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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.702, 16 ottobre

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L'ECONOMISTA

GAZ Z E TT A SETTIMANALE

SCIEN ZA ECONOM ICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, F E R R O V IE IN TE RESSI P R IV A T I

Anno XIV - Voi. XVIII

Dom enica 16 Ottobre 1887

N . 702

I T R A T T A T I DI COMMERCIO

E LA SITUAZIONE ECONOMICA DELL’ IT A L IA

Quanto abbiamo scritto sulla rinnovazione dei tra tta ti di com m ercio e sulla situazione d e ll’ Ita lia r i ­ spetto agli a ltri m ercati, e specialmente al mercato francese, venne da taluno giudicato come fru tto di esagerato pessimismo. È questa u n ’ accusa cbe in certo modo ci attendevamo ed abbiamo anzi tentato di p reve nirla, si intende, con poca speranza di r iu ­ s c irv i. È infatti d iffic ile assai di non essere accusati di pessimismo, quando in mezzo a tante svariate e v ive speranze, in mezzo ad una situazione, se non flo rid a , certo prom ettente, in mezzo in fin e a c ir­ costanze elio suscitano la compiacenza per la po­ litic a che segue il paese, alcuno viene ad osservare che la medaglia ha il suo rovescio e che questo rovescio può essere pessimo.

P er noi che facciamo ogni sforzo onde m antenerci nel campo sereno e calmo della osservazione spas­ sionata, non desta m e ra vig lia che oggi siamo accu­ sali di pessimismo, come eravamo accusati qualche tempo fa di o ttim ism o soverchio. A nzi, appunto per­ chè è m obile assai il giu d izio della folla, la quale giudica più spesso per sentim ento che per riflessione, può essere che noi dell ’Economista, obb liga ti p iù a rifle tte re che a sentire, ci troviam o in quel giusto mezzo, che è lontano.tanto dagli entusiasmi eccessivi, come dai subitanei sgomenti.

Ecco perchè siamo contenti di tro va rc i, ad esem­ pio, d’ accordo col Diritto, che suole sempre avere in cose economiche e finanziarie autorevole parola ; però g iudichiam o che l ’ egregio confratello intraveda bensì la verità , ma non voglia o non sappia d irla tutta. Ci troviam o d’ accordo nel ritenere che un trattato di com m ercio colla Francia, se si farà, non potrà essere che una transazione su interessi diversi, la quale transazione lascierà a lcu ni contenti e m o lti scontenti ; ma non ci troviam o d’ accordo quando egli ci oppugna che sia stalo un e rro re suscitare presso i p ro d u tto ri ita lia n i tante speranze quante furono destate in questa circostanza.

Il Diritto ha troppo buona m em oria per non r i ­ cordare che la denuncia del trattato colla Francia e co ll’ A u s tria -U n g h e ria avvenne dopo aver lasciato che le Camere di C om m ercio chiedessero quasi tu tte quella d en u n cia ; — il Diritto non ha dim en­ ticato che in alcune im p o rta n ti città sorsero asso­ ciazioni com m erciali, che ebbero per program m a il protezionism o o, come si dice ora, il dazio com pen­ satore, e queste associazioni presero tanta

p.eponde-ranza che dettarono quasi la nuova tariffa doganale; — il Diritto non ha dim enticato che 1’ on. E llena nella relazione della inchiesta doganale _ fino dalle p rim e pagine m ette in canzonatura i lib e ri scam bisti, ed atteggiandosi ad economista, manifesta una nuova teoria sui dazi, che è la espressione p iù spiccata del protezionism o, e form a il caposaldo della rela­ zione ; _ fi Diritto in fin e non può a ve r d im e n ti­ cato che nella relazione d e ll’ on. Luzzatti ad ogni pagina, ad o g n i capoverso si trova stampato : — « questa in d u stria deve essere protetta » ovvero « è necessario che questa ind u stria sia messa in « grado di vincere la concorrenza straniera » ecc.ecc.; che nella stessa relazione del L uzzatti si trova ad ogni m om ento un inasprim ento d i dazi a paragone delle proposte della Commissione d’ inchiesta, inasprim ento quasi sempre giustificato soltanto con ciò ch e o I in d u ­ striale A, o l’ associazione B domandano un au­ mento di protezione.

Noi non contestiamo certo la competenza degli onorevoli Luzzatti ed E llen a nelle g ra v i questioni che sono im plicate coi trattati di com m ercio, anzi siamo di­ sposti a riconoscerne lo ro m oltissim a, ma dubitiam o assai, e crediam o di averne b uoni m o tiv i, che essi sieno g li u o m in i più adatti a s tip u la re u n trattato nel senso e colle tendenze che il Diritto assieme a noi sembra desiderare. Il Diritto, ci concederà che ben diverso è discutere e stip u la re un trattato col proposito di m oderare la tendenza protezionista, a ltro è d iscute rlo e stip u la rlo coi proposito di a vvicina rsi p iù che sia possibile al lib e ro scambio. E noi non abbiamo nessuna fiducia che g li on. E llen a e L u z ­ zatti sappiano trattare, seguendo la seconda di que­ ste tendenze.

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intavolare le tra tta tive del nuovo trattato non nel senso di raggiungere la m aggiore protezione possi­ bile, ma di conquistare la massima libertà possibile? A questo p un to n o i vorre m m o che i l Diritto c i rispondesse; e sarebbe m olto interessante poiché ser­ virebbe a fa r d isting u ere nettamente g li a m ici dagli avversari.

E giacché siamo a discorrere dei tra tta ti d i com ­ m ercio e degli a rtic o li del Diritto, non dispiaccia al giornale rom ano che rile v ia m o una sua frase, la quale, a nòstro avviso, rifle tte il sistema con c u i si è in Ita lia trattata questa im portante materia.

Il Diritto dice che la F rancia ci manda i suoi p rodotti m a n u fa tti, tra cui prevalgono i tessuti di lana, di seta e di cotone. Sem brerebbe che nella im ­ portazione della F ran cia quelle tre voci prevalessero, come prevalgono n ella nostra esportazione in Francia il vino, l ’ olio e la seta tratta, lo quali tre sole voci rappresentano 258 m ilio n i sui 4 16 m ilio n i di nostra esportazione. — O r bene nel 1 8 8 6 la Francia ci ha mandato 19 m ilio n i d i tessuti di lana, 30 di tessuti d i seta, 6 m ilio n i d i tessuti d i cotone, in tu tto 55 m ilio n i, cioè poco p iù di un sesto della totale im p o r­ tazione.

Pare al Diritto che se otterrem o di escludere questi 55 m ilio n i, anche senza che la Francia esiga nulla da noi, avrem o rip o rta ta una v itto ria che v a rrà a m odificare la condizione in d u stria le dei nostro paese ? — Povero paese in v e ro se la sua prosperità econo­ mica dipendesse da 55 m ilio n i d i importazione !

UNO SCIOPERO MODELLO

Non ci p eritia m o a chiam are così quello che ebbe term ine felicem ente in M ilano il prim o di q ue­ sto mese, dopo aver tenuto per lun g hi g io rn i nello scorso settem bre lontani dal lavoro non m eno di d ie cim ila m u ra to ri. Si m erita questo tito lo per la unanim e solidarietà, per il serio, tra n q u illo e c iv ile contegno, Col quale seppe condursi, a tutela dei p ro p ri interessi, una schiera tanto numerosa di per­ sone, tu tte appartenenti a una delle p iù modeste classi della grande fam iglia operaia, in una città in c u i le questioni sociali ed a ttin en ti a ll’ organizza­ zione del lavoro sogliono trovare il terreno alquanto favorevole alla agitazione e alla lotta viva.

È noto che causa dello sciopero fu un m ig lio ra ­ mento del salario e d e ll’ orario, chiesto dai m u ra ­ tó ri e negato dai capom astri. M ediante l’ accordo in te rve n u to , il salario subisce un aumento, l’ o rario non m uta, ma nella stagione d’ inverno essendovi meno ore di lavoro, ciascuna ora viene re trib u ita qualcosa più che nella stagione d ’ estate. L ’ accordo si concretò in una convenzione sottoscritta dai ra p ­ presentanti delle due p a rti interessate e da alcuni volonterosi che si adoperarono per conciliarle. Essa poi istituisce una Commissione di a rb itri incaricata di m antenerla ed applicarla e di procedere alla r i­ partizione degli operai nelle categorie previste (co­

muni, cioè, buoni e scelti) per ciascuna delle q ua li

è stabilita una diversa m isura di salario. G li a rb itri vengono nom inati in num e ro eguale dai m u ra to ri e dai capim astri, e in caso di contestazione si scelgono u n presidente estraneo alle due p a rti. L ’ idea ci pare

o ttim a , tanto p iù che la detta Commissione, se darà p rova di funzionare in modo lodevole, può servire a sciogliere le controversie di p iù specie che in av­ ven ire fossero per sorgere. Certo, una sim ile is ti­ tuzione corrisponde al provvedim ento suggerito an­ che pel nostro paese dalle persone che p iù prendono a cuore, e con cognizione di causa, le odierne questioni del lavoro, ed in a ltri paesi fa già buona prova. Giova sperare venga im itata in altre città d’ Ita lia e anche nella stessa M ilano dagli operai addetti ad altre in d u strie .

