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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.704, 30 ottobre

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE INTERESSI PRIVATI

Anno XIV - Voi. XVIII

Domenica 30 Ottobre 1887

N. 704

CIRCOLAZIONE E BANCHE

(alla

N uova Antologia)

Troppo tardi! Così vorrem m o riepilogare una serie di osservazioni rivolte alla Nuova Antologia la quale nel Bollettino finanziario dell’ ultim o fasci colo finalm ente intraprende la esposizione del suo pensiero sull’ assetto bancario che sarebbe da deside­ rarsi p e r l’Italia. Lo scrittore del Bollettino, ricordando brani di relazioni e di discorsi dell’ on. M inghetti, dim ostra la che legge del 1874 non era, nella intenzione di chi la propose, una soluzione del problem a ban­ cario in Italia, ma un transitorio ordinam ento, fin­ ché durava il corso forzato, ordinam ento che lasciava libera ed im pregiudicata ogni questione di m assim a. A ggiunge poi lo stesso estensore del Bollettino che ha appoggiato il progetto Berti-M agliani, nè se ne duole, poiché fra le altre cose « accoglieva in se stesso i germ i di una evoluzione, i quali, dato u n terreno atto a riceverli, avrebbero potuto fruttare n a tu ra l­ m ente col tempo ed essere produttivi di utili effetti pel credito, per le B a n c h e , pel Governo e per il paese. » C rede però che ora le cose sieno cam biate p er m olti av v e n im e n ti, che con frasi ardite e n u ­ m era così : « A bbiam o avuto due crisi, delle quali una abbastanza form idabile ; la bilancia com m erciale in forte squilibrio p er la im portazione e la esporta­ zione; una forte esacerbazione nei cam bi esteri, riusciti pertinacem ente a noi sfavorevoli; tre anni di colera coatto e uno di libero colera ; il bilan­ cio non più equilibrato ; le condizioni finanziarie tornate diffìcilissim e; la situazione generale m oneta­ ria sem pre più intricata ed acerba ; e in cim a a tutto questo, o alla base, com e vuoisi m insieme di Istituti, diversi di origine, di attitudine, di procedimenti e di atti, e imo spettacolo da parte loro che in parecchi casi e in alcuni di maggior aumento che non è stato per certo edificante. »

E d ecco che in considerazione di tutto ciò ed anche delle modificazioni che le diverse leggi e de­ creti portarono alla circolazione dopo l’ abolizione del corso forzato, la Nuova Antologia dom anda una legge che regoli la em issione con criteri generali ed appropriati alle difficoltà sopraccennate e alle necessità che perm angono. E quali devono essere i criteri fondam entali della nuova legge? Ecco le te­ stuali parole dell’autorevole rivista rom ana : « Se « il passato ci ha costretto forzatam ente a subire, « com e m inor m ale, cose non d ’accordo con le idee e « i propositi che sappiam o di aver com uni con « m olti altri ; ora che la opportunità e le gravi

« angustie nelle quali ci troviam o ci spìngono a « venire ad un indirizzo che sia più confaciente ai « bisogni e ai generali interessi, qualunque r i- « tegno sarebbe una colpa. P oiché il paese è stato « dotato di u na nuova legge sul credito fondiario, « che, per quanto nella pratica abbia rilevato gravi « difetti, p u re ha anche i suoi p re g i; ora che'esso « sta per provare gli effetti del nuovo ordinam ento « del credito agrario, si avvicina il tem po che il « grande e salutare principio della distribuzione del la- « voro abbia un valore pratico anche in Italia. Q uindi « noi, in quanto all’avvenire e al futuro ordinam ento « bancario, non am m ettiam o più alcuna teoria di ri- « spetti um ani e dom andiam o fin d’ora che ciascuna « Banca prenda il posto che è indicato innanzi tutto « dall’ interesse generale, poi dalle tradizioni, dalla <r posizione acquistata e dall’ attitudine ad esercitare « piuttosto I’ una funzione che l’ altra. »

Questo il program m a netto, forse anche m inac­ cioso, certo molto concludente della Nuova Anto­ logia; e 1’ Economista, che da molti anni sostiene queste idee, VEconomista che ha ripetutam ente r i­ levata la gravità della situazione e lo spettacolo non edificante che presentano le B anche di em issione italiane nei casi di m aggior m om ento, {’Economista sottoscrive a due m ani alle parole della Nuova An­ tologia, parole che, sebbene in apparenza vaghe, sono però troppo trasparenti perchè abbiano bisogno di essere tradotte in volgare.

Se non che dobbiam o anche dire, ce lo perm etta la Nuova Antologia, che essa colla nuova linea di condotta, che ha com inciato a seguire fino da quando chiam ò « anarchia bancaria » lo stato attuale delle cose, aggiunge un errore agli erro ri precedenti.

Q uando 1’ Economista — notisi bene l’Economista dei dottrinari — di fronte alla babele creata dalla legge 1874 e peggiorata colla abolizione del corso forzato e collo sviluppo che presero le banche m i­ nori, sostenne la teoria della B anca unica di em is­ sione, non trovò appoggio in alcuno. E d era tem po allora di svelare tutti i difetti della p lu ra lità ,e ra tempo allora di rilevare il pericolo che poteva derivare dall’ increm ento del Banco di Napoli e delle altre B a n c h e ; era tem po allora di illum inare il paese e fargli com prendere tutto il vantaggio che il credito, le B an ch e, il G overno potevano ricavare dalla co­ stituzione di un grande e forte Istituto. — L a cam ­ pagna da noi iniziata in questo senso, se avesse unite tutte le forze che avevano m otivi p e r rag­ giungere Io stesso obbiettivo, avrebbe potuto forse condurre a buoni risultati.

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Nuova Antologia ? — Non già subirono la legge del 1874, ma coi fatti e cogli scritti fecero opera faticosa e costante affinchè nella via che tracciava la legge 187 4 si andasse fino in fondo, affinchè la pluralità dello Banche, che poteva essere un ordina­ m ento .transitorio, doventasse stabile e radicato. Ed oggi che tardam ente veggono tutto il male che hanno fatto, dom andano che si torni indietro'dalla lunga via, e che si distrugga il cespuglio che è diventato fo­ resta m ercè le loro cure.

Non abbiam o che una sola risposta. Troppo tardi! Oggi se è possibile far qualche cosa in mezzo al disordine che ci guida, ed in mezzo al continuo a b ­ bandono dei principii fondam entali che debbono reggere la circolazione, oggi non si può che u n ir le forze di tutti affinchè la nuova legge che sarà pre­ sentala, non peggiori, com e già è m inacciato, la situa­ zione creata dalla legge del 4874. E se la Nuova Antologia si lascierà trasportare dal dolore di essere costretta a raccogliere la tem pesta prodotta dal vento che ha contribuito a se m in a re , ci perm etta di dirlo, com m etterà un nuovo errore.

S venturatam ente nelle cose econom iche l’indirizzo odierno è tale che coloro i quali le osservano da un punto di vista che esclude le esigenze parla­ m entari (le quali poi non sono altra cosa che il de­ siderio di conservare la posizione politica) debbono accontentarsi di pretendere che non sia fatto il m ale, essendo soverchio esigere il bene. E del m ale cogli espedienti se ne fa ogni giorno.

S e ne fa quando la Banca m aggiore non esercita che a sbalzi indefinibili il rispetto ai suoi diritti; se n e fa quando alla astuzia di saper cogliere il m o­ m ento opportuno p er m uover lai, non contrappone 1’ astuzia, di non provocarli ; se ne fa quando il G overno per bocca dell’ on. E llena prom ette ai co­ stru tto ri rom ani che interverrà a regolare lo sconto e dispensare i m ilioni.... degli altri.

T utto questo, ed altro ancora che carità di patria ci consiglia a tacere, dim ostra però che orm ai l’am ­ biente nel quale deve nascere e m aturarsi il nuovo progetto di legge per le Banche di em issione, è troppo guasto dalle nuove teorie perchè possano gli uom ini di governo « resistere all’onda crescente degli in teressi individuali pei quali si dovrebbe andare innanzi con artifizi nuovi, peggiori dei vecchi, sino al punto di ottenere a benefizio di pochi, ancor quello che è il prim o e il più essenziale diritto dei pri­ vati » com e v iv a m en te, alzando qualche velo che copre le attuali elaborazioni, dice la Nuova Anto­ logia.

O ra è troppo tardi per chiedere che la em issione sia regolata secondo gli interessi generali, è troppo ta rd i per far breccia dim ostrando tutta la stranezza di un sistem a che condanna l’Italia ad avere sette specie di biglietti ciascuno di diversa potenza d’ acquisto, ad avere sei Istituti di credito di cui ciascuno, nei m om enti critici, distrugge l’opera dell’a ltro ; ad avere u n ordinam ento nel quale le Banche maggiori sono sem pre esposte a se m b ra r feroci perchè, m uovendosi nel cam po del loro diritto e dei loro interessi, urtano le B anche m inori, alcune delle quali possono essere im prudenti quanto vogliono perchè sanno che al m o­ m ento dato alzeranno lam enti, e desteranno com pas­ sione ed avranno sem pre aiuto contro il colosso, an­ che se sono nel torto.

