• Non ci sono risultati.

CONSORZIO DI BONIFICA VENETO ORIENTALE. Portogruaro - San Donà di Piave (VE) PIANO DI CLASSIFICA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CONSORZIO DI BONIFICA VENETO ORIENTALE. Portogruaro - San Donà di Piave (VE) PIANO DI CLASSIFICA"

Copied!
205
0
0

Testo completo

(1)

CONSORZIO DI BONIFICA VENETO ORIENTALE

Portogruaro - San Donà di Piave (VE)

T.U. n. 215/1933, L.R. n. 12/2009, D.G.R. n. 79/2011

PIANO DI CLASSIFICA

I redattori

Dott. Agr. Graziano Paulon Dott. Ing. Giulio Pianon

degli immobili del comprensorio per il riparto della contribuenza consortile

RELAZIONE

Dott. Ing. Sergio Grego

(2)

PIANO DI CLASSIFICA

degli immobili del comprensorio per il riparto della contribuenza consortile

RELAZIONE

(3)
(4)

INDICE

1. Premessa... 7

2. Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale ... 9

2.1Istituzione del Consorzio...9

2.2Evoluzione storica...10

2.3Il Comprensorio di bonifica ...12

3. L’attività del Consorzio per la realizzazione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica e irrigazione... 13

3.1Suddivisione del territorio in bacini idraulici. UTO n. 1 Lemene ...13

3.2Il sistema delle opere di bonifica e la relativa gestione. UTO n. 1 Lemene...14

3.2.1 Le opere idrauliche...14

3.3Le opere irrigue. UTO n.1 Lemene...16

3.4Suddivisione del territorio in bacini idraulici. UTO n. 2÷6 – Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba, Cavallino ...18

3.5Il sistema delle opere di bonifica e la relativa gestione. UTO n. 2÷6 – Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba, Cavallino...20

3.6Le opere irrigue. UTO n. 2÷6 – Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba, Cavallino. ...20

4. Il Piano di Classifica degli immobili del comprensorio per il riparto della contribuenza: inquadramento normativo... 23

4.1Premessa ...23

4.2Legislazione statale e regionale in materia di riparto degli oneri di bonifica e relative interpretazioni (direttive ministeriali e regionali, giurisprudenza) ...24

4.3Il Potere impositivo dei consorzi di bonifica ...31

4.4Il beneficio di bonifica ...33

4.5Beni oggetto di imposizione...36

4.6Soggetti obbligati ...37

5. Il Piano di Classifica del Consorzio di bonifica “Veneto Orientale” ... 41

5.1Il beneficio di bonifica. Inquadramento generale ...41

5.2Categorie di spesa soggette al riparto sulla base della classifica degli immobili ...46

5.3Ripartizione dei costi sostenuti dal Consorzio da imputare distintamente ai settori della bonifica e dell’irrigazione...46

5.4Componenti del beneficio: scolo e difesa idraulica...48

5.5Indicatori utilizzati nell’ambito delle UTO n. 1 - Lemene...50

5.5.1 Indice di comportamento...50

5.5.2 Indice di soggiacenza...54

5.5.3 Indice di efficacia...57

5.5.4 Indice economico ...61

5.5.5 Indice di beneficio...66

5.5.5.1 Criteri generali ...66

5.5.5.2 Integrazione degli indici elementari e determinazione dell’indice di beneficio...67

(5)

5.5.5.3 Superfici a destinazione residenziale con densità fondiaria diversa da quella di riferimento69

5.5.5.4 Aree urbane ad uso pubblico con particolari caratteristiche...70

5.5.5.5 Superfici sottoposte a vincoli permanenti che ne limitino significativamente la produttività e la possibilità di variazione della destinazione d’uso ...70

5.5.5.6 Determinazione della classificazione economica degli immobili ...71

5.5.5.7 Superfici escluse ...72

5.6 Indicatori utilizzati nell’ambito delle UTO n. 2 (Brian), n. 3 (Caposile), 4 (Cavazuccherina), 5 (Cà Gamba), 6 (Cavallino) ...73

5.6.1 Servizio di scolo e difesa...73

5.5.2 Criteri generali e metodologie uniformi ...73

5.5.3 Descrizione delle UTO 2÷6 Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba e Cavallino ...74

5.5.4 Riparto spese per servizio e per bacino ...74

5.5.5 Oneri di bonifica a carico del bacino esterno Bidoggia-Grassaga. ...75

5.5.6 Descrizione e classificazione dei suoli per tipo idrologico...77

5.5.7 Parametri del comportamento idraulico dei suoli ...78

5.5.7.1 Coefficienti udometrici dei terreni agricoli...78

5.5.7.2 Coefficienti udometrici per zone urbane...79

5.5.7.3 Coefficiente di deflusso ...80

5.5.8 Soggiacenza...82

5.5.8.1 Classi di prevalenza ...85

5.5.9 Indice grado di efficacia della bonifica ...86

5.5.10Indice economico ...86

5.5.11Carature di bonifica ...87

6. Metodologie per la determinazione dei canoni di concessione relativi allo scarico nei canali consortili (D.Lgs. n. 152/2006, art. 166 comma 6; L.R. n. 12/2009, art. 37 comma 1) ... 89

6.1Inquadramento del problema...89

6.2Procedure applicate nell’UTO Lemene...91

6.2.1 Inquadramento generale ...91

6.2.2 Calcolo degli apporti idrici nella rete di bonifica ...92

6.2.2.1 Deflussi medi di natura meteorica ...92

6.2.2.2 Apporti dovuti agli scarichi di natura reflua...94

6.2.2.3 Volumi totali di natura meteorica e di scarico...94

6.2.2.4 Calcolo dell’indice di ragguaglio ...95

6.2.2.5 Calcolo dei volumi ragguagliati, di origine meteorica e di scarico ...95

6.2.3 Individuazione dei costi della bonifica che costituiscono la base per il calcolo del canone di concessione allo scarico ...95

6.2.4 Calcolo della tariffa unitaria del canone di scarico ...96

6.2.5 Determinazione del canone di concessione relativo a ciascun scarico censito ...96

6.2.6 Esempio applicativo ...97

6.3Procedure applicate nell’ambito dell’UTO Piave ...97

(6)

6.3.1 Descrizione...97

6.3.2 Calcolo della tariffa unitaria del canone di scarico ...99

6.3.3 Esempio applicativo ...99

7. Valutazione del beneficio relativo all’attività di irrigazione ... 101

7.1Indicatori utilizzati nell’ambito delle UTO irrigua n. 1 - Lemene...101

7.1.1 Criteri di riparto dei costi congiunti fra bonifica e irrigazione ...102

7.1.2 Criteri di riparto dei costi comuni fra bonifica e irrigazione...105

7.1.3 Indice di beneficio irriguo...106

7.2Indicatori utilizzati nell’ambito della UTO irrigua n. 2 – Piave ...110

7.2.1 Consistenza opere irrigue per bacino...110

7.2.2 Zonizzazione ...110

7.2.3 Gradi di beneficio ...111

8. Norme Tecniche per l’applicazione della Classifica... 115

8.1Norme generali ...115

8.2Norme specifiche relative alla applicazione della classifica degli immobili che beneficiano dell’attività di scolo e difesa idraulica...116

8.3Norme specifiche relative alla applicazione della classifica degli immobili che beneficiano dell’attività irrigua. ...124

9. Bibliografia ... 127

(7)
(8)

1. Premessa

L’adozione del nuovo Piano di Classifica degli immobili del comprensorio per il riparto della contribuenza consortile rappresenta un passaggio particolarmente significativo nel percorso di riorganizzazione della boni- fica nel comprensorio n. 10, definito dalla L.R. 8.5.2009 n. 12, sul quale, ai sensi della DGR 19.5.2009 n.

1408 è stato istituito il Consorzio di bonifica Veneto Orientale.

Il nuovo Piano di classifica riunisce in un documento organico la sintesi dei criteri per il riparto e la riscossio- ne della contribuenza in precedenza definiti dai Piani di classifica dei preesistenti Consorzi “Basso Piave” e

“Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento”.

Il presente documento si pone quale atto di transizione che accompagna la fase di graduale riorganizzazione dell’ente dalle gestioni distinte dei due precedenti consorzi a quella in progressiva definizione del nuovo Ente

“Veneto Orientale”.

Con il presente documento si dà attuazione alle disposizioni recenti introdotte dalle LR. n. 12/2009 e n.

