testore

59

Prospettive di export con Argentina e Colombia

Giorgio Pellicelli

65

L'introduzione della certificazione del bilancio nelle imprese pubbliche degli enti locali

Aldo Pedussia

69

Riforma delle Camere di commercio. Considerazioni sugli Organi amministrativi

Cesare Pedemonte

81 Andar par acqua

Roberto Gambino - Sandro Sassone - Pier Massimo Stanchi

89

La chiesa plebana in Piemonte

Maria Luisa Moncassoli Tibone

93

Il giardino zoologico di Torino

Eddi Bellando

101

Economia torinese

112

Camera commercio notizie

114 Tra i libri

123

Dalle riviste

In copertina:

Camillo Rho,

Primavera a S. Piè di Pecetto, 1946.

(Torino, Museo Civico).

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni debbono essere indirizzati alla Direzione della rivista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano la Direzione della rivista né l'Amministrazione camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono essere inviate in duplice copia. È vietata la riproduzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si resti-tuiscono.

Editore: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino. Presidente: Enrico Salza

Giunta: Domenico Appendino, Mario Catella, Giuseppe Cinotto, Renzo Gandini Franco

Gheddo, Enrico Salza, Alfredo Camillo Sgarlazzetta, Liberto Zattoni.

Direttore responsabile: Giancarlo Biraghi Vice direttore: Franco Alunno

Redattore capo: Bruno Cerrato Impaginazione: Studio Sogno

Composizione e stampa: Arti Grafiche V. Bona - Torino

Pubblicità: Publi Edit Cros s.a.s. - Via Amedeo Avogadro, 22 - 10121 Torino - Tel. 531.009

Direzione, redazione e amministrazione: 10123 Torino Palazzo deali Affari -Via S. Francesco da Paola, 24 - Telefono 57161.

I Aut. del Trib. di Torino in data 2531949 N. 430 • Corrispondenza: 10100 Torino -Casella postale 413 • Prezzo di vendita 1981 : un numero L. 5.000 • estero L. 10.000

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Camera di Commercio

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Sede: Palazzo degli Affari

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Corrispondenza : 10123 Torino

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10100 Torino - Casella Postale 413.

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Comitato Borsa 54.77.43

Ispettorato Tesoro 54.77.03.

Borsa Merci

10123 Torino

Via Andrea Doria, 15.

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(13)

ATLANTE DEI MUSEI PIEMONTESI

Gianni Sciolta

Fig. 1. Scultore valsesiano della seconda metà del XV secolo, Testa lignea. Varallo, Pinacoteca.

PINACOTECA DI VARALLO SESIA

1. Nel 1875 fu fondata a Varallo

Se-sia la Società per la conservazione

delle opere d'arte e dei monumenti in

Valsesia, per iniziativa di un gruppo

di solerti valsesiani, interessati ai

pro-blemi artistici: Giovanni Albertoni,

Giuseppe Antonini, Domenico Botta,

Giulio Arienta, Giuseppe Avondo,

Giacomo Duprà e Antonio Tosi De

Regis '.

Questa Società si poneva idealmente

accanto a due altre gloriose istituzioni,

che avevano avuto vita a Varallo tra la

fine del Settecento e gli inizi

dell'Otto-cento. Innanzi tutto la Scuola di

dise-gno elementare di figura, di ornato e

di architettura, istituita nel 1778, con

lo scopo «di istruire i giovani

valsesia-ni nella figura, nell'ornato, nella

pro-spettiva, dando loro anche un saggio di

geometria pratica e di architettura

civi-le»

2

. In secondo luogo, la Società

d'in-coraggiamento allo studio del Disegno

in Valsesia, promossa sin dal 1831 da

Giacomo Geniani e che fu approvata

nel 1833

3

.

Un anno dopo la fondazione della

So-cietà per la conservazione delle opere

d'arte e dei monumenti (1876) venne

pubblicato il suo Statuto organico da

cui si deducono gli intenti di questa

4

.

Erano principalmente di tre ordini. La

Società per la conservazione delle

ope-re d'arte e dei monumenti in Valsesia

si proponeva in primo luogo di

procu-rarsi un fondo destinato ai restauri,

all'acquisto e al mantenimento di

lavo-ri d'arte, alla conservazione delle opere

del Sacro Monte e alla difesa e alla

tu-tela delle bellezze naturali della

Valse-sia. In seconda istanza di formare una

Pinacoteca con opere d'arte sia antica

che moderna, e con oggetti artistici

ac-quistati dalla Società o ad essa donati,

oppure dati in custodia. Infine di

com-pilare un catalogo di tutti i

monumen-ti, le opere d'arte e gli oggetti di

inte-resse artistico, archeologico o storico,

esistenti in Valsesia e un secondo

cata-logo che abbracciasse tutto quanto si

presentava interessante e caratteristico

in Valsesia, nel costume, nel paesaggio,

nella fauna e nella flora.

2. Nell'ambito delle finalità della

So-cietà per la conservazione delle opere

d'arte e dei monumenti in Valsesia ci

fu dunque quella di formare una

Pina-coteca. Questa

5

ebbe inizio nel 1885

con una preziosa raccolta di tavole,

af-freschi, disegni, incisioni, miniature,

bronzi e gessi che ebbero una prima

provvisoria sistemazione nel museo di

Storia naturale creato da Pietro

Cal-derini

6

.

La Pinacoteca di Varallo permette

in-nanzi tutto al visitatore di avere una

concreta panoramica sullo svolgimento

nei secoli della storia della pittura (e

anche parzialmente della scultura) nella

Valsesia, che, com'è noto, fu almeno

dal tardo quattrocento, legata alle

vi-cende di quello che è il suo

monumen-to più caratteristico e famoso, il Sacro

Monte

7

.

Tra le sculture più antiche conservate

in Pinacoteca ci sono alcuni pezzi assai

interessanti e significativi, come la

Te-sta in legno con tracce di coloritura

(Catalogo 1960, n. 12), il Crocifisso

proveniente dalla parrocchiale di

Ala-gna, la Madonna in legno cosiddetta

della rosa (Catalogo . 1960, n. 3) il

Cro-cifisso da Campertogno (Catalogo

1960, n. 4) e infine il gruppo, pure

li-gneo, della cosiddetta «Pietra

dell'Un-zione» (Catalogo 1960, n. 5).

Sono esempi di scultura lignea

policro-ma variamente collocabili nella

secon-da metà del secolo XV, che bene

testi-moniano del clima culturale

«pre-gaudenziano» che si respira nella valle,

di poco anteriore (o contemporaneo)

alla fondazione del Sacro Monte,

anco-ra legato a schemi tardo gotici, di

mo-di fortemente espressivi, rustici,

popo-lari, dovuti a maestranze

probabilmen-te differenti

8

. La più singolare di

que-ste opere è certamente il gruppo di otto

sculture detto «Pietra dell'Unzione»

9

.

(14)

invece la poetica di questo insieme

scultoreo rivolta a esprimere sentimenti

immediati, essa è riconducibile alla

cul-tura lombarda, con riscontri

significati-vi con la produzione pittorica di

Marti-no Spanzotti

10

dalla quale, specie per

le ultime parti degli affreschi di Ivrea,

può scaturire un termine cronologico

preciso anche per il gruppo

dell'Unzio-ne (1493-95 circa).

Se dalle testimonianze scultoree

passia-mo a quelle pittoriche, le più antiche,

cronologicamente, riguardano

Gauden-zio Ferrari". Il primo tempo di questo

grande pittore è infatti, com'è noto,

strettamente legato alla decorazione del

Sacro Monte di Varallo. Sin dal

1490-93, e poi successivamente, nel 1493-95,

è probabile che Gaudenzio intervenga

nella Cappella della Vergine nella

chie-sa conventuale di S. Maria delle Grazie

e nel Sacello del Sepolcro della

Vergi-ne. Nel 1507 egli decora quindi la volta

della cappella di Santa Margherita

del-le Grazie; tra il 1508 e il '10 e poi tra il

1512 e il '13 decora la grande parete

divisoria della stessa chiesa. Scalate tra

il 1515 e il 1528 cadono invece altre

opere per Varallo, come l'ancona per

la parrocchiale di S. Gaudenzio e

alcu-ni pezzi conservati oggi in Pinacoteca.