Ciò che prem e oggi, a nostro avviso, è ottenere colla nuova legge tre cose essenziali: la prim a che

sia impedito allo Stato di intervenire a sostenere quelle Banche che non h a n n o , non possono o non vogliono ordinarsi in modo da poter v iv e r da se ; quando per effetto della legge non possono soddis­ fare ai loro obblighi, si ritirino dal campo, m a non obblighino lo Stato ad un intervento che non è mai gratuito e non è quasi mai senza pericolo ;

la seconda — ed in ciò ci uniam o alla Perse­ veranza — che non si aum enti la circolazione in nes­ suna guisa, tranne quella coperta da piena riserva o com e vieu chiam ata im produttiva ;

la terza che, se si m antengano i sei Istituti, vi sia però chi ne guidi l’opera con unità di concetto, specie nei rapporti coll’ estero, e non si assista più ai poco edificanti spettacoli che ci presentarono al­ cuni istituti nella prim a m età dell’ anno corrente.

IL TRAFORO DEL SEMPIONE

Dopo il traforo del G ottardo sarebbe venuta la volta del Sem pione e ciò senza sc ap ito , s’ intende, del Monte Bianco o del S. Bernardo. Intanto, a sentire gli uni il traforo del Sem pione non sarebbe più che una questione di tempo, essendosi ornai trovati i denari necessari al com pim ento di quella intrapresa, a sentire gli altri tutto sarebbe subordi­ nato al concorso dell’ Italia nella s p e s a , concorso che presentem ente non si avrebbe veruna inten­ zione di accordare.

Noi, lo diciam o candidam ente, ignoriam o da che p arte sia precisam ente la verità, ma propendiam o a credere che il contributo della finanza italiana — si tratti di l o o di 5 milioni poco im p o r ta — è una condizione sine qua non all’attuazione del progetto di traforo del Sem pione. E q u and’ anche nessun’ altra ragione vi fosse, questa del concorso del nostro paese è più che sufficiente, ne pare, perchè 1’ argo­ m ento sia esam inato dalla stam pa prim a che qual­ che cosa di definitivo venga stabilito. Ma a vero d ire non si tratta solo della spesa di qualche diecina di m ilioni, il che pure nella condizione del nostro bilancio è un punto che va attentam ente e scrupo­ losam ente considerato ; è bensì il lato economico, com m erciale dell’ im presa che dovrebbe essere stu­ diato nei riguardi collo stato odierno dei nostri com­ m erci e dei mezzi di com unicazione che già l’ Italia possiede.

Il nuovo valico verrebbe a trovarsi tra il Monce- nisio e il G ottardo, e come è noto in vicinanza più all’ ultim o che al prim o. Esso servirebbe a congiun­ gere la ferrovia svizzera che va sino a B rieg con la linea D om odossola-A rona-M ilano, quando fosse costruito il tratto A rona-D om odossola, e con l’altra Domodossola—G ozzano-M ilano. Sicché le linee di accesso al Sem pione sul territorio italiano sarebbero due, una delle quali è in costruzione, l’ altra do­ vrebbe essere votata assiem e al concorso pel traforo del Sem pione e si tratterebbe di 17 chilom etri.

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30 ottobre 1887 L’ E C O N O M I S T A 699 S em pione? Quello da prendersi ai due valichi attuali

del Moncenisio e del San G ottardo, perchè la nuova traversata è centrale ìd rapporto alle due ora esi­

stenti nella regione occidentale delle Alpi. È ben difficile di determ inare una zona di traffico, in q u an - toehè la corrente dei viaggiatori ed anche delle m erci non si forma punto secondo la regola asso­ luta della distanza più breve o del m inor prezzo, ma talvolta in seguito a considerazioni accessorie com e la regolarità del servizio, le facilitazioni do­ ganali e simili.

N ondim eno, quanto al Sem pione, il traffico di Parigi—M ilano e di Bologna-Piacenza fgli apparterrà perchè in quelle due direzioni le distanze virtuali per la nuova linea saranno inferiori a quelle del M oncenisio e del San G ottardo. Q uanto ai trasporti nelle altre direzioni, Basilea-G enova, B asilea-M ilano, B elfort-M ilano essi non appartengono al Sem pione che sarebbe un percorso più lungo. P er a ttrarre sulla linea nuova una parte di quel traffico oggi appartenente al San G ottardo bisogna che il pro­ lungam ento, del resto poco im portante *), sia com­ pensato da facilità di trasporto e da un tracciato vantaggioso che perm etta un aum ento di velocità e di riduzione di tariffe.

In conclusione pel traffico essenzialm ente fran­ cese il Sem pione farà una concorrenza vittoriosa al Moncenisio. P er il traffico francese, inglese, belga, tedesco, ece., acquisito oggi dal San G ottardo una parte ne sarà deviata se il tragitto si fa senza tra ­ sbordi, senza cam biam enti di v ettu re, se il tracciato non è troppo accidentato e se inoltre, m ediante un esercizio facile, il Sem pione può in 'ra p re n d ere una lotta di tariffe nella quale il San Gottardo a cagione delle sue spese di esercizio assai elevate, avrà fa­ tica a seguirlo. »

I lettori hanno dunque com preso ; il nuovo va­ lico alpino non potrebbe non so ttra rre del m ovim ento agli altri due, fra i quali verrebbe a trovarsi. Ora deve notarsi che tanto il M oncenisio quanto il San G ottardo costarono all’ Italia non poche diecine di m ilioni. E certo fu opera saggia e feconda di buoni risultati 1’ ap rire dirette e facili com unicazioni sia a Nord che ad O vest e si può anche dire che fu opera necessaria. Ma un nuovo valico è oggi necessario al­ l’Italia? Sotto ogni aspetto non lo crediam o, e vediam o con piacere che anche alcuni giornali italiani e stra­ nieri, il Corriere della Sera, e il Journal des tran- sports a ragion d’esempio, non approvano questa nuova traversata delle Alpi.

L ’ argom ento della m inor distanza tra due o più centri com m erciali che verrebbe ad ottenersi con un nuovo valico alpino ha oggi un valore molto relativo. In m ateria ferroviaria, m eno ancora che in tante altre cose, non bisogna ferm arsi alla superficie della questione e basta a d d e n tr a r v i anche poco per ved ere quale influenza esercitano delle m inim e d if­ ferenze di tariffa. Ammesso pure che il Sem pione accorci la strada tra Parigi e Milano e qualche al­ tra, resta a vedersi se, senza nuovi trafori, con linee di raccordam ento e dim inuzione di tariffe non sia possibile raggiungere lo scopo di attirare sull’ Italia nuove correnti com m erciali. Come ben osserva il

*) L a lunghezza virtuale da Belfort a Milano è di 612 chilometri per il Gottardo e di 634 pel Sem­ pione e Arona. E ra Basilea e Milano le cifre sono rispettivamente 527 e 603 chilometri.

Corriere, Marsiglia fa ancora concorrenza a Genova su molti punti che distano da quella cento, cento­ cinquanta e persino duecento chilom etri più che da Genova.

Ma v ’ha di più. Si dice che il Gottardo, se non è di g ià , diventerà in breve insufficiente al m ovim ento delle m erci, d’onde la necessità di aprire un nuovo va­ lico. Ma anzitutto siamo e sarem o per qualche tem po ben lungi dall’insufficienza di cui si parla con evi­ dente esagerazione. E a questo proposito, devesi anche ten er conto dei lagni, che non datano da oggi, del com m ercio francese eirca ai danni che il San Got­ tardo reca a Marsiglia. Senza indagare quanto vi sia di vero in quelle lagnanze, sta il fatto che in F rancia si pensa a neutralizzare, per quanto é possibile, l’ in­ fluenza del traforo del G ottardo. Tanto è vero che il m inistro del com m ercio in F rancia fece studiare la questione da un nolo pubblicista francese, il sig. Edm ondo T héry . E questi nel suo rapporto di­ chiara che la linea del G ottardo ha avuti i risul­ tali che se ne attendevano, perchè è la via più corta e più economica tra i paesi bagnati dal M ar del N ord e il. bacino del M editerraneo. P er il G ottardo, egli nota, si guadagnano 76 chilom etri da A nversa a Genova sulla linea A nversa-P arigi-M arsiglia. E il sig. T h éry per soddisfare all’ incarico affidatogli dal m inistro propone di costruire una linea che staccan­ dosi a Digione dalla P a ris-L y o n -M é d itè rra n é e si di­ riga a Bruxelles toccando Bar-sur-Aube, Rocroi e Char- leroi. M ediante questa nuova linea, che il sig. T héry chiam a di congiunzione, le m erci spedite da A nversa per Marsiglia avrebbero a p ercorrere u na m inore distanza di 186 chilom etri, m entre pel G ottardo la m inore distanza è di 76 chilom etri; — la linea di con­ giunzione avrebbe dunque sul G ottardo u n vantag­ gio di 110 chilom etri. Q uesta nuova linea inoltre m etterebbe M arsiglia in com unicazione diretta con l’ Inghilterra p er D unkerque e la percorrenza sa­ rebbe accorciata di 9 5 chilom etri rispetto alla via attuale del G ottardo.

