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Progetto esecutivo per la riqualificazione energetica degli immobili di cui al D.D.G n. 519 del 03/06/2019

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Academic year: 2022

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(1)

R.03 RELAZIONE GENERALE E TECNICO-ILLUSTRATIVA Progetto esecutivo per la riqualificazione energetica

degli immobili di cui al

D.D.G n. 519 del 03/06/2019

VISTI E APPROVAZIONI

AGGIORNAMENTI E REVISIONI

03 02 01 00

REVISIONI DATA MOTIVO

DISEGNATO : CONTROLLATO : APPROVATO :

Dipartimento Regionale dell'Energia

Asse Prioritario IV "Energia Sostenibile e Qualità della Vita" Azione 4.1.1. "Promozione dell'eco-efficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche - Interventi di Efficientamento energetico di cui al D.G. n. 519 del 03/06/2019

Per la Stazione appaltante Il Dirigente Generale Ing. Salvatore D’Urso

Energy Manager Dr. Ing. Roberto Sannasardo

Progettista Arch. Roberto Cannella

Oggetto dell'intervento

Lavori di efficientamento energetico -

Castello Utveggio - Palermo Via Padre Pintacuda, 1 Edificio n.6

Responsabile Unico del Procedimento Ing. Luigi Cimino

(2)

INDICE

INDICE ... II INDICE DELLE FIGURE ... IV INDICE DELLE TABELLE ... VII

1 INTRODUZIONE ... 1

1.1 Premessa ... 1

1.2 La normativa vigente e le Linee di Indirizzo per il Miglioramento dell’Efficienza Energetica nel Patrimonio Culturale ... 1

1.3 Riferimenti normativi ... 5

2 GLOSSARIO ... 6

3 ANALISI PRELIMINARI ... 7

3.1 Il Castello Utveggio ... 7

3.2 Inquadramento territoriale e paesaggistico ... 8

3.2.1 Dati climatici ... 8

3.2.2 Il PRG di Palermo: zonizzazione dell’area e norme di attuazione ... 9

4 ANALISI STORICO-ARCHITETTONICA DEL COMPLESSO ... 13

4.1 Ricostruzione delle fasi storiche del Castello ... 13

4.1.1 Fotografie storiche e documenti d’archivio ... 16

4.2 Analisi evoluzione degli spazi interni ... 19

4.3 Analisi stilistico-architettonica ... 24

5 ANALISI DELLO STATO DI FATTO ... 27

5.1 Il sistema edificio-impianto ... 27

5.1.1 L’ involucro edilizio ... 29

5.1.2 Componenti Opache ... 30

5.1.3 Componenti Trasparenti ... 34

5.1.4 L’ impianto di climatizzazione e produzione di ACS ... 37

5.1.5 L’impianto di illuminazione interna ... 40

5.1.6 L’impianto di illuminazione esterna ... 44

5.1.7 L’impianto di sollevamento e altre utenze elettriche ... 46

5.2 Analisi del fabbisogno energetico ... 47

6 INDIVIDUAZIONE INTERVENTI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO ... 49

6.1 L’approccio metodologico di intervento ... 49

6.2 Gli interventi di efficientamento energetico ... 49

6.3 Involucro esterno. Opportunita' e limiti degli edifici storici ... 51

6.3.1 L’involucro opaco negli edifici storici ... 51

6.3.2 L’involucro trasparente negli edifici storici ... 51

6.4 Miglioramento delle prestazioni energetiche dell’involucro opaco verticale ... 53

6.4.1 Specifiche Tecniche ... 53

6.4.2 Vantaggi ... 54

6.4.3 Risparmio Energetico ... 54

6.5 Miglioramento delle prestazioni energetiche dell’involucro opaco orizzontale ... 56

6.5.1 Specifiche Tecniche ... 56

6.5.2 Vantaggi ... 57

6.5.3 Risparmio Energetico... 57

(3)

6.6 Sostituzione Infissi ... 58

6.6.1 Specifiche Tecniche ... 58

6.6.2 Vantaggi ... 59

6.6.3 Risparmio Energetico ... 59

6.7 Efficientamento energetico impianti ... 60

6.7.1 L’efficientamento energetico degli impianti negli edifici storici ... 60

6.7.2 Sostituzione impianto di climatizzazione e di produzione di ACS ... 61

6.7.3 Relamping LED ... 64

6.8 Energia Rinnovabili ... 65

6.8.1 L’utilizzo di tecnologie FER negli edifici storici ... 65

6.8.2 Impianto Fotovoltaico ... 65

6.8.3 Specifiche Tecniche ... 66

6.8.4 Vantaggi ... 67

6.8.5 Risparmio Energetico ... 67

6.9 Gestione e monitoraggio ... 67

6.9.1 Specifiche Tecniche ... 68

6.9.2 Vantaggi ... 69

6.9.3 Risparmio Energetico ... 70

6.10 Simulazione dei Consumi Energetici post intervento ... 70

7 CONCLUSIONI ... 72

(4)

INDICE DELLE FIGURE

Figura 1 - Procedura per il miglioramento energetico dell'edilizia storica, indicato nelle Linee

di Indirizzo del MiBACT (2015) ... 4

Figura 2 – Vista complessiva del Castello Utveggio ... 7

Figura 3 - Ortofoto con geolocalizzazione del Castello Utveggio (cerchio rosso). (Fonte: Google Maps) ... 8

Figura 4 - Andamento temperature medie mensili Palermo - anno 2019Error! Bookmark not

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Figura 5 - Stralcio del P.R.G. del Comune di Palermo con indicato il Castello Utveggio (cerchio rosso) ... 10

Figura 6 - Legenda del P.R.G. del Comune di Palermo ... 10

Figura 7 - Foto dall'alto del Castello Utveggio, con l'inserimento nel Monte Pellegrino (Fonte: M. Tosti) ... 11

Figura 8 - Foto storica del Castello Utveggio (in Collura, 1991)... 13

Figura 9 - Disegni della prima bozza di progetto per un Ristorante Belvedere (Archivio Tony Collura) ... 16

Figura 10 - Cartolina anni '30 dove viene inserita l'idea di progetto del Ristorante Belvedere con la funicolaree per Monte Pellegrino ... 16

Figura 11 - Foto del Castello Utveggio, risalente all’inaugurazione (1934) (Archivio Tony Collura). ... 16

Figura 12 - Foto di cantiere: realizzazione del pianto terra (Archivio Tony Collura). ... 17

Figura 13 - Foto di cantiere: sistema per il sollevamento dei materiali durante la costruzione (Archivio Tony Collura). ... 17

Figura 14 - Foto di cantiere: realizzazione del secondo livello del Castello Utveggio (Archivio Tony Collura). ... 17

Figura 15 - Foto degli interni del Castello Utveggio: Salone delle Feste (1934) (Archivio Tony Collura). ... 18

Figura 16 - Foto degli interni del Castello Utveggio: Sala banchetti (1934) (Archivio Tony Collura). ... 18

Figura 17 - Fotografia di un interno: bagno privato di una camera dell'hotel (1934) (Archivio Tony Collura) ... 18

Figura 18 - Fotografia di un interno: camera dell'hotel (1934) (Archivio Tony Collura) ... 18

Figura 19 - Logo del CERISDI (1988) ... 18

Figura 20 - Fotografia del Castello Utveggio durante l'incendio del 2016 (Fonte: PalermoToday.it) ... 18

Figura 21 - Pianta del piano terreno del Castello Utveggio del 1932 (in Collura, 1991). 1. Portici; 2. Vestibolo; 3. Ricezione; 4. Direzione; 5. Bar; 6. Hall; 7. Galleria; 8. Salone delle feste; 9. Sala di lettura; 10. Salone pranzo e trattenimenti; 12. Sala gioco; 13. Pasticceria servizi cucina; 14. Cucina; 15. Centrale termica; 16. Grande terrazza panoramica. ... 19

Figura 22 - Prospetto Nord ... 20

Figura 23 - Prospetto Sud... 21

Figura 24 - Prospetto Est ... 21

Figura 25 - Prospetto Ovest ... 22

Figura 26 - Pianta del piano terreno del Castello Utveggio oggi. 1. Portici; 2. Vestibolo; 3.

