L'ECONOMISTA
G A ZZ ET T A S E T T IM A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FER R O V IE, IN TERESSI PR IV A T I
Anno XII - Voi. XVI
Domenica 27 Settem bre 1885
R. 595
QUESTIONE MONETARIA
(Al Signor M... della R a s s e g n a )
La Rassegna del 21 coir, pubblica una nuova lettera del Sig. M... , il quale intraprende a di scutere il nostro ultimo articolo sulla questione mo netaria.
Per verità le cose asserite dal Sig. M... non ci paiono nuove, nè tali da diminuire la gravità e la importanza delle cose dotto dall’Economista; tuttavia quella lettera, contiene affermazioni clic ci sembrano non esatte, giudizi che stimiamo errati, accuse in giuste e confessioni preziosissime, cosicché crediamo opportuno rispondere brevemente alle une e pren der atto delle altre.
Non sappiamo perchè il Sig. M... per la seconda volta ci rimproveri di fare una polemica personale. Non crediamo di aver mai nominate le persone dei delegati alla Conferenza di Parigi, nè di aver di scusso delle loro personali idee. Abbiamo piti volte parlato dei delegati italiani per necessità di discorso e colla stessa forma impersonale con cui si dice: il Governo. Che se anche questo dispiace al Sig. M... siamo pronti ad accontentarlo e d’ora innanzi diremo più impersonalmente ancora che non le persone dei delegati, ma la missione italiana fu, a nostro avviso, inabile ed in contrdddizioue flagrante colle missioni precedenti.
E crediamo pure ingiusto che il Sig. M...ci rim proveri per aver taciuto due mesi sul discorso del Signor Pirméz; egli non deve aver dimenticato che quando nell’agosto parlammo per la prima volta dell’in successo della Conferenza, gli avversari nostri ci chia marono accorti, perchè fummo appunto tra i primi ad occuparci delia questione. Vorrebbe il Sig. M...farci lo stesso rimprovero oggi perchè abbiamo lasciato alla missione italiana, al Governo ed ai nostri con tradditori due mesi di tempo per apparecchiare le difese e smentire le accuse di contraddizione, di in coerenza e di mancata fede, che il Signor Pirmez ha scagliato dalla tribuna del Parlamento belga con tro la condotta dell’ Italia?
Ma queste, del resto, sono quistioni di forma che talvolta nella polemica fa comodo sollevare per met tere in cattiva vista sin da principio l’avversario, e noi lasciamo volentieri al Sig. M... questo inno cente sistema, desiderosi di fermarci un poco sulla so stanza della cosa.
Noi domandammo spiegazione del perchè nel 1878 la missione italiana proponesse di pagare la diffe
renza degli scudi in carta monetata deprezzata, e nel 1885 accettasse di pagarla in oro od equiva lenti. Ed il Sig. M... ci risponde che la proposta del 1885 è uscita di bocca al Sig. Ressmann e che allora ad ogni modo l’alta barriera dell’oro rendeva vano ogni pericolo del ritorno degli scudi, mentre
i oggi quella teoria non è seria.
Noi non indagheremo quanto piacere possa fare j al Signor Ressmann sentirsi dire che delle pro poste, alle quali premette delle lunghe conside razioni, che accompagna con ampie giustificazioni e che sostiene con vivaci discussioni, gli escano di
bocca, come per accidente, in una conferenza inter
nazionale. Per un diplomatico non sarebbe nna bella qualità, e riteniamo che se invece del Sig.
M...
fosse I’ onor. Maglioni a scrivere giudizi sulla con dotta della missione italiana del 1878, egli, che allora era ministro, non userebbe certo la frase uscire
di bocca.
Ma, anche lasciando ciò, noi vogliamo domandare al Sig. M... , il quale sottolinea l’aggettivo di onesto al Governo italiano, quasi per dirci che se avesse proceduto altrimenti da quello elio ha stipulato la
missione italiana del 1885, tale non sarebbe stato
— noi vogliamo domandargli che cosa allora si in tenda nelle discussioni internazionali per onestà.
Come? Nel 1878 la missione italiana; in nome del Governo, alla domanda di ritirare gli scudi ri sponde che li pagherebbe all’ 88 per cento del loro valore, cioè in carta monetata che allora perdeva il 12 per cento di fronte all’ argento — e nel 1885 la missione italiana, in nome sempre del Governo, accetta di pagare gli stessi scudi al 120 per cento del loro valore, cioè in oro od equivalenti, che hanno un valore reale superiore del 20 per cento al- l’ argento I!
E queste due proposte così diverse si fanno in u t caso perchè non si ha paura, nell’ altro perchè si lia paura de! movimento monetario?
Badi bene il Sig. M... che tanto nel 1878 che nel 1885 era ministro delle finanze 1’ on. Magliani, il quale non gli sarà riconoscente di averlo accu sato di una politica, che sarebbe qualche cosa di più che utilitaria, mentre il Ministro ha sempre parlato di equità, di convenienza, di reciprocità, di amore fraterno.
Ma vi ha di più ! Se, come dice il Sig. M... nel 1878 noi, avendo I’ alta barriera dell’ aggio,
avremmo potuto uscire tranquillamente dall’ Unione e lasciar agli alleati il peso e il danno del nostro argento, perchè non lo abbiamo fatto? Forse per
614 L ’ E C O N O M I S T A 27 settem bre 1885 noi il danno ed il peso del nostro argento ? — Dove
era la oculatezza dei nostri grandi uomini ? Ma noi vogliamo essere molto meno severi e meno
utilitari del sig. M... ; noi vogliamo credere e
crediamo che nel 1878 l’ Italia non sia uscita dal— 1’ Unione, stimando non onesto il farlo quando gli alleati erano gravati dal nostro argento, ed aspet tando che, mutandosi le circostanze, gli alleati ci trattassero con questa stessa equità e convenienza di cui noi davamo loro prova. Invece, venuto il 1885, essi fanno a noi quello che non abbiamo voluto far loro nel 1878.
Confessiamolo ! confessiamolo francamente, tanto ormai lo si capisce in modo chiaro ed evidente, — l’ Italia nel 1885 subisce le conseguenze della sua buonafede del 1878. Abbiamo voluto essere equi senza premunirci contro la iniquità altrui. Nel 1878, armati e difesi dall’aggio, non abbiamo posta la que stione che ora ci pone la Francia : o una clausola
di liquidazione o rottura dell'Unione; nel 1885,
disarmati o deboli, accettiamo per paura quello che il sig. Cernuschi da due anni ci minacciava ed oggi solennemente ci impone.
Il sig. M... però non dice verbo del perché la
missione italiana non abbia almeno ricordato alla
Francia le dichiarazioni che il sig. L. Say fece nel 1878, che se l’ Italia avesse per il 1885 abolito il corso forzato non si sarebbe p iù parlato di liqui dazione.
