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Convergenza puntuale ed uniforme delle serie di Fourier

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Convergenza puntuale ed uniforme delle serie di Fourier

28 aprile 2009

In questi appunti prendiamo in considerazione funzioni di variabile reale che possono assumere per`o valori complessi. Una funzione F di variabile reale a valori complessi corrisponde a due funzioni di variabile reale a valori reali, rispettivamente, la parte reale e la parte immaginaria di F . In altre parole possiamo scrivere:

F (x) = u(x) + iv(x),

dove u e v sono funzioni a valori reali. La funzione F sar`a continua, deriv- abile o integrabile, se sono rispettivamente continue, derivabili o integrabili ambdue le funzioni u e v. Scriveremo quindi

F 0 (x) = u 0 (x) + iv 0 (x)

e Z b

a

F (x)dz = Z b

a

u(x)dx + i Z b

a

v(x)dx.

Una funzione di variabile reale e a valori complessi molto importante `e fornita dalla seguente formula (detta di Eulero):

e ix = cos x + i sin x.

Possiamo considerare questa formula come la definizione di e ix , a partire dalle funzioni note cos x e sin x. Dovremmo allora osservare che le formule di addizione del seno e del coseno, ci forniscono la seguente importante propriet`a della funzione e ix :

e i(x+y) = e ix e iy .

In particolare (e ix ) n = e inx . Inoltre risulta, sempre dalle propriet`a delle fun-

zioni trigonometriche che e −ix = cos x−i sin x, `e il coniugato di e ix . Possiamo

(2)

anche osservare che la funzione x 7→ e ix `e un omomorfismo (continuo!) del gruppo addittivo dei numeri reali nel gruppo moltiplicativo dei numeri comp- lessi di modulo uno. Infine possiamo ricordare che le funzioni trigonometriche sin x e cos x possono essere definite in termini di e ix , come segue:

cos x = e ix + e −ix

2 ,

sin x = e ix − e −ix 2i .

(Un’utile osservazione banale `e che l’inverso di i `e −i e, in generale che l’inverso di un numero complesso di modulo uno `e il suo coniugato.)

Il problema centrale della teoria delle cosiddette serie di Fourier si pu`o sintetizzare nella domanda seguente:

Ci si chiede sotto quali ipotesi una funzione reale f di variabile reale e periodica di periodo 2π, sia la somma di una serie del tipo

a 0 2 +

X k=1

(a k cos kx + b k sin kx) (1)

Quando parliamo della somma di una serie di funzioni, intendiamo in pri- mo luogo la convergenza punto per punto delle somme parziali, ed in secondo luogo la convergenza uniforme delle stesse somme parziali. In questi appunti cercheremo di dare risposte a questa domanda proprio nei termini della con- vergenza punto per punto e della convergenza uniforme. Vale per`o la pena di ricordare che lo sviluppo della teoria delle serie di Fourier, specialmente dopo l’introduzione, agli inizi del secolo scorso, della teoria della misura e dell’in- tegrazione ”secondo Lebesgue”, ha portato a considerare la ”somma” della serie, anche in termini diversi. Si considera cio`e la convergenza delle somme parziali della serie (1) rispetto a diverse nozioni di ”distanza”, e talvolta la convergenza punto per punto per punto ristretta ad insiemi il cui com- plemento `e considerato ”negligibile”. Questi problemi pi`u raffinati saranno considerati negli insegnamenti di Analisi Reale e/o Analisi Funzionale.

In questi appunti dimostreremo prima di tutto che se f (a valori reali)

`e continua e periodica ed ha derivata continua, allora f pu`o essere espressa attraverso una serie del tipo (1), che converge uniformemente ad f . Questo risultato pu`o essere esteso parzialmente a funzioni che possiedono alcune discontinuit`a di prima specie, come svolto nel libro di testo.

Prima di entrare nel merito della questione della convergenza `e opportuno esaminare pi`u da vicino le funzioni

a k cos kx + b k sin kx. (2)

(3)

Ricordando la formula di Eulero e ix = cos x + i sin x, possiamo osservare che a k cos kx + b k sin kx = (a k − ib k )

2 e ikx + (a k + ib k )

2 e −ikx = c k e ikx + c k e −ikx , dove abbiamo posto per ogni interno positivo k, c k = a

k

−ib 2

k

. Questo significa che, posto, per k intero positivo c −k = c k = a

k

+ib 2

k

, e c 0 = a 2

0

, risulta per ogni n intero non negativo

a 0 2 +

X n k=1

(a k cos kx + b k sin kx) = X n k=−n

c k e ikx .