(5)

Locale quadri; 4. Ricezione; 5. Bar; 6. Hall; 7. Galleria; 8. Sala conferenze; 9. Sala da pranzo;

10. Centrale termica; 11. Locali secondari; 12. Dispensa; 13. Cucina; 14. Laboratorio; 15.

Lavanderia; 16. Grande terrazza panoramica. ... 22

Figura 27 - Villa Igiea, 1899 (Palermo) ... 24

Figura 28 - Castello Utveggio, fronte Est ... 24

Figura 29 - Villa Alliata di Pietratagliata, 1885 (Palermo) ... 24

Figura 30 - Castello Utveggio, fronte Sud ... 24

Figura 31 - Hall ... 25

Figura 32 - Salone banchetti ... 25

Figura 33 - Sala conferenze ... 25

Figura 34 - Area bar ... 26

Figura 35 - Lampade a sospensione in rame, ottone e vetro soffiato anni '30 ... 26

Figura 36 - Lampadario in vetro soffiato anni '30 ... 26

Figura 37 – Chiller per la climatizzazione estiva (a sinistra) e Generatori di vapore per riscaldamento e produzione ACS (a destra) ... 38

Figura 38 - Unità Trattamento Aria a servizio della struttura ... 38

Figura 39 – Ventilconvettori a parete presenti nella struttura ... 39

Figura 40 - Ventilconvettori a controsoffitto presenti nella struttura ... 39

Figura 41 Terminali di mandata e ripresa dell’impianto ad aria esistente nelle sale piano terra ... 39

Figura 42 - Regolazione ambiente climatizzazione ... 40

Figura 43 - Incidenza percentuale della potenza installata per ogni tipo di lampada ... 40

Figura 44 - Lampade a soffitto presenti nei corridoi ... 41

Figura 45 - Lampade a incandescenza a sospensione presenti negli uffici ... 41

Figura 46 – Lampade a fluorescenti tubolari a sospensione presenti negli uffici ... 41

Figura 47 - Lampade fluorescenti a soffitto presenti nelle aule ... 42

Figura 48 - Lampade fluorescenti a incasso presenti nelle aule ... 42

Figura 49 - Lampadario a sospensione presente nella sala conferenze ... 43

Figura 50 – Lampade a sospensione presenti nel bar (sinistra) e nelle sale da pranzo (destra) ... 43

Figura 51 - Lampada a sospensione presenti nelle camere ... 43

Figura 52 - Lampada a fluorescenza presente in cucina e nel laboratorio ... 44

Figura 53 - Lampade a fluorescenza presenti nelle sale di comando ... 44

Figura 54 - Dettaglio lampade ad incandescenza presenti all'interno dei bagni degli uffici e delle camere ... 44

Figura 55 - Dettaglio fari a LED ... 45

Figura 56 - Lampade ad incandescenza presenti nei loggiati ... 45

Figura 57 - Dettaglio apparecchi illuminanti a incandescenza situate negli spazi tecnici ... 46

Figura 58 - Tipologie di apparecchiature elettriche presenti nella struttura ... 46

Figura 59 - Incidenza percentuale fabbisogno termico per area funzionale ... 47

Figura 60 - Fabbisogno elettrico per area funzionale ... 48

Figura 61 - Deterioramenti dell'involucro opaco verticale ... 53

Figura 62 - Risparmi energia primaria - Applicazione intonaco nanotecnologico ... 55

Figura 63 - Criticità strutturali della copertura ... 56

(6)

Figura 64 - Controsoffitto coibentato ... 57

Figura 65 - Risparmi energia primaria – Coibentazione copertura ... 58

Figura 66 - Finestra in Larice Lamellare con vetro camera ... 59

Figura 67 - Risparmi energia primaria – Sostituzione infissi ... 60

Figura 68 - Risparmio energia primaria: intervento di efficientamento climatizzazione e ACS ... 63

Figura 69 – Ipotesi installazione impianto FV ... 66

Figura 70 - Ipotesi di configurazione dell'impianto fotovoltaico ... 66

Figura 71- Producibilità mensile ed annuale impianto FTV 19,80 kWp (fonte PVGIS) ... 67

Figura 72 - Architettura di sistema BACS ... 69

Figura 73- Risparmio energia primaria: intervento di istallazione BACS ... 70

Figura 74- Risparmio energia primaria complessivo ... 70

(7)

INDICE DELLE TABELLE

Tabella 1 - Dati climatici Palermo ... 8

Tabella 2 - Temperature medie mensili Palermo ... 8

Tabella 3 – Dati generali della struttura ... 28

Tabella 4 - Dati tecnici impianto di climatizzazione e produzione di ACS ... 38

Tabella 5 – Fabbisogno gas naturale ... 47

Tabella 6 – Fabbisogno energia elettrica ... 48

Tabella 7 - Criticità rilevate e possibili interventi di efficientamento ... 50

Tabella 8 – Stratigrafia post-intervento di efficientamento componenti opache verticali ... 54

Tabella 9 - Trasmittanza termica della parete ... 54

Tabella 10 - Risparmi energetici conseguibili - Applicazione intonaco nanotecnologico ... 55

Tabella 11 – Stratigrafia post-intervento di efficientamento componenti opache orizzontali. 57 Tabella 12 - Trasmittanza termica della copertura ... 57

Tabella 13 - Risparmi energetici conseguibili – Coibentazione copertura ... 58

Tabella 14 - Risparmi energetici conseguibili – Sostituzione Infissi ... 59

Tabella 15 - Caratteristiche tecniche macchine previste nell'intervento di efficientamento dell'impianto di climatizzazione e ventilazione ... 62

Tabella 16 - Caratteristiche tecniche macchine previste nell'intervento di efficientamento dell'impianto di ACS... 62

abella 17- Risparmio energetico: intervento di efficientamento del sistema di climatizzazione e ACS ... 63

Tabella 18- Risparmio energetico: intervento di efficientamento del sistema di illuminazione ... 65

Tabella 19 - Risparmio energetico: installazione impianto fotovoltaico ... 67

Tabella 20 - Risparmio energetico: intervento di installazione BACS ... 70

Tabella 21- Risparmi energetici conseguibili ... 70

Tabella 22 - Tabella riepilogativa risparmi energetici ... 71

(8)

1 INTRODUZIONE 1.1 Premessa

Il presente elaborato costituisce la Relazione Tecnica Generale del progetto definitivo dei lavori di

“Riqualificazione energetica del Castello Utveggio di Palermo”, seguendo l’Asse Prioritario IV “Energia Sostenibile e Qualità della vita” Azione 4.1.1 “Promozione dell’ecoefficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e struttura pubbliche e la successiva emissione del D.D.G. n. 519 del 03/06/2019.

In ottemperanza a quanto previsto dal D.P.R. 207/2010 art.25, questa relazione si pone lo scopo di fornire i chiarimenti atti a dimostrare la rispondenza del progetto alle finalità dell'intervento, il rispetto del prescritto livello qualitativo, dei conseguenti costi e dei benefici attesi. Essa descrive infatti, con espresso riferimento ai singoli punti della relazione illustrativa del progetto preliminare, i criteri utilizzati per le scelte progettuali, gli aspetti dell'inserimento dell’intervento sul territorio, le caratteristiche prestazionali e descrittive dei materiali prescelti, nonché i criteri di progettazione delle strutture e degli impianti, in particolare per quanto riguarda la sicurezza, la funzionalità e l'economia di gestione.

Oggetto progettuale è il Castello Utveggio, proprietà della Regione Sicilia dal 1984, risalente agli anni trenta dello scorso secolo, opera dell’architetto Giovan Battista Santangelo. Esso costituisce un’emergenza architettonica di straordinario interesse anche paesaggistico, dominando la città dall’alto del promontorio di Monte Pellegrino. Nonostante il riconosciuto valore storico-culturale del bene come parte della storia costruttiva della città e simbolo dell’architettura di inizio ‘900 (come attestato dal vincolo e nulla osta della Soprintendenza del D.D.G. n. 7343 del 27/12/2017), l’edificio è stato nel tempo oggetto di numerosi interventi di riconversione, sino all’attuale stato di abbandono.