No ; di questo non dice nulla, anzi ci confessa che meutre nel 1878, sebbene proponessimo di pagare in carta, nessuno ci obbligò ad abolire il tcorso forzato, nel 1885 se avessimo fatta la piò piccola re sistenza, « poteva sorgere, a danno dell’Italia, la que- « stione dei biglietti di Stato e delle riserve bancarie, « considerati dagli alleati come ostacoli alla libera cir- « colazione dell’argento e al naturale ritorno delle no li stre monete. »
E la confessione non ha bisogno di commenti. Se non che il Sig. M... ci svela finalmente il vero motivo della accettazione della famosa clausola. Non fu tanto una modalità pel rimpatrio dei nostri scudi, quanto un atto di difesa contro le conseguenze di una non impossibile immigrazione di argento fore stiero, quello che fece accettare la clausola di liqui dazione.
Ma chi può credere a queste preoccupazioni ? Non siamo capaci di difendere il nostro stock d’argento oliò le statistiche si affannano a dimostrarci in vari modi la emigrazione dell’argento verso la Francia ; — abbiamo da ritirare più di 500 milioni di scudi nostri che sono già in Francia, e la missione ita
liana si preoccupa di quelli ulteriori che potessero
immigrare?
Pare impossibile! quanta improvvisa oculatezza!
Fino da due anni addietro (vedi l’ Economista del 27 maggio 1885) annunziando l’apertura e de scrivendo l’ordinamento del museo commerciale del Belgio, istituito in Bruxelles, esprimevamo il voto che una istituzione consimile sorgesse anco in Italia, in guisa da formare un qualche cosa di diverso dal Museo industriale di Torino e di più delle magre
collezioni che sono tra la suppellettile delle scuole di commercio. — « In quanto alla sede del museo, scrivemmo allora, non crediamo che ve ne sia una predestinata. Potrebbe essere Roma come capitalo del regno e quindi punto d’attrazione di molteplici interessi italiani. Potrebbe essere Napoli, grande emporio commerciale e centro di quelle provincie del mezzogiorno in cui la coltura è meno diffusa e le industrie e i commerci, perchè in uno stato meno avanzato che altrove, abbisognano maggiormente di lume e di consiglio. Potrebbe essere Venezia, o Ge nova, che hanno per sè una l’avvenire, l’altra e il presento e l’avvenire; ovvero Milano, quasi equidi stante tra l’ una o l’altra, ricca di industrie antiche e recenti, eentro commerciale operosissimo di molte provincie settentrionali e medie della penisola. »
Milano anche in questa, come in molte altre cose, ha precorso colla propria iniziativa quella delle città sorelle e il Museo commerciale sorge sotto gli auspici e por opera della Camera di commercio, una tra le più operose del regno. — Essa lo istituisce in ap plicazione degli articoli 5 e 18 del proprio regola mento, per promuovere l’ incremento degli scambi e lo sviluppo e il perfezionamento delle industrie; specialmente in corrispondenza coi bisogni locali. (art. 1 dello statuto). — Il Museo (art. 2) promuove lo sviluppo degli scambi internazionali mediante la raccolta e l’esposizione di campioni di materie prime e lavorate, che sieno o possano essere qui prodotte — per qui dobbiamo credere si intenda non solo il distretto della Camera, ma tutta la regione lombarda per lo meno — e che all'estero formino oggetto di re golare commercio, nonché di materie prime e lavo rate estere utilizzabili dalle industrie locali. A questo scopo può anche organizzare all’estero, da solo o in concorso d’altri, delle esposizioni di prodotti nazio nali. — All’ incremento del commercio interno, al progresso e perfezionamento delle industrie provvede colla raccolta ed esposizione di prodotti nazionali e con quella di campioni delle novità in ogni genere di lavori (art. 5). — La raccolta del campionario estero (art. 4), l’esposizione permanente di prodotti nazionali ed il campionario delle novità costituiscono altrettante sezioni, in cui è da considerare diviso il Museo. Le stesse potranno essere organizzate con temporaneamente o successivamente, nell’ordine che sarà stabilito dalla Camera di commercio. — I cam- pionarj (art. 5) saranno illustrati colla maggior copia possibile di notizie atte a far apprezzare facilmente la possibilità pratica e la convenienza commerciale di valersi dei campioni esposti. — A termini del- l’art. 6 del regio decreto 9 settembre 1881, il Mu seo fa assegnamento (art. 7) sul concorso del Mini stero di agricoltura, industria e commercio per la raccolta dei campioni. Si varrà pure a tale scopo delle sovvenzioni che potesse ottenere dal Governo stesso, dalla Provincia, dal Comune, o da altri enti, non meno che dei doni di persone che volessero rendersi benemerite della istituzione. — Fino a nuova disposizione (art. I o del regolamento interno del museo commerciale) nel Museo viene attivata la sola sezione del campionario estero, cioè la parte comprendente la raccolta dei campioni delle materie prime e lavorate che siano o possano essere qui prodotte e che all’estero formino oggetto di regolare commercio, nonché delle materie prime e lavorate estere utilizzabili dalle industrie locali.
27 settem bre 1885 L ’ E C O N O M I S T A 615 tutto punto, come nacque armata da capo a piedi
Minerva dalla testa di Giove. Ma è già molto che che se ne apra una sezione, dacché Roma non fu fatta in un giorno e chi ben comincia è alla metà dell’opra.
Solo non vorremmo si fosse dimenticai una cosa importantissima che stiamo per accennare. È un nostro dubbio e forse la cosa c’è, quantunque dalla man chevole dicitura degli articoli più sopra trascritti non apparisca. — Là dove è detto: « materie prime e lavorate che siano o possano essere qui prodotte e che all’estero formino oggetto di regolare commer cio », vorremmo aggiunto o possano formare. Sta bene aver contemplato non solo le industrie esi stenti in paese, ma anco quelle che possono sorgervi prima o poi e per le quali il nostro paese presenta le condizioni più favorevoli; ma anche in ciò che concerne la esportazione dei nostri prodotti indu striali bisogna tener d’occhio non solo quelli che sono già oggetto di regolare commercio all’estero, ma inoltre e specialmente quelli che potrebbero e
dovrebbero esserlo.
Di continuo intelligenti italiani che viaggiano a l l’estero per istruzione o per affari, notano con dolo rosa meraviglia, come i grandi centri di consumo, ai quali l’ industria italiana potrebbe dare un buon contingente di approvvigionamento, sieno inondati di prodotti similari di altri paesi, che spesso costano quanto e più dei nostri e valgono meno o non più. Ai nostri manca l’essere conosciuti, ma per farli conoscere bisogna scegliere i mercati più adatti, tenervi dei depositi, allettare i consumatori colla costanza inalterabile della buona qualità, saper ma neggiare anche un po’ la réclame, che come mezzo di riuscita deve essere accessorio, ma non è illecito e può essere efficace. — Oggi — non si ripeterà mai abbastanza — non è più il compratore che va in cerca del venditore, ma è questo che va in cerca di quello.
Che in genere allo svolgimento della produzione sia inseparabilmente connesso quello dello smercio dei prodotti, è cosa che non è sfuggita all’acume e alle cognizioni pratiche dei fondatori del museo di Milano, dettando, come essi hanno fatto, la seguente savia e opportunissima disposizione del regolamento interno (art. 6).
