2.1 Istituzione del Consorzio
Il comprensorio n. 10, è stato individuato dalla L.R. 8.5.2009 n. 12, e riunisce i precedenti comprensori facenti capo ai disciolti consorzi di bonifica “Basso Piave” (ex comprensorio n. 19) e “Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento” (ex comprensorio n. 20). Le funzioni di gestione del sistema di bonifica e irrigazione sul nuovo comprensorio, ai sensi della DGR 19.5.2009 n. 1408, sono state attribuite al nuovo Consorzio di bonifica
“Veneto Orientale”.
Il precedente comprensorio di bonifica n. 20, delimitato con provvedimento del Consiglio Regionale 21.12.1977 n. 488, si estendeva nella regione della Bassa Pianura Veneta compresa tra i corsi dei fiumi Li-venza Tagliamento.
In corrispondenza del suddetto territorio, la Giunta Regionale del Veneto, con deliberazione 7.3.1978 n. 1228, aveva istituito il Consorzio denominato “Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento”, il quale, ai sensi della L.R. n. 3 del 13.1.1976, avrebbe dovuto sostituire i seguenti 10 Enti operanti in precedenza:
Consorzio di bonifica “Lugugnana” (R.D. 19.4.1907 1);
Consorzio di bonifica “Lison” (R.D. 3.4.1921 n. 1401);
Consorzio di bonifica “Loncon” (Decr. Pref. 18.8.1903 n. 17516 2);
Consorzio di bonifica “Sette Sorelle” (R.D. 11.1.1923);
Consorzio di bonifica “Ottava Presa” (R.D. 28.10.1927);
Consorzio di bonifica “Sansonetta, VI Presa, Palangon” (R.D. 23.8.1929 n. 4563);
Consorzio di bonifica “Bandoquerelle Palù Grande (R.D. 25.7.1924 n. 7943/9438);
Consorzio di bonifica “Bacino Reghena” (R.D. 7.10.1904);
Consorzio di bonifica “Sant’Osvaldo” (R.D. 11.1.1923);
Consorzio di bonifica “San Michele al Tagliamento” (R.D. 3.3.1907 n. 12781).
Con la pubblicazione del provvedimento, tuttavia, non tutti gli enti sopra elencati sono stati effettivamente sciolti e sostituiti in tutte le loro funzioni dal Consorzio “Pianura Veneta”.
I tre Consorzi interregionali, “Sant’Osvaldo”, “Bacino Reghena” e “San Michele al Tagliamento”, il cui com-prensorio si estendeva in parte nella Regione Friuli Venezia Giulia, hanno continuato ad operare in piena au-tonomia istituzionale, sotto il diretto controllo dello Stato, sino al 4 agosto 1994.
A tale data, infatti, è entrata in vigore l’intesa sottoscritta dalle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia che ha disposto il definitivo scioglimento dei suddetti enti e l’assegnazione delle porzioni territoriali dei relativi comprensori, ricadenti rispettivamente nelle due regioni, ai consorzi di bonifica “Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento” e “Cellina Meduna”.
Con precedente atto (D.G.R. 10.5.1983 n. 2345), la Regione del Veneto aveva, nel frattempo, provveduto a sopprimere il Consorzio di Miglioramento Fondiario “Casere San Gaetano”, trasferendo le competenze sul territorio e sulle relative opere, al Consorzio di bonifica “Pianura Veneta”.
A partire dal 1.1.1990 sono risultati definitivamente sciolti, anche i 4 Consorzi idraulici che operavano nel comprensorio sotto il diretto controllo dello Stato:
Consorzio Idraulico di 3ª categoria del “Reghena e Caomaggiore”;
1 Atto costitutivo del Consorzio.
2 Atto con cui fu costituito il Consorzio Idraulico “Loncon”, successivamente trasformato in Consorzio di bonifica ai sensi dell’art. 68 del R.D. 30.12.1923 n. 3256, con delibera dell’assemblea de proprietari in data 8.7.1928.