La mancanza di manutenzione dell’immobile nel tempo ha reso oggi necessaria e urgente la progettazione del recupero dei suoi spazi interni, così da garantirne la fruizione in un’ottica di sostenibilità funzionale, energetica, microclimatica e gestionale.

Come indicato nel D. Lgs. 50/2016 e s.m.i., il progetto definitivo presentato si sostanzia in una proposta integrata di interventi, volti ad assicurare:

• il soddisfacimento dei fabbisogni della collettività;

• la qualità architettonica e tecnico funzionale e di relazione nel contesto dell’opera;

• la conformità alle norme ambientali, urbanistiche e di tutela dei beni culturali e paesaggistici, nonché il rispetto di quanto previsto dalla normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza;

• il risparmio e l'efficientamento ed il recupero energetico nella realizzazione e nella successiva vita dell'opera nonché la valutazione del ciclo di vita e della manutenibilità delle opere;

• la razionalizzazione delle attività di progettazione e delle connesse verifiche attraverso il progressivo uso

• accessibilità e adattabilità secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti in materia di barriere architettoniche.

1.2 La normativa vigente e le Linee di Indirizzo per il Miglioramento dell’Efficienza Energetica nel Patrimonio Culturale

Come già ampiamente descritto nei paragrafi precedenti, il progetto definitivo riguarda un edificio monumentale sottoposto a tutela per effetto del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 contenente

“Codice dei Beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137”. In ragione di ciò, la normativa vigente per l’efficientamento energetico indica particolari condizioni di applicabilità. La legge 3 agosto 2013, n. 90, di recepimento della Direttiva 2010/31/UE sul rendimento energetico nell’edilizia, prevede di fatti la deroga all’applicazione del Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 per i beni culturali, alle ville, ai giardini, ai parchi di non comune bellezza ed ai complessi

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di cose immobili di valore estetico e tradizionale, tra cui i centri ed i nuclei storici, solo nel caso in cui si accerti: “…previo giudizio dell’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione … [che] il rispetto delle prescrizioni implichi un’alterazione sostanziale del loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai profili storici, artistici e paesaggistici.”

La norma riconosce quindi la possibilità per il patrimonio costruito tutelato di non adeguare la prestazione energetica dell’edificio ai parametri stabiliti dalla normativa vigente. L’assenza, fino ad oggi, d’una riflessione specifica sul rapporto controverso fra conservazione architettonica e impianti, sommata all’espansione straordinaria delle tecnologie e dei macchinari impiantistici e delle conseguenti attese prestazionali e di “comfort” anche in riferimento agli edifici esistenti, fa sì che tali opere presentino generalmente caratteri di invasività e di pervasività che rischiano di compromettere anche la più seria e rispettosa progettazione.

La necessità, dunque, di rendere il patrimonio costruito fruibile ed - al contempo - efficiente richiede al progettista l’adozione di una metodologia di intervento per il miglioramento energetico dell’organismo architettonico ben calibrata sul caso specifico, che non pregiudichi il valore monumentale e/o documentale del manufatto. Con l’intento di colmare l’esistente divario tra normativa e pratica progettuale, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT) ha reso pubbliche nel 2015 le "Linee di indirizzo per il miglioramento dell'efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura, centri e nuclei storici ed urbani”.

Questo documento di indirizzo comporta un’ulteriore assunzione di responsabilità per il Ministero e giustifica ancora di più l’esigenza di fornire, con un linguaggio tecnico ineccepibile, ma al tempo stesso comprensibile e adeguatamente sintetico. Esso è frutto di un lavoro di gruppo composto da personale specializzato del MiBACT e da docenti universitari, per fornire indicazioni operative a progettisti e tecnici che operano nel settore del patrimonio costruito. Il testo si pone infatti come strumento di confronto tra le diverse professionalità che interagiscono nel processo di riqualificazione energetica: il progettista, che gestisce il processo individuando tra le diverse possibilità di miglioramento quella che ritiene più appropriata alla singola situazione, e i tecnici delle Soprintendenze, che devono verificare il rispetto dei vincoli che esistono sull’edificio. L’efficienza energetica è considerata nel testo come un aspetto della tutela coerente con le esigenze di conservazione e di trasmissione al futuro dei beni storici nelle migliori condizioni possibili.

Pertanto, l’analisi e definizione degli interventi di riqualificazione energetica è stata svolta seguendo quanto indicato nelle Linee di Indirizzo, ritenendole uno strumento di valido supporto per far sì che vengano bilanciati aspetti energetici e della conservazione.

Dunque, il progetto si è sviluppato attraverso quattro fasi:

1. Analisi preliminare: Come indicato nelle Linee di Indirizzo, il progettista architettonico e termotecnico che interviene su un edificio storico vincolato, è tenuto ad acquisire la documentazione necessaria alla conoscenza del fabbricato non solo per gli aspetti tecnici di sua competenza, ma anche per quelli relativi al ruolo che quell’edifico svolge nella storia dell’uomo e all’interno del contesto urbano e paesaggistico in cui è inserito.

Questa fase è stata supportata dall’analisi di documenti e da rilievi sul posto. Vengono raccolte tutte le informazioni riguardanti l’edificio dal punto di vista materico-strutturale, normativo e gestionale, ivi inclusi:

- La valutazione dei dati preliminari raccolti relativamente al contesto ambientale, alle caratteristiche climatiche della località, alla verifica delle norme di attuazione del PRG e dei vincoli cui è soggetto, all’uso previsto dell’edificio;

- La ricognizione delle specifiche caratteristiche dell’edificio (materiali, tecniche costruttive e stato di conservazione) e degli impianti;

- La raccolta dei dati di bolletta.

2. Analisi dei dati e simulazione energetica dello stato di fatto: La valutazione delle prestazioni energetiche dell’edificio storico comporta un approccio fondato sul rispetto delle caratteristiche ambientali, morfologiche, fisiche, materiche e dimensionali dell’esistente, non

(10)

ancora chiaramente codificate nei software esistenti per la simulazione energetica poiché gli strumenti a disposizione del progettista sono pensati principalmente in funzione delle esigenze delle nuove costruzioni. Per questa ragione, la determinazione della prestazione energetica (pre e post intervento) è stata svolta mediante applicazione di appropriata metodologia e a seguito di un accurato studio in loco dell’esistente, relativamente a tutti gli usi energetici, espressi in base agli indici di prestazione energetica EP totale e parziali;

3. Scelta misure di intervento: Numerose ricerche scientifiche sono oggi dedicate alla produzione di sistemi, prodotti e strumenti capaci di ridurre l’impatto sulle preesistenze favorendo modalità, prima impensabili, di miglioramento delle prestazioni energetiche. Dunque, le opportunità d’intervento per il miglioramento della prestazione energetica sono state individuate ad hoc per il caso specifico, scegliendo tra le soluzioni tecniche sperimetali proponibili quelle ritenute idonee, spingendosi verso l’uso dei migliori prodotti innovativi sul mercato;

4. Valutazione del migliore scenario progettuale: Riprendendo alcuni concetti-base tratti dal campo del consolidamento strutturale, si è adoperata una distinzione tra “adeguamento impiantistico”, in funzione d’una completa rispondenza alle attuali norme di legge e prescrizioni, anche europee e “miglioramento impiantistico”, in funzione d’una più misurata qualità prestazionale, dove il secondo termine rappresenta una modalità più appropriata e più flessibile per avvicinare il bene architettonico o archeologico alle esigenze d’una soddisfacente fruizione, comfort ambientale, risparmio energetico, ecc. Questa valutazione è stata svolta in relazione ai rapporti costi-benefici dati dagli interventi nel loso insieme, tenendo conto sia delle condizioni di funzionamento invernali che estive.