« Nei cartellini intestati coi nomi delle mercanzie saranno da registrare tutte le più ampie informazioni che in qualunque tempo e per qualunque via sarà possibile di raccogliere intorno alle condizioni del commercio dell’oggetto a cui il cartellino si riferisce. Queste notizie dovranno riguardare specialmente la origine della merce, la quantità ordinaria di sua produzione, i paesi di consumo, i prezzi ricavabili, i dazi e le tasse a cui è soggetta la introduzione sua nei diversi Stati, i costi di trasporto per terra e per acqua, i modi d’ imballaggio, le condizioni dei con tratti. »
Ci piace terminare riportando un brano del discorso pronunziato dall’on. Guicciardini, segretario generale del Ministero del commercio, nella cerimonia della distribuzione dei premi agli espositori della città e provincia di Firenze che concorsero all’ Esposizione di Torino del 1884
Le sue parole confermano bellamente ciò che ab biamo detto poc’anzi.
« Quando la Sezione Italiana in quella Mostra Universale (Anversa) è stata aperta al pubblico, è
stato in tutti i visitatori un senso di sorpresa: da tutti si esprimeva il giudizio che nel Belgio si co nosceva l’Italia della politica, ma si ignorava com pletamente l’ Italia della industria ; e qualcheduno ha pronunziato il motto, che ha fatto il giro di tutta la stampa, che la nostra Sezione ha scoperto al Belgio i’ Italia. Questo fatto, che mi pare abbastanza signi ficativo, dimostra che gli italiani, se hanno imparato a produrre, non hanno ancora imparato a tra ffi
care, hanno saputo acquistare le qualità del produt
tore, ma sono ancora sforniti di tutte le qualità del commerciante. È questo un difetto assai grave del nostro organismo industriale, e che urge di togliere via. Il Governo si adopera a questo effetto fondando nelle principali Piazze estere Camere di commercio italiane, inviando campionari delle nostre merci, dif fondendo ovunque il Bollettino di notizie commerciali, dirigendo l’ intervento dei nostri concittadini nelle mostre internazionali, aiutando in modi diversi i privati che eseguiscono esplorazioni commerciali. Ma in questa materia il Governo, malgrado il suo buon volere, può fare soltanto il meno: il più bisogna che sia fatto dalla intelligente iniziativa dei cittadini, i quali devono persuadersi che il bisogno di con quistare nuovi mercati e nuovi consumatori è, per
alcune industrie una condizione indispensabile pel
loro incremento ».
IL COMMERCIO ITALIANO
n e i pi'iiu i o tto m esi del 1 8 8 5
Diamo riassuntivamente le cifre che sono contenute nel Bullettino della Direzione Generale delle Gabelle sul movimento del nostro commercio durante gli ul timi otto mesi.
Le cifre veramente non sono troppo favorevoli al nostro commercio, ma la perturbazione dei prezzi avvenuta nei mercati di quasi tutto il mondo e della quale parleremo tra breve, non permette di ricavare dalle cifre della statistica del commercio deduzioni fondate. Esse potrebbero essere o molto migliori o molto peggiori di quello che non appaiano ed ogni giudizio per ora ci sembrerebbe avventato.
Le cifre sommarie danno intanto
alla importazione. . . L. 1,048,997,99-4 alla esportazione. . . » 789,338,459
Totale L. 1,838,336,453 Negli otto mesi corrispondenti del 1884 si aveva avuto :
importazione. . . L. 890,931,404 esportazione. . . » 738,685,283
Totale L. 1,629,616,687
Le differenze quindi tra i due periodi darebbero un aumento nelle cifre seguenti :
616 L ’ E C 0 N O MI S T A 27 settem bre 1885 Però bisogna tener conto il movimento dei metalli
preziosi il quale fu il seguente negli otto mesi del 1885: importazione. . . . L. 59,577,600
esportazione. . . . » 218,855,025 Totale . . . L. 278,232,625
Senza i metalli preziosi adunque questo periodo del nostro commercio ci offre:
importazione . . . L. 989,620,394' esportazione . . . » 629,861,034
da cui una eccedenza della importazione sulla espor- taziono di L. 359,759,380.
Riservandoci di esaminare con maggior ampiezza queste cifre quando sarà pubblicato il ballettino del terzo trimestre, diamo intanto il prospetto solito delle categorie:
Le entrate doganali offrono le seguenti cifre :
T ito li
d i risco ssio n e 1885 1884 D ifferen z a D a z i d ’im p o r ta z io n e 128. 212, 702 105,258,470 4 - 22,954. 232 D a z i d i E s p o rta '-io n e 3,917,917 3 ,8 1 2 ,1 9 9 + 105, 718 S o p r a ta s s e d i f a b b r i c a z io n e ... 8 ,4 4 3 ,3 8 0 1 .428,518 4 - 7,014,862 D ir it ti di b o llo . . , 895,290 840,365 4 - 54,925 D ir it ti m a r i t t i m i . . 2,199,157 2,684,761 4 - 114,396 P r o v e n ti d iv e r s i . . 989.336 900,000 4 - 89, 336 T o ta le . . . 1 45,257,782 114,924,313 4 - 30,333, 469
UN RECENTE GIUDIZIO
I N T O R N O A L ' . E S C U O L E E C O N O M I C H E I. II. I I I . IV . V. V I. V I I . V i l i . IX . X. X I. X I I . X I I I . X IV . X V . X V I. IM P O R T A Z IO N E C A T E G O R IE seco n d o la ta riffa d o g a n a le V alo re j delle m erci im p o rta te n e l p rim i j o tto m esi | d el 1885 ; D iffe re n z a col 1884 S p ir it i, b ev a n d e e d o l i i ... G e n e ri co lo n ., d ro g h e e ta b acch i. P r o d o tti ch iin . g e n e ri m e d ic in a li, r e s in e e p ro fu m e rie ... » . . . C o lo ri e g e n e ri p e r ti n t a e p erc o n c i a ... C a n a p a , lin o , j u t a ed a l t r i v eg e ta li filam e n to si, e s ci, il cotone. C o to n e ... L a n a , c rin o e p e li... S e ta . . . » ... ... L e g n o e p a g lia ... C a r ta e l i b r i ... P e l l i ... M in e ra li, m e ta lli o lo ro la v o r i . . P ie t r e , to r r e , v a s e l l a m i , v e t r i e c r i s t a l l i ... C e r e a li, f a r ., p a s te c p ro d o tti ve-
g e t.,n o n co m p resi in a ltr e c a te g . A n im a li, p ro d o tti e sp o g lie di a n i m a li n o n co m p resi in a l tr e cat.. O g g etti d iv e r s i... i To t a l e... 65,270,695 4 - 31,879,488 69,716,279 4 - 13,811,592 24,206,601 — 6,215,732 17,947,001 — 59,948 23,274,944 — 1,555,179 141,444,661 4 - 16,409,702 68,813,850-f- 2,541,280 56,779,860:— 6,192,037 36,703,119 -1- 309,530 10,769,317 -t- 1,963,496 45,741,230 4 - 5,535,545 167,090,362'4- 41,290,330 75,581,448 4 - 6,131,378 145,925,507 4 - 48,582,182 65,722,955 4 - 1,539,555 34,010,165 4 - 2,095,408 1,048,997,994 4-158,066,590
La esportazione invece ha dato il seguente mo vimento nell’anno 1883 : E S P O R T A Z IO N E . c a t e g o r i e secondo la ta riffa d o g a n a le V alo re d elle m erci e s p o r ta te n e l p rim i o tto m esi d e l 1885 D iffe re n z a col 1884 I. S p ir iti b ev a n d e ed o l i i ... 62,554,800 — 66,980,616 I I . G e n e ri colon, d ro g h e o ta b acch i. 4,303,372 4 - 635,367 i n . P r o d o tti c h im ., g e n e ri m e d icin ali,
re s in o e p r o f u m e r i e ... 24,960,837
_
5,747,449 IV . C o lo ri e g e n e ri p e r ti n t a e p e rc o n c ia ... 8,486,921 4- 355,204
v. C a n a p a , lino, j u t a od a l t r i v e g e
ta li filam e n to si, e s c i, il cotone. 24,621,655 3,062,505 V I. C o to n e ... 20,719,094 4- 235,563 V I I . L a n a , c rin o e p e li... ... 4,122,310— 1,916,360 V i l i . S e ta ... .. 182,695,790— 13,833,090 IX . L e g n o e p a g l ia .. ... 46,430,783 4 - 4,369,603 X. C a r ta o l i b r i ... 5,343,030 — 52,903 X I. P o l l i ... 15,159,100— 525,240 X I I . M in o ra li, m e ta lli o loro la v o r i.. 178,969,573 ^4-152,469,319 X I I I . P ie t r e , t e r r e , v a s e lla m i, v e tr i e
c r i s t a l l i ... 44,333,311 231,146
xiv. C e r e a li, f a r ., p a s te e p ro d o tti v e
g e ta li, n o n co m p r. in a l t r e c a t. 67,460,018 5,597,353 XV. A n im a li, p ro d o tti e sp o g lie d i a n i
m a li, n o n co m p r. in a l t r e ca te g . O g g etti d i v e r s i ...