Tra i principali'

2

figurano: una

Croci-fissione proveniente dalla chiesa di S.

Marta; quattro affreschi frammentari

con teste di Santi; alcuni frammenti

provenienti dal polittico per la

parroc-chiale di Quarona; un S. Francesco che

riceve le stigmate; indi un Martirio di

S. Caterina, forse predella del polittico

di S. Gaudenzio a Varallo; infine

Quattro Dottori della Chiesa. La

Cro-cifissione con cui si apre questa serie, è

un dipinto attribuito a Gaudenzio nel

periodo giovanile (ca. 1495-98), che

sti-listicamente dichiara ancora

chiara-mente i suoi legami con la tradizione

tardo-quattrocentesca milanese e

pave-se. Cronologicamente seguono i

fram-menti con S. Pietro Martire, frate

do-menicano dormiente, testa di uomo

con berretto rosso e infine un'altra

te-sta maschile. L'iconografia di queste

figure riconduce, secondo la

convin-cente e acuta ipotesi ricostruttiva del

Debiaggi, alla storia del Martirio di S.

Pietro martire. (Più esattamente a S.

Pietro Martire, fra Domenico, Carino

e Albertino). Anche per la cronologia e

la provenienza di queste opere mi pare

da accogliere l'ipotesi di questo

studio-so, che le colloca tra il 1505 e il 1506,

per l'accento peruginesco, che

soprat-tutto il S. Pietro martire mostra, e che

le ritiene provenienti dalla vecchia

col-legiata (anche se suggestiva sarebbe

una provenienza dall'omonima

chieset-ta di S. Pietro Martire).

Ad un tempo successivo la critica ha

posto tre tavole con i santi Giovanni

Battista, Pietro e la Beata Panacea,

provenienti da un polittico un tempo

nella parrocchiale di S. Giovanni al

monte sopra Quarona. Il polittico,

co-me puntualco-mente ha ancora indicato il

Debiaggi, era originariamente

costitui-to da più scomparti (la Madonna con il

Bambino si trova ancora nella chiesa

d'origine) e risale verosimilmente al

1513-14, cioè dopo il ciclo delle Grazie

e anteriormente al polittico di S.

Gau-denzio a Novara. I caratteri stilistici di

questo polittico, ora in parte ridipinto,

rinviano anche al S. Francesco che

ri-ceve le stigmate, il quale, come ha

in-dicato il Mallé, per le sue consonanze

con il polittico di Novara, deve cadere

intorno al 1515.

Ritenuto predella del polittico di

S. Gaudenzio a Novara, il Martirio

di S. Caterina, non appartiene a

quest'opera, per le diverse dimensioni,

e forse invece va posto in relazione ad

un dipinto raffigurante la Santa,

collo-cabile intorno al 1520, andato disperso

(Debiaggi).

I Quattro Dottori della Chiesa «cosi

ricchi di afflato umano e di

immedia-tezza espressiva nella sommarietà quasi

abbreviata della loro esecuzione»

(De-biaggi), provengono invece dal

politti-co di Gattinara, il quale va spostato

cronologicamente intorno al 1535 per

le sue relazioni formali e strutturali

con la Pala degli Aranci di Vercelli, il

Battesimo del Duomo di Casale e la

Crocifissione della Sabauda.

Le opere di Gaudenzio conservate nella

Pinacoteca di Varallo sono in sostanza

documenti importanti che dimostrano

ulteriormente il significato festoso,

ot-timistico, che è tratto caratteristico e

peculiare della sua poetica, e che

per-mettono di ricostruire nella maniera

più precisa il suo percorso iniziale.

(15)

Fig. 4. Scultore valsesiano 1480 ca.. La «Pietra dell'Unzione» ! particolare). Varallo, Pinacoteca.

Fig. 3. Scultore valsesiano 1480 ca.. La «Pietra dell'Unzione».

Varallo, Pinacoteca.

Per il capitolo della pittura del

Seicen-to, la Pinacoteca di Varallo custodisce

alcuni tra i testi figurativi più

impor-tanti di Tanzio (1580 ca.-1635)

13

. Due

David con la testa di Golia, un S.

An-tonio da Padova e la Vergine adorata

dai Santi Francesco e Carlo

14

.

Questi dipinti di grande qualità,

s'inse-riscono nel primo tempo dell'attività

dell'artista valsesiano, ancora cosi

problematico

Nativo di Riale di Alagna, tra il 1575 e

il 1580, il Tanzio ottiene nel 1600 un

salvacondotto per recarsi a Roma.

Ri-compare a Varallo nel 1616 dopo un

lungo silenzio dei documenti. Tra il

1616 e il 1620 esegue gli affreschi per

le cappelle XXVII e XXXIV del Sacro

Monte. Tra il 1626 e il 27 cadono gli

affreschi per la Cappella dell'Angelo

custode a Novara (S. Gaudenzio), le

pale di Vogogna, Vagna, e di S.

Cristi-na a Borgomanero. Dal 1628 (data

de-gli affreschi della cappella con la

Pre-sentazione a Erode al Sacro Monte di

Varallo) è nuovamente in Valsesia,

do-ve esegue la pala del Rosario di

Lumel-logno, quelle di Celio, di Fontaneto

d'Agogna, il S. Rocco di Camasco

(1631) e una lunetta per la parrocchiale

di Borgosesia (1634).

Il pezzo più precoce della pinacoteca

varallese è con tutta probabilità il

S. Antonio da Padova, proveniente,

secondo la tradizione, dalle Grazie di

Varallo. Il S. Antonio da Padova è un

pezzo strettamente caravaggesco,

nel-l'emergenza nitida delle forme. Deve

cadere poco prima della pala di

Do-modossola (1616), per i riferimenti

an-cora cosi precisi con la pala di

Pesco-costanzo.

Commentando il Davide e Golia

(Cata-logo, n. 58) il Longhi ne rilevava

(1943) la «mistura bellissima di

natura-lezza caravaggesca e di estremo

manie-rismo lombardo». Mistura, che nella

replica del medesimo soggetto

(Catalo-go, n. 57), diventa forte tensione

drammatica. Entrambe le opere

crono-logicamente devono cadere intorno al

tempo degli affreschi varallesi per la

cappella XXIV, del S. Giovanni nel

de-serto di Tulsa e del S. Sebastiano

cura-to dagli angeli della collezione Kress.

Esse hanno in comune il medesimo

sentimento d'angoscia che è messo in

risalto dall'evidenza caravaggesca con

cui sono presentate le figure, che si

ri-volgono allo spettatore, quasi con «un

bisogno d'invadere lo spazio fisico

nel-la necessità di occupare una

dimensio-ne che non è più solo quella del

dipin-to» (Testori, 1960).

Tale senso drammatico e fisicamente

incombente è avvertibile ancora nella

pala con la Vergine con i santi

France-sco e Carlo, dove «la costruzione non

avviene per distribuzione delle parti,

ma per accumulo di pesi e di carni,

pe-si e carni portati all'estremo della loro

evidenza esistenziale: che fu un modo

drammatico e modernissimo d'intender

la lezione caravaggesca» (Testori,

1960). La pala che proviene

dall'Orato-rio di San Carlo a Sabbia può, per

ra-gioni storico-documentarie precise,

es-sere collocata tra il 1633 e il 1634. In

essa il Tanzio raggiunge ormai «una

commozione severa affine a certe

im-magini del Cerano, segno di un

costan-te legame con l'arcostan-te milanese anche

ne-gli anni trascorsi in Valle; ma rispetto

al grande pittore milanese, appare una

sobrietà più castigata, non repressa, da

cui emerge anche un sentimento

reli-gioso» (Stefani Perrone).

