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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.20 (1893) n.0980, 12 febbraio

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCHI, FE R R O V IE , INTERESSI PRIVATI

Anno XX - Voi. XXIV

Domenica 12 Febbraio 1893

N. 980

STATO E BANCHE DI EMISSIONE

Il tem po passa e passa v e lo c e ed il M inistero perde il m igliore p eriodò p er determ inare la propria linea di condotta e ch iam are il potere legislativo ad a pp rova rla . M entre la sospen sion e di a lcu n o degli o r ­ gani della vita politica è riconosciu ta co m e un assurdo dai trattatisti di diritto costituzionale e : — il re è m orto, viva il re — è il m otto della continuità del potere p u b ­ b lico , ed i Parlam enti, n elle disposizioni ch e rigu ar­ dano la loro esistenza, hanno adottato lo stesso p rin ­ cip io, sem bra in vece possibile la discontinuità nella essenza stessa del credito di un paese.

E p p u re, co m e abbiam o già rilevato n ell’ ultim o n u ­ m e ro , l’ Italia da un m ese si trova nella più sin g o­ lare ed an orm ale con dizion e, abbiam o una B anca, ch e n on è in g ra do di m antenere i suoi im p eg n i, ed ha alm eno 1 3 5 m ilioni di biglietti in c ir c o la z io n e ; a b ­ biam o il G o v e rn o , ch e ha assunta la responsabilità di quella circola zion e invitando le altre B a n ch e a ritirare quei biglietti ; ma ancora nessun atto legislativo ha sanzionato q u elle disposizion i. N on vi p otreb b e essere situazione più irregola re, nè le diverse am m inistra­ zion i a v reb b ero potuto assum ersi davanti al paese e davanti agli interessati m a ggiora responsabilità.

P erò la constatazione di questa con d izion e di co se dom anda ch e lo stato precario ed an orm ale non venga prolungato e ch e la legge sia messa all’ u n isono coi fatti. Ogni dim ostrazione della urgenza di un defi­ nitivo p rovvedim en to sa reb b e inutile ; i poteri dello Stato deb b on o con v in cersi ch e non bisogn a fare e c ­ cessiva fidanza sul p rov v isorio e sull’ an orm ale, qu an do trattasi di credito p u b b lico , e ch e la continuità della le g g e è altrettanto necessaria n elle qu estion i e co n o ­ m ich e, quanto in q u elle p olitich e.

A bbiam o letto nei g iorn a li ch e il G ov ern o ha o t ­ tenuto dalla Banca N azionale ch e essa ritiri e non ri­ spenda i biglietti della Banca R o m a n a ; ed è gran m ercè ch e, in m ezzo al disordin e g en era le, il paese abbia avuto sotto m ano un organ ism o forte ed equ i- hbrato com e — m algrado gli errori a cu i i G overni la costrin sero — è ancora la Banca N azionale nel R eg n o. Ma è naturale ch e sorga la dom anda : — p erch è il G ov ern o non si è in v e ce serv ito delle sue T esorerie per ordin are il ritiro dei biglietti della Banca R om ana, fino a ch e il P arlam ento n on avesse decisa la costitu zion e della nu ova Banca alle co n d i­ zioni indicate dalle con v en zion i stipulate ? N on era più naturale ch e il G ov ern o se sente, c o m e non vi ha du b b io, la responsabilità dei disord in i avven u ti, nel m om en to p ro v v iso rio attuale assum esse anche la responsabilità dei rim edi ?

E d ancora noi dom an dia m o : se la nu ova le g g e e le con ven zion i fossero state a ccom p a g n a le dalla di­ chiarazion e ch e n elle casse dello Stato si trovan o 5 0 , 6 0 o v v e r o 1 0 0 m ilion i della B an ca R om an a, ai quali soltanto la a pp rova zion e delle con v e n zio n i sti­ pulale posson o dar valore, qu ale p iù chiara d im o ­ strazione della urgenza si potrebbe trovare in un Parlam ento, dov e la cognizione delle cose tancarie si è dim ostrata co sì scarsa ?

S i dice ch e il G ov ern o attende la presentazione delle relazioni sulla inch iesta, per presentare il p ro ­ getto ; e per un certo aspetto pu ò essere opportu n a tale attesa ; ma allora affretti più ch e sia possibile la presentazione dei risultati dell’ inchiesta e soprat­ tutto, presentando il progetto d i legg e, dica ch ia ro e netto al Parlam ento q u a le sia la situazione.

Il P arlam ento non pu ò esigere un lu n go tem po per co m p ie re i su oi studi ; oram ai è il d e cim o progetto ch e sulla legg e bancaria gli v errà presentato; oram ai da dieci anni alla C am era e fu ori, tutti gli argom en ti ch e rigu ard an o la em ission e fu ro n o studiati e ristu ­ diati ; quindi una C om m ission e pu ò in poco tem po esam inare il progetto, r ife rirn e , e d il P arlam ento pren dere le sue d ecision i.

Noi in proposito n on farem o ch e una sola osser­ vazione e la esp orrem o c o n un o degli esem pi ch e la econ om ia classica da tanto tem po in m ateria di credito ha esposti c o m e fattori di certe situazioni.

« S e cen to in dividu i attendono cia scu n o un pane per sfam arsi e non hanno dinanzi ch e 9 9 pani, n on si m anifesta la agitazione in un so lo in d ivid u o m a in tutti e cen to ; ep p u re sarà un o soltanto q u ello ch e rim arrà senza pane. »

C osì nel credito ; se u n d u bbio potrà sorg ere n ei portatori di biglietti sull’ attitudine del P arlam en to, non sarà una agitazione in q u a lch e provin cia ma a v rem o il v e ro pan ico, ed in con segu en za il disastro.

R iflettano ben e a questo p ericolo G o v e rn o e P a r­ lam ento e n on proced an o alla leggera in argom en to di tanta im portanza. P ericoli con sim ili e con segu en ze terribili si e b b ero già altrove in altri tem pi e la­ sciaron o traccie gravissim e, p erch è, se il pan ico si m a ­ nifesta n elle sue m aggiori p rop orzion i, non vi è forza ch e valga a g u id a rlo o trattenerlo.

Del resto, pare a n oi, ch e arrivati al punto in cu i siam o non sia difficile determ inare quali possan o essere i punti fondam entali del n u o v o progetto di legge.

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-98 L ’ E C O N O M I S T A 12 febbraio 1893 pria dicitura, la quale soltanto renderà valido il

biglietto ch e sarà poi riconsegnato alle B anche. ”L e operazioni com piu te da alcune B anche risu l­ tarono così poco con form i ai concetti generali, che è necessario di seguire nella em issione, ch e sarà opp ortuno determ inar bene le operazioni perm esse e quelle proibite, ed aggiungere una determ inata r e ­ sponsabilità per gli am m inistratori, ch e infrangessero la legge. O pportune verifich e, per lo m en o annuali, dei risultati delle quali sia obbligatoria la pu bblicazion e e n elle quali gli ispettori o revisori faccian o esplicite dichiarazioni sulla verità del loro asserto, assicu re­ ranno, per quanto è possibile, il p u b b lico dai m ag­ giori disordin i. Sarà però necessario ch e il personale degli ispettori non sia più reclutato tra qualunque

pubblico, ma sia scelto tra persone ch e p e r la loro

posizione sociale e per la loro com petenza diano garanzia di moralità e di dottrina. La C orte dei C onti, la R agioneria generale dello Stato potreb b ero fornirne il contingente.

Si è con ven uto di accrescere la riserva m etallica, e su qu esto orm ai si può dire ch e tutti siano d’ ac­ co rd o . N on pensiam o ch e con questo m ezzo si possa ottenere il baratto dei biglietti p e rch è , com e altra volta dim ostram m o, il baratto dipen de dalle c o m ­ plesse con dizion i della econ om ia del paese e dallo stato della circola zion e m etallica. L a Banca o le B anche possono barattare i biglietti, se la legge ed il pu b b lico lo richiedan o fino alla con corren za della loro riserva, la qu ale, sia essa del 3 3 o del 4 0 od anche del SO per cen to, si esau rirebbe più o m en o presto, in qu an toch è le Banche stesse non potrebbero sperare di v ed ere aum entare n elle loro casse i v e r ­ sam enti m etallici spontanei ; — dov reb b ero q u in di riforn irsi di oro o di argento all’ estero e non a v re b ­ b ero m ezzo per farlo, non tanto per la entità delle differenze, quanto p erch è in ca m b io dell’ oro e d el­ l’ argento d ov reb b ero dare titoli di debito. L ’ aum ento della riserva può però essere m olto utile, se si v u ole esperim entare il sistem a del baratto con premio. È però necessario fin d ’ ora com pren d ere bene ch e se si adottasse tale sistem a il prem io d ov reb b e essere necessariam ente alto, e che non sarebbe possibile fare paragoni colla F ran cia, d ov e le con dizion i m o ­ netarie son o tanto diverse.