25/2010 ed in particolare si recepisce integralmente la normativa relativa all’attuazione delle norme di cui all’art. 37 della predetta LR n. 12/2009, secondo le procedure definite dalla successiva DGR 27.01.2011 n. 79.

Per quanto riguarda i criteri di classificazione, si è operato in modo tale da allineare le metodologie alla griglia operativa definita dalle Direttive Regionali di cui alla DGR n. 79/2011.

Contestualmente alla adozione del documento si avvia una fase di revisione generale dei criteri di classifica- zione da sviluppare contestualmente alla riorganizzazione complessiva delle attività consorziale su base uni- taria, anch’essa in corso di definizione. Di pari passo sarà attuato l’adeguamento delle basi catastali consorti- li, con riferimento in particolare alla componente urbana per le porzioni in cui non è stata sinora sviluppata, omogeneizzando l’intera banca dati alla struttura già messa a punto per quella che, secondo i criteri della DGR n. 79/2011, è stata definita come Unità Territoriale Omogenea Lemene.

Il ruolo tecnico di definire le metodologie per la valutazione del beneficio derivante dalle attività di esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere di bonifica e irrigazione, è stato affidato ad un Gruppo Tecnico costitui- to dai Dirigenti e Funzionari consorziali:

- Dott. Agr. Graziano Paulon - Ing. Sergio Grego

- Ing. Giulio Pianon - Dott. Agr. Giorgio Talon - Geom. Pierangelo Filippi - Geom. Walter Corazza.

L’elaborazione analitica e cartografica è stata interamente realizzata dagli Uffici Consorziali. Alla realizzazio- ne delle elaborazioni di carattere idrologico ha collaborato in particolare l’Ing. Andrea De Götzen.

Il presente Piano si inserisce nel contesto sopra definito, e tenta di dare adeguate risposte al complesso delle istanze di revisione derivate dalle esigenze più concrete di carattere gestionale ma soprattutto a quelle con- nesse alla interpretazione delle norme fondamentali alla luce della nuova realtà della bonifica venutasi deli- neando. L’operazione non è stata portata completamente a compimento a causa dei limiti di tempo imposti dalla Regione e sarà attuata nell’ambito della fase di revisione sopra richiamata.

Una richiamo particolare va riservato alle metodologie adottate per l’elaborazione del Piano. Nelle operazioni di determinazione degli indicatori del beneficio, si è fatto costante riferimento a dati tecnici ed economici; le

(9)

valutazioni condotte sono quindi sempre derivate da risultanze oggettive ricavate secondo le regole dell’Estimo razionale. Di altrettanta evidenza risulta inoltre la particolare attenzione riservata all’applicazione delle tecnologie informatiche nell’ambito sia delle operazioni di valutazione che in quelle successive di resti- tuzione cartografica e numerica dei risultati delle analisi. Tali particolarità hanno consentito una notevole pre- cisione nell’ambito dei processi di classificazione ed hanno permesso di predisporre le condizione per una al- trettanto efficiente applicazione dei risultati della classifica.

La documentazione di Piano si compone di una Relazione e di 27 elaborati cartografici, richiamati nell’elenco di seguito riportato:

Rel Relazione generale

1.0 Inquadramento geografico e amministrativo. (Cor. scala 1:50.000) 2.0 Il comprensorio di bonifica. (Cor. scala 1: 50.000)

3.0 Le opere di bonifica (Cor. scala 1:50.000) 4.0 Le opere di irrigazione (Cor. scala 1:50.000) 5.0 Unità Territoriali Omogenee (Cor. Scala 1:50.000) 6.0 Ambiti serviti da pubblica fognatura (Cor. Scala 1:50.000) 7.0 Perimetro di contribuenza (Cor. Scala 1:50.000)

8.0 Indice di comportamento UTO n. 1 Lemene (Cor. Scala 1:50.000) 9.0 Indice di soggiacenza UTO n. 1 Lemene (Cor. Scala 1:50.000) 10.0 Indice di efficacia UTO n. 1 Lemene (Cor. Scala 1:50.000) 11.0 Indice economico UTO n. 1 Lemene (Cor. Scala 1:50.000) 12.0 Indice di beneficio UTO n. 1 Lemene (Cor. Scala 1:50.000)

12.1 Indice di beneficio UTO n. 1 Lemene - Quadrante NW (Cor. Scala 1:20.000) 12.2 Indice di beneficio UTO n. 1 Lemene - Quadrante NE (Cor. Scala 1:20.000) 12.3 Indice di beneficio UTO n. 1 Lemene - Quadrante SW (Cor. Scala 1:20.000) 12.4 Indice di beneficio UTO n. 1 Lemene - Quadrante SE (Cor. Scala 1:20.000) 13.0 Indice di comportamento. UTO 2-6 (Cor. Scala 1:50.000)

14.0 Indice di soggiacenza. UTO 2-6 (Cor. Scala 1:50.000) 15.0 Indice economico. UTO 2-6 (Cor. Scala 1:50.000)

16.1A Indice di beneficio. UTO 2 Brian - nord (Cor. Scala 1:20.000) 16.1B Indice di beneficio. UTO 2 Brian - sud (Cor. Scala 1:20.000)

16.3 Indice di beneficio. UTO 3 Caposile (Cor. Scala 1:20.000) 16.4 Indice di beneficio. UTO 4 Cavazuccherina (Cor. Scala 1:20.000) 16.5 Indice di beneficio. UTO 5 Ca’ Gamba (Cor. Scala 1:20.000) 16.6 Indice di beneficio. UTO 6 Cavallino (Cor. Scala 1:20.000)

17.0 Indice di beneficio irriguo. UTO irrigua Piave (Cor. Scala 1:50.000) 18.0 Indice di beneficio irriguo. UTO irrigua Lemene (Cor. Scala 1:50.000)

(10)

2. Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale

2.1 Istituzione del Consorzio

Il comprensorio n. 10, è stato individuato dalla L.R. 8.5.2009 n. 12, e riunisce i precedenti comprensori facenti capo ai disciolti consorzi di bonifica “Basso Piave” (ex comprensorio n. 19) e “Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento” (ex comprensorio n. 20). Le funzioni di gestione del sistema di bonifica e irrigazione sul nuovo comprensorio, ai sensi della DGR 19.5.2009 n. 1408, sono state attribuite al nuovo Consorzio di bonifica

“Veneto Orientale”.

Il precedente comprensorio di bonifica n. 20, delimitato con provvedimento del Consiglio Regionale 21.12.1977 n. 488, si estendeva nella regione della Bassa Pianura Veneta compresa tra i corsi dei fiumi Li- venza Tagliamento.

In corrispondenza del suddetto territorio, la Giunta Regionale del Veneto, con deliberazione 7.3.1978 n. 1228, aveva istituito il Consorzio denominato “Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento”, il quale, ai sensi della L.R. n. 3 del 13.1.1976, avrebbe dovuto sostituire i seguenti 10 Enti operanti in precedenza:

Consorzio di bonifica “Lugugnana” (R.D. 19.4.1907 1);

Consorzio di bonifica “Lison” (R.D. 3.4.1921 n. 1401);

Consorzio di bonifica “Loncon” (Decr. Pref. 18.8.1903 n. 17516 2);

Consorzio di bonifica “Sette Sorelle” (R.D. 11.1.1923);

Consorzio di bonifica “Ottava Presa” (R.D. 28.10.1927);

Consorzio di bonifica “Sansonetta, VI Presa, Palangon” (R.D. 23.8.1929 n. 4563);

Consorzio di bonifica “Bandoquerelle Palù Grande (R.D. 25.7.1924 n. 7943/9438);

Consorzio di bonifica “Bacino Reghena” (R.D. 7.10.1904);

Consorzio di bonifica “Sant’Osvaldo” (R.D. 11.1.1923);

Consorzio di bonifica “San Michele al Tagliamento” (R.D. 3.3.1907 n. 12781).

Con la pubblicazione del provvedimento, tuttavia, non tutti gli enti sopra elencati sono stati effettivamente sciolti e sostituiti in tutte le loro funzioni dal Consorzio “Pianura Veneta”.

I tre Consorzi interregionali, “Sant’Osvaldo”, “Bacino Reghena” e “San Michele al Tagliamento”, il cui com- prensorio si estendeva in parte nella Regione Friuli Venezia Giulia, hanno continuato ad operare in piena au- tonomia istituzionale, sotto il diretto controllo dello Stato, sino al 4 agosto 1994.