(16)

(1725-1790 ca.), Giulio Arienta, Marco

Calderini (1850-1941), Zefferino

Care-stia (1849-1908)".

Oltre a documentare in m o d o preciso

lo sviluppo della pittura (e della

scultu-ra) in Valsesia dal tardo Quattrocento

alla fine dell'Ottocento la Pinacoteca

di Varallo contiene anche alcuni pezzi

di altre scuole e soprattutto custodisce

una delle raccolte di disegni più

impor-tanti del Piemonte.

Per i primi sono da ricordare dipinti di

Bernardino de' Conti, Dirk Bouts,

Da-niele Crespi, Francesco del Cairo,

Gia-como Grosso.

Nella collezione di disegni di antichi

maestri sono invece annoverati fogli di

elevata qualità utilizzati per lo studio

nella scuola del disegno di numerosi

autori valsesiani e di altre scuole

italia-ne, tra cui Baccio Bandinelli (una

Sibil-la), Cerano (Miracolo della

Partorien-te, Miracolo del Cappuccino), De

Grott, Tanzio (fra cui lo studio

prepa-ratorio per la Concezione di S. A n n a

della Sabauda e il Ritratto di pittore),

Gaudenzio (fra cui la Testa di S.

Gioacchino per la cacciata dal Tempio

della Sabauda), Ubaldo Gandolfi

(Cri-sto alla colonna e Invenzione della

cro-ce), Pier Francesco Gianoli,

Morazzo-ne (fra cui uno studio per la Salita al

Calvario nella cappella o m o n i m a al

Sa-cro Monte).

A P P E N D I C E

1. Documenti relativi alla Società

d'In-coraggiamento allo studio del Disegno

in Valsesia.

a) Domanda della Società per ottenere

l'ap-provazione Reale dello Statuto e

Concessio-ne dell'approvazioConcessio-ne (1833).

REALE MAESTÀ,

La Provincia di Valsesia non potendo per

la sterilità del suolo e per l'insignificante

suo commercio trarre mezzi da questi due

rami importanti, è forza che i suoi abitanti

si appiglino all'industria, e con questa si

procaccino la necessaria sussistenza.

Quindi è che i valsesiani perspicaci di genio

e di natura laboriosi sogliono per la

massi-ma parte dedicarsi alle arti meccaniche, e

recarsi ad esercitarle in Esteri Stati, dove

per l'indole loro sono con soddisfazione

ac-colti.

Contò la Valsesia in ogni tempo insigni

Pit-tori, Scultori ed abilissimi artefici in ogni

altro ramo, la qual cosa ha giustificato di

quanta utilità ed importanza sia la Scuola

di Disegno che esiste nella città di Varallo.

Dessa, mercé la benefica protezione che ha

dalla Sovrana Munificenza mai sempre

spe-rimentata, acquistò a quest'epoca un

soddi-sfacente lustro ed incremento. La sua

im-portanza, però, essendo per i valsesiani di

un grado eminente, risvegliò in essi il nobile

pensiero di promuovere e creare una

Socie-tà contribuente colla denominazione di

So-cietà d'Incoraggiamento per lo Studio del

Disegno in Valsesia.

La sua instituzione sarebbe del tutto

filan-tropica, ed il suo scopo di somma utilità

come diretto, promovendo lo studio del

di-segno, a formare altresì perfetti artefici

nel-le arti meccaniche. Concepito si fatto

pen-siero, sin dal 1831 ne fu progettato il primo

atto di fondazione, che fu susseguito da

ul-teriori deliberazioni e dalla compilazione

dei relativi Statuti Organici.

Coll'ultima di tali deliberazioni venne

con-ferito all'umile e fedelissimo servo della M.

V. il Cavaliere Francesco Serra, Intendente

f. f. di Riformatore degli Studi della

Pro-vincia, l'onorevole incarico d'implorare la

Governativa approvazione per l'instituzione

di simile Società e degli uniti suoi Statuti.

Egli pertanto nel presentarli appiè del

Tro-no di V. S. R. M., animato dal pensiero

che verrebbero benignamente accolti da un

Monarca le cui sollecitudini sono

incessan-temente dirette a proteggere, favorire e

pro-muovere le Scienze, le Arti ed ogni ramo

influente a procurare la felicità degli

affe-zionatissimi suoi sudditi, supplica

umilmen-te la S. R. V. M. a volere degnarsi di

por-tare su di essi il benigno suo sguardo, e,

ravvisandoli meritevoli del Supremo suo

fa-vore, a volere per tratto di sua grazia e

ma-gnanimità confermarli colla sua Sovrana

Sanzione, a riflesso pure che la Società in

discorso riuscirà altresì giovevole a curare

la conservazione dei particolari Monumenti

d'antichità in pittura e scultura esistenti

nella stessa Provincia, fra i quali primeggia

lo stupendo Santuario di Varallo, in

coe-renza alle paterne sollecitudini di M. V.

espresse nei Regi Brevetti del 24 novembre

e 11 dicembre 1832.

Che della grazia, ecc.

Varallo, 29 maggio 1833.

FRANCESCO SERRA V .

Intendente

Presidente della Società.

Fig. 5. Scultore valsesiano 1480 ca.. La «Pietra dell'Unzione» Iparticolare).

Varallo, Pinacoteca.

(17)

Fig. 9. Gaudenzio Ferrari, Fra Domenico e Albertino. Varallo, Pinacoteca.

Ill.mo sig. Padr. Col.mo

S. M. nell'udienza di jeri l'altro si è

degna-ta d'approvare gli Sdegna-tatuti Organici di

code-sta Società d'Incoraggiamento per lo Studio

del Disegno nella Valsesia, che V. S. ili.ma

ebbe ad un tal fine a trasmettermi col di

Lei foglio del 29 dell'or varcato maggio.

Ho l'onore di renderne informata V. S.

il-lustrissima per di Lei norma, ed ho pur

quello ad un tempo di riconfermarmi con

distinta stima.

Di V. S. illustrissima

Devot.mo Obb.imo Serv.

Segnato

D E LÈSCARENE.

Al sig. V. Intendente

della Provincia di Valsesia

VARALLO.

Torino, il 3 giugno 1833 dalla R. Segreteria

di Stato. Per gli affari dell'Interno.

b) Statuto Organico della Società

d'Inco-raggiamento allo Studio del Disegno in

Val-sesia (1905).

Capitolo I

Istituzione e scopo

ART. 1. La Società d'Incoraggiamento allo

Studio del Disegno in Valsesia, che si è

co-stituita il 4 Settembre 1831, con i relativi

Statuti Organici approvati con Atto

Sovra-no 3 GiugSovra-no 1833', ha per iscopo

l'avvia-mento dei giovani allo studio delle Belle

Arti per mezzo di Scuole di Disegno, di

In-taglio, di Plastica, di Scultura, applicabili

eziandio alle Arti Industriali e

Professiona-li

2

.

Ha sua sede in Varallo nel Palazzo di sua

proprietà.

ART. 2. La Società, per raggiungere il suo

scopo, potrà concorrere nella Scuola di

Di-segno, elementare, di figura, di ornato e di

architettura istituita fin dal 1778, e valersi

della Scuola-Laboratorio Barolo già istituita

fin dal 1835.

Istituirà altre Scuole speciali, a misura che

lo richiederà lo svolgimento del programma

d'insegnamento artistico in correlazione ai

proprii mezzi.

ART. 3. L'ammissione alle Scuole, il loro

ordinamento, programma e governo

forma-no materie di regolamenti speciali.