Pertanto dire che puntualmente o uniformemente risulta f (x) = a 0

2 + X

k=1

(a k cos kx + b k sin kx),

equivale a dire che in termini di convergenza puntuale o uniforme risulta lim n

X n k=−n

c k e ikx = f (x),

cio`e con una notazione pi`u espressiva che f (x) =

X +∞

k=−∞

c k e ikx .

Ricordiamo che per quanto la serie a secondo membro si presenti come una serie a valori complessi, le somme parziali ( da −n a n) della serie risultano a valori reali, in virt`u del fatto che il coefficiente c −k `e il coniugato di c k , ed inoltre e ikx `e il coniugato di e −ikx . In altre parole a ciascun addendo c k e ikx , corrisponde un addendo coniugato c −k e −ikx .

Ma perch´e passare dalle funzioni seno e coseno all’esponenziale comp- lesso? Sostanzialmente perch´e questo ci consentir`a di semplificare molti cal- coli. Ricordiamo infatti che la semplice propriet`a moltiplicativa dell’esponen- ziale e i(x+y) = e ix e iy sostituisce efficacemente tutto il bagaglio delle formule trigonometriche. Un primo esempio di questa semplificazione `e fornito dalla seguente osservazione.

Osservazione 1 Se n ∈ Z, allora Z π

−π

e inx dx =

½ 0 se n 6= 0

2π se n = 0

(4)

Questa osservazione, di verifica immediata, a partire, ad esempio dalla for- mula e inx = cos nx + i sin nx, sostituisce efficacemente le formule [14.8] a pag.

97 del secondo volume del libro di testo, per ottenere il seguente risultato preliminare:

Lemma 1 Supponiamo che f sia una funzione periodica di periodo 2π, e supponiamo inoltre che nella convergenza uniforme,

f (x) = a 0 2 +

X k=1

(a k cos kx + b k sin kx) = X k=−∞

c k e ikx ,

dove c 0 = a 2

0

, e c k = c −k = a k − ib k , per k positivo. Allora a k = 1

π Z π

−π

f (x) cos kxdx, b k = 1 π

Z π

−π

f (x) sin kxdx

e, per ogni intero k,

c k = 1

Z π

−π

f (x)e −ikx .

dimostrazione. Le relazioni tra i coefficienti a k , b k e c k e la linearit`a dell’integrale ci consentono di limitarci a considerare il calcolo di c k . Poich´e si suppone che la serie converga uniformemente possiamo integrare termine a termine. Pertanto

1

Z π

−π

f (x)e −ikx dx = 1

Z π

−π

X h=−∞

c h e ihx e −ikx dx =

X h=−∞

c h 1

Z π

−π

e i(h−k)x dx.

Per la Osservazione 1, tutti gli integrali che appaiono nella somma sono zero tranne quello in cui h = k, che vale 2π. Ne segue che

c k = 1

Z π

−π

f (x)e −ikx dx.

Il risultato che abbiamo appena dimostrato ci porta a definire per ogni funzione periodica integrabile f ed ogni intero n il coefficiente di Fourier n-esimo come

f (n) = c ˆ n = 1

Z π

−π

f (x)e −inx dx,

(5)

e a chiederci se la serie X

n=−∞

f (n)e ˆ inx ,

converge alla funzione f . Osserviamo subito che se f ha valori reali (come supporremo sempre) ˆ f (−n) = ˆ f (n), pertanto la serie che abbiamo appena scritto e che vorremmo convergesse ad f , si pu`o scrivere anche nella for- ma (1), con coefficienti a n e b n definiti come nell’enunciato del Lemma 1.

Aggiungiamo che la serie

X n=−∞

f (n)e ˆ inx ,

prende il nome di serie di Fourier della funzione f . Con lo stesso nome si indica ovviamente la corrispondente serie scritta in termini di a k cos kx + b k cos kx, con i coefficienti a k e b k come nell’enunciato del Lemma.

Nota 1 Vale forse la pena di osservare che per funzioni periodiche di peri- odo 2π, l’integrazione sull’intervallo [−π, π] pu`o essere sostituita con uguale risultato dalla integrazione sull’intervallo [0, 2π] o su qualsiasi intervallo di lunghezza 2π. La scelta dell’intervallo [−π, π] `e stata fatta per discostarsi il meno possibile dalle notazioni del libro di testo.