90,440,886 9,975,628 X V I. 8,736,979 -P 510,410 To t a l e. . « . 789,338,459 4 - 50,653,176
L’Associazione brittanica ha tenuta la sua 53® riu nione, annuale ad Aberdeen, sotto la presidenza di sir Lyon Playfair. Nella sezione che si occupa della scienza economica e della statistica il prof. Sidgwick, presidente della sezione, nel suo discorso d’apertura
[address) trattò l’argomento dello scopo e del metodo
della scienza economica e delle sue relazioni colla scienza sociale ; tema da lui preferito per essersi dedicato, come egli ebbe a dire, più che a racco gliere e classificare fatti, a studiare, criticare e svi luppare teorie. Il prof. Sidgwick è tra coloro che son sospesi e nella sua testa il si e il no combat tono un’aspra tenzono, senza che l’uno possa preva lere sull’altro. Egli dichiara che non è ortodosso, respinge cioè la dottrina del laissez-faire, ha ten denze spiccate per quel protezionismo che gli in glesi denominano fa ir trade, ma viceversa gli ete rodossi non possono trar argomento dal suo ripudio della vecchia ortodossia economica, per ascriverlo tra i seguaci delle scuole avversarie. Al contrario anzi ; sebbene nella sostanza nulla dica di nuovo il prof. Sidgwick ha vigorosamente oppugnato il ger maniSmo economico, il quale, secondo l’oratore, non avrebbe fatto altro che aggiungere al vecchio pud
ding economico un po’ di salsa etica e un
po’ più di guarnizione di illustrazioni storiche. Ci perdonino "gli egregi avversari l’ ardita meta fora, ma essa è testualmente del professore Sid gwick, il cui eccletismo lo fa poi cadere in palmari contraddizioni. Del resto, notisi bene, egli non vuol essere confuso con gli ortodossi ed è un protezionista tanto convinto che nei suoi P rincipj d i economia po
litica ha sostenuto che un dazio protettore può nello
stesso tempo proteggere il produttore indigeno e sollevare il paese dalla spesa di proteggerlo, assurdo questo che, sia dotto en passant, incoraggiò grande mente i protezionisti americani e lu poi confutato luminosamente dal prof. G. W. Surnnor ')•
27 settem bre 1885 L’ E C O N O M I S T A 017 bia potuto scoprire quale altra esposizione scientifica
della teoria generale della distribuzione e dello scam bio essi abbiano proposto di sostituire a quella da essi violentemente censurata, il prof. Sidgwick pro seguì : Io non potei scorgere che la loro conce zione più elevata dell’ uomo, quale essere morale, simpatico, che abitualmente si eleva al disopra delle sordide e meschine considerazioni, dalle quali secondo gli economisti inglesi sarebbe dominato, abbia avuto alcun effetto reale sulla loro teoria della determina zione delie quantità economiche. Quando Knies, ad esempio, discusse la natura e le funzioni del capi tale, della moneta, del credito o quando contestò con maggiore sottilità che successo, la teoria ricardiana della rendita, si vide che i capitalisti e i proprietari, i mutuanti e i mutuatari, le cui azioni economiche erano contemplate, mostravano le caratteristiche fa miliari all’ uomo quale lo concepiva la vecchia dot trina economica. Parimenti quando nella enciclope dia della economia pubblicata recentemente da quella scuola (il Manuale dello Schònberg), si esaminano le definizioni delle nozioni fondamentali o le ragioni dei prezzi o la teoria della distribuzione si incon trano alcune interessanti ¡variazioni rispetto alle vec chie dottrine, ma si trovano pure presupposti i vecchi molivi economici e applicato senza esitanze il vec chio metodo. E invero per poco che si conoscano le opere degli scrittori tedeschi bisogna pur convenire che questo giudizio, già pronunciato più volte da tutti gli scrittori imparziali, è conforme alla realtà della cosa. L’istoriamo economico si è dimostrato talvolta nudrito di estesi e profondi studi, ma non ha saputo in gran parte che raccogliere delle curiosità storiche, attraenti e dilettevoli finché vuoisi, ma affatto superflue; l’in nesto del principio etico sul vecchio tronco della teoria ortodossa ha dato le dottrine del socialismo della cattedra, prodotti ibridi, che non sono teoriche scientifiche, ma aspirazioni più o meno plausibili, più o meno serie ed utili ; del che non è a maravi gliarsi perchè l’ insano assume in economia, come in politica, delle forme strane. Nè con ciò si vuole da alcuno, e meno ancora dal prof. Sidgwick con testare il merito delle scuole tedesche; — egli anzi riconosce pienamente che l’elaborato e cauto studio dei fatti economici dalla scuola stessa incoraggiato ed eseguito, fu un aiuto indispensabile allo sviluppo della teoria economica generale. E valga il vero. In tutti i ragionamenti economici che aspirano alla precisione matematica vi è necessariamente un ele mento ipotetico ; i fatti ai quali si riferiscono i vari ragionamenti non sono considerati nella loro reale complessità ma in una forma artificialmente sem plificata ; so perciò il ragionamento non è accom pagnato e frenato da un ponderato studio dei fatti, la richiesta semplificazione può facilmente indurre in errore od essere inappropriata talmente da estendere l’elemento ipotetico del ragionamento fino a togliergli qualsiasi valore pratico. Di più questo era aggravato secondo il Sidgwick dai grandi, sebbene in generale graduali cambiamenti nei fatti economici, che accom pagnavano o costituivano l’evoluzione industriale. E lo studio della storia dal punto di vista della eco nomia era adunque importante, richiamando l’atten zione sulle cause di errori ; ma se la scuola storica ha saputo insistere sul progresso della teoria eco nomica, conseguito collo studio dell’ organizzazione industriale della società nei diversi stadi del suo sviluppo, non riconobbe però al giusto segno l’altra
! specie di progresso che consisteva nel concepire più chiaramente ed accuratamente i fatti fondamentali che j rimanevano senza cambiamenti. Infatti se le contro- j versie sulla natura e sul metodo della scienza faces
sero credere che vi sia una persistente e generale lotta ! per la quale nulla possa definitivamente stabilirsi, ba sterebbe pensare alla confusione, fatta da parecchi scrittori e oggi scomparsa, per comprendere l’inesat tezza di una simile opinione.