ART. 4. La Società provvede alle spese

occorrenti allo svolgimento della propria

azione:

a) con i suoi redditi patrimoniali;

b) con le contribuzioni dei Soci;

Fig. 7. Scultore valsesiano del sec. XV, Madonna della rosa.

Varallo, Pinacoteca.

Fig. 8. Gaudenzio Ferrari, Crocifissione. Varallo, Pinacoteca.

I

(18)

Fig. 11. Gaudenzio Ferrari, Polittico di Quarona. Varallo, Pinacoteca.

Fig. 12. Gaudenzio Ferrari, Le stigmate di S. Francesco. Varallo, Pinacoteca. Fig. 13. Gaudenzio Ferrari,

(19)

c) con gli utili derivanti dalla vendita delle

opere d'arte eseguite nelle Scuole della

So-cietà;

d) con le eventuali elargizioni del Governo,

Corpi Morali e Privati.

Capitolo II

Soci

ART. 5. La Società si compone di Soci

d'ambo i sessi: Vitalizi e Benemeriti.

ART. 6. I Soci Vitalizi sono quelli che

ver-sano una volta tanto la somma di lire

cento

3

. L'accettazione dei Soci Vitalizi

spet-ta al Consiglio Direttivo. Le quote dei Soci

Vitalizi si capitalizzano e si aggiungono al

patrimonio sociale.

ART. 7. All'Assemblea Generale è riservata

la facoltà di proclamare Soci Benemeriti

quelle persone che, con eccezionali

coope-razioni o donazioni, abbiano recato alla

So-cietà lustro e vantaggio. I Soci Benemeriti

godono degli identici diritti dei Soci

Vi-talizi.

Capitolo III

Consiglio Direttivo

ART. 8. La Società è rappresentata da un

Consiglio Direttivo scelto fra i Soci e

com-posto:

a) di un Presidente;

b) di due Vice-Presidenti, dei quali uno

re-sidente in Varallo.

c) di dodici Consiglieri, quattro dei quali

saranno eletti fra i Soci dimoranti fuori del

Capoluogo di Varallo.

d) di un Tesoriere e di un Segretario,

en-trambi senza voto deliberativo.

Per la validità delle deliberazioni di

Consi-glio farà mestieri l'intervento di sette

alme-no dei suoi Membri, compreso il

Presiden-te, o chi ne fa le veci

4

.

ART. 9. L'elezione dei Membri, di cui

all'articolo precedente, è riservata alla

As-semblea Generale, e si fa a scrutinio segreto

ed a maggioranza dei votanti.

E incompatibile la qualità di

Amministrato-re della Società in quanti ricevono assegni,

compensi, stipendi di qualunque sorta e per

qualsiasi motivo, ed in quanti hanno

inte-resse con la Società

5

.

Capitolo IV

Amministrazione

ART. 10. Il Precidente dirige le Adunanze e

veglia a che ogni Membro adempia alle

ri-spettive incombenze. Dura in carica un

triennio, ed è rieleggibile.

ART. 11. Il Vice-Presidente, scelto fra i

So-ci residenti in Varallo, surroga in tutto il

Presidente, quando questi si trova assente

od impedito.

I Vice-Presidenti durano in carica un

trien-nio, e sono rieleggibili.

ART. 12. Nel primo e nel secondo anno

dalle elezioni generali si estrarrà a sorte uno

dei tre Membri della Presidenza, e si

proce-derà alla sua surrogazione. Le surrogazioni

successive saranno determinate dalla

anzia-nità.

ART. 13. Venendo per qualsiasi motivo a

rendersi vacanti nel primo o secondo anno

di nomina la carica di Presidente o di

Vice-Presidente, nella prima Assemblea Generale

si addiverrà alla rispettiva surrogazione, ed

il nuovo eletto durerà in funzione sol

quan-to avrebbe duraquan-to il suo predecessore.

ART. 14. I Consiglieri durano in carica

quattro anni, e sono rieleggibili

6

. Alla fine

del primo, secondo, terzo anno dalle

elezio-ni generali si estrarranno a sorte tre

Consi-glieri, due tra i residenti e uno tra gli altri,

e si procederà alla loro surrogazione; le

sur-rogazioni annuali successive saranno

deter-minate dalla anzianità.

ART. 15. Il Consiglio Direttivo dovrà

rite-nere decaduto dal mandato ogni suo

Mem-bro residente che, nel corso di un anno,

senza giustificato motivo, sia stato assente

da tre sedute consecutive regolarmente

con-vocate, e avrà facoltà di nominare a sua

scelta fra i Soci chi sostituirà

provvisoria-mente il Membro decaduto, con preferenza

a coloro che nelle ultime elezioni per la

rin-novazione delle cariche sociali abbiano

ri-portato maggior numero di voti, o che

oc-cuparono l'ufficio di Consigliere. Gli eletti

dal Consiglio terranno il mandato

provviso-rio fino alla prossima Assemblea Generale

Ordinaria

7

.

ART. 16. Il Consiglio Direttivo provvede

all'esercizio economico della Società nel

li-mite dei bilanci approvati, cura la

esecuzio-ne delle deliberazioni, propoesecuzio-ne le nomiesecuzio-ne

degli Insegnanti, provvede a quella degli

Agenti di servizio, tutela il patrimonio

so-ciale, esamina finalmente le proposte dei

Soci fatte alla Presidenza, secondo il

Rego-lamento. Redige i bilanci preventivi e

con-suntivi da distribuirsi in tempo ai Soci con

le lettere di convocazione, e da presentarsi

ogni anno all'Assemblea.

ART. 17. Il Tesoriere è depositario dei

va-lori sociali, riceve le somme dovute alla

So-cietà, e soddisfa agli ordini di pagamento

rilasciati dal Consiglio Direttivo. A richiesta

di questo presenta la situazione della sua

contabilità. Presta cauzione a termine di

legge.

ART. 18. Il Segretario dipende direttamente

dal Consiglio Direttivo e dal Presidente,

al-le cui istruzioni deve conformarsi. Compila

i verbali delle adunanze tanto

dell'Assem-blea Generale, come del Consiglio

Diretti-vo; ha la custodia e la responsabilità di

tut-te le cartut-te e registri della Società, nonché

degli oggetti sociali che gli vengono

affida-ti; ne redige l'inventario e lo mantiene al

corrente.

ART. 19. Tanto il Tesoriere, quanto il

Se-gretario hanno diritto ad una indennità per

opere di ufficio, nelle somme determinate

dall'Assemblea all'atto delle rispettive loro

nomine: durano in carica un quinquennio e

sono rieleggibili.

ART. 20. Le nomine del Tesoriere e del

Se-gretario dovranno cadere sopra persone

re-sidenti a Varallo.

Capitolo V

Assemblea dei Soci

ART. 21. Non più tardi del mese di

Settem-bre d'ogni anno la Società si adunerà in

Assemblea Generale;

a) per approvare il conto consuntivo

dell'anno precedente, ed il bilancio

preven-tivo dell'anno seguente;

b) per la nomina dei Membri del Consiglio

e degli Insegnanti;

c) per la nomina di due Revisori che

dure-ranno in funzione un biennio, con incarico

di riferire sul conto consuntivo, ed

esprime-re il loro avviso eziandio sul progetto del

bilancio preventivo.

d) per tutti gli oggetti relativi allo scopo

della Società, come per stabilire sulle

pro-poste state presentate regolarmente in

pre-cedenza al Consiglio Direttivo.

ART. 22. La Società si convocherà in via

straordinaria sulla decisione del Consiglio

Direttivo, o sulla istanza collettiva e

moti-vata di almeno quindici Soci alla medesima

sottoscritti.

(20)

articoli dello Statuto Organico saranno

pre-se alla maggioranza di due terzi dei Soci

in-tervenuti alla seduta. Le votazioni poi

sa-ranno segrete trattandosi di persone,

sti-pendi, gratificazioni, salvo il disposto

dell'art. 9.

