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Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1976

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CAMERA DI COMMERCIO SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE (IV GRUPPO) / 70 - 1» SEM.

INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA

1/2

DI TORINO • I ANNO 1976

(2)

Le preoccupazioni i

sono il peggior compagno di viaggio.

Non guastatevi il più bel programma di viaggio con la preoccupazione di portarvi dietro tutto, o di ricordare se avete chiuso bene la porta di casa. Ci sono ladri specializzati in scippi, ed altri che emergono nel furto d'appartamenti.

Meglio affidarsi alle nostre Cassette di sicurezza, perfette per proteggere il vostro tesoro di famiglia:

argenteria, gioielli, documenti Depositateli da noi e partite leggeri.

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È il nostro modo di augurarvi "buone vacanze! ".

vediamoci pili spesso.

la banca aperta.

CASSA DI RISPARMIO

DI TORINO

(3)

WMNOO SI PENSA AUA HAI. SI PENSA AU'

AUTOMOBILE. IN 70 ANNI AUA FIAT SI E' PENSATO A

FARE MOLTO DI PIT CHE L'AUTOMOBILE SOLTANTO.

Alla Fiat, é risaputo, si fanno automobili da sem-pre. E molte altre cose in più. È interessante ad esempio ricordare che quando la Fiat si avviava a produrre automobili in serie, era già impegnata nel settore dei veicoli industriali ( 1 9 0 3 ) E che negli anni in cui Felice Nazzaro, su Fiat, vinceva le più importanti gare automobilistiche. Targa Florio compresa, la Fiat aveva già realiz-zato motori diesel ( 1 9 0 7 ) e d'aviazione (1908). Successivamente la Fiat iniziava una produzione siderurgica autonoma ( 1 9 1 7 ) . costruiva le prime automotrici ferroviarie (1917), e i primi trattori agricoli (1919).

Storia più recente é l'inizio delle attività nei setto-ri dell'energia nucleare (1958), delle macchine movimento terra (1958), delle turbine a gas (1960). dell'edilizia e degli impianti - Fiat Engi-neering (1973).

Oggi la Fiat opera in tutti questi e in altri settori. I suoi veicoli v e n g o n o costruiti o montati in 3 0 paesi diversi. L'esportazione di prodotti, di tecni-che e di k n o w - h o w , raggiunge 125 paesi.

I

l nome Fiat, quindi, ieri come oggi, non vuol dire soltanto automo-bili. Alla Fiat c'è sempre stata la volontà imprenditoriale di esten-dere la capacità e le esperienze acquisite negli anni a tutti i settori industriali in fase di sviluppo. Oggi la volontà di cogliere ogni valida opportunità di lavoro si é ulteriormente accresciuta per tenere il pas-so dell'evoluzione economica.

Eccone alcuni punti:

VEICOLI INDUSTRIALI

Cinque marche di grande tradizione (tre italiane: Fiat, O M , Lancia; una francese: Unic, una tedesca: Magirus Deutz) hanno unito il loro potenziale tecnico e produttivo e hanno costituito una delle maggiori imprese del settore: l'IVECO. Stabilimenti diretti in Italia, Francia e Germania. Licenze e montaggi in oltre 20 paesi del mondo.

TRATTORI AGRICOLI

Primo costruttore del m o n d o di trattori a cingoli, primo in Europa di trattori a ruote. La Fiat Trattori s.p.a. rappresenta da sola oltre il

10% della produzione mondiale del settore.

MACCHINE MOVIMENTO TERRA

La Fiat Allis é uno dei leaders internazionali del settore. Ha stabili-menti in Italia, Stati Uniti, Inghilterra e Brasile. Esporta in tutti i pae-si del mondo.

AVIAZIONE

In collaborazione con i maggiori costruttori internazionali, la Fiat sviluppa i motori a getto della prossima generazione. Tra questi, l'RB

199 per il velivolo a geometria variabile M R C A .

MATERIALE FERROVIARIO

La Fiat Ferroviaria Savigliano è un importante centro europeo di studi e realizzazioni ferroviarie. Ai treni convenzionali affianca rea-lizzazioni d'avanguardia: elettrotreno ad assetto variabile, treni su-burbani in lega leggera.

T0RRINE A GAS

Settore in grande espansione, per rispondere alla crescente domanda di energia nel mondo. Il 9 0 % della produzione viene esportato. Dal 1974 è una società autonoma: Fiat Termomeccanica e turbogas.

SIDERURGIA

U n c o m p l e s s o metallurgico ad alta specializzazione, tra i più impor-tanti in Europa per gli acciai speciali e le tecnologie di produzione di getti in ghisa. C o m p r e n d e impianti di siderurgia primaria, siderurgia di trasformazione e fonderie di ghisa e di alluminio.

ENERGIA N0CLEARE

C o m e partner dell'Flettronuclcare Italiana, la Fiat contribuirà in mo-d o sostanziale a realizzare il granmo-de programma mo-di centrali nucleari in Italia.

OPERE P0RRLICHE

F a n n o parte del gruppo Fiat numerose società specializzate nell inge-gneria civile e industriale, nella urbanistica, nell'ecologia, nell'edilizia residenziale e sociale. C o m p l e s s i v a m e n t e hanno lavori in corso in ol tre 25 paesi. Tra le più note: Imprcsit, (realizzazione delle opere). Fiat Engineering, Siteco (progetti, pianificazione, consulenze).

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U Banco Ambrosiano

Sportelli:

BOLOGNA • FIRENZE • GENOVA • MILANO • ROMA • TORINO

VENEZIA

ABBIATEGRASSO • ALESSANDRIA • BERGAMO • BESANA • CASTEGGIO • COMO CONCOREZZO • ERBA • FINO MORNASCO • LECCO • LUINO • MARGHERA • MON-ZA • PAVIA • PIACENMON-ZA • PONTE CHIASSO • SEREGNO • SEVESO • VARESE VIGEVANO

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BANCA DEL GOTTARDO S.A.

Lugano • COMPENDIUM SOCIÉTÉ AN.

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Lussemburgo • LA CENTRALE FINANZIARIA GENERALE S.p.A.

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VE-NETO S.p.A.

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cronache

economiche

sommario

rivista d e l l a c a m e r a

di c o m m e r c i o industria a r t i g i a n a t o e a g r i c o l

-3 Enrico Salza alla presidenza della Camera di commercio di Torino

G. Biraghi

5 L'economia piemontese e i mercati africani

tura di f o r i n o C. Pedemonte

26 II ruolo della Camera di commercio in tema di scambi con l'estero

C. Beltrame

33 Gli ambiti sub-regionali in Piemonte

F. Sanlorenzo

42 II problema della riforma del commercio in Piemonte

F. Barbano - M . Fracchia

49 La stampa locale nel Piemonte dei comprensori 54 Formazione professionale e riforma scolastica

S. Polo

57 L'automazione e lo sviluppo economico-sociale

A. Trincheri

62 Dall'epoca di transizione alla moneta mondiale

C. M . Turchi

65 Viaggio nel sistema universitario inglese

E. Garibaldi

71 Curiosità sulla viticoltura californiana

P. Condulmer

76 Teatro Regio: due secoli e più di vitalità

A. Vigna

82 La moda al 44° Samia n u m e r o 1 / 2

a n n o 1 9 7 6 F. M . Pastorini

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni deb-bono essere indirizzati alla Direzione della Ri-vista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pen-siero dell'Autore e non impegnano la Direzione della Rivista né l'Amministrazione Camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono es-sere inviate in duplice copia. È vietata la ri-produzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti,

anche se non pubblicaci, non ti restituiscono. Figura in copertina :

85 Tra i libri 94 Dalle riviste

La Camera di commercio di Torino.

(6)

CAMERA DI COMMERCIO

INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA

E UFFICIO PROVINCIALE INDUSTRIA COMMERCIO E ARTIGIANATO

Sede: Palazzo degli Affari - Via S. Francesco da Paola, 24 Corrispondenza: 10123 Torino - Via S. Francesco dajPaola, 24

10100 Torino - Casella Postale 413.

Telegrammi: Camcomm. Telefoni: 57161 (10 linee). Telex: 21247 CCIAA Torino.

C/c postale: 2/26170.

Servizio Cassa: Cassa di Risparmio di Torino.

- Sede Centrale - C/c 53.

BORSA VALORI

10123 Torino - Via San Francesco da Paola, 28.

Telegrammi: Borsa.

Telefoni: Uffici 54.77.04 - Comitato Borsa 54.77.43

- Ispettore Tesoro 54.77.03.

BORSA MERCI

10123 Torino - Via Andrea Doria, 15.

Telegrammi: Borsa Merci - Via Andrea Doria, 15. Telefoni: 55.31.21 (5 linee).

GABINETTO CHIMICO MERCEOLOGICO

(presso la Borsa Merci) - 10123 Torino - Via Andrea Doria, 15.

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Enrico Salza alla presidenza

della Camera di commercio di Torino

Si suol dire « anno nuovo, vita nuova ». Il detto vale senza dubbio, per il 1976, anche per la Camera di commercio di Torino, che proprio nei primissimi giorni di gennaio, il 5, ha visto insediare dal Ministro dell'industria, Carlo Donat Cattin, il nuovo Presidente e la Giunta, pure essa nuova per più della metà dei membri.

Ad assumere la massima carica camerale è stato chiamato Enrico Salza, torinese di 38 anni, direttore tecnico e amministrativo della più an-tica fabbrica italiana di fiammiferi « Francesco Lavaggi e Figlio », esponente dei più dinamici dei giovani industriali italiani, di cui è stato presidente dal 1966 al 1970. Membro della « Commissione Pirelli » per la revisione dello statuto della Confindustria, dal 1970 al 1974 Enrico Salza è stato Vicepresidente dell'Unione industriali di Torino. Attualmente fa parte della Giunta della Confindustria e dell'Unione indu-striale torinese e ricopre la carica di Vicepresi-dente del Consiglio di amministrazione del quo-tidiano « Il Sole-24 Ore » e di Consigliere del settimanale « Mondo Economico ».

