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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.701, 9 ottobre

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XIV - Voi. XVHI

Domenica 9 Ottobre 1887

N. 701

IL CONVEGNO DI FRIEDRICHSRUHE

D ella visita fatta d a ll’ on. C rispi al P rin c ip e di B ism a rck l ’ Economista non può certam ente occu­ parsi p er esam inarne il significato, nè per indagarne le conseguenze di carattere p o litico . Prendiam o però occasione da questo fatto, .certam ente im portante, per alcune considerazioni di o rdine assai diverso, ma per questo non meno degne d i attenzione. V o ­ gliam o, cioè, brevem ente d iscorre re della corrispo n ­ denza d ie deve corre re tra la direzione politica e la direzione economica d e ll’ Italia .

Già abbiam o avuto modo d i osservare — quando si tra ttò della grave crise finanziaria che ci ha col­ p iti nelle prim e settim ane d e ll’ anno corrente, che per m o lli sin to m i ci sem bravano a ffie v o liti notevolm ente quei v in c o li econom ici e fin a n z ia ri, che in a ltro tempo tenevano suflìcentem ente legato il m ercato d i P arigi al mercato italiano. E se poteva essere lam en­ tato che a ll’ in iz io della nostra v ita politica troppo strettam ente si ripercotessero sui v a lo ri ita lia n i le v ic is s itu d in i del m ercato di P a r ig i, oggi v i è forse ragione per dolersi che al m om ento v olu to, appunto sul mercato di P a rig i non v i sia c h i sostenga e rap­ presenti così efficacem ente ed energicam ente, come sarebbe a noi necessario, il cre dito italiano.

Il convegno di F rie d ric h s ru h e a chi conosca la situazione politica d e ll’ Italia n e ll’ E uropa e l'in d o le della nazione francese, è senza dubbio un a v v e n i­ mento che deve aggravare queM’ a ffie vo lim en to di r e ­ lazioni econom iche, il quale già da qualche tempo è andato determ inandosi.

Ora non abbiamo bisogno d i ric o rd a re due fa tti : — il p rim o che i nostri scambi colla F ra n cia ra p ­ presentano quasi la metà del nostro m ovim ento eco­ nom ico in te rn a z io n a le ;— il secondo che la F ra n cia è sempre la detentrice di quasi tu tti i tito li del no- st o debito pubblico ed in genere dei v a lo ri ita lia n i che si trovano a ll’ estero.

Noi naturalm ente non dobbiam o, nè possiamo pro­ nun cia re alcun g iu d izio sopra la v isita fatta d a ll’ on. C rispi per ciò che rig u a rd a la politica internazionale; d ’altra parte quella visita non rappresenta forse che il suggello di una situazione, che per vole re degli u o m in i e per necessità di cose andò a poco a poco determ inandosi ; si può dire, fino ad un certo punto, che ora alla sostanza delle cose si è aggiunta soltanto la form a esteriore. T u tto questo sarà stato com piuto, non v i ha dubbio, per il m aggior bene del paese, e non abbiam o nessun d iffico ltà di aggiungere che cre­ diam o si sia fatto bene.

Ma in pari tempo ci dom andiam o: - basta aver p ro v­

veduto alle esigenze ed alle conseguenze p o litich e ? — Se ci siamo m u n iti contro qualunque eventualità po­ litic a , abbiamo fatto a ltrettan to contro le eventualità econom iche, che sono certo ai n o s tri g io rn i di una im portanza eccezionale?

Già si com incia a sussurrare che dopo il convegno di F rie d ric h s ru h e le p rob a bilità d i un accordo tra la F rancia e l’ Italia per la stipulazione d i un nuovo trattato di com m ercio sono m olto d im in u ite . Forse il convegno è venuto m olto a proposito p e r g iu s ti­ ficare un insuccesso dei nostri negoziatori, insuccesso, che noi però, per varie ra g io n i, tem evam o quasi ine vita ­ b ile fino da quando venne denunziato l ’ attuale trattato. Ci troverem o adunqne m o llo probabilm ente — e noi non ce lo auguriam o davvero — a d over applicare le ta riffe autonom e. Sarà un danno per tu t i e due i paesi — ci avvertono alcuni che cercano consolarsi di questa sciagura ; e sarà pure ; ma p rim a di tu tto i l m ale d ella Francia non sanerà il nostro male , poi la F ran cia ha ben a ltri mezzi che i n o s tri per far fronte ad uria guerra di ta riffe ; la F ra n cia ha una situazione economica ben diversa dalla nostra perchè possa temere le nostre rappresaglie, come n o i dob­ biam o paventare delle sue.

E se ci riv o lg ia m o anche a i p iù anim osi p ro te ­ zionisti e dom andiam o lo ro se l ’ Italia sia apparec­ chiata ad una ro ttu ra com m erciale colla F ra n cia , che im p ed irà al nostro v in o , alla nostra seta, al no­ stro olio, alle nostre fru tta , a i n ostri o rtag gi di es­ sere esportati verso la F rancia — pochi assai avranno il coraggio di risp on de rci afferm ativam ente.

Nè m ig lio re è la nostra situazione risp e tto alle relazioni fin a n zia rie ; sono parecchie centinaia di m i­ lio n i che la F ra n cia p iù o m eno stabilm ente assorbe del nostro cre d ito p u b blico e privato. E , Io sappiamo per prove re ce n ti, al m om ento o pp ortu no od i m ­ portu no , come d ir si v o g lia , non è certam ente d if­ fic ile al m ercato francese d i ro vesciarci addosso una quantità di n o s tri tito li da m e tte rc i nella p iù penosa delle situazioni.

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acconten1-tarci non lo furono altrettanto — e ciò per c irc o ­ stanze allatto occasionali — per conto dei banchieri inglesi. C erto è che quella operazione, la quale pure era rile van te e per l ’ entità e perd o scopo, non au ­ mentò gran fatto i nostri ra p p o rti finanziari col m ercato inglese. I tito li di rendita italiana rip a s ­ sarono ben presto lo stretto, parte rito rn a n d o in patria, parte andando ad aum entare lo stock del nostro debito esistente in F rancia. P iù tardi si ac­ cennò alla G erm ania, e quando si costituirono le società fe rro via rie parve anzi di aver trovato n el­ l'a lta banca d i B e rlin o e di F rancoforte un terreno favorevolissim o. F u però una d is illu s io n e ; le azioni della Società M editerranea tornarono quasi tutte in Italia con una solle citu din e che m e ra vig liò tu tti.

I q u a li fatti non dim ostrano già che nei due m e r­ cati, inglese e tedesco, v i sia mancanza di buona volontà, ma piuttosto provano, quello che da noi non si vuo l com prendere, ed ò che un m ercato f i ­ nanziario non si acquista se non colla perseveranza e colla cautela. L ’em ettere in In g h ilte rra od in G e r­ mania una quantità d i tito li ita lia n i, dove sono quasi sconosciuti, è come in v ia re una circolare stam pata; questa nel 99 per cento dei casi va non letta nel cestino, q u e lli rito rn a n o da dove sono ven uti alla p rim a occasione. Noi non direm o cosa occorra per m etter radice su un m ercato, ma crediam o che oc­ corra fare m olto di p iù di quello che l’ Italia sin q u i non ha fatto.

Così oggi ci tro via m o finanziariam ente nelle condi­ zioni di a ve r a ffie v o liti i nostri ra p p o rti co! mercato di P arigi e di non e ve r fatto passi notevoli nè in quello di Lon dra nè in quello di B erlino. La de­ bolezza bancaria d e ll’ Ita lia , la contraddizione della sua politica finanziaria, ora riv o lta a o n s o lid a re il b i­ lancio perfino colle grette econom ie, ora in c re d i­ bilm ente prodiga senza ragione v is ib ile ; la poca fiducia che ispira la parola di m in is tri che solenne­ mente e non ric h ie s ti, prom ettono q uattro, cinque, dieci volte — quello che è riconosciuto suprem a­ mente n ecessario — cioè la lim itazio ne a ll’ aumento dei deb iti, e poi non m antengono; la insistenza colla quale si fa credere al paese possibile il m i­ g lio ra m e nto di un trattato di com m ercio che nel complesso aveva dati ris u lta ti più favorevoli a noi che ai n o s tri v ic in i; tu tto questo ha resa meno buona una situazione che p u r avrebbe permessi al paese progressi econom ici m olto più rile v a n ti se fosse stata sfruttata con la cautela d i’ chi si sente anim ato da uno scopo ben prefisso, ha una meta che intravede e usa delle circostanze per fa rle se rvire al p iù sollecito ragg iun g im en to dei suoi fin i.

C om unque sia, oggi, p iù manifestam ente di ie ri, abbiamo appoggiato il nostro centro politico verso B erlino . M entre noi possiamo goderne sotto un certo aspetto, sotto l ’ a ltro aspetto ne sentiamo qualche sgomento e ci dom andiam o: — Q uali m isure si prendono e si sono prese per parare le d iffico ltà finanziarie che ci possono ven ire da P a rig i? — Date le nostre relazioni col m ercato di P arigi e l'in d o le dei nostri v ic in i, siam o noi apparecchiati alle con­ seguenze d e lle lo ro rappresaglie?