Per accennare a qualcuno fra i molti esempi che si potrebbero addurre, tutti possono ora vedere la fallacia dell’alfermazione di Smith che il lavoro non variando mai nel suo proprio valore è una misura universale dei valori di cambio di tutte le merci in tutti i tempi'e in tutti i luoghi; il Ricardiano più convinto si rifiuterebbe di seguire il suo maestro nell’ammettere che una tassa sul grano causerebbe ai lavoratori gli stessi danni di qualsiasi altro modo di tassazione; il più fedele discepolo di J. S. Mili non cadrebbe nella confusione tra interesse e profitto, confusione che sminuisce il valore di alcune partì delle sue discus sioni ; — e va dicendo. Sicché questo vagliare le opi nioni dei più insigni scrittori è stato fecondo di buoni risultati, ma non ha scosso l’edificio scientifico innalzato da quei pensatori, dacché i loro errori, certo deplorevoli, non toccavano alla base della scienza e non ne alteravano la natura.
618 L ’ E C O N O M I S T A 27 settem bre 1885 che si vuol giustamente sostituire alla rivoluzione,
ma i cui pericoli non sono minori dei rivolgimenti repentini. Egli infatti ammette per regola gene rale il non intervento dello Stato, ma vuole che l’ attenzione degli economisti sia indiritta allo stu dio dei casi, delle eccezioni nelle quali esso possa e debbasi logicamente richiedersi. La grande biso gna attuale della scienza economica egli afferma essere una esposizione sistematica e accuratamente ragionata dei casi che devono sempre essere consi derati come eccezioni alla regola generale del non intervento, fino a che la costituzione della umana na tura e della società siano alterate. Queste eccezioni sono proprio la gran faccenda dei socialisti della cattedra più o meno dichiarali e in ciò il prof. Sidgwick perde affatto quella originalità alla quale pretende. Ma lo strano è che lo stesso prof. Sidgwick, prote zionista convinto, è scettico in fatto di intervento governativo. Egli crede sia erronea l’affermazione, basata sulle solite ragioni economiche, che la tempo ranea protezione debba essere sempre a detrimento del paese protettore, anche se essa venisse accordata da un governo perfettamente saggio, forte ed abile a resistere a tutte lo influenzo degli interessi settari. Secondo lui l’argomento decisivo sarebbe invece che nessun governo attuale è competente per questo difficile e delicato compito — che la protezione come è attualmente applicata pel gioco delle forze olitiche, ò sicura di favorire alcune industrie de oli le quali non avevano probabilità di vita senza sostegni artificiali, ma anche di imbarazzare quelle industrie le quali potevano prosperare indipenden temente dal caro prezzo artificiale dei loro materiali e strumenti. Egli non ci dice veramente quale sia il Governo competente a proteggere, nè poteva dircelo che non ve ne ha alcuno; ed è deplorevole che un ingegno preclaro, il quale ha pur visto gli errori e gli assurdi contemporanei, e nega agli Stati la loro competenza in questioni economiche, non si sia ac corto che colle sue parole infliggeva all’autoritarismo la più solenne condanna.
Che cosa vanno ripetendo a sazietà, i tanto vitu perati e derisi liberisti? Niente altro che lo Stato è incapace di dirigere gli interessi economici e che il suo intervento si risoive in un danno e in una in giustizia.
La contraddizione del Sidgwick se può scemare la autorità degli altri suoi giudizi, ci conferma però nella nostra opinione.
R. Dalla Volta
RIVISTA ECONOMICA
L a q uestion e d e ll’a rg e n to a g li S t a t i U n iti — I l com
m e rcio d i e s p o rta z io n e e le e s p o s iz io n i g a lle g g ia n ti
— Le d e lib e ra z io n i d e l C ongresso d e lle Trades
Unions — I l m ovim ento d e lla p o p o la z io n e fra n c e s e — L a c o n fe re n z a t e le g r a f ic a d i B e rlin o .
Gli Stati Uniti d’America pare debbano sempre suscitare le più grandi preoccupazioni ai paesi del vecchio mondo. Ancora non si sono dileguati i ti mori che quelle libere e fiorenti contrade hanno generati volta a volta riguardo al commercio e
all’agricoltura, che una nuova causa di timori e di apprensioni fa sorgere la probabile condotta del Congresso americano nella questione monetaria o meglio dell’argento. È noto come la abrogazione o almeno la sospensione dell’atto di Bland.sia oggi rite nuta inevitabile, onde non avvenga che l'oro scompaia dalla circolazione in forza della ben nota legge di Gresham. Ma una soluzione qualunque di questa questione non è tanto facile a prendersi dacché gli interessi dei proprietari delle miniere argentifere sono solidamente costituiti e possono esercitare una forte influenza sulle decisioni del Congresso ameri cano. Intanto le difficoltà che naturalmente incontra 1’ accordo tra le potenze formanti 1’ Unione mone taria latina e la situazione monetaria degli Stati Uniti, contribuiscono potentemente a deprezzare l’ar gento il quale ora è quotato a 47 denari all’ oncia, e il dollaro d’argento a Nuova York è sceso al di sotto di 80 cents (meno di 4 lire). Ad evitare una possibile crise si fanno da più parti delle proposte. Notevole ci pare il compromesso formulato dal W arner di Ohio. Egli propone di' dare al tesoro americano la facoltà di emettere, contro argento, dei certificati anche per un dollaro mentre ora l’importo più basso è di IO dollari. Questi certificati dovrebbero sostituire i greenbacks da 1 e 2 dollari, la cui emis sione il tesoro ha sospeso da poco tempo. Egli propone anche che i certificati siano emessi secondo il valore di mercato dell’argento, e siano pagabili a volontà del Governo o in argento depositato al suo valore effettivo o in moneta legale. Il bill del Warner consisterebbe adunque in una garanzia prestata dal Governo affinchè l ’argento conservi il suo valore per tutto il mese nel quale il deposito è fatto. Ma evi dentemente questo compromesso non farebbe che turbare il Tesoro e infliggergli una perdita sensibile, poiché dovrebbe accettare 1’ argento, in pagamento dei crediti che il tesoro ha, al prezzo fissato al I o di ciascun mese, prezzo che nel corso del mese potrebbe aver variato rilevantemente. Di più notisi che i cer tificati, mentre non sarebbero moneta legale tra’ pri vati, lo sarebbero per tutti i debiti e crediti che lo Stato ha, meno però per quei casi nei quali è richiesto specificatamente il pagamento in moneta, come per gli interessi del debito pubblico; sicché il Tesoro riceve rebbe argento assai più di quello che potrebbe spender ne. Certo il bill del Warner eviterebbe un ribasso ulte riore nel prezzo dell’argento, ma complicherebbe enor memente la situazione finanziaria degli Stati Uniti. Di più non vi è nessuna ragione perchè il Governo abbia ad accordare delle facilitazioni per riabilitare e. assicurare le condizioni del mercato del metallo argento, e non quelle dello zinco, del ferro, del nikel, del rame ecc. È questa una prova novella dell’errore che i Governi commettono allorché invece di atte nersi scrupolosamente alla funzione che naturalmente spetta a loro, si costituiscono a protettori di interessi parziali, sempre esigenti e spesso dannosi alla eco nomia del paese. Ma il male è che il compromesso del Warner anche se accettato, non farà che procrasti nare l’accettazione della soluzione più logica, aggra vando forse la situazione monetaria e preparando momenti crili ci non solo pel commercio degli Stati Uniti, ma anche per quello di tutti gli stati del vecchio mondo.