Ma nel recente sciopero dei m u ra to ri m ilanesi ciò che p iù ci interessa non è la sostanza, è il modo.

Che le loro domande fossero giuste, sembra p ro ­ va rlo i l fa llo che i capim astri, dopo avere a lungo resistito, hanno fin ito per cedere, dapprim a in n u ­ m ero d i 500 , poi tu tti qua nti. Ma non lo prova in modo assoluto, giacché in fin de’ conti se anche giuste non fossero state interam ente, forse essi avrebbero dovuto in ogni m odo chinare i l capo d i­ nanzi ad una così unanim e fermezza dei m u ra to ri, resa rispettabile e financo sim patica agli occhi della cittadinanza dalla assenza di q ua lsia si' benché lieve disordine.

In fa tti i m u ra to ri si riu n iro n o pacificam ente n e l- I anfiteatro d e ll’ Arena e là stettero accampati più g io rn i, a guisa d’ una trib ù dei tem pi a n tic h i, sp in ­ gendo l’ operosa previdenza fin o ad im piantare le cucine economiche. Resero così superfluo qualunque inte rven to d e ll’ A u to rità di pubblica sicurezza e dei- 1’ A u to rità g iu d izia ria .

Ciò sembrerà naturalissim o, ma per q uello che concerne l ’ A u to rità g iu d izia ria , disgraziatamente non lo è. D iciam o disgraziatamente, giacché la nostra legislazione è su questo punto così viziosa che pone la m agistratura al b ivio di im m isch ia rsi dei m o tiv i e d e ll’ indole enonomica d ’ un dato sciopero, con manifesta ingiustizia, o di non im m ischiarsene, con manifesta illeg alità .

E d invero I’ art. 3 8 6 del vigente Codice Penale suona così :

« O gni concerto di operai che tenda senza ragio- « nevole causa a sospendere, im pedire, o rin ca ra re « i la v o ri, sarà punito col carcere estensibile a tre

« mesi, seinprechè il concerto abbia avuto un p rin - « cipio di esecuzione. »

E il successivo a rt. 3 87 rincara la dose e dispone : « Nei casi p reve du ti dai due precedenti a rtic o li * ( il 385 contem pla le coalizioni di im p re n d ito ri, « padroni, capom astri, o capofabbrica), i p rin c ip a li « istig ato ri o m o to ri saranno p u n iti col carcere per « un tempo non m in o re d i sei mesi. »

Ora si potrebbe dom andare: Come mai non si è mosso nessun rappresentante del P ubblico M inistero? S i vu o l supporre, per comodo di causa, che i p rin ­ cipali istig ato ri e m o to ri non si sieno potuti sco p ri­ re ? Supponiam olo pure, e lasciam o d o rm ire in pace 1’ a n . 387 de! Codice Penale. — Ma resta l ’ a rt. 3 8 6 , in cui, a parte il dispositivo, v i sono due caratte­ ristiche clausole condizionali che determ inano la p u n ib ilità ; vale a d ire il principio di esecuzione e la mancanza di ragionevole causa a scioperare. Della prim a è superfluo parlare. V i fu ben a ltro che un

principio di esecuzione, se per due in tie re s e tti­

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16 ottobre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 667 rin c a ra re i la v o ri, da indagare se ragionevole o n o :

disposizione assurda, se al mondo mai ve ne furono, come avemmo occasione di d ire le m ille volte , una disposizione tuttora vigente e che non può lasciarsi lettera m orta. Come mai il P ubblico M inistero non si è m osso? Forse perchè non v i fu querela p ri­ vata? Ma « I’ azione penale è essenzialmente pub­ blica » (a rt. 2 del Cod. di P roc. P enale); la que­ rela della parte lesa è necessaria non per regola ma solo per eccezione, in casi tassativamente deter­ m in ati, c u i il Codice Penale annovera man mano. — E forse perchè al P ubblico M inistero, c u i spetta prom uovere d’ u ffic io 1’ azione penale pei c rim in i e pei d e litti quante volte u n fatto abbia o possa avere carattere di reato, non è parso che, nel caso con­ creto, tale carattere si riscontrasse? Ma può nessuno accontentarsi d i questa conclusione? Se è già a rdila (è in g iu s tific a b ile , aggiungiam o tra parentesi) la presunzione della legge, che a ttribuisce alla m a­ g istra tura giudicante tanta competenza n elle più ar­ due e delicate m aterie economiche, da poter d is tin ­ guere e decidere se le cause d eterm ina nti d’ uno sciopero sieno ra gio ne voli o no, come può am m et­ tersi che altrettanta competenza in m ateria s’ abbia ad a ttrib u irs i perfino alla m agistratura inq u iren te?

Oh, lo sappiamo benissimo : quest’ u ltim a avrà creduto opportuno astenersi, perchè il contegno fe r­ mo ma pacifico dei m u ra to ri, q uello ostinato e in ­ transigente dei capom astri, i g iu d iz i della stampa e q u e lli d i tutta la cittadinanza, lo avranno inte ra ­ mente persuaso che nello sciopero non v i fosse alcuno d i quei m o tiv i irragionevoli che potessero, a te r­ m in i d i legge, costitu irn e il carattere delittuoso. — E di siffatta sua astensione non possiamo fuorché com piacerci, m entre viceversa il suo in te rv e n to avrebbe novantanove per cento im pedito o guastato q u e ll’ esito felicissim o della vertenza tra le due p arti interessate, che ha avuto luogo con soddisfazione e am m irazione di tu tti.

Ma quando una legge non turba l ’ andamento dei fenom eni sociali se non a patto di non v e n ire ap­ plicata, è chiaro come il sole che la legge stessa è cattiva e vuo l essere abrogata o corretta.

A questo, e non ad a ltro , volevam o ven ire : ad una u lte rio re raccomandazione, dopo tante che ne abbiam fatte, perchè si p o rti una rifo rm a alla no ­ stra vigente legislazione penale in m ateria d i coa­ liz io n i e di scioperi. P iù volte ne abbiamo additata la necessità in occasione d i dolorosi processi, come, per d irn e una, quando venne d ib a ttu to due anni or sono, quello per g li scioperi dei contadini del M antovano. Questa volta crediam o dover fare lo stesso, benché con inverso ragionam ento, in seguito al serio e ben condotto sciopero dei m u ra to ri m i­ lanesi. — Si lasci libera ogni coalizione pacifica e consapevole di ciò che fa, si re prim an o solamente il ra g g iro adoperato talvolta dai p rom otori e le v io ­ lenze usate anche p iù spesso o dai p ro m o to ri o dai partecipanti allo sciopero contro i loro com pagni di la v o ro ; ma non si m enom i la maestà della legge penale pretendendo d isciplinare con essa le cause e i m odi degli sva ria ti e m u ltifo rm i fenom eni eco­ n om ici ; non si com prom etta il credito m orale della m agistratura, costringendola o a non applicare la legge vigente o ad applicarla con frequentissim a lesione di quella giustizia di cui deve essere custode e vindice.

In ve rità , tra tante effìm ere agitazioni e p u e rili

propagande che ?i fanno sorgere e diffondere nel paese, una lodevole e benefica m eriterebbe tro v a r posto, intesa ad ottenere dai poteri le g is la tiv i una legge d’ un paio di a rtic o li che abrogasse i p rim i q u a ttro o cinque del Capo II, T ito lo Y , L ib ro I I del Codice Penale, e disciplinasse p rovvisoriam ente la m ateria in attesa da u n lato dei nuovo Codice Penale, d a ll’ a ltro della istituzione di p ro b iv iri, e di trib u n a li a rb itra li per le questioni del lavoro.

Se potessimo fare sicuro assegnamento sulla ap­ provazione del nuovo Codice Penale nella sessione parlam entare im m inente, a llora f o r s e , . . . .

Ma lo possiamo ?

ALCUNI C IN I SULLE FERROVIE STRANIERE

Parlando e giudicando del modo col quale le S o­ cietà italiane esercitano le linee, si cita, non sempre con completa cognizione delle cose, l ’ esempio delle fe rro vie straniere, e solo perchè queste fanno d iv e r­ samente da noi si conclude che fanno m eglio, senza cercare d’ analizzare questo diverso modo di esercizio che alletta e piace sulle p rim e , come alletta e piace sovente una cosa nuova in confronto di quella da lungo usata della quale per l ’ abitudine d i adoperarla si conoscono tu tti g li inconvenienti a cui dà luogo, che non è facile ritro v a re subito nella nuova espe- rim entata.

P e r questo fatto, che non è solo d e ll’ Italia ma di tu tti i paesi, crediam o non sarà discaro una espo­ sizione delle varie vicende a cui andarono soggette le p rin c ip a li Im prese fe rro via rie , la quale perm etterà di tra rre u tili am m aestram enti anche per n oi, dedotti dopo cocienzioso esame delle vere condizioni di cia ­ scun esercizio.