Se un paragone ci è consentito sembra a noi che l’ Ita lia s o m ig li ad un tale che faccia la corte, certo per buone ra g io n i, al nem ico acce rrim o e potente del suo creditore a vista, il quale d’ altra parte è vivace e permaloso, e crede vantare dei d ir itti d i g ra titu d in e . A bbiam o noi il modo per far onore ai nostri cre di­

to ri? — 0 ci esponiamo ad un disastro finanziario che potrebbe essere grave quanto un disastro po­ litic o ?

I nostri le tto ri non credano che siamo pessim isti ; finanziariam ente l ’ Ita lia , per un seguito di e rro ri si so­ stiene con un e q u ilib ro m ira b ile , ma pericoloso perchè lu tto appoggiato su espedienti. N oi che non abbiamo l’obbligo di incensare i m e m b ri di nessuna chiesuola, che per amore della v e rità siamo severi e talvolta d u ri, sebbene a m alincuore, anche coi nostri più cari a m ici, noi crediam o doveroso rich ia m a re I’ a t­ tenzione del paese sopra questa condizione di cose | che può p ro c u ra rc i seri im barazzi.

M A ESPOSIZIONI ITALIANA A LONDRA

M o lti g io rn a li hanno data la notizia d i pratiche che si stanno iniziando a L on dra per una grande esposizione italiana che dovrebbe tenersi in °quella m e tropoli l ’ anno v e n tu ro . Si dice che l ’idea ne sia venuta in mente agli ita lia n i d im o ra n ti colà, in se­ g u ito a ll’ ottim a riu scita avuta da una esposizione am ericana che allacciò nuo ve relazioni com m erciali fece conoscere n u o v i p rodotti e dette luogo a num e­ rose ven dite e com m issioni. Si tratterebbe dunque di im ita re un esempio che, pei suoi ris u lta ti p ratici può d irsi buono.

In questi u ltim i a n n i, quante volte accadesse di p arlare rii esposizioni o già aperte o allo stato d i p ro ­ getto, ci siamo cre d u ti in dovere di gettare acqua sul fuoco ili entusiasm i fittiz i e fuo ri d i luogo, rile ­ vando il discredito in cui coteste feste del lavo ro sono cadute presso la gente più s e r ia , p iù operosa, più direttam ente interessata, e p iù competente, a cagione della loro frequenza soverchia che distrugge la ragion d’ essere per cui le p rim e vennero im m a g in a te '’pa­ re c ch i decenni o r sono, e a cagione di quel carat tere p iù teatrale che tecnico, p iù pomposo che is tru t­ tivo , ch’ esse vanno vie m aggiorm ente assumendo. Il p iù delle volte oram ai le esposizioni sono uno spet­ tacolo, un ric h ia m o di gente purchessia, un pretesto a festeg gia m e nti, ma non insegnano gran che di nuovo, non prom uovono nelle a rti e nelle in d u strie progressi che non si possano conseguire per altra via, e frattanto danno luogo a fo rti spese, a lle quali il compenso è sotto ogni rispetto inadeguato.

Il più delle volle, abbiamo detto, e queste parole intendono lasciare il dovuto m argine per le eccezioni.

V ’ è p rim a d i tu tto una considerazione che non deve om ettersi : ed è che se, nonostante la comples siva dim inuzione della loro im portanza, dell'interesse che destano, della u tilità a cui fanno capo, le espo­ sizioni si ripetono con p ro lific a m o ltip licazion e e con nuove varietà di c rite ri e di form e, bisogna p u r d ire che qualche lato buono, qualche pregio intrinseco lo abbiano. Facciam o pure la dovuta parte alle vana­ g lo rie nazionali e locali, alla vog lia d i rifa re , per non esser da meno, ciò che a ltri ha fatto, e p iù di tu tto a q u e ll’is tin to un po’ scim m iesco di im itazione spesso incosciente, che essendo nel fondo della na­ tu ra um ana, non si può non riv e la rs i n eg li a tti d eg li u om in i e isolati e consociati. T u tto ciò non bastala spiegare il fenomeno.

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9 ottobre 1887 L’ E C O N O M I S T A 651 lim ita te ma più serie, p iù pratiche, p iù is tru ttiv e e

p iù u tili.

Le p rim e sarebbero le grandi esposizioni u n iv e r­ sali, a c u i quasi tu tti i paesi del m ondo prendono parte in una proporzione qualsiasi, nelle q u a li è di tutto e d’ ogni cosa. Y e ne sono state di splendidissim e, ma, senza d ire che costano u n o c c h io , la troppa roba genera confusione, i c on fron ti d iv e rta n o d iffi­ c ili, il buono troppo spesso rim a n e sagrifìeato al­ l ’appariscente, e in o ltre si sono rip e tu te qua e là a troppo b revi in te rv a lli. P er un pezzo... giacché quella bandita in P a rig i dal G overno francese pel 1 88 9 non è ancora ben certo che si tenga davvero e, in ogni caso che riesca bene, per u n pezzo di eiamo, sarà im p ro ba bile che nuovam ente attec­ chiscano.

L e seconde si possono d ivid e re in due categorie : quelle che com prendono ogni specie di p rod o tti del lavo ro um ano, ma lim ita te a un solo paese od anche a una sola o poche regioni di un paese ; e quelle che sono internazionali bensì, ma lim ita te a una sola o a poche specie di p rod o tti. La seconda categoria, in p a rtic o la r modo, è quella che ci presenta le espo­ sizioni p iù interessanti e p iù u tili, giacché com prende m olto spazio e q u in d i m olta varietà di ingegno, di a ttitu d in i, di potenza p ro d u ttric e , e al tem po stesso sceglie per lo p iù q n e lli tra i ra m i del la v o ro u - mano che sono o p iù n u o vi, o p iu necessari in un dato m om ento, o p iù su s c e ttib ili e insiem e p iù b i­ sognosi di studio e di progresso o p iù m e rite v o li di notorietà ; tali insom m a che il riu n irn e g li sva ria ti p rod o tti, il fa rli conoscere, il c o n fro n ta rli, sia o più facile o più opportuno. Ora tocca a ll’ e le ttric ità , ora alla panificazione, ora a ll’ igiene, ora ai salvataggi, ora a ll’ arte navale, ora a quella delle costruzioni, ora alle a rti belle, e via dicendo quasi in in fin ito .

Ma v ’ è anche un’ a ltro genere di Esposizioni, che, per quanto sappiamo, è affatto recente ed è nazionale e internazionale ad un tempo, perchè il lavoro d i tutta e sola una nazione v ie n messo in mostra sul te rri­ to rio d i una nazione diversa. N on sappiamo se sieno destinate a frequente ripetizione in m o lti paesi. Y ie n fatto d i d ub ita rn e vedendo dap pe rtutto il protezio­ nism o alzare b a rrie re econom iche fra Stato e Stato, mosso da una cieca e quasi superstiziosa avversione con tro i p rodotti del lavoro straniero. Ma in ta n to l ’ In ­ g h ilte rra dà u n n o b ile esempio. Essa non ha avuto paura d’ accogliere in casa p ro p ria una m ostra alle­ stita da quella A m e rica del N o rd che viceversa pone tan ti in c ia m p i alla im portazione de’ p rodotti a ltru i. E si ohe una m ostra del genere di quella in discorso non può a ltro che prom uovere l’ im portazione. Ma l ’ In ­ g h ilte rra non teme l ’ im portazione : le basta, come è p u r tanto naturale, ma come viene disconosciuto da quasi tu tti g li S tati, di esportare in p ari tem po i p ro d o tti p ro p rj, dando luogo a q u e ll’ attivo scambio che determ ina la prosperità m a teriale d’un popolo, in quanto accresce d i p a ri passo la produzione e il consumo, i bisogni e il m odo d i soddisfarli.

Una esposizione d e ll’ a g ric o ltu ra , delle a rti e delle in d u s trie d’ Ita lia in L o n d ra , non avrebbe, a parer nostro, m in o re ra gio n d’ essere d i quella fatta recen­ tem ente d a ll’ A m e ric a . È vero che l ’ Ita lia non può presentare quel portentoso rig o g lio a gricolo e in d u ­ s tria le che è oggi il vanto e la forza d eg li S tati U n iti. Ma è anche vero che i suoi p ro d o tti sono più speciali, hanno con q u e lli ing le si m in ore a ffin iù che q u e lli am ericani non abbiano ; epperò possono desiare

u n interesse speciale a gli occhi degli inglesi, senza d ire che avrebbero in o ltre l’ occasione di cader s o li’ oc­ chio anche a genti di ogni a ltro paese, quando v e ­ nissero esposti in quel medesim o focolare di studio, di lavoro di tra ffic o , in quel ritro v o delle nazioni, in quel m ercato dei m ercati che è L o n d ra .