27 settembre 1885 L ’ E C O N O M I S T A 619 nizzazione di esposizioni galleggianti, da parte di al
cune società di esportazione tedesche. Si trotterebbe di navi dirette nel bacino del Mediterraneo, con a bordo dei negozianti o loro rappresentanti, collegati insieme per tale intrapresa, e dei campionari e merci giudicate di probabile vendita nei paesi pei quali sono dirette. Mediante copiosi campioni e gli approv vigionamenti fatti in tempo utile con invii diretti pei punti di scalo, essi potrebbero effettuare la consegna immediata degli oggetti venduti. Fra i porti europei che sarebbero visitati da queste esposizioni galleg gianti si citano Barcellona, Napoli, il Pireo, Salo nicco, ecc., ma specialmente verso le contrade non europee sarebbero diretti gli sforzi della spedi zione, quindi nei porti del Marocco, dell’Africa del Nord, del Levante avranno luogo lunghe fermate. Queste esposizioni galleggianti costituiscono un modo veramente ingegnoso e originale di sviluppare il com mercio di esportazione, ma non è punto nuovo, avendo avuto già applicazione in Austria, con alcune differenze però. Infatti nel 1885 la società del Museo nazionale di Vienna organizzava una spedizione scien tifica alle Indie, nell’Asia orientale e in Asia-Minore per studiare le condizioni e la situazione del com mercio di esportazione. Il rapporto della spedizione fu così sodisfacente, dal punto di vista dell’azione commerciale, che l’ Austria poteva avere in quei paesi, che il 28 febbraio 1884 i rappresentanti delle principali case di Vienna e dei grandi centri industriali dell’Austria si riunirono per' fondare una compagnia di esportazione orientale, la Compagnia austro-asiatica. Oggi questa compagnia conta più di cento membri che appartengono alle Camere di com mercio, ha formato un ingente capitale e creato un corpo considerevole di agenti commerciali che sfrut tano lutti i paesi dell’Oriente. La compagnia austro asiatica non è una società di produzione diretta ; non è altro che un sindacato commerciale. L’ Oriente è diviso in. tante parti, aventi ciascuna un ufficio dove un agente generale, che ha sotto i suoi ordini dei commessi viaggiatori, organizza delle esposizioni am bulanti dei prodotti dei membri della società, riceve le commissioni e le spedisce a Vienna a ciascun in teressato. Sopra ogni commissione viene percepito un diritto proporzionale per la cassa sociale, il fabbri cante spedisce in seguito direttamente i prodotti com messi, ma gode delle riduzioni considerevoli che le compagnie di trasporto accordano alla società. Il Go verno mette al servizio della compagnia austro-asia tica tutta la influenza sociale e commerciale de’suoi agenti diplomatici e consolari, presso i quali ogni rappresentante della compagnia è per così dire offì- cialmente accreditato. E in cambio di un tale appoggio, questi rappresentanti mandano al Museo orientale di Vienna le informazioni e i documenti che possono rie- scire utili al commercio generale dell’Austria. La Germania verrebbe quindi a modificare nel modo che vedemmo un’ idea che ha già ricevuto applicazione in Austria da oltre un anno. E questi sforzi del l'Austria e della Germania per aprirsi nuovi sbocchi nelle regioni orientali, sono degni della massima at tenzione da parte del commercio italiano, se non vuol vedersi chiusa la via a quello sviluppo cui po trebbe aspirare so! che non gli facessero difetto gir slanci fecondi della iniziativa e la pertinacia dei pro positi.
II 18.° congresso delle Trades Unions tenuto a Southport ha testé chiuso le sue sedute adottando numerosi ordini del giorno coi quali si chiedono allo Stato molte cose, non sempre ragionevoli, come ad es. la pretesa che lo Stato si assuma le spese per la elezione dei deputati operai. Il Consiglio domanda la istruzione gratuita, un bill che limiti la durata del lavoro a 8 ore, e questo limite sia fatto osservare rigorosamente da appositi ispettori, ed approvò la condotta del de putato Broadhursl che rifiutossi di prender parte alla commissione di inchiesta per la depressione del commercio. Avuto riguardo alla legge sugli infortuni, la quale permette ai padroni di pattuire cogli operai la propria esenzione da ogni responsabilità, e non si applica agli infortuni derivanti, da difetti di mac chine speciali distinte dal macchinario generale, fu votato nn ordine del giorno per chiedere la riforma della suddetta legge. Il Congresso approvò la nomina di una commissione mista, composta di rappresentanti delle Unioni e di cooperatori, per promuovere l’in cremento della coopcrazione fra operai e mantenere le buone relazioni tra le corporazioni che essi rap- iresontano. Espresse il volo che sia approvata una egge per la tutela della vita dei marinai e ciò r i guarda il bill già presentato in proposito dal Cham- berlain che non ebbe l’approvazione della Camera, ma provocò una inchiesta tuttora pendente. Final mente riguardo alla questione agraria fu votato questo ordine del giorno « il Congresso vede con appren sione il continuo diminuire della popolazione agricola della Gran Brettagna e considerando che una tale diminuzione ò effetto delle leggi che governano la devoluzione e coltivazione del suolo, opina che sia imperativamente necessaria la riforma del vigente sistema di proprietà. »
È notevole che un’ aggiunta a quest’ ordine del giorno, intesa a spiegare che la riforma dev’essere « basata sul principio della nazionalizzazione della terra » è stata respinta. La maggioranza ha opinato che « la nazionalizzazione della terra » non mute rebbe la condizione dell’agricoltore, che da colono di un proprietario privato diventerebbe colono dello Stato, osservazione giusta e decisione che attesta non aver fatto breccia nell’animo degli operai più istruiti le teorie del George e compagni. In complesso que sti e gli altri voti espressi ci paiono abbastanza tem perati; solo è necessario che gli unionisti imparino meglio a confidare in sé stessi più che nell’ inter vento legislativo.