C i varre m o nel nostro studio sia dei dati sta tistici p ub blicati dalle va rie Società, sia dei ra p p o rti u ffic ia li, quale ad esempio quello del M alezieux del Roederer sia di a lcu ni a rtic o li p u b blicati nei g io rn a li tecnici ing le si e del B elgio, sia di opere im p o rta n ti sulle fe rro vie , quale quelle, per cita rn e alcune, dello Sw abe, del De F ra n q u e v ille e sopratutto la recente ed im p ortante pubblicazione del Sig. N oiil.

P rin cip ie re m o dalle linee americane, facendone un breve cenno storico, massime finanziario.

Stati Uniti

G li Stati U n iti costruirono le lo ro p rim e ferro vie contemporaneamente ai p rin c ip a li Stati E u ro p e i, e m entre nel 1833 si avevano in esercizio soli 82 c h ilo m e tri in F ran cia , 3 o 6 in In g h ilte rra e pochis­ sim i negli a ltri paesi, g li S tati U n iti già contavano 1 2 0 0 c h ilo m e tri in regolare esercizio.

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N egli S tati U n iti il p rin cip io della completa libe rtà e della inizia tiva privata ebbe il sopravvento su quello del m onopolio e d e ll’ ingerenza governativa. Le li­ nee vennero concesse a Società a ll’ in fu o ri d i qua­ lunque responsabilità del G overno e solo sotto la riserva di alcune clausole relative alla polizia, non lim ita n ti per n ulla la libertà degli esercenti. — Cia­ scun Stato, essendo a rb itro delle concessioni accor­ date nei lim iti del proprio te rrito rio , salvo alcuni casi d’ o rdine generale previsti dalla costituzione, ha potuto avere una propria rete, indipendente da quelle degli S tati v ic in i, e con poteri estesissimi.

Si ebbe così una rete che si costituì in modo analogo a quanto avvenne in Italia avanti il 1860, quando cioè ognuno degli Stati in cui era divisa la pe­ nisola costruiva le proprie linee curando soltanto g li interessi p articola ri del p ro p rio lim itato te rrito rio senza alcun rig ua rd o ai ra pp o rti cogli Stati v ic in i.

Dopo il 1835 le costruzioni si svilupparono assai e specialmente negli S tati del N ord, p iù a ttiv i e più in d u s tria li di q u e lli del Sud, di guisa che nel 1850 m entre nel Massachussels nel R hode-Island, noi V e rm o n t, nel N e w -Y o rk , nel C onnecticut, nella P en- sylvania, nel N e w H am shire, nel N e w -Y e rs e y , nel D elaw are, si avevano in esercizio circa 11000 c h i­ lo m e tri di strade ferrate, nei d iffe ren ti S tali del Sud non se ne contavano che 3 700.

I d ive rsi S tati però riconobbero subito la somma im portanza che le nuove linee venivano acquistando e l’ influenza che avrebbero ben presto preso nella \ vita economica della Nazione, perciò ritennero con­ veniente, p u r lasciando ai p riv a ti ogni inizia tiva e responsabilità, di in te rv e n ire per viep più spingere le nuove costruzioni.

A lc u n i garantirono i prestiti che i concessionari dovevano emettere per eseguire la loro impresa, al­ t r i diedero somme a fondo perduto, come il N e w -Y o rk , che accordò una sovvenzione di 31,20 0,0 00 alla com­ pagnia d a ll’ Hudson a ll’ E riè .

II sistema della garanzia dei prestiti, per i suoi grandi inco nve nie nti, fu però ben presto abbando­ nato, e fu sostituito d a ll’ altro di concedere g ra tu i­ tamente i terre ni del demanio, sistema che fu pure adottato dal G overno federale, che nel 1880 concesse alla compagnia d e ll’ Illin o is centrale, te rre n i per il valore di circa 90 m ilio n i di franchi.

Le com pagnie poterono in tal guisa eseguire i la v o ri non solo, ma, dando i terre ni adiacenti alle loro linee ad in d u s tria li esperti o lavorandoli d ire t­ tam ente e facendo a b ili com binazioni di tariffe, ebbero subito assicurato un traffico sulle loro strade, e così combinando il costo di produzione col prezzo di tra­ sporto, riu n iti in una sol mano, ebbero modo d i dare un grande sviluppo a ll’ a grico ltu ra ed al traffico delle loro linee.

Non potevano in tale condizione non aumentare rapidam ente le varie re ti e in fa tti nel 1860, 51 Stati sopra 33 possedevano fe rro vie in esercizio, uno aveva le p rop rie linee in costruzione ed uno-solo, l’ Orégon, ne era ancora privo, e in tutta la confederazione si contavano circa 50 m ila c h ilo m e tri in esercizio.

Dopo la g u e rra di secessione la costruzione venne ripresa colla stessa a ttiv ità di prim a d i modo che nel 1871 le varie Compagnie esercitavano Km. 71,800

nel 1875 » » » 120,000

nel 1680 » » » » 135,000

nel 1885 » » » » 224,000

così rip a rtiti :

Nuova Inghilterra... 10,420 Km. Stati del Centro... 28,630 » Stati del Centro-Nord. . . . 67,898 » Stati del Sud-Atlantico . . . 16,582 » Stati del Nord-Ovest . . . . 18,771 » Stati del Sud-O vest...31,441 » Stati del G ulf and Miss. Val. 14,954 » Stati del P a c ific o ... 9,389 » Il m ateriate m obile posseduto dalle v a rie Società era nel 1882

Locom otive. . . 20,116 Carrozze . . . . 14,548 Carri... 653,271

e i ris u lta ti d e ll’ esercizio nel 1881 erano stati per le p rin c ip a li Società i seguenti :

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Questi ca p ita li variarono sensibilm ente dal 4871 al 1885. Nel 1 871, per 7 1 ,8 0 0 c h ilo m e tri in eser­ cizio, si erano spesi 13,523 m ilio n i di fra n ch i, cioè in media 185,500 per c h ilo m e tro ; nel 1875 i 115,500 c h ilo m e tri in esercizio erano costali 2 2 ,0 7 8 m ilio n i di fra n ch i, cioè L . 1 9 1 ,1 00 per ch ilo m e tro . Nel 1885 2 0 7 ,5 4 6 c h il.in esercizio erano costati 3 9 ,2 1 2 ,6 6 5 ,0 0 0 di fra n ch i così rip a rtiti:

A z i o n i...F. 19,088,485,000 Obbligazioni...» 18,828,640,000 Debiti non consolidati . » 1,295,540,000

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L’ E C O N O M I S T A 669 16 ottobre 1887

con una spesa chilom etrica di L . 253,100, la quale è assai infe rio re al costo delle nostre linee. Ma per rendersi conto di tale spesa è mestieri considerare le condizioni eccezionali nelle q ua li le linee am eri­ cane furono eseguite.

A l p rin c ip io della loro coslruzione il costo non superò le L. 1 00 ,0 00 al chilo m etro, m entre in E u ­ ropa si dovettero spenderne alm eno L . 4 0 0 ,0 0 0 e in In g h ilte rra per alcune tratte anche L . 8 0 0 ,0 00 .

L e cause di tale differenza stanno principalm ente in ciò che le re g io n i attraversate dalle linee a m eri­ cane erano in gran parte ve rg in i, q uin di poca o nes­ suna la spesa di espropriazione, i m a te ria li a buon prezzo e m inim a la necessità di costruire grandiose opere d’arte, alcune delle q u a li, se erette presso i centri popolosi, dovettero da noi talune volte essere m onum entali.

E in fa tti sulle linee americane non si incontrano nè g li splendidi viad otti dei nostri valichi alpini ed apenninici, nè i ponti m e ta llici tanto frequenti e costosi, nè le nostre grandiose stazioni, nè tu tte quelle opere m in o ri di custodia, d i sorveglianza, d is trib u ite per tutta la lunghezza delle strade, che ne fanno aumentare grandem ente il costo.

Lo stesso modo di esercizio, fatto senza g uardiani perm anenti, senza le prescrizioni legislative che re­ golano il nostro esercizio, lasciando a ciascun in d i­ v idu o d i sapersi salvaguardare dai tre ni, ha per­ messo un notevole risp a rm io nella spesa d’ im p ia n to . La libertà assoluta accordata alle varie Compagnie, la nessuna ingerei a del Governo nella determ ina­ zione delle tariffe ebbero le stesse conseguenze che si riscontrarono nelle ferro vie inglesi; le Società, cioè, costruirono linee parallele- e si diedero alla p iù sfre­ nata concorrenza, che si tradusse in una continua lotta di tariffe, che condusse alla rovina a m olte Imprese. Nel rapporto al C om m isario delle Strade Fe-rate del 1881 si trova accennato che in quel- l’ a n ro '47 compagnie erano fa llite e 16 erano messe sotto sequestro.

