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Flusso di un campo vettoriale Legge di Gauss. Angolo solido

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(1)

Prof. Francesco Ragusa

Università degli Studi di Milano

Anno Accademico 2020/2021

Elettromagnetismo

Campo elettrico espresso come gradiente del potenziale

Derivate direzionali

Flusso di un campo vettoriale Legge di Gauss. Angolo solido

Lezione n. 5 – 15.10.2020

(2)

Il campo elettrico come gradiente

La relazione fra potenziale e campo elettrico appena trovata consente una strategia conveniente per il calcolo del campo elettrico

Data una distribuzione di cariche si calcola il potenziale elettrico

È una quantità scalare; è un calcolo più semplice

Trovato il potenziale si calcola il campo elettrico come gradiente del potenziale

Illustriamo il metodo con un semplice esempio

Il campo di una carica puntiforme nell'origine

Calcoliamo la derivata rispetto a x

x y

z

(3)

Il campo elettrico come gradiente

Per la simmetria dell'espressione le derivate rispetto alle altre coordinate sono

Riconosciamo le tre componenti del versore

Richiamiamo la definizione

Otteniamo

(4)

Derivate direzionali

Approfondiamo alcuni concetti relativi al gradiente di una funzione scalare

Premessa

Il potenziale è una funzione di tre variabili φ(r) = φ(x, y, z)

Non è possibile per noi rappresentare una funzione di tre variabili

Avremmo bisogno di immaginare uno spazio quadrimensionale

Tuttavia i concetti possono essere illustrati e visualizzati per una funzione di due variabili φ(r) = φ(x, y)

Consideriamo una funzione arbitraria (ma continua) delle variabili x e y

Consideriamo inoltre due punti Q e Q' sulla superficie corrispondenti ai due punti P e P' sul piano x−y

Al variare del punto P sul piano x−y il punto

Q descrive una curva sulla superficie v = φ(x, y)

Il punto P descrive una curva sul piano x−y che in forma parametrica ha la forma

In particolare P(s) può essere una retta

Descrive una direzione sul piano x−y

y v

x

(5)

Derivate direzionali

Vogliamo adesso calcolare la variazione di φ lungo la direzione PP'

Supponiamo che la distanza da P a P' sia infinitesima

Introducendo le coordinate x(s) e y(s) in φ(x,y)

Ricordiamo che le derivate di x e y rispetto a s sono i coseni direttori della direzione PP'

Inoltre

Otteniamo in definitiva

y v

x

Definizione di

(6)

Derivate direzionali

Riepilogando, abbiamo trovato l'espressione per la derivata direzionale di una funzione di più variabili

Inoltre ricordiamo come la derivata in direzione di può essere espressa utilizzando il gradiente

Naturalmente il formalismo è immediatamente generalizzabile in tre direzioni anche se non visualizzabile come invece abbiamo fatto in due dimensioni

y v

x

(7)

Derivate direzionali

Una importante osservazione sul risultato trovato

Il gradiente ∇φ e il versore sono due vettori

In particolare

Si ha pertanto

• α è l'angolo compreso fra la direzione del gradiente e la direzione in cui si calcola la derivata direzionale

Ovviamente la derivata direzionale è massima quando cos α = 1 (α = 0)

Quando è nella direzione del gradiente

Concludiamo che …

Il gradiente punta nella direzione di massima variazione della funzione φ Il suo modulo dà la derivata della funzione in quella direzione

(8)

Il gradiente

Per finire consideriamo una superficie equipotenziale

Consideriamo un punto P sulla superficie

Consideriamo il piano tangente alla superficie nel punto P

Per una generica direzione sul piano tangente la variazione del potenziale è ovviamente nulla

È nulla perché φ = c è una superficie equipotenziale

Questa relazione vale per un generico versore sul piano tangente

Il gradiente è perpendicolare a tutti i vettori del piano

Il gradiente è perpendicolare al piano

Applicazione: utilizzare il gradiente per calcolare la normale a una superficie

P

Il gradiente è perpendicolare alle superfici equipotenziali

(9)