U n’ altro punto m olto im p orta n te, sul quale orm ai le idee d o v re b b e ro essere già ben con cretate, è q u ello del m assim o della circola zion e. A nostro a v viso un lim ite della circolazion e è un non senso; l’ esem pio stesso della F ran cia con ferm ereb b e, se mai o cco rre sse , tale opin ion e. La legge francese ha sem p re m antenuto un lim ite alla circola zion e, ma lo ha fissato di volta in volta così lontano dallo stato di fatto, ch e si può dire sia stato più un om aggio a pregiu dizi in vetera ti, ch e non il v e ro e prop rio desiderio di im pedire disordini. O gni volta ch e la B anca di F ran cia ha avuto una circolazion e di fatto ch e si avvicinava al m assim o legale, la legge ha portato qu esto m assim o m olto più in là.

Ma se la scienza e la pratica v orreb b ero la c ir ­ colazion e senza altro lim ite ch e q u e llo dei bisogni m u tevoli del m ercato, questa libertà per n oi non è possibile fino a ch e non sarà entrata la co n v in ­ zione ch e i Banchi M eridionali non possono essere adatti alla em issione, e ch e la loro opera d ev e e s ­ sere con v e ro vantaggio del paese rivolta a ben d i­ verso u fficio. A bbiam o in Italia la m aggiore delle nostre industrie, la agricoltura, la qu ale, qui com e

d ov u n q u e, non può prosperare se n on q u a n do, così sotto l’ aspetto agrario ch e sotto l’ aspetto fondiario, non trovi i capitali a buon m ercato. Ma i capitali a bu on m ercato non si hanno se non nei paesi d o v e è prospera da lu n go tem po la econ om ia p u bblica. Da questo c irco lo v izioso non si può u scire senza entrare nel cam po della beneficenza, cioè avere dei capitali che non abbiano bisogno di rim u n era zion e. I due B a n ­ chi M eridionali potevan o e posson o esercitare tale beneficenza ; lo abbiam o detto tante volte ; se fo s­ sero stati am m inistrati saggiam ente, o g g i potrebbero ayere più di 3 0 0 m ilioni di capitale, e sarebbero d a vvero la gran de m am m ella defila agricoltu ra. In­ v e ce o c c o r r e appena dire co m e son o le cose : si son o lasciati sciu pare i B anchi senza ricavarn e positivo van taggio. C o m u n q u e , m entre riten iam o ch e col tem po qu este verità si faranno strada, non credia m o ch e per ora il P arlam ento sia in . g ra do di v ed ere tanto b en e il vero da togliere ai B anchi M eridio­ nali la em issione. T orn a quindi necessario il lim ite, e qu an do la riserva sia portata al 4 0 per cen to, il lim ite raggu agliato al qu adru p lo di capitale è accettabile.

Qui però potrebbe sorgere una question e p re g iu ­ diziale : — Capitale nom in ale od effettivo ? E la q u estion e sarebbe tale, cred ia m o, da rid u rre n e ce s­ sariam ente e di m olto la circola zion e dei du e B a n ­ ch i. N oi protestiam o con tro la teoria di alcuni m i­ n istri, ch e bisogn i rico n o sce re ai B anchi M eridionali un capitale di tanti m ilion i. N iente affatto. S e si vu ol fare una legge sincera, tanto per la nuova Banca co m e per i Banchi M eridionali, sarebbe n e ­ cessario ricon oscere soltanto il capitale ch e effetti­ vam en te esiste, altrim enti si co m in cia con una fin­ zion e. Ora il B anco di Sicilia per i non va lori di porta foglio, il B an co di N apoli p er il C redito fon ­ diario, si trovano ben al disotto della cifra di ca ­ pitale portata dalle situazioni ; alla n u ov a Banca si potranno dom andare 3 3 m ilioni di n u ov o capitale e, se o c c o r r e , n u ov o capitale potrà essere v e r s a t o , ma i B anchi M eridionali non hanno questa possi­ bilità.

T uttavia, ripetiam o anche q u i, di non aver fede ch e il Parlam ento abbia tanto eroism o da com p iere una sim ile radicale riform a. Ma n ello stesso tem po cred ia m o ch e a garanzia di tutti, d ei G overni e Par­ lam enti fu tu ri, e d ello stesso paese, la nuova legge debba esplicitam ente con ten ere la dichiarazione, ch e per tutta la durata del p rivilegio il lim ite della cir­ colazion e attuale si intenda im m u tabile per i Banchi M eridionali e ch e sia fatto loro o b b lig o di rico sti­ tu ire, entro un b re v e p eriodo, il capitale, d o p o il qual tem po la circola zion e debba essere ridotta al q u a dru p lo del capitale effettivam ente esistente.

Posti questi punti fondam entali della nuova legge, in torn o ai quali credia m o ch e vi sia p o co da d i­ s c u te r e , rim an gon o gli altri ch e costitu iscon o »

compensi da darsi alla nuova B anca, ch e si assum e

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la-12 febbraio 1893 L ' E C O N O M I S T A 80 i scia ron o dipin gere o dipin sero gli azionisti delle

ban ch e com e succhiatori della pubblica fortuna, che è bene vedere chiaram ente e precisam ente a quali con dizion i e per quali m otivi di interesse generale og gi gli azionisti della nuova B anca si assum ano tutto il disordin e della Banca R om ana. S e viene dato un p riv ileg io per 2 0 anni, se la tassa di cir­ colazion e vien e ripristinata da L . 1 ,4 4 per cento a L . 1 ,0 0 , se vien con cesso di im piegare una parte della riserva in divisa estera dì prim o ord in e, se una parte del capitale pu ò essere im piegato in ren ­ dila pubblica, non è una con cession e ch e venga fatta agli azionisti, ma è un corresp eltiv o ch e vien e ad essi a ccorda to, perch è risparm ino allo Stato di in scrivere in bila ncio i biglietti della Banca R om ana ch e son o in circola zion e a co rso legale e ch e la Banca R om ana non può barattare.

È per questo ch e sarebbe stato, a nostro avviso, più evidente lo stato delle cose, se il M inistero avesse volu to dire al Parlam ento ch e le casse del T esoro sono in gom b re di biglietti rom ani.

O sservato da qu alunque aspetto, il m om en to ci pare solenne e una incertezza da parte della C am era, o peggio un v oto incon siderato, potrebbero m ettere il paese in una grave perturbazione econ om ica e finanziaria.

C erto che è du ro, du rissim o il fatto ch e lo Stato debba assum ersi di far pagare m ediante speciali con cession i i debiti di una banca ; certo ch e il pre­ cedente e l’ esem p io possono essere fatali e non è senza grande titubanza ch e noi stessi ricon oscia m o questo dov ere n el Parlam ento, m a bisogna essere ciech i per non ved ere ch e l’ attuale stato d i cose è l’ inevitabile prodotto del falso indirizzo dato al si­ stema bancario d a 'l’ on. M inghetti, della m ancanza di energia m ostrata su tale proposito dall’ on. M aglioni, quando abolì il co rso forzato, e dal lawismo ch e, con siglieri del G ov ern o o m inistri, gli o n o re v o li E l­ leno, G rim aldi e Luzzatti hanno fatto prevalere sino a poco tem po fa.

O ggi tutto qu esto è com pletam en te sfatato, ma noi auguriam o ch e il Parlam ento non si p reoccu p i troppo del m ale avven u to, così da non v e d e re le cause vere da cu i il m ale è derivato.

S on o dieci anni orm ai ch e sulla qu estion e ban ­ caria noi parliam o m olto ch iaro ; a bbiam o p erciò diritto di essere severi nei nostri giudizi sugli u o - m ini, oggi ch e riescon o a tutti evidenti i frutti della loro incapacità.

Il

self help

in materia bancaria

M entre si aspetta ch e la question e bancaria faccia qualche passo v e rso la solu zion e anche nel ca m po legislativo, è il caso di rivolg ere il pensiero a n co a taluni m in ori, ma tuli’ altro ch e trascurabili interessi, cui il futuro assetto bancario, a n corch é buon issim o, potrebbe non essere alto a soddisfare.

Ogni cosa infatti ha dop pio lato, e se è ben e ch e nello scon to non sieno di m anica larga h grandi banche ch e g o d o n o il p rivilegio dell’ em issione, è an­ che un fatto ch e quella parte del co m m e rcio , non di prim ’ ordin e, v e rso h quale a lcu n e delle ban ch e di em issione erano negli anni scorsi diventate di accesso relativam ente facile, p u ò trovarsi a disagio, se a un

tratto vengano a m ancarle istituti ch e le a cco rd in o il credito. Difatti, dopo lo sciagu re em erse di recente nella Banca R om an a, e l’ annunzio della sua liquida­ zione e dell’ assunzione del suo attivo e passivo per parte della Banca N azionale, co n cui si fon d ereb b ero le due toscane, abbiam o subito sentito parlare di una tal quale ansietà destatasi in seno al ceto c o m m e r ­ ciale della capitale del R egn o.