Le categorie produttive della provincia hanno come loro rappresentanti nella Giunta, i commer-cianti Renzo Gandini, gli industriali Mario Ca-tella, gli agricoltori Domenico Appendino, gli artigiani Camillo Sgarlazzetta, le piccole e medie industrie Giuseppe Cinotto, i coltivatori diretti Liberto Zattoni, le organizzazioni sindacali Fran-co Gheddo.

A questi uomini il Ministro ha ricordato: « Vi aspetta un periodo di impegno e di rischio: do-vrete sperimentare un nuovo ruolo per le Camere di commercio. Questa però non potrà essere una sperimentazione sottovetro perché dovrete muo-vervi nel vivo di una crisi economica pesante ».

Nel corso del suo intervento Donat Cattili ha tenuto ad esplicitare i problemi che il nuovo go-verno dell'ente dovrà affrontare, a cominciare dal dibattito sulla riforma della legge fondamentale degli istituti camerali, fino a quello dei rapporti

con le altre espressioni di autonomia locale. A quest'ultimo riguardo, chiedendosi se è ancora utile la funzione delle Camere di commercio, il Ministro ha citato l'esperienza della Germania federale, dove, pur essendo state spinte al mas-simo le autonomie regionali, gli organismi came-rali hanno saputo giocare un ruolo di primo piano nel perseguimento della crescita economica dei territori di competenza, in un costruttivo, dia-lettico rapporto di collaborazione con le altre forze sociali organizzate.

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sua maturità e destinata a perdere la forza trai-nante di un tempo.

Ruolo di promozione, di ricerca e di iniziative concrete in altri termini, a favore in via priori-taria dei settori di attività più deboli del sistema economico locale, vale a dire l'agricoltura, le pic-cole e medie imprese industriali, l'artigianato, il commercio e gli altri servizi del terziario, per tra-durre nei fatti le indicazioni di programmazione da tutti accettate, di procedere rapidamente alla diversificazione dell'attuale apparato produttivo sia settorialmente che a livello territoriale.

Impegno indubbiamente non facile, ha con-cluso il Ministro, ma sicuramente realizzabile, in un clima di stretta collaborazione con la Regione e gli altri enti locali, dalla Camera di commercio

di Torino, guidala da un uomo giovane, dina-mico e pragmatico come Enrico Salza e da una Giunta che può vantare, oltreché notevole prepa-razione e capacità, anche, per una larga parte, una lunga esperienza di amministrazione dello stesso istituto camerale torinese.

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L'economia piemontese

e i mercati africani

Giancarlo Biraghi

Premessa

Giusto un anno fa di questi tempi pubblicavo uno studio (« Si va ridimensionando il ruo-lo del Piemonte? », Novara eco-nomica, n. 1/2 1975) nel quale cercavo di valutare il peso della regione pedemontana — in rap-porto all'Italia — negli scambi commerciali con l'estero e, al suo interno, quello di ogni singola provincia (*).

Ora riprendo questa mia pub-blicazione aggiornandola con i dati relativi al 1974, per cui tut-ta la prima parte del presente articolo seguirà la falsa riga di quello precedente e cercherà di fotografare, con la maggior pre-cisione possibile, l'interscambio Piemonte-resto del mondo nel-l'anno 1974, riproponendo nel contempo una sequenza storica che va dal 1964 al 1974. La se-conda parte è invece completa-mente originale ed è il primo ten-tativo, almeno che io sappia, di quantificare e valutare l'inciden-za degli scambi del Piemonte, e di ogni sua provincia, con l'Africa.

Il continente africano sta at-traversando una fase di rapida, ed in qualche caso, convulsa, trasformazione socio-economica. In esso convivono situazioni pro-fondamente differenziate: dai ricchissimi (quanto a disponibi-lità finanziarie) produttori di pe-trolio come la Repubblica araba

di Libia, ai molto poveri (con un reddito nazionale lordo procapi-te inferiore a 220 dollari) come Alto Volta, Mali, Niger, Ciad, Etiopia, Madagascar, Rwanda, Burundi, Lesotho, Botswana; da quelli in via di industrializzazio-ne, come Nigeria, Egitto ed Al-geria, a quelli dove l'industrializ-zazione è già da anni una realtà, come il Sud Africa, a quelli, in-fine, dove alto tenore di vita, esportazione di materie prime ed industrializzazione sono realtà « a portata di mano », come Congo, Zambia, Angola, Costa d'Avorio. Va inoltre rilevato che i Paesi africani guardano con sempre maggiore interesse al-l'Italia ed alla Comunità econo-mica europea. A grandi linee, si possono individuare quattro rag-gruppamenti: i trentasette Paesi africani che hanno firmato, in-sieme ad alcuni altri Paesi dei Caraibi e del Pacifico (ACP: Africa, Caraibi e Pacifico) il 28 febbraio 1975 a Lomé, nel Togo, una Convenzione quin-quennale di cooperazione con la Comunità economica europea; i Paesi arabi dell'Africa settentrio-nale (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto) che rientrano nel-la « politica globale mediterra-nea » iniziata dalla CEE nel

1972, ma che sono anche inte-ressati a quello che comunemen-te viene definito dialogo euro-arabo; le ex colonie portoghesi Angola e Mozambico ed i

Di-partimenti dell'Africa settentrio-nale spagnola (Sahara spagno-lo); Sud Africa e Rhodesia che occupano un posto a sé nel con-testo africano. Questi sono in sintesi i motivi dell'interesse at-tuale che il continente africano suscita nella scena mondiale, e sono i motivi che mi hanno spin-to ad indagare sulla importan-za che esso riveste negli scambi commerciali della nostra regione.

Concludo con un'avvertenza. Concerne le fonti di rilevazione dei dati statistici che ho utiliz-zato e rielaborato nel corso del-la mia ricerca. In tutta del-la prima parte mi sono servito della se-rie di pubblicazioni dell'Unione italiana delle Camere di commer-cio « Movimenti valutari ineren-ti alle importazioni ed alle espor-tazioni ».

Si tratta di dati che misurano gli incassi ed i pagamenti in va-luta estera, soggetti a formalità valutarie, eseguiti nel periodo preso di volta in volta in consi-derazione. Essi non misurano l'entrata e l'uscita delle merci nel e dal territorio doganale

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liano, in quanto includono in-cassi e pagamenti anticipati o po-sticipati rispetto alla spedizione o all'arrivo delle corrispondenti partite di merci.

I dati valutari escludono an-che gli incassi ed i pagamenti re-lativi ad operazioni di importa-zione e di esportaimporta-zione di valore inferiore a L. 500.000, nonché le spedizioni di merci « franco valuta », « in compensazione » e le « merci importate in lavora-zione per conto di committenti esteri ».

Rispetto all'effettiva entrata ed uscita di merci, rilevata dal-l'Istituto centrale di statistica sia in quantità che in valore e pub-blicati nelle « Statistiche del commercio estero », i dati dei re-lativi movimenti valutari rileva-ti dall'Unioncamere sono srileva-tima- stima-ti per difetto in ragione di un 8-10% circa.

Nella seconda parte dello scritto, accanto ai dati del-l'Unioncamere per le singole pro-vince e regioni, ho utilizzato i dati Istat per l'Italia. Ne conse-gue che le cifre riportate nelle tabelle 2, 3 e 4, basate sui mo-vimenti valutari, sono diverse per quanto concerne l'Italia da quelle riportate nella tabella 11 ricavata sulla base dei dati Istat. Si spiega cosi perché nelle ta-belle 2, 3 e 4 le importazioni ed esportazioni italiane del 1974 sono rispettivamente 23.189.065 e 17.719.483 milioni di lire, mentre nella tabella undicesima esse ammontano, nell'ordine, a 26.603.507 e 19.683.674 milio-ni di lire.

1. Il Piemonte e il resto del mondo.

1 . 1 . B I L A N C I A C O M M E R C I A L E

Undici anni di saldi positivi devono far riflettere: dal 1964

TABELLA 1. — M O V I M E N T I V A L U T A R I DEL C O M M E R C I O C O N L'ESTERO D E L P I E M O N T E D S C 1964 AL 1974 (milioni di lire) Anni Esportazioni a Importazioni b Saldo (a-b) a ~b % 1964 558.168 403.487 + 154.690 138,3 1965 615.513 384.633 + 266.880 160,0 1966 726.710 475.675 + 251.035 152,7 1967 801.153 519.292 + 281.861 154,2 1968 981.489 539.760 + 441.729 181,8 1969 1.184.277 682.489 + 501.788 173,5 1970 1.358.887 791.147 + 567.740 171,7 1971 1.488.027 800.713 + 687.314 185,8 1972 1.711.667 911.080 + 803.587 188,2 1973 1.997.999 1.253.781 + 744.218 159,3 1974 2.767.116 1.843.174 + 923.942 150,1

nostra regione. Con tutto questo non si vuol certo sminuire l'im-portanza del saldo positivo re-gionale, costante nel tempo, e su-periore a quello di tutte le altre regioni d'Italia.

Nel corso degli ultimi undici anni, la bilancia commerciale delle regioni italiane appare co-stantemente attiva soltanto per sei, e cioè Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Pu-glia e Sicilia; per tutte le altre al 1974 le esportazioni del

Pie-monte hanno costantemente su-perato le importazioni. Infatti il saldo è passato dai + 154 mi-liardi di lire nel 1964 ai + 923 miliardi del 1974, con un au-mento pressoché costante; tutta-via, fatte uguali a 100 le impor-tazioni, l'indice esportazioni/im-portazioni non ha avuto un au-mento costante, ma, dopo aver toccato il suo massimo apice nel

1972 ( + 188), è sceso nel 1973 ( + 159) e nel 1974 ( + 150).