La Legge di Gauss

Studiamo un'importante proprietà del Campo Elettrico: La Legge di Gauss

Stabilisce un legame fra il campo e le sue sorgenti

Può essere formulata in due modi

In forma integrale

In forma differenziale

In forma integrale è probabilmente più semplice, almeno per il momento

In forma differenziale occorre maggiore familiarità con l'analisi vettoriale

Conduce a importanti equazioni differenziali che governano il Campo Elettrico

La Legge di Gauss è una delle 4 equazioni di Maxwell

Per la sua formulazione in forma integrale abbiamo bisogno preliminarmente del concetto di "Flusso di un campo"

Un concetto matematico generale

Può essere definito per ogni campo

Per facilitarne la comprensione faremo una piccola deviazione verso la meccanica dei fluidi

Discutiamo il flusso di un fluido

Aiuta la comprensione qualitativa del concetto di "Flusso di un Campo"

Solo per aiutare la comprensione: da un punto di vista fisico il flusso del campo elettrico non ha nulla a che vedere con il flusso di fluido

(10)

Flusso di un campo vettoriale

Supponiamo di osservare il flusso di un fluido

Ad esempio l'acqua di un fiume

Per descrivere il moto del fluido lo suddividiamo in tanti volumetti dV

Ogni volumetto è caratterizzato da

La posizione r del volumetto

La densità del fluido all'interno del volumetto ρ(r)

La densità è di solito una funzione della posizione r: ρ(r)

La velocità v del volumetto di fluido

La velocità del fluido può variare da punto a punto

Il vettore velocità è un campo vettoriale v(r)

Adesso calcoliamo la quantità di fluido

che attraversa una superficie A arbitraria immersa nel fluido

Di interesse, ad esempio, per calcolare l'energia trasferita dal fluido in movimento alle pale di una turbina

y z

x

r v dV

A

(11)

Flusso di un campo vettoriale

Consideriamo una superficie A nel fluido

Per adesso assumiamo la velocità del fluido sia perpendicolare alla superficie

Fra breve abbandoneremo questa limitazione

Inoltre supponiamo che la velocità non vari sulla superficie A

Ci chiediamo quanto fluido attraversa la superficie in un intervallo di tempo Δt

Evidentemente il fluido che attraversa la superficie è quello contenuto nel parallelepipedo indicato di base A e altezza vΔt

Il volume del parallelepipedo è ΔV = A v Δt. Pertanto

Definiamo il flusso φ come la quantità di fluido che attraversa la superficie nell'unità di tempo

v Δt

A

v

(12)

Flusso di un campo vettoriale

È conveniente definire il campo vettoriale J = ρ v

Il vettore J prende il nome di densità di corrente

Ha le dimensioni di massa per unità di superficie per unità di tempo

Per definizione, la quantità di fluido che attraversa la superficie nell'unità di tempo è il flusso del vettore J attraverso la superficie A

Ribadiamo che abbiamo assunto la velocità sempre perpendicolare a A

Analizziamo il caso in cui la velocità non è perpendicolare alla superficie A

La situazione che abbiamo analizzato …

Supponiamo adesso che la stessa superficie A sia inclinata

La normale alla superficie forma un angolo θ con la velocità

Il parallelepipedo di fluido che

attraversa la superficie nel tempo Δt è adesso più piccolo

La sua base ha una superficie A' = A cosθ

Il flusso è

v Δt

v A θ

θ

(13)

Flusso di un campo vettoriale

La definizione di flusso viene pertanto scritta in modo più generale introducendo il versore normale alla superficie

Un'altra notazione molto importante unifica la normale alla superficie e l'area della superficie in un'unica grandezza vettoriale

Questa notazione è più importante e più utile di quello che potrebbe apparire a prima vista

Soprattutto per le superfici infinitesime da che si incontrano nella geometria differenziale nello studio delle superfici

La trattazione matematica delle superfici è un argomento importante

Esula dagli obbiettivi primari del nostro corso

Negli esempi trattati

La velocità era costante su tutta la superficie e aveva sempre la stessa direzione

La superficie era una semplice figura geometrica piana

Vediamo adesso il caso più generale di flusso attraverso una superficie arbitraria

(14)