Non essendo stata emanata nè alcuna legge nè alcun regolam ento per disciplinare le tariffe si eb­ bero notevoli oscillazioni nel prezzo del viaggiatore e della tonnellata chilom etro. Una tale condizione non poteva essere neppure accetta al com m ercio, che p rivo di una base stabile sulla quale calcolare i prezzi di trasporto si trovava inceppato in tutte le sue g randi operazioni, massime in quelle a lunga scadenza. — Secondo il rapporto Poor, il prezzo della to n n e lla ta -m ig lio (un m ig lio vale 1 ,6 09 m e tri) sulle fe rro vie da Chicago ai p o rti d e ll’ A tla n tico era

nel 1865 di Cent. 2,945

nel 1875 » 1,284

nel 1885 » 0,767

essendo i tra sp orti corrispondenti ascesi a : Tonn. 22,250,245 nel 1865

» 63,921, 132 nel 7875 » 150,972,025 nel 1885

dando i seguenti p rodotti lo rd i : nel 1865 Dol. 69,825,918 nel 1875 » 107,657, 842

nel 1885 » 144,562,048

di guisa che nel secondo periodo rispetto al p rim o si ebbe un aum ento di tonnellaggio del 18 7 .28 per cento, m entre i p ro d o tti crebbero del 54.20 p e r cento ;

nel terzo rispetto al prim o il tonnellaggio aumentò del 579.72 per cento mentre i prodotti non aum en­ tarono che del 107,02 per cento.

Dal 1881 al 1885, durante i quali anni p iù a c­ canita fu la guerra fra le varie Società, m a g g io r­ mente si fecero sentire g li effetti disastrosi della lotta delle ta riffe ; ne sono una rip ro va i seguenti d a ti:

An n o T a r i f f a p e r t o n n . - m i g l i o T o n n e l l a t e t r a s p o r t a t e P r o d o t t i i n d o l l a r i 1 8 8 1. . ... 0. 912 126,750,151 146,699,556 1 8 8 3. . ... 0. 968 142,655,117 166,564,195 1 8 8 4. . ... 0. 878 144,291,231 153, 735,627 1 8 8 5. . ... 0. 767 151,000,000 144,562,048 O ltre al danno arrecato al com m ercio dalla m o ­ b ilità continua delle tariffe , che non seguì alcuna legge e non obbedì che agli interessi p a rtic o la ri deile varie Società, le compagnie subirono esse stesse g ra v i scosse ed ebbero compromesso il lo ro credito.

Si è già accennato a quanto fu rife rito al C o m ­ m issario delle ferrovie, e ben p iù g ravi sono le r i ­ sultanze d e ll’ inchiesta decretata dal G overno fede­ rale. — O ltre ai fa llim e n ti enum erati nel rap­ porto steso nel 1877, ascendenti com plessivam ente a 4 ,1 5 3 ,02 8,6 24 franchi, nel 1880, in seguito a nuove speculazioni, si ebbe una grave c ris i, che portò il fallim e nto di m olte Società fra cui la com ­ pagnia P hiladelphia and Reading, che esercitava 2 50 0 c h ilo m e tri di strada. Nel 1884, 57 linee, della lu n ­ ghezza complessiva di 17,80 0 c h ilo m e tri furono d i­ chiarate in fallim ento per un capitale fra azioni ed obbligazioni, di 3 ,5 7 3 ,77 5,0 00 franchi, e 45 altre Società, rappresentanti un capitale di 2,81 4,620,000 fra n c h i dovettero m ettersi nelle mani dei S indaci. — ■ In fin e nel 1 8 8 5 erano in fallim ento altre 29 com ­ pagnie esercitanti 5 ,0 3 0 c h ilo m e tri, con un capitale di 1,4 00 ,48 0,0 00 fra n ch i. — A ltre tta n to avvenne nel 1886 per 51 compagnie con un capitale sociale di 2 ,9 5 8 ,4 5 0 ,0 0 0 franchi e per a ltre 17 compagnie esercitanti 8 ,5 56 c h ilo m e tri, con un capitale di 1 ,4 5 8 ,1 0 0 ,0 0 0 franchi.

T a li frequenti disastri, cagionati unicam ente dalla libe rtà assoluta lasciata alle Società e dalla lotta delle tariffe, ebbero i medesimi effetti che si v e ri­ ficarono in In g h ilte rra .

È noto in fa tti che dopo le varie inchieste delibe­ rate dal G overno inglese in seguito al fallim ento di m olte Società, fu con speciale bill s ta b ilito che le tariffe dovevano essere proporzionate a ¡la distanza, o quanto meno per una distanza m aggiore la tariffa non poteva essere in fe rio re a quella stabilita per una distanza m in o re e che le concessioni speciali dove­ vano essere accordate a tu tti coloro che si presen­ tavano nelle condizioni determ inate dalle concessioni stesse. In seguito a tale bill, m olte Società si fusero e cessò im m ediatam ente la lotta delle tariffe .

In A m erica la coalizione delle varie Soetetà ebbe luogo senza l ’ intervento del Governo ; le Società m i­ nacciate da ro vina si fusero e le più potenti inco rp o ­ rarono le a ltre incapaci di continuare la lotta.

Così nel 1878 si form ò una associazione d i 38 compagnie, costituenti una sola impresa, d iretta dal G ould, avente l ’ esercizio di 13,00 0 c h ilo m e tri.

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dalle nuove Società coalizzate e perciò Io Stalo, m al­ grado la sua ripugnanza a volersi in g e rire nelle questioni di fe rro vie , dovette emanare un bill, detto

bill di com m ercio fra g li Stati, il quale ha molta

analogia con quello emanalo dal Governo inglese. Già con a tti a n te rio ri il Governo aveva dim ostrato l ’ intendim ento di v o le r in v ig ila re s u ll’ esercizio fe r­ ro v ia rio . — La creazione dei State Bailroacls com­

missionerà a c o n tro llo ri delle strade ferrate ne sono

una rip ro v a .

I l n um ero dei m e m b ri di tali com m issioni di con trollo è in generale d i tre o di cinque, nom inati o dai g overna tori degli Stati o dal potere legislativo. — In alcuni Stati nessun re qu isito tecnico è richiesto per essere nom inato com m issario, in a ltri invece oc­ corre di essere ingegnere.

Le a ttrib uzio ni, la giurisprudenza, i g iu d ica ti delle singole com m issioni variano da Stato a Stato, e per talu ni sono determ inati per legge. In v a ri Stati le com m issioni sono solamente corpi co n sultivi che si lim ita n o a stendere un rapporto a ll’ assemblea le g i­ slativa nel quale esprim ono il loro avviso sulle que­ stioni che sono sottoposte al loro esame. — In a ltri invece sono i g iu d ic i delle controversie fra pubblico e Società. — In Georgia ad esempio vennero date le p iù am pie facoltà ai com m issari, fino al punto di lasciar loro il d iritto di fissare le tariffe.

La creazione delle com m issioni di con trollo in ciascun Stato non fu però rite n u ta sufficiente garan­ zia per la tutela degli interessi del pubblico, e per­ ciò si credette necessario l ’ inte rven to del Governo federale. E ra m estieri tro va r modo di regolare la questione delle tariffe , questione im portante e che tocca g li interessi di tu tti e la c u i soluzione è stata ed è tuttora assai d iffic ile anche nei paesi dove il Governo ha una estesa ingerenza n e ll’ esercizio delle ferro vie .

F u q u in d i invocato l ’ a rtico lo della costituzione che dà al congresso il potere « di regolare il com­

mercio colle altre nazioni, il commercio fra gli Stati della confederazione e colle tribù indiane e di fare tutte le leggi necessarie a tal fine ».

In base a tale a rtico lo il Senato ordinò una se­ vera inchiesta, le cui risultanze servirono per la d i­ scussione e la votazione che avvenne nella sessione del 1886, del bill di commercio p iù sopra citato.

Tale bill restrinse i poteri dei concessionari e p u r rispettando i d ir itti delle v a rie società, conciliò g li interessi di queste con q u e lli del pubblico e del com m ercio.

Due clausole del bill am ericano hanno analogia con q uelle del bill inglese, e sono, la p rim a che inte rd ice la coalizione dalle varie Società, dando così soddisfazione ai reclam i del p ubblico, la seconda che dichiara illeg ale il fatto di tassare ad un prezzo su­ periore il trasporto dei v ia g g ia to ri e delle m erci nelle stesse con dizion i per una distanza p iù corta, che per una distanza m aggiore.

O ltre queste disposizioni, altre ne com prende il

bill am ericano, tra le q ua li una che prescrive la

pubblicazione periodica delle ta riffe e di tutte le m odificazioni che v i sono apportate.

Per tutte queste cause i ris u lta ti d e ll’ esercizio delle linee am ericane degli S tati U n iti variano gran­ demente.

Nel 1871 i 1 prodotto netto d e ll’ intie ra rete fu di fr. 7 0 8 ,3 32 ,00 0, delle quali 2 82 ,2 83 ,40 5 da r ip o r ­ tarsi come dividendo alle azioni; nel 4875 il prodotto

netto fu di 9 27 ,5 33 ,00 0 fr., il dividendo d istrib u ito di fr. 3 4 7 ,4 7 4 ,0 0 0 ; nel 4877 il prodotto netto discese al 8 5 4 ,8 83 ,30 0e il d ividendo d is trib u ito a 2 92,834,600.

