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3 Atlante dei musei piemontesi. Pinacoteca di Varallo Sesia
Gianni Sciolla
17 Quale agricoltura per gli anni duemila?
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Piccole e medie imprese di fronte alle esportazioni (1
aparte)
Marisa Gerbi Sethi
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Da una ricerca sui sistemi finanziari di alcuni paesi Cee
* * *55
Itma '79. Considerazioni conclusive
Franco Testore
59
Prospettive di export con Argentina e Colombia
Giorgio Pellicelli
65
L'introduzione della certificazione del bilancio nelle imprese pubbliche degli enti locali
Aldo Pedussia
69
Riforma delle Camere di commercio. Considerazioni sugli Organi amministrativi
Cesare Pedemonte
81 Andar par acqua
Roberto Gambino - Sandro Sassone - Pier Massimo Stanchi
89
La chiesa plebana in Piemonte
Maria Luisa Moncassoli Tibone
93
Il giardino zoologico di Torino
Eddi Bellando
101
Economia torinese
112
Camera commercio notizie
114 Tra i libri
123
Dalle riviste
In copertina:
Camillo Rho,Primavera a S. Piè di Pecetto, 1946.
(Torino, Museo Civico).
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ATLANTE DEI MUSEI PIEMONTESI
Gianni Sciolta
Fig. 1. Scultore valsesiano della seconda metà del XV secolo, Testa lignea. Varallo, Pinacoteca.
PINACOTECA DI VARALLO SESIA
1. Nel 1875 fu fondata a Varallo
Se-sia la Società per la conservazione
delle opere d'arte e dei monumenti in
Valsesia, per iniziativa di un gruppo
di solerti valsesiani, interessati ai
pro-blemi artistici: Giovanni Albertoni,
Giuseppe Antonini, Domenico Botta,
Giulio Arienta, Giuseppe Avondo,
Giacomo Duprà e Antonio Tosi De
Regis '.
Questa Società si poneva idealmente
accanto a due altre gloriose istituzioni,
che avevano avuto vita a Varallo tra la
fine del Settecento e gli inizi
dell'Otto-cento. Innanzi tutto la Scuola di
dise-gno elementare di figura, di ornato e
di architettura, istituita nel 1778, con
lo scopo «di istruire i giovani
valsesia-ni nella figura, nell'ornato, nella
pro-spettiva, dando loro anche un saggio di
geometria pratica e di architettura
civi-le»
2. In secondo luogo, la Società
d'in-coraggiamento allo studio del Disegno
in Valsesia, promossa sin dal 1831 da
Giacomo Geniani e che fu approvata
nel 1833
3.
Un anno dopo la fondazione della
So-cietà per la conservazione delle opere
d'arte e dei monumenti (1876) venne
pubblicato il suo Statuto organico da
cui si deducono gli intenti di questa
4.
Erano principalmente di tre ordini. La
Società per la conservazione delle
ope-re d'arte e dei monumenti in Valsesia
si proponeva in primo luogo di
procu-rarsi un fondo destinato ai restauri,
all'acquisto e al mantenimento di
lavo-ri d'arte, alla conservazione delle opere
del Sacro Monte e alla difesa e alla
tu-tela delle bellezze naturali della
Valse-sia. In seconda istanza di formare una
Pinacoteca con opere d'arte sia antica
che moderna, e con oggetti artistici
ac-quistati dalla Società o ad essa donati,
oppure dati in custodia. Infine di
com-pilare un catalogo di tutti i
monumen-ti, le opere d'arte e gli oggetti di
inte-resse artistico, archeologico o storico,
esistenti in Valsesia e un secondo
cata-logo che abbracciasse tutto quanto si
presentava interessante e caratteristico
in Valsesia, nel costume, nel paesaggio,
nella fauna e nella flora.
2. Nell'ambito delle finalità della
So-cietà per la conservazione delle opere
d'arte e dei monumenti in Valsesia ci
fu dunque quella di formare una
Pina-coteca. Questa
5ebbe inizio nel 1885
con una preziosa raccolta di tavole,
af-freschi, disegni, incisioni, miniature,
bronzi e gessi che ebbero una prima
provvisoria sistemazione nel museo di
Storia naturale creato da Pietro
Cal-derini
6.
La Pinacoteca di Varallo permette
in-nanzi tutto al visitatore di avere una
concreta panoramica sullo svolgimento
nei secoli della storia della pittura (e
anche parzialmente della scultura) nella
Valsesia, che, com'è noto, fu almeno
dal tardo quattrocento, legata alle
vi-cende di quello che è il suo
monumen-to più caratteristico e famoso, il Sacro
Monte
7.
Tra le sculture più antiche conservate
in Pinacoteca ci sono alcuni pezzi assai
interessanti e significativi, come la
Te-sta in legno con tracce di coloritura
(Catalogo 1960, n. 12), il Crocifisso
proveniente dalla parrocchiale di
Ala-gna, la Madonna in legno cosiddetta
della rosa (Catalogo . 1960, n. 3) il
Cro-cifisso da Campertogno (Catalogo
1960, n. 4) e infine il gruppo, pure
li-gneo, della cosiddetta «Pietra
dell'Un-zione» (Catalogo 1960, n. 5).
Sono esempi di scultura lignea
policro-ma variamente collocabili nella
secon-da metà del secolo XV, che bene
testi-moniano del clima culturale
«pre-gaudenziano» che si respira nella valle,
di poco anteriore (o contemporaneo)
alla fondazione del Sacro Monte,
anco-ra legato a schemi tardo gotici, di
mo-di fortemente espressivi, rustici,
popo-lari, dovuti a maestranze
probabilmen-te differenti
8. La più singolare di
que-ste opere è certamente il gruppo di otto
sculture detto «Pietra dell'Unzione»
9.
invece la poetica di questo insieme
scultoreo rivolta a esprimere sentimenti
immediati, essa è riconducibile alla
cul-tura lombarda, con riscontri
significati-vi con la produzione pittorica di
Marti-no Spanzotti
10dalla quale, specie per
le ultime parti degli affreschi di Ivrea,
può scaturire un termine cronologico
preciso anche per il gruppo
dell'Unzio-ne (1493-95 circa).
Se dalle testimonianze scultoree
passia-mo a quelle pittoriche, le più antiche,
cronologicamente, riguardano
Gauden-zio Ferrari". Il primo tempo di questo
grande pittore è infatti, com'è noto,
strettamente legato alla decorazione del
Sacro Monte di Varallo. Sin dal
1490-93, e poi successivamente, nel 1493-95,
è probabile che Gaudenzio intervenga
nella Cappella della Vergine nella
chie-sa conventuale di S. Maria delle Grazie
e nel Sacello del Sepolcro della
Vergi-ne. Nel 1507 egli decora quindi la volta
della cappella di Santa Margherita
del-le Grazie; tra il 1508 e il '10 e poi tra il
1512 e il '13 decora la grande parete
divisoria della stessa chiesa. Scalate tra
il 1515 e il 1528 cadono invece altre
opere per Varallo, come l'ancona per
la parrocchiale di S. Gaudenzio e
alcu-ni pezzi conservati oggi in Pinacoteca.
Tra i principali'
2figurano: una
Croci-fissione proveniente dalla chiesa di S.