Capitolo VI

Abrogazione di disposizioni

statu-tarie

ART. 25. Sono abrogate tutte le

disposizio-ni statutarie precedenti.

2. Documenti relativi alla Società per

la conservazione delle Opere d'Arte e

dei Monumenti in Valsesia (1876-1925).

a) Statuto organico della società

(approva-to il 1876 e modifica(approva-to nel 1925).

Capo I

Scopo della Società

A R T . 1 . È

costituita, con sede in Varallo,

una Società stata fondata il 24 Settembre

1875, ed eretta poi in Ente Morale con

Re-gio Decreto 22 Aprile 1915, la quale ha per

iscopo di conservare le Opere d'Arte, i

Mo-numenti e le Bellezze Naturali della

Valse-sia, e si denomina: Società per la

conserva-zione delle Opere d'Arte e dei Monumenti

in Valsesia.

ART. 2. A ottenere tale scopo essa cercherà

modo:

a) di procacciarsi un fondo destinato ai

re-stauri delle Opere d'Arte e dei Monumenti

della Valsesia, all'acquisto e al

manteni-mento di lavori d'arte, alla conservazione

delle opere che si ammirano sul Sacro

Mon-te, e alla difesa e alla tutela delle Bellezze

Naturali della Valsesia;

b) di formare una Pinacoteca con opere di

arte sia antica come moderna, e con oggetti

artistici acquistati dalla Società, o ad essa

donati, oppure dati in custodia;

c) di compilare un Catalogo di tutti i

Mo-numenti, le Opere d'Arte e gli oggetti di

in-teresse artistico, o archeologico, o storico

esistenti in Valsesia; e un secondo Catalogo

che abbracci tutto quanto si presenta come

interessante e caratteristico in Valsesia sia

nel costume e nel paesaggio, come nella

fauna e nella flora.

(21)

Fig. 15. Tanzio da Varallo, S. Antonio da Padova IparticolareI. Varallo, Pinacoteca.

Fig. 17. Tanzio da Varallo, David e Golia.

Varallo, Pinacoteca.

Fig. 16. Tanzio da Varallo, David e Golia.

Varallo, Pinacoteca.

(22)

Capo II

Costituzione della Società

ART. 3. La Società si compone di tre specie

di Soci Vitalizi d'ambo i sessi: Ordinari,

Benefattori, Onorari.

ART. 4. Sono Soci Ordinari coloro che

pa-gano la quota unica di Lire cinquanta;

Sono Soci Benefattori coloro che donano

alla Società una somma non inferiore a

Li-re tLi-recento;

Sono Soci Onorari, per proclamazione fatta

in Assemblea Generale, coloro che, sebbene

fossero già Soci Ordinari o Benefattori

siansi resi specialmente benemeriti verso la

Società, o siano illustrazioni dell'Arte.

Capo III

Amministrazione

ART. 5. La Società è rappresentata ed

am-ministrata da un Consiglio di Direzione

composto di un Presidente, di un

Vicepresi-dente, di nove Consiglieri, di un Segretario

e di un Tesoriere, nominati fra i Soci. Le

funzioni del Consiglio di Direzione sono

gratuite.

ART. 6. Il Consiglio dura in carica due

an-ni, e si rinnova parzialmente ogni anno nel

modo seguente:

a) nel primo anno scadono il

Vicepresiden-te e cinque Consiglieri;

b) nel secondo anno scadono il Presidente,

quattro Consiglieri, il Segretario e il

Teso-riere.

La scadenza dei Consiglieri è determinata

dalla anzianità, salvo quando succedesse un

scioglimento generale del Consiglio, nel qual

caso la scadenza è determinata dalla sorte.

ART. 7. Quando, per morte o per

qualsivo-glia altra causa, qualche Membro della

Di-rezione venisse a mancare, sarà surrogato

alla prima Assemblea Generale; però il

Membro eletto in surrogazione durerà in

ufficio soltanto per il tempo che vi sarebbe

rimasto il suo predecessore.

ART. 8. Ogni anno verranno nominati tra i

Soci tre Revisori dei Conti, con incarico di

riferire all'Assemblea Generale sul Conto

consuntivo.

ART. 9. La Società sarà riunita in

Assem-blea Generale almeno una volta all'anno;

questa Assemblea Generale ordinaria sarà

tenuta entro il mese di Settembre.

Nell'Assemblea Generale ordinaria il

Consi-glio di Direzione presenterà il Conto della

sua gestione dell'anno precedente e il

Bilan-cio preventivo per l'anno susseguente, e

sottoporrà alla discussione le proposte da

Fig. 19. Pier Francesco Giano/i, Accompagnamento dei condannati.

Varallo, Pinacoteca.

Fig. 20. Giuseppe Antonio Pianca, Paesaggio.

Varallo, Pinacoteca.

(23)

Fig. 24. Dieric Bouts, Ecce homo. Varallo, Pinacoteca.

Fig. 25. Bernardino de' Conti, Ritratto d'uomo. Varallo, Pinacoteca. Fig. 26. Baccio Bandinelli, Sibilla. Varallo, Pinacoteca. Fig. 27. Gaudenzio Ferrari, Testa di S. Gioacchino. Varallo, Pinacoteca. Fig. 23. Giovanni d'Enrico, Testa di gentiluomo. Varallo, Pinacoteca.

esso formulate o presentate dai Soci non

più tardi del 31 Luglio.

In questa Assemblea si faranno pure le

no-mine dei Membri del consiglio di Direzione

e dei Revisori dei Conti.

ART. 10. Le Assemblee Generali

straordi-narie saranno tenute ogni volta che il

Con-siglio di Direzione le crederà necessarie, o

quando siano richieste da un numero di

So-ci non minore di venti. In esse saranno

di-scussi solamente gli oggetti portati

all'ordi-ne del giorno.

Tanto per le Assemblee Generali ordinarie,

quanto per le straordinarie l'ordine del

giorno sarà distribuito ai Soci almeno otto

giorni prima dell'Assemblea.

ART. 11. Le deliberazioni saranno valide

qualunque sia il numero dei Soci intervenuti e

si prenderanno a maggioranza assoluta di voti.

ART. 12. Il Consiglio di Direzione si

radu-nerà ogni volta che gli interessi della

Socie-tà o dell'Arte lo richiederanno, ed almeno

una volta ogni bimestre.

Per la validità delle deliberazioni occorrerà

la presenza di almeno cinque Membri,

com-preso il Presidente.

ART. 13. I Municipii e gli altri Enti Morali

che si ascriveranno tra i Soci,

parteciperan-no alle Assemblee Generali per mezzo di un

loro Rappresentante.

ART. 14. La Società determinerà

annual-mente l'impiego delle sue entrate in

occa-sione della formazione del Bilancio.

ART. 15. Le quote dei Soci Ordinari e

Benefat-tori saranno impiegate in Cartelle dello Stato, e

non si potrà disporre che dei loro interessi.

Capo IV

Vigilanza sui Monumenti, le Opere

d'Arte e le Bellezze Naturali

ART. 16. Il Consiglio di Direzione della

So-cietà potrà nominare persone di fiducia,

scelte tra i Soci, con mandato di vigilare e

riferire sopra la buona conservazione dei

Monumenti, delle Opere d'Arte e degli

og-getti di interesse artistico, o archeologico, o

storico; e sopra la difesa e la tutela delle

Bellezze Naturali della Valsesia.

Il Consiglio di Direzione curerà perché ogni

vallata o regione della Valsesia abbia un

proprio Rappresentante in questa

Commis-sione di vigilanza.