A tale data, infatti, è entrata in vigore l’intesa sottoscritta dalle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia che ha disposto il definitivo scioglimento dei suddetti enti e l’assegnazione delle porzioni territoriali dei relativi comprensori, ricadenti rispettivamente nelle due regioni, ai consorzi di bonifica “Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento” e “Cellina Meduna”.

Con precedente atto (D.G.R. 10.5.1983 n. 2345), la Regione del Veneto aveva, nel frattempo, provveduto a sopprimere il Consorzio di Miglioramento Fondiario “Casere San Gaetano”, trasferendo le competenze sul territorio e sulle relative opere, al Consorzio di bonifica “Pianura Veneta”.

A partire dal 1.1.1990 sono risultati definitivamente sciolti, anche i 4 Consorzi idraulici che operavano nel comprensorio sotto il diretto controllo dello Stato:

Consorzio Idraulico di 3ª categoria del “Reghena e Caomaggiore”;

1 Atto costitutivo del Consorzio.

2 Atto con cui fu costituito il Consorzio Idraulico “Loncon”, successivamente trasformato in Consorzio di bonifica ai sensi dell’art. 68 del R.D. 30.12.1923 n. 3256, con delibera dell’assemblea de proprietari in data 8.7.1928.

(11)

Consorzio Idraulico di 3ª categoria del “Medio Lemene Versiola”;

Consorzio Idraulico di 3ª categoria di “Pramaggiore”;

Consorzio Idraulico di 3ª categoria del “Lame Nicesolo”.

Per effetto della legge 18.5.1989 n. 183, che ne ha disposto la soppressione, le competenze di questi ultimi enti sono state trasferite alle Regioni, nel caso specifico Veneto e Friuli Venezia Giulia.

L’ex consorzio Basso Piave che era stato costituito con deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.

1228 del 7 marzo 1978. Esso è succeduto in tutti i diritti ed obblighi, nelle attività e passività, ai soppressi Consorzio delle Bonifiche del Basso Piave con sede in S.Donà di Piave e Consorzio di Bonifica Litorale del Cavallino con sede a Venezia-Cavallino.

Il suo comprensorio è stato determinato con provvedimenti del Consiglio Regionale del Veneto 21 dicembre 1977 n.488 e 2 febbraio 1978 in attuazione della Legge Regionale 13.1.1976 n.3 sul riordinamento dei com- prensori di bonifica.

2.2 Evoluzione storica

Il coordinamento fra le singole realtà consorziali nell’ambito dell’ex consorzio “Pianura Veneta”, già esisteva prima dell’intervento di riordino operato dalla Regione Veneto: i suddetti Enti, con la sola eccezione del Con- sorzio di bonifica “San Michele al Tagliamento”, a seguito del R.D. 5.11.1937, ebbero riconosciuta la costitu- zione del raggruppamento denominato dei “Consorzi Riuniti di Bonifica fra Taglio e Livenza”, il quale racco- glieva sotto un’unica direzione tecnico-amministrativa, i nove consorzi sorti nel territorio della bassa Pianura veneta Orientale, per la bonificazione delle zone paludose o interessate dal disordine idraulico e per la difesa dell’abitato della città di Portogruaro.

La bonifica, nel territorio del portogruarese, vanta tuttavia radici ben più lontane: sin dai tempi della Repubbli- ca veneta, infatti, l’impegno per la redenzione del territorio dalle paludi e la sua difesa dalle piene dei fiumi ha sempre occupato un posto di rilievo nei programmi di governanti e legislatori.

La documentazione ufficiale fa risalire, più precisamente al 1620 l’inizio di tale attività, quando fu costituito il Consorzio di scolo “Canale Lugugnana” allo scopo di governare il deflusso delle acque del corso omonimo e proteggere dalle sue frequenti esondazioni i territori compresi fra Portogruaro e San Michele al Tagliamento.

Malgrado sin da quel momento gli sforzi prodotti fossero stati notevoli, alla metà del secolo scorso, il territorio in esame presentava ancora notevoli superfici coperte permanentemente da acque stagnanti, non idonee allo sfruttamento agricolo e caratterizzate da pessime condizioni igienico sanitarie.

Fu solo a seguito della Legge 25.6.1882 n. 896 (Legge Baccarini) che si diede inizio ad una organica opera di bonificazione. Con successivo Regio Decreto del 2 luglio 1885, infatti, vennero classificati di 1ª categoria:

• i bacini fra il Lemene ed il Livenza e la tenuta Franchetti, già bonificata;

• il bacino a sinistra del Lemene;

• il territorio fra la destra del Tagliamento ed il canale Lugugnana.

Tale classificazione fu poi mantenuta anche dalla legislazione successiva.

Prese così avvio una intensa attività che condusse alla costituzione dei vari consorzi di bonifica che, nel cor- so della prima metà del 1900, si impegnarono nell’ampio lavoro di redenzione delle terre comprese tra i corsi dei fiumi Livenza e Tagliamento.

Tale attività si è protratta sino ai giorni nostri, nell’ambito di un quadro organizzativo che, dopo numerose tra- sformazioni, ultima quella disposta dalla Regione del Veneto con la L. n. 3/1976, vede ora un unico Consor- zio impegnato nell’attività di potenziamento e ammodernamento del complesso sistema di opere realizzato.

(12)

La sua costante manutenzione ed il continuo esercizio costituiscono una imprescindibile condizione per la tu- tela dal rischio idraulico di tutti gli insediamenti e le attività che nel frattempo su detto territorio hanno avuto sviluppo.

La bonificazione del Basso Piave, costituente una vasta area palustre e malarica, lungo il litorale dell’alto A- driatico, ebbe inizio nel XIX secolo e si concretizzò all’inizio del XX secolo, con la costituzione di enti a carat- tere collettivo, in applicazione del T.U. 22.3.1900 n.195, giuridicamente riconosciuti, esecutori di opere pub- bliche in concessione per conto dello Stato. Così nel 1903 fu costituito il Consorzio di Bonifica Ongaro Supe- riore e nel 1906 il Consorzio Cavazuccherina per il risanamento dei territori attorno ai centri di S.Donà e di Jesolo.

Dopo il 1° conflitto mondiale, nel corso degli anni '20, sorsero i Consorzi Magnadola, Caseratta, Cirgogno, Bella Madonna, Ongaro Inferiore e Brian, che con l’Ongaro Superiore operarono il risanamento idraulico di tutto il territorio tra Piave e Livenza; mentre in destra Piave, unitamente al Cavazuccherina, hanno operato i Consorzi di Bonifica Caposile, Cà Gamba e Cavallino. Complessivamente 12 Consorzi per circa 62.000 ha di cui 36.000 ha inzialmente palustri.

Alla vigilia della 2^ guerra mondiale tutte le opere principali di bonifica previste dai singoli Consorzi erano pra- ticamente ultimate ed il Basso Piave, anche in ambito nazionale, ha rappresentato un importante esempio di bonifica a scolo meccanico. Unitamente alle opere idrauliche, il territorio è stato dotato, su iniziativa degli Enti consorziali, di essenziali infrastrutture come le strade di bonifica e soprattutto del servizio di acquedotto, cura- to dall’omonimo Consorzio per l'Acquedotto del Basso Piave, che provvide alla distribuzione dell’acqua pota- bile, base indispensabile per sostenere l’intenso ed impegnativo processo di appoderamento.

Dopo la conclusione della 2^ guerra mondiale, a partire dagli anni ‘50 è stato dato avvio alla trasformazione irrigua su gran parte del comprensorio; opera tuttora non conclusa per interruzione dei finanziamenti pubblici a partire dagli anni '80.

I richiamati originari 12 Consorzi di Bonifica hanno provveduto autonomamente alla bonifica dei rispettivi comprensori.

Pur nella indipendenza giuridico-amministrativa, fin dall’avvio si manifestò e si consolidò un processo di co- ordinamento tra gli stessi, che portò alla costituzione di un unico Ufficio, preposto alle incombenze tecniche, progettuali, contabili e amministrative. Esso venne assumendo, con l’avanzare delle opere di bonifica, un ruo- lo progressivamente centrale nel governo del territorio, conferendo caratteri di unitarietà e coordinamento alla operatività dei distinti Enti. Ruolo che ebbe riconoscimento formale e giuridico con la costituzione, con RD 23.4.1936 n.1949, del "Raggruppamento dei Consorzi di Bonifica Riuniti del Basso Piave", con il compito di sovraintendere al funzionamento dei tre uffici – Amministrativo, Tecnico e Agrario – preposti alla gestione or- dinaria e anche straordinaria dei singoli Enti, che restavano peraltro amministrativamente autonomi.