620 L ’ E C O N O M I S T A 27 settem bre 1885 si giunse a 858,754 nell’anno scorso, sicché l’ecce
denza delle nascite rispetto ai decessi che ne! 74 fu di 172,944, nell’84 fu soltanto 78,971. In 39 dipar timenti si ebhe una eccedenza dei decessi sulle na scite, così ad es. nei ricchi dipartimenti della Nor mandia, il Calvados ebbe una mortalità che superò le nascita per 4,013, la Manica per 1,123, I’ Eure per 1,474 ecc., mentre nei dipartimenti della Bret tagna, poveri in confronto di quelli della Normandia, vi fu eccedenza di nascite: - 3,259 nel Finistère, 3,120 nella Coirà inferiore, 4,494 nel Morbihan e di questi dipartimenti I’ ultimo è il più povero. Il rapporto tra le nascite e la popolazione è del 29 per 1000 abitanti, quello tra i decessi e la popolazione è del 27 per 1000, l’aumento è adunque del 2 per 1000; incremento ben lieve se lo si confronta con quello degli altri paesi, colla Gran Brettagna ad esempio dove é del 10 per 1000 in media. Queste cifre sono molto istruttive e mentre richiamano l’attenzione degli eco nomisti e degli statisti, servono a spiegarci lo stato morale e materiale della società francese.
Dopo cinque settimane di continuo lavoro la Con ferenza internazionale telegrafica tenuta a Berlino si è finalmente sciolta. A quali scopi tendeva questa conferenza non abbiamo mancalo di accennare in altra R ivista; si trattava sostanzialmente di regolare meglio di quello che è attualmente il servizio tele grafico intei nazionale. Quando si pensi che la tra smissione di un dispaccio può interessare nello stesso tempo parecchi Stati e compagnie di cavi sottomarini, si comprenderà facilmente la natura diversa degli interessi che sono in gioco. Così mentre le compa gnie pensano ai dividendi e sono perciò inclinale a tener alte le tasse, g'i stati invece pensano, o do vrebbero pensare, a beneficare il commercio e i rap porti sociali in generale, col buon mercato della cor rispondenza telegrafica. Tuttavia le compagnie private che posseggono i cavi sottomarini hanno assecondato gli sforzi del von Stephan, ministro delle poste in Germania e l’accordo tra le varie amministrazioni e gli Stati fu quindi possibile. Così furono eliminate molte contraddizioni e molte cause di confusione che restavano in tali rapporti non ostante i miglioramenti introdotti nella Conferenza di Berna. Dalle risolu zioni prese a Berlino il prezzo dei telegrammi inter nazionali europei sarà sensibilmente diminuito nel prossimo estate. In parecchi casi la riduzione si cal cola circa del 40 per 0/0, in tutti i casi poi, quella che fu detta la tassa fondamentale, la Grundtax, sarà d’ora in poi abolita. Queste in sostanza le decisioni che possono interessare ; le altre risoluzioni riguar dano questioni puramente amministrative. La riunione futura sarà tenuta a Parigi fra cinque anni. Molto si è fatto, e di questo ne va attribuito il merito agli sforzi indefessi del von Stephan, ma i vantaggi con seguiti nella corrispondenza telegrafica internazionale saranno ben lievi se paralellamente, nei singoli Stati non si provvederà a ridurre le tasse come ha fatto ora l’Inghilterra con la introduzione dei telegrammi da 6 pence. In Italia, ad esempio, una riforma po stale e telegrafica entro certi limiti sarebbe vera mente utile e potrebbe avvantaggiare il commercio senza recar danno alla finanza.
¿IONE DEGLI ISTITUTI DI EMISSIONE
a l r e i I n “ H o 1 8 8 5
L’attivo delle sei Banche di emissione operanti
in Italia alla fine del luglio si decomponeva nelle seguenti partite : 31 L u g lio 30 G iu g n o Cassa e riserva L. Portafoglio » Anticipazioni » Impieghi diretti» Titoli » Crediti » Sofferenze » Depositi » P artite varie » 476,682,373 513,320,077 129,679,437 187,606,336 18,152,770 155,775,889 15,523,695 574,915,425 109,035,006 482,963,853 556,130,067 134,513,000 196,216,706 20,252,827 125,625,416 15,415,351 490,188,040 130,348,308 Totale L. 2,180,691,034 2,151,653,571
Spese del cor. eser. 6,930,758 4,972,487
Totale generale L. 2,187,621,792 2,156,626,059
Dall’ insieme di queste cifre resulta che l’ attivo delle sei Banche di emissione ammontava alla fino di luglio alla somma di L. 2,187,621,792 presen tando sul precedente mese di giugno un aumento di L. 30,995,733.
Aumentarono i crediti, le sofferenze ed i depositi; questi ultimi per la cifra di circa 85 milioni di lire. Diminuirono la cassa e la riserva, il portafoglio, le anticipazioni, gl’ impieghi diretti, i titoli, e le par ti le varie,
L’ammontare del portafoglio si divideva fra le sei banche nel modo che segue :
31 L u g lio 30 G iu g n o
Banca Naz. Italiana L
Banco di Napoli »
Banca Naz. Toscana»
Banca Romana »
Banco di Sicilia »
Banca Tose, di cred. »
.312,434,179 97,655,002 35,405,612 34,606,485 29,648,225 3,570,573 343,841,855 105,818,693 36,211,833 34,353,284 31,986,198 3,918,291 Totale I». 513,320,077 556,130,067
Il portafoglio diminuiva in confronto del giugno di L. 42,809,990 e alla diminuzione parteciparono tutte le banche eccettuata la banca Romana.
Il passivo delle sei banche di emissione era rap presentato alla fine dei due mesi dalle seguenti partite:
31 L u g lio 30 G iu g n o
Capitsle e massa di rispetto L.
Circolazione » Debiti a vista » Debiti a scadenza » Depositi » P artite varie » 372,507,994 899,464,536 131,511,765 149,028,937 574,915,425 47,351,071 371,787,994 920,835,593 156,603,303 118,751,150 490,188,040 88,862,825 Totale L.
Rend. del cor. eserc. 2,174,779,731 12,842,081 2,147,028,907 9/597,151
Totale generale L. 2,187,621,792 2,156,626,059
Nel luglio in confronto del mese precedente il pas sivo delle sei banche di emissione aumentava di L. 30,995,733.
27 settem bre 1885
Diminuirono la circolazione, i debiti a vista, e le partile varie.
La circolazione complessiva delle sei banche di emissione ascendeva al 51 luglio alla somma di L. 1,127,0 i l ,051 contro L. 1,155,874,074 alla fine di giugno, e reparti vasi per L. 227,576,515 in biglietti già consorziali, e per L. 899,464,556 in biglietti propri I degli istituti di emissione. La circolazione dei biglietti consorziali è ridotta come si è visto a L. 227,576,515 con una diminuzione quindi di L. 712,423,185 in confronto di quella ili L. 940,000,000; la qual dimi nuzione deriva da essere stali cambiati in moneta me tallica biglietti per L. 455,813,195 e in biglietti di Stato da L. 5 e 10 per L. 278,610,290.