Il Presidente

Pittore

VITTORIO D E - M A R C H I

Il Segretario

(24)

N O T E

1 cfr. G. Romerio^Lo Società per la conservazione delle

opere d'arte e dei monumenti in Valsesia Varallo Cen-no Storico 1875-1928, Varallo Sesia, 1929. La società,

pituita il 24 settembre 1875, fu eretta ente morale nel Giovanni Albertoni che ne fu il primo Presidente era scultore (Varallo 1806-ivi, 1887). Fu a Roma allievo di Thorvaldsen e di Pietro Tenerani. Fu scultore della cor-te torinese, in particolar modo procor-tetto dalla regina Ma-ria Adelaide. Le sue opere principali sono: il monumen-to funerario della regina Maria Cristina ad Altacomba (Abazia), il monumento a Vincenzo Gioberti in piazza Carignano, il monumento a Lagrange in Piazza Lagran-ge, la statua con l'Agricoltura per la nuova facciata di palazzo Carignano (cfr. C. Debiaggi, Dizionario degli

artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Varallo, 1968).

Giuseppe Antonini, scultore (Rima S. Giuseppe 1833-Varallo, 1889), soprattutto noto per i monumenti a Vit-torio Emanuele II e al Generale Giacomo Antonini a Varallo, fu direttore del Laboratorio Barolo, parte della Società d'incoraggiamento allo studio del disegno in Valsesia, dal 1871 alla morte (cfr. C. Debiaggi,

Diziona-rio, 1968, ci!.).

Domenico Botta (Sabbia, 1820-ivi, 1905) lavorò come scultore in Germania e in California (cfr. C. Debiaggi,

Dizionario, 1968, cit.).

Giulio Arienta, pittore (Varallo, 1826-ivi, 1900), fu valo-roso soldato alla prima guerra d'indipendenza e per qualche tempo lavorò come insegnante a Buenos Aires (cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968, cit.).

Giuseppe Avondo, pittore (Balmuccia 1801-ivi, 1878), fecondo esecutore di opere di carattere religioso per là Valsesia e il Biellese (cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968,

cit.).

Giacomo Duprà (Varallo, 1823-ivi, 1887), pittore copista di Gaudenzio (cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968, cit.). Antonio Tosi De Regis (Rossa 1843-ivi, 1909). Pittore ritrattista e paesista e scultore (cfr. C. Debiaggi,

Dizio-nario, 1968, cit.).

2 Per la Società del disegno istituita nel 1778 cfr. G.

Romerio, La Società d'incoraggiamento allo studio del

disegno in Valsesia, cenni storici 1831-1924, Varallo

Se-sia, s. d. La Scuola del disegno sorse accanto alle Scuole pubbliche della Corte Superiore di Valsesia, fondate nel 1754 a Varallo. Sino al 1826 fu amministrata dalla De-putazione delle Scuole e in seguito passò alla Città di Varallo. Fu protetta poi dalla Società d'incoraggiamen-to, fondata nel 1831. Nel 1859, pur con la soppressione delle Scuole pubbliche della Corte Superiore, che furono sostituite con la Regia Scuola tecnica, l'antica scuola di disegno sopravvisse. Nei 1880 la Regia scuola tecnica provvide alla istituzione di una scuola propria per l'inse-gnamento del disegno, disponendo che l'antica scuola di disegno continuasse sotto la tutela della Società d'inco-raggiamento (questa nuova scuola fu diretta da Rocco Orgiazzi, Giacomo Avondo, Giovanni Battista Zali e Carlo Frigiolini).

3 Per la Società d'incoraggiamento allo studio de!

dise-gno in Va/sesia cfr. G. Romerio, Società, cit.

Giacomo Geniani, che ne fu il promotore, era incisore (Varallo, 1796-ivi, 1849).

Insegnò dal 1830 sino alla morte nella Scuola di disegno dove si era precedentemente formato (cfr. C. Debiaggi,

Dizionario, 1968, cit.).

La Società d'incoraggiamento, fondata nel 1831, e ap-provata nel 1833 (cfr. Appendice) fu creata «con lo sco-po di promuovere appunto lo studio del disegno e di sussidiare quei giovani privi di mezzi di fortuna, che in-tendessero dedicarsi alle belle arti. La cospicua elargizio-ne e l'alto patronato della regina Maria Cristina, vedova di Carlo Felice, nel 1836, e successivi altri lasciti e doni, permisero alla Società di prosperare e compiere un'ope-ra utilissima per oltre un secolo» (C. Debiaggi

Diziona-rio, 1968, cit., pp. 73-74).

Va ricordato inoltre, che accanto alla scuola del disegno e protetta dalla Società di incoraggiamento, fu istituita anche nel 1835, per opera del marchese Tancredi Falletti

(25)

Fig. 32. Tanzio da Varallo, Due teste. Varallo, Pinacoteca. Fig. 33. Tanzio da Varallo, testa di S. Rocco. Varallo, Pinacoteca.

(26)

di Barolo, una scuola-laboratorio per la scultura in le-gno, quindi, nello stesso anno, una scuola di geometria applicata alle arti e ai mestieri, nel 1840 l'insegnamento di architettura e nel 1864 e 1871 gli insegnamenti di scul-tura (plastica) e marmo, (cfr. G. Romerio, La società

d'incoraggiamento, cit.).

4 Cfr. Appendice.

I Per le raccolte della Pinacoteca si veda: G. Arienta,

Catalogo degli oggetti d'arte contenuti nella Pinacoteca di Varallo, Varallo, 1902; G. Z. La Pinacoteca di Varal-lo, in «Corriere valsesiano», 11 luglio, 1952; G. Sella, Varallo. La Pinacoteca è sistemata e riordinata nelle nuove sale, in «Corriere Valsesiano», 2 settembre 1939; Varallo, l'assemblea della Società di conservazione delle opere d'arte e dei monumenti in Valsesia, in «Corriere

Valsesiano», 7 settembre 1940; articoli questi che mi so-no stati segnalati dal prof. Casimiro Debiaggi, insigne studioso delle arti in Valsesia, che cordialmente qui rin-grazio.

Inoltre: Pinacoteca di Varallo Sesia. Catalogo a cura di M. Rosei, con un saggio introduttivo di A. M. Brizio

(L'arte in Valsesia), Varallo Sesia, 1960; Guida ai Musei del Piemonte, Torino, 1977, p. 32; Musei del Piemonte. Opere d'arte restaurate. Catalogo della mostra, Torino,

1978 (scheda sulla Pinacoteca di Varallo di S. Stefani Perrone), pp. 98-99; A.A.V.V., Capire l'Italia. I Musei

Schede, Milano, 1980, p. 30.

6 II Museo Pietro Calderini, inaugurato nel 1867, e

fon-dato due anni prima, comprendeva reperti dì storia na-turale, numismatica, etnografia, archeologia e autografi di uomini celebri (cfr. G. Romerio, La Società

d'inco-raggiamento, cit.).

' Per queste vicende rinvio all'articolo precedentemente citato di A. M. Brizio, L'arte in Valsesia (1960). Questo saggio può essere integrato da: A.A.V.V., Atti del

Con-gresso di Varallo Sesia (Soc. Piem. di Archeol. e belle arti), Varallo Sesia; 1960; V. Comoli Mandracci, Le an-tiche case valsesiane. Sviluppo di una cultura ambientale e problemi della sua tutela e valorizzazione, Varallo,

1967. Sulle vicende storico artistiche del Sacro Monte di Varallo si veda: M. Bernardi, Il Sacro Monte di Varallo, Torino, 1960.

' Queste sculture sono dovute a maestranze differenti. Più arcaica sembra la Madonna della rosa, mentre la Testa non presenta le analogie, notate dal Rosei, con la Pietra dell'Unzione e con il S. Pietro di Boccioleto. II Crocifisso, infine, è della stessa mano di un analo-go Crocifisso di collezione privata di Trino. Da esclu-dere per quest'ultimo pezzo un'ipotesi relativa ad una possibile paternità di Gaudenzio (come affacciato da L. Malie, Incontri con Gaudenzio, Torino, 1969, p. 116). Il Mallé (Incontri, 1969, cit., p. 116) attribuisce a Gaudenzio anche il crocifisso proveniente da Cam-pertogno, escluso, giustamente, dal Debiaggi (.Studi

Gaudenziani, Biella, 1977, p. 21) dal catalogo

dell'ar-tista.