Marta; quattro affreschi frammentari
con teste di Santi; alcuni frammenti
provenienti dal polittico per la
parroc-chiale di Quarona; un S. Francesco che
riceve le stigmate; indi un Martirio di
S. Caterina, forse predella del polittico
di S. Gaudenzio a Varallo; infine
Quattro Dottori della Chiesa. La
Cro-cifissione con cui si apre questa serie, è
un dipinto attribuito a Gaudenzio nel
periodo giovanile (ca. 1495-98), che
sti-listicamente dichiara ancora
chiara-mente i suoi legami con la tradizione
tardo-quattrocentesca milanese e
pave-se. Cronologicamente seguono i
fram-menti con S. Pietro Martire, frate
do-menicano dormiente, testa di uomo
con berretto rosso e infine un'altra
te-sta maschile. L'iconografia di queste
figure riconduce, secondo la
convin-cente e acuta ipotesi ricostruttiva del
Debiaggi, alla storia del Martirio di S.
Pietro martire. (Più esattamente a S.
Pietro Martire, fra Domenico, Carino
e Albertino). Anche per la cronologia e
la provenienza di queste opere mi pare
da accogliere l'ipotesi di questo
studio-so, che le colloca tra il 1505 e il 1506,
per l'accento peruginesco, che
soprat-tutto il S. Pietro martire mostra, e che
le ritiene provenienti dalla vecchia
col-legiata (anche se suggestiva sarebbe
una provenienza dall'omonima
chieset-ta di S. Pietro Martire).
Ad un tempo successivo la critica ha
posto tre tavole con i santi Giovanni
Battista, Pietro e la Beata Panacea,
provenienti da un polittico un tempo
nella parrocchiale di S. Giovanni al
monte sopra Quarona. Il polittico,
co-me puntualco-mente ha ancora indicato il
Debiaggi, era originariamente
costitui-to da più scomparti (la Madonna con il
Bambino si trova ancora nella chiesa
d'origine) e risale verosimilmente al
1513-14, cioè dopo il ciclo delle Grazie
e anteriormente al polittico di S.
Gau-denzio a Novara. I caratteri stilistici di
questo polittico, ora in parte ridipinto,
rinviano anche al S. Francesco che
ri-ceve le stigmate, il quale, come ha
in-dicato il Mallé, per le sue consonanze
con il polittico di Novara, deve cadere
intorno al 1515.
Ritenuto predella del polittico di
S. Gaudenzio a Novara, il Martirio
di S. Caterina, non appartiene a
quest'opera, per le diverse dimensioni,
e forse invece va posto in relazione ad
un dipinto raffigurante la Santa,
collo-cabile intorno al 1520, andato disperso
(Debiaggi).
I Quattro Dottori della Chiesa «cosi
ricchi di afflato umano e di
immedia-tezza espressiva nella sommarietà quasi
abbreviata della loro esecuzione»
(De-biaggi), provengono invece dal
politti-co di Gattinara, il quale va spostato
cronologicamente intorno al 1535 per
le sue relazioni formali e strutturali
con la Pala degli Aranci di Vercelli, il
Battesimo del Duomo di Casale e la
Crocifissione della Sabauda.
Le opere di Gaudenzio conservate nella
Pinacoteca di Varallo sono in sostanza
documenti importanti che dimostrano
ulteriormente il significato festoso,
ot-timistico, che è tratto caratteristico e
peculiare della sua poetica, e che
per-mettono di ricostruire nella maniera
più precisa il suo percorso iniziale.
Fig. 4. Scultore valsesiano 1480 ca.. La «Pietra dell'Unzione» ! particolare). Varallo, Pinacoteca.
Fig. 3. Scultore valsesiano 1480 ca.. La «Pietra dell'Unzione».
Varallo, Pinacoteca.
Per il capitolo della pittura del
Seicen-to, la Pinacoteca di Varallo custodisce
alcuni tra i testi figurativi più
impor-tanti di Tanzio (1580 ca.-1635)
13. Due
David con la testa di Golia, un S.
An-tonio da Padova e la Vergine adorata
dai Santi Francesco e Carlo
14.
Questi dipinti di grande qualità,
s'inse-riscono nel primo tempo dell'attività
dell'artista valsesiano, ancora cosi
problematico
Nativo di Riale di Alagna, tra il 1575 e
il 1580, il Tanzio ottiene nel 1600 un
salvacondotto per recarsi a Roma.
Ri-compare a Varallo nel 1616 dopo un
lungo silenzio dei documenti. Tra il
1616 e il 1620 esegue gli affreschi per
le cappelle XXVII e XXXIV del Sacro
Monte. Tra il 1626 e il 27 cadono gli
affreschi per la Cappella dell'Angelo
custode a Novara (S. Gaudenzio), le
pale di Vogogna, Vagna, e di S.
Cristi-na a Borgomanero. Dal 1628 (data
de-gli affreschi della cappella con la
Pre-sentazione a Erode al Sacro Monte di
Varallo) è nuovamente in Valsesia,
do-ve esegue la pala del Rosario di
Lumel-logno, quelle di Celio, di Fontaneto
d'Agogna, il S. Rocco di Camasco
(1631) e una lunetta per la parrocchiale
di Borgosesia (1634).
Il pezzo più precoce della pinacoteca
varallese è con tutta probabilità il
S. Antonio da Padova, proveniente,
secondo la tradizione, dalle Grazie di
Varallo. Il S. Antonio da Padova è un
pezzo strettamente caravaggesco,
nel-l'emergenza nitida delle forme. Deve
cadere poco prima della pala di
Do-modossola (1616), per i riferimenti
an-cora cosi precisi con la pala di
Pesco-costanzo.
Commentando il Davide e Golia
(Cata-logo, n. 58) il Longhi ne rilevava
(1943) la «mistura bellissima di
natura-lezza caravaggesca e di estremo
manie-rismo lombardo». Mistura, che nella
replica del medesimo soggetto
(Catalo-go, n. 57), diventa forte tensione
drammatica. Entrambe le opere
crono-logicamente devono cadere intorno al
tempo degli affreschi varallesi per la
cappella XXIV, del S. Giovanni nel
de-serto di Tulsa e del S. Sebastiano
cura-to dagli angeli della collezione Kress.
Esse hanno in comune il medesimo
sentimento d'angoscia che è messo in
risalto dall'evidenza caravaggesca con
cui sono presentate le figure, che si
ri-volgono allo spettatore, quasi con «un
bisogno d'invadere lo spazio fisico
nel-la necessità di occupare una
dimensio-ne che non è più solo quella del
dipin-to» (Testori, 1960).
Tale senso drammatico e fisicamente
incombente è avvertibile ancora nella
pala con la Vergine con i santi
France-sco e Carlo, dove «la costruzione non
avviene per distribuzione delle parti,
ma per accumulo di pesi e di carni,
pe-si e carni portati all'estremo della loro
evidenza esistenziale: che fu un modo
drammatico e modernissimo d'intender
la lezione caravaggesca» (Testori,
1960). La pala che proviene
dall'Orato-rio di San Carlo a Sabbia può, per
ra-gioni storico-documentarie precise,
es-sere collocata tra il 1633 e il 1634. In
essa il Tanzio raggiunge ormai «una
commozione severa affine a certe
im-magini del Cerano, segno di un
costan-te legame con l'arcostan-te milanese anche
ne-gli anni trascorsi in Valle; ma rispetto
al grande pittore milanese, appare una
sobrietà più castigata, non repressa, da
cui emerge anche un sentimento
reli-gioso» (Stefani Perrone).
(1725-1790 ca.), Giulio Arienta, Marco
Calderini (1850-1941), Zefferino
Care-stia (1849-1908)".
Oltre a documentare in m o d o preciso
lo sviluppo della pittura (e della
scultu-ra) in Valsesia dal tardo Quattrocento
alla fine dell'Ottocento la Pinacoteca
di Varallo contiene anche alcuni pezzi
di altre scuole e soprattutto custodisce
una delle raccolte di disegni più
impor-tanti del Piemonte.