Flusso di un campo vettoriale

Consideriamo una superficie di forma arbitraria

La superficie è immersa in un fluido in movimento

La velocità del fluido, in generale, varia da punto a punto sulla superficie

Il movimento del fluido è descritto dal vettore J

Suddividiamo la superficie in piccoli elementi di superficie Δaj

Gli elementi sono sufficientemente piccoli da potere essere considerati superfici piane

Tutte orientate in modo differente

Ogni elemento di superficie Δaj è caratterizzato

Ovviamente dalla superficie Δaj

Dalla posizione del suo centro rj

Dalla normale alla superficie

Il flusso di J attraverso ogni elemento di superficie è

Il flusso attraverso la superficie completa si calcola sommando i flussi attraverso le singole superfici

y z

x

rj

J(rj) J(r)

(15)

Flusso di un campo vettoriale

Nel caso limite si fa tendere all'infinito il numero N di elementi di superficie e la somma diventa un integrale

È bene sottolineare che il versore è una funzione del punto r, e quindi della variabile di integrazione

È necessario definire la superficie A

Nei casi semplici si tratta di semplici superfici (una superficie sferica, una superficie cilindrica) poste in posizioni semplici (simmetriche) rispetto al sistema in esame

In generale è necessario specificare l'equazione della superficie

L'equazione della superficie permette di determinare il versore in ogni punto della superficie

L'integrale introdotto prende il nome di Integrale di Superficie

Come già detto una forma alternativa è considerare l'elemento di superficie come un vettore nella direzione della normale e modulo uguale alla superficie

(16)

La Legge di Gauss

Possiamo adesso ritornare alla Legge di Gauss

Legge di Gauss stabilisce un legame fra il campo elettrico e le sue sorgenti

Notiamo comunque che anche la Legge di Coulomb stabilisce un legame fra la forza e la carica

Ricordiamo che il campo elettrico è la forza esercitata per unità di carica

La Legge di Gauss stabilisce che

Una importante precisazione

Con una superficie chiusa lo spazio viene diviso in una parte interna alla superficie e una esterna

Per convenzione la normale alla superficie è diretta verso l'esterno

Il simbolo indica integrale esteso alla superficie chiusa A

Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa è uguale alla somma algebrica di tutte le cariche

contenute all'interno della superficie divisa per ε0

Legge di Gauss in forma matematica

(17)

La Legge di Gauss

Se le cariche non sono puntiformi ma sono descritte da opportune densità di carica allora si sostituisce alla somma un integrale di volume

L'integrale di volume è esteso a tutto il volume V contenuto all'interno della superficie chiusa A sulla quale è stato calcolato il flusso

Verifichiamo la Legge di Gauss nel semplice caso in cui il campo elettrico sia generato da una carica puntiforme

Calcoliamo il flusso attraverso una superficie sferica di raggio r e centrata nell'origine

Il campo è perpendicolare alla superficie per ogni direzione di r

y z

x

(18)

La Legge di Gauss

Consideriamo un elemento di superficie in coordinate sferiche

Il campo elettrico sull'elemento di superficie è

Il contributo elementare al flusso è

Indipendente dal raggio r

Hanno giuocato un ruolo fondamentale

La dipendenza di E da 1/r2

La dipendenza di da da r2

(19)

La Legge di Gauss

Abbiamo visto che il flusso del campo elettrico di una carica attraverso una superficie chiusa sferica è uguale a

Inoltre è indipendente dal raggio della sfera

In realtà c'è una condizione ancora più forte

È indipendente dalla forma della superficie chiusa

Per convincerci di questo conviene fare preliminarmente una digressione sull'angolo solido

Iniziamo dall'angolo piano

Consideriamo un punto P sul piano

Un angolo piano è la regione del piano delimitata da due … originanti da P

Due cosa?