A lcuni giorn ali si son o altrettali a poi re in rilievo per tranquillare il p u b b lic o , prim a di tutto ch e la Banca R om ana dava al co m m e rcio m in u to uno scon to m olto lim itato, e ch e nella capitale oltre lo |i ban ch e di em issione, hanno sede due forti stabili­ m enti di cred ito, la S ocietà di C redito M obiliare ! Italiano e la Banca G en erale, i quali entram bi hanno I; già m anifestato l’ intenzione di ded icare più largam ente ch e pel passato la loro attività alle operazioni di scon to com m ercia le e di aprire sportelli appunto p e r la presentaziono di effetti allo scon to. M algrado ciò , |! il C on siglio direttivo della A ssociazion e Industriale C om m ercia le A g ricola R om ana nei giorn i scorsi venne |j con v oca to d’ urgenza e prese le seguenti d u e delibera - jj zion i, ch e una apposita C om m ission e e b b e cura di recarsi a com u n ica re ai due enti (G o v e rn o e Bauca N azionale) rispettivam ente in esse contem plati.

« P regare S . E. il M inistro di A g ricoltu ra In d u ­ stria e C om m ercio, perch è cerch i di scon g iu ra re il p ericolo ch e nasca discontinuità nel fu n zion am en to ; dello sconto in R om a e p erch é gli Istituti di em is­ sione esistenti con tin u in o e svilu ppin o in più vasta

scala lo scon to stesso, on de ren dere insensibile al

co m m e r c io la cessazione delle operazioni delle Banca R om ana ».

» Interessare la D irezione della Banca N azionale p erch è assuma il patronato per la creazion e solle- jj cita di un Istituto di scon to ch e d o v re b b e sorgere il g iorn o stesso ch e le attuali B anche di em issione si fon don o co n la Banca N azionale, agevolando in

ogni modo la formazione del capitale del nuovo Istituto ed appoggiandolo con le maggiori facilita- zioni ».

A b b ia m o qua e là sottolineato alcu n e parole e frasi, jj per com m en tarle brev em en te secon d o il n ostro m odo di vedere.

Discontinuità. — S icu ro , sarebbe dan n oso ch e

tra il ch iu dersi di alcune B an ch e e l’ aprirsi di alcune altro di diversa indole il p icco lo co m m e rcio rim a­ nesse p rivo dell’ aiuto del cred ito, non avesse m od o di scontare le p rop rie c a m b ia li; epp erò visto ch o tutto ciò ch e è tem poran eo e straordin ario non costi­ tu isce regola, non troverem o da cen su rare ch e gli Istituti di em issione, ch e si salvano dal naufragio, largh eggin o un poco verso quella parte del ce to c o m ­ m ercia le, ch e non form a nè d ev e form are la loro più consueta clien tela, pu rch é ciò sia puram ente in via

provvisoria, cio è finché non si sia p rov v ed u to defin iti-

m ente ed affinchè frattanto il p rov v ed ere resti più j a gevole. O ve non sia subordinata a qu esto carattere ¡; provv isorio, la richiesta incondizionata di operare in

più larga scola, non è tra qu elle ch e a parer nostro

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L ’ E C O N O M I S T A 12 febbraio 1893 100

N e consegue ch e dovrà trattarsi, non di fare a ogni costo molti affari, ma affari bu on i e sicu ri. Lo abbiam o dello e ripetuto le m ille v o lte : un isti­ tuto di em issione è chiam ato soltanto a scontare carta di prim o ordin e. Q ui aggiu n gerem o ch e per con ferire agli effetti cam biari tale qualità, non basta ch e una firma sia buona intrinsecam ente, bisogna a n co lo sia abbastanza notoriam ente. U n certo n u m ero quindi di piccoli industriali e di piccoli negozianti, an corch é le loro aziende procedan o con piena regolarità, per inevitabile andam ento di cose um ane troveran n o sem ­ pre qu alch e difficoltà, a ch e siffatta loro con dizion e di cose sia nota alle grandi B an ch e e queste si pre­ stino a scontare i loro effetti. O cco rro n o dunque Istituti m inori, di privata fondazione non solo, ma privi di quel carattere pu b b lico speciale ch e il p rivi­ legio dell’ em issione con ferisce, i quali, a contatto più im m ediato co l co m m e rcio sp icciolo, on orato, ma oscu ro e m odesto, vedan o volta per volta e in dividu o per in dividu o le cose alquanto più da v icin o che i grandi Istituti non possono fare; sicch é gli uni e gli altri abbiano la propria clientela, equivalente sotto un certo aspetto, ma diversa.

P er fondare cotesti Istituti m in ori, ossia B anche di S con to, non e’ è altro ch e l’ iniziativa privata. N on vediam o perch è la Banca N azionale deva assumerne

il patronato, nè com e potrebbe farlo. D estinare, per

porli in essere, una parte, ben ch é piccola, del p r o ­ prio ca pita le? Ma allora essa com m etterebbe una volta di più l’ errore e il torto di fare ciò ch e non è m estier su o. D ’ altra parte qu an do non debba for­ nire direttam ente i m ezzi, per dir cosi, di prim o im pianto, non hanno significato la parole della deli­ berazione dianzi citata: agevolare in ogni modo la

formazione del capitale del nuovo Istituto.

Ma ivi è a g giu n to: ed appoggiandolo con le mag­

giori facilitazioni. E ci vien fatto di dom andare :

Q u ali? N on è già ch e ci piaccia ved ere le m aggiori B anche osteggiare le più p ic c o le ; anzi nel con dan ­ nare il sistem a della pluralità di quelle di em issione, eguali nei diritti e diseguaìfssim e nella entità e p o­ tenza effettiva, abbiam o spesso lam entato la co n co r­ renza accanita, ch e sin qui si son fatta tra loro nel disputarsi i non m olti affari presentati dalla depressa econ om ia nazionale. Ma in ch e possano consistere le

maggiori facilitazioni di cu i si parla? Nel riscontare

le cam biali scontate ai privati ? E ntro certi limiti si può fare, ma se il m etodo dovesse essere generale e norm ale, a n oi apparisce inevitabile questa con se­ guenza : ch e riscon tan do le m inori ban ch e libere presso la m a g giore banca d’ em issione ad un saggio qualsiasi — ch e in Italia non è mai m olto mite — d ovra n n o dal canto loro elevare il saggio d ello sconto ch e fanno ai p riv a ti, se pur v oglion o da qualche parte fare escire il prop rio guadagno.

Per noi il desiderabile, giova ripeterlo, è una grande e forte banca di em issione, la qu ale, a garan­ zia dei biglietti ch e em ette, accetti solo carta di prim o ordin e, in eccezion abile, la m igliore del p a ese; e a servizio del rim anente del co m m e rcio , ban ch e di scon to libere, cio è non vin colate da ob b ligh i e cautele speciali, perch è non dotate del p rivilegio dell’ em is­ sion e, ch e sorgan o per spontanea associazione di capi­ tali nei vari cen tri del paese tanto più n u m erose, quanto più lo svilu ppo dei traffici e del m ovim en to eco n o m ico sia a m ano a m ano per rich ied erlo.

N on si im provvisan o, lo sa p p ia m o ; ma non d o ­ vrebbe essere m olto difficile costituirle an ch e senza il

paterno intervento del G ov ern o o di un Istituto d’ em is­ sione, se è v e ro ch e la prevista fu sion e di questi ultim i ne fa sentire qua e là il d esid erio. N on sono infatti i capitali ch e m ancano. Il capitale è soltanto, da più anni, sfiduciato, ep p erò tim ido e restio a pre­ starsi a n u ove im prese. M a i suoi possessori potranno, credia m o, sentirsi indotti a destinarlo, associandosi all’ esercizio del credito, q u a n do si persuadano della utilità di poterne sorveglia re l’ im piego direttam ente e da v icin o . N on mai com e in questo m om en to e in q u e­ sto ordin e di cose, il self help m eritò di diventare il

m otto ispiratore delle attività, ch e si sv o lg o n o in torn o ad interessi m ateriali del nostro paese.

E qui, per associazione d’ id ee, c i piace non lasciar passare in osservato un atto di iniziativa preso testé da alcuni azionisti della Banca N azionale. Se ne a d u ­ narono in T o rin o circa 2 0 0 , un o degli ultim i giorn i del m ese scorso, i quali rappresentavano 8 1 0 0 azioni ed erano inoltre forti della adesion e di d u e cosp icu i gruppi di azionisti di G en ova e M ilano. L ’ adunanza discu sse e a p p ro v ò una petizione da presentare al P arlam ento in m erito a tem i ch e q u i trascu riam o di esam inare, quali la riserva m etallica, la riscontrata, il ca m b io dei biglietti, il saggio dello scon to, le tasse, e c c .; e v otò an ch e l’ ordine, del g io rn o ch e segu e :

« R iferen dosi poi alle voci corren ti sulla fusione delle B an ch e per azioni ed all’ assunzione per parte della B anca d’ Italia della liquidazione della Banca R om an a, gli azionisti, m anifestano la loro fiducia ch e il C on siglio su p eriore, m em ore delle passate delusion i, saprà tutelare efficacem en te i loro interessi nei r a p ­ porti con le altre B anche e con lo Stato, incarica la C om m ission e m edesim a di costituirsi in C om itato per­ m anente, le dà an ch e m andato di p rocu ra re ch e i progetti di con v en zion e per l’ accennata fu sion e e liquidazione ven ga n o in tem po inviati e sottoposti ad u n ’ altra assem blea di azionisti, n on ch é di esam inare q u a lu n q u e altro progetto venisse presentato in segu ito alla progettata fusione e liquidazione, con invito di riferirn e ».