Diamo questi calcoli, com e li espone il sig. T héry, senza indagare quanto sieno fondati, e ciò perchè quello che a noi interessa non è tanto di far notare la im portanza della linea proposta e i danni che eventualm ente potrebbero derivarne all’Italia, quanto di richiam are l’ attenzione del lettore sugli studi che la F rancia fa p er m antenere e possibilm ente accre­ scere il m ovim ento e l’ im portanza di M arsiglia, a danno s’ intende di Genova e del G ottardo. Dobbiamo noi in tali condizioni accettare di contrib u ire nel traforo del Sem pione, per concorrere anche a stor­ n are dalla hnea del G ottardo parte del m ovim ento eh’ essa ora possiede ?

Non crediam o sia davvero opera saggia il farlo. Certo dal punto di vista delle relazioni internazionali sarebbe bene che si ottenesse, la m assim a rapidità e facilità nelle com unicazioni. Ma se pensiam o un solo istante alla politica doganale contem poranea, all’ in ­ fierire del protezionismo che ci m inaccia giorni ben tristi, bisogna quasi dubitare dell’ utilità non solo dei nuovi valichi, ma anche di quelli già esistenti. Non è quando si cerca con m alaugurate riform e doganali di rendere sem pre m eno cospicue le relazioni com -* m erciali tra paese e paese, che può ragionevolm ente chiedersi sia aperta una nuova porta al confine per poi difficoltarne il transito.

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l’ E uropa, com pletando così, a norm a dei bisogni odierni, i suoi sbocchi ferroviari alpini. Per trarn e tutto il vantaggio possibile possiamo am m ettere che sia ancora necessaria qualche linea di raccordam ento, m a quanto a nuovi v a lic h i, — si tratti del Sem - pione, o dello Spluga o d’ altro, — ragioni econo­ m iche e finanziarie di molto rilievo sconsigliano dall’ appoggiare le varie proposte che sono state fatte in questi ultim i tempi.

E questo, alm eno finché la loro utilità e neces­ sità non sia veram ente dim ostrata.

IL

*3

E U V E IG -IR A J Z I O U S n E

Si annunziò già che l’on. Crispi si proponeva di creare al M inistero dell’Interno uno speciale ufficio p e r la em ig razio n e, e questo bastò perchè la stam pa tor­ nasse ad occuparsi dello im portante problem a. Nè sarem o certo noi a lagnarcene, noi che fino dai primi tem pi in cui il nostro periodico venne fondato toccam m o di tale argom ento e tenem m o dietro alle varie fasi che la questione ebbe a subire. E ci af­ frettiam o anche a dichiarare c h e , a nostro avviso, sono state dette delle cose sensate, le quali, se non avevano sem pre il pregio della novità , appartene­ vano alla categoria di quelle verità che giova ri­ petere.

S olam ente ci è parso che non sem pre si sia ab­ bastanza distinto fra em igrazione e em igrazione, come pure si sia ecceduto nel levare a cielo' l’idea di sta­ bilire quello speciale ufficio della em igrazione, a cui abbiam o accennato. Ci sia perm esso dire brevem ente le ragioni dei nostri convincim enti.

L’em igrazione è un b e n e ? — L ’em igrazione è un m a l e ? — Ci ricordiam o che u na volta un deputato invitò il Conte di C avour a d ire se approvava o no una certa proposta. Il grande m inistro com inciava a parlare, e l’altro lo interrom peva, reclam ando un sì o un no chiaro e tondo. « Ma insom m a, ribattè C avour, nessuno può obbligarm i a rispondere con un m o n o ­ sillabo. » — « Si licet parva componere magnis » è proprio il caso nostro. E noi non vogliamo parlare della em igrazione in generale so lta n to , ma anche della em igrazione nostra.

Q uanto alla em igrazione in generale, essa rap p re­ senta il bisogno della razza um ana di espandersi, com e prova la storia. E quando la popolazione è troppo densa e m anca sufficiente lavoro per tutti, n o n vi ha dubbio che la em igrazione di parte della popolazione sia u n benefizio p er quelli che restano e possa esserlo p e r quelli che partono, se avvenga in modo ragionevole. A ltrim enti una delle d u e : o g li em igranti andranno a stentare e m orire in terre lontane, o torneranno in patria, e le cose andranno peggio di prim a,

Ma lasciam o queste generalità e veniam o alla em i­ grazione nostra. V i è prim a di tutto u na em igra­ zione periodica, quella cioè p er la quale gli operai d i alcune regioni si recano a certe epoche a lavo­ ra re all’estero, e questa è utilissim a, perchè in ge­ nerale l’ operaio italiano, che non ha m olti bisogni, guadagna e torna col frutto di qualche risparm io. Vi è poi u n a em igrazione tem poranea, em igrazione di agricoltori specialm ente, i quali si propongono di mi­ gliorare le loro condizioni e to rn are poi in patria, e

anche questa em igrazione può essere feconda di bene, com e è stata ad es. nella provincia di B asilicata.V i è poi un’altra em igrazione che fonda colonie lontane, come quella che si volge all’A rgentina e secondariam ente al Brasile, e questa è destinata a un avvenire sem pre più prospero, se vorrem o e saprem o.

Senza dubbio però vi è una em igrazione m en sana o addirittura m alsana, quella costituita in particolare modo da poveri agricoltori del settentrione o del mez­ zogiorno, che senza m ezzi, senza istruzione, vittim e bene spesso degli intrighi degli agenti di em igrazione, vanno incontro a m aggiori m alanni e sovente rim pa­ triano a spese del Governo. E d è di questo esodo dolo­ roso che si muovono alti lam enti, e chi v orrebbe im pe­ dirlo, chi vorrebbe volgere quelle forze ai nostri te rren i incolti, chi finalm ente tenterebbe scem are il m ale regolandolo per mezzo di uno speciale ufficio di em igrazione destinato a raccogliere e diffondere notizie e ad esercitare una accurata vigilanza sui m aneggi illeciti degli agenti di em igrazione.

Im pedire la em igrazione sarebbe anzitutto un ’ of­ fesa alla più sacra delle libertà, cioè alla libertà della persona. Lo S tato non ha diritto alcuno di im pedire a Tizio o a Caio di portare altrove i pro­ pri penati, e su questo punto orm ai si può d ire che la discussione sia chiusa, trattandosi solo di chie­ dere allo Stato che fornisca il m aggior possibile num ero di notizie per illu m in are gli em igranti sulla sorte cui probabilm ente vanno incontro, e che re ­ prim a gli abusi con un’attiva sorveglianza, tutelando gl’ ignoranti e gl’ illusi.

Q uanto all’ idea d ’ indirizzare coloro, che inten ­ dono abbandonare la regione nativa, alle te rre in ­ colte che sono in Italia, essa può p arere ottima, ma tem iam o forte che sia oggi applicabile su larga scala. Si dice che i capitali non m ancano, tanto è vero che una gran quantità ne giace inoperosa nelle Casse di deposito e di risparm io. Ma si potrebbe notare che se questi capitali non vanno ad aiutare l’ agricoltura là dove le te rre sono già ben coltivate, tanto più difficile sarà che si volgano alla coltura di nuovi te rren i. Egli è che non solo m anca lo spirito di iniziativa, m a il sem pre crescente debito pubblico li alletta ad aspettare em issioni nuove. Il che prova una volta di più come la buona finanza sia indispensabile a conseguire lo sviluppo della prosperità di un paese.

Si tenga poi conto della densità della popolazione di fronte alla scarsa produttività ; si pensi alle m i­ serabili condizioni dei lavoranti agricoli in tante parti d ’ Italia, e non ci si m araviglierà se la em i­ grazione va crescendo. E forse sarà il solo mezzo che possa rialzare i salari e in d u rre i proprietari a più savi propositi. Intanto tutti i consigli si perde­ ranno nel vuoto.

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30 ottobre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 701 consoli di carriera valenti, ben retribuiti e operosi.

La divisione dei Consolati (siamo in questo d’ ac­ cordo colla Perseveranza) potrebbe coordinare q u e­ ste notizie e com unicarle al m inistero dell’ Interno, il quale le diram erebbe alle P refetture e per mezzo di queste ai M unicipii, esigendo rigorosam ente che adem piano al loro obbligo. I consoli, e il G overno centrale, anche per mezzo della D irezione di S tati­ stica, potrebbero raccogliere dati p u r da partico­ lari che ben conoscono i luoghi. Il lavoro del m i­ nistero al centro si rid u rre b b e quindi a poco e potrebbe essere affidato a qualche im piegato dei m igliori, senza bisogno di far pesare un nuovo ag­ gravio sul bilancio col rischio di m oltiplicare le funzioni inutili. Q uanto alla vigilanza, non può eser­ citarsi che nelle località e specialm ente nei porti di im barco.