Nel 4882 e nel 4883 i p rodotti aum entarono per d im in u ire poi grandemente nel 4884.

Ecco il risu lta to degli u ltim i a n n i:

Anno Miglia viaggiatore Miglio-tonnell.ta 1882 2,422 1,236 1883 2,514 1,236 1884 2,514 1,124 1885 2,514 1,057

T a li furono le fasi attraversate dalle va rie C om ­ pagnie degli Stati U n iti, che, come si disse ripetuta- m ente, hanno m olta analogia con quanto avvenne in In g h ilte rra , appunto perchè nei due paesi si lasciò a ll’ ind u stria privata la massima lib e rtà , volendo il G overno avere la m in im a ingerenza sia nel rig ua rd o delle costruzioni che in q uello d e ll’ esercizio delle linee.

(Continua)

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16 ottobre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 671

R ivista (Economica

La p o p o lazio n e fra n c e s e n e l 1 8 8 6 .I l co ngresso d ei s o c ia lis t i tedeschi.Le o p e ra z io n i d e lla s ta n z a d i com pensazione d i P a r ig i d a l 1 8 7 2 in p o i. Il m ovim ento della popolazione francese è da qual­ che anno m eritevole dello studio più attento e a c ­ curato per le tendenze ch’ esso riv e la . I le tto ri sanno che tra tu tti i paesi, la F rancia èfquello la cui popola­ zione aumenta con una lentezza tale che senza la m in ore m o rta lità quasi la renderebbe stazionaria. Se ne può avere una prova palm are nelle c ifre re lative al m ovim ento della popolazione francese durante il 1886 recentemente pubblicate. I re sultati sono invero p eg gio ri, in un certo senso,di q u e lli del 1885.

Ciò che anzitutto colpisce quando si percorra quella statistica è il tenuissim o aumento della popo­ lazione. Mentre n e ll’ anno 1885 l ’ eccedenza delle na ­ scite sulle m o rti era stata d i 8 3 ,4 6 4 l’anno passato questa differenza è scesa a 3 2 ,5 6 0 . È la cifra p iù piccola che si possa trovare dal 1873 in poi. E non v i è che il 1880 il quale possa essere confrontato al 1 88 6 e in q u e ll’ anno l’ eccedenza era ancora mag­ g iore, essendo stata di 6 1,940.

Questo risu lta to è dovuto alla circostanza che le nascite furono in fe rio ri d’ assai a quelle delle annate precedenti, m entre la c ifra dei decessi dinota una progressione sensibile. Le nascile furono in fa tti 9 1 2 ,7 8 2 contro 9 2 2 ,3 0 0 nel 1885; 9 3 7 ,7 0 0 nel 1884 e 9 3 3 ,5 0 0 nel 1 883.

L a dim inuzione delle nascite da qualche anno è un fatto notorio e il fatto è ancor p iù degno di attenzione quando si osservi che m entre la natalità generale della Francia dim inuisce, il num ero delle nascite ille g ittim e è in continuo aum ento. Dal 1873 al 1877 la media annuale delle nascite ille g ittim e non sorpas­ sava 6 8 ,1 8 6 ; nel periodo quinquennale successivo essa fu di 68,87 2 e la media dei quattro anni 1883 a 1886 si eleva a 7 4,659.

I m a trim o n i sono in aumento e nei periodi da noi accennati furono rispettivam ente 2 98 ,8 53 , — 280,90 e 2 85 ,0 11 . L ’ aumento delle nascite ille g ittim e viene da qualcuno a ttrib u ito alla presenza in F ran cia d i un forte num ero di operai stran ieri, il più spesso celibi ; e ciò perchè si è notato che la cifra degli ille g ittim i è p iù alta nei d ip a rtim e n ti in d u s tria li m aggiorm ente popolati dagli operai stran ieri. L ’u ltim o censim ento francese ha accertato ci 30 m aggio 1886 la pre­ senza di 1 ,1 1 5 ,2 1 4 stra n ie ri, e quantunque crediam o che si esageri la lo ro influenza in questo fatto de­ m ografico, pure non v i possiamo disconoscere che una influenza deve esercitarla.

Passando alle m o rti, la cifra del 1886 è la p iù alta della s e rie : media 1 8 7 5 -7 7 : 8 2 1 ,4 3 7 ; media 1 8 7 7 - 8 2 : 8 4 0 ,9 3 1 ; media 1 8 8 3 - 8 6 : 8 4 9 ,2 5 1 , c i­ fra del 1 8 8 6 : 860 ,2 22 . È ben ve ro che va tenuto conto d e ll’aumento sia p u r piccolo della popolazione ma questo fatto non basta a spiegare la cifra del 1886 che è superiore d i 24,00 0 a quella del 1885.

Se nonché il silenzio com pleto della statistica fra n ­ cese ci im pedisce d i investigare le ra gio ni d i cotale aumento.

Quanto in fin e a ll’ aumento com plessivo della popo­ lazione va notato che esso può dipendere o d a ll’ ec­ cedenza delle nascite rispetto alle m o rti , o d a ll’im ­

m igrazione estera. D a i censim enti d eg li anni 1872, 1876, 4881 e 1886 nonché dalle statistiche annuali si può rile v a re che dal 1872 al 1886, cioè nello spazio di 14 anni, la popolazione francese ha gua­ dagnato 2 ,1 1 5 ,9 8 2 a bitanti, di cui 511,361 ah. per im m igrazione e 1,604,621 per aumento norm ale r i ­ sultante d a ll’eccedenza delle nascite. In a ltri te rm in i l’ aumento della popolazione in Francia è dovuto nella proporzione del 24 0 |o circa a ll’ im m igrazione. E la stampa francese cerca in questo dato una r a ­ gione, e certo di m olla im portanza, per ritenere necessaria e urgente una legge che fa c iliti la natu­ ralizzazione degli stran ieri in Francia.

Qualunque siano i vantaggi o i danni econom ici che derivano da un lento accrescim ento della popo­ lazione non v i ha dubbio che nei rig u a rd i sociali e p o litic i, il tenue e quasi insensibile svilu pp o della popolazione francese è argom ento a serie rifle ss io n i.

— I socialisti tedeschi se vogliono tenere delle r iu ­ nioni sono costretti a darsi convegno fu o ri della G erm ania onde il rig ore delle leggi emanate con­ tro il socialism o non li colpisca con ra p id ità pari alla certezza. È per questo ohe essi hanno tenuto nella settimana precedente un congresso a S chònenw egen, nel cantone di Z u rig o, quasi avvolgendosi nel m i­ stero e senza q u e ll’ apparato e quel fracasso, che per solito accompagnano le assemblee socialiste. La riu n io n e di S chònenw egen ha avuto un concorso più considerevole del precedente congresso d i Copena­ ghen e ha preso alcune riso luzion i di cui i g io rn a li tedeschi danno dei resoconti abbastanza c o n tra d d itto ri.

Secondo la Gazzetta di Voss e quella di F ra n ­ coforte la frazione estrema d el p artito sarebbe r iu ­ scita ad avere il sopravvento e i capi del partito dem ocratico socialista dovrebbero prendere u n ’ a tti­ tud ine p iù intransigente. Secondo a ltri g io rn a li, quan­ tunque le divergenze d i o p in ion i non mancano in seno al socialism o tedesco, tuttavia non v i sarebbero state scissioni al Congresso, andrebbero tu tti d’ accordo.

Del resto non è questo che p iù può interessare perchè è noto che le gradazioni v i sono anche fra i socialisti ; piuttosto convien vedere q u a li furono le decisioni prese dal Congresso. R iguardo alla posi­ zione del p artito di fro n te alla politica dei m e m bri socialisti del P arlam ento tedesco il congresso si è dichiarato « convinto che, oggi come precedente­ mente è a ll’ opera d i critic a e di agitazione che biso­ gna dare la m aggior, im portanza non abbandonandosi alla a ttività legislativa propriam ente detta che n el- l ’ ipotesi in cui — dati, lo stato attuale dei par­ titi e la situazione economica — non v i potrebbe essere alcun dub bio sul v a lo re reale e la portata ef­ fettiva di cotale intervento parlam entare dal punto di vista della classe operaia. » E questa .risoluzione sembra im p lica re piuttosto un voto di biasim o in d i­ re tto per la rappresentanza socialista al Parlam ento germ anico, che non un voto d i fidu cia . Le deliberazioni del Congresso si rife riro n o in o ltre alla posizione che il socialismo tedesco deve assumere di fronte ai progetti p o litic o -s o c ia li che emanano dal governo tedesco, ed alla agitazione elettorale, i l congresso ha condannati i dazi p rote tto ri e resa responsabile la classe d ir i­ gente dello scacco subito dalle leggi destinale a proteggere g li operai.