Lemma 2 . Se f `e una funzione periodica di periodo 2π, integrabile nell’in- tervallo [−π, π], allora

X

−∞

| ˆ f (n)| 2 1

Z π

−π

(f (x)) 2 dx.

dimostrazione. Sia

S n (x) = X n k=−n

f (n)e ˆ inx .

Allora

0 ≤ 1

Z π

−π

(f (x) − S n (x)) 2 dx = 1

Z π

−π

(f (x)) 2 dx − 1 2

Z π

−π

f (x)S n (x)dx + 1

Z π

−π

(S n (x)) 2 dx.

Osserviamo ora che 1

Z π

−π

f (x)S n (x)dx = X n

−n

f (k) ˆ 1

Z π

−π

f (x)e ikx dx =

(6)

X n

−n

f (k) ˆ ˆ f (−k) = X n

−n

f (k) ˆ ˆ f (k) = X n

−n

| ˆ f (k)| 2 .

Inoltre

1

Z π

−π

S n (x) 2 dx = X n h,k=−n

f (h) ˆ ˆ f (k) 1

Z π

−π

e i(h+k)x .

Gli integrali nell’ultima espressione sono tutti nulli eccetto quando h = −k, e pertanto

1

Z π

−π

S n (x) 2 dx = X n

−n

| ˆ f (k)| 2 .

Questo significa che la disuguaglianza precedente si riduce a X n

−n

|f (k)| 2 1

Z π

−π

f (x) 2 dx.

Da quest’ultima disuguaglianza segue la tesi passando al limite per n → ∞.

Corollario 1 Se f `e una funzione periodica di periodo 2π integrabile nel- l’intervallo [−π, π] allora

|n|→∞ lim

f (n) = 0 ˆ

dimostrazione. La convergenza della serie P

−∞ | ˆ f (n)| 2 implica che con- verge a zero il termine n-esimo da cui segue la tesi del corollario.

Lemma 3 Sia f una funzione periodica di periodo 2π. Supponiamo che la derivata Df di f esista e sia integrabile, allora

Df (n) = in ˆ c f (n) (3)

dimostrazione. Integrando per parti e sfruttando la periodicit`a della funzione f (x)e inx si ottiene:

1

Z π

−π

Df (x)e −inx dx = f (x)e −inx

¯ ¯

¯ π

−π −in

Z π

−π

f (x)e −inx dx = in ˆ f (n).

Lemma 4 Sia f una funzione periodica di periodo 2π integrabile in ogni intervallo di R. Definiamo, per y ∈ R, f y (x) = f (x − y). Allora

f ˆ y (n) = e −iny f (n). ˆ (4)

(7)

dimostrazione. Ricordiamo che l’integrale su un intervallo di lunghezza uguale al periodo, di una funzione periodica `e invariante per traslazione, come (quasi) dimostrato nella [14.2] a pag. 95 del libro di testo (Giusti, secondo volume). Pertanto

f ˆ y (n) = 1

Z π

−π

f (x − y)e −inx dx = 1

Z π

−π

f (x)e −in(x+y) dx = e −iny f (n). ˆ Abbiamo ora a disposizione tutti gli ingredienti per dimostrare il primo teorema di convergenza della serie di Fourier.

Teorema 2 Sia f una funzione continua e periodica di periodo 2π. Sup- poniamo che esista la derivata di f in un punto y ∈ R. Allora la serie P

−∞ f (n)e ˆ iny converge al valore f (y).

dimostrazione. Supponiamo prima che y = 0. Dimostreremo cio`e che se f `e derivabile in 0 allora,

N →∞ lim X N

−N

f (n) = f (0). ˆ

Consideriamo per x 6= 2kπ la funzione

g(x) = f (x) − f (0) e ix − 1 Osserviamo che

x→0 lim g(x) = lim

x→0

f (x) − f (0)

x lim

x→0

x

cos x − 1 + i sin x = −iDf (0).

Pertanto la funzione g pu`o essere definita in 0 e tutti i multipli interi di 2π in modo che risulti continua. Basta assegnarle in questi punti il valore

−iDf (0). Osserviamo ora che

f (x) = f (0) + e ix g(x) − g(x).