Per i primi sono da ricordare dipinti di
Bernardino de' Conti, Dirk Bouts,
Da-niele Crespi, Francesco del Cairo,
Gia-como Grosso.
Nella collezione di disegni di antichi
maestri sono invece annoverati fogli di
elevata qualità utilizzati per lo studio
nella scuola del disegno di numerosi
autori valsesiani e di altre scuole
italia-ne, tra cui Baccio Bandinelli (una
Sibil-la), Cerano (Miracolo della
Partorien-te, Miracolo del Cappuccino), De
Grott, Tanzio (fra cui lo studio
prepa-ratorio per la Concezione di S. A n n a
della Sabauda e il Ritratto di pittore),
Gaudenzio (fra cui la Testa di S.
Gioacchino per la cacciata dal Tempio
della Sabauda), Ubaldo Gandolfi
(Cri-sto alla colonna e Invenzione della
cro-ce), Pier Francesco Gianoli,
Morazzo-ne (fra cui uno studio per la Salita al
Calvario nella cappella o m o n i m a al
Sa-cro Monte).
A P P E N D I C E
1. Documenti relativi alla Società
d'In-coraggiamento allo studio del Disegno
in Valsesia.
a) Domanda della Società per ottenere
l'ap-provazione Reale dello Statuto e
Concessio-ne dell'approvazioConcessio-ne (1833).
REALE MAESTÀ,
La Provincia di Valsesia non potendo per
la sterilità del suolo e per l'insignificante
suo commercio trarre mezzi da questi due
rami importanti, è forza che i suoi abitanti
si appiglino all'industria, e con questa si
procaccino la necessaria sussistenza.
Quindi è che i valsesiani perspicaci di genio
e di natura laboriosi sogliono per la
massi-ma parte dedicarsi alle arti meccaniche, e
recarsi ad esercitarle in Esteri Stati, dove
per l'indole loro sono con soddisfazione
ac-colti.
Contò la Valsesia in ogni tempo insigni
Pit-tori, Scultori ed abilissimi artefici in ogni
altro ramo, la qual cosa ha giustificato di
quanta utilità ed importanza sia la Scuola
di Disegno che esiste nella città di Varallo.
Dessa, mercé la benefica protezione che ha
dalla Sovrana Munificenza mai sempre
spe-rimentata, acquistò a quest'epoca un
soddi-sfacente lustro ed incremento. La sua
im-portanza, però, essendo per i valsesiani di
un grado eminente, risvegliò in essi il nobile
pensiero di promuovere e creare una
Socie-tà contribuente colla denominazione di
So-cietà d'Incoraggiamento per lo Studio del
Disegno in Valsesia.
La sua instituzione sarebbe del tutto
filan-tropica, ed il suo scopo di somma utilità
come diretto, promovendo lo studio del
di-segno, a formare altresì perfetti artefici
nel-le arti meccaniche. Concepito si fatto
pen-siero, sin dal 1831 ne fu progettato il primo
atto di fondazione, che fu susseguito da
ul-teriori deliberazioni e dalla compilazione
dei relativi Statuti Organici.
Coll'ultima di tali deliberazioni venne
con-ferito all'umile e fedelissimo servo della M.
V. il Cavaliere Francesco Serra, Intendente
f. f. di Riformatore degli Studi della
Pro-vincia, l'onorevole incarico d'implorare la
Governativa approvazione per l'instituzione
di simile Società e degli uniti suoi Statuti.
Egli pertanto nel presentarli appiè del
Tro-no di V. S. R. M., animato dal pensiero
che verrebbero benignamente accolti da un
Monarca le cui sollecitudini sono
incessan-temente dirette a proteggere, favorire e
pro-muovere le Scienze, le Arti ed ogni ramo
influente a procurare la felicità degli
affe-zionatissimi suoi sudditi, supplica
umilmen-te la S. R. V. M. a volere degnarsi di
por-tare su di essi il benigno suo sguardo, e,
ravvisandoli meritevoli del Supremo suo
fa-vore, a volere per tratto di sua grazia e
ma-gnanimità confermarli colla sua Sovrana
Sanzione, a riflesso pure che la Società in
discorso riuscirà altresì giovevole a curare
la conservazione dei particolari Monumenti
d'antichità in pittura e scultura esistenti
nella stessa Provincia, fra i quali primeggia
lo stupendo Santuario di Varallo, in
coe-renza alle paterne sollecitudini di M. V.
espresse nei Regi Brevetti del 24 novembre
e 11 dicembre 1832.
Che della grazia, ecc.
Varallo, 29 maggio 1833.
FRANCESCO SERRA V .
Intendente
Presidente della Società.
Fig. 5. Scultore valsesiano 1480 ca.. La «Pietra dell'Unzione» Iparticolare).
Varallo, Pinacoteca.
Fig. 9. Gaudenzio Ferrari, Fra Domenico e Albertino. Varallo, Pinacoteca.
Ill.mo sig. Padr. Col.mo
S. M. nell'udienza di jeri l'altro si è
degna-ta d'approvare gli Sdegna-tatuti Organici di
code-sta Società d'Incoraggiamento per lo Studio
del Disegno nella Valsesia, che V. S. ili.ma
ebbe ad un tal fine a trasmettermi col di
Lei foglio del 29 dell'or varcato maggio.
Ho l'onore di renderne informata V. S.
il-lustrissima per di Lei norma, ed ho pur
quello ad un tempo di riconfermarmi con
distinta stima.
Di V. S. illustrissima
Devot.mo Obb.imo Serv.
Segnato
D E LÈSCARENE.Al sig. V. Intendente
della Provincia di Valsesia
VARALLO.
Torino, il 3 giugno 1833 dalla R. Segreteria
di Stato. Per gli affari dell'Interno.
b) Statuto Organico della Società
d'Inco-raggiamento allo Studio del Disegno in
Val-sesia (1905).
Capitolo I
Istituzione e scopo
ART. 1. La Società d'Incoraggiamento allo
Studio del Disegno in Valsesia, che si è
co-stituita il 4 Settembre 1831, con i relativi
Statuti Organici approvati con Atto
Sovra-no 3 GiugSovra-no 1833', ha per iscopo
l'avvia-mento dei giovani allo studio delle Belle
Arti per mezzo di Scuole di Disegno, di
In-taglio, di Plastica, di Scultura, applicabili
eziandio alle Arti Industriali e
Professiona-li
2.
Ha sua sede in Varallo nel Palazzo di sua
proprietà.
ART. 2. La Società, per raggiungere il suo
scopo, potrà concorrere nella Scuola di
Di-segno, elementare, di figura, di ornato e di
architettura istituita fin dal 1778, e valersi
della Scuola-Laboratorio Barolo già istituita
fin dal 1835.
Istituirà altre Scuole speciali, a misura che
lo richiederà lo svolgimento del programma
d'insegnamento artistico in correlazione ai
proprii mezzi.
ART. 3. L'ammissione alle Scuole, il loro
ordinamento, programma e governo
forma-no materie di regolamenti speciali.
ART. 4. La Società provvede alle spese
occorrenti allo svolgimento della propria
azione:
a) con i suoi redditi patrimoniali;
b) con le contribuzioni dei Soci;
Fig. 7. Scultore valsesiano del sec. XV, Madonna della rosa.
Varallo, Pinacoteca.
Fig. 8. Gaudenzio Ferrari, Crocifissione. Varallo, Pinacoteca.
I
Fig. 11. Gaudenzio Ferrari, Polittico di Quarona. Varallo, Pinacoteca.
Fig. 12. Gaudenzio Ferrari, Le stigmate di S. Francesco. Varallo, Pinacoteca. Fig. 13. Gaudenzio Ferrari,
c) con gli utili derivanti dalla vendita delle
opere d'arte eseguite nelle Scuole della
So-cietà;
d) con le eventuali elargizioni del Governo,
Corpi Morali e Privati.