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nazionale. Questa riu n io n e avrebbe luogo n e ll’ autunno del 1888.

Si è pure deliberato sulla posizione da prendere verso il p a rtito anarchico e fu il signor L ie b - kn e ch t che rife rì su questa questione. Il Con­ gresso votò alla unanim ità la dichiarazione se­ guente. La teoria sociale anarchica in quanto vuole la autonom ia assoluta d e ll’ in d ivid u o è anti—socialista. Essa non è a ltro che lo sviluppo a ll’ estremo del l i ­ beralism o b org h ese; essa è contraria ai p rin c ip ii so­ cia listi, i q u a li statuiscono la comunanza dei mezzi di produzione e la regolamentazione del lavoro da parte della società e nuoce alla causa con il ricorso alla violenza che essa preconizza, la quale è un mezzo più reazionario che rivo luzion ario. » Dopo aver raccomandato diverse rifo rm e e una più attenta sor­ veglianza sulla stampa socialista, il congresso ha vo ­ tato delle m odificazioni da in tro d u rs i nel program m a del partito e ha incaricato d i questo una com m is­ sione di tre m e m b ri la quale dovrà tener conto di u n emendamento reclamante I’ espropriazione del suolo e dei mezzi di produzione. Finalm ente l ’assem­ blea ha in flitto un voto di biasimo ai m em bri del par­ tito che hanno rifiu ta to di firm a re la circolare pub­ blica con la quale g li aderenti sono stati a v v e rtiti della riu n io n e del Congresso.

Da cro n isti fedeli, abbiam o creduto d i dover dare questo cenno sul congresso dei socialisti tede­ schi ; ma il lettore com prenderà che non possiamo q u i occuparcene u lte rio rm e n te ; a ltrim en ti v e rre m ­ mo a fare della réclame a un congresso che davvero non la m erita. Noterem o solo, prim a d i f i­ n ire che la posizione assunta dai socialisti d i fronte al protezionism o, tanto sotto form a di dazi che di re s triz io n i al lavoro, non dovrebbe essere trascurata dai fa u tu ri d i quelle m isure i quali appartengono alle così dette classi d irig e n ti. Il socialismo tedesco ne vede le tris ti conseguenze e i fallaci ris u lta ti e com incia a rib e lla rs i a quelle m o lte plici panacee che la scolastica economica tedesca ha escogitate. Ma è peccato inve ro che esso non veda anche di quali e rro ri si fa alla sua volta banditore.

— I dati re la tiv i alle transazioni liqu ida te dalle Stanze di compensazione sono uno dei vari indizi che rive lan o lo stato degli'afTari e le tendenze che si vanno m anifestando. E l’ im piego delle stanze di compen­ sazione si è andato sempre più estendendo in tu tti i paesi sebbene in m isura assai diversa. Il che dipende anche d a ll’ essere più o meno recente l’epoca d e ll’ a­ dozione di questo sistema e dalle a bitud ini che la classe com m erciale di un dato paese ha preso e con­ serva con m aggiore o m inore tenacia.

Così a P a rig i la stanza di compensazione dei banchieri funziona solamente dal 1872, essa conta u nd ici case bancarie cioè : la Banca di Francia, il C om ptoir d’ escompte, il C redito F o n d ia rio , il C re ­ dito In d u s tria le e C om m erciale, la Società dei de­ positi e conti c o rre n ti, il C redito Lionese, la Società generale, la Banca di P a rig i e dei Paesi Bassi, la Cassa com m erciale e le case Claude Lafontaine, Mar- tine t et C.ie, L e h id e u x et C .ie, T h ó lie r et Henrotte.

Dal 1872 al 31 dicem bre 1886 il m ontare dei diversi v a lo ri presentati alla compensazione è stato di 48 m ilia rd i e 8 2 m ilio n i e questa somma è stata liqu ida ta nel seguente modo : 36,01 0 m ilio n i in compensazioni e 1 2,07 2 m ilio n i in mandati, ossia con danaro.

L e spese sono d i 1300 fra n ch i per ogni stabili­

mento. Ecco, secondo la Revue des banques del set­ tem bre scorso, i dati re la tiv i alle operazioni com ­ piute dal 1872 ad oggi :

Es e r c iz i o Am m o n t a r e D E G L I E F F E T T I p r e s e n t a t i a ll a c o m p e n s a z io n e Co m p e n s a t i Ef f e t t i N O N C O M P E N S A T I 1 8 7 2 1 ,6 0 2 ,5 8 4 , 727.51 1 ,0 5 6 ,8 4 0 ,3 8 6 .1 9 5 45 ,74 4,3 41 .3 2 1 8 7 3 2 ,1 4 2 ,4 0 2 ,8 4 5 .4 8 1 ,3 9 7 ,1 0 4 ,8 9 7 .8 9 7 45 .197,947.59 1 8 7 4 2 ,0 0 0 ,7 4 0 ,6 9 2 50 1 .4 1 7 ,4 9 »,8 6 4 98 5 92 ,24 4,8 27 .5 2 1 8 7 5 2 ,2 1 3 ,7 2 4 ,8 6 0 .5 8 1 ,5 6 9 ,0 2 8 ,5 6 0 .5 1 6 4 4 , k96,300.07 1 8 7 6 2 ,5 9 8 ,6 0 7 ,8 9 4 .4 2 1 ,8 8 1 ,6 8 9 ,9 0 9 .2 4 7 16 ,91 2,9 85 .1 8 1 8 7 7 2 ,1 9 9 ,5 9 3 ,4 1 8 67 1 ,6 2 6 ,7 2 4 , 453.53 5 72 ,86 8,9 65 .1 4 1 8 7 8 2, 6 2 8 ,2 4 3 ,7 4 3 .2 1 2 ,0 0 0 ,7 9 5 , 243.92 627 .44 8,4 99 .2 9 1 8 7 9 3, 222, 7 4 5 , 255.48 2 ,4 4 0 ,1 1 5 ,6 4 4 .3 0 7 82 ,62 9,6 11 .1 8 1 8 8 0 4 ,0 8 4 ,5 3 4 ,7 8 5 .2 1 3 ,0 9 1 ,7 7 8 ,6 6 2 .3 3 9 92 ,75 6,1 22 .8 8 1 8 8 1 4 ,5 4 5 ,1 0 4 , 234.38 3 ,3 9 1 ,0 6 8 ,3 1 5 .2 1 1 ,1 5 4,0 35 ,91 9 .1 7 1 8 8 2 4 ,1 5 8 ,8 0 6 ,7 9 3 84 3 ,1 0 1 ,4 2 0 ,3 9 9 .4 3 1 ,0 5 7 ,3 8 6 ,3 9 4 .4 1 1 8 8 3 4 ,2 1 8 ,8 2 8 , 0 74.79 3, 1 8 7 ,9 6 1 ,5 2 7 .8 9 1 ,0 3 0 ,8 6 6 ,5 4 6 .9 0 1 8 8 4 4 ,1 4 2 ,5 6 2 ,4 83.95 3 ,1 9 5 ,3 3 7 ,1 0 4 :7 8 9 i7 ,225,379.17 1 8 8 5 3 ,9 2 3 ,9 2 3 ,6 7 7 26 3 ,1 2 8 ,5 5 1 ,3 4 2 ,0 2 7 9 5 ,3 7 2 ,3 3 5 .2 4 1 8 8 6 4 ,3 9 1 ,6 1 6 ,6 2 4 .5 5 3 ,5 2 4 , 2 8 5 ,84 2.3 4 8 67 ,33 0,7 82 .2 7 4 8 ,0 8 2 ,9 2 0 ,1 1 1 .8 3 3 6 ,0 1 0 ,1 9 8 ,1 5 4 .5 6 12,072,721,957.21

Come può vedersi da questi dati la stanza di compensazione di P arigi ha progredito m olto in questi l o anni, poiché le somme compensate pas­ sarono da un m ilia rd o nel 1872 a 3 m ilia rd i e mezzo nel 1 8 8 6 -8 7 .

Essa non ha però ancora raggiunto quello s v i­ luppo immenso che hanno avuto le clearing-houses

ing le si e am ericane.

LE OPERE PIE

i i l L o m b a r d i a e n e l P i e m o n t e

La D irezione generale della statistica ci ha invia to u n grosso volum e di 636 pagine, che contiene una com pleta, e m inutissim a descrizione delle 393 4 Opere pie esistenti in Lom bardia al p rin c ip ia re del 1 881, e la descrizione dei lasciti di beneficenza che furono fa tti nelle otto p rovin cie lom barde, durante il q u in ­ quennio 1 8 8 1 -8 3 .