L ’ estendere e m o ltip lic a re , com inciando col fa rc i conoscere, le nostre re lazio ni c o m m e rc ia li co ll’ In g h il­ terra e con alcune tra le sue colonie, diventa tanto p iù necessario, quanto p iù le b a rrie re che le nostre im m e dia te vicin e , la F ran cia e 1’ A u s tria -U n g h e ria , pongono ai lo ro co n fin i si vanno alzando e p un te l­ lando. D arem o un esempio solo, che può bastare. L ’ In g h ilte rra non produce vin o , ma ne consuma, traendone m olto dalla F ra n cia e dalla Spagna e po­ chissim o finora d a ll’ Ita lia . L ’ Ita lia ne esporta g ra n d i quantità allo stato di poco p iù che m ateria prim a destinata a un lavo ro di raffinam ento che ha luogo in Francia. Ma la F rancia da un lato si è un po’ ria - vuta dalle devastazioni della filossera, d a ll’ a ltro m i­ naccia ad ogni modo d i inceppare p iù o meno anche questa sua im portazione, sem pre per soddisfare a g li interessi dei p ro d o tti locali. In p ari tem po l’ Iia lia va perfezionando l ’ ind u stria v in ic o la e si avvia a com ­ piere in casa p rop ria tu tto il lavoro di c u i è suscet­ tib ile il vino per giungere alla m aggiore squisitezza e passare senz’ a ltro ai m ig lio ri e più cospicui c e n tri esteri di consump. Ora non sarebbe p ro p rio il caso di dare im p ulso alla esportazione della m erce verso u n paese che non ne produce, in tempo u tile e prò- pozionalm ente al probabile d im in u ire di q uella della m ateria p rim a , o lavorata solo per m età, verso un paese che è e p iù sarà nostro concorrente?

Da quanto scrivono i g io rn a li, sem bra ehe si po­ trebbe u s u fru ire p e r l ’ Esposizione Italiana lo stesso locale che è già servito per q uella am ericana e che è am pio, bello e a ppropriato sotto ogni risp etto, c o n ­ stando d’ una im m ensa g a lle ria lunga 1140 piedi, larga 120, fiancheggiata da sette g ra n d i saloni e c ir­ condata da eleganti e spaziosi g ia rd in i.

P er parte nostra, v o rre m o che il progetto vago si concretasse in una felice realtà. E se dovessimo dare un suggerim ento alle C am ere di C om m ercio e ai C om ita ti fo rm a tisi per p rom overe e agevolare la partecipazione d e ll’ Italia alla Esposizione di P a rig i del 1889, sarebba q uello d i riv o lg e re invece, se sieno ancora in tempo, l’ opera loro a fa v o rire l’ Esposi­ zione italiana da tenersi in L o n d ra . M ettiam o pegno che per questa le spese sarebbero m in o ri che per quella e m a gg iori le agevolezze spontaneamente o f­ fe rte c i. — A d o g n i modo c i pare non dovrebbe esser dubbia la scelta tra una m ostra d i genere nuovo e una che, se avrà luogo davvero , sarà una rip e tizio n e d i p iù a ltre ; tra una im presa che rid onderebbe a to tale nostro decoro e beneficio, e la partecipazione ad una in cui d iffic ilm e n te p o tre m m o in qualche modo p rim e gg iare.

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Su di esse v o lle p u r rich iam a re specialmente 1’ at­ tenzione lo stesso Presidente, on. B rio solii, nel d i­ scorso col quale chiuse l’ u ltim a riu n io n e plenaria per notare che la natura d i siffatte questioni non perm etteva di giungere a conclusioni determ inate e che solo era possibile fare con fron ti tra le diverse condizioni e i d ive rsi is titu ti delle varie A m m in is tra ­ zioni fe rro v ia rie e dei v a ri paesi.

La quale considerazione non manca per ferm o d’ un fondo di ve rità , ma non sembra d’ a ltro lato in te ra ­ mente vera e, dove fosse intesa un po’ troppo alla lettera , potrebbe fa r re string ere soverchiam ente il campo delle in d a g in i econom iche ed a m m in istra tive riservate ai fu tu ri Congressi. Essa è vera in fa tti se intendesi d ire ohe la risoluzione di quest’ ordine di tem i non dipende soltanto dalle A m m in is tri ioni fe ri ■— v ia rie ma, collegandosi a problem i p o lit ic i, econo­ m ic i e sociali, è spesso, sebbene in diversa m isura, subordinata allo scioglim ento d i quei problem i più generali. Cadrebbe invece nel falso qualora dalla natura generale delle questioni volesse in d u rn e in ­ certezza in e v ita b ile nelle conclusioni e scarsità di valo re p ratico. P erocché l’ indeterm inatezza delle r i ­ soluzioni è portato naturale di qualsiasi problem a, sia pure tecnico, qualora le investigazioni e le espe­ rienze n on sono ancora m ature ; e lo stesso C on­ gresso fe rro v ia rio ce ne ha fornite prove non poche eziandio nelle a ltre sezioni. E quanto a ll’ im portanza pratica p e r le fe r r o v ie , rite n ia m o pochi soggetti averne, ad esempio, m aggiore d e ll’ organizzione del personale o l ’ assetto degli is titu ti di previdenza.

Così si spiega la viva cità della discussione che e ntra m bi questi a rgo m e nti, e p iù il secondo, hanno provocato. Per quest’ u ltim o è noto che si deliberò di s tu d ia rlo ancora p iù addentro e d i preparare un questionario speciale che abbia a precisare i p u n ti su cui raccogliere le info rm a zion i da tutte le A m ­ m in istra z io n i fe rro v ia rie . Ond’ è a sperare che nel prossim o congresso di P arigi s’ abbia innanzi un ricco m a teriale per tu tte le sventure, cui la p re v i­ denza n elle sue m o lte p lic i form e viene a soccorrere: sop ra ttu tto per le m alattie, g li a ccidenti, l’ in v a lid ità , e, rig u a rd o alla fam ig lia, la m orte d e ll’ agente.

S em bra a n o i che sarebbe però stato "bene, se il Congresso avesse fin d ’ ora constatato i progressi ot­ te n u ti nella rifo rm a d i ta li is titu zio n i, massime delle Casse di pensioni, nel cui ordinam ento si incontrano tante d iffic o ltà da far temere che il m aggior num ero delle medesim e non poggi su abbastanza solide basi e che g li associati possano un g io rn o provare le più amare d is illu s io n i. Ciò avrebbe giovato a dare una guida alle A m m in istra z io n i ancora nuove a colesti s tu d i (e sono il m a gg ior num e ro , per non d ire la quasi to ta lità ); affinchè nei b ila n ci e nelle statistiche che sono chiam ati a preparare non abbiano a par­ tire da dati che oggi è forza rite n e re insostenibili. È o vv io in fa tti che se le A m m in istra zio n i fe rro ­ v ia rie continuassero a fondare i lo ro calcoli per la m o rta lità sulle tavole di D up areie ux o di D u v illa rd , seguendo in o ltre c rite ri troppo ru d im e n ta li per la invalidità^ come p u r troppo è in generale avvenuto fino ra , se ne otterrebbe un m ateriale da cui il terzo Congresso non potrebbe certo tra rre gran lum e.

Sarebbe q u in d i stato senza dubbio vantaggioso che invece di strozzare troppo presto la discussione colla proposta del nuovo q uestionario, si fosse c h ia rito l'in ­ dirizzo da d a rvisi, in ¡specie rig u a rd o a questo tema capitale. L ’ Ita lia , a cui i rappresentanti degli a ltri

paesi riconobbero quasi un p rim a to nella collezione e nella ricchezza di queste is titu z io n i, ne avrebbe lo ro dato a ltra prova cogli studi a vviati in proposito facendo tesoro della inizia tiva del Behm . E le A m ­ m in istra zion i fe rro v ia rie vi avrebbero appreso i dati fondam entali più interessanti.

È notevole in fa tti che la m o rta lità degli agenti fe rro v ia ri in a ttiv ità di servizio ò di gran lunga m i­ nore che quella o ffe rta dalle tavole o rd in a rie p iù note. Basti citare poche c ifre . P er il q uin qu en nio da 56 a 40 anni d’ età, il D u v illa rd indica una m orta­ lità d e ll’ 1,80 per cento, il D upareieux d e ll’ 1,06 per cento, il nostro R am eri d e ll’ 1 ,23 0 /0 ; laddove i dati ra cco lti re lativam ente al personale fe rro v ia rio tedesco dal Behm non danno che il 0 ,8 8 0 /0 e q u e lli de­ su n ti dal personale fe rro v ia rio d e ll’ A lta Ita lia solo il 0 ,8 4 0 /o

-D ’ altra parte la m o rtalità degli agenti messi in pensione per in v a lid ità è m o lto m aggiore di quella indicata dalle tavole o rd in a rie . Così m entre per i due g ru p p i dai 35 ai 39 e dai 40 ai 44. anni il D u v illa rd calcola rispettivam ente la m o rtalità d e i- fi 1 ,76 0 /0 e del 2 0 /0 ; invece la statistica fe rro ­ v iaria tedesca del Behm dà il 6,48 e il 5 ,93 0 /0 e quella delle fe rro v ie d e ll’ A lta Ita lia porge il 5,17 e il 4 ,97 0 /o dati un po’ m en g ra v i, ma' che tu t­ tavia conferm ano le diversissim e condizioni di questo personale.

Ora è evidente come possano essere falla ci i b i­ lanci tecnici delle singole Casse se ignorando questi n uo vi d a t i, ai q ua li per v e ro non fu data grande p u b b lic ità , attengonsi ancora alle tavole o rd in a rie , che, come si scorge, da un lato fanno d ura re troppo a lungo le pensioni, d a ll’ a ltro fanno entrare in pen­ sione troppo presto un n um ero eccessivo di vedove e di o rfan i. R agionam enti c o n s im ili potrem m o fare per le tavole d i in v a lid ità e per a ltri dati sta tistici.