Noi dunque, Io ripetiam o, non abbiam o che a lodare questo nuovo riportarsi dell’ attenzione del G overno e del P aese su un problem a così im por­ tante, ma ci prem e insistere su due punti. Il prim o si è che pur troppo bisogna lavorare a distru g g ere o, p e r essere più esatti, a scem are le cause del m ale, cioè la m iseria e la ignoranza, se si vuole che quello, se non tolto, venga alm eno m itigato. Il s e ­ condo si è che ad adem pire al suo com pito naturale il Governo si valga dei mezzi di cui può disporre e che non gli fanno difetto, e che non si creda di trovare un rim edio efficace nel creare u n nuovo organo burocratico, il quale non è giustificato, a nostro avviso, alm eno nelle condizioni presenti della nostra em igrazione e delle nostre colonie.

R ivista (Economica

/ / trattato franco-italiano e le Camere di commercio francesi - Il riscatto delle strade ferrate in Sviz­ zera - La conversione della rendita 4 e mezzo per cento in Francia.

I lettori non ignorano certam ente che il m inistro del com m ercio in F rancia sig. D autresm e aveva con apposita circolare chiesto alle Cam ere di com m ercio la loro opinione sulla conclusione del nuovo trattato fran co -italian o . Cotesta inchiesta ha già dato i suoi risultati perchè le C am ere di com m ercio francesi si sono affrettate a rispondere alla circolare m iniste­ riale. F ra esse m olte si dichiarano contrarie p e r p rin ­ cipio al regim e dei trattati di com m ercio ; tutte poi senza eccezione constatano gli effetti più o m eno no ­ civi p er i prodotti della loro circoscrizione derivanti dal trattato del 1881; tutte senza eccezione pro te­ stano contro le pretese dell’ Italia a im p o rre alla F rancia l’aum ento di dazi già eccessivi, e tutte d i­ chiarano che in ogni caso la F ran cia non deve vincolarsi per un periodo che oltrepassi il 1° feb­ braio 1892 perchè è a questa data che cesseranno di aver vigore tutti i trattati conclusi con le altre p o ­ tenze. Di alcune C am ere ci reca il testo della loro deliberazione I’ ultim o fascicolo del Journal des Chambres de Commerce et d! industrie e non sarà privo d’interesse l’accennare ad alcune di esse. Così la C am era di com m ercio di Epinal non av en d o fi­ ducia che in questo breve lasso di tem po possa es­

sere stipulato e approvato un nuovo trattato , crede che lo statu quo si imponga, vale a dire la proroga del trattato attuale fino al 1° febbraio 1 8 8 2 senza la m enom a modificazione. •

E qualora questa condizione non venisse accettata dall’Italia, essa propone di rom pere i negoziati e di applicare la tariffa generale, aum entandola però sulla base della reciprocità. E non si può negare che essa ragiona a filo di logica. — Anche la Cam era di Lille e di Saint Malo chiedono la proroga del trattato, ma la seconda preferisce una convenzione rinnova bile ogni anno sino al 1891 e dom anda inoltre che il cabotaggio sulle coste francesi sia riservato alla bandiera nazionale « attesoché se questa concessione venisse accordata all’ Italia, i paesi che godono in F ran cia del trattam ento della nazione, più favorita prenderebbero la loro parte nel diritto di cui go­ desse l’ Italia. » — La Cam era di Cette chiede che non venga stipulato a favore dell’ Italia la clausola della nazione più favorita e stim a che non vi sa­ rebbe alcun inconveniente a colpire i vini italiani di un dazio da 4 a 6 franchi l’ettolitro, m entre la Cam era di Perpignan lo vorrebbe di 6 a 8 franchi l’ettolitro di vino naturale, cioè senza aggiunta di alcool. Ma p er contrario la Cam era di Narbonne reputa inutile un sim ile aum ento a cagione del trattato franco-spa­ gnolo che stipula in favore della S pagna un dazio di 2 franchi, sicché l’ im portazione italiana sarebbe sem plicem ente sostituita da quella spagnola.

Senza riferire ulteriorm ente questi voti delle Ca­ ntere francesi che differiscono di ben poco, giova piuttosto prender nota che il loro avviso unanim e non può che incoraggiare il governo francese a re ­ sistere alle dam ande dell’ Italia.

Del resto crediam o che oggi siano ben pochi quelli che possono aver fiducia nella stipulazione di un nuovo trattato o, q u and’anche venisse conchiuso, nella approvazione sua da parte della Cam era dei deputati francesi. Com unque sia dì ciò, non tra sc u ­ rerem o di seguire le fasi future dei negoziati pel nuovo trattato.

■— La questione del riscatto delle strad e ferrate è in Svizzera all’ ordine del giorno da quasi quattro anni e ad ogni m om ento i portatori dei titoli ferroviari svizzeri sono tenuti in allarm e dalla voce che I’ a u ­ torità federale^ sta per risca tta re l’una o l’altra linea. Ma lungi dall’ avvicinarsi a una soluzione, la q u e­ stione sem bra com plicarsi m aggiorm ente. Sono note infatti le lotte tra il Consiglio federale e la com pa­ gnia del N o rd -E st, ma anche astraendo da queste divergenze il riscatto delle strade ferra te appare sem pre mono probabile.

A nzitutto si contesta la necessità di rip ren d ere all’ industria pr.vata l’ esercizio delle ferrovie per rim etterlo allo Stato. Sotto questo rapporto la q u e ­ stione si presenta in Svizzera in modo affatto diverso da quello in cui presentavasi alla P russia, dove si trattava principalm ente di perm ettere al governo di applicare una politica doganale e com m erciale inform ata a principi più schiettam ente protezionisti. Ma tale non è il caso della Svizzera.

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le ragioni che inducono il Consiglio foderale ad oc­ cuparsi della quistione del riscatto visto, anche che la opinione pubblica non è favorevolm ente disposta circa quei progetti;

Q uanto alla situazione giuridica essa si presenta a u n dipresso nello stesso modo che in P russia al­ l’epoca delle g ran d i operazioni di riscatto. Col 1885 le convenzioni delle diverse linee sono spirate e non essendone stato denunciato il rinnovam ento, il r i ­ scatto non può essere com piuto presentem ente che m ediante contratto liberam ente accettato dalle Com ­ pagnie. È dunque al Consiglio federale che spette­ rebbe di fare le prim e offerte. In P ru ssia , alm eno nel prim o periodo, lo Stato, non possedendo ancora una rete tale da perm ettergli di poter usare la mi­ naccia di deviare dalle linee recalcitran ti il loro traf­ fico, lo Stato, diciam o, dovette fare agli azionisti delle proposte piuttosto larghe che naturalm ente non vennero respinte. Ma il Consiglio federale non vorrà forse seguire l’esem pio della Prussia,; e in tal caso il riscatto non sarà effettuabile. Cosi, se m entre al­ cune com pagnie avrebbero interesse a venire a patti col governo svizzero, altre non potrebbero non re ­ spingere il ris c a tto , almeno a certe condizioni. In quest’ ultim o caso si troverebbe la com pagnia del N o rd -E s t, la cui azione quotata a 550 franchi da circa un anno, non sarebbe rim borsata che a 150 fr. E va tenuto anche conto che se il Consiglio federale si decidesse anche ad elevare le sue offerte a una cifra tale da ren d e re possibile il riscatto, molto pro­ babilm ente il voto della popolazione, il referendum pro d u rreb b e il rigetto dei contratti.

S e il riscatto viene sottoposto al referendum, come pare non si possa evitare, secondo il testo e lo spirito della Costituzione federale, il voto si crede debba essere negativo. E ciò perchè un certo n u ­ m ero di cantoni non avendo interessi diretti nelle ferrovie non v orranno neanche addossarsi la loro parte di responsabilità e di oneri in una intrapresa in cui ora gli azionisti corrono soli tutti i rischi. Nè il riscatto parziale potrebbe aver luogo senza che le altre com pagnie, la cui situazione è difficile non sor­ gessero a com batterlo.

Insom m a sotto qualunque punto si consideri l’a r ­ gom ento il riscatto delle ferrovie svizzere, già tentato inutilm ente p er la sola Nordosthalin un anno fa, si presentò per poco probabile.

— I| governo francese ha finalm ente presentato il progetto di legge per la conversione del 4 1 /2 0 /0 antico e del 4 0 /0 . Della rendita francese 4 1 /2 0 /0 ve n e sono due t i p i , uno nuovo che non può es­ sere convertito fino al 1892 e uno vecchio che ora assiem e alla rendita 4 0/o v errebbe convertilo in altrettanta rendita 3 0/o- E il progetto ci pare di quelli che m eritano approvazione. In un mom ento in cui la rendita 3 0 /o , che è la pietra di paragone del credilo pubblico in F rancia, vale quasi 82 franchi e si capitalizza a 5 ,6 7 0 /0 è poco naturale che lo Stato continui a pagare il 4 1 /2 0 /o od anche il 4 O/'o di interesse.

L a coesistenza di debiti a interessi cosi differenti è evidentem ente u n danno peculiare al Tesoro e generale pel credito del paese. L ’ alto saggio di in­ teresse pagato dallo Stato esige da un lato una som m a m aggiore d i quella strettam ente necessaria con scapito della finanza, e dall’altra viene quasi a in citare il risparm io perchè non si accontenti di condizioni più miti. I capitali q u in d i, invece di r i ­

volgersi agli im pieghi agricoli e industriali, preferi­ scono di rifugiarsi nelle casse dello Stato.