La statistica si d ivid e in quattro p arti. N ella prim a parte, ogni p rovin cia form a un tu tto a se, che rac- ro g lie la denom inazione delle sue Opere pie, il loro fine , la data della loro fondazione e dello Statuto organico, la form a della lo ro am m inistrazione ed il lo ro stato patrim oniale a ttivo e passivo , non meno che quello delle lo ro entrate e spese. N ella seconda si ha lo. svilu pp o delle notizie sul p a trim o n io , en­ tra te é spese delle Opere pie riassunte secondo i tip i d i benefioienza p e r c irc o n d a ri e p rovin cie . La terza tra tta delle spese di beneficienza sostenute dai Co­ m u n i e dalle P ro vin cie , e la quarta raccoglie le no­ tizie sulle Opere pie fondate dopo il 1 88 0 fin a alla fine del 1 88 3, e sui lasciti fatti nello stesso tempo ad Opere pie preesistenti.

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16 ottobre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 673 V i è stato adunque un aumento di 1 1 48 Opere pie,

e la relazione che precede le varie statistiche, osserva in proposito che non sempre la diversità di un num ero corrisponde ad un reale aumento e ad una effettiva riduzione degli is titu ti di benefìeienza. La differenza nel num ero delle Opere pie indicate nelle varie sta­ tistiche dipende in parte da c rite ri d ive rsi, che in alcuni periodi di tempo prevalsero sulla convenienza o meno, che gli oneri di beneficenza esistenti a ca­ ric o del patrim onio d i altre opere pie, venissero r i ­ conosciuti come fondazioni autonom e. D’ a ltra parte avviene che m olte congregazioni di carità n e ll’ invia re le loro notizie statistiche , dim enticano di scinderle secondo le varie opere pie autonome, che a m m in i­ strano, talché nella statistica figurano i dati di tutte in una sola cifra, come se uno solo fosse l’ ente a cui appartengono.

Fatta questa riserva per c h ia rire la significazione relativa delle c ifre , si trova che l ’ aumento n e ll’ in ­ tero te rrito rio della Lom bardia del num ero delle fon ­ dazioni presenta le seguenti p ro p o rz io n i: 3 V0 per C om o ; 308 per M ila n o ; 139 per Mantova; 130 per per Pa v i a; 77 per B ergam o; 49 per C re m o n a ; i l per Brescia e 24 per Sondrio. Ove poi il confronto si faccia per tipi di beneficenza, si trova che g li ospe­ dali sono cresciuti da 113 a 1 4 9 ; g li asili in fa n tili da 21 a 1 2 6 ; i posti di studio e le scuole da 66 a 124, g li o rfan otro fi, collegi, conservatori, r it ir i, ecc., da 23 a 79 e le fondazioni per doli da 4 8 2 a 639 .

Se si dividono poi le 3 93 4 opere pie fra le otto p ro vin cie della Lom bardia si hanno i seguenti re ­ s u lta ti: M ilano 1 1 3 0 ; Bergamo 4 4 6 ; Brescia 4 9 7 ; Como 1 1 2 3 ; Cremona 229 ; Mantova 1 7 4 ; Pavia 26Ó e S ondrio 75.

C irca la repartizione delle 3 9 5 4 Opere pie esi­ stenti nei C om uni che compongono le p rovincie L o m ­ barde è da notarsi che le città d i qualche im p o r­ tanza e in generale, i C om uni C apòluoghi di P ro ­ vincia o di C ircondario, sono p iù riccam ente dotati di fondazioni di beneficienza che non i piccoli co­ m uni. I p rim i in fa tti che sono in num ero di 35 e contano 800,271 a b ita n ti, hanno 573 Opere pie , m entre g li a ltri 1397 C om uni aventi 2 ,4 9 0 ,2 9 4 a b i­ tanti ne hanno tre m ila trecento ottantuno.

Nel 1861 i C om uni della Lom bardia che non pos­ sedevano alcuna istituzione di beneficenza (com presi i C om uni tu tti della provincia di Mantova secondo t dati dèi 1 86 7) erano 9 72 con una popolazione di 7 97 ,5 68 a bitanti, corrspondenti al 127 per 1000 della popolazione del com partim ento che era allora d i 3,259 ,63 8. Nel 1880 sopra 1 8 9 8 C om uni, aventi in complesso una popolazione di 3,750,031 abitanti, soli 466 C om uni con 4 69 .4 86 a bitan ti non hanno Opere pie, cioè 126 per 1000 della popolazione, il che però non vu o l dire che questi C om uni non par­ tecipino in nessuna m isura al benefìzio delle Opere pie esistenti, poiché m olte fondazioni esercitano la lo ro azione fu o ri dei con fini in cui ha sede la re - spettiva am m inistrazione.

11 patrim onio lordo di tutte le Opere pie di questa regione, che al 31 decembre 1861 raggiungeva la c ifra di L . 276,7 43 ,00 1, a ll’ istess’ epoca del 1880 aum entò a L . 3 65 ,9 1 8 ,2 0 0 , ed era costitu ito per una metà circa dei beni stabili. La loro entrata com ­ plessiva lorda da L. 17,91 2,0 70 alla prim a di dette epoche era rappresentata da L . 2 6,76 8,2 10 . Al netto le c ifre al 31 dicem bre 1880 s rid u e e - Yano a L . 3 22 ,0 21 ,59 8.8 6 per il p a trim o n io ed a

L . 1 7,725,394 per l ’ entrata complessiva. Quest’ u l- tim a per L . 1 1,172,918 era dovuta alla rendita netta patrim oniale e per L . 6 ,5 52 ,47 6 alle entrate stra o r­ d in a rie, quali le rate pagate da rico ve ra ti, g li assegni stra o rd in a ri di a ltri C orpi m o ra li, il rica vo del la­ voro dei ric o ve ra ti, ecc.

Dal 1861 adunque il valore totale del patrim onio delle Opere pie apparisce cresciuto del 32 per cento, m entre per le entrate com plessive l’ aumento sarebbe del 49,44 per cento. Il m aggiore aumento in cifre effettive tanto per il p atrim o nio quanto per le en­ trate di ocrni provenienza si osserva nella p rovincia di M ila n o cioè da 128 ,3 57 ,72 6 lire al 7 5 ,5 0 4 ,2 1 4 per il p rim o e da 8 ,4 99 ,04 3 a 12,128,631 per le seconde ; il maggiore aumento proporzionale invece si ebbe nella p rovincia di Sondrio, cioè il 128 per cento sul pa­ trim o n io e il 150 per cento nelle rendite. La p ro ­ v in c ia di Cremona presenta una d im inu zio ne del 5 per cento sul patrim o nio , ma la differenza è nega­ tiva , essendo le rendite aumentate del 4 6,32 0 /0 .

Scendendo ad un esame speciale del p atrim o nio , delle rendite p a trim o n ia li, e dalle a ltre re nd ite delle Opere pie della Lom bardia, sia al lordo che al netto, e dividendo le pie is titu zio n i in due g ru p p i secon- dochè appartengono a C om uni Capoluoghi di P ro­ v in c ia o di C ircondario, ovvero ad a ltri C om uni, re ­ sulta che i 33 Com uni lom ba rd i capoluoglu di P ro ­ v in c ia o d i C ircon da rio , sono dotati di 5 73 Opere pie, che assorbivano netto da soli sulle c ifre a n z i- m entovate re lative al patrim onio, ed a ll’ entrata co i- plessiva rispettivam ente L . 338 ,3 00 ,96 0 per il prim o, in base alla loro popolazio ;e di 800,221 in d iv id u i e qu iva len ti a L . 297 per ogni abit., e L . 1 4,125,499 per la seconda, e cioè L . 1 7,63 per ciascun abitante ; m entre tu tti g li a ltri C om uni in cui trovansi 5381 istitu zio n i d i beneficenza, e contano 2 ,4 8 0 ,2 9 4 abi­ tanti, il patrim o nio netto di is titu zio n i toccava soltanto la somma di L . 8 3 ,7 2 0 ,6 3 8 vale a d ire L . 28 per o gn i abitan te; e l’ entrata complessiva L . 3,599,895, equivalente a L . 1,22 per abitante.

Secondo l’ im portanza del p a trim o n io e d e ll’ entrata complessiva al netto predom ina nei capi luoghi di C ir­ condario la P rovincia d i M ilano con L . 1 32 ,0 43 ,42 4 per il prim o, e L. 6,741,949 per la seconda. Seguono Cremona con L . 2 6 ,16 6,7 84 e 1 ,453,918 risp ettiva ­ m ente; poi Brescia con 21,551,931 e 1 ,4 4 9 ,3 0 7 ; Pavia con 20,95 5,1 38 , e 1 ,2 8 5 ,3 4 5 ; Bergam o con 17,22 1,2 85 e 1 ,2 4 6 ,0 9 8 ; Mantova con 1 0 ,43 3,3 03 e 1,120,291; Como con 9 ,172,231 e 7 7 9 ,3 2 4 ; Son­ d rio infin e con 9 3 6 ,9 6 4 e 4 9,376.

