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Tecniche di Analisi Dati Astronomici

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Academic year: 2021

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Tecniche di Analisi Dati Astronomici

A.A. 2018/2019

Astronomia ottica “pratica”.

- Alcuni richiami di teoria - molti esercizi

- un po’ di analisi dati utilizzando un po’ di

I pdf di ogni lezione (purtroppo non sono dispense!) saranno accessibili in

http://137.204.68.26/paola/didattica/AA2019-2020/tada

(2)

1 argomento a scelta (dello studente) fra quelli sviluppati a lezione o in laboratorio o volendo anche fra quelli non

sviluppati (purché inerente). In quest’ultimo caso deve essere approvato da me.

Discussione + domande su argomento a scelta + 2 o 3 domande su argomenti svolti a lezione o in laboratorio.

L' esame è solo orale

Esistono ovviamente gli appelli ufficiali ma si può

sostenere l’esame anche in altre date (scelte da voi con un po’ di elasticità...). Dovete comunque concedermi almeno una settimana di preavviso.

Il ricevimento è su appuntamento

paola.focardi@unibo.it

(3)

COMINCIAMO con

alcuni brevi richiami di fotometria

Da più di 2000 anni, lo “splendore” degli astri viene misurato in magnitudini.

Hipparchos (Ipparco di Nicea) nel II secolo a.C.

suddivise le stelle (circa 850) in 6 classi di luminosità:

-alla 1 appartenevano le più luminose

-alla 6 le più deboli (appena visibili in una notte di Luna nuova da una persona dotata di vista perfetta).

(4)

Claudio Tolomeo (4 secoli dopo), nel redigere il primo catalogo stellare (circa 1000 stelle) all’ interno dell’

Almagesto, conservò la scala di Hipparchos che riflette la caratteristica dell'occhio di percepire le variazioni di luce in modo logaritmico.

Né Hypparcos, né Tolomeo (né forse voi…) utilizzavano la relazione

m=−2.5 log f k [2]

Pertanto la magnitudine è una scala logaritmica inversa dello “splendore” degli astri.

(5)

che fu introdotta da Norman Robert Pogson nel 1856, per mantenere la classificazione in magnitudini .

Probabilmente voi non avete “studiato” la relazione di Pogson nella forma [2], ma in questa :

Dalla [3] si vede come una differenza di 5 magnitudini corrisponda ad un rapporto fra le intensità luminose

pari a 100.

La [2] e la [3] sono quindi due modi diversi per scrivere la stessa relazione.

m1m2=−2.5 log f 1

f 2 [3]

(6)

La [2] equivale alla [3] in quanto la costante k non rappresenta l’estinzione (come qualcuno di voi

potrebbe erroneamente aver pensato) ma quello che si chiama il punto zero della scala delle magnitudini.

Come avrete notato dalla [3]

la definizione della magnitudine (es. ) non è assoluta ma è riferita ad un altro valore (es. ) - il k nella [2] risulta pertanto

m1

m2

k=m2+2.5 log f 2

(7)

f

1

e f

2 (nella [3]) e

f

(nella [2])

rappresentano le quantità di energia che ci arrivano dalla sorgenti nell’unità di tempo e di superficie. Per questo motivo sono detti flussi.

(I flussi si misurano in o in )watt×m−2 erg×s−1×cm−2

m=−2.5 log f k

erg s−1cm−2

f = L 4  d

2

erg s−1

m dipende da L e da d.

(8)

m=−2.5 log L2.5 log 4 5 log dk

Definizione : la magnitudine assoluta M è la magnitudine di un oggetto posto a 10 pc. di

distanza

M =−2.5 log L2.5 log 4 5 log 10k

A parità di L, tanto più la sorgente è lontana tanto maggiore sarà m.

[4]

[5]

(9)

se la sorgente luminosa è la stessa sottraendo la [5]

dalla [4] trovo

m−M =5 log d−5

Modulo di distanza

Dalla [5] ottengo anche la relazione che interoccorre fra le magnitudini assolute :

[6]

M1M2=−2.5 log L1+2.5 log L2

da cui

M1M2=−2.5 log L1

L2 [7]

(10)

Esercizio 1

Determinare la distanza dell' ammasso globulare M3 il cui modulo di distanza è pari a 15.4.

Derivare il diametro reale di M3 sapendo che il diametro apparente è pari a 18'.

(11)

Esercizio 2

Derivare la relazione del modulo di distanza per distanze espresse in Mpc (e non in parsec).

(12)

Nello scrivere la relazione [4] fra m L e d

m=−2.5 log L2,5 log 4 5 log dk 

abbiamo trascurato l'effetto dell'assorbimento....

Quale assorbimento?

(13)

Esercizio 3

Trovare la relazione che lega le magnitudini apparenti e le distanze di due sorgenti aventi la stessa magnitudine assoluta (trascurare l'assorbimento).

Finora abbiamo “scherzato” poichè m e M in realtà ...non esistono !!

(14)

Il sistema fotometrico UBV

Johnson & Morgan 1953, ApJ 117, 313

U 3650 700

B 4400 1000

λ0 Δ λ è il valore centrale

è la larghezza a metà altezza. Le sono espresse

λ0 Δ λ

˚A λ

(15)

Cousins 1976, MNRAS 81,25

Il sistema fotometrico UBVRI (Johnson - Cousin)

U 3650 660

B 4450 940

V 5510 880

R 6580 1380

I 8060 1490

λ0 Δ λ

(16)

Thuan & Gunn 1976, PASP, 88, 543

u 3530 400

v 3980 400

g 4930 700

r 6550 900

Il sistema fotometrico di Gunn

λ0 Δ λ

Qualcosa non convince in questa figura chi riesce a vederlo?

(17)

Bessel 1990, PASP, 102,1181

U 3604 601

B 4355 926

V 5438 842

R 6430 1484

L'introduzione dei CCD comporta una modifica delle bande fotometriche non tanto per quanto

riguarda le lunghezze

d’onda ma piuttosto ? (cfr la figura del Johnson e Cousins)

λ0 Δ λ

U 3650 660

B 4450 940

V 5510 880

R 6580 1380

Johnson & Cousins

λ0 Δ λ

(18)

ESO- WFI

SDSS

u 3540 g 4750 r 6220 i 7630

λ0

(19)
(20)
(21)

Non fate mai un

disegno come questi all’esame del Prof.

Dallacasa!

Le curve di corpo nero non si intersecano

(22)

Un po' di nomenclatura:

m e M non hanno senso...a meno che ? oppure

U −B , B−V , V −R ...

mB, MB mV , MV o mR, MR ecc..

hanno senso

mB,mV , mR sono spesso indicati con B,V,R

sono detti indici di colore

(23)

Esercizio 4

Una stella che ha B=9 e V=8 È più rossa o più blu?

Quant'è il suo B-V ?

Una stella con B-V= -0.2 è più rossa o più blu?

Se ha B=9 quant'è il suo V?

(24)

Il diagramma colore colore,

(25)

La risposta alla domanda di Pietro

(è un vecchio articolo...1972)

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