Il pagare quindi un interesse del 4 4 /2 0 /o , quando il saggio suo può essere intorno al 3 0 /o , è una prodigalità paradossale che ha conseguenze varie m a tutte dannose. E il progetto del sig. R ouvier, anche se non recasse un vantaggio sensibile al T e­ soro francese, verrebbe però a rendere u n servigio u tile alla econom ia della F ran cia togliendo una ano­ m alia che non ha nessun carattere di utilità.

I portatori del 4 1/2 p er cento antico e del 4 per cento hanno per massima il diritto di farsi rim borsare u n capitale di 4 0 0 lire per 4 fr. e 50 di rendita 4 4 /2 per cento e per 4 franchi di rendita 4 per cento. Secondo il piano del sig. R euvier, la conversione es­ sendo facoltativa, i portatori dei detti titoli potranno avere in cam bio dei loro titoli autentici dei nuovi per u na stessa som m a fru ttan te però il 5 O/o- Sicché invece il porto del rim borso alla pari in danaro può essere preferito il rim borso in 3 O/o nuovo col be­ neficio derivante dalla differenza del corso, al quale la nuova rendita viene calcolata e quello segnato dai

listini di borsa.

Ma un altro vantaggio v erreb b e accordato que­ sta volta ai possessori delle due rendite da essere convertite. Essi hanno infatti la facoltà di conservare senza riduzione alcuna il loro reddito attuale tal quale risulta dai titoli del 4 1/2 per cento e del 4 per cento. Così un portatore di 500 fr. di r e n ­ dita 4 4 /2 per cento ha il diritto di assicurarsi q u e ­ sti stessi 5 0 0 fr. in rendita 3 O/o nuova. Conse­ guentem ente il progetto di legge inscrive una somm a di 3 O/o nuovo eguale al totale dell’ annualità che esigevano precedentem ente il 4 1 /2 per cento antico e il 4 per cento, ossia fr. 3 7 ,432,534.

In altri term ini i portatori del 4 1 /2 per cento antico e del 4 O/o possono scam biare i loro titoli contro titoli nuovi, reddito contro reddito, pagando s’ intende il supplem ento di rendita al quale non avevano diritto. R im ane a vedersi se i possessori delle rendite che si tratta di convertire saranno in g rad o di u sa re del privilegio che è loro accordato. Ma a parte questo, che del resto non fa sorgere tim ori, I’ operazione com e è ideata dal sig. R ouvier n e pare sia ingegnosa e m eriti di essere approvata perchè riduce l’ interesse a capitale eguale, fa un passo im portante verso I’ unificazione del debito e non m ette a prove serie il credito pubblico della F rancia.

IL BARATTO DEI BIGLIETTI DI BANCA

Nel mese di agosto il baratto dei biglietti di banca, e a responsabilità dello S tato operato dalle R anche di em issione dette i seguenti resultati :

Banca Naz. ita lia n a ... L. 163,192,155.00 Banco di N apoli... » 102,700,808.00

Banca Naz. T o sc a n a ... » 29,339,923.70

Banca R o m a n a ... » 38,514,325.00

Banco di Sicilia... » 18,636,700.00

Banca Toscana di credito. » 3,381,400.00

Totale L. 356,121,311.70

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30 ottobre 1887 L’ E C O N O M I S T A 703 Confrontato il baratto del m ese di agosto con

quello del mese precedente, si trova che fn inferiore di L. 4 3,731,514.

N ell’ agosto i giorni di m aggior baratto furono il 10, il 20, il 30 e il 3 1 . E la proporzione fu la seguente : 10 Agosto L. 125,020,030.25 20 » » 83,709,728.45 30 » » 21,776,810.00 31 » » 70,868,510.00 Totale. . . . L . 301,375,078.70 Banca N az .ital.L . » — 10,148,108.97 Banco di Napoli. » -f- 6,305,711.87 »

Banca Naz. Tose.» » — 2,173,146.14

Banca Romana » -j- 277,192.31 »

Banco di Sicilia » » — 347,975.00

Banca Tos. di Cr. » » — 5,961.63

Totale L. 6,582,904.18 12,675,091.74

deficienza — 6,092,187.56

LA PRODUZIONE METALLURGICA IN INGHILTERRA

cifra che rappresenta circa i 4 quinti dell’ intero baratto.

La media del baratto giornaliero fu di 6 ,2 8 8 ,1 5 9 .8 0 lire per la Banca Nazionale Ital.; di L. 3 ,9 5 0 ,0 5 1 .6 7 per il Banco di N apoli; di L. 1 ,1 5 0 ,7 6 6 .2 9 per la Banca Nazionale T o scan a; di L. 1,481,320,19 per la Banca Bom ana ; di L. 71 6 ,7 9 6 .1 5 per il Banco di Sicilia, e di L . 1 3 0 ,0 5 3 .8 5 per la Banca T o ­ scana. Som m ando tutte queste m edie si ha una m edia generale giornaliera di L. 1 3,697,127.55.

La media della circolazione giornaliera delle sei banche fu di L. 614,119,391 p e r la Banca N azio­ nale Italiana; di L. 2 2 5 ,5 7 3 ,7 4 9 .5 0 per il Banco di N apoli; di 8 5 ,0 9 1 ,1 7 8 .4 5 per la Banca Nazionale T o sca n a; di L. 49,9 1 8 ,6 4 7 per la Banca B om ana; di L. 5 3 .9 1 7 ,1 1 3 per il Banco di Sicilia, e di L . 12 ,3 0 3 ,8 8 6 .1 5 per la Banca Toscana di Credito; e così com plessivam ente la m edia giornaliera della circolazione delle banche fu di L. 1,040,9 2 3 ,9 6 3 .0 8 ossia superiore di L. 3 2 ,7 3 5 ,1 2 4 a quella del mese

precedente.

Il baratto giornaliero per ogni 100 lire di circo­ lazione m edia fu di L. 1,025 p er la Banca Nazio­ nale italiana ; di L. 1,751 p er il Banco di N apoli; di L. 1,328 per la Banca Nazionale Toscana ; di L . 2,967 per la Banca B o m a n a ; di L. 1 ,3 2 0 per il Banco di S icilia, e di L. 1 ,0 5 7 per la Banca T o ­ scana di Credilo.

La proporzione percentuale del baratto repartito in ragione della qualità dei richiedenti fu la seguente:

A ltri istitu ti, . . L. 326,817,828. 70 91.77

Casse governative. » 860,500.00 0.24

Particolari . . . . » 28,446,983.00 7. 99

Totale . . . L. 356,125,311. 70 or-t o

La proporzione percentuale del baratto repartito in ragione dei mezzi adoperati per eseguirlo p re ­ senta i seguenti d ati:

C o n tro b aratto ... L. Moneta m etallica. . . . » Biglietti consorz. e di Stato » Ricevute in conto, riscon­

tra ta ... Risconto del portafoglio Totale . . . . 274,768,756.91 77.15 9,276,069.81 2.61 22,758,334.38 9.48 16,075,631.28 4.51 33,246,519.32 6.25 L. 356,125,311. 70 100

La spesa del baratto am m ontò a L. 1 7 ,0 7 0 .1 4 la quale sta a 100 lire di baratto com e uno a 0 ,0 0 4 7 e p e r ogni cento lire di circolazione come uno a 0 ,0 0 1 6 .

Alla fine di agosto le riserve delle B anche p re­ sentavano le seguenti differenze :

I dati pubblicati sulla produzione m etallurgica del Regno U nito durante il prim o sem estre del 1887 dim ostrano l’attività della m etallurgia inglese nei vari centri di produzione. L e diverse branche della m e­ tallurgia non sono per altro egualm ente favorite, in- quantochè m entre i ferri e gli acciai trovano dei facili sbocchi, i lavori di fonderia vanno invece am ­ m assandosi negli stocks. Bisogna cred ere che le vendite non si ottengono che con forti ribassi, in - quantoehè la fermezza dei prezzi lascia molto a de­ siderare. E questo fatto si spiega facilm ente se si considera che la m etallurgia inglese non può espor­ tare i suoi prodotti agli Stati Uniti, che a prezzi ridotti, i quali perm ettano ai consum atori am ericani di ottenere rilevanti vantaggi, com parativam ente ai ferri, e agli acciai fabbricati agli S tati Uniti.

Nel continente europeo l’ attività inglese deve lottare contro l’ industria tedesca e belga. In questi ultim i tem pi il Belgio ha ottenuto dei segnalati van­ taggi a detrim ento dell’ Inghilterra, specialm ente in Italia: ma difendendo com m ercialm ente i suoi sboc­ chi la produzione inglese ha potuto m an ten ere le cifre della sua esportazione, e m algrado le re stri­ zioni recate all’ entrata dei suoi prodotti da tariffe protezioniste in un g ran num ero di paesi, le cifre della produzione non solo si sono m antenute, ma segnano anche dei progressi.