Consorzio Idraulico di 3ª categoria del “Medio Lemene Versiola”;
Consorzio Idraulico di 3ª categoria di “Pramaggiore”;
Consorzio Idraulico di 3ª categoria del “Lame Nicesolo”.
Per effetto della legge 18.5.1989 n. 183, che ne ha disposto la soppressione, le competenze di questi ultimi enti sono state trasferite alle Regioni, nel caso specifico Veneto e Friuli Venezia Giulia.
L’ex consorzio Basso Piave che era stato costituito con deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.
1228 del 7 marzo 1978. Esso è succeduto in tutti i diritti ed obblighi, nelle attività e passività, ai soppressi Consorzio delle Bonifiche del Basso Piave con sede in S.Donà di Piave e Consorzio di Bonifica Litorale del Cavallino con sede a Venezia-Cavallino.
Il suo comprensorio è stato determinato con provvedimenti del Consiglio Regionale del Veneto 21 dicembre 1977 n.488 e 2 febbraio 1978 in attuazione della Legge Regionale 13.1.1976 n.3 sul riordinamento dei com-prensori di bonifica.
2.2 Evoluzione storica
Il coordinamento fra le singole realtà consorziali nell’ambito dell’ex consorzio “Pianura Veneta”, già esisteva prima dell’intervento di riordino operato dalla Regione Veneto: i suddetti Enti, con la sola eccezione del Con-sorzio di bonifica “San Michele al Tagliamento”, a seguito del R.D. 5.11.1937, ebbero riconosciuta la costitu-zione del raggruppamento denominato dei “Consorzi Riuniti di Bonifica fra Taglio e Livenza”, il quale racco-glieva sotto un’unica direzione tecnico-amministrativa, i nove consorzi sorti nel territorio della bassa Pianura veneta Orientale, per la bonificazione delle zone paludose o interessate dal disordine idraulico e per la difesa dell’abitato della città di Portogruaro.
La bonifica, nel territorio del portogruarese, vanta tuttavia radici ben più lontane: sin dai tempi della Repubbli-ca veneta, infatti, l’impegno per la redenzione del territorio dalle paludi e la sua difesa dalle piene dei fiumi ha sempre occupato un posto di rilievo nei programmi di governanti e legislatori.
La documentazione ufficiale fa risalire, più precisamente al 1620 l’inizio di tale attività, quando fu costituito il Consorzio di scolo “Canale Lugugnana” allo scopo di governare il deflusso delle acque del corso omonimo e proteggere dalle sue frequenti esondazioni i territori compresi fra Portogruaro e San Michele al Tagliamento.
Malgrado sin da quel momento gli sforzi prodotti fossero stati notevoli, alla metà del secolo scorso, il territorio in esame presentava ancora notevoli superfici coperte permanentemente da acque stagnanti, non idonee allo sfruttamento agricolo e caratterizzate da pessime condizioni igienico sanitarie.
Fu solo a seguito della Legge 25.6.1882 n. 896 (Legge Baccarini) che si diede inizio ad una organica opera di bonificazione. Con successivo Regio Decreto del 2 luglio 1885, infatti, vennero classificati di 1ª categoria:
• i bacini fra il Lemene ed il Livenza e la tenuta Franchetti, già bonificata;
• il bacino a sinistra del Lemene;
• il territorio fra la destra del Tagliamento ed il canale Lugugnana.
Tale classificazione fu poi mantenuta anche dalla legislazione successiva.
Prese così avvio una intensa attività che condusse alla costituzione dei vari consorzi di bonifica che, nel cor-so della prima metà del 1900, si impegnarono nell’ampio lavoro di redenzione delle terre comprese tra i corsi dei fiumi Livenza e Tagliamento.