Capitolo II
Soci
ART. 5. La Società si compone di Soci
d'ambo i sessi: Vitalizi e Benemeriti.
ART. 6. I Soci Vitalizi sono quelli che
ver-sano una volta tanto la somma di lire
cento
3. L'accettazione dei Soci Vitalizi
spet-ta al Consiglio Direttivo. Le quote dei Soci
Vitalizi si capitalizzano e si aggiungono al
patrimonio sociale.
ART. 7. All'Assemblea Generale è riservata
la facoltà di proclamare Soci Benemeriti
quelle persone che, con eccezionali
coope-razioni o donazioni, abbiano recato alla
So-cietà lustro e vantaggio. I Soci Benemeriti
godono degli identici diritti dei Soci
Vi-talizi.
Capitolo III
Consiglio Direttivo
ART. 8. La Società è rappresentata da un
Consiglio Direttivo scelto fra i Soci e
com-posto:
a) di un Presidente;
b) di due Vice-Presidenti, dei quali uno
re-sidente in Varallo.
c) di dodici Consiglieri, quattro dei quali
saranno eletti fra i Soci dimoranti fuori del
Capoluogo di Varallo.
d) di un Tesoriere e di un Segretario,
en-trambi senza voto deliberativo.
Per la validità delle deliberazioni di
Consi-glio farà mestieri l'intervento di sette
alme-no dei suoi Membri, compreso il
Presiden-te, o chi ne fa le veci
4.
ART. 9. L'elezione dei Membri, di cui
all'articolo precedente, è riservata alla
As-semblea Generale, e si fa a scrutinio segreto
ed a maggioranza dei votanti.
E incompatibile la qualità di
Amministrato-re della Società in quanti ricevono assegni,
compensi, stipendi di qualunque sorta e per
qualsiasi motivo, ed in quanti hanno
inte-resse con la Società
5.
Capitolo IV
Amministrazione
ART. 10. Il Precidente dirige le Adunanze e
veglia a che ogni Membro adempia alle
ri-spettive incombenze. Dura in carica un
triennio, ed è rieleggibile.
ART. 11. Il Vice-Presidente, scelto fra i
So-ci residenti in Varallo, surroga in tutto il
Presidente, quando questi si trova assente
od impedito.
I Vice-Presidenti durano in carica un
trien-nio, e sono rieleggibili.
ART. 12. Nel primo e nel secondo anno
dalle elezioni generali si estrarrà a sorte uno
dei tre Membri della Presidenza, e si
proce-derà alla sua surrogazione. Le surrogazioni
successive saranno determinate dalla
anzia-nità.
ART. 13. Venendo per qualsiasi motivo a
rendersi vacanti nel primo o secondo anno
di nomina la carica di Presidente o di
Vice-Presidente, nella prima Assemblea Generale
si addiverrà alla rispettiva surrogazione, ed
il nuovo eletto durerà in funzione sol
quan-to avrebbe duraquan-to il suo predecessore.
ART. 14. I Consiglieri durano in carica
quattro anni, e sono rieleggibili
6. Alla fine
del primo, secondo, terzo anno dalle
elezio-ni generali si estrarranno a sorte tre
Consi-glieri, due tra i residenti e uno tra gli altri,
e si procederà alla loro surrogazione; le
sur-rogazioni annuali successive saranno
deter-minate dalla anzianità.
ART. 15. Il Consiglio Direttivo dovrà
rite-nere decaduto dal mandato ogni suo
Mem-bro residente che, nel corso di un anno,
senza giustificato motivo, sia stato assente
da tre sedute consecutive regolarmente
con-vocate, e avrà facoltà di nominare a sua
scelta fra i Soci chi sostituirà
provvisoria-mente il Membro decaduto, con preferenza
a coloro che nelle ultime elezioni per la
rin-novazione delle cariche sociali abbiano
ri-portato maggior numero di voti, o che
oc-cuparono l'ufficio di Consigliere. Gli eletti
dal Consiglio terranno il mandato
provviso-rio fino alla prossima Assemblea Generale
Ordinaria
7.
ART. 16. Il Consiglio Direttivo provvede
all'esercizio economico della Società nel
li-mite dei bilanci approvati, cura la
esecuzio-ne delle deliberazioni, propoesecuzio-ne le nomiesecuzio-ne
degli Insegnanti, provvede a quella degli
Agenti di servizio, tutela il patrimonio
so-ciale, esamina finalmente le proposte dei
Soci fatte alla Presidenza, secondo il
Rego-lamento. Redige i bilanci preventivi e
con-suntivi da distribuirsi in tempo ai Soci con
le lettere di convocazione, e da presentarsi
ogni anno all'Assemblea.
ART. 17. Il Tesoriere è depositario dei
va-lori sociali, riceve le somme dovute alla
So-cietà, e soddisfa agli ordini di pagamento
rilasciati dal Consiglio Direttivo. A richiesta
di questo presenta la situazione della sua
contabilità. Presta cauzione a termine di
legge.
ART. 18. Il Segretario dipende direttamente
dal Consiglio Direttivo e dal Presidente,
al-le cui istruzioni deve conformarsi. Compila
i verbali delle adunanze tanto
dell'Assem-blea Generale, come del Consiglio
Diretti-vo; ha la custodia e la responsabilità di
tut-te le cartut-te e registri della Società, nonché
degli oggetti sociali che gli vengono
affida-ti; ne redige l'inventario e lo mantiene al
corrente.
ART. 19. Tanto il Tesoriere, quanto il
Se-gretario hanno diritto ad una indennità per
opere di ufficio, nelle somme determinate
dall'Assemblea all'atto delle rispettive loro
nomine: durano in carica un quinquennio e
sono rieleggibili.
ART. 20. Le nomine del Tesoriere e del
Se-gretario dovranno cadere sopra persone
re-sidenti a Varallo.
Capitolo V
Assemblea dei Soci
ART. 21. Non più tardi del mese di
Settem-bre d'ogni anno la Società si adunerà in
Assemblea Generale;
a) per approvare il conto consuntivo
dell'anno precedente, ed il bilancio
preven-tivo dell'anno seguente;
b) per la nomina dei Membri del Consiglio
e degli Insegnanti;
c) per la nomina di due Revisori che
dure-ranno in funzione un biennio, con incarico
di riferire sul conto consuntivo, ed
esprime-re il loro avviso eziandio sul progetto del
bilancio preventivo.
d) per tutti gli oggetti relativi allo scopo
della Società, come per stabilire sulle
pro-poste state presentate regolarmente in
pre-cedenza al Consiglio Direttivo.
ART. 22. La Società si convocherà in via
straordinaria sulla decisione del Consiglio
Direttivo, o sulla istanza collettiva e
moti-vata di almeno quindici Soci alla medesima
sottoscritti.
articoli dello Statuto Organico saranno
pre-se alla maggioranza di due terzi dei Soci
in-tervenuti alla seduta. Le votazioni poi
sa-ranno segrete trattandosi di persone,
sti-pendi, gratificazioni, salvo il disposto
dell'art. 9.
Capitolo VI
Abrogazione di disposizioni
statu-tarie
ART. 25. Sono abrogate tutte le
disposizio-ni statutarie precedenti.
2. Documenti relativi alla Società per
la conservazione delle Opere d'Arte e
dei Monumenti in Valsesia (1876-1925).
a) Statuto organico della società
(approva-to il 1876 e modifica(approva-to nel 1925).