Due semirette

La "misura" dell'angolo piano è data dal rapporto fra lunghezza di un arco e il raggio dell'arco

È un numero adimensionale

La "misura" dell'angolo è indipendente da R

L'angolo completo misura 2π

Rapporto fra la circonferenza e il raggio

P

R1 l1

R2 R3

l2 l3

(20)

L'angolo piano

Consideriamo adesso un angolo infinitesimo

• dl è un arco di circonferenza infinitesimo

Invece di dl consideriamo un segmento arbitrario ds

compreso fra le semirette

Dato che dl è infinitesimo

La lunghezza di dl coincide con la lunghezza della corda

Gli angoli fra i raggi e la corda sono retti

Il segmento ds è l’ipotenusa di un triangolo rettangolo

Proiettiamo ds sulla circonferenza

La misura dell'angolo è

Si può calcolare la misura dell'angolo

Con la lunghezza dell'arco dl

Con la lunghezza di un segmento arbitrario ds proiettata sull'arco

Si dice anche che il segmento ds (o l'arco dl) sottende un angolo α

P R dl

ds θ

(21)

L'angolo solido

L'angolo solido è la generalizzazione nello spazio dei concetti precedenti relativi all'angolo piano

Un angolo solido è la regione dello spazio delimitata da una superficie generata da un fascio di semirette originante da P

Abbiamo disegnato un cono ma la forma potrebbe essere arbitraria

Nel caso piano erano due semirette

Per definire una misura dell'angolo solido

consideriamo una sfera di raggio R centrata in P

La superficie (il "cono") interseca la sfera e vi definisce una superficie S

Nel caso piano avevamo un arco

La misura dell'angolo solido è il rapporto fra

La superficie intersecata sulla sfera

Il quadrato del raggio della sfera

La "misura" dell'angolo è indipendente da R

L'angolo completo misura 4π

Rapporto fra la superficie della sfera e il quadrato del raggio R

Si dice anche che una superficie sottende un angolo solido

P

(22)

Angolo solido

Analizziamo in maggiore dettaglio il caso in cui la superficie di cui vogliamo calcolare l'angolo solido rispetto al punto P non sia un parte di una sfera

Stiamo considerando una superficie infinitesima dS1

Possiamo costruire una superfice, una sorta di cono, unendo i punti del contorno della superficie dS1

con il punto P

In questo modo individuiamo una superfice dS su una sfera di raggio r

La superficie S si trova ad una distanza r da P

L'angolo solido sotteso da dS è

L'angolo solido sotteso da dS1 è lo stesso

Ha la stessa misura

Consideriamo le normali alle superfici

Se α è l'angolo fra le normali alle due superfici si avrà

(23)

La legge di Gauss

Siamo adesso in grado di comprendere come il flusso attraverso una superficie chiusa non dipenda dalla forma particolare della superficie

Consideriamo una superficie chiusa arbitraria che racchiude una carica puntiforme

Suddividiamola in tante superfici infinitesime dS1

Il flusso attraverso ogni superficie è

La superficie dS1, che si trova ad un raggio r sottende lo stesso angolo solido della superficie dS che si trova sulla sfera di raggio R

Ci siamo pertanto riportati al calcolo del flusso sulla sfera di raggio R

(24)

Legge di Gauss

Fino ad ora abbiamo considerato il flusso di una singola carica puntiforme

Tutte le leggi e le operazioni matematiche utilizzate sono lineari

Vale il principio di sovrapposizione

Un campo generato da un sistema di cariche più complicato può pertanto essere visto come somma di più campi generati ciascuno da una carica puntiforme

Si possono calcolare separatamente i flussi delle singole cariche contenute all'interno della superficie

Il flusso totale è uguale alla somma dei singoli flussi

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Legge di Gauss

Cosa succede se la carica è esterna alla superficie?

Possiamo considerare un problema simile con una superficie come indicato in figura

L'unione fra le due superfici è piccolissima

Abbiamo appena visto che il flusso è indipendente dalla forma della superficie

Possiamo inoltre suddividere il flusso nei flussi attraverso due superfici

La "strozzatura" può essere resa piccola, trascurabile

Se chiamiamo Φ1 il flusso attraverso la superficie che contiene la carica avremo

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Legge di Gauss

Pertanto l'enunciato della legge di Gauss vale anche quando la superficie chiusa non contiene cariche

Se all'interno della superficie non ci sono cariche il flusso totale è nullo

Significa che il contributo negativo al flusso è uguale al contributo positivo

Il contributo al flusso è positivo quando

l'angolo fra E e la normale è inferiore a π/2

Il contributo al flusso è negativo quando

l'angolo fra E e la normale è superiore a π/2

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