Tale attività si è protratta sino ai giorni nostri, nell’ambito di un quadro organizzativo che, dopo numerose tra-sformazioni, ultima quella disposta dalla Regione del Veneto con la L. n. 3/1976, vede ora un unico Consor-zio impegnato nell’attività di potenziamento e ammodernamento del complesso sistema di opere realizzato.
La sua costante manutenzione ed il continuo esercizio costituiscono una imprescindibile condizione per la tu-tela dal rischio idraulico di tutti gli insediamenti e le attività che nel frattempo su detto territorio hanno avuto sviluppo.
La bonificazione del Basso Piave, costituente una vasta area palustre e malarica, lungo il litorale dell’alto A-driatico, ebbe inizio nel XIX secolo e si concretizzò all’inizio del XX secolo, con la costituzione di enti a carat-tere collettivo, in applicazione del T.U. 22.3.1900 n.195, giuridicamente riconosciuti, esecutori di opere pub-bliche in concessione per conto dello Stato. Così nel 1903 fu costituito il Consorzio di Bonifica Ongaro Supe-riore e nel 1906 il Consorzio Cavazuccherina per il risanamento dei territori attorno ai centri di S.Donà e di Jesolo.
Dopo il 1° conflitto mondiale, nel corso degli anni '20, sorsero i Consorzi Magnadola, Caseratta, Cirgogno, Bella Madonna, Ongaro Inferiore e Brian, che con l’Ongaro Superiore operarono il risanamento idraulico di tutto il territorio tra Piave e Livenza; mentre in destra Piave, unitamente al Cavazuccherina, hanno operato i Consorzi di Bonifica Caposile, Cà Gamba e Cavallino. Complessivamente 12 Consorzi per circa 62.000 ha di cui 36.000 ha inzialmente palustri.
Alla vigilia della 2^ guerra mondiale tutte le opere principali di bonifica previste dai singoli Consorzi erano pra-ticamente ultimate ed il Basso Piave, anche in ambito nazionale, ha rappresentato un importante esempio di bonifica a scolo meccanico. Unitamente alle opere idrauliche, il territorio è stato dotato, su iniziativa degli Enti consorziali, di essenziali infrastrutture come le strade di bonifica e soprattutto del servizio di acquedotto, cura-to dall’omonimo Consorzio per l'Acquedotcura-to del Basso Piave, che provvide alla distribuzione dell’acqua pota-bile, base indispensabile per sostenere l’intenso ed impegnativo processo di appoderamento.
Dopo la conclusione della 2^ guerra mondiale, a partire dagli anni ‘50 è stato dato avvio alla trasformazione irrigua su gran parte del comprensorio; opera tuttora non conclusa per interruzione dei finanziamenti pubblici a partire dagli anni '80.
I richiamati originari 12 Consorzi di Bonifica hanno provveduto autonomamente alla bonifica dei rispettivi comprensori.
Pur nella indipendenza giuridiamministrativa, fin dall’avvio si manifestò e si consolidò un processo di co-ordinamento tra gli stessi, che portò alla costituzione di un unico Ufficio, preposto alle incombenze tecniche, progettuali, contabili e amministrative. Esso venne assumendo, con l’avanzare delle opere di bonifica, un ruo-lo progressivamente centrale nel governo del territorio, conferendo caratteri di unitarietà e coordinamento alla operatività dei distinti Enti. Ruolo che ebbe riconoscimento formale e giuridico con la costituzione, con RD 23.4.1936 n.1949, del "Raggruppamento dei Consorzi di Bonifica Riuniti del Basso Piave", con il compito di sovraintendere al funzionamento dei tre uffici – Amministrativo, Tecnico e Agrario – preposti alla gestione or-dinaria e anche straoror-dinaria dei singoli Enti, che restavano peraltro amministrativamente autonomi.