Capo I
Scopo della Società
A R T . 1 . È
costituita, con sede in Varallo,
una Società stata fondata il 24 Settembre
1875, ed eretta poi in Ente Morale con
Re-gio Decreto 22 Aprile 1915, la quale ha per
iscopo di conservare le Opere d'Arte, i
Mo-numenti e le Bellezze Naturali della
Valse-sia, e si denomina: Società per la
conserva-zione delle Opere d'Arte e dei Monumenti
in Valsesia.
ART. 2. A ottenere tale scopo essa cercherà
modo:
a) di procacciarsi un fondo destinato ai
re-stauri delle Opere d'Arte e dei Monumenti
della Valsesia, all'acquisto e al
manteni-mento di lavori d'arte, alla conservazione
delle opere che si ammirano sul Sacro
Mon-te, e alla difesa e alla tutela delle Bellezze
Naturali della Valsesia;
b) di formare una Pinacoteca con opere di
arte sia antica come moderna, e con oggetti
artistici acquistati dalla Società, o ad essa
donati, oppure dati in custodia;
c) di compilare un Catalogo di tutti i
Mo-numenti, le Opere d'Arte e gli oggetti di
in-teresse artistico, o archeologico, o storico
esistenti in Valsesia; e un secondo Catalogo
che abbracci tutto quanto si presenta come
interessante e caratteristico in Valsesia sia
nel costume e nel paesaggio, come nella
fauna e nella flora.
Fig. 15. Tanzio da Varallo, S. Antonio da Padova IparticolareI. Varallo, Pinacoteca.
Fig. 17. Tanzio da Varallo, David e Golia.
Varallo, Pinacoteca.
Fig. 16. Tanzio da Varallo, David e Golia.
Varallo, Pinacoteca.
Capo II
Costituzione della Società
ART. 3. La Società si compone di tre specie
di Soci Vitalizi d'ambo i sessi: Ordinari,
Benefattori, Onorari.
ART. 4. Sono Soci Ordinari coloro che
pa-gano la quota unica di Lire cinquanta;
Sono Soci Benefattori coloro che donano
alla Società una somma non inferiore a
Li-re tLi-recento;
Sono Soci Onorari, per proclamazione fatta
in Assemblea Generale, coloro che, sebbene
fossero già Soci Ordinari o Benefattori
siansi resi specialmente benemeriti verso la
Società, o siano illustrazioni dell'Arte.
Capo III
Amministrazione
ART. 5. La Società è rappresentata ed
am-ministrata da un Consiglio di Direzione
composto di un Presidente, di un
Vicepresi-dente, di nove Consiglieri, di un Segretario
e di un Tesoriere, nominati fra i Soci. Le
funzioni del Consiglio di Direzione sono
gratuite.
ART. 6. Il Consiglio dura in carica due
an-ni, e si rinnova parzialmente ogni anno nel
modo seguente:
a) nel primo anno scadono il
Vicepresiden-te e cinque Consiglieri;
b) nel secondo anno scadono il Presidente,
quattro Consiglieri, il Segretario e il
Teso-riere.
La scadenza dei Consiglieri è determinata
dalla anzianità, salvo quando succedesse un
scioglimento generale del Consiglio, nel qual
caso la scadenza è determinata dalla sorte.
ART. 7. Quando, per morte o per
qualsivo-glia altra causa, qualche Membro della
Di-rezione venisse a mancare, sarà surrogato
alla prima Assemblea Generale; però il
Membro eletto in surrogazione durerà in
ufficio soltanto per il tempo che vi sarebbe
rimasto il suo predecessore.
ART. 8. Ogni anno verranno nominati tra i
Soci tre Revisori dei Conti, con incarico di
riferire all'Assemblea Generale sul Conto
consuntivo.
ART. 9. La Società sarà riunita in
Assem-blea Generale almeno una volta all'anno;
questa Assemblea Generale ordinaria sarà
tenuta entro il mese di Settembre.
Nell'Assemblea Generale ordinaria il
Consi-glio di Direzione presenterà il Conto della
sua gestione dell'anno precedente e il
Bilan-cio preventivo per l'anno susseguente, e
sottoporrà alla discussione le proposte da
Fig. 19. Pier Francesco Giano/i, Accompagnamento dei condannati.
Varallo, Pinacoteca.
Fig. 20. Giuseppe Antonio Pianca, Paesaggio.
Varallo, Pinacoteca.
Fig. 24. Dieric Bouts, Ecce homo. Varallo, Pinacoteca.
Fig. 25. Bernardino de' Conti, Ritratto d'uomo. Varallo, Pinacoteca. Fig. 26. Baccio Bandinelli, Sibilla. Varallo, Pinacoteca. Fig. 27. Gaudenzio Ferrari, Testa di S. Gioacchino. Varallo, Pinacoteca. Fig. 23. Giovanni d'Enrico, Testa di gentiluomo. Varallo, Pinacoteca.
esso formulate o presentate dai Soci non
più tardi del 31 Luglio.
In questa Assemblea si faranno pure le
no-mine dei Membri del consiglio di Direzione
e dei Revisori dei Conti.
ART. 10. Le Assemblee Generali
straordi-narie saranno tenute ogni volta che il
Con-siglio di Direzione le crederà necessarie, o
quando siano richieste da un numero di
So-ci non minore di venti. In esse saranno
di-scussi solamente gli oggetti portati
all'ordi-ne del giorno.
Tanto per le Assemblee Generali ordinarie,
quanto per le straordinarie l'ordine del
giorno sarà distribuito ai Soci almeno otto
giorni prima dell'Assemblea.
ART. 11. Le deliberazioni saranno valide
qualunque sia il numero dei Soci intervenuti e
si prenderanno a maggioranza assoluta di voti.
ART. 12. Il Consiglio di Direzione si
radu-nerà ogni volta che gli interessi della
Socie-tà o dell'Arte lo richiederanno, ed almeno
una volta ogni bimestre.
Per la validità delle deliberazioni occorrerà
la presenza di almeno cinque Membri,
com-preso il Presidente.
ART. 13. I Municipii e gli altri Enti Morali
che si ascriveranno tra i Soci,
parteciperan-no alle Assemblee Generali per mezzo di un
loro Rappresentante.
ART. 14. La Società determinerà
annual-mente l'impiego delle sue entrate in
occa-sione della formazione del Bilancio.
ART. 15. Le quote dei Soci Ordinari e
Benefat-tori saranno impiegate in Cartelle dello Stato, e
non si potrà disporre che dei loro interessi.
Capo IV
Vigilanza sui Monumenti, le Opere
d'Arte e le Bellezze Naturali
ART. 16. Il Consiglio di Direzione della
So-cietà potrà nominare persone di fiducia,
scelte tra i Soci, con mandato di vigilare e
riferire sopra la buona conservazione dei
Monumenti, delle Opere d'Arte e degli
og-getti di interesse artistico, o archeologico, o
storico; e sopra la difesa e la tutela delle
Bellezze Naturali della Valsesia.
Il Consiglio di Direzione curerà perché ogni
vallata o regione della Valsesia abbia un
proprio Rappresentante in questa
Commis-sione di vigilanza.
Il Presidente
Pittore
VITTORIO D E - M A R C H IIl Segretario
N O T E
1 cfr. G. Romerio^Lo Società per la conservazione delle
opere d'arte e dei monumenti in Valsesia Varallo Cen-no Storico 1875-1928, Varallo Sesia, 1929. La società,
pituita il 24 settembre 1875, fu eretta ente morale nel Giovanni Albertoni che ne fu il primo Presidente era scultore (Varallo 1806-ivi, 1887). Fu a Roma allievo di Thorvaldsen e di Pietro Tenerani. Fu scultore della cor-te torinese, in particolar modo procor-tetto dalla regina Ma-ria Adelaide. Le sue opere principali sono: il monumen-to funerario della regina Maria Cristina ad Altacomba (Abazia), il monumento a Vincenzo Gioberti in piazza Carignano, il monumento a Lagrange in Piazza Lagran-ge, la statua con l'Agricoltura per la nuova facciata di palazzo Carignano (cfr. C. Debiaggi, Dizionario degli
artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Varallo, 1968).