A tal proposito, la proposta progettuale presentata si pone in linea con quanto indicato nelle

“Linee Guida alla presentazione dei progetti per il Programma per la Riqualificazione Energetica degli edifici della Pubblica Amministrazione Centrale PREPAC (D.M. 16 settembre 2016), indicando misure di miglioramento energetico dell’involucro, del sistema impiantistico e gestionali.

(11)

Figura 1 - Procedura per il miglioramento energetico dell'edilizia storica, indicato nelle Linee di Indirizzo del MiBACT (2015)

(12)

1.3 Riferimenti normativi

1. UNI TS 11300-1:2014. Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.

2. UNI TS 11300-2:2019. Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l'illuminazione in edifici non residenziali.

3. UNI TS 11300-3:2010. Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva.

4. UNI TS 11300-4:2016. Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.

6. UNI 10349-1:2016. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Dati climatici - Parte 1: Medie mensili per la valutazione della prestazione termo-energetica dell'edificio e metodi per ripartire l'irradianza solare nella frazione diretta e diffusa e per calcolare l'irradianza solare su di una superficie inclinata.

7. UNI 10349-2:2016. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Dati climatici - Parte 2: Dati di progetto.

8. UNI 10349-3:2016. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Dati climatici - Parte 3: Differenze di temperatura cumulate (gradi giorno) ed altri indici sintetici.

9. UNI EN 15193-1:2017. Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per illuminazione.

10. UNI EN ISO 10077-1:2018. Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti - Calcolo della trasmittanza termica - Parte 1: Generalità.

11. UNI 10339:1995. Impianti aeraulici ai fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti.

Regole per la richiesta d'offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura.

12. UNI EN 12464-2:2014: Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni 13. UNI EN 12464-2:2014: Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 2: Posti di lavoro in esterno 14. UNI EN 13201-2: 2016: Illuminazione stradale – Parte 2: Requisiti prestazionali

15. Decreto Interministeriale del 26 giugno 2015, “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”.

16. Decreto Interministeriale del 26 giugno 2015, “Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 - Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”.

17. Decreto Interministeriale del 16 febbraio 2016, “Aggiornamento delle discipline per l'innovazione dei piccoli interventi di incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili di cui al DM 28 dicembre 2012 (c.d. Conto termico)”.

18. Decreto Legislativo 50/2016, “ Codice dei contratti pubblici” e ss.mm.ii.

19. Decreto Legislativo 115/2008, “Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE” e ss.mm.ii.

20. Decreto Legislativo 102/2014, “Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE” e ss.mm.ii.

21. Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.

22. Linee di Indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale.

Architettura, centri e nuclei storici ed urbani, pubblicate dal Ministero per i beni e le attività culturali MiBAC, giugno 2015.

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2 GLOSSARIO

ACS Acqua calda sanitaria

Am Area della superficie captante dei moduli fotovoltaici, m2 Asup,ut Superficie utile in pianta dell’edificio, m2

C Calore Specifico, J/(kg K) COP Coefficient of Performance EER Energy Efficiency Ratio

s spessore, m

U Trasmittanza termica, W/( m2 K) α Angolo di altezza solare, ° β Angolo di tilt dei pannelli solari, ° λ Conducibilità termica, W/(m K)

ρ Densità, kg/ m3

ψ Trasmittanza termica lineare, W/(m K)

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3 ANALISI PRELIMINARI

3.1 Il Castello Utveggio

Il Castello Utveggio è un imponente struttura liberty in stile neogotico, sito a Palermo in Via Padre Ennio Pintacuda, 1. Posto a quota 346 metri sul livello del mare sul promontorio di Monte Pellegrino, vi si accede attraverso via Pietro Bonanno lungo una salita dal quale è possibile dominare la città con lo sguardo.

L’area è identificata al catasto del comune di Palermo al foglio 24; particelle 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, C.F. e particelle 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 34, 35 919 C.T.

Figura 2– Vista complessiva del Castello Utveggio

Dati principali

Anno di costruzione 1928 - 1933

Anno di ristrutturazione / interventi di recupero Ottobre 2017: messa in sicurezza alimentazione elettrica e

sistemazione illuminazione esterna

Dicembre 2017:

impermeabilizzazione torrino delle scale

Tipologia Palazzina isolata su tre elevazioni

Superficie di sedime (Ha) 6,7 Ha

Altitudine 324 m.s.l.m.

Coordinate 38.152122, 13.355989

PRG - ZTO Netto storico - F15 – Zona E2

Vincoli D.D.G. n. 7343 del 27.12.17 per

vincolo architettonico– Riferimento:

D.lgs 42/2004 e ss.mm.ii.

D.A. n. 117 del 14/02/1981 - Vincolo paesaggistico

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3.2 Inquadramento territoriale e paesaggistico

Il luogo ove è situato il Castello ricade entro il perimetro della Riserva Naturale Orientata Regionale “Monte Pellegrino”, estesa su 1020 ettari, istituita con Decreto dell'Assessore Regionale al Territorio n.610/44 dell'ottobre 1995 e gestita dai Rangers d'Italia.

La riserva comprende l'intero massiccio del Monte Pellegrino (zona A di Riserva) e il Parco della Favorita (zona B o di pre-Riserva). Il Monte Pellegrino è un massiccio montuoso di rocce carbonatiche con prevalenza di calcari, alto 606 metri s.l.m, caratterizzato da un'orografia estremamente movimentata, ricca di pianori praticabili, e con fianchi ripidi ricchi di fenomeni di carsismo, con ben 134 grotte di origine marina e/o carsica. Il Parco della Favorita è invece situato ai piedi del Monte Pellegrino, è il grande parco creato nel 1799 da Ferdinando III di Borbone che costituisce, ancora oggi, il polmone verde della città di Palermo.

Figura 3 - Ortofoto con geolocalizzazione del Castello Utveggio (cerchio rosso). (Fonte: Google Maps)

3.2.1 Dati climatici

Dal punto di vista climatico, il comune di Palermo ricade in zona B– Clima mediterraneo e ha un numero di gradi giorno pari a 751. Il clima mediterraneo con la stagione estiva asciutta e calda e l’inverno tiepido e piovoso. Le stagioni intermedie hanno temperature molto gradevoli. L'estate è arida e calda, generalmente torrida e frequentemente ventilata grazie anche alla presenza delle brezze marine.

Tabella 1 - Dati climatici Palermo

Dati Climatici

Altitudine 14 m s.l.m.

Zona Climatica (DPR 412/93) B – Durata stagione termica convenzionale: 1 Dicembre – 31 Marzo 8 ore giornaliere previste per il riscaldamento

Gradi Giorno 751

Per la caratterizzazione climatica sono state considerate e registrate le seguenti temperature medie rilevate nelle dodici mensilità in cui si effettua l’analisi dei consumi (Gennaio-Dicembre 2019).

Tabella 2 - Temperature medie mensili Palermo

Mesi di riferimento Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

°C °C °C °C °C °C °C °C °C °C °C °C

2019 10,9 11,6 13,7 15,3 16,6 23,3 26,3 27 24,3 21 17,6 14,9

UNI 10349 11,1 11,8 13,1 15,5 18,8 22,7 25,5 25,4 23,6 19,8 16 12,6

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Figura 4 - Andamento temperature medie mensili Palermo - anno 2019

3.2.2 Il PRG di Palermo: zonizzazione dell’area e norme di attuazione

La Variante del PRG della città di Palermo, individua l’area di Monte Pellegrino come “Riserva naturale orientata – Preriserva zona B” aderente al regime vincolistico territoriale e Area boscate artificiale1e come zona E2 “Parti di territorio prevalentemente collinare, caratterizzato da vegetazione di tipo spontaneo”, ove non sono ammesse costruzioni di alcun tipo se non finalizzate alla gestione e manutenzione dell'ambiente naturale e alla sua fruizione sociale e comunque con una densità fondiaria non superiore a 0,01 mc/mq e i progetti devono curare il rispetto della morfologia dell'ambiente e la rinaturalizazione delle parti degradate2.