A chi ci dom andasse ch e cosa troviam o d’ im p or­ tante e b u o n o in tutto c iò , risp o n d e re m m o : la diretta vigilanza degli azionisti sui propri interessi. Il fatto è insolito, ma perciò appunto n otevole. È risaputo quanta sia l’ incuria dei soci delle Società per azioni nel l’ esercitare quei diritti ch e pur la legge loro rico ­ n osce in con fron to di q u egli A m m inistratori alla ele­ zione annua, dei quali su ole a torto lim itarsi tutta la loro personale partecipazione. Gli è ch e, gen eralm ente parlando, gli azionisti son o, co m e tali, della stessa pasta dei cittadini italiani, ch e si aspettano il bel tem po e la pioggia dalle autorità costituite, salvo poi dirn e corn a e g em ere e recrim in are, qu an do le cose v o lg o n o al m ale.

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12 febbraio 1893 L ’ E C O N O M I S T A 101 non eccessivo nè perturbatore, anzi discreto e c o r ­

retto, ma vigile degli azionisti sui C on sigli d’ A m m i- nistrazione, con tenuto nei limiti ch e dalla legge restano tracciati, analogo in certa guisa, salvo le differenze necessarie, a q u ello ch e i C onsigli d ’ A m m in istrazion e esercita n o, qu an do lo esercitano sulle D irezion i, sarebbe una rem ora, un fren o, una guida ; va rreb b e a im pedire m olti gu ai, più ch e n o n 's e r v a a r im e ­ diare ai guai ch e sieno già accaduti. E nel caso co n ­ creto riteniam o ch e il C om itato degli azionisti della Banca Nazionale saprà com p ren d ere tutta la im p or­ tanza dell’ ufficio ch e ha accettato e p roced ere con quella delicata m isura, ch e costituisce la saviezza.

A bbozziam o un con cetto su scettibile di m a ggiore svolgim en to, ed intorno al qu ale c i o ccu p e re m o in seguito. M uove ad ogni m odo da uu altro più g e­ nerale, ch e si riassum e nelle parole m en o straniere fra noi della cosa ch e e sp rim o n o : Self help !

II p rogetto di le g g e su i P robi-viri

È tornato ancora una volta in discu ssion e alla n o ­ stra Cam era dei Deputati il tema dei P r o b i-v ir i e quantunque sia un argom en to, del qu ale orm ai i nostri lettori hanno potuto da un pezzo form arsi un co n ­ cetto ch ia ro e p reciso, ci con v ien e discorrern e n u o ­ vam ente per riferire intorno al n u o v o disegn o di legge sottoposto alla C am era. Ma g iov erà anzitutto che ram m entiam o alcu n e con siderazioni generali più volte fatte, ma sem p re utili ad aversi presenti alla m ente (v e d i L’Economista del 2 4 gennaio 1 8 9 2 ).

N on crediam o ch e l’ istituto dei P r o b i-v ir i in co n ­ tri, oggidì alcuna seria opposizion e. A n ch e i più d e­ cisi avversari delle giurisdizioni speciali non pos­ sono n egare ch e per l’ indole delle questioni in so r­ genti tra il la voro e il capitale, torni utile 1’ avere un co lle g io ad hoc, ch e con piena cogn izion e di causa e con com petenza indiscu tibile esam ini i co n ­ flitti e procu ri di con cilia re le parti e in taluni casi pronunci una d ecision e definitiva. C erto non bisogn a riporre troppe speranze nei collegi dei P ro b i-v iri^ se non si^ vu ol andare in con tro a disillusioni am arissi­ me. L esperienza ha provato ch e se essi posson o avere una azione efficace n elle p icco le divergen ze, nei conflitti di secondaria im portanza, n elle questioni ch e possono so rg e -e tra il sin golo lavorante e il pa- drone, non si prestano il più spesso nè a evitare, ne a dirim ere le con troversie generali, ch e n ascon o spesso tra la massa degli operai e g l’ intraprendi - tori o suda m isura della m ercede o sulla durata del lavoro. L ’ Inghilterra, d ov e per opera del sig. M un- aella, son o sorti i con sigli di con ciliazion e e la F r a n ­ cia coi suoi conseils de prudihommes, ci am m aestrano c ie per quanto possano giov a re sim ili istituzioni, non sono esse ch e possono m antenere la con cord ia e la pace nelle relazioni tra il capitale e il la voro non solo, ma dim ostrano an ch e ch e non è in loro potere 11 im pedire gli scio p e ri, ch e tanti danni recan o alle parti contendenti.

N on dim en o anziché" esserci ragioni per resp in gere a istituzione dei co lle g i di P r o b i-v ir i, v e n e son o io te per consigliarla e più volte av em m o occa sion e 1 esporle con la necessaria larghezza.

er riassum erle in p och e parole si può dire ch e o mote i P ro b i-v iri si v ien e a crea re un organ o con osciu to e a u torev ole di com u n ica zion i tra im ­

pren ditori e operai, si a gevola n o le loro relazioni e la m anifestazione dei desideri, dei recla m i, dei b i­ sogn i delle parti, si con ferisce dignità e azione giusta e salutare al la voro, si rende m en o giustificato ch e gli operai per far valere le loro ragioni ricorra n o ad estranei e si lascin o dirigere, se non sopraffare, dal prim o agitatore di professione, ch e loro si para di­ nanzi. Se vantaggi vi son o, e ciò pare a noi in con ­ testabile, bisogna cerca re ch e I’ ordinam ento dei co l­ legi di P ro b i-v iri sia tale da perm ettere ch e essi si ottengano in m o d o com pleto e sicu ro. P e r ciò , p u r deploran do ch e certe questioni non possano mai avere in Italia una soluzione pronta, d ob b ia m o ri­ co n o sce re ch e il lungo in du gio frapposto alla appro­ vazion e dì una legg e sui P ro b i-v ir i, pu ò a v er g io ­ vato nel senso di perm ettere una preparazione più ponderata della legg e m edesim a.

Il progetto di legg e presentato dagli on . L a ca va e B on a cci è sostanzialm ente q u ello già approvato dal Senato e del qu ale fu relatore l’ on . Costa. P erò a lcu n e m odificazioni son o state introdotte p er m odo ch e esso d ev e tornare dinanzi ai due ram i del Par­ lam ento. L ’ on. D an eo ha scritto la relazione sul n u o v o progetto e ha forn ito varie notizie su gli Stati in cu i funziona già l’ istituto dei P r o b i-v ir i.

In Francia data dal 1 8 0 6 sotto il n om e di Con-

seil de prudi hommes ; n u m erose leggi e decreti su c­

cessivi hanno m utato di p o co l’ in dole della istitu­ zion e. Ogni C on siglio si com p on e in n u m ero eguale di padroni ed operai, n om ina il p rop rio presidente e v ice-p resid en te, funziona co m e u fficio di co n c ilia ­ zion e in tutte le con troversie tra padroni ed operai e in q u elle tra gli operai e d e cid e com e tribunale inappellabile delle con troversie di valore non supe­ rio re ai 2 0 0 fran ch i. Nel B elgio una legge del 1 887 istituì con sigli analoghi sótto il n om e di Conseils

de Vindustrie et du travail, in A ustria i tribunali

industriali datano dal 1 8 6 9 , e in G erm ania dal 1 8 9 0 (v e d i L’Economista n. 8 6 8 ). In U ngheria la legge del 1 8 8 4 , ch e ha ristabilito le corporazion i d ’ arti e m estieri, ha pure costituito per ciascuna di esse uno sp ecia le tribunale arbitrale. In Inghilterra l’ istitu­ zion e ha carattere volon tario e p erciò differisce s o ­ stanzialm ente dalle consim ili negli Stati continentali. N ella Spagna I’ Istituto dei P r o b i-v ir i non esiste e così pu re nella Svezia.

In Italia esiste u n o di cotesti colle g i a C om o, sorto da più anni per iniziativa di un intelligente e valoroso industriale, con il co n co rso spon tan eo di pad ron i e di operai e la prova ne è stata buona.

Q uanto ai progetti di legg e, il p rim o fu presen ­ tato dall’ on. B erti, un altro d all’ ou . M affi, un terzo dall’ on . C him irri, ch e eb b e la ventura di v ederlo approvato dalla C am era, m a, em en dato dal Senato, dovette ritornare alla C am era, d o v e lo svolgim en to della legislatura im pedì ch e fosse ridiscu sso. L ’ at­ tuale disegno è il risultato della esperienza straniera degli studi com piu ti in Italia.

V ed ia m o dopo c iò lo disposizioni prin cipali del disegn o di legge, ch e la Cam era ha com in cia to a di­ scu tere nella tornata di g io v e d ì.

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Ì02 L ’ E C O N O M I S T A 12 febbraio 1893 dell’ u fficio di con cilia zion e, o della giu rìa, secon d o

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E qui apriam o una parentesi. 11 progetto Berti del 1 8 8 5 non fissava alcun lim ite a questa com p e­ tenza ; il progetto Maffi la limitava alle L . 5 0 0 ; il progetto C him irri F erraris alle L. 1 0 0 , ch e il S e ­ nato elevava alle L. 20 0 .