Se non che nocque forse a questa proficua in d a ­ gine la lotta che in seno al Congresso si v o lle a g i­ tare troppo v iva a favore degli Is titu ti di previdenza in confronto a q u e lli di sem plice P atronato, oppure m isti ; avendo m o lti delegati esteri m ostrato abba­ stanza apertam ente che non g rad ivan o troppo lo spi­ rito di indipendenza che volevasi info nd ere in questi is titu ti esaltando cotanto la previdenza e che prefe­ riv a n o quella specie di a m m inistrazione paterna con cui g li avevano finora fa tti fio rire . Così avvenne che di fronte ad una proposta di rin v io al prossim o Con­ gresso, la quale lasciava im p re giu dicata alm eno la bontà di ce rti is titu ti di p uro patronato, m o lli accolsero v o le n tie ri fi occasione di accettare una sospensione chiudendo così la disputa.

Ci accorgiam o di esserci alquanto d ilu n g a ti sul­ l ’ argom ento ; ma ci è parso valesse la pena di in - d u g ia rv ic i un m om ento di preferenza perchè su. di esso la discussione rim a n e ancora aperta e speriam o sia fatta a suo tempo nel m odo p iù am pio.

Il commercio italiano nell’anno 1886 v.

Proseguendo il nostro studio sul m ovim ento com ­ m erciale d e ll’ Italia n e ll’ anno passato, conviene che ci riv o lg ia m o alla Svizzera. La nostra esportazione

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9 ottobre 1887 L’ E C O N O M I S T A 653 am m ontò nel 1 88 6 a 8 9 ,6 9 2 ,0 0 0 m entre l ’ im p o r­

tazione dalla Svizzera fu di 9 4 ,8 5 2 ,0 0 0 ; la d iffe ­ renza q u in d i supera di poco i 5 m ilio n i d i lire . Ma queste c ifre non esprim ono certo tu tta l’ entità degli scambi tra i due paesi v ic in i, perchè come è noto, è specialmente lungo la fro ntiera italo-svizzera che sì esercita più vigorosam ente il contrabbando.

A d ogni modo noi dobbiam o attenerci ai dati che ci o ffre la statistica doganale italiana e vedere an­ zitutto q u a li sono le voci p rin c ip a li della esporta­ zione italiana in Isvizzera.

Ecco, come abbiam o fatto per g li a ltri paesi, la lista dei p rin c ip a li a rtic o li esportati nel 1 8 8 6 :

1 V ino in botti, in ca- 29 P e lli crude e

con-ra teili e bottiglie L . 5,120,000 cia te ...L . 551,000 2 Sp irito ... .. 304,000 30 L a v o ri...» 407,000 3 Olio d’ oliva... » 977,000 31 F u cili e altre arm i* 228, 000 4 Oli v olatili... » 107.000 32 M acchine ... » 262,000 5 Ammonniaca.potas- 33 Oro ...» 108,000 sa e soda caustica» 310.000 34 Monete d’o r o ....» 1,314,000 6 T a r ta r o ... » 841,000 35 A rgento... » 104.000 7 G om m e, resine e 36 O reficeria... » 835,000 gommoresine. . . . » 68,000 37 P ie tre p re z io se ..» 356,000 8 S a p o n e ... * 97,000 38 P ie tre da costruz.» 114,000 9 Legni,radiche, erbe 39 Carbon fo ssile.. . » 120,000

per tin ta e concia » 257,000 40 Porcellane, maio-10 In d a c o ...» 86, 000 liche, vetri, ecc.. » 150,000 11 Canapa greggia e 41 G ran ag lie... » 1,069,000 cordam i... » 1,027,000 42 Castagne e patate» 220,000 12 F ila ti di lin o , ca- 43 R i s o ...» 720,000

napa, iu ta ... » 401,000 44 F a rin a , crusca e 13 T e s s u t i...» 97,000 paste...» 534,000 14 C otone...» 4,649,000 45 Uva, aranci e a ltre 15 T e s s u ti...» 211,000 fru tte fresche . . » 813,000 16 L an e n a tu r a li.. . . » 660,000 46 F ru tte secche e 17 Cascam i...» 101,000 s e m i... » 231,000 18 C rin o ...» 81,000 47 Ortaggi e legumi » 310,000 19 T essu ti e la v o r i..» 470,000 48 E q u in i...» 181,000 20 Sem i bachi e boz- 49 B ov in i...» 1,307,000 z o li...» 1,114,000 50 O vini e c a p r i n i. . » 110,000 21 Seta tratta... » 44,474,000 51 M a i a l i... » 384, 000 22 Cascam i...» 6,312,000 52 Pollam e...» 692,000 23 T essu ti e la v o r i..* 4 6 9 ,OOO 53 Burro e formaggio* 233,000 24 Legno com. e botti» 180,000 54 Uova di pollame . » 1,297,000 25 M obili e altri lav.i » 922, 000 55 Miele e ce ra ...» 110, 000 26 T re c cie di p ag lia» 2,286,000 56 Corallo... » 606,000 27 Cappelli di paglia.» 920,000 57 M e rcerie...» 496,000 28 C arta, cartoni lib ri 58 Oggetti da

colle-e rcolle-e g istri... » 454,000 z io n e ...» 251,000 Come può vedersi dalle c ifre su rrip o rta te , degli 89 m ilio n i ai q ua li ammonta l ’ esportazione totale più di 50 rig ua rd an o la seta tra tta (4 4 m ilio n i e mezzo) e i cascami di seta (6 m ilio n i).

Se prendiam o in esame tu tta la categoria V i l i re la ­ tiva alla seta, tro via m o che dal 188 2 in poi v i è stata una persistente dim inu zio ne . Ne fanno fede queste c ifre :

1882 ...105, 912,000 1884... .6 6 , 866,000 1883 ___ 75,524,000 1885... 58,920,000

1886... 52, 369,000

Q ui c’ è evidentem ente m ateria d i studio per v e ­ dere se e in qual m isura è possibile d i dare a l­ l ’ esportazione della seta un m a gg ior s vilu p p o , dacché essa continua ad essere la voce più im p orta nte .

Questa circostanza sem plifica evidentem ente assai il nostro discorso. Se il grosso della esportazione è form ato dalla seta , non dobbiam o però O s c u ra re qualche a ltra voce. Il v in o , ad esempio, che preso insiem e q uello in b otti, caratelli e b o ttig lie oltrepassa

i 5 m ilio n i ed è certo suscettibile di qualche lieve aumento.

T u tte le a ltre voci offrono ben poco da d ire ; g li a rtic o li p rin c ip a li di esportazione dopo la seta e il v in o sono g li a n im a li, i cereali le treccie di paglia eec.

La dim inuzione nella esportazione totale del 1886 fu rispetto alle annate precedenti d i o ltre trenta m i­ lio n i, m entre, come vedrem o nel prossimo num ero, l’ im portazione dalla Svizzera in Ita lia andò crescendo.

Rivista Bibliografica

Arthur Raffalovich. — Le logement de l’ouvrier et dii pauvre. — Paris, Guillaumin, 1887, pag. 486,

prix 3 fr. 50.

T ra le questioni propriam ente del g iorno c’ è quella dell’ alloggio per l’ operaio e pel povero. L ’ a fflu ire della classe la v o ra tric e dalle campagne alle città , specie ai centri m a gg iori, ha esacerbato un male che certo preesisteva, ma che per io passato era meno a v v e r­ tito , perchè la sua g ravità era m inore. In alcune ca­ p ita li anzi le d ifficoltà di dare alloggio alla classe operaia e in genere alle classi povere, nonché i pe­ rìc o li re la tiv i a u n eccessivo affollam ento in c e rti q u a rtie ri erano e sono tanto g ravi e num erosi che (d o v e rti e P arlam enti non mancarono di occuparsene. C itiam o specialm ente l’ In g h ilte rra , dove le condizioni affatto p e cu lia ri d i Lon dra furono l’ ince ntivo p iù ef­ ficace a prendere fino dal 1855 delle m isure le g i­ slative sulle abitazioni.

E , come è naturale , mano a mano che la questione ven iva agitata nei v a ri paesi ed era segnalata la n e ­ cessità di p ro v v e d im e n ti, la lette ratu ra economica si a dava a m ' e arricche nd o di n u o v i v o la m i sulle a b i­ tazioni operaie. Nè m ancarono le inchieste governa­ tiv e e p riva te , citiam o quella inglese com piuta nel 188 5 in In g h ilte rra e quella condótta dal Verein fiir Socialpolitik l ’ anno passato, nonché l’ a lfra promossa di recente dalla Société d'Economie sociale di P a rig i.

A g li s c ritti che già si avevano s u ll’ argom ento un oneroso pubblicista francese, il sig. A rtu ro R affalo ­ v ic h , aggiunge ora un vo lu m e nel quale la questione delle abitazioni per le classi povere in In g h ilte rra , agli Stati U n iti, in F ra n cia , in G erm ania e nel B e l­ gio è presa in esame m in u to e coscienzioso.

L ’ A uto re ha v o lu to attenersi unicam ente ai fatti e con somma diligenza ha raccolto notizie in te re s ­ santissime su g li sforzi co m p iu ti dalla in iz ia tiv a p r i­ vata e dai p o te ri le g is la tiv i per m ig lio ra re le abita­ zioni delle classi p iù num erose. E non si possono leggere senza soddisfazione i ca p ito li che l ’ A u to re de­ dica agli S tati U n iti, dove delle Associazioni ad hoc e delle Misses si sono dedicate a codesta opera di risanam ento m orale e fisico.

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c o s tru ttric i (building societies) e num erosissim e a ltre associazioni in In g h ilte rra per creare le abitazioni sa­ lu b ri, il R aflalo vich lo dim ostra con cifre e fatti ino p pu gn ab ili.