A fine anni '60 il grado di maturazione raggiunto dalla trasformazione fondiario-agraria, le più avanzate esi- genze di sicurezza idraulica, conseguenti al cospicuo sviluppo degli insediamenti urbani, non più assicurabili nell’ambito degli originari bacini idraulici, l'indispensabilità di provvedere al potenziamento ed ammoderna- mento degli impianti, alle loro concentrazioni ed alla contestuale riorganizzazione del personale per obiettivi di efficienza e contenimento dei costi, portarono i Consorzi di bonifica del Raggruppamento a ritenere superate le ragioni della autonomia ed a deliberare di fondersi in un unico Ente operante sull’intero comprensorio. Tale Ente è stato costituito con D.P.R. 6 marzo 1972 e denominato Consorzio delle Bonifiche del Basso Piave. Ad esso dopo pochi anni è subentrato l’attuale Consorzio di Bonifica Basso Piave, nel quale, unitamente al baci- no litorale del Cavallino, tutto il suo territorio confluì, con esclusione del bacino Bidoggia-Grassaga.

(13)

I provvedimenti istitutivi del Comprensorio di Bonifica Basso Piave hanno incluso nel perimetro anche 1.511 ha, costituenti aree di nuova classifica formate da modeste superfici di gronda fluviale e lagunare, pre- valentemente ubicate in destra Sile–Piave Vecchia esternamente ai perimetri di bonifica. Gli stessi provvedi- menti hanno estromesso il bacino Bidoggia-Grassaga per complessivi ha 7.980, già parte integrante del comprensorio del Consorzio delle Bonifiche del Basso Piave, incorporandolo nel superiore Consorzio di Boni- fica Pedemontano Sinistra Piave, anche se ad ogni effetto le relative colature sono da sempre tributarie del sistema emissario a mare Brian del comprensorio del Basso Piave.

In conformità al punto 7 del provvedimento 21.12.1977 n.488 del Consiglio Regionale del Veneto i relativi rapporti sotto il profilo economico finanziario e di regimazione idraulica sono regolati da apposita convenzione intervenuta tra le parti con atto 18.11.1980.

2.3 Il Comprensorio di bonifica

Il perimetro del comprensorio su cui opera il Consorzio Veneto orientale è definito:

• a est dal fiume Tagliamento;

• a sud dal Mar Adriatico;

• a ovest dalla laguna di Venezia, canale Fossetta, Fossalta di Piave centro, argine S. Marco fino a Zenson di Piave centro;

• a nord dal confine fra la Regione Veneto e la Regione Friuli Venezia Giulia e il confine con il limitrofo Con- sorzio di Bonifica Piave, costituito dai perimetri esterni dei bacini Cirgogno e Piavon, giusta demarcazione fissata con provvedimento 07.07.1978 n. 7948 del Genio Civile e degli Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura di Venezia e Treviso.

Il comprensorio del Consorzio ha una superficie territoriale totale di 113.359 ha che ricadono nei diversi Co- muni e Province come indicato in tab. 2.1.

(14)

Tab. 2.1. Ripartizione della superficie comprensoriale per comune.

PROVINCIA DI VENEZIA

Annone Veneto 2.562

Caorle 15.218

Cavallino-Treporti 2.858

Ceggia 2.199

Cinto Caomaggiore 2.147

Concordia Sagittaria 6.653

Eraclea 9.505

Fossalta di Piave 582

Fossalta di Portogruaro 3.115

Gruaro 1.721

Jesolo 8.214

Meolo 11

Musile di Piave 4.507

Noventa di Piave 1.807

Portogruaro 10.232

Pramaggiore 2.420

Quarto d'Altino 460

S. Donà di Piave 7.873

San Michele al Tagliamento 10.579

Santo Stino di Livenza 6.580

Teglio Veneto 1.153

Torre di Mosto 3.834

Venezia 32

Totale Provincia Venezia 104.262

Cessalto 2.650

Chiarano 1.350

Gorgo al Monticano 1.155

Motta di Livenza 2.492

Oderzo 845

Salgareda 575

Zenson di Piave 30

Totale Provincia Treviso 9.097

Totale Consorzio 113.359

Sup. (ha)

PROVINCIA DI TREVISO

(15)

3. L’attività del Consorzio per la realizzazione, manutenzione ed eserci- zio delle opere pubbliche di bonifica e irrigazione

In aderenza a quanto indicato al capitolo 3 delle Direttive regionali di cui alla DGR n. 79/2011, il territorio comprensoriale è stato suddiviso in 6 Unità territoriali Omogenee (UTO) corrispondenti agli ambiti in cui la organizzazione delle attività di bonifica si svolge sostanzialmente nell’ambito di unità gestionali distinte ricon- ducibili anche unità distinte per quanto riguarda la individuazione dei centri di costo.

Tali UTO sono individuate nella cartografia di cui alla Tavola 5.0 e di seguito elencate:

- UTO n. 1 – Lemene;

- UTO n. 2 – Brian;

- UTO n. 3 – Caposile;

- UTO n. 4 – Cavazuccherina;

- UTO n. 5 – Ca’ Gamba;

- UTO n. 6 – Cavallino.

3.1 Suddivisione del territorio in bacini idraulici. UTO n. 1 Lemene

L’UTO n. 1 Lemene, delimitata dalle arginature del fiume Livenza ad Ovest e del fiume Tagliamento ad Est, è attualmente attraversato, in direzione Nord-Sud, da una serie di collettori naturali ed artificiali che possono essere raggruppati nei seguenti cinque sistemi idraulici:

• il Malgher-Fosson;

• il Loncon;

• il Lemene, che riceve presso Portogruaro il fiume Reghena;

• il Taglio, con l’affluente Lugugnana;

• Le Rogge del Molino e Vidimana.

Di questi, i primi tre, trovano sbocco nel mare Adriatico attraverso il canale lagunare Nicesolo, il quarto si- stema utilizza a tal fine il canale lagunare del Lovi, mentre le Rogge del Molino e Vidimana, che interessano solo marginalmente il comprensorio, si immette direttamente nel fiume Tagliamento.

I predetti corsi d’acqua hanno origine a Nord del comprensorio, in regione Friuli Venezia Giulia e vengono a- limentati dalle acque che scaturiscono lungo la linea delle risorgive; quindi percorrono il territorio veneto rac- cogliendo per gravità le acque di deflusso superficiali.

A causa dell’altimetria dei terreni, che inizia ad essere inferiore al medio mare poco al di sotto dell’abitato di Portogruaro, tali corsi d’acqua, nel loro tratto terminale non sono più in grado di ricevere naturalmente le ac- que di sgrondo superficiali. Per questo motivo proseguono arginati verso l’Adriatico, andando così a costituire i recipienti di ricezione dei deflussi artificiali degli impianti idrovori attivi nei bacini di bonifica.

Sia nelle aree a scolo naturale, che in quelle a scolo meccanico, ai suddetti sistemi idraulici fa riferimento la rete di sgrondo minore rappresentata da canali di bonifica consorziali e privati.

I cinque sistemi idraulici definiti, con i loro affluenti secondari, delimitano 44 bacini di scolo autonomi, per una superficie complessiva di 59.539 ha. Di questi, 1.736 ha sono rappresentati da territori fuori comprensorio scolanti nella rete idraulica dei bacini di bonifica consorziali.

La predetta superficie totale, comprende anche le porzioni territoriali occupate da acque esterne alla bonifica (1.907 ha) e da litorali (409 ha).

(16)

Con riferimento al rapporto con le opere di bonifica, i predetti territori sono rappresentati per 15.456 ha (25,96

%) da superfici a scolo naturale, altri 29.360 ha (49,31 %) sono costituiti da zone a scolo meccanico e 2.658 ha (4,46 %) da aree a scolo alternato.

Altri 3.011 ha (5,06 %) concorrono a formare l’insieme delle aree comprensoriali nelle quali le relative opere di scolo, o sono gestite dai privati proprietari (bonifiche private) o non sono addirittura presenti, come nel ca- so delle valli da pesca.