® Per la Pietra dell'Unzione cfr. G. Testori, M. Viale Ferrerò, V. Viale, Elogio dell'arte novarese, Novara, 1961-62, p. 19; G. Repaci Courtois, La Pietra

dell'Un-zione di Martino Spanzotti, in «Critica d'arte», pp. 27

sgg. (che attribuisce il gruppo direttamente a Spanzotti). Escludono, di recente, questa paternità, anche L. Mallé

(Incontri, 1969, cit., p. 115) e C. Debiaggi (Studi, 1977, cit., p. 14).

10 Se accettabili sono i riscontri di cultura proposti dalla

Repaci Courtois, sono invece da respingere le sue con-clusioni attributive, fondate più sull'intuizione, che su una verifica critica.

" Sull'attività di Gaudenzio a Varallo si vedano princi-palmente i saggi pubblicati nel Catalogo della mostra di Gaudenzio Ferrari tenutasi a Vercelli nel 1956; quindi: A. M. Brizio, L'arte, 1960, cit.; G. Testori, Il gran

tea-tro montano, Milano, 1965; V. Viale, Gaudenzio Ferra-ri, Torino, 1968; L. Mallé, Incontri con Gaudenzio, cit.;

e infine il recente, e per molti versi risolutivo: C. De-biaggi, Studi, 1977, cit.

12 Altre opere sono infatti attribuite a Gaudenzio nella

Pinacoteca di Varallo:

— Angelo annunziante dall'amica chiesa del Sacro Monte (Catalogo 1960, n. 74), attribuito a Gaudenzio da Rosei e Testori; la Brizio lo ritiene di scuola.

Fig. 37. Ubaldo Gandoifi, Cristo alla colonna. Varallo, Pinacoteca.

— Due angeli musicanti (Catalogo 1960, nn. 80, 81). — S. Petronilla (Catalogo 1960 n. 84) quindi una testi-na di Santa (Catalogo 1960, n. 86) ritenuta dal Rosei di «cerchia di Gaudenzio» viene più opportunamente con-siderata autografo di Gaudenzio da parte del Debiaggi

(Studi, 1977, cit., pp. 40-42).

13 Sul Tanzio si veda: L. Tioli, Tanzio da Varallo, in

«Bollettino storico per la Provincia di Novara», 1939-40; R. Longhi, Ultimi studi sul Caravaggio e la sua

cer-chia, in «Proporzioni», 1940; W. Arslan, Affreschi del Tanzio a Milano, «Phoebus», 1948; R. Longhi, Catalo-go della mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi,

Mi-lano, 1951; G. Testori, Catalogo della mostra del

manie-rismo lombardo e piemontese del Seicento, Torino,

1955; Id., Tanzio da Varallo, Torino, 1960; F. M. Ferri,

Tanzio a Lumellogno, in «Paragone», 1966, 191; P.

Rosenberg, Un dessin de Tanzio da Varallo au Musée

de Copenhaghen, «Paragone», 1966, 199; K. Andrews, Two newly discovered drawings by Tanzio da Varallo,

in «Paragone», 1967, 207; M. Calvesi, Considerazioni

su Tanzio da Varallo, in «Studi in onore di Vittorio

Viale», Torino, 1967; G. Previtali, Frammenti del

Tan-zio a Napoli, in «Paragone», 1969, 229; S. Stefani

Per-rone, in II Seicento Lombardo. Catalogo dei dipinti e

delle sculture, Milano, s. d.

" Accanto a questi dipinti nella Pinacoteca di Varallo figurano del Tanzio anche un S. Rocco datato 1631

(Ca-talogo 1960, cit., n. 59), un S. Carlo Borromeo (Catalo-go 1960, cit., n. 61) e infine due angeli (Catalo(Catalo-go 1960, cit., n. 62).

15 La ricostruzione del primo tempo del Tanzio con le

opere abruzzesi è fatto recente (R. Longhi). Già però una fonte settecentesca (L. A. Cotta, Museo Novarese, Novara, 1701) dava conto della formazione e dell'attivi-tà romana e nell'Italia meridionale del Tanzio. Vale la pena di rileggere il Cotta (cfr. Del Museo novarese di

Lazaro Agostino Cotta. Stanza IV. Nella quale sono compartiti li pittori, scoltori, statuari); architetti ecc. che nelle arti loro rispettivamente sono memorabili. E final-mente un copioso numero di personaggi Novaresi per diverse cagioni notati dagli Scrittori, pp. 285-286), anche

perché evidenzia l'apporto veneto della cultura formale del Tanzio, ribadito poi dalla critica moderna (a comin-ciare da W. Arslan): «Antonio d'Enrico Tanzio. Delli tre pennelli novaresi, che da Luigi Scaramuzza si notano per l'eccellenza loro, due accrebbero lo splendore della Val Sesia. L'uno fu Gaudenzio Ferrari, del quale in ap-presso ragionerò; l'altro Antonio d'Enrico Tanzio nato in Alagna terra con termine a Vallesani e propria sede di quei popoli, de' quali accenna Egidio Thescudo parlan-do della Val Sesia. Nelle Accademie di Roma ebbe il I

Tanzio li principi e l'inoltramento a grandi cognizioni; ma abbandonatele il tempo che colà come in largo cam-po di conosciuta virtù cam-potea maggiormente spiegar l'am-piezza delle sue nobili idee, ritirossi alla patria. Ma non 10 ignorano Milano e Varallo: quello per le opere lascia-te nelle chiese di S. Angelo, della Pace e S. Antonio de' Teatini a concorrenza con li Carloni genovesi: e questo (Varallo) per gli isquisiti adornamenti ed istorie pennel-leggiate in tre Cappelle del Sacro Monte, rappresentanti 11 misteri di Cristo condotto a Pilato, mandato ad Erode e costituito nanti Pilato che si lava le mani. Antonio Busca (valentissimo pittore milanese) fu solito dire collo Scaramuzza che se Antonio Tanzio si fosse fatto vedere in Roma nella virile età, avrebbe potuto gareggiare con gli più rinomati maestri del nostro secolo, nel quale è fiorito. Egli non chiama secchezza, come gli inesperti sorti chiamerebbero, quell'amor soverchio, che dimostrò nel formare, o lambire delli suoi parti: ne mano tacciò per difettosa quella grande lentezza, colla quale operava assegnandola esso alla eccessiva insaziabilità di quel ge-nio e gusto, che non sa mai appagarsi anco nella perfet-ta ispressione delle concepute idee. Onde anco Luigi Scaramuzza nelle Finezze pag. 145 e 146 lo pareggia a Paolo Veronese, e dice non mancargli buon dissegno, l'espressione, vivacità; aggiustatezza delle teste e facilità nel colorire: il tutto condito con amoroso finimento. Lasciò alquante opere tanto di figura quanto di prospet-tiva in Napoli, in più luoghi della Puglia, in Venezia, in Vienna d'Austria l'anno 1627 in San Protaso di Domo d'Oscela, nell'Oratorio di San Carlo in Vogogna, nella Parochiale d'Acellio, in San Gaudenzio di Novara all'al-tare dell'Angelo Custode, in San Marco il ritratto di Paolo Gallarato e nel convento di Varallo dove mori quasi settuagenario. Di lui scrivono il Torre e in più luo-ghi del Ritratto, Sant'Agostino Immortalità (benché am-bidue errino nel cognome) notando le sue pitture pub-bliche in Milano, il Fasola Nuova Gierusalemme pag. 90, 99, 100, 106, Francesco Torrotto parimenti nella Nuova Gierusalemme pag. 79, 80, 85».