L' attuale disegn o teneva una via di m ezzo e pro­

poneva di stabilirla a L . 3 0 0 . La C om m ission e della Cam era ripren de la propósta del ' Sentito' e la r e ­ stringe alle E, 2 0 0 , persuasa ch e in questa som m a, anche nel caso di cottimi, si possa con ten ere la m aggior pòrte delle con troversie tra industriali ed operài.

La C om m ission e, assai opportunam ente, nel deter­ m inare questa som m a, ha tenuto conto del lim ite fis­ sato alla giurisdizione dei conciliatori (L. 100) e dell’ esem pio delle altre nazioni, le quali m anten­ g on o la com petenza giudiziaria dei Proli-viri in lim iti m odestissim i, ch e in niun lu ogo superano le L . 2 7 0 ed in un solo — l’ Alsazia e la L orena — le raggiu n gon o. A nói sem bran o b u on e le ragion i, co n le quali la m aggioranza della C om m ission e co n ­ forta la sua proposta restrittiv a ; im p erocch é non bisogna perdere di vista ch e , aum entando la c o m ­ petenza giudiziaria dei Proli-viri, la necessità s o r ­ geva di dichiararne appellabili le decisioni e si ri­ cadeva in tutti qu egli in con ven ien ti, ch e avevano m inato 1’ esistenza dei T rib u n a li di co m m e rcio di non felice m em oria.

I Collegi dei Proli-viri sono istituiti, a proposta dei M inistri del co m m e rcio e della giustizia, per d ecreto del R e, sentito l’ avviso della C am era di C om m èrcio del lu o g o , dei C on sigli m unicipali dei C om uni com presi nella circo scriz io n e collegiale e delle 'Società operaie loca li.

II desid erio, ch e si dovesse p rov oca re anche il parere delle Società operaie, era stato m anifestato nel co rso della discu ssion e del progetto C him irri e fu bene ch e fosse accolto n el n u o v o disegno.

C iascun C olleg io riguarda una determ inala in d u ­ stria o gru ppi di industrie affini.

Il n u m ero dei m em bri del C ollegio p u ò variare da IO à 2 0 , eletti rispettivam ente, metà e m età, dagli industriali e dagli operai.

L e rispettive liste elettorali son o com pilate dalle G iunte com u n ali dei C om u n i riuniti in C ollegio.

Il presidente ed il vice-p residen te son o nom inati, all’ in fu ori delle liste elettorali predette, sulla p r o ­ pósta del M inistro del c o m m e rciò , dal R e , on de la lo ro autorità sia circondata di m aggior prestigio.

È questa un ’ altra m odificazion e al disegn o del preceden te gabinetto, della quale non è chi non veda l’ opportu n ità, una volta ch e non parve c o n ­ ven ien te affidarne la n om in a, a sim ilitudine della F ra n cia , direttam ente al C olleg io.

Il C ollegio dei Proli-viri ha scop o di con ciliare le. con troversie ch e per l’ esercizio delle industrie sorg on o tra im pren ditori e d opera i o tra operai ed apprendisti ; inoltre ha com peten za giudiziaria per decid ere le con trov ersie di v a lore n on su periore alle lire 2 0 0 e ch e con ce rn o n o i salari pattuiti, le ore di lavoro ece . Nel p rim o ca so il C ollegio di

Proli-viri funziona co m e u fficio di con ciliazion e,

nel secon d o caso co m e g iu rìa ; n ell’ un o e n ell’ al­ tro le suo d ecision i son o inappellabili. Si può tut­ tavia sp orgere con tro esse rico rso al tribunale c i­ v ile per m otivi d ’ incom petenza o per eccesso di potere.

S on o di ragion e del C olle g io dei Proli-viri, o

le speciali disposizioni della legg e, le con troversie ch e con cern on o :

а) i salari pattuiti o ’ da pattuirsi ;

б) il prezzo del la voro eseguito o in corso di esecu zion e e il salario per le giorn ate di la v o ro prestato ;

c) le ore di lavoro con ven u te o dà con v en irsi ; d) l’ osservanza dei patti speciali di la vora zion e; e) le im perfezioni del la v o r o ;

f) i com pen si per i cam biam enti nella qualità

della m ateria prim a o nei m odi della la vora zion e;

g) i guasti recati dall’ operaio ad oggetti della

fabbrica o i danni da qu esto sofferti nella parsona per fatto in du striale;

h) le indennità per l’ abbandono della fabbrica

o per licen ziam en to, prim a ch e sia com p iu to il lavoro o trascorso il term ine pattuito;

i) lo scioglim en to del contratto di la voro o di tirocin io ;

e in gen erale tutte le con trov ersie ch e rig u a r­ din o con ven zion i relative al contratto di lavoro o di tirocin io, fra industriali e capi operai o lavoranti, fra capi operai e operai o apprendisti o ch e d ip en ­ don o da trasgressioni disciplinari.

Nessuna di queste con troversie pu ò essere p or­ tata dinanzi ai tribunali ordinari, senza il previo esperim en to di con cilia zion e dinanzi ab C ollèg io dei

P rob iv iri.

S on o elettori, senza distinzione di sesso, tutti gli industriali ed operai del c o lle g io , ch e abbiano co m ­ piuto il 2 1 ° anno di età, siano cittadini dello Stato e godan o dei diritti civili. P er gli operai tuttavia son o richieste le con dizion i di residenza di alm en o sei m esi nel co lleg io e di esercizio da un anno al­ m en o dell’ arte.

S on o elegg ib ili tutti gli elettori ch e abbiano c o m ­ piuto il 2 5 ° anno di età, esercitin o l’ arte da tre anni (se operai) e risiedano nel distretto colleg ia le da un anno.

N on son o elettori nè eleggib ili :

a) gli interdetti e gli inabilitati;

l) i com m ercian ti in stato di fallim ento ; c) i condannali per oziosità, v a ga b on d a g gio e

m en dicità, ch e non abbiano ottenuto la ria b ilita zion e;

d) gli am m oniti ed i soggetti alla sorveglianza

sp e cia le ;

e) i condannati per furto, ricettazione dolosa di

oggetti fu rtivi, associazione di m alfattori, appropria­ zione indebita, frode, abu so di fidu cia, falso, falsa testim onianza, calunnia, offese al bu on costu m e e c c .;

f) i ricoverati negli ospizi di carità.

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12 febbraio 1893 L ’ E C O N O M I S T A 103

LE FORME, LE TEBE E L I M I DEL M U T I ’>

v.

La rapida analisi ora com piuta delle form e tipi­ ch e ch e ha assunto la prod u zion e considerata nei riguardi eco n o m ici, e particolarm ente in relazione al lavoro, ha m esso in chiaro le su ccessive trasform a­ zioni ch e ha subito la industria nella sua organizza­ zione e con tribu isce a far co n o sce re le condizioni differenti nelle quali si è trovato il la voro rispetto alla sua rim unerazione. Già si è osservato ch e le cin q u e form e tipiche studiate dal B iicher coesiston o anche ai nostri giorn i ; pu ò aggiungersi ch e cia­ scuna form a si adatta m eglio all’ uno o all’ altro dei vari ram i di produzione. Così i prodotti la cu i d o ­ m anda, a causa dei capricci della m oda, è soggetta a subitanee oscillazioni o ch e hanno un grande n u m ero di qualità son o il più spesso ottenuti col sistema della industria a d o m ic ilio , perch è i ri­ schi e le spese di fabbricazione possono essere in quel m odo ripartiti tra g l’ intraprenditori e i la v o ­ ranti. P erò la tendenza è alla con cen trazion e degli operai nella fabbrica, a sostituire questa alla in d u ­ stria a d om icilio ; non solo, ma i grandi stabili­ menti hanno anche la tendenza a p rod u rre essi m edesim i tutto ciò di cu i hanno bisogn o per la fabbricazione e quindi cerca n o di em anciparsi dalle altre fabbrich e o dalle altre m anifatture, ch e loro forn iscon o gli oggetti accessori, sem i lavorati, od altri. Quanto* poi alle altre form e di industrie la loro perm anenza nella vita econ om ica dei popoli è abbastanza palese, perch é non occo rra insistere a d i­ m ostrare com e tu ttodì in alcune region i l’ econ om ia fam igliare p rocu ri il soddisfacim en to dei bisogn i o si pratichi il sistem a del lavoro alla giornata o in­ fine n on m anchino, in alcun paese, co lo ro ch e eser­ citano isolati una gran de varietà di m estieri.