La presente revisione della classifica prevede l’inclusione nelle aree contribuenti di 1.051 ha, già appartenenti alla Bonifica Privata Veronese, per la quale è in corso il trasferimento delle relative opere alla gestione con- sortile.

Una ulteriore superficie di 9.053 ha (15,21 %), tra i quali ricadono anche le predette zone definite come “ac- que esterne” e “litorali”, non hanno alcun rapporto dal punto di vista del regime idraulico con le opere di boni- fica. Questo raggruppamento, raccoglie principalmente i territori situati nella parte settentrionale del Com- prensorio che scolano direttamente nei corsi d’acqua di competenza regionale, come il Malgher, il Loncon, il Lemene e le Rogge Vidimana e del Molino.

Nell’elaborato di Piano n. 2 è riportata la suddivisione del territorio comprensoriale nei diversi bacini idraulici e la rappresentazione della rete idraulica, suddivisa per tipologia: di scolo, irrigua e mista, gli impianti idrovori e di sollevamento irriguo ed il sistema di arginature.

Nella tabella 3.1 si elencano invece, per ciascun bacino, le superfici assoggettate alle diverse modalità di scolo: naturale, meccanico e alternato.

3.2 Il sistema delle opere di bonifica e la relativa gestione. UTO n. 1 Lemene

Il sistema di opere facenti capo all’UTO n1 Lemene, in relazione anche agli obiettivi specifici del Piano di Classifica, svolge sostanzialmente due ordini di funzioni: la prima riguarda lo scolo delle acque di pioggia e la difesa dei territori dalle acque esterne, la seconda si riferisce al complesso delle attività condotte per assicu- rare sufficienti disponibilità idriche nel periodo estivo da utilizzare per lo svolgimento dell’irrigazione delle col- ture agrarie.

Alla distinzione funzionale sopra descritta, non corrisponde tuttavia una netta separazione nell’ambito della struttura del predetto sistema: all’interno di questo si possono infatti rilevare opere che svolgono solo una funzione idraulica, altre opere che sono a servizio esclusivo dell’irrigazione ed infine opere, la parte prevalen- te peraltro, che assolvono compiti riguardanti entrambe le predette funzioni: bonifica in senso stretto e irriga- zione.

Nel presente capitolo si riporterà una breve descrizione delle diverse categorie prima indicate, che verranno suddivise, allo scopo, nei due raggruppamenti principali, ossia quello delle opere idrauliche, comprendente la rete di canali con funzione esclusiva di scolo o mista ( scolo e irrigazione), i relativi manufatti e gli impianti i- drovori, e distintamente le opere irrigue, ossia quelle che sono deputate all’esclusiva distribuzione dell’acqua per l’alimentazione idrica delle colture agrarie.

È con riferimento agli oneri diretti ed indiretti derivanti dalla gestione suddette opere che viene determinato l’ammontare complessivo della contribuenza da ripartire fra i singoli immobili beneficiari sulla base dei criteri definiti dal Piano di Classifica.

3.2.1 Le opere idrauliche

Il sistema delle opere idrauliche fa sostanzialmente riferimento alla rete di canali, in genere a cielo aperto che sviluppandosi diffusamente sul territorio comprensoriale, ne assicura lo scolo delle acque in occasione degli eventi meteorici.

(17)

Ai fini del presente lavoro, si considera la sola componente di tale rete che risulta essere effettivamente con- segnata per l’esercizio e la manutenzione al Consorzio. Bisogna infatti rilevare che la rete idraulica compren- soriale si compone inoltre di altri collettori, la cui gestione, per l’importanza che assumono nel l’ambito del si- stema idraulico, è affidata ai privati, nel caso dei corsi d’acqua minori, oppure alla Regione od ancora allo Stato per quanto riguarda le aste di primaria importanza.

Con riferimento alle opere idrauliche, l’attività del Consorzio si limita pertanto all’esercizio, manutenzione e sorveglianza dei canali e dei manufatti connessi, che a tal fine ad esso sono stati consegnati con apposito at- to.

Lo sviluppo di tale rete di collettori è riportato nell’elaborato cartografico di piano n. 3. In esso, con colorazioni diverse, sono indicati i collettori di bonifica che svolgono esclusivamente una funzione di scolo delle acque ed i canali che, assieme a tale funzione, provvedono anche alla consegna di acqua ad uso irriguo.

Come si può rilevare dalla tabella 3.2, tale rete si sviluppa per complessivi 781.641 m, di questi, 268.306 m (34,33 %) sono rappresentati da collettori di scolo mentre la parte restante, 513.335 m (65,67 %), è data dal- la rete idraulica a funzione mista, scolo e irrigazione.

Nella parte settentrionale del territorio, in particolare nelle zone situate a monte dei bacini originari Fosson, Lison e Fondi Alti è presente una fitta rete di collettori minori, attualmente in gestione ai privati, che ha come recapito finale la sottostante rete principale dei predetti bacini di bonifica. Quest’ultima, pertanto, oltre a rice- vere i deflussi raccolti dai collettori minori del bacino attraversato riceve, nei punti di interconnessione situati lungo il confine settentrionale del bacino, anche le acque di scolo provenenti dalle predette aree di monte.

Come si è avuto modo di precisare in apertura del presente capitolo, per più della metà del territorio com- prensoriale lo scolo delle acque viene assicurato dall’azione degli impianti idrovori consorziali.

Attualmente sono attive 40 stazioni di sollevamento (tab. 3.3), dotate di una portata complessiva di 184 m3/s, assicurata da una potenza installata di circa 14.000 Kw.

Tutti gli impianti sono dotati di motori elettrici: tale scelta tecnologica ha consentito di realizzare una radicale trasformazione delle modalità di gestione di tali opere attraverso l’automazione ed il telecontrollo. Allo stato attuale, infatti, il 68 % della portata complessiva è automatizzata, mentre la totalità delle stazioni di solleva- mento è controllata e, all’occorrenza, comandata dalla sede Consorziale, attraverso un sistema di comunica- zione via radio.

Nel corso degli anni l’evoluzione degli impianti è stata naturalmente subordinata anche all’aggiornamento dei coefficienti udometrici. Nella progettazione originaria delle opere di bonifica la determinazione di questi ultimi fu ottenuta prevalentemente per trasposizione dei dati desunti dalle bonifiche limitrofe. Solo dopo il 1930 fu- rono calcolati i primi coefficienti udometrici con metodi scientifici basati sullo studio probabilistico dei dati plu- viometrici. In alcuni comprensori tali determinazioni furono ulteriormente perfezionate nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, giungendo alla definizione di valori oscillanti fra 6 e 8 l/s·ha. Ciò condusse al potenziamento degli impianti idrovori con l’aggiunta di nuove pompe.

Questa tendenza non è ancora stata abbandonata: le modificazioni dell’altimetria conseguenti ai fenomeni di subsidenza e di mineralizzazione dei depositi torbosi e il processo di urbanizzazione in corso in vaste aree del comprensorio richiedono un continuo adeguamento della potenzialità degli impianti idrovori. L’espansione delle aree urbane e produttive rende spesso insufficienti le capacità di smaltimento dei deflussi della rete consorziale, la quale deve affrontare, in tali condizioni, tempi di corrivazione brevissimi e coefficienti udome- trici notevolmente superiori a quelli dei terreni destinati ad uso agricolo.

Una componente importante del sistema idraulico è inoltre data dal complesso delle arginature, in particolare quelle che costituiscono la rete di rilevati posta a difesa del territorio dalla invasione da parte della marea e delle piene dei corsi d’acqua naturali.

(18)

Nell’ambito del presente lavoro queste sono state raggruppate in 8 sistemi di difesa, ciascuno facente capo ai raggruppamenti di bacini che, nella fase di impianto della bonifica, sono stati prosciugati a seguito di interven- ti organici di contenimento delle invasioni della marea e delle piene dei corsi d’acqua esterni. Questi sono stati classificati e denominati secondo lo schema di seguito esposto:

1 Lugugnana Sud comprende i bacini a scolo meccanico del comprensorio dell’originario Consorzio Lugugnana;

2 Lison I riguarda la parte settentrionale del bacino Lison, delimitato da una arginatura con- sorziale lungo l’alveo del fiume Loncon;

3 Palangon comprende i sottobacini Palangon e Orologio, che beneficiano della difesa dalle acque del canale lagunare Nicesolo realizzata da una arginatura consorziale;

4 Sant’Osvaldo riguarda il bacino omonimo, delimitato da una arginatura consorziale lungo l’alveo del fiume Loncon;

5 San Michele comprende i bacini a scolo meccanico del comprensorio dell’originario Consorzio di San Michele al Tagliamento;

6 Bandoquerelle- Palù Grande

riguarda il bacino omonimo, dotato di sole arginature interne;

7 Ronchi riguarda il bacino omonimo, dotato di sole arginature interne;

8 Reghena riguarda il bacino omonimo, dotato di sole arginature interne.

Lo sviluppo complessivo delle arginature consorziali dei suddetti sistemi è riportato nella tabella 3.4, dove viene distinto anche in rapporto alla estesa che attualmente viene interessata da ordinari lavori di manuten- zione e sorveglianza o di sola sorveglianza.