A fine anni '60 il grado di maturazione raggiunto dalla trasformazione fondiario-agraria, le più avanzate esi-genze di sicurezza idraulica, conseguenti al cospicuo sviluppo degli insediamenti urbani, non più assicurabili nell’ambito degli originari bacini idraulici, l'indispensabilità di provvedere al potenziamento ed ammoderna-mento degli impianti, alle loro concentrazioni ed alla contestuale riorganizzazione del personale per obiettivi di efficienza e contenimento dei costi, portarono i Consorzi di bonifica del Raggruppamento a ritenere superate le ragioni della autonomia ed a deliberare di fondersi in un unico Ente operante sull’intero comprensorio. Tale Ente è stato costituito con D.P.R. 6 marzo 1972 e denominato Consorzio delle Bonifiche del Basso Piave. Ad esso dopo pochi anni è subentrato l’attuale Consorzio di Bonifica Basso Piave, nel quale, unitamente al baci-no litorale del Cavallibaci-no, tutto il suo territorio confluì, con esclusione del bacibaci-no Bidoggia-Grassaga.
I provvedimenti istitutivi del Comprensorio di Bonifica Basso Piave hanno incluso nel perimetro anche 1.511 ha, costituenti aree di nuova classifica formate da modeste superfici di gronda fluviale e lagunare, pre-valentemente ubicate in destra Sile–Piave Vecchia esternamente ai perimetri di bonifica. Gli stessi provvedi-menti hanno estromesso il bacino Bidoggia-Grassaga per complessivi ha 7.980, già parte integrante del comprensorio del Consorzio delle Bonifiche del Basso Piave, incorporandolo nel superiore Consorzio di Boni-fica Pedemontano Sinistra Piave, anche se ad ogni effetto le relative colature sono da sempre tributarie del sistema emissario a mare Brian del comprensorio del Basso Piave.
In conformità al punto 7 del provvedimento 21.12.1977 n.488 del Consiglio Regionale del Veneto i relativi rapporti sotto il profilo economico finanziario e di regimazione idraulica sono regolati da apposita convenzione intervenuta tra le parti con atto 18.11.1980.
2.3 Il Comprensorio di bonifica
Il perimetro del comprensorio su cui opera il Consorzio Veneto orientale è definito:
• a est dal fiume Tagliamento;
• a sud dal Mar Adriatico;
• a ovest dalla laguna di Venezia, canale Fossetta, Fossalta di Piave centro, argine S. Marco fino a Zenson di Piave centro;
• a nord dal confine fra la Regione Veneto e la Regione Friuli Venezia Giulia e il confine con il limitrofo Con-sorzio di Bonifica Piave, costituito dai perimetri esterni dei bacini Cirgogno e Piavon, giusta demarcazione fissata con provvedimento 07.07.1978 n. 7948 del Genio Civile e degli Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura di Venezia e Treviso.
Il comprensorio del Consorzio ha una superficie territoriale totale di 113.359 ha che ricadono nei diversi Co-muni e Province come indicato in tab. 2.1.
Tab. 2.1. Ripartizione della superficie comprensoriale per comune.
PROVINCIA DI VENEZIA
Annone Veneto 2.562
Caorle 15.218
Cavallino-Treporti 2.858
Ceggia 2.199
Cinto Caomaggiore 2.147
Concordia Sagittaria 6.653
Eraclea 9.505
Fossalta di Piave 582
Fossalta di Portogruaro 3.115
Gruaro 1.721
Jesolo 8.214
Meolo 11
Musile di Piave 4.507
Noventa di Piave 1.807
Portogruaro 10.232
Pramaggiore 2.420
Quarto d'Altino 460
S. Donà di Piave 7.873
San Michele al Tagliamento 10.579
Santo Stino di Livenza 6.580
Teglio Veneto 1.153
Torre di Mosto 3.834
Venezia 32
Totale Provincia Venezia 104.262
Cessalto 2.650
Chiarano 1.350
Gorgo al Monticano 1.155
Motta di Livenza 2.492
Oderzo 845
Salgareda 575
Zenson di Piave 30
Totale Provincia Treviso 9.097
Totale Consorzio 113.359
Sup. (ha)
PROVINCIA DI TREVISO