Per tu tti g li a ltri C om uni abbiam o invece L . 20,17 5,9 37 e 879 ,1 13 , per q ue lli della P ro vin cia di M ila n o ; 1 6 ,51 9,4 59 per q u e lli della P ro vincia di B ergam o; 1 5 ,29 6,1 76 e 6 39 ,0 39 per q u e lli della P ro vin cia di P avia ; 14,606,211 e 6 31 ,8 19 per i Co­ m u n i della P ro vincia di Brescia ; 8 ,1 2 5 ,2 4 0 e 3 62 ,7 86 p e r q u e lli della P ro vin cia di Como ; 4 ,3 5 9 ,6 9 3 e 1 39 ,9 94 per q u e lli della P ro vincia di Cremona; 2 ,3 15 ,22 7 e 1 39 ,9 94 per q u e lli della P rovincia di M antova; finalm ente 1 ,8 9 2 ,7 1 5 , e 9 7 ,8 0 3 per q u e lli

della P ro v i eia d i S ondrio.

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in quella d i P a v ia ; di 21,51 in quella di. B ergam o; di 17,52 in quella di Breseia: di 15,96 in quella di C om o, di 11,75 in quella d i Mantova e di L . 6,72 in quella di S o n d rio ; in tu tti g li a ltri C om uni dèlie stesse P ro vincie, nei quali m aggiore è il uurnero dei poveri, raggiunge appena per ogni abitante L . 1,19 nella P rovincia di M ilano 0 ,58 nelle P ro vincie di Cremona e di Mantova, 0,83 in quella di Pavia, 1,97 in quella di Bergamo, 1,61 in quella di Brescia, 0,74 in quella di Como, 1,22 in quella di S ondrio.

La rendita patrim oniale lorda delle Opere pie della L om b ardia come abbiamo veduto am m ontava, com­ prese le rendite eventuali a L. 2 6,768,210. In que­ sta cifra la rendita lorda patrim oniale vi entra per L 2 0 ,4 5 6 ,4 1 6 la quale per L . 13,420,867 apparte­ nevano alle Opere pie di rico ve ro , e per L . 6,985,549 a quelle che non hanno rico ve ro . F ra le prim e ten­ gono il p rim o posto g li Ospedali per malattie acute con una rendita lorda di L. 7 ,7 7 1 ,8 2 2 ; p o t a l i Or -

fanotrofi con L . 2 ,5 77 ,17 4 e poi le Case di rico­ vero e di mendicità per L . 1,003,011.

La somma destinata alla beneficenza ascese per il 1880 a L . 15,86 8,2 65 cosi d iv is a ; L , 5 1 2 ,3 98 per spese di am m inistrazione in e re n ti alla erogazione della beneficenza, in quanto questa ne è tenuta se­ parata dalla gestione p a trim o n ia le ; L . 299,511 per pensioni ed assegni al personale già addetto alla he- nefìeenza e alle vedove; di L . 5 Ì8 ,1 1 2 per spese di culto ; L . 9 4 9 ,8 19 per fitto (vero o presunto), ma­ nutenzione e riparazione di locali ; L . 98,33 4 per imposte diverse e tasse di bollo e registro, e infine L . 13,49 1,0 88 per spese di pura beneficenza.

S ulla somma totale della spesa d i L . 1 5 ,8 6 8 ^ 6 5 la somma d i L. 10.25 0,1 99 è destinata alle istitu - zioni aventi per scopo una beneficenza di ricovero e sussidi diversi ; la somma di L . 3,499.030 per cura ed assistenza con o senza rico ve ro è L. 1,0 89 ,50 3 per istruzione.

D istinguendo poi le opere pie, secondo che im plicano o no rico ve ro si ha che le prim e spendono 1,791.0221 lire per ¡ v a ri scopi d i beneficenza comprese le scese di am m inistrazione, e le seconde L . 4 ,077,210. ‘

A bbiam o già accenneto, come il p atrim o nio attivo lordo delle 595 4 Opere pie lom barde sia costituito per una metà circa da beni im m o b il, del valore di circa L . 1 8 2 ,5 10 .83 9. A ggiungerem o ora che gli a ltri tito li che gl, fanno per raggiungere il totale di L . 365,918,200, sono p e r L. 7 9 ,90 2,4 20 la rendita putib ica; per L. 5 9 ,72 5,2 40 c re d iti ipo te ca ri,ca m b ia ri, chtro grafa rì,bu on i del Tesoro, eec.; per L. 14,63 5,3 21 , decime, censi, liv e lli, legati perpetui, e c c , per L . 5 ,8 9 6 ,8 4 8 m o b ilio ; per a ltre a ttività fru ttife re L . 998 ,6 22 , in fru ttife re L . 2 2,2 4 8 ,9 1 0 .

Le notizie che abbiamo dato fin qui si riferiscono a tutto dice nbre 1880. A ggiungerem o adesso i p rin c ip a li da sulle opere pie fondate d a ll’ epoca anzidetto a tu tto dicem bre 1 885, non che quelle sui lasciti nello stesso periodo di tempo fatti ad opere pie preesistenti. La somma che in tale q u in ­ quennio venne ad a rric c h ire la beneficenza nelle P ro vincie lom barde fu in totale di L . 17,81 2,1 84 , costituita da 1489 legati od eredità, i q ua li s e rvi­ rono in num ero d i 109 alla creazione di nuove istitu zio ni e di 1380 ad aum entare il patrim onio di opere pie già esistenti. E il patrim onio lordo delle opere pie d i Lom bardia per questi aum enti raggiungeva la cifra di L . 3 83 ,7 36 ,38 4 e le opere pie della stessa regione aumentavano a 4 063.

Passiamo adesso al Piem onte. P er questa regione saremo n ie llo più brevi perchè le notizie raccolte dalla statistica sulle opere pie esistenti in essa sono date in blocco e senza distinzione di provincia.

A l 31 dicem bre 1880 esistevano in Piem onte 2462 opere pie delle q u a li 386 appartenevano ai capoluo- gln ili p rovincia, e di circondario, e le a ltre 2 ,076 agli a ltri com uni.

I com uni che presiedevano opere pie erano 1 191 con una popolazione di 2 ,8 93 ,43 0 a bitan ti e q ue lli che non ne avevano, erano 295 con 2 3 0 ,7 2 0 abitanti

II patrim onio lordo delle 2462 opero pie ascen­ deva nel 1880 a L. 2 62 ,2 41 ,54 4 con una e,arala complessiva lorda di L 1 9 ,4 0 5 ,0 1 6 ; e dal 1861 al 1880 il p atrim o nio lordo saliva da L . 149 ,7 30 412 i ® la rendita da L . 11,69 2,7 25 a L . 19,40 3,0 16 . Sicché l’ aum ento percentuale del p atrim o nio a ttivo lordo fu del 7 5.14 e quello della rendita complessiva lorda del 6 5.93. Per la L o m ­ bardia abbiamo veduto che nello stesso periodo di I aumento percentuale p e r i i patrim onio fu del 3 2.22 e per la rendita del 4 9.44 per cento.

Il patrim onio netto per L . 1 4 7 ,3 88 ,07 9 apparte­ neva a 386 opere pie esistenti nei com uni capo- luo g hi, e per L 9 8 ,6 2 8 ,2 7 4 a 2 ,076 opere pie sparse per g li a ltri com uni. E la rendita comples­ siva netta per L . 1 0 ,61 1,6 23 apparteneva ai com uni capo luoghi, e per L . 4 ,4 52 ,32 0 agli a ltri com uni.

. s0lJl m8 destinata alla beneficenza ascese nel 1 88 0 a L . 1 3,354,285.

Da quanto abbiamo esposto resulta quanta parte abbia la pubblica beneficenza nella educazione e nel sostentamento delle classi diseredate, ed è evidente che se nelle altre parti d’ Italia la carità pubblica fosse esercitata come la è in Lom bardia e in Pie­ monte, il problem a sociale si avvicinerebbe a gran passi alla sua naturale soluzione.

LA RETE TELEGRAFICA ITALIANA

È stata recentemente pubblicata la statistica dei telegrafi del Regno dal 3 0 giugno Ì8 8 5 a tutto giugno 1886, e nel darne un breve riassunto ai nostri le tto ri, tralascerem o quella parte che riguarda i l servizio tecnico a m m in istra tivo , i la v o ri com p iuti, i tip i degli arnesi di cui si servono i g u a rd a fili, g li studi com parativi fra la pila italiana e g li a ltri tipi e il rio rdinam ento degli apparecchi, e re la tivo ma­ teriale per il servizio telegrafico, per occuparci più specialmente del m ovim ento telegrafico.

A I 30 giugno 1886 si avevano°nel Hegno 296 ,5 25 chilo m etri quadrati d’ estensione per la rete telegra­ fica con 3 0,57 3 c h ilo m e tri di linea, e 108,907 c h i­ lom etri di filo, comprese le linee e i fili per il ser­ v izio fe rro via rio .

Paragonando la estensione delle linee e dei f ili con g li a ltri Stati si trova che siamo in fe rio ri alla Russia, alla G erm ania, alla Francia, alla G ran B re t­ tagna e a ll’ A u stria , ma sup eriori alla Spagna, alla Svezia, al Belgio, ai Paesi Bassi, alla Grecia, al- 1 U ngheria, alla Svizzera e alla Danim arca.

N el Regno, la S icilia è la regione che ha un m a gg ior num ero di c h ilo m e tri di linee.

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