Giuseppe Antonini, scultore (Rima S. Giuseppe 1833-Varallo, 1889), soprattutto noto per i monumenti a Vit-torio Emanuele II e al Generale Giacomo Antonini a Varallo, fu direttore del Laboratorio Barolo, parte della Società d'incoraggiamento allo studio del disegno in Valsesia, dal 1871 alla morte (cfr. C. Debiaggi,
Diziona-rio, 1968, ci!.).
Domenico Botta (Sabbia, 1820-ivi, 1905) lavorò come scultore in Germania e in California (cfr. C. Debiaggi,
Dizionario, 1968, cit.).
Giulio Arienta, pittore (Varallo, 1826-ivi, 1900), fu valo-roso soldato alla prima guerra d'indipendenza e per qualche tempo lavorò come insegnante a Buenos Aires (cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968, cit.).
Giuseppe Avondo, pittore (Balmuccia 1801-ivi, 1878), fecondo esecutore di opere di carattere religioso per là Valsesia e il Biellese (cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968,
cit.).
Giacomo Duprà (Varallo, 1823-ivi, 1887), pittore copista di Gaudenzio (cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968, cit.). Antonio Tosi De Regis (Rossa 1843-ivi, 1909). Pittore ritrattista e paesista e scultore (cfr. C. Debiaggi,
Dizio-nario, 1968, cit.).
2 Per la Società del disegno istituita nel 1778 cfr. G.
Romerio, La Società d'incoraggiamento allo studio del
disegno in Valsesia, cenni storici 1831-1924, Varallo
Se-sia, s. d. La Scuola del disegno sorse accanto alle Scuole pubbliche della Corte Superiore di Valsesia, fondate nel 1754 a Varallo. Sino al 1826 fu amministrata dalla De-putazione delle Scuole e in seguito passò alla Città di Varallo. Fu protetta poi dalla Società d'incoraggiamen-to, fondata nel 1831. Nel 1859, pur con la soppressione delle Scuole pubbliche della Corte Superiore, che furono sostituite con la Regia Scuola tecnica, l'antica scuola di disegno sopravvisse. Nei 1880 la Regia scuola tecnica provvide alla istituzione di una scuola propria per l'inse-gnamento del disegno, disponendo che l'antica scuola di disegno continuasse sotto la tutela della Società d'inco-raggiamento (questa nuova scuola fu diretta da Rocco Orgiazzi, Giacomo Avondo, Giovanni Battista Zali e Carlo Frigiolini).
3 Per la Società d'incoraggiamento allo studio de!
dise-gno in Va/sesia cfr. G. Romerio, Società, cit.
Giacomo Geniani, che ne fu il promotore, era incisore (Varallo, 1796-ivi, 1849).
Insegnò dal 1830 sino alla morte nella Scuola di disegno dove si era precedentemente formato (cfr. C. Debiaggi,
Dizionario, 1968, cit.).
La Società d'incoraggiamento, fondata nel 1831, e ap-provata nel 1833 (cfr. Appendice) fu creata «con lo sco-po di promuovere appunto lo studio del disegno e di sussidiare quei giovani privi di mezzi di fortuna, che in-tendessero dedicarsi alle belle arti. La cospicua elargizio-ne e l'alto patronato della regina Maria Cristina, vedova di Carlo Felice, nel 1836, e successivi altri lasciti e doni, permisero alla Società di prosperare e compiere un'ope-ra utilissima per oltre un secolo» (C. Debiaggi
Diziona-rio, 1968, cit., pp. 73-74).
Va ricordato inoltre, che accanto alla scuola del disegno e protetta dalla Società di incoraggiamento, fu istituita anche nel 1835, per opera del marchese Tancredi Falletti
Fig. 32. Tanzio da Varallo, Due teste. Varallo, Pinacoteca. Fig. 33. Tanzio da Varallo, testa di S. Rocco. Varallo, Pinacoteca.
di Barolo, una scuola-laboratorio per la scultura in le-gno, quindi, nello stesso anno, una scuola di geometria applicata alle arti e ai mestieri, nel 1840 l'insegnamento di architettura e nel 1864 e 1871 gli insegnamenti di scul-tura (plastica) e marmo, (cfr. G. Romerio, La società
d'incoraggiamento, cit.).
4 Cfr. Appendice.
I Per le raccolte della Pinacoteca si veda: G. Arienta,
Catalogo degli oggetti d'arte contenuti nella Pinacoteca di Varallo, Varallo, 1902; G. Z. La Pinacoteca di Varal-lo, in «Corriere valsesiano», 11 luglio, 1952; G. Sella, Varallo. La Pinacoteca è sistemata e riordinata nelle nuove sale, in «Corriere Valsesiano», 2 settembre 1939; Varallo, l'assemblea della Società di conservazione delle opere d'arte e dei monumenti in Valsesia, in «Corriere
Valsesiano», 7 settembre 1940; articoli questi che mi so-no stati segnalati dal prof. Casimiro Debiaggi, insigne studioso delle arti in Valsesia, che cordialmente qui rin-grazio.
Inoltre: Pinacoteca di Varallo Sesia. Catalogo a cura di M. Rosei, con un saggio introduttivo di A. M. Brizio
(L'arte in Valsesia), Varallo Sesia, 1960; Guida ai Musei del Piemonte, Torino, 1977, p. 32; Musei del Piemonte. Opere d'arte restaurate. Catalogo della mostra, Torino,
1978 (scheda sulla Pinacoteca di Varallo di S. Stefani Perrone), pp. 98-99; A.A.V.V., Capire l'Italia. I Musei
Schede, Milano, 1980, p. 30.
6 II Museo Pietro Calderini, inaugurato nel 1867, e
fon-dato due anni prima, comprendeva reperti dì storia na-turale, numismatica, etnografia, archeologia e autografi di uomini celebri (cfr. G. Romerio, La Società
d'inco-raggiamento, cit.).
' Per queste vicende rinvio all'articolo precedentemente citato di A. M. Brizio, L'arte in Valsesia (1960). Questo saggio può essere integrato da: A.A.V.V., Atti del
Con-gresso di Varallo Sesia (Soc. Piem. di Archeol. e belle arti), Varallo Sesia; 1960; V. Comoli Mandracci, Le an-tiche case valsesiane. Sviluppo di una cultura ambientale e problemi della sua tutela e valorizzazione, Varallo,
1967. Sulle vicende storico artistiche del Sacro Monte di Varallo si veda: M. Bernardi, Il Sacro Monte di Varallo, Torino, 1960.
' Queste sculture sono dovute a maestranze differenti. Più arcaica sembra la Madonna della rosa, mentre la Testa non presenta le analogie, notate dal Rosei, con la Pietra dell'Unzione e con il S. Pietro di Boccioleto. II Crocifisso, infine, è della stessa mano di un analo-go Crocifisso di collezione privata di Trino. Da esclu-dere per quest'ultimo pezzo un'ipotesi relativa ad una possibile paternità di Gaudenzio (come affacciato da L. Malie, Incontri con Gaudenzio, Torino, 1969, p. 116). Il Mallé (Incontri, 1969, cit., p. 116) attribuisce a Gaudenzio anche il crocifisso proveniente da Cam-pertogno, escluso, giustamente, dal Debiaggi (.Studi
Gaudenziani, Biella, 1977, p. 21) dal catalogo
dell'ar-tista.