I motivi di riflessione sul co-stante saldo positivo della regio-ne sono anche di altra natura: come è noto, il deficit della bi-lancia commerciale italiana è do-vuto in buona parte all'importa-zione di petrolio greggio (« Oil-deficit ») e di prodotti agricolo-alimentari; ebbene, le importa-zioni italiane di petrolio non vengono mai imputate al Pie-monte in quanto le aziende pe-trolifere, ENI compresa, non hanno qui alcuna sede legale. Per contro vanno imputate al Piemonte tutte le esportazioni di autoveicoli, autobus, trattori, ecc. prodotti dalla FIAT anche in stabilimenti al di fuori del-l'area piemontese, in quanto la sede legale della società è nella

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TABELLA 2. — DATI R E G I O N A L I DEI M O V I M E N T I D E L C O M M E R C I O C O N L ' E S T E R O N E L 1974

(milioni di lire)

Regioni Importazioni Esportazioni Saldo

Piemonte 1 . 8 4 3 . 1 7 4 2 . 7 6 7 . 1 1 6 + 9 2 3 . 9 4 2 Valle D'Aosta 1 3 . 6 9 1 6 . 9 2 9 - 6 . 6 6 2 Lombardia 8 . 5 3 8 . 0 9 1 6 . 8 1 8 . 3 5 3 - 1 . 7 1 9 . 7 3 8 Trentino-Alto Adige 2 6 4 . 6 4 6 2 6 5 . 7 9 0 + 1 . 1 4 4 Veneto 9 7 6 . 6 5 5 9 8 3 . 1 8 9 + 6 . 5 3 4 Friuli-Venezia Giulia 3 4 3 . 8 5 5 4 8 4 . 7 8 6 + 1 4 0 . 9 3 1 Liguria 2 . 3 3 6 . 2 9 5 9 6 7 . 0 5 3 - 1 . 3 6 9 . 2 4 2 Emilia-Romagna 9 2 3 . 7 6 1 1 . 3 3 0 . 4 0 2 + 4 0 6 . 6 4 1 Toscana 7 3 1 . 1 3 6 1 . 1 8 6 . 4 2 6 + 4 5 5 . 2 9 0 Umbria 4 3 . 1 7 2 6 2 . 6 5 9 + 1 9 . 4 8 7 Marche 1 5 5 . 5 5 6 2 5 8 . 1 3 7 + 1 0 2 . 5 8 1 Lazio 3 . 0 0 4 . 6 4 0 8 1 2 . 6 2 5 - 2 , 1 9 2 . 0 1 5 Abruzzi 7 3 . 2 3 0 9 8 . 7 1 6 + 2 5 . 4 8 6 Molise 4 . 3 4 1 2 . 8 9 3 - 1 . 4 4 8 Campania 4 8 3 . 2 8 9 4 0 7 . 6 3 5 - 7 5 . 6 5 4 Puglia 1 0 2 . 7 0 7 1 4 5 . 6 1 8 + 4 2 . 9 1 1 Basilicata 7 . 2 7 7 1 6 . 4 0 1 + 9 . 1 2 4 Calabria 2 0 . 4 4 4 1 1 . 3 6 7 - 9 . 0 7 7 Sicilia 2 7 6 . 6 8 7 3 9 8 . 6 6 1 + 1 2 1 . 9 7 4 Sardegna 4 4 7 . 9 0 9 1 4 6 . 4 2 1 - 3 0 1 . 4 8 8 Operazioni occasionali non ripartibili 2 . 5 9 8 . 5 0 9 5 4 8 . 3 0 6 - 2 . 0 5 0 . 2 0 3 ITALIA 2 3 . 1 8 9 . 0 6 5 1 7 . 7 1 9 . 4 8 3 - 5 . 4 6 9 . 5 8 2

e per l'Italia nel suo insieme il saldo è stato, spesso o sempre, negativo. Ma il saldo positivo diviene di apprezzabile

consi-stenza soltanto per tre e cioè nel-l'ordine: Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. Se però il Pie-monte, come abbiamo già detto,

ha il saldo positivo più alto, sot-to il profilo della consistenza globale degli scambi commercia-li, il ruolo del protagonista spet-ta alla Lombardia, che, tra im-portazioni ed esim-portazioni ha su-perato nel 1 9 7 4 i 1 5 . 0 0 0

mi-liardi.

1 . 2 . V O L U M E E GEOGRAFIA DE-GLI S C A M B I

Dal 1964 al 1974 il volume degli scambi, in termini mone-tari, si è quintuplicato: le espor-tazioni piemontesi sono passate rispettivamente da 558 miliardi di lire a 2 7 6 7 miliardi di lire

e le importazioni da 403 mi-liardi a 1843 mimi-liardi. Tuttavia l'importanza percentuale dell'ex-port Piemonte rispetto al totale Italia ha avuto un andamento incostante, oscillando fra un massimo del 19% nel 1969 e 1972 ed un minimo nel 1974 con il 1 5 , 6 % . Parallelamente, la

banda di oscillazione della per-centuale dell'import piemonte-se sul totale italiano, varia da un

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TABELLA 4. — M O V I M E N T I V A L U T A R I D E L C O M M E R C I O C O N L ' E S T E R O D E L L E P R O V I N C E Circoscrizioni 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 I M P O R T A Z I O N I (milioni di lire) Alessandria 13.852 13.790 16.848 18.532 20.529 26.334 31.025 28.404 Asti 4.243 5.179 6.240 6.739 9.110 9.530 11.899 13.077 Cuneo 30.250 35.755 36.586 36.586 39.312 48.404 59.994 49.853 Novara 14.851 13.603 17.721 21.091 18.969 25.932 32.022 30.383 Torino 286.852 262.766 327.600 379.579 395.491 491.630 586.056 608.680 Vercelli 52.728 53.539 70.699 56.784 56.347 80.757 70.149 70.314 Piemonte 403.478 384.633 475.875 519.292 539.760 682.489 791.147 800.713 Italia 4.039.963 4.065.297 4.946.198 5.231.928 5.589.854 6.888.598 8.331.628 8.831.035 % Piemonte - Italia 10,0 9,5 9,6 9,9 9,7 9,9 9,5 9,1 C O M P O S I Z I O N E % Alessandria 3,4 3,6 3,5 3,6 3,8 3,9 3,9 3,6 Asti 1,1 1,4 1,3 1,3 1,7 1,4 1,5 1,6 Cuneo 7,7 9,3 7,7 7,0 7,3 7,1 7,6 6,2 Novara 3,7 3,5 3,7 4,1 3,5 3,8 4,0 3,8 Torino 71,1 68,3 68,9 73,1 73,3 72,0 74,1 76,0 8,8 Vercelli 13,0 13,9 14,9 10,9 10,4 11,8 8,9 76,0 8,8 Piemonte 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

massimo del 10% nel 1964 ad un minimo del 7,9% nel 1974. Questa complessiva minor inci-denza è dovuta da una parte al-la minore influenza dell'esporta-zione di autovetture FIAT rispet-to all'aumenrispet-to di altre produzio-ni poste al di fuori del Piemon-te, e dall'altra alla considerazio-ne già fatta sull'importazioconsiderazio-ne di petrolio greggio che, con

l'au-mento strepitoso dei prezzi del-lo stesso, viene ad assumere una incidenza maggiore sulle impor-tazioni complessive dell'Italia, e principalmente sul Lazio.

L'importanza della provincia di Torino balza subito in eviden-za nel contesto regionale: nel

1974 il 79,87% delle esporta-zioni piemontesi, vale a dire 2210 miliardi di lire, è dovuto

alla provincia torinese, mentre il 72,75% delle importazioni, vale a dire 1340 miliardi di lire, sono pure dovuti a Torino. Tut-tavia, mentre la percentuale del-le importazioni tende ad essere costante (era del 71,1% nel

1964, è stata del 72,65% nel 1974) quella delle esportazioni, dopo aver toccato il suo apice nel 1969 con 85,2%, si è

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D E L P I E M O N T E 1972 1973 1974 41.106 58.667 80.970 18.585 19.793 22.920 59.688 90.651 159.648 45.527 50.201 66.300 657.296 886.900 1.340.861 88.877 147.568 172.475 911.080 1.253.780 1.843.174 10.576.710 14.687.513 23.189.065 8,6 8,5 7,9 4.5 4,7 4,4 2,0 1,5 1,2 6.6 7,3 8,7 5,0 4,0 3,6 72,1 70,7 72,7 9,8 11,8 9,4 100,0 100,0 100,0

gressivamente ridotta toccando il minimo nel 1974 con il 69,87%.

In ordine di importanza, dopo Torino vengono, per le esporta-zioni , le seguenti province: Ver-celli (5,94% nel 1974), No-vara (5,03% nel 1974), Cuneo (4,22% nel 1974), Alessandria (3,56% nel 1974), Asti (1,38% nel 1974). La graduatoria nelle importazioni è invece la seguen-te: Torino (72,75% nel 1974), Vercelli (9,36% nel 1974), Cu-neo (8,66% nel 1974), Alessan-dria (4,39% nel 1974), Novara (3,60% nel 1974), Asti (1,24% nel 1974).

Come si vede, Novara è una tipica area esportatrice, con un saldo positivo nel 1974 di 73 mi-liardi di lire, mentre Cuneo è una tipica provincia importatri-ce con un saldo negativo di 43 miliardi di lire. Mentre Alessan-dria, Asti e Vercelli hanno un quasi equilibrio tra import ed ex-port, Torino è la provincia espor-tatrice d'Italia per eccellenza:

nel 1974, con 2210 miliardi di esportazioni e 1340 miliardi di importazioni, ha fatto registrare un saldo positivo di 870 miliardi di lire. Prima di analizzare in det-taglio, come faremo più avanti, l'export-import piemontese verso e dal continente africano, trac-ciamo un rapido quadro sulle aree geografiche verso le quali si dirigono le esportazioni piemon-tesi e dalle quali provengono le importazioni regionali.

I Paesi ex CEE (per ex CEE intendiamo la Comunità a sei, e cioè oltre all'Italia, la Repubbli-ca federale tedesRepubbli-ca, la Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo; la CEE attuale, come è noto, com-prende anche la Gran Bretagna, l'Irlanda e la Danimarca) han-no una importanza rilevantissi-ma sia come acquirenti sia come venditori: infatti le esportazioni verso tali stati hanno rappresen-tato dal 1964 al 1974 una inci-denza percentuale sul totale del-le esportazioni regionali

oscillan-ti tra il 42 e il 4 5 % , mentre le importazioni nello stesso perio-do sono progressivamente au-mentate passando dal 42,4% al 57,47%.