Della stessa questione in F ran cia , l ’ A uto re fa una larga trattazione seguendo il m ovim ento legislativo dal 1850 in poi, esaminando lo stato degli a llo g g ia P arigi e a ltrove, il lo ro prezzo e il bilancio degli operai. E d è a proposito della Francia che l ’A uto re espone le sue vedute s u ll’ argom ento; vedute contrarie, — il che era da aspettarsi da un m em bro della Liberty and Property DefenceLeague — a ll’ inte rven to d iretto dello Stato o delle m u n ic ip a lità . Ma se questi non de­ vono farsi c o s tru tto ri d i case possono m ig lio ra re seria­ mente a condizione generale della salubrità mediante la costruzione delle fogne e procurando l ’acqua a buon m ercato, ecc. Non v i è del resto nè una panacea, nè una form ola unica ; il m ig lio ra m e n to non può p rove­ n ire che d a ll’ azione sim ultanea di una serie di fa t­ to ri, q u a li l ’ interesse pecuniario, l’ opera della carità , la previdenza della parte m ig lio re della classe ope­ raia. L ’A u to re dopo a ve r discorso pandam ente dei tentativi fa tti a L ille , A m iens, Reims, S a in t-Q u e n tin , Le H àvre ecc., per m ig lio ra re la condizione degli alloggi operai, passa alla G erm ania occupandosi p r in ­ cipalm ente d i R erlino. A nche in questa parte tro ­ viam o n um e ro si esempi di m ig lio ra m e n ti e di p ro ­ gressi che sono un vanto d e ll’ in iz ia tiv a privata. In Germ ania furono e sono specialm ente i grandi in d u ­ s tria li q u e lli che prom ossero e prom uovono la salu­ b rità delle abitazioni operaie, come ad esempio il D ollfus a M ulhouse e il K ru p p a Essen.

Quanto finalm ente al B elgio, il R aflalo vich si li­ m ita a d iscorre re della C om m issione d ’ inchiesta e delle proposte che da essa furon o discusse ed appro­ vate in argom ento di abitazioni operaie, non trascu­ rando però di fo rn ire dati sui te n ta tiv i esperiti e sui progressi fa tti.

Dopo ciò crediam o che il lettore, possa farsi un’ idea d e ll’ interesse e d e ll’ u tilità che presenta questo v o ­ lum e del R afialovich. Esso non cela i l male ma anzi coscienziosamente lo discopre. In p ari tempo non si abbandona nè a un pessim ismo esagerato che re n ­ derebbe im possibile ogni sforzo per attenuare il male deplorato, nè ad un o ttim ism o fa cile che vede ogni salvezza in una legge. Isp ira nd o si ai b uoni p rin c ip ii, ponendo nella vera loro luce le conquiste già com ­ piute d a ll’in iz ia tiv a p riv a ta il R aflalo vich ha scritto un lib ro che insegna ciò che si deve fare e incuora alla lotta contro una cagione d i danni sociali. R. D. V .

Annuaire de l’Economie politique et de la Statistique.

-1887 — 44 Année — Paris, Guillaumin et C.ie, pag. 961 ; prix : 9 francs.

Questo comodo e u tile A n n u a rio è una delle m i­ g lio ri pubblicazioni che si possa consultare, specie per la F ran cia , quando si ricercano dati sta tistici e in lo rm a zio n i econom iche. C om pilato sotto la direzione del B lock, il quale è coadiuvato dai s ig n o ri L oua, De B oisjoslin, Boiteau, C ou rtois, L e fo rt e R enaudin, riu n isce in u n vo lu m e m aneggevole una gran copia di dati su tu tti i paesi del m ondo. Ma, naturalm ente le p rim e tre p a rti, destinate alla F ran cia , a P a rig i, e a ll’A lg e ria e C olonie sono quelle che occupano quasi due terzi del volum e e si d istinguono per l ’ ab­ bondanza delle notizie e p e r essere recentissim e. Tra le statistiche p iù n otevo li tro via m o quelle sul censim ento della popolazione francese, fatto nel m aggio 1886,

sulla situazione finanziaria dei com uni nel 1 8 8 6 , sul ris p a rm io , sulla giustizia, sui prezzi ecc.

Interessantissim e sono pure le tabelle statistiche generali, riu n ite alla fine del volu m e, sulle em issioni p ubbliche in E uropa negli u ltim i 15 anni, sulla m a rin a m ercantile ecc., nonché la riv is ta finanziaria del 1 8 8 5 -8 6 .

C rediam o che d iffic ilm e n te si potrebbe riu n ire in sim ile mole un complesso di notizie così precise e com plete come n e ll’ A n n u a rio edito dalla lib re ria G u illa u m in . Esso, del resto, ha o rm ai una re pu ta ­ zione che in o ltre q ua ra nt’ anni si è andata sempre consolidando ed estendendo.

Nel prossim o n u m e ro com incerem o la pubblicazione di uno studio del sig. Giuseppe Lam pagnani col t i­ tolo : « A lc u n i cenni sulle fe rro v ie straniere. »

Rivista (Economica

Le c o a liz io n i in d u s t r ia li p e r r e g o la r e la p ro d u zio n e ed i p r e z z i.U d re n a g g io d e ll’ oro in F r a n c ia e

la B anca d i F r a n c ia .L a q u e stio n e d e i p re m i

a llo zu cch ero e la m a n ife s ta z io n e d e i r a f f in a t o r i in g le s i.

Il p rin c ip io d e ll’ associazione rice ve sempre nuove applicazioni. Bene o male che sia — e p ro b a b il­ m ente c’ è un po’ d e ll’ uno e d e ll’ a ltro — il bisogno di u n irs i, di associarsi, di dar vita a delle unio ni econom iche ha preso una larga parte nel m ovim ento sociale. In a vve rtitam e nte , ma con tenacia, le asso­ ciazioni, e p iù esattamente le coalizioni si m o ltip li­ cano, si estendono e sorgono per fin i sva ria tiss im i. A ciò concorrono p rincip alm e nte le trasform azioni operatesi ai n ostri tem pi nelle condizioni della p ro ­ duzione e degli scam bi, le q u a li in un am biente di libe rtà determ inano questa tendenza ad u n irs i per conseguire vantaggi c om u ni, o per evitare danni m in acciam i g ru p p i p a rtic o la ri di a ttiv ità econom iche. Fra queste coalizioni sono m e rite v o li di menzione i sindacati fo rm a ti fra in d u s tria li allo scopo di re­ golare la produzione. N oi non ram m enterem o q u i secondo q ua li leggi econom iche la produzione debba essere d iretta affinchè riesca quanto p iù è possibile u tile ; rico rd ere m o soltanto che le così dette c ris i d i sopra produzione o di produzione d eficiente o errata sono una m alattia periodica della organizza­ zione economica attuale. Il male è del resto m olto m in ore di q u e llo d erivante dalle sospensioni nella p ro ­ duzione in d u stria le e agricola che furon o così fre qu en ti n e ll’ antico regim e del la v o ro , ma è n aturale che dato lo s q u ilib rio si cerch ino tu tti i p a llia tiv i atti a re n ­ d erlo meno sensibile e dannoso. E tra questi p a llia tiv i c’ è appunto la coalizione in d u stria le la quale ha una applicazione sempre p iù notevole. Sarà u tile accennare ad alcune d i esse costitu ite in questi u ltim i tem pi.

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9 ottobre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 655 officine che consentano a cessare provvisoria m e nte

0 a restringere la loro produzione. A ltri sindacati hanno per ¡scopo di rip a rtire geograficam ente g li sbocchi, tanto a ll’ interno che a ll’ estero.

S im ili Karteìle vennero conchiuse tra i ra ffin a to ri di zucchero, i fabbricanti di carta, i b irra i, i padroni delle fe rrie re della Slesia, i p ro p rie ta ri dei bacini carbo nife ri della R u h r, eoe.

Se dalla Germ ania passiamo ad a ltri paesi tro via m o che queste coalizioni sono state attuale un po’ dap­ p ertutto. A l p rin c ip io d e ll’ in ve rn o presso le p rin c i­ pali o fficine side ru rg ich e d e ll’ A u s tria -U n g h e ria hanno concluso un ’ accordo per d is trib u irs i le com m issioni e fissare dei prezzi graduati c om u ni. Nel Belgio degli accordi di questo genere furono tentati ‘ da parecchie ind u strie . I fa b b rica n ti di orologeria in Svizzera hanno tentato quest’ anno di fo rm a re un sindacalo per lim ita re la produzione. A g li S tati U n iti e in In g h ilte rra le com binazioni d i tal genere sono a n tich e ; e sono n otissim i i così detti pools che si praticano per le strade ferrate. E non fin ire m o p iù se volessim o accennare, anche brevem ente, a lle varie specie d i coalizioni tentate in quest’ u ltim i anni ; a r­ gom ento che fu già trattato altra volta in queste co­ lonne con sufficiente larghezza ’ ).