L’area di pertinenza del Castello è inquadrata invece come F15 “Zona d’interesse destinata ad uffici e sedi direzionali sovracomunali”, ove sono ammessi unicamente interventi edilizi destinati ad attrezzature ed impianti di interesse generale da parte dei soggetti istituzionalmente competenti3.

Il Castello è invece riconosciuto come “Netto Storico, soggetto a tutela ambientale”.

Osservando le Norme di Attuazione del PRG, questa dicitura implica l’ammissibilità di interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro, ripristino filologico, ristrutturazione edilizia semplice e guidata, ad esclusione di opere di demolizione e aggiunta (dato il vincolo paesaggistico annesso)4.

1 Secondo lo studio agricolo forestale, adeguato alle LL. RR. Nn. 16/96 – 13/99 – 06/01 e D.P. 28/06/00.

2Art. 18, comma 1, Norme Tecniche di Attuazione della Variante generale al PRG della città di Palermo - D.Dir. 558 e 124/DRU/02 dell’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana, Adeguate al D.Dir. 558/02, di rettifica del Dir 124/DRU/02 di approvazione, p. 11.

3 Art. 19, comma 2, ibidem, p. 12.

4 (Art. 20) Netto storico 1. Tutti gli edifici classificati Netto Storico, individuati con apposito retino nelle tavole P2a, possiedono destinazione di Z.T.O. A2, ad eccezione di quelli compresi all’interno di altre Z.T.O., che assumono la destinazione della zona entro cui ricadono. Si intendono compresi all’interno di una zona territoriale omogenea quegli edifici per i quali tale zona si estende attorno a tutte e quattro i lati dell’edificio.

Per tali edifici, qualunque destinazione di zona territoriale omogenea essi possiedano, gli interventi ammessi, devono comunque essere tesi alla riqualificazione e al consolidamento delle parti storiche degli edifici stessi e al mantenimento delle loro caratteristiche tipologiche.

Sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro, ripristino filologico, ristrutturazione edilizia semplice e guidata, ristrutturazione con nuovi volumi, secondo le definzioni e prescrizioni dell’elaborato “P3b Scheda Norma – Interventi sugli immobili classificati come Netto Storico – Norme Tecniche di Attuazione – Adeguati ai D.Dir. 558 e 124/DRU/02 di approvazione”. Gli interventi di ristrutturazione sono ammessi, ad esclusione della demolizione e ricostruzione totale dell’edificio e con le limitazioni di cui sopra”.

Analisi Temperatura Media Mensile

30 25 20 15 10 5

0

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 2019 UNI 10349

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Figura 5 - Stralcio del P.R.G. del Comune di Palermo con indicato il Castello Utveggio (cerchio rosso)

Figura 6 - Legenda del P.R.G. del Comune di Palermo

(Fonte: Norme Tecniche di Attuazione della Variante generale al PRG della città di Palermo - D.Dir. 558 e 124/DRU/02 dell’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana, Adeguate al D.Dir. 558/02, di rettifica del Dir 124/DRU/02 di approvazione, TITOLO III TUTELA AMBIENTALE, p.13).

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Figura 7 - Foto dall'alto del Castello Utveggio, con l'inserimento nel Monte Pellegrino (Fonte: M. Tosti)

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3.2.3 Il vincolo paesaggistico di Monte Pellegrino e il regime di tutela del Castello

Quanto indicato nella Variante del PRG vista in precedenza, si sposa con quanto indicato nei vincoli diretti cui è soggetto il Castello e l’area circostante. Infatti, il territorio ove è posto il Castello è stato inserito tra i Siti di Interesse Comunitario - SIC (SIC n°ITA020014 con Deliberazione G.M. 121 del 12.07.2013), riconoscendovi il rilevante pregio naturalistico-ambientale e paesaggistico5.

Sia la struttura del Castello che il terreno circostante ricadono dunque in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico D.A. n.117 del 14/02/1981 (G.U.R.S. 30/1981) compreso il Parco della Favorita, ricadente nella zona “A” della “Riserva Naturale Orientata Monte Pellegrino” istituita con “D.A. Territorio e Ambiente n.610 del 06/10/1995”.

Il Complesso del Castello Utveggio è stato dichiarato di interesse culturale con il D.D.G. n. 7343 del 27/12/2017, ai sensi dell'art.10 comma 1e comma 3 lettera d del D.Lgs. n. 42 del 22.01.2004 e ss.mm. ii. e rimane sottoposto a tutte le prescrizioni di tutela contenute nello stesso decreto legislativo.

Nel Decreto si evidenzia l’eccezionale valenza estetico-identitaria del Castello, essendo elemento di riconoscibilità e rappresentatività della città di Palermo, è riferimento percettivo dominante con forte carica semantica dell'identificazione della comunità con il proprio territorio, costituisce, inoltre, sito di eccezionale fruizione visiva del paesaggio dell'intera città, ed è esempio di “Grand Hotel dedicato al turismo di élite che testimonia l'attività imprenditoriale di Michele Utveggio.

Dunque, qualsiasi intervento edilizio è soggetto al rilascio di nulla osta da parte della Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio, escludendo la rimozione o la demolizione dell’intero o di parti dell’edificio (articolo 21 comma 4 del D.Lgs. 42/2004).

Gli interventi progettuali previsti avranno quindi lo scopo di incontrare le disposizioni di tutela cui il Castello è sottoposto, bilanciando le esigenze di conservazione e tutela del patrimonio con gli aspetti di riqualificazione enrgetica richiesti dalla Committenza.

5 La delimitazione nasce dall’esigenza di salvaguardare alcuni habitat soggetti ad una elevata pressione antropica e presenti in maniera più o meno continua in mdo da evitare qualsiasi rischio per le risorse naturali presenti, in coerenza con i principi generali di precauzione, di prevenzione, di responsabilizzazione, di azione ambientale ex art. 3/ter del Decreto Legrslativo 3 aprile 2006, n.752 c.d. "Codice dell'Ambiente" e dello sviluppo sostenibile ex art.3/quater, sempre del medesimo Codice.

La vegetazione dell’area è prevalentemente da riferire alle seguenti serie: della Palma nana (Pistacio-Chamaeropo humilis sigmetum), lungo i versanti subcostieri; del Leccio e dell’Alaterno (Rhamno-Querco ilicis sigmetum pistacietoso terebinthi), sui versanti detritici; dell’Olivastro (Oleo-Euphorbio dendroidis sigmetum), sulle cenge e le creste rocciose più aride (versante sud); del Leccio e del Lentisco (Pistacio-Querco ilicis sigmetum), nella parte alta del tavolato.

Alle succitate serie sono altresì da aggiungere le microgeoserie legate a condizioni edafiche particolari, come nel caso delle pareti rocciose, delle aree detritiche, ecc. Sono da segnalare le formazioni casmofitiche di rilevante interesse scientifico e paesaggistico, oltre ad una comunità a Ziziphus lotus, unica in Italia.

Fonte: Nuove perimetrazioni di siti di importanza comunitaria 'Monte Pellegrino' (SIC ITA020014), 'Raffo Rosso, Monte Cuccio e Vallone Sagana' (SIC ITA020023) e ' Valle Del Fiume Oreto' (SIC ITA 020012) e dei relativi aggiornamenti dei formulari standard dei siti 'Rete Natura 2000' nonche' delle cartografie e dei formulari standard degli ulteriori SIC/ZPS che ricadono nel territorio del comune di Palermo: Fondali di Isola delle Femmine - Capo Gallo (ITA020044), Monte Grifone (ITA020044) - Monte Pecoraro e Pizzo Cirina (ITA 020049), fondali Isola delle Femmine - Capo Gallo (ITA020006) - Presa D'atto (Deliberazione di G.M. 121 del 12.07.2013).

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4 ANALISI STORICO-ARCHITETTONICA DEL COMPLESSO

L’analisi storico-architettonica è stata svolta a partire dalla ricerca di documenti inerenti alla storia del Castello presso la Biblioteca Fondazione Sicilia, la Biblioteca Facoltà di Architettura Università di Palermo, la Biblioteca Discipline Umanistiche dell’Università di Palermo, l’Archivio del Dipartimento Energia della Regione Siciliana e gli uffici della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Palermo.