Se ai Paesi ex CEE, aggiun-giamo Gran Bretagna e Stati Uniti, la percentuale delle espor-tazioni piemontesi dirette ver-so queste nazioni diventa del 52,37% nel 1974, mentre le im-portazioni salgono a 64,78%.

1 . 3 . C O M P O S I Z I O N E DEGLI S C A M B I

Il Piemonte importa soprat-tutto materie prime e macchina-ri. La ghisa, il ferro e l'acciaio, con 264 miliardi di lire nel 1974, hanno rappresentato il 14,35% del totale delle importa-zioni regionali; seguono a ruota i beni strumentali, con 250 mi-liardi di lire e un'incidenza del

13,80% sul totale regionale. Do-po gli autoveicoli e le loro parti (153 miliardi, 8,34%) vengono

TABELLA 6. — I M P O R T A Z I O N I T I P I C H E P I E M O N T E S I N E L 1974 (Movimenti valutari)

Prodotti Valori asso-luti milioni di lire

% sul totale regionale

Ghisa, ferro, acciaio 264.559 14,35 Macchinari ed impianti (beni strumentali non elettrici) 254.360 13,80 Autoveicoli, trattori, cicli, motocicli, loro parti ed

accessori 153.792 8,34 Rame 92.149 5,00 Lana 73.876 4,01 Materie occorrenti per la fabbricazione della carta 73.053 3,96 Macchine, apparecchi ed impianti elettrici 69.971 3,80 G o m m a naturale e sintetica 69.269 3,76 Combustibili, olii minerali 54.565 2,96 Caffè 43.195 2,34 Alluminio 26.811 1,45 Legname 20.627 1,12 Cereali 20.586 1,12 Materie lessili sintetiche ed artificiali in fiocco 18.990 1,03 Carni 17.634 0,96

T O T A L E G R U P P I MERCEOLOGICI CONSIDERATI 1.253.437 68,00

Altre importazioni 589.734 32,00

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le importazioni di altre materie prime come il rame, la lana, le materie occorrenti per la fabbri-cazione della carta, poi, prece-duti dalle macchine e gli appa-recchi elettrici, ancora materie prime, come la gomma naturale, gli oli combustibili, il caffè, l'al-luminio, il legname, i cereali, le materie tessili sintetiche ed arti-ficiali in fiocco e le carni. Tutti insieme, i quindici gruppi mer-ceologici sopra citati, rappresen-tano quindi il 68% delle impor-tazioni tipiche piemontesi. Pas-sando all'analisi delle importa-zioni a livello provinciale, il pa-norama non cambia di molto, ovviamente, anche se tende a ti-picizzarsi a seconda delle pro-vince. Cosi' al primo posto delle importazioni alessandrine viene il rame con 12 miliardi nel 1974 ed il 14,85% sul totale provin-ciale; seguono altre materie pri-me copri-me ghisa, ferro, acciaio, zuccheri, combustibili minerali. Al primo posto delle importazio-ni astigiane vengono gli aimportazio-nimali vivi che con oltre 6 miliardi nel 1974 rappresentano il 26,76% delle importazioni dell'intera provincia; seguono cereali, la carta, i cartoni, le bevande, gli zuccheri; solo al sesto posto ven-gono le importazioni di ghisa, ferro e acciaio ed al settimo quelle di beni strumentali.

La provincia di Cuneo è evi-dentemente ricca di cartiere in quanto al primo posto delle im-portazioni provinciali vengono le materie occorrenti per la fab-bricazione della carta, seguono ghisa, ferro, acciaio, quindi il ca-cao ed i cereali. Novara importa soprattutto ghisa, ferro, acciaio (quasi 12 miliardi nel 1974, il 18% del totale provinciale im-portato), quindi macchinari, la-na e cereali. Ula-na importazione tipica novarese, come le pietrine

gregge per orologeria, in altri an-ni al vertice della graduatoria provinciale, nel 1974 viene solo al decimo posto stando a signifi-care un progressivo abbandono

da parte di numerose piccole aziende artigiane della lavorazio-ne (bucatura) delle pietrilavorazio-ne greg-ge che venivano riesportate so-prattutto in Svizzera.

TABELLA 7. — I M P O R T A Z I O N I T I P I C H E D E L L E P R O V I N C E D E L P I E M O N T E N E L 1974

(Movimenti valutari)

Prodotti Valori asso-luti milioni di lire

% sul totale provinciale

— ALESSANDRIA

R a m e 1 2 . 0 2 0 1 4 , 8 5

Metalli preziosi e perle fini 9 . 0 1 2 1 1 , 1 3

Ghisa, ferro, acciaio 7 . 7 8 6 9 , 6 2

Zuccheri e prodotti a base di zuccheri 7 . 4 1 6 9 , 1 6

Combustibili minerali, oli minerali, ecc. 7 . 1 8 1 8 , 8 6

Macchinari ed impianti (beni strumentali non elettrici) 4 . 7 3 3 5 , 8 5

Sale, zolfo, terre e pietre, gessi, calci, cementi 4 . 2 7 8 5 , 2 8

Animali vivi 3 . 9 2 2 4 , 8 4

Materie plastiche artificiali e resine sintetiche 2 . 4 9 4 3 , 0 8

Legno, carbone di legna e lavori in legno 1 . 8 1 9 2 , 2 5 TOTALE IMPORTAZIONI SOPRA INDICATE 6 0 . 6 6 1 7 4 , 9 2

Altre importazioni 2 0 . 3 0 9 2 5 , 0 8 TOTALE IMPORTAZIONI PROVINCIALI 8 0 . 9 7 0 1 0 0 , 0 0 — A S T I

Animali vivi 6 . 1 3 2 2 6 , 7 6

Cereali 3 . 5 5 0 1 5 , 4 9

Carta e cartoni, lavori di pasta di cellulosa di carta

e cartoni 3 . 2 6 3 1 4 , 2 4

Bevande, liquidi alcolici ed aceti 2 . 8 6 3 1 2 , 4 9

Zuccheri e prodotti a base di zuccheri 1 . 3 5 8 5 , 9 3

Ghisa, ferro, acciaio 1 . 2 6 0 5 , 5 0

Macchinari ed impianti (beni strumentali n o n elettrici) 9 8 1 4 , 2 8

Legno, carbone di legna e lavori in legno 5 3 8 2 , 3 5

Preparazione di ortaggi 5 1 9 2 , 2 6

Legumi, ortaggi, ecc. 4 3 4 1 , 8 8 TOTALE IMPORTAZIONI SOPRA INDICATE 2 0 . 8 9 8 9 1 , 1 8

Altre importazioni 2 . 0 2 1 8 . 8 2 TOTALE IMPORTAZIONI PROVINCIALI 2 2 . 9 1 9 1 0 0 , 0 0 — C U N E O

Materie occorrenti per la fabbricazione della carta 3 4 . 4 8 1 2 1 , 6 0

Ghisa, ferro, acciaio 1 7 . 4 9 1 1 0 , 9 6

Cacao e sue preparazioni 1 7 . 0 2 0 1 0 , 6 6

Cereali 1 3 . 1 7 2 8 , 2 5

Legno, carbone di legna e lavori in legno 1 2 . 8 2 4 8 , 0 3

Macchinari ed impianti (beni strumentali non elettrici) 9 . 4 4 7 5 , 9 2

Grassi ed oli (animali o vegetali) 5 . 9 3 9 3 , 7 2

Carta, cartoni, lavori di pasta di cellulosa di carta e

cartoni 5 . 1 8 6 3 , 2 5

Latte, derivati del latte 5 . 0 3 7 3 , 1 6

Zuccheri e prodotti a base di zuccheri 3 . 8 2 0 2 , 3 9 TOTALE IMPORTAZIONI SOPRA INDICATE 1 2 4 . 4 2 7 7 7 , 9 4

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Seguito tabella 7. Prodotti Valori asso-luti milioni . . , di lire Provinciale % sul totale •— NOVARA G h i s a , f e r r o , acciaio 1 1 . 9 5 4 1 8 , 0 3 M a c c h i n a r i 6 . 9 4 0 1 0 , 4 7 L a n a 5 . 3 5 0 8 , 0 7 Cereali 3 . 8 6 4 5 , 8 3 A p p a r e c c h i elettrici 3 . 1 8 6 4 , 8 1 F o r m a g g i , b u r r o , latte 2 . 8 0 2 4 , 2 3 Carni 1 . 9 9 3 3 , 0 1 C o t o n e 1 . 7 6 0 2 , 6 5 Caffè 1 . 5 5 0 2 , 3 4

Pietrine gregge p e r orologeria 1 4 5 0 , 2 2 TOTALE IMPORTAZIONI SOPRA INDICATE 3 9 . 5 4 4 5 9 , 6 4

Altre i m p o r t a z i o n i 2 6 . 7 5 6 4 0 , 3 6 TOTALE IMPORTAZIONI PROVINCIALI 6 6 . 3 0 0 1 0 0 , 0 0 — T O R I N O G h i s a , f e r r o , acciaio 2 2 1 . 3 8 6 1 6 , 5 1 M a c c h i n a r i ed i m p i a n t i (beni s t r u m e n t a l i n o n elettrici) 2 0 9 . 9 3 4 1 5 , 6 6 V e t t u r e , a u t o m o b i l i , t r a t t o r i , ecc. 1 4 9 . 0 2 3 1 1 , 1 1 R a m e 8 0 . 1 2 9 5 , 9 8 G o m m a n a t u r a l e o sintetica 6 9 . 2 6 9 5 , 1 7 M a c c h i n e , a p p a r e c c h i ed i m p i a n t i elettrici ed elet-tronici 6 6 . 7 8 5 4 , 9 8 C o m b u s t i b i l i m i n e r a l i , ecc. 4 7 . 3 8 4 3 , 5 3 Caffè, thè, m a t è e spezie 4 1 . 6 4 5 3 , 1 0 M a t e r i e o c c o r r e n t i p e r la f a b b r i c a z i o n e della c a r t a 3 8 . 5 7 2 2 , 8 8 A l l u m i n i o 2 6 . 8 1 1 2 , 0 0 TOTALE IMPORTAZIONI SOPRA INDICATE 9 5 0 . 9 3 8 7 0 , 9 2