P erciò che concerne i lavori di fonderia la p r o ­ duzione inglese è in aum ento di 1 3 0 mila tonnellate nel prim o sem estre del 1 8 8 7 , com parativam ente allo stesso periodo dell’ anno scorso, essendosi ele­ vata siffatta produzione a tonnellate 3 ,6 6 8 ,1 1 5 di cui un terzo circa proviene da C leveland.

Sopra 1,226,761 tonnellate di fonderie prodotte nel Cleveland, la metà circa è in fonderia ordinaria, e l’altra m età in fonderia em atite com prendente la fon­ deria basica, di cui la produzione va annualm ente aum entando.

Sui 14 distretti produttori di lavori fusi alcuni sono in dim inuzione : in Scozia la produzione è d i­ m inuita di circa il 15 0 |0 : 4 1 8 ,9 1 5 tonnellate nel 1887 contro 4 9 0 ,5 0 0 nel 1886. Ma queste d i­ m inuzioni che com plessivam ente raggiungono la cifra di 1 0 2 ,0 5 9 tonnellate sono largam ente com pensate dagli aum enti che si cifrano in totale a tonn. 23 3 ,4 0 0 . Gli aum enti si sono specialm ente verificati nei distretti che fabbricano lavori in getto di em atite con m inerali indigeni, e specialm ente con m inerali sp a ­ gnoli, la cui im portazione incessantem ente crescente corrisponde alla attività dell’industria d e ll’acciaio, la quale segna un notevole accrescim ento, sopratutto nelle rotaie, barre, latte, tubi, ecc.

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di 36 9 ,9 2 9 d urante il primo sem estre 1886. Gli aum enti si sono particolarm ente accentuati nelle fabbriche di acciaio del Cleveland, del W est-C um ber- land e del L ancashire e Cheshire. Si ebbero invece dim inuzioni nel S ud-G alles e a Sheffield.

Indipendentem ente anche dalle rotaie, la fabbrica­ zione dell’ acciaio ha preso un notevole sviluppo specialm ente nei territori di Galles, Cleveland e Sheffield sopratutto in b arre e in verghe, di cui la m aggior parte va agli Stati U niti ove vengono con­ v ertite in rotaie. Nel 1° sem estre 1887 di quei articoli ne vennero fabbricate 198,404 tonnellate su di una produzione di 3 7 8 ,3 3 0 tonnell. di acciaj diversi.

Le lastre di acciaio progrediscono ugualm ente : le si im piegano oggi per la costruzione dei tubi e delle corazze per le navi e dei ponti. L ’ esperienza ha conferm ato i vantaggi di questo m etallo sulle lastre di ferro, sia p er la sua pieghevolezza come per la sua stabilità.

Da lutto quello che abbiam o detto apparisce evi­ dente com e la industria m etallurgica sia fiorente alla pari di m olte altre industrie inglesi.

Movimento economico e commerciale iella Piata

com m erciale del 1886 poste in confronto col m ovi­ m ento di alcuni anni precedenti :

1880 1883 1885 1886 im p o rta z io n e S t.45,526,000 » 80,436,000 » 92,222,000 » 95,409,000 E s p o rta z io n e 58.381.000 60.208.000 83.879.000 69.835.000 T o ta le 103.917.000 140.644.000 176.101.000 165.244.000

Il m ovim ento coi paesi esteri fu il seguente:

1883 1886 1886

m ilio n i m ilio n i m ilio n i

Regno Unito . . St. 37 48 44 F ra n c ia . . . . 35 31 39 Belgio... 15 22 19 Germania . . . . » 12 16 15 S tati Uniti. . . . » 8 12 11 I t a l i a ... 5 7 5 Spagna . . . . 5 5 5 Diversi . . . . 22 35 25 St. l 4 l 176 165

Le im portazioni nei sei ultim i anni ebbero un aum ento del 9 0 per cento m entre l’esportazione non aum entò che del 18 per cento.

I prodotti esportati consistono in È stata recentem ente pubblicata una relazione

statistica ufficiale sulle condizioni econom iche della Piata nel corso del 1886. Essa si occupa più sp e­ cialm ente delle ferrovie, dell’ im m igrazione e del m ovim ento com m erciale, e di questi tre fattori della prosperità Platense non crediam o inutile il dare un breve riassunto.

L e costruzioni ferroviarie vanno prendendo uno slancio veram ente grande, che in gran parte si deve alle m oltissim e concessioni fatte dal governo per fa­ cilitarne lo sviluppo. La più im portante di tutte, quella che traversando le pianure im m ense bagnate dalle riviere D iam ante, At.uel, L oba, Colorado, Negro, ecc., passerà le A nde e riescirà nel territorio chileno a P o ri Mont è destinata a divenire una stazione im ­ portantissim a sul Pacifico. La seconda linea partirà da F o rt Roca sul Rio N egro dirigendosi verso S. Raf­ faele p er essere prolungata fino a Mendoza, co m ­ pletando così la gran d e rete delle ferrovie argentine. L’ im m igrazione, com e si sa, è uno dei principali bisogni delle regioni platensi, inquantochè gran parte di esse sono affatto spopolate. F inora p er altro que­ sta im m igrazione si era recata lentam ente dalla parte di Bahia Bianca, perchè queste contrade sprovviste di mezzi di com unicazione erano poco conosciute e si era diretta di preferenza lungo le rive del Piata, del Podone, ecc., ove erano già stabilite num erose colonie. Ora però coloni russi, germ anici, francesi e del paese di Galles attratti dalla prodigiosa fertilità del suolo, vi si sono stabiliti, e fondarono m agnifici stabilim enti. La Colonia Pigne Colony che è ìa più prospera ed im portante conta una popolazione di oltre 800 francesi e raccolse nel 1886 sopra u n ’estensione di 7 9 ,0 0 0 acri sem inati ; 8 0 ,000 staia di frum ento, 240 ,0 0 0 di grano turco. La coltura della vigna vi si pratica con successo, e tutto nasce in abbondanza. In quel paese si crede che da ora innanzi sarà ri­ volta g ran parte della im m igrazione.

Ecco adesso alcune cifre riguardanti il m ovim ento

1886 1886

Carne di bue . . . . Ton. 32,060 17,300

» di montone. . . » 2,860 7,350 Pelli di montone . . . » 31,340 35,310 Lane. . . . ... » 128,390 132,130 Granoni . . . . » 197.860 231,660 Frumento. . . . » 78,490 37,860 F arine . . . ... » 7,450 5,200 Semelino . . ... » 69,430 37,690 Cuoi . . . . . . Pez. 2,740,000 2,540,000

Gli articoli principali d ’im portazione furono :

1886 1886 Zuccheri. . . . Ton. 19,040 18,250 Caffè . . » 2,440 2,930 Thè. . . . . . » 308 487 Yerba. . . . . » 14,200 17,800 Ferri . . » 33,480 45,940 Carboni . . . » 268,000 215,000 Vini . . . . . Gali. 12,500,000 16,730,000

11 porto di B uenos-A yres d urante questi due anni partecipò al m ovim ento com m erciale in ragione del 74 per cento.

L’INDUSTRIA MINERARIA IN AUSTRIA NEL 1886

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30 ottobre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 705 Il seguente specchietto contiene i resultati della

produzione dei m inerali più im portanti nell’ intera A ustria: Q u a n tità V a lo ri 1886 in c o n fro n to col 1885 m il. d i q u in t. 1886 i n co n fro n to co l 1885 m il. d i fior. Minerali di ferro. Ferro greggio . Carbone miner. . Torba . . . . 7,961 — 7,353 4,858 — 137 74,212 + 426 109,313 + 4,171 1,924 — 335 18,986 — 1,638 22,307 — 361 18,674 + 416

La dim inuzione che si riscontra nei prodotti del- l’ industria del ferro è dovuta esclusivam ente al regresso verificatosi nella S tiria che da se sola ebbe una m inor produzione di m inerale per l’im porto di 181 0 m ilioni di quintali di ferro e in valore 409 m i­ lioni di fiorini.

La produzione del carbone proseguì nel suo p ro ­ gressivo sviluppo avendo dato 4 2 6 m ilioni di q u in ­ tali in più che nel 1885 e 361 milioni in valorr.

La torba presenta un m aggiore aum ento degli altri articoli. Il prezzo m edio nella m iniera fu in Boemia di 13,2 k r. cioè un k r. di più che nel 1883 ; nella S tiria fu di 27,75 k r. ossia 0,05 più a buon m ercato. P arim enti si nota un aum ento nella pro­ duzione del carbon m inerale che si deve attrib u ire specialm ente all’ aum ento di produzione dei carboni di Slesia, dovuto alla dim inuzione delle tariffe di trasporto della N ordbahn.

I prezzi sul luogo di estrazione furono in Boemia 28,9 k r. Quindi dim inuito di 0 ,3 k r. a paragone dell’ anno prededente in Slesia 21,2 k r. ( — 1,2 k r.) e in M oravia 36,5 k r. ( — 0 ,3 kr.).