1 probabili spostamenti del Tanzio nell'Italia meridiona-le sono in sostanza i seguenti: dapprima forse a Napoli (opere a S. Restituta) sulla scia del Caravaggio; da Na-poli al Molise attraverso Isernia, Pescocostanzo, Fara S. Martino, Valle del Sangro, sino a Fossacesia (attestano il soggiorno in Molise le pale di Pescocostanzo e della Circoncisione). Lungo la via adriatica il Tanzio raggiun-se poi forraggiun-se Venezia e passò quindi in Lombardia (Mila-no, affreschi di S. Maria della Pace).

16 Per questi pittori cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968,

(27)

QUALE AGRICOLTURA

PER GLI ANNI DUEMILA?

A. Bozzini

1. INTRODUZIONE

I risultati produttivi ottenuti in questi

ultimi anni dall'attività agricola

mon-diale non hanno precedenti nella

sto-ria. Siamo oggi testimoni della più

grande rivoluzione mai esistita nei

con-fronti della produzione alimentare

mondiale. Tuttavia, Jean Mayer, nel

1975, in occasione della Conferenza

In-ternazionale sulla Produzione Vegetale

tenutasi nel Michigan, USA, disse:

«Nei prossimi 25 anni dobbiamo

pro-durre tanto cibo quanto l'umanità è

stata capace di produrre dagli albori

dell'Agricoltura fino ad oggi».

Oltre il 70% della popolazione vive

at-tualmente nei paesi in via di sviluppo e

l'80% degli strati più poveri

dell'uma-nità vive nelle campagne. Da stime

fat-te da molti organismi specializzati, tra

cui la FAO, la produzione agricola

do-vrebbe aumentare in questo ultimo

scorcio di secolo di almeno 3-4%

all'anno, se si vorrà anche solo

mante-nere l'attuale disponibilità di cibo per

ogni essere umano vivente. La

popola-zione mondiale, che già ora ha

supera-to i quattro miliardi di unità, molsupera-to

ve-rosimilmente raggiungerà i sei miliardi

agli inizi del 2000.

Dalle precendenti considerazioni

di-scende il tema di questo articolo: una

domanda che al tempo stesso desta

ri-spetto, che rappresenta per i tecnici

una formidabile sfida intellettuale e

morale, ma che può anche essere

moti-vo di grandi soddisfazioni, data

l'im-portanza che certamente l'Agricoltura

avrà nei prossimi anni.

(28)

2. I PROBLEMI DI BASE

PER LA PRODUZIONE AGRICOLA

Sono molti i problemi, le cui

dimensio-ni, pur variando da paese a paese,

su-scitano preoccupazione e le cui

soluzio-ni, anch'esse variabili da paese a paese,

rappresentano la base per lo sviluppo

economico e sociale dell'umanità, ed il

cui impatto sull'agricoltura si profila

particolarmente importante. Si

riporta-no qui di seguito due liste, la prima

delle quali presenta maggiori

compo-nenti ambientali, mentre la seconda è

maggiormente influenzata da fattori

umani, socio-economici e politici:

— Erosione e perdita di terreno

colti-vato o coltivabile.

— Cambiamenti climatici e calamità

naturali.

— Desertificazione.

— Malgoverno delle acque,

deforesta-zione.

— Polluzione e degradazione

ambien-tale.

— Carenza di fertilizzanti.

— Incidenza di parassiti, carenza di

pesticidi.

— Incremento demografico,

urbanizza-zione.

— Povertà, scarso potere d'acquisto.

— Malnutrizione e sottonutrizione.

— Disoccupazione, parziale o totale.

— Inflazione.

— Deficienza energetica.

— Maldistribuzione degli alimenti e dei

prodotti di base.

— Analfabetismo arretratezza culturale.

In questa sede non credo sia

opportu-no scendere nei dettagli, essendo

ognu-no dei fattori su citati argomento di

approfondite analisi, simposi,

confe-renze internazionali e dibattiti ad alto

livello. Solo poche osservazioni: per

Verosione — si stima che ogni anno sia

maggiore la superficie di terreno

arabi-le erosa di quanta sia messa ex novo in

coltura. Per cambiamenti climatici — il

fattore forse più discusso attualmente è

l'incremento di C 0

2

atmosferico (si

parla di un incremento di 0,3-0,4%

all'anno). Ciò dovrebbe determinare

un più accentuato «effetto serra» e

quindi portare a cambiamenti climatici

cospicui, ma, purtroppo, in gran parte

imprevedibili. La desertificazione e la

deforestazione ogni anno investono

mi-lioni e mimi-lioni di ettari (si parla di circa

sette milioni di ettari desertificati ogni

anno). Il malgoverno delle acque, che

interessa sia le zone aride che quelle ad

alta precipitazione, è legato anche a

vari fattori e problemi già menzionati.

La polluzione ambientale, è

particolar-mente importante per l'agricoltura dei

paesi sviluppati sia per l'inquinamento

industriale (di gran lunga il più

impor-tante), per l'inquinamento urbano e

per quello agricolo (uso sbagliato di

pesticidi, fertilizzanti, erbicidi, ecc.).

La carenza di fertilizzanti, oggi

presen-te in molti paesi per ragioni

economi-che, diverrà forse particolarmente

acu-ta tra qualche decennio per mancanza

di giacimenti (vedi fosforo)

economica-mente sfruttabili, o per deficienza di

energia. L'incidenza dei parassiti (sia

per i vegetali che per gli animali

do-mestici) specialmente a causa di non

corrette tecniche di prevenzione, di

controllo, per la monocoltura, per le

grandi concentrazioni degli

alleva-menti, ecc.

L'altra serie di fattori, a tutti ben noti,

ha una incidenza particolare nelle

cam-pagne e nell'ambiente agricolo,

gene-ralmente meno organizzato

politica-mente e socialpolitica-mente e quindi spesso

economicamente più vulnerabile.

Occorre tener presente che più dei

sin-goli fattori presi individualmente è

l'in-sieme e l'interrelazione tra questi che

rendono il problema della produzione e

dello sviluppo agricoli estremamente

complessi. Tenuto conto che nella

maggior parte dei paesi in via di

svi-luppo la popolazione agricola

rappre-senta spesso il 70-80% della

popolazio-ne totale, si comprende facilmente

qua-le notevoqua-le segmento dell'umanità sia

complessivamente interessato da questo

problema che riguarda, in definitiva,

l'intera umanità, ivi compresa la

popo-lazione urbana, anch'essa tributaria del

settore agricolo. Nella tabella 1 sono

riportati alcuni dati riguardanti le

pro-duzioni alimentari mondiali nel 1978,

come riferimento generale e per fornire

una base alla discussione.

Tabella 1. Produzioni alimentari mondiali nel

1978.

Prodotti milioni/tonn. Riso 374,9 Grano 418,1 Mais 358,0 Orzo 182,7 Sorgo 55,7 Miglio 45,1 Avena 50,2 Segale 26,1 Cereali minori 7,8 Manioca 109,0 Bovini 1.333,0 Ovini e caprini 1.435,0 Suini 700,0 Latte 457,5 Latte in polvere 1,4 Latte concentrato 4,5

Latte in polvere scremato 4,0

Burro 7,0 Formaggio 10,5 Zucchero 92,6 Caffè 4,2 Cacao 1,5 The 1,8 Banane 6,7 Pepe 0,1 Grassi e olii 54,8

Pannelli e farine da oleiginose 36,3

Agrumi 47,0

— arance 31,1

— tangerini 7,3

— limoni 4,6

— pompelmi 4,1

Vino (dato in ettolitri) 275,2

Prodotti della pesca 73,5

Farina dì pesce 4,4

3. ALCUNI EVENTI

FONDAMEN-TALI DELL'ULTIMO VENTENNIO

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