3.3 Le opere irrigue. UTO n.1 Lemene.

Il notevole impegno richiesto per la sottrazione del territorio all’impaludamento e la sua difesa dal disordine idraulico ha sinora fatto passare in secondo piano la necessità di una razionale organizzazione del compren- sorio anche dal punto di vista irriguo, nonostante in molte zone il problema dell’approvvigionamento idrico per l’agricoltura sia sempre stato tutt’altro che irrilevante.

Nell’ambito dell’attività dei consorzi già operanti nel territorio dell’attuale Comprensorio n. 20, l’unico interven- to specifico a favore dell’irrigazione è rappresentato dal sistema irriguo della Sinistra Cavrato, realizzato dall’allora Consorzio di bonifica di San Michele al Tagliamento. Si tratta in particolare di un’opera di presa dal fiume Tagliamento ed una rete di canalette sopraelevate in cemento armato che, integrandosi con la rete di bonifica ad uso misto, consente la distribuzione di acqua irrigua nei terreni del settore comprensoriale situato sulla sinistra dello scolmatore del Cavrato.

Nell’ambito dei territori che provenivano dal Raggruppamento dei Consorzi di bonifica Riuniti fra Taglio e Li- venza, non vi era la presenza di opere deputate allo specifico svolgimento di questa funzione ed il servizio ir- riguo era limitato alla particolare gestione, nel periodo estivo, dei livelli idrici nei collettori di bonifica al fine di consentire, nelle zone caratterizzate da confacenti condizioni altimetriche, lo svolgimento della pratica irrigua di soccorso, prevalentemente con la tecnica della subirrigazione freatica della infiltrazione laterale dalle scoli- ne.

In realtà, anche in alcune specifiche zone di tale settore, furono eseguite, in passato, alcune realizzazioni di opere irrigue: si pensi ad esempio al particolare sistema che attraverso un canale perimetrale pensile, serviva l’intero territorio del bacino Brussa. Tali opere, tuttavia, sono state completamente distrutte a seguito dell’alluvione del 1966, e dopo tale evento non sono più state ripristinate.

Solo recentemente, l’attività di progettazione irrigua del Consorzio è ripresa, nell’intenzione di razionalizzare

(19)

la gestione della risorsa idrica nel comprensorio, attualmente impiegata a servizio di superfici limitate e con livelli di efficienza molto bassi. Tale azione prende origine dal Piano Irriguo Generale predisposto dal Consor- zio nel 1979, i cui orientamenti sono stati successivamente ripresi ed aggiornati nell’ambito del Piano Gene- rale di Bonifica e Tutela del Territorio Rurale (1991-’93).

Tale programma prevede l’approvvigionamento idrico mediante lo sbarramento e la bacinizzazione di alcuni corsi d’acqua ed il successivo prelievo e distribuzione con sistemi di reti intubate in pressione ad elevata effi- cienza alla consegna.

Nel periodo 1980-1984, il Consorzio ha iniziato l’esecuzione delle prime opere con la costruzione di uno sbar- ramento flessibile sul canale Taglio, in prossimità della sua confluenza nel canale dei Lovi. Questo sostegno ha la funzione di trattenere, a comando, le acque provenienti dal sistema di derivazione della zona risorgiva di Morsano, quelle del territorio a scolo naturale del bacino Lugugnana nonché quelle trasportate dal colletto- re Canalotto.

L’accresciuta disponibilità idrica ha consentito di predisporre un progetto di impianto irriguo relativamente ad una zona del comprensorio situata in destra Taglio, tra le località di Lugugnana (Portogruaro) e Castello di Brussa (Caorle), denominata “Settore irriguo n. 14”, della superficie di 1.633 ha. Tale ambito rientra tra i 27 settori irrigui individuati nel comprensorio, prima dal Piano Irriguo Generale e quindi dal P.G.B.T.T.R.-

Si tratta di un sistema distributivo in rete intubata a bassa pressione (2 bar) con consegna all’azienda attra- verso bocchette erogatrici della portata di 30 l/s, ciascuna dominante un’area di circa 30 ha ed in grado di as- sicurare una dotazione istantanea di 1,0 l/s·ha ed una dotazione continua, calcolata sulla base di un funzio- namento medio giornaliero di 16 ore, pari a 0,67 l/s·ha.

Nel complesso, quindi, l’irrigazione nel comprensorio si svolge nell’ambito di tre sistemi distributivi, ciascuno dei quali, anche se con modalità diverse, soprattutto in ordine al grado di efficienza nell’impiego della risorsa idrica, provvede alla consegna dell’acqua irrigua all’azienda. Nessun settore irriguo è dotato di rete consorzia- le per la distribuzione al campo.

Ai suddetti sistemi fanno capo le seguenti opere:

1 sistema distributivo dell’irrigazione di soccorso che si serve della rete di canali di scolo ad uso misto.

• Rete di canali a cielo aperto che svolge la funzione mista di scolo e irrigazione ed i relativi manufatti di sbarramento e regolazione. Lo sviluppo complessivo è pari a 464.423 m.

• Superficie servita (S.A.U.) = 10.985 ha.

2 sistema distributivo con canalette a cielo aperto in c.a., presente nei settori della Sinistra Cavrato

• Manufatto di presa dal fiume Tagliamento;

• manufatto di sbarramento sul canale naturale Lugugnana allo sfocio nella litoranea Veneta;

• rete di canali a cielo aperto che svolge la funzione mista di scolo e irrigazione ed i relativi manufatti di derivazione, sbarramento e regolazione. Lo sviluppo complessivo è pari a 48.932 m;

• rete di canalette irrigue sopraelevate in c.a. e relativi manufatti, che integra nella funzione di conse- gna irrigua il predetto sistema di canali di bonifica ad uso misto. Lo sviluppo complessivo è di 22.701 m;

• Superficie servita = 2.674 ha.

(20)

3 sistema distributivo con rete intubata in pressione recentemente realizzato nell’area denominata

“14° Settore irriguo”.

• Opera di presa dal Canale Taglio:

• manufatto di sbarramento sul canale Taglio allo sfocio nel canale del Lovi;

• manufatti di derivazione e distribuzione comiziali. Uno per ciascun comizio;

• rete di condotte interrate per la distribuzione ai comizi ed alle prese aziendali:

diametro massimo = 1.000 mm (condotta principale in ghisa);

diametro minimo = 160 mm (condotte periferiche di consegna) sviluppo complessivo = 52.172 m;

• superficie servita = 1.633 ha;

• gruppi di consegna

numero complessivo = 124 portata di consegna = 30 l/s pressione di consegna = 2,2 bar superficie media dominata = 30 ha

La gestione dell’impianto è integralmente eseguita a livello centrale attraverso un sistema di telecoman- do e telecontrollo. Si ricorda peraltro, che le operazioni di apertura e chiusura degli idranti di consegna possono essere eseguite, oltre che dalla stazione centrale di telecontrollo, anche dai singoli utenti, i qua- li, una volta autorizzati dal sistema centrale, potranno comandare l’erogazione dell’acqua attraverso ap- positi telecomandi ad infrarossi

3.4 Suddivisione del territorio in bacini idraulici. UTO n. 2÷6 – Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba, Cavallino

Il territorio delle UTO 2-6 Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba, Cavallino, è una pianura litoranea o- riginata prevalentemente dalle alluvioni del fiume Piave e in subordine dal fiume Livenza, corsi d’acqua che fino agli inizi del secolo scorso qui spagliavano le loro acque.

Ai fini delle analisi riguardanti il beneficio di bonifica costituiscono delle unità distinte; per altri aspetti, quali quelli riguardanti la gestione degli scarichi nella rete consortile o il beneficio irriguo, costituiscono di fatto una unità sostanzialmente omogenea, tanto che nelle relative valutazioni (capitoli 6 e 7) sono state riunite in una UTO complessa denominata “Piave”.