A corredo del materiale storico è stata consultata la letteratura riguardante le vicende del Castello stesso e della ditta Utveggio e Collura. In particolare, due testi sono stati la base per comprenderne le vicessitudini: “Il Castello Utveggio: storia di un’impresa” di Michele Collura (1991), riportante la storia del Castello dall’ideazione sino alla fine degli anni ’80, e “1999-2004 Sei anni di storia a Castello Utveggio” redatto dal Community Economia RISparmio Dibattiti CERISDI (2004) riguardante l’ultimo periodo di utilizzo del Castello, prima dell’acquisizione da parte della Regione Siciliana. E’ stato inoltre consultato l’Archivio Fotografico Tony Collura e il sito web dedicato alla promozione del Castello Utveggio6.

Di seguito si riporta in sintesi il regesto storico per una più completa comprensione dell’evoluzione del complesso.

Figura 8 - Foto storica del Castello Utveggio (in Collura, 1991).

4.1 Ricostruzione delle fasi storiche del Castello

Il Castello Utveggio si colloca entro un contesto storico ambientale denso di profondi cambiamenti sociali ed urbanistici. Alla fine dell’800 infatti a Palermo mutarono le condizioni politiche economiche e culturali che avevano permeato la città fino ad allora. La città si espande oltre la perimetrazione costituita dalle fortificazioni cinquecentesche con una ramificazione di insediamenti ex urbe, legati al territorio circostante con la qualità costruttiva del contesto europeo. In tale ambito di realizzazioni urbane ed edilizie, vanno ricordati gli interventi gli elevata qualità di Ernesto Basile, di

6 Riferimento: http://www.castelloutveggio.it/edificio/

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Damiani Almeyda, di Spatrisano e di altri eminenti esponenti del dibattito architettonico locale. A seguito dell’Esposizione Internazionale del 1891, del taglio di via Libertà e dell’inurbamento in atto fuori dalle mura del centro storico (incluso il tracciamento dell’asse di via Roma con uno sventramento in stile Haussmaniano), emerge l’immagine di una città in profondo cambiamento (Di Filippo, 2012).

È quindi in questo contesto che nasce l’impresa costruttiva del Cavaliere Michele Utveggio (1866 Calatafimi-1933 Palermo), imprenditore e costruttore palermitano illuminato. Titolare di un’impresa edile molto attiva a Palermo, nel 1926 avanzò la proposta di realizzare una villa con annesso un ristorante con belvedere. Inizialmente il progetto era previsto in contrada Giacalone ma poi venne spostato sul Monte Pellegrino.

Alla fine del 1927 egli presentò al Comune di Palermo il progetto definitivo “Progetto Utveggio per un grande Ristorante Belvedere sul Monte Pellegrino”.

L’idea venne accolta favorevolemente e fu lo stesso Comune ad ampliare la proposta, spingendo verso la creazione di una struttura ricettiva completa cioè un Grand Hotel Ristorante. Una struttura che per la sua posizione e per i servizi offerti, avrebbe dato lustro alla città.

Utveggio acquistò quindi nel 1927 dal Comune di Palermo ben 6,6 ha (66.000 mq) di terreno ricadente nelle località “Primo Pizzo” sul Monte Pellegrino. Iniziarono subito i relativi sbancamenti e livellamenti del terreno per la realizzazione del progetto.

Gli obiettivi iniziali del progetto furono ampliati: esso comprendeva non solo un ristorante belvedere, ma anche la realizzazione di una strada d’accesso carrozzabile e soprattutto di una funicolare in grado di consentire un facile accesso ai fruitori della struttura. Lo stesso Utveggio promise inoltre la realizzazione di un serbatoio idrico e di un sistema di pompaggio dalla sottostante Piazza del Capo e si dichiarò anche pronto ad acquistare circa 6,5 ha di terreno montagnoso in località “Primo Pizzo” di Monte Pellegrino.

Come riportato da Michele Collura, il Cavaliere commissionò la progettazione all’architetto Giovan Battista Santangelo, professore della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Palermo, specializzato in impianti idroelettrici e opere idrauliche, oltre che essere autore di numerose opere architettoniche (Palazzo Biondo, Palazzo Savona, lo stadio del 1930, etc.).

Già Ingegnere Capo dell’Istituto Case Popolari di Palermo (interessante realizzazione di città giardino anni ’20), la sua specializzazione nel calcolo di strutture complesse in cemento armato risultò fondamentale per la buona progettazione di un intervento tanto ambizioso quale l’opera del Castello Utveggio, che richiedeva il giusto equilibrio tra nuove libertà espressive - con tecniche costruttive moderne per l’epoca - e tradizione architettonica locale. L’ingente sbancamento oltre che la necessità di portare tramite un sistema idraulico l’acqua sino alla cima del Monte era infatti un’opera di alta ingegneria.

Nel mese di settembre 1929 erano stati già realizzati: la prima elevazione; le torrette panoramiche; la strada d’accesso; le costruzioni accessorie; la sistemazione a verde dell’area. In soli 5 anni, dal 1928 al 1933, l’impresa edile “Utveggio e Collura” realizzò l’intero complesso, comprendente: l’edificio principale, la strada di accesso con il ponte, l'arredo esterno, i grandi serbatoi d’acqua potabile, l'impianto di sollevamento e i magazzini. Si aggiunse al progetto anche la realizzazione di una riserva di caccia di 12000 mq, una piscina e di un terrazzo panoramico prospiciente la Conca d’Oro.

Il Grand Hotel Utveggio venne inaugurato nel 1934, ma non ebbe grande fortuna: nel 1936 il nuovo scenario politico italiano e mondiale causò la chiusura dell’albergo. L’unica attività era legata alla possibilità di accedere alla terrazza dell’albergo per ammirare il panorama dietro il pagamento di un biglietto. L’edificio era abitato dalla famiglia Collura solo nei mesi estivi. Nel 1937 ci fu una breve riapertura, solo nei mesi estivi dietro affidamento alla gestione della “Società Grandi Alberghi Siciliani”

e nel 1938/39 era aperto solo in occasioni di convegni e matrimoni. Nel 1942, dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale, la struttura venne prima requisita dal Genio Militare, per impiantarvi un impianto di foto elettriche e relativo comando, per poi essere ceduta al CAT (Corpo Aereo Tedesco).

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Come riporta Collura, il 22 luglio 1943 il reparto tedesco di stanza all’albero abbandonò la struttura per l’arrivo degli Alleati e fece esplodere il complesso radio che era collegato con Berlino, posto nell’antenna situata nell’area esterna del castello. Nel pomeriggio dello stesso giorno il castello fu raggiunto dagli americani che apposero un cartello con la scritta “Hotel Fascista” e cacciarono i proprietari. Il 23 luglio e nei giorni seguenti il castello fu continuamente oggetto di saccheggio.

Alcuni anni dopo, nel 1950, la Commissione Pontificia prese in affitto i locali del piano terra e la terrazza del castello per la creazione di una colonia estiva per i bambini disagiati. Ma dopo qualche anno, un pauroso incendio nella vicina pineta del Monte Pellegrino determinò la chiusura dell’attività per l’incolumità dei piccoli bambini.

Con la Legge Regionale n. 15 del 18 febbraio 1955 venne di seguito autorizzata la Regione Sicilia a costituire un patrimonio turistico alberghiero per la valorizzazione turistica dell’Isola. Una legge che sarà la base del successivo esproprio del castello, il cui recupero è ritenuto “opera pubblica urgente e indifferibile”. Il 15 gennaio 1957 l’Ufficio per “La Liquidazione dei danni causati da occupazioni di forze alleate” con sede a Roma, valutò in 2.616.000 di lire i danni causati al Grande Albergo Castello Utveggio, tuttavia l’esproprio che rese la Regione Siciliana proprietaria del complesso avvenne soltanto nel 1960.