N aturalm ente questa fio ritu ra di sindacati, di as­ sociazioni, di coalizioni o com unque la si v o g lia chia­ mare, suscita re crim in azion i e proposte in senso v a rio . U n professore d e ll’ u niversità austriaca di C zernovitz il sig. K le in w à c h te r in un lib ro sui sindacati per lim ita re la produzione, pubblicato qualche anno fa, pretende che queste convenzioni tra p ro d u tto ri indicano la costituzione che lo stato deve in a vve n ire im p o rre alla grande in d u stria . Bisognerebbe, secondo lu i, r i ­ tornare al sistema delle concessioni a m m in is tra tiv e per g li sta b ilim en ti in d u s tria li e l’ a u to rità superiore fisserebbe, dopo intesi i c a p i-o ffic in a , la quantità dei p ro d o tti e i l lo ro prezzo. I l d ie e quivarebbe a distruggere 1’ opera libe ra le di un secolo e a p io m ­ barci d i nuovo nella regolam entazione a oltranza.

Questi sindacati, considerati dal punto d i vista dei p ro d u tto ri associati, possono anche essere di qualche u tilità , ma sono sem pre una m inaccia per 1 consum atori. E la difesa sola e leg ittim a che questi u ltim i possono avere è nella concorrenza estera, la quale può frenare le cu p id ig ie del m onopolio e rendere vani i conati per im p o rre a un m ercato la volontà di u n grup p o di p ro d u tto ri. Il m ale è piu ttosto che si lavora a tu tto spiano per re ndere sem pre meno possibile la concorrenza estera. E d [è n aturale che v i sia chi ne tragga partito.

— S u l drenaggio d e ll’ oro in F ra n cia e sulla condizione che ne deriva alla Banca l ’ u ltim o n u ­ mero della Revue Economique et fìnancière ha una interessante nota dovuta, al d ire della Revue, a una penna assai competente nella m ateria. C re ­ diam o u tile d i rip o rta rla n e ll’ Economista, nella massima parte, perchè spiega chiaram ente q u a l’ era la situazione del m ercato m ouetario internazionale alla fine della settim ana precedente ed anche perchè, come diciam o in a ltro luogo la situazione è rim asta pressoché im m u tata in questi u ltim i g io rn i.

Il ribasso dei cam bi a N uova Y o rk da una parte, — dice lo s critto re della Revue — e il ria lzo a P a rig i del cam bio su L on dra d a ll’ a ltra, preoccupano d i nuovo

■) Y . L a coalizione in d u s tria le nel n. 645 d e ll’ Eco­ nomista.

e giustam ente tu tti g li u o m in i d’ affari. Dal modo con cui si presentano le cose al p rin c ip io d e ll’ aulu un o, si può anche tem ere per la fine d e ll’ anno una crise di oro, di cui il mercato inglese avrebbe da soppor­ tare, per il p rim o , le conseguenze, ma il cui con­ traccolpo si farebbe sentire sopra tu tti i m ercati fin a n zia ri. La Banca di In g h ilte rra dovrà fra pochi g io rn i far fro nte a im p o rta n ti domande d i oro d ag li Stati U n iti; fra qualche settimana l’ oro potrà pure essere spedito con vantaggio d a ll’ In g h ilte rra in E g itto , e a L on dra si aspettano fo rti r it ir i per conto della Repubblica A rg en tina . È dunque p iù che probabile ohe quest’ anno vedrem o lo sconto al 0 0 |0 a L o n d ra . E le banche di emissione del continente non si m o­ streranno meno sollecite nella difesa del lo ro incassso. In G erm ania la Banca d e ll’ im p e ro alzerà il suo sag­ gio dello sconto, tostochè il cam bio tedesco su L o n ­ dra si a vvicine rà al gold point. La Banca N eerlan- dese si a ffre tterà a fare altrettanto. La Banca d i F ran cia , seguirà essa codesti esem pi? Data l’ abbon­ danza di capitale che v i è a P a rig i — lo sconto fu o ri banca è facile a 1 7 |8 per cento — un rialzo dello sconto officiale non avrebbe alcuna ragione di essere. Non essendo punto g iu stifica to della s itu a ­ zione fin a n z ia ria , ma unicam ente dalla situazione m onetaria, questa m isura dovendo avere per effetto di lim ita re le domande d i oro e non l ’ im portanza degli sconti chiesti alla Banca, questa m isura diciam o non produrrebbe che un aum ento assai debole d e l prezzo del danaro sul m ercato libe ro e una lieve ristrettezza nel mercato del denaro, non q u in d i il ribasso dei cam bi s u ll’estero. La m isura, secondo tutte le prob a bilità, sarebbe inefficace.

Da sei settim ane la Banca di F rancia ha succes­ sivam ente elevato il suo prezzo di vendita per l ’ oro in verghe dal 4 al 9 p e r m ille d i prem io, a quest’ u l­ tim o prezzo fin o ad oggi non sono state ritira te che te n u i somme, ma se in seguito a un nuovo ribasso del cam bio a N uova Y o rk le dom ande diventassero più fo rti e fre q u e n ti, essa non esiterebbe senza dubbio a portare il suo prezzo di vendita a 41 o 12 per m ille d i p re m io . Ma il pericolo per la F ra n cia non sta n e ll’ esportazione delle verghe d ’o ro , operazione che la Banca può co n tro lla re , fa cilita re e d iffic o lta re se­ condo la situazione del m e rca to ; il pericolo è altrove e risiede soprattutto n e ll’ em igrazione dei pezzi da 20 fra n c h i a ll’ estero. Questo drenaggio ha luogo da qualche te m p o ; ma siccome non si possono esportare con u tile che delle m onete re la tiva m e n te pesanti quando il cam bio su L o n d ra è a 2 5 ,4 0 , questa a operazione non poteva farsi che sopra una p ic ­ cola scala.

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suo oro. E dove è i l rim e d io a questa situazione?... » L o s critto re di questa nota, la quale rifle tte eviden­ temente le preoccupazioni d e ll’ alta banca francese, non trova giusto che 1’ oro francese serva a pagare g li affari che g li ing le si e i tedeschi fanno sui tito li fe rro v ia ri e a ltri degli S tati U n iti. Considera I’ ipo­ tesi che la F ran cia a m otivo del suo raccolto in ­ sufficiente dovesse fare forti im p orta zion i di cereali e in tal caso troverebbe giusto che la Banca di F ra n cia in te rv e n is se ; ma non am m ette che essa debba v e n ire in a iu to alla Banca d’ ln g h ilte ra . A nzi costringendo quest’ u ltim a a fo rn ire l’ oro necessa­ rio al m ercato inglese, lo scritto re pensa che sarebbe un mezzo per in d u rre l ’ In g h ilte rra , dopo qualche tempo e se occorre dopo qualche crisi m onetaria, a piegarsi al b im e ta llism o . Il lettore capisce quali conseguenze ne tragga lo scritto re francese, ma co n ­ v e rrà certo con noi, che la questione portata su questo terre no viene spostata e presenta tro pp i p u n ti d i d ib a ttito perchè possiamo in siste rvi a questo posto.

— A bb ia m o altra volta accennato a ll’ idea che era sorta nel governo inglese di radunare una confe­ renza internazionale per ven ire a un accordo sui p rem i che a lc u n i S tati accordano a ll’ esportazione dello zucchero. E ciò perchè da quei prem i l ’ in d u ­ stria inglese della raffinazione è tanto danneggiata che la ra ffin e ria b rita n n ic a una volta fiorente è oggi in piena decadenza. Essa non può, infa tti, fa r con­ correnza ai p ro d o tti tedeschi e francesi perchè go­ dono d i u n p rem io o fficiale in Germ ania, masche­ rato in F ra n cia . Il prem io tedesco è ’ di circa 8 fra n ch i per cento c h ilo g ra m m i, il prem io fra n ­ cese è va ria b ile secondo che il produttore è p iù o meno abile, perchè è proporzionale alla differenza che v i è tra lo zucchero realm ente ottenuto e la quantità im p o n ib ile . Questa differenza varia dal 30 al 60 per cento. P er tal modo se un fabbricante francese ottiene, come term ine m edio il 45 per cento di zucchero, senza che sia aggravato di im poste e fabbrica 2000 tonnellate, può versare sul m e r­ cato francese 9 0 0 tonnellate di zucchero esenti da im posta e rappresentanti una somma di 430 ,0 00 fra n c h i, purch é possa esportarne 110 0 10011611816. I l prem io può dunque essere considerato come o scil­ lante in to rn o a 20 fra nchi.

O r bene i ra ffin a to ri inglesi non possono soste­ nere questa lotta ineguale. D ’ onde la ragione della conferenza che il governo inglese propouesi di con­ vocare. Ma la diplom azia, lo si sa troppo bene, va per le lun g he e inta nto g li operai addetti alle ra ffin e ­ rie si vedono m ancare il lavoro o scemare il salario. Questo stato d i cose ha provocato una m anife­ stazione degli operai ra ffin a to ri ing le si negli scorsi g io rn i. La riu n io n e di H yd e P a rk ha naturalm ente in v e ito contro la legislazione straniera s u g li zuccheri ed ha m inacciato i paesi che hanno i fo rti prem i alla esportazione d i chiudere le porte in faccia allo zucchero estero. È d iffic ile che il governo in ­ glese prenda delle m is u re p ro ib itiv e , ma il meeting di H yd e P ark g li se rvirà per insistere presso i go­ v e rn i esteri ad a ffre ttare la loro adesione a un ac­ cordo internazionale. Il d iffic ile sta però nel tro va re ¡ te rm in i d e ll’ accordo, quantunque l ’ interesse fin a n - zia rii degli Stati che concedono i p rem i, venga n a ­ turalm ente in a iu to ai ra ffin a to ri inglesi.