Camera di Commercio di Bologna. — Il presi­ dente nella riunione del 29 agosto com unicava alla C am era come la Com m issione Econom ica abbia cre­ duto utile proporre alla Cam era di presentare al Go­ verno u n voto per il concentram ento degli uffici do­ ganali alla stazione. Nota com e sia superfluo m ostrare i grandi vantaggi dell’accennato provvedim ento per tutti i com m ercianti e industriali, come altra volta se ne sia fatto cenno al G overno, che dalla recente relazione suH’am m inistrazione delle gabelle appare ben disposto in proposito. La proposta è accolta a voti unanim i.

A ltra deliberazione della Com m issione Econom ica nell’ultim a sua adunanza fu quella di p ro p o rre alla C am era che invocasse dal G overno u n provvedim ento atto a porre riparo all’incoveniente segnalato dalla C am era di Londra all’attenzione delle consorelle ita­ liane, su i gravi erro ri nelle statistiche del m ovim ento com m erciale. La Cam era riconoscendo la gravità de­ gli e rro ri scoperti con accurate indagini dalla Cam era di L ondra, non nascondendosi che essi dipendono da m olte cause estranee alla diligenza di chi com pila le sta tistich e, riconosce tuttavia doversi cercare con ogni modo di rim ediarvi. E p er quanto ciò possa essere molto difficile, pensa possa farsi voto al Go­ verno che nell’occasione in cui richiede periodica­

m ente i valori delle m erci per le statistiche doganali, sia chiesta anche alle C am ere e ai principali com ­ m ercianti esportatori, qualche notizia sulle quantità esportate e delibera presentare analoga istanza.

Camera di Commercio di Milano. — Nella riu ­ nione del 19 ottobre dopo varie com unicazioni ap ­ provava il bilancio preventivo per l’anno 1888 nella cifra di L. 9 5 ,5 1 1 . E saurito questo argom ento prese a discutere sul progetto della ferrovia del S em pione, in m erito al quale approvava il seguente ordine del giorno:

U dite le com unicazioni della Presidenza sullo studio in cui si trovano le pratiche per il valico ferroviario del Sem pione, dalle quali risulta potersi ritenere es­ sere il progetto orm ai entrato nella via dell’effettua­ zione;

Considerato che, se si può discutere sull’opportu­ nità di aprire nuovi valichi alpini, qualora ciò esiga da parte dell’Italia un eonsiderevole concorso, tale discutibilità viene a m ancare nel caso attuale per le condizioni tecniche e finanziarie, eccezionalm ente fa­ vorevoli all’Italia ;

R itenuto che la riconferm a dei propri voti possa to rn are utile a dim ostrare, sem p re più, tutto l’inte­ ressam ento che la Cam era annette a ll’esecuzione di quel Valico, dal quale il paese può riprom ettersi un notevole increm ento nei traffici, specialm ente col­ l’E uropa O ccidentale;

Ritenuto altresì che quella riconferm a possa riu ­ scire efficace all’opera u lteriore del benem erito Co­ m itato M ilanese per il V alico del Sem pione, che fin d al 188 0 fu nom inato dalla Cam era ed appoggiato validam ente dal Com une e dalla P rovincia. Conclu­ deva poi facendo voti che da parte del G overno non si ritardi nell’approfittare dell’occasione proprizia.

Nella seduta del 22 proseguendo a discutere l’or­ dine del giorno della seduta precedente p rese cogni­ zione della relazione dell’apposita Com m issione in ­ caricata di riferire sulle proposte per la Revisione C om plem entare della Tariffa D oganale, che dovrà aver luogo in novem bre secondo il voto espresso dal P ar­ lam ento nella passata Sessione, quando approvò il testo della nuova Tariffa.

Dopo breve discussione, la Relazione della Com ­ m issione venne approvata.

Essa tratta dei dazi pei seguenti prodotti: Sem e ricino — Oli m inerali pesanti — Filati di lino — C arta — Pelli refinite — Pelliccerie — R i­ cam i — S trum enti musicali — M acchine — L am ­ pade elettriche, ecc.

Camera di Commercio di Arezzo. — Nell’ ul­ tim a sua seduta la C am era inviò u n ’istanza ai M inistri delle finanze ed agricoltura, industria e com m ercio, rilevando:

1. ° che lo stato com m erciale ed industriale in cui trovasi la provincia non è tale da sopportare nuovi aggravi;

2 . ° che il tenue prezzo dei prodotti agricoli, unica sua risorsa, m ette i p toprietari nella necessità di privare i braccianti di lavoro;

3 . ° che il piccolo com m ercio, traendo a stento la vita, è bene spesso costretto a chiam are i credi­ tori a transazioni che sono inevitabili e apportano spesso dissesti nei grossisti ;

4. ° che i pochi stabilim enti industriali sorti negli ultim i tem pi vivono una vita travagliata e stentata.

(10)

a) di far caldi voli al M inistro delle Finanze perchè voglia ordinare un ’accurata revisione del­ l’operato delle Agenzie delle tasse, richiam andole a correggere gli erro ri e a divenire con concordati equi e m oderati alla definizione delle controversie;

b) di trasm ettere la presente al M inistro di A gri­ c o ltu r a , Industria e Com m ercio, con preghiera di far viv e raccom andazioni al collega delle F inanze di pren­ d ere in considerazione i voti suespressi, perchè in q u est’anno non trattasi di ordinaria e graduale re­ visione dei redditi, sibbene di una m isura generale di aum ento di essi per parte degli A genti locali.

Camera di Commercio di Catania. — Nella se­ duta del 5 ottobre aderiva alla proposta che l’ Isti­ tuto nautico di Catania venga dichiarato governativo, obbligandosi al pagam ento della quota ad essa spet­ tante in concorso della P rovincia e del Com une, e riconoscendo giuste le osservazioni contenute nella istanza degli industriali di m olitura di grani al R. De­ legato S traordinario tanto dal punto di vista legale, quanto dal punto di vista economico, a cui la Ca­ m era m aggiorm ente mira p er la prosperità d ell’industria locale, raccom anda caldam ente al potere m unicipale l’accoglim ento della domanda medesim a, com e d’ogni altra che valga a conciliare gli interessi del Fisco con quelli della pubblica econom ia.

La istanza dei m ugnai era diretta ad ottenere: 1° lo sfrido così detto della battitura sul g ran o ; 2° lo sfrido della burattazione ;

5° il giusto abbono della b agnatura;

4° il pareggiam euto (se non altro) del dazio su lle paste prodotte in città o fuori la cinta daziaria;

S° 1’ uguaglianza di trattam ento fra gli stabili- m enti tutti e industriali della città.

Notizie. — La Camera di Commercio di Ancona ha pubblicato la sua relazione sul movim ento com ­ m erciale del 1 8 8 6 . Si rileva da essa che l’im porta­ zione fu in aum ento specialm ente nei cereali e nei com bustibili. I prim i raggiunsero i 170 ,0 0 0 quintali, i secondi le 9 4 ,0 8 0 tonn. Nella esportazione, se si eccettuano le farine e le frutta , gli burn en ti sono poco im portanti. Le principali m erci che formano il com m ercio di A ncona sono le seguenti:

Importazione: Bitumi, quintali .36,193; bestiame, n u m ero 5 ,2 6 3 ; bozzoli e sete, quintali 7 6 7 ; colo­ niali, 4 7 ,4 7 6 ; com bustibili, 7 ,1 3 3 ; lavori metallici, 3 5 ,8 2 1 , tessuti e seterie, 3 2 ,8 8 2 ; com bustibili, 94,000 tonnellate; ecc.

Esportazione: Bestiami, N. 2 ,3 2 3 ; bozzoli e sete, quintali 1 ,2 0 4 ; c a rta , 3 ,1 3 4 ; com m estibili, 7 ,9 6 0 ; frutta, 7 ,3 3 8 ; pelli, 5,138 ; vini e spiriti, 10,7 2 4 , ecc.

Il m ovim ento della navigazione del porto di An­ cona nello scorso anno fu in totale di arriv i 1,124 p e r tonnellate 3 6 7 ,1 7 9 e di partenze 1,126 con ton­ nellate 3 4 3 ,6 9 7 .

Mercato monetario e Banche di emissione

B uone sono state le disposizioni del m ercato mo­ netario internazionale nella settim ana deco rsa; spe­ cialm ente sul m ercato inglese e su quello am ericano. Q uanto al prim o, è continuata la facilità del danaro ch e già segnalam m o la volta passata. Lo sconto li­

bero a tre m esi è infatti al 3 e 3 1 /1 6 , il saggio pei prestiti giornalieri è a 2 1 /4 e per quelli a brevi periodi a 2 1/2. La situazione della Banca di Inghilterra al 27 ottobre indica aneli’ essa un m i­ glioram ento sensibile che in quest’ epoca dell’anno appare ancor più rilevante. L ’ incasso aum entò di 4 0 .000 sterline, e la riserva com plessiva di 363 ,0 0 0 sterline per contro dim inuirono il portafoglio di 20 4 .0 0 0 sterline e la circolazione di 3 2 3 ,0 0 0 ster­ line. C ertam ente se si paragona la situazione della Banca da un anno all’ altro si trovano differenze notevoli in m eno ; ma bisogna riflettere alle ultim e vicende del m ercato m onetario e allora si vede che la situazione si va facendo relativam ente buona.