Se calcoliamo i coefficienti di Fourier dei due lati di quest’ultima equasione, otteniamo

f (n) = f (0) ˆ 1

Z π

−π

e −inx dx + 1

Z π

−π

g(x)e −i(n−1)x dx − 1

Z π

−π

g(x)e −inx dx.

Nel caso n 6= 0 si ottiene dunque,

f (n) = ˆg(n − 1) − ˆg(n). ˆ

(8)

Mentre nel caso n = 0 si ottiene invece

f (0) = f (0) + ˆg(−1) − ˆg(0). ˆ

Combinando queste due formule e sommando da −N ad N, si ottiene X N

n=−N

f (n) = f (0) + ˆ X N n=−N

[ˆg(n − 1) − ˆg(n)] = f (0) + ˆg(−N − 1) − ˆg(N).

Sappiamo per`o che g `e una funzione integrabile e pertanto,

N →∞ lim ˆg(N) = lim

N →∞ ˆg(−N − 1) = 0.

Ne segue che

N →∞ lim X N n=

N

f (n) = f (0). ˆ

Supponiamo ora che y 6= 0, e consideriamo la funzione f −y (x) = f (x + y). Se f `e differenziabile in y allora f −y `e differenziabile in zero. Si applica quindi quanto abbiamo dimostrato. Osserviamo per`o che d f −y (n) = e iny f (n). Per- ˆ tanto la prima parte della dimostrazione applicata alla funzione f −y fornisce direttamente:

N →∞ lim X N n=−N

f (n)e ˆ iny = f (y).

Osservazione 2 . Un esame accurato della dimostrazione ci porta a con- cludere che le ipotesi sulla funzione f possono essere alleggerite. Perch´e la serie di Fourier di f converga ad f nel punto y ∈ R `e sufficiente supporre che f sia una funzione periodica integrabile in [−π, π] e che per y fissato risulti integrabile (secondo Riemann) la funzione

f (x) − f (y) x − y .

Tanto basta infatti per ottenere che risulti integrabile la funzione, definita per x 6= 2kπ, e periodica,

g(x) = f −y (x) − f −y (0) e ix − 1 ,

che `e quanto necessario per concludere la dimostrazione. Questo risultato pi`u

generale pu`o essere utilizzato per dimostrare che la serie di Fourier di una

funzione periodica ”regolare a tratti” converge, in ogni punto, alla media tra

il limite destro ed il limite sinistro in quel punto.

(9)

Definizione 1 . Sia f una funzione periodica di periodo 2π, integrabile nell’intervallo [−π, pi]. Si dice che la serie di Fourier di f converge assolu- tamente se converge la serie,

X

−∞

| ˆ f (n)| (5)

Osservazione 3 Osserviamo che | ˆ f (n)| = p

a 2 n + b 2 n , dove ˆ f (0) = a 2

0

, ˆ f (n) = a n − ib n . Pertanto la serie (5) converge se e solo se converge la serie

X n=1

(|a n | + |b n |)

I coefficienti a n e b n sono, naturalmente, quelli ottenuti con le formule [14.9]

e [14.10] a pag. 98 del libro di testo.

Osservazione 4 La convergenza assoluta della serie di Fourier di f implica la convergenza totale, e quindi uniforme, della serie

X

−∞

f (n)e ˆ inx ,

ed anche, naturalmente della corrispondente serie a 0

2 + X n=1

(a n cos nx + b n sin nx).

E’ facile ora dimostrare il seguente risultato:

Teorema 3 . Sia f una funzione periodica continua con derivata continua, allora la serie di Fourier di f converge, assolutamente e quindi uniforme- mente.

dimostrazione. La derivata Df della funzione f `e integrabile pertanto , per il Lemma 2,

X

−∞

| c Df (n)| 2 = X

−∞

|in ˆ f (n)| 2 1

Z π

−π

|Df (x)| 2 dx.

Pertanto X

n6=0

| ˆ f (n)| = X n=1

1

n |in ˆ f (n)| + X −∞

n=−1

1

−n |in ˆ f (n)| ≤ X

n6=0

1

|n| | c Df (n)|.

(10)

Osserviamo ora che la nota disuguaglianza 2|xy| ≤ x 2 + y 2 , implica che 1

|n| | c Df (n)| ≤ 1 2 ( 1

n 2 + | c Df (n)| 2 ).

Ne segue che X n=−∞

| ˆ f (n)| ≤ | ˆ f (0)| + X

n6=0

1

n 2 + X

n6=0

| c Df (n)| 2 < ∞.

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