Noi possiam o accettare lo svolgim en to delle form e di industrie quale l’ ha tracciato il B iich er senza ch e occo rra , per lo sco p o n ostro, di entrare nella question e delle cause ch e hanno prodotto le accennate tra­ sform azioni m orfo lo g ich e . S i accetti la teoria del Brentano — ch e è quella im plicitam en te sostenuta anche dal B iich er — secon d o la qu ale la causa deter­ minante qu elle trasform azioni di m orfologia industriale non an drebbe cercata nei progressi della tecnica, ma piuttosto nei fattori ch e in flu iscon o sullo sp accio, sulla estensione del con su m o, o si accetti la teoria del M arx ch e trova precisam ente nelle trasform a­ zioni operatesi nella tecnica del lavoro le cagioni della trasform azione dell’ antica organizzazione in d u ­ striale, ciò, per lo stu dio ch e ci siam o proposti di fare, è quasi secon d a rio e in ogn i caso non è vera­ m ente necessario di risolvere qui un sim ile problem a di alta filosofia della storia econ om ica ! ).

Q uello ch e va qui notato piuttosto è ch e ¡il sala­ rio appare fin dal m om en to ch e son o com piu te le p re­ stazioni di la voro, cio è nella secon da form a di pro­ duzione, nel lavoro salariato o loca to, ch e il B iicher,

in m ancanza d’ altra espressione, designa co n quella di Lohmverk, la voro a m e r c e d e ; la retribu zion e si ragguaglia o alla giornata o a com pito e si trova anche nella econ om ia a sch iavi. S e co n d o il citato econom ista *) agli schiavi di una particolare abilità, ch e non erano com pletam ente occu pati nella fam iglia o n ell’ azienda del padrone era con cesso di offrire ad altri la loro opera con tro salario ; lo sch iavo allora alloggiava separatataente e doveva con segn are la m aggior parte del suo guadagno al padron e; q u e­ sta locazione d ’ opera costituì il prim o passo verso l’ affrancam ento. E i giuristi, infatti, parlano dei servi

qui aliqua parte anni agrum colunt, aliqua parte in mercedem mittuntur od anche del servus arte fabrica peritus, qui annuam mercedem praestat.

C osì, m entre nella industria del focolare o casalinga n on vediam o ancora una vera retribu zion e del la ­ v o r o , nella form a d ’ industria in cu i si rico rre ai la voro loca lo essa si manifesta in m od o in d u b b io ed assum e caratteri ch e differiscon o solo in parte da qu elli ch e assunse più tardi nel sistem a della fab­ brica. Nei m estieri in vece, ossia nella produ zion e pei clien ti-con su m a tori, la retribu zion e del lavoro, la m ercede, si con fon d e o si im m edesim a col prezzo del prodotto forn ito dal lavoratore e per quanto non m an ch in o, naturalm ente, i salariati, non è il regim e del salario ch e predom in a e ch e dà c a ­ rattere alla econ om ia industriale. S e potessim o ap­ p rofon d ire qui l’ argom en to dei m estieri tro v e re m m o , forse, ch e talune opin ion i ch e hanno corso sulla loro organizzazione econ om ica so n o viziate da u n errore assai com u n e, q u ello cioè di con siderare i m estieri co m e individualizzati, c o m e se fossero esercitali da lavoratori sem pre in dipen den ti, autonom i, m entre è n oto ch e ciò non era di fatto, p erch è se alcuni erano produttori per prop rio co n to , altri lavoravan o per con to del m aestro cu i eran o addetti. Ma rim ane pu r v e ro ch e n ell’ econ om ia dei m estieri il salario n o n prim eggia o m eglio i rapporti e co n o m ic i non son o regolati ch e in piccola parte su quella base ; il possesso del capitale e d eg li strum enti va con giu n to co! lavoro e il produttore, se in dipen den te e a u to­ n om o, ha un redd ito ch e deriva da q u elle d u e fonti e per ciò stesso la retribu zion e del la v o ro non si stacca nettam ente così da assu m ere una figura e una funzione propria.

N ella m anifattura o in dustria a d o m icilio e nella fabbrica le con dizion i, rigu a rd o alla retrib u zion e del la v o ro , son o differen ti. N ella prim a si ha o m en o il salario v e ro e p rop rio, in teso c io è qu ale retribu zion e dell* operaio per il suo la v o r o soltanto, a seconda ch e egli trasform a !a m ateria ch e gli è consegnata dall’ im pren ditore, oppu re si ob b lig a a fornire p rod otti, ossia ad acquistare anche la m ateria, e nel prim o caso devesi distin gu ere a n cora se egli iavora co n stru ­ m enti propri o con qu elli forn iti dai com m itten te. S e lavora per com m ission e co n utensili propri e co n materia com perata da lui n o n d ifferisce d a ll’ eser­ cen te il m estiere, ch e in qu a n to p ro d u ce non pei clienti ma per un in trapren ditore, non si p u ò parlare di un salario, m a del prezzo dei prodotti eh’ egli ottien e e v en d e.

S e la m ateria prim a è fornita dall’ im pren ditore si ha in evitabilm ente un ca so sp ecia le di salario a fattura e d icia m o sp ecia le, p e rch è c o n co rro n o ele­

*) Handwörterbuch der Staatswissenschaften, voi. I l i , pag. 929.

*) Vedi i numeri 969, 971, 973 e 976 deli’Economista. *) La questione è stata discussa dal Bkentaxo nel discorso Über die Ursachen der heutigen socialen

Noth, Leipzig 1889. — Quanto ai Ma b x si veggano

» capitoli X III, X IV e X V del Capitale ( Bibl. del-

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104 L ’ E C O N O M I S T A 12 febbraio 1893 menti estranei al m ero lavoro, principalm ente il

com penso del capitale strum enti ; se oltre la ma­ teria anche gli strum enti sono dati dal com m ittente la retribuzione è una m ercede pura e sem p lice del m edesim o gen ere di quella ch e ottiene l’ operaio della fabbrica.

È con la fabbrica ch e si manifesta il salariato in tutto il suo rigore e senza ch e alla retribuzione del lavoro si m escoli qu alch e altro elem en to, tanto d ie alcuni scrittori, con evidente errore, fanno datare il sistema del salario dal sorgere della fabbrica. Senza dire ch e il salario si è praticato sem pre pei servigi resi da poi ch e i bisogni degli uom ini indussero l’ uno a servire I’ altro, lo svolgim en to storico delle form e d ’ industrie c i dim ostra ch e il salario si è avuto non appena l’ econom ia fam igliare dalla pro­ duzione delle m aterie prim e, sufficienti solo pei bi­ sogni elem entari e limitati, dovette passare alla tra­ sform azione di qu elle m ater.e, m utando co sì la sua base e com p lica n d o e specializzando in qu alch e m i­ sura il lavoro.

A l salariato n on si può du n qu e attribuire nè una origin e così recen te com e alcuni v o rre b b e ro , nè un ’ epoca fìssa da registrarsi nel suo atto di nascita. Soltanto può dirsi ch e nel sistem a della fabbrica, ossia della produ zion e accentrata, ha trovato un po­ tente coeflìcen te di applicazione, di svilu p po e di intensificazione. L ’ operaio si è trovato in una co n ­ dizione ch e ha qu alch e analogia con quella del la­ voratore alla giornata, ch e loca la propria opera alla fam iglia, nella secon da form a di industria già da noi considerata. E il passaggio, talvolta rapido e in c o n ­ dizioni sfa v orev oli per lui, dalla m anifattura, o anche dal m estiere, alla fabbrica non ha m ancato di gen e­ rare con segu en ze tristi e d olorose ch e solo un lento risveglio della coscienza in dividu ale e una serie di progressi e co n o m ici e tecn ici hanno potuto o elim i­ nare o attenuare sensibilm ente. C erto si è ch e con ­ sideran do la trasform azione della con dizion e e co n o ­ m ica dei lavoratori al m om en to in cu i a vven n e la sostituzione della fabbrica alla m anifattura e ai m e­ stieri, ad esem pio in Inghilterra per le industrie tessili, em erge in m odo incontrastabile lo stato di sofferenza eco n o m ica ch e a ccom pagn ò qu ella fase ev olu tiv a . Ma il sistem a della manifattura era ancor esso a ccom pagn ato dal triste corteo del pauperism o della delinquenza, della im m oralità e via d ic e n d o ; anzi il pauperism o e la m isera con dizion e dei lavo­ ratori trovarono spesso un coefficien te elevato nell’ in­ dustria a d o m icilio . L a stessa applicazione con tem ­ poranea di quel sistem a di m anifattura ch e g l’ in­ glesi ch iam aron o il « sistem a del su dore » (sweating

System), — il qu ale non è certam ente una triste pre­

rogativa d ell’ Inghilterra, m a si trova in pressoch é tutti i paesi — dim ostra co n fatti innegabili che l’ industria a d om icilio an ch e nella con dizion e odierna della econ om ia e della tecnica costitu isce in g en e­ rale una fase in feriore della evolu zion e industriale. N on è ad ogni m o d o un giu d izio ch e q u i si vuol pron u n ciare sulle varie form e d’ industrie, ma piut­ tosto un avvertim ento ch e si v u ol dare per m ettere in guardia il lettore con tro i giudizi ch e spesso ven ­ g on o dati leggerm en te sulla fabbrica e sulla indu­ stria a d o m icilio. L a question e n on può essere trat­ tata per incidenza e a n oi tarda orm ai di entrare nel ca m po ch e ci siam o veram en te proposti di per­ correre. P oich é, ora ch e a bbiam o visto brevem en te in ch e rapporto stanno le va rie form e di industrie

con la retribuzione del la voro, possiam o, senz’ altre digressioni, esam inare quali sieno og g id ì i m etodi coi quali è retribuito il la voro, si tratti della fab­ brica o della m anifattura, nelle quali il salariato è il fen om en o di distribuzione prevalente. Si vedrà così co m e la realtà delle cose sia m olto più com plessa di qu ello ch e gen eralm ente si su ppon e e c o m e anche il salariato abbia la tendenza ad adattarsi a lle co n d i­ zioni varie della produzione.