A l t r e i m p o r t a z i o n i 3 8 9 . 9 2 2 2 9 , 0 8 T O T A L E IMPORTAZIONI PROVINCIALI 1 . 3 4 0 . 8 6 0 1 0 0 , 0 0 — V E R C E L L I

L a n a , peli, crini 6 8 . 5 2 6 3 9 , 7 3

M a c c h i n a r i ed i m p i a n t i (beni s t r u m e n t a l i n o n elettrici) 2 2 . 3 2 5 1 2 , 9 4

M a t e r i e tessili s i n t e t i c h e e d artificiali in fiocco 1 8 . 9 9 0 1 1 , 0 1

C a r n i e f r a t t a g l i e 1 5 . 6 4 2 9 , 0 7

L e g n o , c a r b o n e di legna e lavori di l e g n o 5 . 4 4 6 3 , 1 6

V e t t u r e , a u t o m o b i l i , t r a t t o r i , ecc. 4 . 7 6 9 2 , 7 7

G h i s a , f e r r o , acciaio 4 . 6 7 5 2 , 7 1

Oggetti d a rigattiere, cenci e stracci 3 . 6 7 7 2 , 1 3

L a t t e e d e r i v a t i del l a t t e 2 . 8 5 4 1 , 6 5

Pelli e c u o i o 2 . 8 2 4 1 , 6 4 T O T A L E IMPORTAZIONI SOPRA INDICATE 1 4 9 . 7 2 8 8 6 , 8 1

A l t r e i m p o r t a z i o n i 2 2 . 7 4 6 1 3 , 1 9 T O T A L E IMPORTAZIONI PROVINCIALI 1 7 2 . 4 7 4 1 0 0 , 0 0

Torino importa soprattutto ghisa, ferro, acciaio, macchinari, beni strumentali, autovetture; se-guono distanziati il rame, la gom-ma naturale e gli apparecchi e congegni elettrici. In cima alla graduatoria delle importazioni vercellesi viene la lana che

rap-presenta il 4 0 % del totale pro-vinciale (68 miliardi e mezzo nel

1974), seguono i macchinari ed impianti, le materie tessili sinte-tiche ed artificiali in fiocco.

L'importanza della FIAT nel-la struttura economica del Pie-monte balza prepotentemente in

evidenza appena si analizzano le esportazioni regionali: il 40,49% del totale si è dovuto nel 1974 alla esportazione di au-toveicoli e loro parti, con 1120 miliardi di fatturato. Un'altra voce di tutto rilievo è quella dei beni strumentali non elettrici che, sempre, nel 1974, ha rap-presentato il 24% con oltre 665 miliardi di lire. Questo traguar-do, a detta degli esperti, può es-sere largamente superato e quel-lo dei beni strumentali si pone all'attenzione regionale come un settore trainante, da potenziare e verso il quale indirizzare la produzione (riconversione) di aziende di altri settori attualmen-te in crisi.

A notevole distanza, con per-centuali oscillanti fra l'uno ed il tre per cento, vengono le esporta-zioni di lavori in gomma, mac-chinari elettrici, lavori in ghisa, ferro, acciaio, materie plastiche artificiali e resine sintetiche, vini e liquori, manufatti di materie tessili sintetiche ed artificiali in fiocco, manufatti di lana, carta e cartoni, riso, maglieria, stru-menti ed apparecchi d'ottica, calzature, cioccolato.

Dall'analisi dell'export delle singole province, risulta con tut-ta evidenza che mentre l'espor-tazione di autoveicoli interessa solo quella di Torino (50% del totale provinciale nel 1974, 1104 miliardi di fatturato) le esporta-zioni di beni strumentali riguar-dano le circoscrizioni di Alessan-dria (33,67% del totale provin-ciale, 33 miliardi di fatturato nel

(16)

TABELLA 8. — E S P O R T A Z I O N I T I P I C H E P I E M O N T E S I NEL 1974 (Movimenti valutari)

Prodotti luti milioni /o su! t0\al

di lire regionale

Autoveicoli, trattori, cicli, motocicli, loro parti ed

accessori 1.120.278 40,49 Macchinari ed impianti (beni strumentali non elettrici) 665.460 24,05 Lavori in gomma 99.859 3,61 Macchine, apparecchi ed impianti elettrici ed

elettro-tecnici 82.422 2,98 Lavori in ghisa, ferro, acciaio 77.024 2,78 Materie plastiche artificiali e resine sintetiche 62.931 2,27 Vini e liquori 57.090 2,06 Manufatti di materie tessili sintetiche ed articoli in

fiocco 39.324 1,42 Manufatti di lana 31.442 1,14 Carta e cartoni, pasta di cellulosa e loro lavori 29.951 1,08 Cereali (soprattutto riso) 27.962 1,01 Maglieria 22.639 0,82 Strumenti ed apparecchi d'ottica, per fotografìa e

cine-matografia di misura e precisione 21.808 0,79 Calzature e loro parti 20.279 0,73 Cacao e sue preparazioni 19.815 0,72

TOTALE GRUPPI MERCEOLOGICI CONSIDERATI 2.378.284 85,95 Altre esportazioni 388.829 14,05

TOTALE ESPORTAZIONI P I E M O N T E S I 2.767.113 100,00

esportazioni totali, mentre per Cuneo al primo posto vengono le vendite di cioccolato con il 16,95% del totale e quasi 20 mi-liardi di fatturato nel 1974.

1 . 4 . I N T E N S I T À DEGLI S C A M B I E VALORE M E D I O

Una delle caratteristiche più negative del commercio estero italiano continua ad essere la frammentarietà delle operazioni di importazione e di esportazio-ne. Essa è dovuta soprattutto al-la mancanza di organizzazione sul fronte delle ditte esportatrici ed importatrici, alla mancanza di spirito associativo. Se è posi-tivo che una schiera di piccole e medie aziende effettui, anche so-lo saltuariamente, operazioni di import-export di valore limitato, ancora più positivo sarebbe un loro « consorziarsi » ed effettua-re operazioni unitariamente più consistenti. I « consorzi

all'espor-tazione » oggi esistenti in Italia sono prevalentemente « di servi-zi », e offrono agli associati si assistenza (traduzioni, servizio telex, partecipazioni a fiere, altre attività promozionali), ma lascia-no la realizzazione dell'opera-zione di import-export alle sin-gole ditte consorziate. Solo la na-scita di consorzi sotto forma di società cooperative a responsa-bilità limitata, che acquistino e vendano in proprio, potrà por-tare al superamento dell'attuale situazione.

Nel 1974 vi sono state in Ita-lia 1.427.256 operazioni di im-portazione, aventi un valore me-dio di 16 milioni di lire circa. Il Piemonte con 132.066 opera-zioni rappresenta il 9,25% del totale italiano, il valore medio delle operazioni di importazione effettuate nella regione è infe-riore a quello nazionale: 14 mi-lioni contro 16 mimi-lioni. Le espor-tazioni effettuate da ditte

italia-ne italia-nel 1974 hanno raggiunto il numero di 2.333.901 ed il valo-re medio è di sette milioni e mez-zo di lire. Il valore medio delle operazioni effettuate in Piemon-te (in totale sono staPiemon-te nel 1974 252.150) è, per le esportazioni, superiore al valore medio italia-no: quasi 11 milioni di lire con-tro 7,5. Il numero delle opera-zioni di esportazione effettuate nella regione rappresenta il

10,8% di tutte le operazioni di esportazione italiane.

2. Il Piemonte e l'Africa.

2 . 1 . I P A E S I AFRICANI

Sotto il profilo del reddito na-zionale lordo procapite, i paesi africani possono essere raggrup-pati in tre grandi categorie:

1) paesi poveri, e cioè con reddito nazionale lordo procapi-te inferiore a 220 dollari USA, che sono: Etiopia, Madagascar, Alto Volta, Mali, Niger, Rwan-da, Ciad, Burundi, Repubblica Centro Africana, Lesotho, Bots-wana (con una limitata ecce-denza esportabile); Zaire, Su-dan, Kenia, Tanzania, Uganda, Camerun, Malawi, Guinea, So-malia, Dahomey, Sierra Leone, Togo, Liberia, Mauritania, Swa-ziland (con una economia dipen-dente dall'esportazione di pro-dotti di base e di materie prime);

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3) paesi a reddito elevato, e cioè con un reddito nazionale lordo procapite superiore a 640 dollari USA, che sono: Libia e Gabon (forti produttori di petro-lio e con scarsa popolazione).

Questo raggruppamento, uti-lizzato dalla Commissione della Comunità economica europea (vedasi comunicazione della Commissione del 5 novembre 1974, sul bollettino della CEE, supplemento 8/74) è senza dub-bio molto interessante, ma qui si è preferito seguire un diverso criterio di indagine che ha tenu-to contenu-to di alcune situazioni og-gettive africane e precisamente le seguenti:

a) i paesi africani associati

alla CEE tramite la convenzione di Lomé: sono trentasette pae-si che hanno accettato il dialogo con la Comunità economica europea e verso i quali l'Italia deve adottare un atteggiamento concordato in sede CEE;

b) i paesi arabo-africani

per i quali l'appartenenza al mondo arabo è altrettanto im-portante dell'appartenenza al continente africano; essi sono: Marocco, Algeria, Tunisia, Li-bia, Egitto;

c) i paesi nei quali la co-lonizzazione è ancora storia re-centissima: Africa settentrionale spagnola (Sahara), Angola e Mo-zambico;

d) Rhodesia e Sud Africa (insieme all'Africa del sud-ovest) che, nel complesso panorama africano, costituiscono un pro-blema a parte.

Se per le distinzioni di cui ai punti b), c) e d) non vi è biso-gno di particolari spiegazioni, perché esse appaiono da sole sufficientemente motivate, per il raggruppamento di cui al punto

a), cioè i paesi africani associa-ti alla CEE, si riassocia-tiene oppor-tuno fare una cronistoria degli avvenimenti che hanno portato alla firma della convenzione di

Lomé ed una breve illustrazio-ne dei suoi contenuti.