® Per la Pietra dell'Unzione cfr. G. Testori, M. Viale Ferrerò, V. Viale, Elogio dell'arte novarese, Novara, 1961-62, p. 19; G. Repaci Courtois, La Pietra
dell'Un-zione di Martino Spanzotti, in «Critica d'arte», pp. 27
sgg. (che attribuisce il gruppo direttamente a Spanzotti). Escludono, di recente, questa paternità, anche L. Mallé
(Incontri, 1969, cit., p. 115) e C. Debiaggi (Studi, 1977, cit., p. 14).
10 Se accettabili sono i riscontri di cultura proposti dalla
Repaci Courtois, sono invece da respingere le sue con-clusioni attributive, fondate più sull'intuizione, che su una verifica critica.
" Sull'attività di Gaudenzio a Varallo si vedano princi-palmente i saggi pubblicati nel Catalogo della mostra di Gaudenzio Ferrari tenutasi a Vercelli nel 1956; quindi: A. M. Brizio, L'arte, 1960, cit.; G. Testori, Il gran
tea-tro montano, Milano, 1965; V. Viale, Gaudenzio Ferra-ri, Torino, 1968; L. Mallé, Incontri con Gaudenzio, cit.;
e infine il recente, e per molti versi risolutivo: C. De-biaggi, Studi, 1977, cit.
12 Altre opere sono infatti attribuite a Gaudenzio nella
Pinacoteca di Varallo:
— Angelo annunziante dall'amica chiesa del Sacro Monte (Catalogo 1960, n. 74), attribuito a Gaudenzio da Rosei e Testori; la Brizio lo ritiene di scuola.
Fig. 37. Ubaldo Gandoifi, Cristo alla colonna. Varallo, Pinacoteca.
— Due angeli musicanti (Catalogo 1960, nn. 80, 81). — S. Petronilla (Catalogo 1960 n. 84) quindi una testi-na di Santa (Catalogo 1960, n. 86) ritenuta dal Rosei di «cerchia di Gaudenzio» viene più opportunamente con-siderata autografo di Gaudenzio da parte del Debiaggi
(Studi, 1977, cit., pp. 40-42).
13 Sul Tanzio si veda: L. Tioli, Tanzio da Varallo, in
«Bollettino storico per la Provincia di Novara», 1939-40; R. Longhi, Ultimi studi sul Caravaggio e la sua
cer-chia, in «Proporzioni», 1940; W. Arslan, Affreschi del Tanzio a Milano, «Phoebus», 1948; R. Longhi, Catalo-go della mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi,
Mi-lano, 1951; G. Testori, Catalogo della mostra del
manie-rismo lombardo e piemontese del Seicento, Torino,
1955; Id., Tanzio da Varallo, Torino, 1960; F. M. Ferri,
Tanzio a Lumellogno, in «Paragone», 1966, 191; P.
Rosenberg, Un dessin de Tanzio da Varallo au Musée
de Copenhaghen, «Paragone», 1966, 199; K. Andrews, Two newly discovered drawings by Tanzio da Varallo,
in «Paragone», 1967, 207; M. Calvesi, Considerazioni
su Tanzio da Varallo, in «Studi in onore di Vittorio
Viale», Torino, 1967; G. Previtali, Frammenti del
Tan-zio a Napoli, in «Paragone», 1969, 229; S. Stefani
Per-rone, in II Seicento Lombardo. Catalogo dei dipinti e
delle sculture, Milano, s. d.
" Accanto a questi dipinti nella Pinacoteca di Varallo figurano del Tanzio anche un S. Rocco datato 1631
(Ca-talogo 1960, cit., n. 59), un S. Carlo Borromeo (Catalo-go 1960, cit., n. 61) e infine due angeli (Catalo(Catalo-go 1960, cit., n. 62).
15 La ricostruzione del primo tempo del Tanzio con le
opere abruzzesi è fatto recente (R. Longhi). Già però una fonte settecentesca (L. A. Cotta, Museo Novarese, Novara, 1701) dava conto della formazione e dell'attivi-tà romana e nell'Italia meridionale del Tanzio. Vale la pena di rileggere il Cotta (cfr. Del Museo novarese di
Lazaro Agostino Cotta. Stanza IV. Nella quale sono compartiti li pittori, scoltori, statuari); architetti ecc. che nelle arti loro rispettivamente sono memorabili. E final-mente un copioso numero di personaggi Novaresi per diverse cagioni notati dagli Scrittori, pp. 285-286), anche
perché evidenzia l'apporto veneto della cultura formale del Tanzio, ribadito poi dalla critica moderna (a comin-ciare da W. Arslan): «Antonio d'Enrico Tanzio. Delli tre pennelli novaresi, che da Luigi Scaramuzza si notano per l'eccellenza loro, due accrebbero lo splendore della Val Sesia. L'uno fu Gaudenzio Ferrari, del quale in ap-presso ragionerò; l'altro Antonio d'Enrico Tanzio nato in Alagna terra con termine a Vallesani e propria sede di quei popoli, de' quali accenna Egidio Thescudo parlan-do della Val Sesia. Nelle Accademie di Roma ebbe il I
Tanzio li principi e l'inoltramento a grandi cognizioni; ma abbandonatele il tempo che colà come in largo cam-po di conosciuta virtù cam-potea maggiormente spiegar l'am-piezza delle sue nobili idee, ritirossi alla patria. Ma non 10 ignorano Milano e Varallo: quello per le opere lascia-te nelle chiese di S. Angelo, della Pace e S. Antonio de' Teatini a concorrenza con li Carloni genovesi: e questo (Varallo) per gli isquisiti adornamenti ed istorie pennel-leggiate in tre Cappelle del Sacro Monte, rappresentanti 11 misteri di Cristo condotto a Pilato, mandato ad Erode e costituito nanti Pilato che si lava le mani. Antonio Busca (valentissimo pittore milanese) fu solito dire collo Scaramuzza che se Antonio Tanzio si fosse fatto vedere in Roma nella virile età, avrebbe potuto gareggiare con gli più rinomati maestri del nostro secolo, nel quale è fiorito. Egli non chiama secchezza, come gli inesperti sorti chiamerebbero, quell'amor soverchio, che dimostrò nel formare, o lambire delli suoi parti: ne mano tacciò per difettosa quella grande lentezza, colla quale operava assegnandola esso alla eccessiva insaziabilità di quel ge-nio e gusto, che non sa mai appagarsi anco nella perfet-ta ispressione delle concepute idee. Onde anco Luigi Scaramuzza nelle Finezze pag. 145 e 146 lo pareggia a Paolo Veronese, e dice non mancargli buon dissegno, l'espressione, vivacità; aggiustatezza delle teste e facilità nel colorire: il tutto condito con amoroso finimento. Lasciò alquante opere tanto di figura quanto di prospet-tiva in Napoli, in più luoghi della Puglia, in Venezia, in Vienna d'Austria l'anno 1627 in San Protaso di Domo d'Oscela, nell'Oratorio di San Carlo in Vogogna, nella Parochiale d'Acellio, in San Gaudenzio di Novara all'al-tare dell'Angelo Custode, in San Marco il ritratto di Paolo Gallarato e nel convento di Varallo dove mori quasi settuagenario. Di lui scrivono il Torre e in più luo-ghi del Ritratto, Sant'Agostino Immortalità (benché am-bidue errino nel cognome) notando le sue pitture pub-bliche in Milano, il Fasola Nuova Gierusalemme pag. 90, 99, 100, 106, Francesco Torrotto parimenti nella Nuova Gierusalemme pag. 79, 80, 85».