Rivista Bibliografica

Dr. Ernst Klischier. — Handbuch der Verwaltung ¡-Sta­

tistik. — Erster Band: Allgemeine Grundlagen

der Verwaltungs-Stalistik. — Stuttgart, J . Gr. Cot­

ta, 1892, pag. xx-323.

È orm ai opin ion e am m essa da tutti ch e se la stati­ stica è indispensabile a tutte le scien ze, lo è in ispecial m odo a qu elle socia li. R igu a rd o a queste ultim e si potrebbe anzi dire ch e non piccola parte dei loro progressi ulteriori è legala allo svilu ppo ch e avrà la statistica nel futuro. E p oich é le stati­ stiche son o ra ccolte e pu bblicate specialm en te dalle A m m inistrazioni pu bblich e si com p ren d e facilm ente tutta la utilità ch e presenta un M anuale di Statistica am m inistrativa, ch e cioè renda noti i procedim en ti segu ili, le indagini intraprese e da intraprendersi, i risultati ottenuti, e via d ice n d o , per opera d elle am ­ m inistrazioni nel cam po così vasto e interessante della Statistica. In un ep oca nella qu ale la prepa­ razione delle leggi ha assunta tanta im portanza per la m ania generalizzatasi di legiferare su tutto e su tutti n on si p u ò quindi m ettere in d u b b io la utilità di un M anuale qu ale è q u ello del prof. M ischler dell’ U niversità tedesca di P raga, ch e dal prim o v o ­ lu m e testé apparso si p u ò ritenere sin d ’ ora pren ­ derà posto tra i m igliori sulla materia.

In qu esto prim o v o lu m e l’ A u tore sv o lg e la parte generale della statistica am m inistrativa, intesa la espression e nel senso più sopra in dicato ; nel se­ co n d o esporrà la m etodica e la tecnica d elle varie division i del sistem a della statistica am m inistrativa.

Il v o lu m e ch e an n u n ciam o e ch e riescirà assai utile a tutti i cu ltori della statistica com p ren d e due parti. N ella prim a l’ A . ricerca quale influenza ha risen­ tito la Statistica dal fatto ch e è divenuta una parte d ell’ am m inistrazione e qu ale indirizzo ha preso que- st’ ultim a in segu ito alla invasion e ch e in essa ha fatto il m om en to statistico.

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12 febbraio 1893 L ’ E C O N O M I S T A ÌÓo (talle varie am m inistrazioni di tutti i paesi in questo

secolo ; e crediam o sia sufficiente dir qu esto per dare l’ idea della diligenza adoperata dall'A u tore nella p re­ parazione del suo M anuale, del quale non si può ch e d e ­ siderare la pu bblicazion e sollecita dei secon d o volu m e.

Rivista (Economica

La situazione della Banca Romana e la circolazione dei bigliettiLe Banche Nazionali degli Stati

Uniti nel 1892Le Casse postali di risparmio

in ItaliaLa Società di Mutuo Soccorso in Italia.

t a situ a z io n e d e lla B a n c a R o m a n a o la c i r c o ­ la z io n e dei b ig lie t t i. — La Gazzetta Ufficiale, del 3 corren te, pubblica la situazione delle B an ch e di em issione, dal 51 d icem b re 1 8 9 2 al 1 0 gen n aio 1 8 9 3 . L e cifre, di questa situazione, confrontate con qu elle del 2 0 d icem b re 1 8 9 2 , rivelan o differenze ab­ bastanza notevoli e ch e m eritano di essere segnalate.

N ella parte passiva della situazione della Banca

Romana del 2 0 dicem b re la « Partita C ircolazion e »

porla le seguenti cifre :

C ircolazion e per con to d e ll’ Istituto, giusta il lim ite fissato dalla legge 3 0 giu gn o 1 8 9 1 e del d ecreto 5 ■aglio 1 8 9 1 ... L . 6 8 ,4 0 2 ,0 6 9 .5 0

C ircolazion e coperta da altret­ tanta riserva (L e g g e 2 8 giu gn o

1 8 8 5 ). . ... * . . » 1 ,3 0 0 ,1 6 9 .— C ircolazione per con to del T e­

soro... » 2 ,0 0 0 ,0 0 0 .— T otale della cireolazion e al 2 0 --- ---d icem bre 1 8 9 2 ...» 7 2 ,7 0 2 ,2 3 8 .5 0

La situazione del 1 0 gennaio 1 8 9 3 .

C ircolazion e per con to prop rio d ell’ Istituto, giusta il lim ite fissato dalla legge 3 0 g iu g n o 189 1 e dal decreto 5 luglio 1 8 9 1 ... L . 1 3 2 ,9 8 1 ,8 8 1 .5 0

C ircolazione coperta da altret­ tanta riserva (L e g g e 2 8 g iu g n o

1 8 8 5 ). ... » * .. C ircolazione per con to de) T e ­

soro... » 2 ,0 0 0 ,0 0 0 .— T otale della circola zion e al 1 0 ---gennaio 1 8 9 3 . . . ... ... » 1 3 4 ,9 8 1 ,8 8 1 .5 0 Q uindi, dal 2 0 d icem b re al 1 0 scorso gen n aio la m aggiore circola zion e della Banca Romana è di L . 6 2 ,2 5 9 ,6 4 3 .0 0 , ch e deve corrisp on d ere a quella abusiva em issione di biglietti, per la quale v erte p r o ­ cesso con tro il T a n lon go e soci.

La « Partita Conti correnti » della Banca Romana, quale risulta dalla situazione del 2 0 scorso d icem b re 1 8 9 2 era la seguente :

Conti corren ti ed altri debiti a

v *sta . ...L . 1 ,1 7 2 ,0 3 8 .6 1 Conti corren ti ed altri debili a

scadenza ... » 4 1 ,9 2 2 ,9 3 1 .7 3 D epositanti oggetti e titoli per

custodia, garanzia ed a l t r o ... 3 1 ,6 9 1 ,4 9 9 .6 9 Partite v a r ie ... » 4 ,1 0 5 ,6 3 2 .8 2 Dalla situazione del 1 0 gennaio le « Partite » sono ridotte alle cifre seguenti :

Conti corren ti ed altri depositi

a v i s t a . ... » 9 1 9 ,9 0 2 .0 8 Conti corren ti ed altri debiti a

scadenza... ... 1 2 ,0 0 1 ,5 1 8 .1 4 D epositanti oggetti e titoli . . . » 3 3 ,3 5 3 ,2 4 8 .0 9 Partite v a r ie ... » 4 ,1 4 9 ,0 8 2 .4 8

Da c iò risulta, ch e i « conti correnti ed altri debiti a scadenza » son o, in 2 0 giorn i, da 4 2 m ilióni òjlca , discesi a poco più di 12 milioHì, con ufia ¡¡¡fféteiiza in m eno di circa 3 0 m ilioni, ch e rappresenta una metà quasi della circola zion e abusiva, ch e era m a -, scherata in parte da fittizi conti correnti.

Infatti la circola zion e dei biglietti, ch e , nella situa­ zione ufficiale del 2 0 d ice m b re , appariva di soie, L . 7 2 ,7 0 2 ,2 3 8 , nella situazione del 10 gen n aio s c o r s o ' è aumentata in v e ce a L. 1 3 4 ,9 8 1 ,8 8 1 .

In tal guisa, la circola zion e, aumentata c o l inezzo> dei noti raggiri, di 6 2 m ilioni (di cui 4 5 in tanti biglietti del taglio di lire m ille), oltre ai lim ite legale, è ora regolarizzata sino al 31 m arzo. A cconsenti,rS.¡ però il G overn o a questo aum ento di carta-m oneta, o v v e ro la ridurrà gradu alm en te sino a ritornarla a l 1 lim ite n orm a le? E c c o q u e llo ch e ci dirà il progetto pel riordin am en to bancario.

Passiam o ora alla situazione della Banca Nazionale. Al 2 0 dicem b re 1 8 9 2 la circola zion e di questo Istituto di em issione raggiu n geva la som m a di L. 5 5 5 ,5 6 7 ,7 5 0 .

A l 1 0 gen n aio 1 8 9 3 la circola zion e saliva a li­ re 5 7 5 ,1 3 0 ,5 5 0 , con una differenza in più di li­ re 2 1 ,0 6 2 ,8 0 0 .

È a supporsi ch e questa m aggiore circola zion e sia in rapporto colla crisi della Banca Romana, elio ob b ligò la Banca N azionale al ritiro e al ca m b io dei biglietti della R om ana.

Le Banche Nazionali degli Stati Uniti nel 1892.