Il movimento dei metalli preziosi nel Io semestre 1887

Da una recente pubblicazione fatta dal M inistero di a g rico ltu ra e com m ercio si rile v a che duraute il p rim o semestre d e ll’ anno in corso il m ovim ento di im portazione c di esportazione dei m etalli preziosi è stato com plessivam ente per l ’ Ita lia di L . 1 7 2 ,1 9 1 ,3 5 8 delle queli 6 7 ,4 6 1 ,4 5 2 appartengono alla im p o rta ­ zione, e 1 04 ,7 2 9 ,9 0 6 alla esportazione.

Questi re sultati si suddividono come segue.

Im portazione Esportazione

Oro . . L. 4,207,338 Oro . . L. 20,873,604 Argento. » 63,234,114 A rgento. » 83,856,302 Totale . L. 67.461,452 Totale . L. 104,729,906 Secondo questi re sultati la eccedenza della espor­ tazione sulla im portazione dei m e ta lli preziosi sarebbe stata nel 1° semestre 1887 d i L . 3 7 ,2 6 8 ,4 5 4 , e que­ sta eccedenza è costituita per L . 1 6 ,6 6 6 ,2 6 6 in più nella esportazione d e ll’ oro e per L . 2 0 ,6 0 2 ,1 8 8 in quella d e ll’ argento.

La m aggior parte del nostro m ovim ento dei me­ ta lli preziosi viene effettuata con la F ran cia , la quale nel semestre in v iò in Italia 5 4 m ilio n i e mezzo di m e ta lli preziosi, m entre dal nostro paese ne vennero là spediti da circa 6 1 m ilio n i ; l’ Im pero A u s tro -U n ­ garico ne spedì 5 e mezzo e ne ricevè 2 e un q ua rto ; la G erm ania ne in v iò poco p iù di tre m i­ lio n i e ne im p o rtò tre e tre q u a r ti; la Svizzera ne rice vè da noi 22 m ilio n i e un terzo rim andandocene soltanto appena u n o ; l ’ In g h ilte rra ha ric e vu to da noi circa due m ilio n i e mezzo e non ci ha rim a n ­ dato che poco più di 4 m ila lire e il Belgio fin a l­ mente ha ritira to da noi qualche cosa più di un m i­ lione contro L . 3 ,8 3 3 spedite in Italia.

F ra i paesi fu o ri d’ E uropa, l ’ E gitto e l ’ India I n ­ glese sono q u e lli che hanno avuto m aggior parte nel m ovim ento di m e ta lli preziosi con l'Ita lia , l’ E gitto ne ha ric e v u ti da noi 6 m ilio n i e tre q u a rti e non ne ha m andati che 3 e 3 /4 e l’ India ne ha im p o r­ tati da noi circa due m ilio n i invia nd oci soltanto 668 m ila lire .

Rivista Finanziaria

La r ifo r m a delle fin a n z e in P ru s sia .Le

e n tra te e le spese n e l p rim o sem e stre del­ l ’anno fin a n z ia r io in Russia e in In g h ilte rra .

N o tiz ie diverse.

(9)

9 ottobre 1887 L’ E C O N O M I S T A 657 Questa situazione delle finanze prussiane ha r i ­

chiam ata l ’ attenzione di uno scritto re assai reputato, il p ro f. G. Schanz di W iirz b u rg al quale g li s tu ­ diosi vanno d eb ito ri di un eccellente riv is te in tito ­ lata Finanz-Archiv. E g li nel p rim o volum e di que­ sta pubblicazionesi fa a considerare la situazione del bila n cio prussiano e a p rop o rre dei rim e d i.

Il prof. Schanz nota come in questi u ltim i dieci anni le spese di am m inistrazione hanno aum entato di 30 m il. di m a rchi, in seguito a ll'a u m e n to del num ero delle pensioni e dei bisogni sempre m aggiori d e ll’ is tru ­ zione pubblica. Le con tribu zion i m a tric o la ri per la finanza im p eriale e il rim b o rso ( aversum) p e r le do­ gane e le imposto in d ire tte sono com plessivam ente ra d ­ d oppiate: 90 m il. invece di 40. So le entrate patrim o­ n ia li hanno progredito non si può d ire lo stesso delle im poste. I l prodotto delle im poste in d ire tte , in fa tti, che sono rim aste alla Prussia (b o llo , successioni, pedaggi, spese di giustizia) e che sono state rim a ­ neggiate è di 96 m ilio n i contro 9 3 dieci a nn i fa, ma il prodotto netto è di 69 m ilio n i invece di 71. Quanto alle im poste in d ire tte esse danno 1 42 m ilio n i come prodotto netto contro 143 nel 1878, 132 nel 1880, 136 nel 1 882. L ’ imposta fondiaria è rim asta quasi in v a ria b ile a 40 m ilio n i, l ’ imposta sui fa b b ri­ ca li aum entò e dà ora 30 m ilio n i; l ’ imposta di classe e quella sul re dd ito (Classen. teuer e Einkommen- steuer) diedero un m in o r provento in seguito agli sgravi, 60 m ilio n i invece di 7 2 m ilio n i. Da tre anni poi la Prussia ha concesso ai suoi com uni una quota parte dei p rove nti dei dazi doganali sui cereali e sul bestiame che si com m isura a 18 m ilio n i. Sono queste d im in u zio n i che hanno generato il disavanzo. Come farlo scom parire ? Non certam ente con la rifo rm a d e ll’ imposta d iretta perchè il contribuente prussiano è schiacciato dai centesim i addizionali che ra g g iu n ­ gono talvolta i 6 0 0 e che in media sono da 135 a 150. Le tasse locali sono in fa tti assai elevate in Prussia, 6 m a rchi e 82 pfennige per abitante, m entre in B aviera am m ontano a 2 m a rchi 53. La via p iù comoda sarebbe quella di ric o rre re al- l’ Im pe ro , al detentore delle im poste in d ire tte se­ condo l’ espressione del p rin cip e di B ism arck. La Prussia ha bisogno per far fronte alle n uo ve spese dì 4 0 a 50 m ilio n i, e anche di p iù se vu o l venire in aiuto ai com uni.

I l prof. Schanz indica un altra via alla Prussia : rim aneggiare l’ imposta sulle successioni che g iitta 60 m ilio n i e dom andargliene 23 di p iù , sopprim ere la parte concessa ai com uni sui p ro ve n ti doganali, co­ stringere questi a rito rn a re alle im poste in d ire tte , alle quali hanno rin u n c ia to dal 1 87 3 in poi, e tas­ sare la b irra e l’ alcool, in modo da avere 50 m i­ lio n i per l ’ insegnam ento p rim a rio e secondario. È il program m a di uno studioso e per di p iù d i un tedesco del Sud il quale trova che l’ im p ero non è stato creato per tra rre la Prussia dai suoi im barazzi fina nzia ri e teme g li Stati d e ll’ im pero germ anico, la cui finanza è ancora in buona condizione, siano in ­ dotti a sciupare, in vista d e ll’ aiuto che potrebbe re ­ care lo ro , l’ im p e ro . E in ciò ha m ille ra g io n i, per­ chè creato un precedente solo è im p ossibile im p e ­ d ire che si ripeta.

— Secondo le statistiche pubblicate dal M in iste ro delle finanze russe, le entrate o rd in a rie del Tesoro sul semestre dal 1° gennaio al 30 g iu g n o 1887 am m ontano a 3 1 6 ,7 9 3 ,9 4 7 ru b li e presentano in confronto a quelle della stessa epoca del 1 8 8 6 u n

aum ento di 2 6 ,5 8 9 ,6 4 4 ru b li. A ggiungendo alla cifra pel 1887 le entrate stra o rd in a rie e q uelle effettuate per conto dei b ila n ci fu tu ri si ottiene per i sei p rim i mesi del 1887 un totale di 3 3 8 ,0 6 4 ,4 3 6 ru b li co n ­ tro 5 0 8 ,5 2 2 ,2 3 8 ru b li nel periodo corrispondente del 1 886, ossia un aumento complessivo di 2 9 ,5 4 2 ,1 9 8 r u b li.

Quanto alle spese esse am m ontarono fino al 1° lu ­ g lio a 3 3 9 ,5 8 1 ,6 1 8 ru b li cioè a 2 ,0 2 8 ,5 1 6 ru b li in meno rispetto al 1886. Questa differenza deriva da m in o ri spese di am m inistrazione, m entre il servizio del debito pubblico esigette qua ttro m ilio n i d i m a g ­ g io re spesa.

I ris u lta ti del p rim o semestre rive lan o adunque u n disavanzo di quasi 22 m ilio n i di ru b li che p ro ­ babilm ente anziché essere e lim ina to dal semestre successivo, v e rrà aggravato.

— P e r con trario il provento delle entrate in I n ­ g h ilte rra nei p rim i sei mesi d e ll’ esercizio com inciato il 1° a prile scorso sono soddisfacienti perchè 1* au­ mento è di lire sterline 2 3 ,9 7 7 a paragone del periodo corrispondente d e ll’ esercizio anteriore. V i sono però d im in u zio n i n otevoli nelle entrate doga­ nali e n eg li interessi sulle anticipazioni ma si notano anche aum enti im p o rta n ti nei p rove nti d e l­ l ’ accisa, in q u e lli postali e telegrafici e nei d ir itti d i bollo (stampa). Nel trim e s tre 1° a p rile —50 g iu ­ gno le entrate ascesero a 1 9 ,8 1 0 ,2 9 0 ste rlin e c o n ­ tro 2 0 ,1 8 3 ,7 3 7 nel periodo corrispondente del 1886 nel trim e stre 1° lu g lio 30 settem bre fu ro n o invece d i 1 7 ,8 6 6 ,9 8 6 contro 1 7 ,4 6 4 ,5 6 3 ; l’ aum ento r i­ guarda adunque g li u ltim i mesi del periodo che con­ sideriam o.