Dal punto di vista idrografico hanno rilievo i fiumi Sile, Piave e Livenza che perimetrano ed intersecano l’attuale comprensorio; il mare Adriatico con circa 40 Km. di litorale; la laguna di Venezia, la rete di canali demaniali di navigazione interna, realizzata dalla Serenissima per collegare la città lagunare a Grado, oltre il fiume Tagliamento.

Si tratta di un sistema di acque alte esterne avente dominio sul territorio bonificato, permanentemente espo- sto alla loro invasione che viene scongiurata grazie a robuste difese arginali.

Dal punto di vista idraulico, la bonifica si è realizzata su 12 bacini, costituenti, fino a circa 30 anni fa, i com- prensori di altrettanti Consorzi elementari di bonifica.

- In sinistra Piave hanno operato i Consorzi Magnadola, Caseratta, Cirgogno, Bella Madonna, Ongaro Su- periore, Ongaro Inferiore, nonché il Consorzio di Bonifica Brian che tutti li comprendeva unitamente al ba- cino Piavon, alla bonifica privata Cà Corniani, al bacino Bidoggia-Grassaga dell’omonimo Consorzio;

Il Consorzio Brian era preposto all’esercizio e manutenzione del collettore Brian e dei suoi affluenti Pia- von, Bidoggia, Grassaga, Cirgogno che costituiscono il sistema emissario a mare di tutte le colature del comprensorio compreso tra Piave, Livenza e mare Adriatico;

(21)

- In destra Piave hanno operato i Consorzi di Bonifica Caposile, Cavazuccherina e Cà Gamba, con scarico nel fiume Sile e suoi affluenti, e il Consorzio di Bonifica Litorale di Cavallino con scarico in laguna.

Nel 1972 alle alquante Amministrazioni del Raggruppamento è subentrato per fusione il Consorzio delle Boni- fiche del Basso Piave, che ha però vita breve. Ad esso infatti succede il Consorzio di Bonifica Basso Piave, costituito dalla Regione nell’ambito del riordino dei comprensori previsto dalla L.R. n.3/76.

Il perimetro del nuovo Ente sostanzialmente ricalcava quello del precedente Raggruppamento, fatta salva l'e- stromissione del bacino Bidoggia-Grassaga e della porzione apicale del bacino Piavon – per complessivi 7.980 ha - che furono incorporati nel perimetro del finitimo Consorzio Pedemontano Sinistra Piave (ora Con- sorzio Piave); nonché l'inclusione della bonifica privata Cà Corniani, che ora costituisce il bacino Assicurazio- ni Generali e del comprensorio del Consorzio di Bonifica Litorale Cavallino. Furono comprese altresì modeste aree di gronda del Piave, del Sile e della gronda lagunare. Il dato territoriale complessivo è quindi di 53.711 ha.

L’ambito delle UTO 2-6 risulta quindi organizzato su 12 bacini elementari:

in sinistra Piave – bacino Brian che comprende i seguenti bacini elementari:

Magnadola ha 2.292 a scolo naturale

Piavon ha 2.177 a scolo naturale

Caseratta ha 2.614 a prosciugamento meccanico

Cirgogno ha 3.660 a prosciugamento meccanico

Bella Madonna ha 6.712 a prosciugamento meccanico

Ongaro Superiore ha 3.509 a prosciugamento meccanico

Ongaro Inferiore ha 14.174 a prosciugamento meccanico

Assicurazioni Generali ha 1.828 a prosciugamento meccanico

Sommano sinistra Piave ha 36.966 in destra Piave

Caposile ha 4.947 a prosciugamento meccanico

Cavazuccherina ha 6.052 a prosciugamento meccanico

Cà Gamba ha 3.184 a prosciugamento meccanico

Cavallino ha 2.562 a prosciugamento meccanico

Sommano destra Piave ha 16.745 Totale territoriale comprensorio ha 53.711

Con la costituzione del nuovo Ente si consolida il processo di revisione, ammodernamento e potenziamento delle opere pubbliche di bonifica secondo un progetto di pianificazione unitaria, in ambito comprensoriale, co- sì da poter reggere alle più avanzate richieste di sicurezza idraulica ed a quelle non meno impegnative di contenimento dei costi gestionali.

E’ stata attuata la elettrificazione ed automatizzazione dei gruppi di pompaggio, la gerarchizzazione funziona- le dei molti impianti idrovori, potenziando le centrali capo-area e la messa in riserva degli altri impianti, pronti ad essere attivati al verificarsi di eventi intensi; alla organizzazione del personale e mezzi d’opera che opera- no sull’intero comprensorio secondo criteri di efficienza e di rendimento.

(22)

Contestualmente ha preso avvio il programma di collegamento idraulico di bacini contigui, fino ad allora rigi- damente separati, per rendere disponibili, al verificarsi di eventi intensi e concentrati, il volume di invaso della loro complessiva canalizzazione e la capacità effusoria del maggior numero di impianti, che possono così in- tervenire in mutuo soccorso.

3.5 Il sistema delle opere di bonifica e la relativa gestione. UTO n. 2÷6 – Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba, Cavallino

La consistenza delle opere pubbliche di bonifica in consegna al Consorzio per la loro quotidiana ge- stione è come sotto riassunta:

Superficie territoriale ha 54.000

Superficie soggiacente al medio mare ha 30.000

Superficie a scolo meccanico ha 47.430

Superficie a scolo naturale ha 6.570

Superficie contribuente ha 51.528

Arginature perimetrali Km 160

Canali di scolo Km 678

Impianti idrovori n 35

Potenza installata KW 17.841

Portata sollevata m3/s 237

Volume medio annuo colature sollevate ed espulse m3 220x106

Le opere principali sono integrate da un cospicuo patrimonio di manufatti minori come ponti, sostegni, chiavi- che, botti, sifoni che concorrono ad assolvere fondamentali funzioni di governo e regolazione delle acque di scolo raccolte nei canali di bonifica.

3.6 Le opere irrigue. UTO n. 2÷6 – Brian, Caposile, Cavazuccherina, Cà Gamba, Cavallino.

Nell’ambito dei territori che fanno capo alle UTO 2-6, l’irrigazione è stata avviata a metà degli anni ’50 su cir- ca 38.000 ha dei 45.000 a destinazione agricola del comprensorio, sulla base di quattro piani generali predi- sposti dagli originari Consorzi di Bonifica: in Sinistra Piave il Consorzio di Bonifica Brian che ha realizzato la rete di distribuzione sul comprensorio posto a valle della provinciale Calnova, congiungente Noventa di Piave con Motta di Livenza; in destra Piave i Consorzi di Bonifica Caposile, Cavazuccherina e Cà Gamba.

Il sistema distributivo è ad espansione superficiale con rete prevalentemente a pelo libero, allo stato realizza- te per circa il 60% di quanto programmato e previsto dal P.G.B.T.T.R., perché da oltre 30 anni mancano fi- nanziamenti pubblici per l’estensione della rete e della superficie irrigata.

Sono attualmente privi di servizio il bacino Cavallino, il sottobacino Dragojesolo del bacino Cà Gamba, la par- te superiore del bacino Cirgogno e alcune zone dei bacini Magnadola e Piavon, da sempre in attesa del fi- nanziamento dei progetti. Per tutte tali aree sono stati da tempo presentati i relativi progetti, e nel frattempo si è provveduto con fondi consorziali ad estendere il servizio irriguo disponibile e l’acqua irrigua sulla rete di scolo naturale mediante risalita con sollevamenti dal sistema Brian.

I quattro piani di irrigazione presentano comuni elementi tecnico-progettuali. Per tutti la rete è costituita da adduttori ripartitori e distributori in terra o prefabbricati, autonomi dalla rete di scolo, realizzati lungo linee di dominio idraulico, dimensionati sulla portata di dispensa di 150 l/s, prevalentemente per metodo di infiltrazio-

(23)

ne laterale dalle scoline.

La consistenza delle opere pubbliche di irrigazione è come di seguito riassunta:

Concessioni di derivazione dal fiume Sile (destra Piave) moduli 127 Concessioni di derivazioni dal fiume Livenza (sinistra Piave) moduli 254

Superficie contribuente attualmente servita ha 38.000

Rete di distribuzione Km 577

di cui rete di scolo in funzione irrigua Km 104

Impianti sollevamento n. 31

Potenza installata KW 2.951

Portata sollevata alla prevalenza di 2-4 m mc/s 43

Sostegni di foce n° 2

Si tratta di un complesso di opere che risente dell’epoca di progettazione e soprattutto dalla vetustà della rete di distribuzione bisognevole di interventi di ristrutturazione su sistemi tubati.