— Il rapporto annuale (del C on trollore degli Stati U niti sulle B an ch e N azionali, com p ren d e il periodò dal I o n ov em b re 1891 al 31 ottobre 1 8 9 2 .

Il n u m ero delle B anche nazionali esistenti al 31 ottobre 1891 era di 3 ,6 9 4 ed al 31 dicem b re 1 8 9 2 era di 3 ,7 8 6 ; 5 3 B anche son o entrate volontariam ente in liquidazione e 181 son o cadute in fallim ento.

M algrado l’ en orm e esportazione dell’ o ro, gli incassi delle B anche nazionali son o in con tin u o progresso, m entre la circola zion e dim in u isce, com e lo mostra chiaram ente il segu en te c o n fro n to :

Monete d’oro Circolasionó

4 ottobre 1888 doli. 70,222,905 24 3,601, 707 30 settembre 1889 » 71,601,529 203,662,732 2 ottobre 1890 , 74,664,833 187,871,025 25 settembre 1891 » 84,464,347 171,935,706 30 settembre 1892 » 95,021,952 172,656,429 E dunque principalm ente dalla riserva del T e so ro e dalla circola zion e ch e è stato preso il m etallo spedito in E u rop a .

I biglietti em essi dalle B anche non bastarono ai bisogn i della popolazion e, poich é questi form a n o uua leggera parte della carta cir co la n te ; circa i l - 1 6 % . La circola zion e fiduciaria totale degl Ste.i U niti si com p on ev a al 31 ottobre 1 8 9 2 : di

Biglietti di Banche nazionali D. 172,432,146

Greenbacks... 332,080,234

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L ’ E C O N O M I S T A 12 febbraio 1893 106

E cco, per gli ultimi cinfjue anni, I’ am m ontare delle operazioni del clearing house di N uova Y o r k .

Rapporto delle som- me pagate Somme pagate alle com- Compensazioni in numerario pensazioni

1888

D.

30

,

863,

686,609

1

,

570,

198,528 5.1

V.

1889

»

34, 796,

465,529

1

,

757,

637,473 5.0

*

1890

»

37. 660,

686,572

1

,

753

,

040,145 4. 7

»

1891

»

34,053

,

698

, 770

1

,

584

,

635,500 4

. 6 »

1892

*

36,279

,

905,236

1

,

861

,

500,575 5

.

1

» Da ciò èi v e d e quale econ om ia di n u m era rio p ro ­ cura il clearing-house e si spiega com e gli Stati Uniti abbiano perduto tanta grande quantità d ’ oro

senza soffrirne troppo.

Gli affari di banca, propriam ente detti - antici­ pazioni e sconti - seguono un andam ento lentam ente ascendente, per quanto si possa giu d icare da una sola situazione. Il portafogli, sconti ed anticipazioni, e ra : al 4 ottobre 1888 ... D. 1,684,180,624 SO settembre 1889 ... » 1,817,257,703 2 ottobre 1890 ... 1,986,058,320 25 settembre 1891 ... » 2,005,463,205 30 settembre 1892 ... » 2,171,041,088 L e banche trovano p och e risorse nella loro c ir ­ colazione, esse operano sopratutto con i depositi che am m ontano a cifre realm ente form idabili. Difatti.

al 4 ottobre 1888 ... D. 1.350,320,861 30 settembre 1889 ... » 1,475,467,560 2 ottobre 1890 ... » 1,564,845,174 25 settembre 1891 ... » 1,588,318,081 30 settembre 1892 ... » 1,765,422,983 Il m estiere del ban ch iere non sem brerebbe così essere più lu croso in A m erica ch e in E u ropa. Il d ivid en do m edio delle banche nazionali è stato d u ­ rante l’ esercizio 4 8 9 1 -9 2 del 7 4 4 °/0 del capitale versato.

R iassu m en do, le banche nazionali degli Stati Uniti non si servon o di spender quasi dei b iglietti; il loro m otore non è la circolazion e fiduciaria, ma i dep o­ siti scom pletati da un eccellen te sistem a di chéques e di com pensazioni.

l e Casse postali di risparmio in Italia.

Situazione al 30 novembre 1892 :

Libretti in corso in fine otto b re ... N. 2,485,912 Libretti emessi nel novembre... » 24,273 N. 2,510,185 Libretti estinti nel novembre... » 8,066 Erano accesi al 30 novembre libretti. N. 2,502,119 Depositi in fine ottob re...L. 341,273,913.86 Depositi nel novem bre... .. » 17,732,931.26

L. 359,006,845.12 Rimborsi del novembre... » 15,991,553.42 Rimanenza al 30 novembre... L. 343,015,291.70

Le Società di Mutuo Soccorso in Italia. —

E c c o l’ ultim o prospetto statistico d elle 5 5 5 Società di m utuo so c c o r so , ch e hanno m andato i resoconti al M inistero di agricoltura, raggruppate per c o m ­ partim enti : N. delle Società N. dei soci effettivi Patrimonio complessivo Media per socio Piemonte . . . I lo 22,206 1,877,846 77.27 Liguria... Lombardia. . 10 1,334 90,094 67.54 81 19,954 3,117,541 154.54 Veneto... 38 9,054 847,992 92.65 E m ilia ... 33 10,333 860,362 91,121 83.26 Umbria . . . . 12 1,715 53.15 Marche... 15 3,027 184,913 61.09 T osca n a .. . . 34 7,098 541,469 76.28 L a z io ... 20 2,155 134,704 62.24 A bru zzi. . . . 20 3,745 95,828 25.59 Campania .. 58 10,001 288,416 28.84 Puglie... Basilicata .. Calabria.. . . 34 4,147 200,669 48.39 10 1,207 43,712 36.22 38 5,055 158,090 24.36 Sicilia... 27 4,217 132,641 31.45 Sardegna. . . 9 1,335 27,791 20.81 R egn o... _ 555 106,583 8,693,227 79.30

Il raccolto dell’olio di oliva nel 1891-92

il seguente prospetto riassum e la p rod u zion e, il co m m e rcio e il con su m o d ell’ olio di oliva nell’ u

l-t im o q u in q u e n n io 1 8 8 7 - 9 1 .

Produzione Impor­ Esporta­

Quantità rimasta a disposizione Anno annuale tazione zione del consumo 1 8 8 7 . . . 1 ,6 8 8 , 6 1 8 5 0 , 3 6 3 7 1 1 , 9 2 2 1 , 0 2 6 , 9 5 9 2 , 0 4 9 , 1 4 6 1 8 8 8 . . . 2 , 5 9 6 , 3 9 8 3 4 , 9 1 7 5 8 2 , 1 6 9 1 8 8 9 . . . 1 ,3 3 8 , 0 5 4 6 4 , 5 2 8 6 1 4 ,0 8 9 7 8 8 ,4 9 3 1 8 9 0 . . . 3 , 0 8 6 , 1 1 9 2 7 , 9 7 6 4 2 0 , 3 5 3 2 , 6 9 3 , 7 4 2 1 8 9 1 . . . 2 , 7 3 9 , 5 5 4 2 4 , 9 0 2 6 3 1 ,5 3 1 2 , 1 3 2 , 9 2 5

L a prod u zion e m edia p er ettaro fu nel 1 8 9 0 di ettol. 3 ,0 5 e nel 1891 di 2 ,6 6 . Q uanto al con su m o esso fu ca lcola to, a g giu n g en d o alla cifra della pro­ duzione quella d ell’ im portazione, e sottraendo dal totale la cifra dell’ esportazione.

S e co n d o le notizie telegrafich e som m arie p r e c e ­ dentem ente inviate al M inistero, il ra ccolto dell’ olio d ’ oliva in Italia nella cam pagna 4 8 9 4 -9 2 si ra g­ guagliava a ettol. 2 ,6 3 7 ,4 0 0 . A desso le notizie d e fi­ nitive danno un ra ccolto di ettol. d’ olio 2 ,7 3 9 ,5 3 4 , inferiore di ettol. 3 4 6 ,5 6 5 a q u ello del 4 8 9 0 -9 1 . Tuttavia v ien posto fra i buoni ra ccolti, g ia cch é r i­ co rreva nella m aggior parte delle prov in cie l’ annata di scarsa fruttificazione.

L ’ o liv o si coltiva in 5 0 p rov in cie e in 3 ,2 1 4 com u n i sopra un totale d i 8 ,2 5 3 .

La coltivazion e d e ll'o liv o m anca affatto nel P ie­ m onte ed è p o co estesa nella L om bard ia, nel V e ­ neto, e n ell' E m ilia, perch è il clim a di dette region i è troppo fre d d o , predom inandovi i venti settentrionali. La provin cia di P orto M aurizio è quella ch e , r e ­ lativam ente alla su p erficie territoriale, ha m aggiore quantità di oliveti ; v en gon o poi L e c c e , Bari delle P u g lie, R e g g io di Calabria e Cliieti.

L e p rov in cie ov e la coltivazion e d ell’ o liv o è r i­ sultata in q u est’ anno più proficua, di fronte alla su p erficie occu pata dalla pianta stessa, risultano quelle della S icilia e specialm ente Catania, G irgen li e S i­ racusa.

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