II p ospetto che pubblica il Tesoro inglese non perm ette i c on fron ti re lativam ente alle spese. R ile ­ v ia m o soltanto che sul fondo consolidato furono pre­ levate sino al 3 0 settem bre 1 1 ,7 0 4 ,7 5 2 st. e p e r i v a ri a ltri servizi furon o spesi 1 4 ,3 2 8 ,1 9 9 .

E vale la pena di notare la so lle citu d in e con la quale vengono pubblicati d a ll’ am m inistrazione inglese i dati re la tiv i alle riscossioni, poiché i g io rn a li in ­ glesi del 1° ottobre li poterono p ub blicare e com ­ m entare.

— D al ra pp o rto mensile del segretario del Tesoro am ericano si rile v a che i l d : Sito p u b b lico degli Stati U n iti è d im in n ito nel settem bre di 1 4 ,2 4 7 ,9 6 9 d o lla ri e che T am m ontare della cassa del Tesoro era al 1° ottobre di 4 7 8 ,8 9 6 ,8 1 2 d o lla ri.

— Il governo serbo, dopo aver o ttenuto dai ca­ p ita lis ti e dagli sta b ilim e n ti fina nzia ri francesi il possente concorso che 1’ hanno aiutato a rialzare il suo credito, cerca ora a in d iriz z a rsi d i preferenza per le sue operazioni fin a n z ia rie , al ca p ita li tedeschi. Si annuncia in fa tti che sono aperti dei negoziati in G erm ania per em ettere un prestito serbo di 244 m i­ lio n i di fra n c h i.

LA PRODUZIONE DELLO ZUCCHERO IN RUSSIA

(10)

Apparisce anzi che la produzione e l ’ ingom bro del m ercato aum entarono nelle stesse precedenti proporzioni. F u ro n o esportati circa 6 m ilio n i di pud, di cui circa 2 1|2 da Odessa. Ciò nonostante, e ad onta dei dazi di im portazione, i magazzini continuano ad esser pieni di merce, e l ’ Italia su cui si fonda­ vano le m a gg iori speranze per l ’ esportazione, non corrispose ai desideri dei p ro d u tto ri, inquanto che questi avevano tanto sopraccaricato le piazze italiane, della lo ro m erce, che alla fine dèi 1885 i prezzi dello zucchero rosso v i erano d im in u iti in modo da rendere im possibile qualunque contrattazione.

P er e vita re m aggiori danni il G overno russo pensò di prorogare i l term ine dei prem i per l’ esportazione fino al giugno 1 8 8 6 . L ’ In g h ilte rra surrogò l ’ Italia, e dal p rin c ip io d e ll’ anno fino alla fine d e ll’ epoca in cui l’ esportazione era ammessa al prem io, la mas­ sima parte del prodotto si diresse là, poiché i prezzi del m ercato (r u b li 3 ,9 0 a 3 ,8 5 per pud) erano fa­ vo re v o li. Percorso il term ine suddetto i prezzi disce­ sero a ru b li 3 ,6 5 per pud, e la campagna del 1886 si presentava con uno stra o rd in a rio raccolto d i bar­ babietole, il quale doveva tra r seco un eccesso di produzione e un u lte rio re ribasso di prezzi.

1 p ro d u tto ri riconobbero allora la necessità d i l i ­ m itare la produzione, ma non essendosi potuti a c­ cordare tra loro, rico rse ro al G overno perchè si introm ettesse in questa questione, e lo prega­ rono di lim ita re per legge la produzione a 1 7 -1 9 m ilio n i di pud per anno. La proposta però, non ostante l’ appoggio del m in istro delle finanze e l ’ ap­ provazione del C onsiglio d ell’ im pero, fu respinta per il veto dello Czar.

Cosi tu tto rim ase nelle condizioni precedenti anzi si può d ire che la situazione sia peggiorata, perchè i prezzi essendo discesi da ru b li 3 ,9 5 a 3 ,25 i p ro ­ d u tto ri lavorano con perdita, e v i è da temere q u a l­ che catastrofe.

Si escogitarono v a ri espedienti per uscire d ’ im ­ paccio, e fra g li a ltri si è tentato quello di fa b b ri­ care uno zucchero g ia llo (cassomode) sulla base di 88 g rad i, il c u i costo in paragone del cris ta llin o bianco di 9 9 g rad i, è m inore di un ru b lo per pud.

In o ltre il melasso che contiene circa 4 8-50 per cento di m ateria zuccherina, e che fino ra si adope­ rava per la fabbricazione degli s p iriti, fu esportato in grande qua ntità, e le fabbriche di Genova ne fanno specialm ente n o te v o li acquisti.

In complesso, d urante il 1886, furono esportati da Odessa 2 ,5 1 7 ,6 3 0 pud di zucchero, che si rip a r­ tiscono cosi : I n g h i l t e r r a ... Pud 2,020,921 T u r c h i a ... » 185 ,6 90 Ita lia ... » 2 33,309 B u lg a r ia ... » 18,548 A u s tria -U n g h e ria . . . » 598 R u m e n ia ... » 16,555 C h in a ... » 12,685 W la d iw o s to k . . . . » 19,324 Totale 1 8 8 6 . . . P ud 2,5 17 -6 30 ld ; 188 5 . . . » 2 ,7 97 ,74 7 d im inu zio ne di 2 8 0 ,1 1 0 pud rappresenta un valore d i 1 1 ,4 3 5 ,7 0 0 ru b li.

CRONACA DELLE CA1IERE DI COMMERCIO

Camera di Commercio di Salerno.

— Nella se­ duta del 4 agosto la Camera dopo lunga discussione sulla pesca - nel golfo di Salerno - approvava le seguenti conclusioni contenute nella relazione della Com m issione incaricata di studiare e rife rire sulla questione:

Che, a conservare ed aum entare la pesca in questo golfo, ed a tutelare contem poraneam ente g li interessi della numerosa classe dei p overi pescatori di S alerno di Cetaro e degli a ltri C om uni della Costiera di A m a lfi, sia indispensabile di adottarsi parziali p ro v­ ve d im e n ti che da convenienze locali son re c la m a ti; e perciò, inviandosi ai Reali M in is tri di A g ric o ltu ra , ind u stria e C om m ercio e della M arina le petizioni dei padroni di paranze e dei m a rin a ri di Salerno, si faccia voto perchè al regolam ento rig ua rd an te la pesca m a rittim a , siano portate le seguenti m o d ifica ­ zioni :

1. ° Che la pesca a lungo trascico venga p er­ messa dal l . ° novem bre a fine marzo, restando as­ solutam ente vietata per g li a ltri mesi d e ll’ anuo.

2. ° Che la pesca con sciabica si perm etta per tutto l ’ anno.

3 . ° Che dal l. ° lu g lio a lu tto ottobre sia con­ sentita o ltre la pesca con sciàbica anche quella con tartanella.

4. ° E che da u ltim o siano emanati p ro v v e d i­ m e n ti di rig o re per la p iù esatta osservanza delle p re scrizion i di legge circa il d ivie to della pesca con d inam ite, alle quali di con tinu o si contravviene.

La Camera d ich ia ra che, provocando queste m o d i­ ficazioni al regolam ento, non fa che invocare in parte la rip ristin n zio n e dello antico sistema di pesca nel golfo d i Salerno, m ercè il quale la pesca medesim a, ben conservandosi, è stata sem pre abbondante e non se n’ è mai lam entata, come ora, la deficienza.

Camera di Commercio di Vicenza.

— N ella to r­ nata del 2 4 settem bre approvava il b ila n cio pre­ ve n tivo per il 188 8 nella complessiva somma di L . 2 4 ,2 3 7 ; deliberava di appoggiare la domanda della Camera di com m ercio di Bologna pertdiè sia acconsentito 1’ accesso alle stazioni fe rro via rie , con •l’ aggiunta che il rica va to dei b ig lie tti venga devo­

lu to a benefizio delia cassa pensioni degli im p ie g a ti; aderiva alla petizione della Camera d i com m ercio di C hiavenna tendente ad ottenere che nei n u o vi tra tta ti d i com m ercio resti ina lterato i l dazio s ta b i­ lito dalla nuova tariffa generale sulla b irra estera, nel senso che colla stipulazione dei n u o vi tra tta ti di com m ercio non sia accordato alle a ltre nazioni un trattam ento tale da rendere d iffìo ile l ’ u lte rio re in c re ­ mento delle fabbriche nazionali, e per u ltim o d e li­ berava d i m andare al M in iste ro dei la v o ri p u b ­ b lic i un telegram m a per protestare contro il pessimo servizio fe rro v ia rio e specialm ente contro i l rita rd o dei tre n i, e l ’ insufficienza del m ateriale.

Notizie.

— Camera di Commercio italiana a Co­ stantinopoli. — N e ll’ u ltim o b olle ttin o di questa ca­ mera abbiam o tro v a ti due p rog e tti che la medesima intende d i effettuare e che m e ritan o di essere ra m ­ m entati e lod a ti.

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