1 probabili spostamenti del Tanzio nell'Italia meridiona-le sono in sostanza i seguenti: dapprima forse a Napoli (opere a S. Restituta) sulla scia del Caravaggio; da Na-poli al Molise attraverso Isernia, Pescocostanzo, Fara S. Martino, Valle del Sangro, sino a Fossacesia (attestano il soggiorno in Molise le pale di Pescocostanzo e della Circoncisione). Lungo la via adriatica il Tanzio raggiun-se poi forraggiun-se Venezia e passò quindi in Lombardia (Mila-no, affreschi di S. Maria della Pace).
16 Per questi pittori cfr. C. Debiaggi, Dizionario, 1968,
QUALE AGRICOLTURA
PER GLI ANNI DUEMILA?
A. Bozzini
1. INTRODUZIONE
I risultati produttivi ottenuti in questi
ultimi anni dall'attività agricola
mon-diale non hanno precedenti nella
sto-ria. Siamo oggi testimoni della più
grande rivoluzione mai esistita nei
con-fronti della produzione alimentare
mondiale. Tuttavia, Jean Mayer, nel
1975, in occasione della Conferenza
In-ternazionale sulla Produzione Vegetale
tenutasi nel Michigan, USA, disse:
«Nei prossimi 25 anni dobbiamo
pro-durre tanto cibo quanto l'umanità è
stata capace di produrre dagli albori
dell'Agricoltura fino ad oggi».
Oltre il 70% della popolazione vive
at-tualmente nei paesi in via di sviluppo e
l'80% degli strati più poveri
dell'uma-nità vive nelle campagne. Da stime
fat-te da molti organismi specializzati, tra
cui la FAO, la produzione agricola
do-vrebbe aumentare in questo ultimo
scorcio di secolo di almeno 3-4%
all'anno, se si vorrà anche solo
mante-nere l'attuale disponibilità di cibo per
ogni essere umano vivente. La
popola-zione mondiale, che già ora ha
supera-to i quattro miliardi di unità, molsupera-to
ve-rosimilmente raggiungerà i sei miliardi
agli inizi del 2000.
Dalle precendenti considerazioni
di-scende il tema di questo articolo: una
domanda che al tempo stesso desta
ri-spetto, che rappresenta per i tecnici
una formidabile sfida intellettuale e
morale, ma che può anche essere
moti-vo di grandi soddisfazioni, data
l'im-portanza che certamente l'Agricoltura
avrà nei prossimi anni.
2. I PROBLEMI DI BASE
PER LA PRODUZIONE AGRICOLA
Sono molti i problemi, le cui
dimensio-ni, pur variando da paese a paese,
su-scitano preoccupazione e le cui
soluzio-ni, anch'esse variabili da paese a paese,
rappresentano la base per lo sviluppo
economico e sociale dell'umanità, ed il
cui impatto sull'agricoltura si profila
particolarmente importante. Si
riporta-no qui di seguito due liste, la prima
delle quali presenta maggiori
compo-nenti ambientali, mentre la seconda è
maggiormente influenzata da fattori
umani, socio-economici e politici:
— Erosione e perdita di terreno
colti-vato o coltivabile.
— Cambiamenti climatici e calamità
naturali.
— Desertificazione.
— Malgoverno delle acque,
deforesta-zione.
— Polluzione e degradazione
ambien-tale.
— Carenza di fertilizzanti.
— Incidenza di parassiti, carenza di
pesticidi.
— Incremento demografico,
urbanizza-zione.
— Povertà, scarso potere d'acquisto.
— Malnutrizione e sottonutrizione.
— Disoccupazione, parziale o totale.
— Inflazione.
— Deficienza energetica.
— Maldistribuzione degli alimenti e dei
prodotti di base.
— Analfabetismo arretratezza culturale.
In questa sede non credo sia
opportu-no scendere nei dettagli, essendo
ognu-no dei fattori su citati argomento di
approfondite analisi, simposi,
confe-renze internazionali e dibattiti ad alto
livello. Solo poche osservazioni: per
Verosione — si stima che ogni anno sia
maggiore la superficie di terreno
arabi-le erosa di quanta sia messa ex novo in
coltura. Per cambiamenti climatici — il
fattore forse più discusso attualmente è
l'incremento di C 0
2atmosferico (si
parla di un incremento di 0,3-0,4%
all'anno). Ciò dovrebbe determinare
un più accentuato «effetto serra» e
quindi portare a cambiamenti climatici
cospicui, ma, purtroppo, in gran parte
imprevedibili. La desertificazione e la
deforestazione ogni anno investono
mi-lioni e mimi-lioni di ettari (si parla di circa
sette milioni di ettari desertificati ogni
anno). Il malgoverno delle acque, che
interessa sia le zone aride che quelle ad
alta precipitazione, è legato anche a
vari fattori e problemi già menzionati.
La polluzione ambientale, è
particolar-mente importante per l'agricoltura dei
paesi sviluppati sia per l'inquinamento
industriale (di gran lunga il più
impor-tante), per l'inquinamento urbano e
per quello agricolo (uso sbagliato di
pesticidi, fertilizzanti, erbicidi, ecc.).
La carenza di fertilizzanti, oggi
presen-te in molti paesi per ragioni
economi-che, diverrà forse particolarmente
acu-ta tra qualche decennio per mancanza
di giacimenti (vedi fosforo)
economica-mente sfruttabili, o per deficienza di
energia. L'incidenza dei parassiti (sia
per i vegetali che per gli animali
do-mestici) specialmente a causa di non
corrette tecniche di prevenzione, di
controllo, per la monocoltura, per le
grandi concentrazioni degli
alleva-menti, ecc.
L'altra serie di fattori, a tutti ben noti,
ha una incidenza particolare nelle
cam-pagne e nell'ambiente agricolo,
gene-ralmente meno organizzato
politica-mente e socialpolitica-mente e quindi spesso
economicamente più vulnerabile.
Occorre tener presente che più dei
sin-goli fattori presi individualmente è
l'in-sieme e l'interrelazione tra questi che
rendono il problema della produzione e
dello sviluppo agricoli estremamente
complessi. Tenuto conto che nella
maggior parte dei paesi in via di
svi-luppo la popolazione agricola
rappre-senta spesso il 70-80% della
popolazio-ne totale, si comprende facilmente
qua-le notevoqua-le segmento dell'umanità sia
complessivamente interessato da questo
problema che riguarda, in definitiva,
l'intera umanità, ivi compresa la
popo-lazione urbana, anch'essa tributaria del
settore agricolo. Nella tabella 1 sono
riportati alcuni dati riguardanti le
pro-duzioni alimentari mondiali nel 1978,
come riferimento generale e per fornire
una base alla discussione.
Tabella 1. Produzioni alimentari mondiali nel
1978.
Prodotti milioni/tonn. Riso 374,9 Grano 418,1 Mais 358,0 Orzo 182,7 Sorgo 55,7 Miglio 45,1 Avena 50,2 Segale 26,1 Cereali minori 7,8 Manioca 109,0 Bovini 1.333,0 Ovini e caprini 1.435,0 Suini 700,0 Latte 457,5 Latte in polvere 1,4 Latte concentrato 4,5Latte in polvere scremato 4,0
Burro 7,0 Formaggio 10,5 Zucchero 92,6 Caffè 4,2 Cacao 1,5 The 1,8 Banane 6,7 Pepe 0,1 Grassi e olii 54,8
Pannelli e farine da oleiginose 36,3
Agrumi 47,0
— arance 31,1
— tangerini 7,3
— limoni 4,6
— pompelmi 4,1
Vino (dato in ettolitri) 275,2
Prodotti della pesca 73,5
Farina dì pesce 4,4