Nonostante i diversi tentativi di riapertura del Castello in quegli anni, la struttura rimase chiusa e continuò ad essere soggetta a saccheggi ed atti vandalici. Soltanto nel 1985 venne stanziato l’incarito per il recupero dell'edificio provvedendo al ripristino degli arredi interni ed esterni. Nel 1988, mentre i lavori non erano ancora ultimati, si definì una nuova funzione per il Castello, ovvero quella di ospitare il CERISDI. Il “Progetto Cerisdi” consisteva in un modello di ricerca e di formazione condotto con le metodologie più innovative per preparare i manager ad essere protagonisti del processo di modernizzazione dei maggiori settori dell’economia, delle imprese e della pubblica amministrazione in Sicilia, nel Mezzogiorno e nell’area del Mediterraneo. Le attività svolte dal CERISDI si potevano suddividere in attività di ricerca, consulenza e attività formative su commessa, attività seminariale e convegnistica. Per questa ragione le sale del Castello vennero dotate delle più avanzate tecnologie informatiche e di comunicazione.

Numerose furone le visite illustri al Castello negli anni, una tra tutte quel del Papa Giovanni Paolo II nel 1995, in occasione del 3° Convegno delle Chiese d’Italia, al quale venne dedicata una delle camere del Castello. Lo stesso anno, con il Decreto A.R.T.A. fu istituita la Riserva Orientata di Monte Pellegrino che comprendeva nella sua area anche il Castello Utveggio.

Dopo anni di attività, il 23 marzo 2016 il CERISDI chiuse i battenti e con esso il Castello fu nuovamente abbandonato. A distanza di qualche mese il Castello subì ingenti danni a causa di un ampio incendio sviluppatosi all’interno della riserva di Monte Pellegrino. Nel 2017, ulteriori danni vennero causati da un secondo incendio di minore portata.

Il Castello quindi divenne oggetto nell’Ottobre 2017 di opere, da parte della Regione Sicilia per la messa in sicurezza dell’alimentazione elettrica e per la sistemazione dell’illuminazione esterna e, nel Dicembre 2017, venne realizzata l’impermeabilizzazione del torrino delle scale, danneggiato dalle fiamme.

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4.1.1 Fotografie storiche e documenti d’archivio

Figura 9 - Disegni della prima bozza di progetto per un

Ristorante Belvedere (Archivio Tony Collura) Figura 10 - Cartolina anni '30 dove viene inserita l'idea di progetto del Ristorante Belvedere con la funicolaree per Monte Pellegrino

Figura 11 - Foto del Castello Utveggio, risalente all’inaugurazione (1934) (Archivio Tony Collura).

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Figura 12 - Foto di cantiere: realizzazione del pianto terra (Archivio Tony Collura).

Figura 13 - Foto di cantiere: sistema per il sollevamento dei materiali durante la costruzione (Archivio Tony Collura).

Figura 14 - Foto di cantiere: realizzazione del secondo livello del Castello Utveggio (Archivio Tony Collura).

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Figura 15 - Foto degli interni del Castello Utveggio: Salone delle Feste (1934) (Archivio Tony Collura).

Figura 16 - Foto degli interni del Castello Utveggio: Sala banchetti (1934) (Archivio Tony Collura).

Figura 17 - Fotografia di un interno: bagno privato di una camera dell'hotel (1934) (Archivio Tony Collura)

Figura 18 - Fotografia di un interno: camera dell'hotel (1934) (Archivio Tony Collura)

Figura 19 - Logo del CERISDI (1988)

Figura 20 - Fotografia del Castello Utveggio durante l'incendio del 2016 (Fonte: PalermoToday.it)

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4.2 Analisi evoluzione degli spazi interni

Figura 21 - Pianta del piano terreno del Castello Utveggio del 1932 (in Collura, 1991). 1. Portici; 2. Vestibolo; 3. Ricezione;

4. Direzione; 5. Bar; 6. Hall; 7. Galleria; 8. Salone delle feste; 9. Sala di lettura; 10. Salone pranzo e trattenimenti; 12. Sala gioco; 13. Pasticceria servizi cucina; 14. Cucina; 15. Centrale termica; 16. Grande terrazza panoramica.

Per potere ricostruire le evoluzioni dell’immobile, è stata confrontata la pianta di progetto del 1932 con il rilievo geometrico fornito dall’Ufficio Tecnico del Dipartimento Energia della Regione Siciliana (2006). Quest’ultimo è stato accuratamento verificato sul posto per recepire le modifiche intercorse negli ultimi 14 anni. Chiarito lo sviluppo dell’edificio nel corso degli anni, è stato possibile evidenziare le maggiori criticità degli spazi allo stato attuale, in modo da prefigurare ipotesi di recupero energetico e riuso cercando di rispettare i principi base della conservazione.

Il Castello si sviluppa su tre piani. In origine, come riportato nella Figura 21, il Castello ospitava al piano terra la hall, il vestibolo e i locali per la direzione. Inoltre, vi erano le sale comuni per lo svago degli ospiti del Grand Hotel (Salone delle feste, Sala di lettura, Salone pranzo e trattenimenti, Sala gioco, l’american bar, il guardaroba). La zona delle cucine comprendeva spazi dedicati alle diverse preparazioni (inclusa l’alta pasticceria) nel tempo trasformate in depositi e locali secondari per il servizio di catering. Una intercapedine sul prospetto posteriore fungeva da percorso esterno di servizio, così come è rimasto sino ad oggi. Nella parete rocciosa di fronte si trovano le centrali termiche, una sala corrieri servizi igienici e celle frigorifere.

Al primo, secondo e terzo piano vi erano per ciascun livello 22 camere matrimoniali e 10 singole con bagno privato. In totale l'albergo avrebbe dovuto avere 100 camere con una ricettività di 170 persone.

In corrispondenza delle tre torri erano state ricavate suites, tranne che al terzo piano ove erano usate come depositi.

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Figura 22 - Prospetto Nord

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Figura 23 - Prospetto Sud

Figura 24 - Prospetto Est

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Figura 25 - Prospetto Ovest

Figura 26 - Pianta del piano terreno del Castello Utveggio oggi. 1. Portici; 2. Vestibolo; 3. Locale quadri; 4. Ricezione; 5.

Bar; 6. Hall; 7. Galleria; 8. Sala conferenze; 9. Sala da pranzo; 10. Centrale termica; 11. Locali secondari; 12. Dispensa; 13.

Cucina; 14. Laboratorio; 15. Lavanderia; 16. Grande terrazza panoramica.

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Oggi il piano terra è costituito dalla Hall che consente l’accesso alla Sala Convegni, avente una capienza di oltre 200 persone. Inoltre, il piano comprende ulteriori sale, i locali di servizio, la sala ristorante ed il bar, che prendono il posto delle salette per lo svago dell’originario albergo.

Al primo piano la disposizione originaria degli spazi è stata cambiata, ubicando le aule didattiche con annessi i locali di supporto, l’ufficio dell’amministrazione e il centro stampa. Nello specifico il centro dispone di due aule ad anfiteatro con una rispettiva capienza di 80 e 40 posti, un’aula attrezzata per la video-conferenza, due aule da 30 posti, l'aula informatica, l'emeroteca e la Biblioteca che vanta oltre 6000 volumi ed una postazione Internet.

Al secondo piano le stanze sono state modifiche dall’originaria funzione di camere per ospitare gli uffici del CERISDI, tra cui l'ufficio del Presidente, del Vicepresidente e del Direttore, la Sala Riunioni del Consiglio di Amministrazione, la Segreteria, l'Ufficio Legale e gli uffici dei responsabili delle diverse aree d'attività del Centro.

Al terzo piano vi sono 27 camere, perfettamente arredate in stile Liberty, per un totale di circa 50 posti letto. Riveste particolare importanza per il Centro la Suite dove è stato ospitato Sua Santità Giovanni Paolo II, in visita a Palermo nel 1995. All'esterno vi è ancora oggi il colonnato ed il belvedere, da cui è possibile godere di una delle più esclusive vedute del golfo di Palermo.

Nel tempo anche la centrale termica ha cambiato collocazione: in origine posta nell’area sotto montagna, è stata poi nel tempo trasferita in un corpo esterno (10 in Figura 26), per via delle mutate esigenze funzionali.