I dati di dettaglio relativi al complesso delle opere di sollevamento irriguo per le UTO 2÷6 rono riportati nelle tabelle 3.5 e 3.6.

(24)
(25)

Tab.3.1 - Superfici dei bacini suddivise per modalità di scolo. UTO Lemene.

Bacino Sup. a scolo naturale Sup. a scolo alternato Sup. a scolo meccanico Sup. servita da sole opere di difesa

Sup. totale servita da opere di bonifica

Sup. non servita da opere

di bonifica Sup. totale

(Ha) % (Ha) % (Ha) % (Ha) % (Ha) % (Ha) % (Ha)

2001 Fosson (1) 3.678 93,10% 273 6,90% 3.950 100,00% 3.950

2002 Sant'Osvaldo 1.926 100,00% 1.926 100,00% 1.926

2003 Sette Sorelle 2.785 100,00% 2.785 100,00% 2.785

2004 Lison 2.394 100,00% 2.394 100,00% 2.394

2005 Lison esterno 1.027 52,50% 929 47,50% 1.956 100,00% 1.956

2006 Tiepolo 92 100,00% 92 100,00% 92

2007 Summaga 90 100,00% 90 100,00% 90

2008 Campeio 59 100,00% 59 100,00% 59

2009 Masatta 93 100,00% 93 100,00% 93

2010 Palù Nuovo 130 100,00% 130 100,00% 130

2011 San Giusto 171 100,00% 171 100,00% 171

2012 Bandoquerelle-Palù Grande 2.028 100,00% 2.028 100,00% 2.028

2013 Loncon 1.706 100,00% 1.706 100,00% 1.706

2014 Franzona 1.074 100,00% 1.074 100,00% 1.074

2015 Casere-San Gaetano 1.040 100,00% 1.040 100,00% 1.040

2016 Ottava Presa 487 100,00% 487 100,00% 487

2017 Sansonetta-VI P.-Palangon 952 100,00% 952 100,00% 952

2018 Lame-Nicesolo 1.008 76,06% 1.008 76,06% 317 23,94% 1.325

2019 Valle Franchetti 485 99,02% 485 99,02% 5 0,98% 490

2020 Ronchi 170 100,00% 170 100,00% 170

2021 Fondi Alti (2) 5.393 92,63% 429 7,37% 5.822 100,00% 5.822

2022 Selvamaggiore 1.348 1.348 100,00% 1.348

2023 Villa 3.250 100,00% 3.250 100,00% 3.250

2024 Sindacale 2.046 100,00% 2.046 100,00% 2.046

2025 Brussa 1.143 100,00% 1.143 100,00% 1.143

2026 Vallevecchia 673 100,00% 673 100,00% 673

2027 Ramiscello-Rottole 127 100,00% 127 100,00% 127

2028 Valle Zignago-Perera 939 100,00% 939 100,00% 939

2029 Valnova-Vallesina 44 8,97% 44 8,97% 443 91,03% 487

2030 San Giorgio (I bac.) 3.491 78,10% 664 14,86% 314 7,04% 4.469 100,00% 4.469

2031 Cesarolo (II bac.) 363 26,29% 1.018 73,71% 1.382 100,00% 1.382

2032 Baseleghe (III bac.) 959 100,00% 959 100,00% 959

2033 Bevazzana (IV bac.) 1.396 100,00% 1.396 100,00% 1.396

2034 Pradis (V bac.) 329 100,00% 329 100,00% 329

2035 Bibione (VI bac.) 1.023 100,00% 1.023 100,00% 1.023

2036 Prati Nuovi (VII bac.) 537 100,00% 537 100,00% 537

2037 Valli di Bibione 535 100,00% 535 100,00% 535

2038 Saccon-S. Stino 79 100,00% 79

2039 La Salute 1.051 59,33% 720 40,65% 1.771

2040 Loncon Superiore 1.745 100,00% 1.745

2041 Reghena Superiore 1.868 100,00% 1.868 100,00% 1.868

2042 Lemene-Versiola 1.911 100,00% 1.911

2043 Roggia del Molino 98 100,00% 98

2044 Cavrato 368 100,00% 368

2090 Litorali 409 100,00% 409

(26)

Tab. 3.2 - Sviluppo rete di bonifica (m). UTO Lemene.

BACINO Canali con funzione di scolo Canali con funzione mista (scolo

e irrigazione) TOTALE

(m) % (m) % (m)

1 RONCHI 140 5,32% 2.491 94,68% 2.631

2 SELVAMAGGIORE 755 2,85% 25.732 97,15% 26.487

3 VILLA 9.980 16,73% 49.672 83,27% 59.652

4 SINDACALE 1.419 2,94% 46.858 97,06% 48.277

5 FRANZONA 2.032 11,19% 16.125 88,81% 18.157

6 BRUSSA 6.288 28,21% 16.004 71,79% 22.292

7 VALLEVECCHIA 18.116 100,00% 0 0,00% 18.116

8 RAMISCELLO-ROTTOLE 2.990 100,00% 0 0,00% 2.990

9 LISON 18.032 39,88% 27.183 60,12% 45.215

10 SETTE SORELLE 32.431 47,14% 36.367 52,86% 68.798

11 SANSONETTA-VI PRESA-PALANGON 10.043 51,11% 9.605 48,89% 19.648

12 OTTAVA PRESA 644 6,93% 8.647 93,07% 9.291

13 LONCON 6.241 16,28% 32.095 83,72% 38.336

14 BANDOQUERELLE P.G. 14.850 35,74% 26.703 64,26% 41.553

15 CASERE-SAN GAETANO 14.111 100,00% 0 0,00% 14.111

16 SANT'OSVALDO 17.432 53,00% 15.457 47,00% 32.889

17 REGHENA INFERIORE 22.810 83,79% 4.413 16,21% 27.223

18 SAN GIORGIO 20.527 26,01% 58.406 73,99% 78.933

19 CESAROLO 8.327 32,78% 17.072 67,22% 25.399

20 BASELEGHE 0 0,00% 9.851 100,00% 9.851

21 BEVAZZANA 1.381 11,37% 10.768 88,63% 12.149

22 PRADIS 366 4,32% 8.104 95,68% 8.470

23 BIBIONE 4.843 30,11% 11.241 69,89% 16.084

24 PRATI NUOVI 1.867 14,79% 10.755 85,21% 12.622

27 FONDI ALTI 20.306 24,83% 61.484 75,17% 81.790

28 LISON-FRASSINELLA 0 0,00% 1.865 100,00% 1.865

29 LISON BELLIA 487 7,03% 6.437 92,97% 6.924

30 FOSSON 31.888 100,00% 0 0,00% 31.888

TOTALE 268.306 34,33% 513.335 65,67% 781.641

Riferimenti

Documenti correlati

Osvaldo e Lison per il recupero dei reflui irrigui a valle ed il miglioramento funzionale idrovoro ( C.U.P. Di dare mandato al Direttore Generale di attivare la struttura

Nota per la trasparenza: l’Assemblea attribuisce il seggio reso vacante dalla decadenza di un consigliere dalla carica e lo attribuisce al primo dei non eletti

• le misure temporanee da attivare il giorno successivo a quello di controllo previsto nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, restano in vigore fino al giorno di

Nota per la trasparenza: il Consiglio di Amministrazione, nell’ambito “lavori di somma urgenza conseguenti alle avversità atmosferiche occorse nel giorno 10 agosto 2017

342 del 23/04/13 è stato incaricato lo Studio Proteco di San Donà di provvedere alla redazione di una Variante al Piano degli Interventi, necessaria all’adeguamento

− il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale organizza e promuove da tempo una serie di opere e iniziative culturali (Settimana della bonifica, Festival Terre Evolute) volte

Richiamando quanto già esposto in precedenza si precisa che la legge 190/2012, le successive integrazioni, il PNA e le diverse deliberazioni dell’Autorità Nazionale

VISTA la Nota MI, prot. 1990 del 05.11.2020 laddove recita “Il personale assistente amministrativo svolge la propria attività lavorativa, per quanto possibile, in modalità