Cronistoria. Nel 1963 veniva

firmata la convenzione di

Yaoun-TABELLA 9. — E S P O R T A Z I O N I T I P I C H E D E L L E P R O V I N C E D E L P I E M O N T E N E L 1974

(Movimenti valutari)

Prodotti Valori asso-luti milioni di lire

% sul totale provinciale

— ALESSANDRIA

Macchinari ed impianti (beni strumentali n o n elettrici) 33.167

Lavori in metalli preziosi (soprattutto oro) 19.066

Calzature e loro parti 8.754 Prodotti chimici organici 4.483 Materie plastiche artificiali 4.137 Macchine, apparecchi ed impianti elettrici ed

elettro-tecnici 3.694 Cappelli, copricapi, ecc. 2.864

Cereali 2.711 Sale, zolfo, terre e pietre, gessi, calci, ecc. 2.688

Vini e liquori 1.732

TOTALE ESPORTAZIONI SOPRA INDICATE 8 3 . 2 9 6

Altre esportazioni 15.214

TOTALE ESPORTAZIONI PROVINCIALI 9 8 . 5 1 0

33,67 19,35 8,88 4,55 4,20 3,75 2,91 2.75 2,73 1.76 84,56 15,44 100,00 — A S T I Vini ed altre b e v a n d e 16.914 44,28 Macchinari ed impianti (beni strumentali n o n elettrici) 8.097 21,20 Ghisa, ferro, acciaio 4.490 11,76 Maglierie 1.653 4,33 Frutta 1.426 3,73 Preparazione di ortaggi, ecc. 1.129 2,96 Macchine, apparecchi ed impianti elettrici ed

elet-tronici 1.116 2,92 Legno, carbone di legna, lavori in legno 483 1,26 Materie plastiche e resine sintetiche 327 0,86 Pelli da pelliccia e loro lavori 312 0,82

TOTALE ESPORTAZIONI SOPRA INDICATE 3 5 . 9 4 7 9 4 , 1 2

Altre esportazioni 2.246 5,88

TOTALE ESPORTAZIONI PROVINCIALI 3 8 . 1 9 3 1 0 0 , 0 0 — C U N E O

Cacao e sue preparazioni 19.815 16,95 Materie plastiche e resine sintetiche 12.133 10,38 Frutta 10.706 9,16 Maglierie 9.864 8,44 Autoveicoli, motocicli, velocipedi e loro parli 7.335 6.27 Macchinari ed impianti (beni strumentali non elettrici) 6.816 5,83 Zuccheri e prodotti a base di zuccheri 5.767 4,93 Carla, cartoni, pasta di cellulosa e loro lavori 4.581 3,92 Materie tessili sintetiche ed artificiali 4.513 3,86 Vini 4.206 3,60

TOTALE ESPORTAZIONI SOPRA INDICATE 8 5 . 7 3 6 7 3 , 3 4

Altre esportazioni 31.174 26,66

(18)

Seguito tabella 9.

Prodotti Valori asso-luti milioni di lire

% sul totale provinciale

— NOVARA

Macchinari ed impianti (rubinetterie e beni strumen-tali non elettrici)

Lavori in ghisa, ferro ed acciaio (articoli casalinghi in acciaio inox)

Maglierie

Ricambi, parti, accessori per auto, cicli e motocicli Macchine, apparecchi ed impianti elettrici Prodotti dell'arte libraria

Pietrine lavorate per orologeria Calzature e loro parti

Lavori in gomma

Carta, cartoni, pasta di cellulosa e loro lavori

TOTALE ESPORTAZIONI SOPRA INDICATE

Altre esportazioni

TOTALE ESPORTAZIONI PROVINCIALI — TORINO

Autoveicoli, trattori, ecc.

Macchinari ed impianti (beni strumentali non elettrici) Lavori in gomma

Macchine, apparecchi ed impianti elettrici ed elettro-tecnici

Lavori in ghisa, ferro, acciaio Materie plastiche e resine sintetiche Vini, liquori

Carta, cartoni, pasta di cellulosa e loro lavori Strumenti ed apparecchi d'ottica e per cinematografia Confezioni (abiti)

TOTALE ESPORTAZIONI SOPRA INDICATE

Altre esportazioni

TOTALE ESPORTAZIONI PROVINCIALI — V E R C E L L I

Manufatti di materie tessili sintetiche ed artificiali in fiocco

Manufatti in lana Cereali (riso)

Macchinari ed impianti (beni strumentali non elettrici) Manufatti in cotone

Calzature e loro parti

Manufatti di materie tessili sintetiche ed artificiali continue

Maglierie

Lavori in ghisa, ferro, acciaio Materie plastiche e resine sintetiche

TOTALE ESPORTAZIONI SOPRA INDICATE

Altre esportazioni

TOTALE ESPORTAZIONI PROVINCIALI

4 2 . 6 9 5 1 1 . 4 0 7 8 . 7 2 6 8 . 4 9 4 7 . 9 7 3 7 . 5 2 4 7 . 0 3 7 4 . 8 7 2 3 . 0 2 3 2 . 6 3 8 1 0 4 . 3 8 9 3 4 . 7 6 4 1 3 9 . 1 5 3 1 . 1 0 4 . 4 4 9 5 5 4 . 5 0 1 9 6 . 8 3 6 6 9 . 6 3 9 5 9 . 0 8 5 4 4 . 6 6 4 3 4 . 2 3 8 2 2 . 7 3 2 21.808 1 5 . 1 7 3 2 . 0 2 3 . 1 2 5 1 8 6 . 9 1 5 2 . 2 1 0 . 0 4 0 3 9 . 3 2 4 3 1 . 4 4 2 2 5 . 2 5 1 2 0 . 1 8 4 1 8 . 9 2 8 6 . 6 5 3 5 . 3 3 0 2 . 3 9 6 2 . 0 4 2 1 . 6 7 0 1 5 3 . 2 2 0 1 1 . 0 8 7 1 6 4 . 3 0 7 3 0 , 6 8 8,20 6 , 2 7 6,10 5 , 7 3 5 , 4 1 5 , 0 6 3 , 5 0 2 , 1 7 1 , 9 0 7 5 , 0 2 2 4 , 9 8 100,00 4 9 , 9 7 2 5 , 0 9 4 , 3 8 3 , 1 5 2 , 6 7 2,02 1 , 5 5 1 , 0 3 0 , 9 9 0 , 6 9 9 1 , 5 4 8 , 4 6 100,00 2 3 , 9 3 1 9 , 1 4 1 5 , 3 7 1 2 , 2 8 1 1 , 5 2 4 , 0 5 3 , 2 4 1 , 4 6 1 , 2 4 1,02 9 3 , 2 5 6 , 7 5 100,00

dé (capitale del Camerari) fra i paesi della CEE ed alcune ex colonie africane francofone di-venute stati indipendenti; a que-sta prima convenzione ne segui

subito un'altra denominata se-conda convenzione di Yaoundé, entrata in vigore nel luglio 1969 e con scadenza al 31 gennaio

1975. Quest'ultima dava

origi-all'associazione euro-africana, che vedeva da una parte i sei paesi della CEE e dall'altra di-ciassette stati africani e malga-scio, denominati SAMA (stati africani e malgascio associati), ai quali nel 1971 si aggiungeva l'isola Maurizio. I diciassette paesi erano: Burundi, Camerun, Repubblica Centro Africana] Ciad, Congo, Dahomey, Gabon, Costa d'Avorio, Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Rwan-da, Senegal, Somalia, Togo, Al-to Volta, Zaire. FrattanAl-to, nel

1968, veniva conclusa fra la CEE e tre stati africani apparte-nenti al Commonwealth inglese, e cioè Kenia, Tanzania e Ugan-da, una convenzione speciale detta d'Arusha, che istituiva una zona di libero scambio e dava vita ad una cooperazione finan-ziaria e tecnica. Il trattato di ade-sione della Gran Bretagna alla Comunità economica europea, firmato a Bruxelles il 22 gen-naio 1972, prevedeva formal-mente l'apertura di negoziati fra i paesi del Commonwealth e la CEE al fine di stabilire rapporti privilegiati.

(19)

particolari accordi precedenti con la CEE tra i quali l'Etiopia, il Sudan, le tre Guinee e la Li-beria.

Le trattative sfociano nell'ac-cordo del 28 febbraio 1975 a Lomé con la firma di una con-venzione della durata di cinque anni: da una parte i nove della CEE, dall'altra i quarantasei ACP, fra cui i seguenti trenta-sette paesi africani: Mauritania, Mali, Alto Volta, Niger, Ciad, Senegal, Costa d'Avorio, Togo, Dahomey, Camerun, Repubblica Centro Africana, Gabon, Congo (Rep. Popolare), Zaire, Rwanda, Burundi, Madagascar, Somalia, Isola Maurizio, Kenia, Uganda, Tanzania, Gambia, Sierra Leone, Ghana, Nigeria, Zambia, Bots-wana, Swaziland, Malawi, Leso-tho, Liberia, Sudan, Etiopia, Guinea, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale.