A consolidare questo risultato contribuirà efficace­ m ente il nuovo piano adottato dal segretario del Tesoro am ericano sig. F airchild. Secondo infatti il Commercial and Financial Chronicle di Nuova Y ork (13 otto­ bre) il sig. F airchild, p er ovviare agli inconvenienti derivanti dall’ accum ularsi di som m e rilevanti nelle casse del T esoro, avrebbe ideato di v ersare giornal­ m ente le eccedenze del Tesoro presso le banche a u ­ torizzate a ricevere i depositi dello S ta to ; eccedenze che ragguagliano m ensilm ente circa 10 m ilioni di dollari. Nè basta. Il num ero delle banche presso le quali i depositi governativi avrebbero luogo, sarà aum entato a seconda dell’ am m ontare delle eccedenze del Tesoro e della possibilità che le B anche forni­ scano al G overno garanzia in titoli del debito pub­ blico. Q uando ciò sia possibile ciascuna banca potrà ricevere in deposito un m ilione di dollari anziché mezzo come era (issato finora. E i depositi non sa­ ranno fatti più in ragione del 90 0 /o del v alore alla pari dei titoli del debito, ma in ragione del 110 0/o e ciò per l’ alto prezzo raggiunto dai titoli com e ad esempio dal 4 0 /o che è quotato 123 1/2.

Con cotesto nuovo piano del sig. F a irc h ild , T a c ­ cum ularsi degli avanzi di tesoreria non turberebbe più il m ercato m onetario perchè il danaro tolto dalla circolazione vi rientrerebbe tosto m ediante il deposito presso le Banche. Le previsioni, adunque, anche per questo riguardo, sono buone ; e reso fa­ cile il m ercato am ericano, quelli europei potranno proseguire il m iglioram ento com inciato. A nche le Banche consociate di N uova Y ork hanno avuto un aum ento nell’ incasso m etallico di dollari 2,200,000, ma il portajbglio dim inuì di 3 ,8 0 0 ,0 0 0 dollari.

I cam bi di Nuova Y o rk sulle piazze del c o n ti­ nente sono rim asti quasi stazionari, quello di Londra è 4,81 1 /2 , quello su P arigi a 3,25.

II M ercato francese è ancora soggetto a u n lieve drenaggio di o ro ; prova ne sia che la Banca di F rancia ha avuto una nuova dim inuzione di 4 m i­ lioni e mezzo in oro e 1’ incasso è dim inuito com ­ plessivam ente a 5 milioni e mezzo. P erò il porta­ foglio aum entò di oltre 42 m ilioni e mezzo m entre la circolazione dim inuì di 19 m ilioni e m ezzo; aum entarono pure i conti correnti.

Il saggio dello sconto libero è a 2 7(8 cioè di pochissimo inferiore a quello ufficiale; segno che i’abbondaza dei capitali disponibili non è più quella di qualche settim ana fa.

Il cam bio di Parigi su L ondra è a 23 .3 2 I |2 quello su l’ Italia a 1[2 di perdita.

(11)

30 ottobre 1887 L’ E C O N O M I S T A 707 un aum ento di 6 ,3 2 3 ,0 0 0 m archi nel suo incasso,

la circolazione dim inuì di 17 m ilioni e i conti cor­ renti crebbero d ’ altrettanto. La Banca A u stro -u n ­ garica continua a rafforzare il suo incasso, il quale aum entò di o ltre un m ilione e mezzo. D elle altre B anche di em issione estere ebbero aum enti quella dei Paesi Bassi di 9 3 ,0 0 0 fiorini, quella del Belgio di 6 0 9 ,0 0 0 franchi ; ebbero dim inuzioni la Banca im periale russa di quasi 4 milioni di rubli, quella di Spagna di oltre 4 milioni e mezzo di pesetas.

Gli Istituti di em issione italiani non hanno ancora pubblicata la loro situazione al 2 0 ottobre. Lo chèque su Francia resta a 1 00,70 e quello su Londra a 3 mesi scese a 25,26.

Situazioni delle Banche di emissione estere.

Banca Imperiale Germanica

22 o tto b re d iffe re n z a

( In c a s s o m e ta llic o ...M a rc h i 741,350,000 -f- 6 ,3 2 3 ,0 0 0 Attivo P o rta fo g lio ... » 478,425.000 — 2 ,3 9 7 ,0 0 0 ( A n tic ip a z i o n i...» 47,347 000 — 2 ,6 1 0 ,0 0 0 C C ir c o la z io n e ...» 889,973,000 — 17,374,000 ™SS1V01 C o n ti c o r r e n t i ... » 308,323,000 + 1 7 ,418,000

Banche associate di Nuova York.

22 ottobre d ifferen za

f In casso m e ta llic o ... D o lla r i 76,800,000 -+* 2,200,000 Attivo < P o rta fo g lio e a n t i c i p a z i o n i . . » 351,000.000 — 3 ,800,000

\ L e g ai t e n d e r s ...» 21,800,000 -f* 300,000 •_,( C ir c o la z io n e ...» 8 ,2 0 0 ,0 0 0 — — ( C onti c o r r e n t i e d e p o s iti... » 357,000,000 -f- 1,700,000 Attivo Passivo Attivo j Passivo« Attivo j Passivo! Attivo j Passivo | Attivo Passivo Banca di Francia 27 o tto b re r __ . ( o r o . . . F r . 1 ,145,845,000 In c a s s o m e ta llic o j^ rg e n to , ^ l 89j719,ooo P o r ta f o g lio ...» 571, 807,000 A n tic ip a z i o n i... » 399,408,000 C ir c o la z io n e ...» 2, 654,535,000 C onto c o r r e n te dello S t a t o 302,320.000 » » d ei p r iv a ti* 329,986 000 R ap p . tr a la ciré, e l ’in c asso 87,99 0[0

Banca d’Inghilterra 27 o tto b re In casso m e ta llic o ...S t. 20,032,000 P o rta fo g lio ... . . . » 19,478,000 R is e r v a to t a le ... .» 12,082,000 C ir c o la z io n e ... » 24, 210, 000 C onto c o r r e n te dello S ta t o . . . * 4 ,0 2 5 ,0 0 0 » » d ei p r i v a t i . . . * 22,370,000 R a p p . t r a la r is e r v a e g l’im p . . . 4 5 ,47 °/9

Banca Imperiale Russa

17 o tto b re In casso m e ta llic o ...R u b li 286,692.000 P o rta fo g lio e an tic ip a z io n i» 166,896,000 D eb ito del T e so ro ... » 668,560,000 B ig lie tti d i c re d ito ... » 1 ,0 4 6 ,2 9 5 ,0 0 0 C o n ti c o rre n ti d el T e so ro » 46,737,000 » » d ei p r i v a t i » 191,585,000 d iffe re n z a — 4 ,4 6 5 ,0 0 0 — 1 ,282.000 + 4 2 ,599,000 — 7, 875,000 — 1 9 ,678,000 -4- 3 2 ,8 3 3 ,0 0 0 + 1 1 .068,000 — 0 .4 4 0[0 d iffe re n z a H- 40,000 — 204,000 •+. 363,000 — 323,000 -+- 526,000 — 651,000 4 - 1,60 % d if f e re n z a — 3 ,834 000 + 2 1 ,3 4 2 , 000 + 3 ,5 0 0 ,0 0 0 — 8 ,4 6 5 ,0 0 0 Banca di Spagna 22 o tto b re d iffe re n z a In casso m e ta llic o ... P e s e ta s 298,534,000 — 4 ,781,000 P o r ta f o g lio ... » 898,227,000 — 721,000 C ir c o la z io n e ...» 601,326,000 -f- 4 ,8 8 5 ,0 0 0 C o n ti c o r r e n ti e d e p o s i t i . . . . » 391,341,000 — 70,000 Banca Austro-Ungherese 23 o tto b re d iffe re n z a In casso m e ta l lic o ... F io r in i 213,810,000 -+• 1,695,000 P o r ta f o g lio ... ... » 146 061,000 -f- 3 ,6 8 0 ,0 0 0 A n t i c i p a z i o n i . . . ... » 26,028,000 -|~ 1,594,000 C ir c o la z io n e ...» 382.231,000 + 3 ,0 7 3 ,0 0 0 C o n ti c o r r e n t i... » 91,224,000 + 67,000

Banca nazionale del Belgio

20 o tto b re d iffe re n z a Attivo | In c a s s o m e ta llic o ...P o rta fo g lio ... ... ++ 2 .544,000409,000

Passivo |C irc o la z io n e ... —, 1,967,000 C o n ti c o r r e n t i . ... + 4, 578, 000

Banca dei Paesi Bassi

22 otto b re d iffe re n z a Passivo) r „„„„„ ( o r o . . . . F i o r . 48,264,000 In casso m e ta lh c o ■ a r g ent0 , . . » 97,346,000 +- h 12,000 81,000 1 P o rta fo g lio ... - b 654,000 , A n tic ip a z i o n i... - h 491,000

Attivo | C irc o lazio n e...C o n ti c o r r e n ti... •— 657,000 + 1, 932,000

RIVISTA DELLE BORSE

Firenze, 29 ottobre 1887.

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