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4.3 Analisi stilistico-architettonica

Nel Castello vi è una chiara ispirazione ai temi europei contemporanei di stile liberty neogotico.

Possiamo osservare alcune similitudini negli antecedenti Villa Igiea e Castello Alliata di Pietratagliata, soprattutto nell’uso di torrette di avvistamento, merlatura e uso di finestre e archi a sesto acuto; tuttavia nell’Utveggio viene a mancare l’opulenza dei giochi stereometrici di facciata, invece presenti nella prima versione del progetto. L’architetto Santangelo infatti volle recepire l’avvento di un’architettura nordeuropeista modernista, sempificando le linee del Castello e svincolando dall’opulenza ormai superata del Liberty floreale.

La struttura è di fatti anch’essa abbastanza semplice nella forma, seguendo il crinale del Monte Pellegrino con forma leggermente curvata, l'ingresso è posto su un lato minore della struttura, fanno eco alla forma semplice le finestre poste su ogni lato con forma a sesto acuto.

Figura 27 - Villa Igiea, 1899 (Palermo) Figura 28 - Castello Utveggio, fronte Est

Figura 29 - Villa Alliata di Pietratagliata, 1885 (Palermo) Figura 30 - Castello Utveggio, fronte Sud

Gli interni riprendono i grandi saloni da ballo parigini, con qualche richiamo al Liberty floreale nelle

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decorazioni del soffitto cassettonato e delle paraste che scandiscono le sale rimarcandone la maglia strutturale, ma anche con l’arredo (della zona bar in particolare) e con i corpi illuminanti.

Figura 31 - Hall

Figura 32 - Salone banchetti Figura 33 - Sala conferenze

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Figura 34 - Area bar

Figura 35 - Lampade a sospensione in rame, ottone e vetro soffiato anni '30

Figura 36 - Lampadario in vetro soffiato anni '30

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5 ANALISI DELLO STATO DI FATTO

La seconda fase progettuale ha riguardato l’analisi delle condizioni di conservazione e d’uso dell’edificio e dei suoi sistemi tecnologici. Questa infatti è essenziale per potere definire in fase progettuale le direttrici verso cui muoversi nella programmazione degli interventi.

Di seguito verranno quindi esposti in sintesi i risultati di questa fase, mentre per maggiore dettaglio si rimanda alle relazioni tecniche specifiche inerenti ciascuna tematica.

5.1 Il sistema edificio-impianto

La struttura risulta essere mista: è costituita per le parti in elevazione da muratura in pietrame calcareo e malta cementizia di spessore costante; mentre tutti gli orizzontamenti (travi, cordoli e solai) sono in calcestruzzo armato. I tramezzi sono in tavelline di cotto (da 8 e da 12 cm).

L’intonaco interno di colorazione bianca è tonachina di epoca recente. Sono ancora presenti nei saloni i marmi grigi di Billiemi di rivestimento delle paraste e capitelli in stucco decorati, come i soffitti.

La tipologia di pavimenti presenti coincide, per tipologia, con quella originaria: parquet e marmo al piano terra; graniglia di marmo alla veneziana per i livelli superiori. La pavimentazione delle terrazze (piano primo e in copertura) sono in cotto (rispettivamente: a spina di pesce con posa lungo il lato maggiore e con piastrelle in cotto), di recente fattura. I controsoffitti del piano terra sono cassettonati in legno laccato bianco.

Gli infissi sono in legno di rovere, noce e faggio con vetro camera 4-6-4 ed in ferro con vetro singolo, mentre sono presenti delle serrande in legno come oscuranti, di realizzazione risalente agli anni ’60 –

’80 a sostituzione del sistema di scuri precedenti.

L’intonaco esterno è un intonaco tipo Li Vigni, il cui colore richiama il tipico colore rosato della calcarenite.

L’intonaco riveste inoltre anche la balaustra esterna dei terrazzi e le merlature.

L’impianto per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria attualmente installato è composto da caldaie a vapore per la produzione di vapore combinato con apposito scambiatore a fascio tubiero per la produzione di acqua calda sanitaria e acqua calda di mandata ai terminali locali presenti all’interno della struttura e alle batterie di scambio termico delle unità di trattamento aria.

L’impianto di climatizzazione estiva è costituito da due macchine frigorifere a compressione di vapore aria-acqua per la produzione di acqua fredda di mandata ai terminali locali di scambio termico e alle batterie di raffreddamento delle unità di trattamento aria.

I terminali locali presenti all’interno della struttura sono costituiti da ventilconvettori a parete e a soffitto direttamente collegati alla centrale termica e frigoriferica e da bocchette d’aria collegate alle unità di trattamento aria. da quanto descritto si evince come all’interno della struttura sia presente un sistema idronico ed un sistema aeraulico di distribuzione del fluido termovettore.

Per quanto riguarda l’impianto di illuminazione questo è composto da apparecchi di illuminazione equipaggiati con lampade ad incandescenza e a fluorescenza per quanto riguarda l’illuminazione interna e lampade ad incandescenza, a scarica e a LED per quanto riguarda l’illuminazione esterna.

I corpi illuminanti in ferro battuto, ottone, con vetri policromi sono ancora quelli originali.

Gli impianti verranno descritti con maggior dettaglio nei paragrafi seguenti.

Dati Generali

Tipologia edilizia e costruttiva Edificio isolato / Palazzina libera sui fronti con struttura mista

Numero di livelli fuori terra 4

Superficie utile netta riscaldata 3.996,04 m2

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Volume lordo riscaldato 22.887,46 m3

Superficie disperdente 6.995,30 m2

Tabella 3 – Dati generali della struttura

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5.1.1 L’ involucro edilizio

Per potere enucleare gli interventi di miglioramento energetico, si sono analizzate le condizioni di conservazione dell’esistente e presenza di degradi.

Secondo le Raccomandazioni NorMaL 1/88, per alterazione si intende “una modificazione del materiale che non implica necessariamente un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo”, mentre con il termine degradazione/degrado si intende una modificazione che “implica sempre un peggioramento” e va dunque risolta la sua causa prima che il fenomeno aumenti o degeneri.

L’analisi dei degradi dell’involucro ha permesso così di decifrare le maggiori criticità del manufatto per quanto riguarda gli aspetti energetici, ambientali, microclimatici e di tutela.

A ciascun materiale corrispondono specifiche tipologie di degrado, che agiscono in modi caratteristici e facilmente prevedibili: il legno viene infatti aggredito dagli insetti xilofagi come tarli e termiti o da funghi come la temibile carie a cubetti, che provoca la completa perdita delle sue caratteristiche di resistenza. Esso può essere anche soggetto alle intemperie quando usato negli esterni, con fenomeni di ritiro, imbarcamento e pellicolatura dello strato di finitura.

I materiali metallici si rovinano soprattutto a contatto con l’acqua, presentando fenomeni quali ossidazione e dunque riduzione della propria sezione con conseguente riduzione delle prestazioni meccaniche e fisiche.

I materiali lapidei sono invece degradati soprattutto dalla prolungata esposizione alle intemperie, e in particolare a causa di:

• umidità per risalita capillare, tipica soprattutto degli edifici con muri portanti su terreni alluvionali e con falde acquifere superficiali;

• cicli di gelo e disgelo;

• azione meccanica del vento e della pioggia battente;

• esposizione alla salsedine

In particolare, sono stati individuati i fenomeni di degrado in corso dei materiali lapidei attraverso le seguendo quanto indicato nelle “Raccomandazioni NorMaL - 1/88. Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessico”, CNR-ICR (1990). Per quanto riguarda invece i materiali metallici, legni e altre compenenti materiche si è seguito quanto riportato nel “Trattato di Restauro Architettonico” di Carbonara G. (1996) e nel testo “Tecniche di Restauro Architettonico” di Torsello P., Musso S. (2003)

Per visionare nel dettaglio l’analisi delle diverse componenti di involucro si riporta all’elaborato R05 “Relazione Tecnico Specialistica sull’Involucro Edilizio”.

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