Contenuti. La nuova

conven-zione, detta di Lomé ripren-de, migliorandole, alcune carat-teristiche di base delle conven-zioni di Yaoundé: franchigia tariffaria, cooperazione finanzia-ria e tecnica. Essa contiene an-che fondamentali innovazioni — in particolare la stabilizzazio-ne dei proventi delle esportazio-ni — che riflettono i nuovi orien-tamenti della Comunità nei con-fronti dei paesi in via di svilup-po produttori di materie prime. Si possono cosi riassumere le sue principali disposizioni:

a) Regime degli scambi e

cooperazione commerciale: la quasi totalità dei prodotti origi-nari dagli ACP potrà entrare li-beramente nel mercato comune. Per contro non è obbligatorio il principio della reciprocità, dato che gli ACP devono soltanto garantire alla CEE il beneficio

TABELLA 10. — N U M E R O E V A L O R E M E D I O D E L L E O P E R A Z I O N I V A L U T A R I E DI I M P O R T A Z I O N E E D I E S P O R T A Z I O N E N E L 1974 Circoscrizioni IMPORTAZIONI ESPORTAZIONI Circoscrizioni Numero operazioni Valore medio per operazione milioni lire Numero operazioni Valore medio per operazione milioni lire Alessandria 6.036 13.414 21.546 4.572 Asti 1.925 11.906 6.546 5.834 Cuneo 10.201 15.650 21.695 5.388 N o v a r a 6.676 9.931 23.621 5.891 Torino 89.857 14.922 149.630 14.770 Vercelli 17.371 9.928 29.118 5.642 Piemonte 132.066 13.956 252.156 10.973 Italia 1.427.256 16.247 2.333.901 7.592 % P i e m o n t e - Italia 9,25 10,80

della clausola della nazione più favorita, che vieta le discrimina-zioni rispetto ad altri stati. Inol-tre, siccome i paesi sviluppati non possono beneficiare della franchigia doganale se volessero far passare i loro prodotti attra-verso gli ACP al fine di eludere la tariffa doganale comunitaria, la CEE ha considerevolmente at-tenuato le norme relative all'ori-gine dei prodotti, accettando in particolare di considerare gli ACP come un unico territorio.

b) Stabilizzazione dei rica-vi dalle esportazioni: questo è senz'altro l'elemento più innova-tore della convenzione di Lomé, poiché dovrebbe finalmente per-mettere ai paesi poveri di essere al riparo dalle fluttuazioni dei corsi dei prodotti di base e di essere cosi meglio in grado di pianificare il proprio sviluppo. In questo schema sono inclusi i seguenti prodotti: arachide, ca-cao, caffè, cotone, cocco, palma e palmisti, cuoio e pelli, prodotti del legno, banane, thè, sisal greggia, minerale di ferro, pur-ché rappresentino una certa per-centuale delle entrate d'esporta-zione dei paesi ACP. Quando in uno stato i ricavi dalle

(20)

pre-TABELLA 11. — E S P O R T A Z I O N I ED I M P O R T A Z I O N I I T A L I A N E E P I E M O N T E S I VERSO E D A I PAESI A F R I C A N I N E L L ' A N N O 1974 (milioni di lire) Paesi I T A L I A P I E M O N T E Paesi

Esportazioni Importazioni Esportazioni Importazioni

Paesi africani associati alla

CEE 4 0 0 . 4 1 0 1 . 3 8 0 . 7 3 5 5 7 . 9 1 4 5 . 9 6 0 Marocco 5 3 . 6 2 0 9 8 . 5 5 5 9 . 6 2 7 9 8 7 Algeria 2 1 1 . 8 9 9 1 7 4 . 3 7 3 1 6 . 8 5 3 8 8 Tunisia 7 8 . 0 4 6 1 1 4 . 5 8 8 7 . 0 3 7 2 8 2 Libia 5 5 5 . 5 3 6 1 . 5 3 8 . 1 5 5 5 1 . 6 9 2 Rau Egitto 1 2 0 . 2 8 6 5 4 . 3 9 2 1 1 . 1 1 7 6 1 7

Africa sett. Spagnola 1 . 9 5 7 4 7 4 1 1 8 2

Angola 2 1 . 5 6 4 9 . 1 5 4 4 . 1 8 4 2 0

Mozambico 9 . 6 1 9 1 9 . 4 0 8 1 . 1 5 8 1 8

Rhodesia 1 6 4 8 0 3

Sud Africa (incl. Africa

Sud-Ovest) 2 4 4 . 8 4 4 1 9 6 . 5 5 0 3 2 . 6 2 1 7 . 2 7 9 TOTALE PAESI AFRICANI 1 . 6 9 7 . 9 4 5 3 . 5 8 6 . 4 6 4 1 9 2 . 3 2 4 1 5 . 2 5 3 TOTALE EXPORT-IMPORT 1 9 . 6 8 3 . 6 7 4 2 6 . 6 0 3 . 5 0 7 2 . 7 6 7 . 2 1 6 1 . 8 4 2 . 4 7 4

% export-import dei paesi

africani sul totale 8 , 6 3 1 3 , 4 8 6 , 9 5 0 , 8 3

stiti saranno inoltre disponibili sulle risorse proprie della banca europea degli investimenti.

Sarà incrementata la parteci-pazione degli ACP alla gestione degli aiuti e saranno adottate mi-sure speciali a favore dei paesi più sfavoriti.

ci) Cooperazione

industria-le: per sviluppare e diversificare in taluni casi la produzione in-dustriale degli ACP, la Comunità è decisa a compiere uno sforzo particolare, di cui beneficeranno soprattutto le nazioni che hanno raggiunto uno stadio più avan-zato di sviluppo. Sono previsti vari tipi d'azione: sviluppo della ricerca e della tecnologia, scambi di informazioni, realizza-zioni di studi, instaurazione di contatti fra operatori economi-ci, ecc. Questa azione sarà orien-tata da un comitato di coopera-zione industriale assistito da un centro di sviluppo industriale.

(?) Istituzioni: sono dello stesso tipo di quelle istituite dalla convenzione di Yaoundé, il che

significa che la responsabilità della gestione della convenzione spetterà ad una conferenza mini-steriale, assistita da un comitato paritetico degli ambasciatori. È prevista anche un'assemblea consultiva, composta in numero uguale da membri del parlamen-to europeo e da rappresentanti nominati dagli ACP.

2 . 2 . L'ITALIA E L ' A F R I C A

Tenute presenti le motivazio-ni, enunciate nel paragrafo pre-cedente, che hanno portato a quattro raggruppamenti (paesi associati CEE, paesi arabo-afri-cani, ex colonie portoghesi e Sahara spagnolo, Sud Africa), gli scambi fra l'Italia ed il con-tinente africano nel 1974 sono chiaramente documentati nella tabella 11. Dalla sua analisi risul-ta che i paesi associati alla CEE hanno assorbito 400,4 miliardi di lire di esportazioni, mentre nel contempo le importazioni ita-liane da detti stati sono state di

1380,7 miliardi di lire. Le cifre

assolute di per sé non dicono ""'molto, ma un raffronto balza

su-bito agli occhi: la sola Libia, con 555,5 miliardi di assorbi-mento di esportazioni italiane, e

1538,1 miliardi di proprie espor-tazioni verso l'Italia, risulta il partner commerciale più impor-tante di tutti i trentasette paesi africani associati alla CEE nel loro insieme.

Comunque, complessivamen-te, nel 1974 l'export italiano ver-so il continente africano è am-montato a 1698 miliardi di lire, cifra che in termini percentuali rappresenta 1*8,6% di tutte le esportazioni italiane nel 1974 (che sono ammontate a 19.683,6 miliardi di lire). Per contro, nel-lo stesso periodo di tempo, l'im-port italiano dal continente afri-cano sono state di 3586,4 mi-liardi di lire, il che equivale al 13,5% di tutte le importazio-ni italiane (che sono ammontate nel 1974 a 26.603,5 miliardi di lire). Dai dati della citata tabella risulta anche che, dopo la Libia, il partner commerciale più im-portante per l'Italia è, nel con-tinente africano, il Sud Africa, seguito a ruota dall'Algeria.

La tabella 12 contiene la di-saggregazione, per ogni singolo paese dei trentasette componenti il gruppo dei paesi africani asso-ciati alla CEE, delle esportazioni e delle importazioni verso e dal-l'Italia. Dalla sua analisi risulta che la Costa d'Avorio (24 miliar-di miliar-di lire miliar-di importazioni dall'Ita-lia e 100,2 midall'Ita-liardi di lire di pro-prie esportazioni verso l'Italia nel 1974), lo Zaire (49,5 miliardi di lire di importazioni dall'Italia e 149,7 miliardi di lire di proprie esportazioni verso l'Italia nel

(21)

complessi-vamente l'Italia ha esportato so-lo il 2 % delle proprie esporta-zioni verso i trentasette paesi africani associati alla CEE, dai quali in compenso ha importato poco di più, e cioè il 3,3%.

2 . 3 . I L P I E M O N T E E L ' A F R I C A

Il criterio seguito per la de-scrizione degli scambi commer-ciali tra l'Italia e l'Africa è stato utilizzato per il Piemonte ed il continente africano.

Le stesse tabelle 11 e 12 ri-guardano le esportazioni ed im-portazioni della regione verso e dai Paesi africani nell'anno 1974, mentre le tabelle 13 e 14 analizzano gli scambi commer-ciali di ciascuna provincia pie-montese con il continente afri-cano.

Per quanto concerne i dati re-gionali, una prima constatazione emerge in tutta evidenza: sono molto più importanti le esporta-zioni che le importaesporta-zioni dal-l'Africa. Perché? Si è già forni-ta una risposforni-ta, quando, nella prima parte di questo studio, si è notato come le società petroli-fere abbiano prevalentemente la propria sede legale a Roma, per cui gli acquisti di oli greggi di petrolio dall'Africa (soprattutto da Libia, Nigeria, Algeria e Ga-bon) sono imputate al Lazio.

In effetti, mentre le vendite piemontesi verso l'Africa rappre-sentano, con 192,3 miliardi di lire raggiunti nel 1974, il 6,9% del totale delle esportazioni re-gionali, le importazioni dal con-tinente africano costituiscono, con 15,2 miliardi di lire nel 1974, solo lo 0,8% del totale delle importazioni piemontesi. Anche per il Piemonte, come già per l'Italia, la Libia è il paese africano di gran lunga più im-portante con 51,6 miliardi di lire

TABELLA 12. — E S P O R T A Z I O N I ED I M P O R T A Z I O N I I T A L I A N E E P I E M O N T E S I V E R S O E DAI PAESI A F R I C A N I A S S O C I A T I ALLA CEE N E L 1974 (milioni di lire) Paesi I T A L I A P I E M O N T E Paesi

Esportazioni Importazioni Esportazioni Importazioni

1. Mauritania 1.219 12.967 17 2. Mali 1.174 859 3 3. Alto Volta 700 2.160 59 4. Niger 750 2.655 17 5. Ciad 3.140 1.472 352 6. Senegal 11.095 6.085 971 7. Costa d'Avorio 24.080 100.253 2.664 920 8. Togo 3.316 5.588 162 19 9. Dahomey 1.571 4.709 131 10. Camerun 12.794 20.977 1.160 826 11. Rep. Centro Africana 1.285 2.926 22 242 12. G a b o n 4.304 36.384 790 95 13. Congo (Rep. Pop.) 7.906 32.213 5.118 1.241 14. Zaire 49.506 149.684

, ,

15. R w a n d a 2.620 195 384 16. Burundi 1.022 1.200 90 17. Madagascar 3.790 5.130 18. Somalia 32.367 8.058 4.037 19. Isola Maurizio 1.422 1.265 429 5 20. Kenia 21.404 10.531 3.977 628 21. Uganda 7.446 7.644 1.464 960 22. Tanzania 9.230 6.708 6.108 2 23. G a m b i a 704 2.006 24. Sierra Leone 2.283 154 247 25. G h a n a 9.495 11.381 1.046 410 26. Nigeria 85.247 234.413 8.087 157 27. Z a m b i a 32.993 117.404 9.952 128 28. Botswana 23 635 2 29. Swaziland 12 1.830 30. Malawi 1.042 80 251 31. Lesotho 150 134 1 32. Liberia 8.081 47.163 5 33. S u d a n 24.147 29.490 919 34. Etiopia 26.922 13.363 8.901 327 35. Guinea 6.839 2.972 547 36. Guinea - Bissau 153 19 37. Guinea Equatoriale 178 28 1 — TOTALE EXPORT-IMPORT DEI

PAESI AFRICANI ASSOCIATI

ALLA C E E 400.410 880.735 57.914 5.960

TOTALE EXPORT-IMPORT 19.683.674 26.603.507 2.767.1 16 1.843.170

% export-import dei paesi africani associati alla

CEE sul totale 2,03 3,31 2,09 0,32

di assorbimento di esportazioni italiane nel 1974; seguono il Sud Africa (32,6 miliardi), l'Al-geria, l'Egitto (11,1 miliardi), lo Zambia (9,9 miliardi), il Maroc-co (9,6 miliardi), e la Nigeria (8 miliardi). 1 trentasette paesi afri-cani associati alla CEE hanno importato nel 1974

(22)

TABELLA 13. — E S P O R T A Z I O N I ED I M P O R T A Z I O N I DELLE P R O V I N C E P I E M O N T E S I V E R S O E DAI PAESI A F R I C A N I N E L 19J4.

(milioni di lire)

Paesi

Alessandria Asti Cuneo Novara Torino Vercelli Paesi

Espor- Impor- Espor- Impor- Espor- Impor- Espor- Impor- Espor- Impor- Espor- Impor-tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni tazioni

Paesi africani associati

alla CEE 1.191 153 1.157 2 508 836 572 354 53.654 4.054 832 561 Marocco 13 1 66 26 116 3 198 — 8.698 868 536 89 Algeria 50 — 100 80 422 1.125 — 12.480 8 2.676 1 S Tunisia 180 27 87 — 191 68 235 — 6.084 187 260 — Libia 590 — 12 — 957 - - 3.191 — 45.816 .— 1.126 Rau Egitto 20 — — — 12 — ;— 211 10.962 250 123 156 Africa sett. Spagnola 4 2 114 — — —

Angola 21 — 2 — 44 223 — - 3.822 20 72 —

Mozambico 29 — 12 — 18 9 26 — 1.069 — 4 9 Rhodesia — — — — 1 — — — 3 — - S I —

Sud Africa (incl. Africa

Sud-Ovest) 1.075 1.904 196 36 315 1 641 1.470 28.560 1.603 1.834 2.265

TOTALE PAESI AFRICANI 3.169 2.085 1.632 144 2.582 917 6.215 2.037 171.262 6.990 7.463 3.080

TOTALE EXPORT-IMPORT 98.510 80.970 38.294 22.220 116.910 159.648 139.153 66.300 2.210.041 1.340.861 164.308 172.475 % Export - import dei

paesi africani sul

to-tale provinciale 3,22 2,58 4,26 0,63 2,21 0,57 4,47 3,07 7,75 0,52 4,54 0,05

le importazioni piemontesi nel 1974.

L'esame delle singole provin-ce piemontesi rivela un anda-mento che non si discosta molto da quello regionale: per Alessan-dria al primo posto come part-ner commerciale viene la Libia, seguita dallo Zambia, dalla Ni-geria e dalla Tunisia; per Asti sono invece importanti, nell'or-dine, il Gabon, la Costa d'Avo-rio, lo Zambia, il Congo e l'Al-geria; Cuneo esporta soprattutto in Libia ed Algeria, mentre im-porta dal Congo e dalla Repub-blica Centro Africana; la provin-cia di Novara dirige le proprie esportazioni soprattutto verso la Libia (oltre tre miliardi di lire nel 1974) e l'Algeria (oltre un miliardo di lire nel 1974), men-tre i men-trentasette paesi africani as-sociati alla CEE hanno scarsissi-mo interscambio con le aziende novaresi; Torino ha inviato nel 1974 merci per 45,8 miliardi di lire in Libia, 12,5 miliardi di

li-re in Algeria e quasi 11 in Egit-to, seguono in ordine di impor-tanza per la provincia di Torino 10 Zambia, l'Etiopia, la Nigeria, 11 Marocco, la Tunisia ed il Con-go; la provincia di Vercelli ha come partner pili importante l'Algeria, segue la Libia, quindi più distanziati Marocco, Guinea, Tunisia, Egitto e Nigeria.

2 . 4 . P R O F I L O DEI P R I N C I P A L I P A E S I A F R I C A N I

Basandoci sul volume degli scambi, i paesi africani che nel

1974 hanno avuto con l'Italia un interscambio superiore ai 100 miliardi di lire, sono dieci, e cioè nell'ordine: Libia ( 2 0 9 4

miliar-di miliar-di lire), Sud Africa (441 mi-liardi), Algeria (386 mimi-liardi), Nigeria (320 miliardi), Zaire (199 miliardi), Tunisia (192 mi-liardi), Egitto (175 mimi-liardi), Marocco (152 miliardi), Zambia (150 miliardi), Costa d'Avorio (124 miliardi). Ecco un breve

profilo di questi dieci paesi che sono i partners africani più im-portanti per l'Italia e che conse-guentemente lo sono potenzial-mente anche per il Piemonte.

Libia: è il maggior

importa-tore di prodotti italiani dopo Germania, Francia e Stati Uniti. In compenso l'Italia è il maggior acquirente di petrolio libico. Nel 1974 abbiamo importato dalla Libia per 1538 miliardi di lire e vi abbiamo esportato per 555 mi-liardi di lire: il deficit della no-stra bilancia commerciale è am-montato pertanto a quasi mille miliardi il che induce a credere che, nonostante la scarsità della popolazione libica (meno di tre milioni di abitanti) la possibilità delle nostre esportazioni sia di ulteriori aumenti.

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TABELLA 14. — E S P O R T A Z I O N I ED I M P O R T A Z I O N I D E L L E P R O V I N C E P I E M O N T E S I V E R S O E D A I PAESI A F R I C A N I A S S O C I A T I A L L A CEE N E L 1974 (milioni di lire) Paesi Alessandria 1. Mauritania ' 2. Mali 3. Alto Volta 4. Niger 5. Ciad 6. Senegal 7. Costa d'Avorio 8. Togo 9. D a h o m e y 10. Camerun

11. Rep. Centro Afri-cana

12. G a b o n

13. Congo (Rep. Pop.) 14. Z a i r e 15. R w a n d a 16. Burundi 17. Madagascar 18. Somalia 19. Isola Maurizio 20. Kenia 21. U g a n d a 22. T a n z a n i a 23. G a m b i a 24. Sierra Leone 25. G h a n a 26. Nigeria 27. Z a m b i a 28. Botswana 29. Swaziland 30. M a l a w i 31. Lesotho 32. Liberia 33. S u d a n 34. Etiopia 35. G u i n e a 36. Guinea - Bissau 37. G u i n e a Equatoriale TOTALE EXPORT-IMPORT DEI PAESI AFRICANI ASSOCIATI ALLA C E E TOTALE EXPORT-IMPORT

% export - import dei paesi africani asso-ciati alla C E E sul totale provinciale Espor- Impor-tazioni fazioni 5 1 19 25 8 76 1,21 5 1 9 10 1 5 8 32 11 4 — 45 396 — 594 — 2 9 — 1.191 153 98.510 80.970 Asti Espor- Impor-tazioni Impor-tazioni 0,19 236 4 — 462 143 16 3 8 1 9 7 1 — 44 — 1.157 2 38.194 22.920 3,03 0 , 0 1 Cuneo Espor- Impor-tazioni Impor-tazioni 2 4 17 103 51 19 1 11 1 1 1 3 26 2 4 1 5 7 3 1 5 1 — 16 1 4 5 5 9 4 5 1 7 81 10 508 836 116.910 159.648 0,43 0,52 Novara Espor- Impor-tazioni Impor-tazioni 43 2 2 48 58 10 19 38 8 7 1 7 8 2 4 61 7 5 4 1 5 2 572 139.153 6 3 17 5 — 263 354 66.300 Torino Espor- Impor-tazioni Impor-tazioni 0,41 0,53 12 3 14 11 328 813 2.286 162 121 1.106 21 316 4.862 368 90 3.910 412 3.969 1.398 6.028 247 872 7.426 9.145 2 246 1 915 8.551 18 479 720 841 Espor- Impor-tazioni Impor-tazioni 611 940 158 150 128 2 7 1 — 53.654 4.054 2.210.041 1.340.861 2,43 0,30 832 561 164.308 172.475 0,51 0,33

intensa collaborazione tecnica ed economica destinata ad aumen-tare indirettamente il collomento di prodotti. Nel primo ca-so le prospettive di aumento ca- so-no relative poiché il mercato cor-rente è per una parte consistente già in mano italiana, mentre la

Libia si sta ormai avviando ad una certa saturazione di mezzi tecnici e di beni di investimento. Nel secondo caso, invece, la pre-senza italiana è tuttora inade-guata alle reali possibilità offerte dal mercato nel settore delle grandi opere di sviluppo, per

scarsa partecipazione alle gare, per ritardo nella presentazione delle offerte, per difetto di in-formazione o di organizzazione in loco.

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