L’ammontare dei biglietti propri delle Banche di emissione dividevasi fra esse come segue :
31 L u g lio 80 G iu g n o |
Banca Naz. italiana L. 540,132,148 555,312,803.00 Banco di Napoli. . . . » 193,664,900 189,215,444.50 Banca Naz. Tosean .. » 63,608,275 66,678,725. 00
Banca Romana... » 45,839,923 48,565,036.00
Banco di Sicilia... » 42,847,820 46,081,115.00
Banca Tosc.di Credito» 13,351,470 14,982,470.00
Totale. . . L . 899,464,536 920,835,593.50 La eircoiazione propria degli istituti di emissione diminuiva di L. 21,571,057 e a questa diminuzione contribuirono tutti meno il Banco di Napoli.
I biglietti propri dividevansi alla fine di luglio come segue :
621
PRODOTTI FERROVIARI
n e l ¿¿-in« in o 1 8 8 5
Dal prospetto dei prodotti lordi del mese di giu gno p. p. in confronto con quelli del corrispondente mese del 1884, pubblicato recentemente dalla Dire zione Generale delle strade ferrate presso il Ministero dei Lavori pubblici togliamo i seguenti dati :
G iu g n o G iu g n o D ifferen z a 1885 1884 n e i g iu g n o 1885 A lta I t a l i a ...L . 8 ,8 7 3 ,7 1 5 8,831,814 + 41.901 R o m a n e... 3 ,1 0 9 ,1 8 4 3 ,1 4 8 ,0 6 0 + 20,518 O a ia b ro - S io n le ... 1 ,081,827 904,988 ■+■ 176.839 V e n e te ... 104,155 95 499 + 8,650 F e r r o v ie d i v a r i e S o cie tà e s e rc ita te d a llo S t a t o . . . 1.4 8 3 ,0 0 8 1,4 8 1 ,8 8 2 -t- 1,126 F e r r o v ie M e r id io n a li... 2 ,013,857 2 ,0 9 8 ,8 2 4 -f- 515,083 » S a r d e ... 157,151 170,100 — 13,009 » D i v e r s e ... 511,766 409,231 + 102, .'35 T o ta le g e n e ra le !.. 17,994,663 17,141,064 + 853,599
Da questo specchio apparisce che nel giugno p. p. il prodotto lordo delle ferrovie italiane aumentò in confronto del giugno dell’anno scorso, della somma di L. 855,599, A quest’aumento parteciparono tutte lo linee, eccettuate le Sarde.
Dal 1“ gennaio 1885 a tutto giugno il prodotto lordo ammontò a L. 102,124,255 con un aumento sul cor rispondente periodo del 1884 di L. 1,720,921.
Ecco adesso il prodotto chilometrico del mese di giugno : G iu g n o G iu g n o D iffe re n z a *885 1884 n e l g iu g n o 1885 L ’ E C O N O M I S T A Da L. 25 li. 1,602,227 pwL. 40,055,675 » » 50 » 2,747,589 »> » 137,397,450 . » 1 0 0 .2 ,5 7 1 ,5 5 2 » » 2 5 7,155,200 » * 200 » 210,70!) » » 42,140 200 » » 500 » 452,827 » » 226,412,500 » » 1000 » 195,457 » » 195,457,000 Somma L. 899,464,536 L’oro e l’argento decimali erano rappresentati dalle seguenti cifre:
Im gH o G iu g n o
0ro ... L. 291,251,680 288,355,735
Argento. » 49,623,693 50,654,745
T°t«,e... L. 340,875,278 339,010,480
La riserva d oro e d’argento decimali aumentava . nel luglio di L. 1,864,895.
Gli sconti ascesero a L. 269,070,701.57 e le an ticipazioni a L. 14,529,547.48 e così in tutto si ebbe nel mese di luglio un movimento di L. 284,406,29.05.
Daremo fine a questa rassegna col riportare il prezzo di quelle banche) costituite in Società anonima.
A lta I t a l i a ... L . 2,921 R o m a n e ... 1,834 C a la b r o - S ìc u le ... 723 V e n e t e ... 700 F e r r o v ie d i v a r i e S o cie tà e s e r c ita te d a lo S ta to ___ 1,608 F e r r o v ie M e r id io n a li... 1,473 » S a r d e ... 382 » D i v e r s e ... 746 3,019 — 98 1,862 — 28 642 - f 81 697 - b 63 1,607 4 - 1 1,216 + 257 414 — 32 733 4 - 13 M ed ia c o m p le ssiv a L . 1 ,765 1,753 -f. 12
I! prodotto^medio chilometrico complessivo aumentò nel giugno di L. 12 per chilometro.
Dal 1° gennaio 1885 a tutto giugno la media chi lometrica del prodotto lordo fu di' L. 10,120 con tro 10,388 nel periodo corrispondente del 1884 e quindi si ebbe quest’ anno un minor prodotto chilo metrico di L. 268.
Il prodotto generale del giugno 1885 che abbiamo veduto essere stato di L. 17,994,663 si costituiva come segue :
Viaggiatori . . . . B a g a g li... Merci a grande velocità Id. a piccola . . . Prodotti diversi . . L. 6,972,186 » 270,991 >* 1,766,100 » 8,433,502 » 551,875 L u g lio G iu g n o
Banca Naz. Italiana L. 2,176 2,235
» Naz. Toscana » 1,130 1,115
» Romana » 1,080 1,095
» Toscana di cred. » 520 520
Totale . . . L. 17,994,633
Alla fine di giugno la lunghezza assoluta delle linee era di cbil. 10,590 e quella media di esercizio di clid. 10,091 superiore la prima a quella dell’ anno scorso pari epoca di cbil. 507 e la seconda supe riore di 426.
622 L ’ E C O N O M I S T A 27 settem bre 1885
IL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
La Direzione del Monte dei Paschi ci ha inviato il prospetto statistico della situazione dell’istituto al 51 luglio p. p.
Come si sa l’amministrazione del Monte dei Paschi è divisa in cinque distinte sezioni che si chiamano « Sezione Centrale, Sezione Credito fondiario, Sezione Monte di pietà, Sezione Cassa di risparmio e Sezione Credilo Agricolo. »
Prima di esporre le cifre complessive della ge stione, esamineremo i resultati particolari a ciascuna dello accennate sezioni.
Sezione Centrale. — Questa sezione comprende i
depositi, i prestiti e la ricevitoria provinciale ed esat toria di Siena.
I depositi versati dal 1° gennaio 1885 a tutto luglio ascesero a N. 1492 per un valore di L. 5,676,027.05 e i restituiti furono990 per l’importo di L .4,792,081.50. Le restituzioni quindi superarono i versamenti per la somma di L. 1,116,054.25.
I prestiti stipulati furono in numero di 55 per l’importare di L. 5,598,996.81 e le restituzioni 784 per un valore di L. 1,275,842.19. Lo restituzioni furono pertanto inferiori ai prestiti stipulati per la cifra di L. 2,125,154.62.
La ricevitoria provinciale e l’esattoria incassarono L. 2,025,160.70 e pagarono L. 1,986,458.40 e quindi una differenza in meno nei pagamenti di L. 58.752. 50.
Credito fondiario. — Le cartelle emesse a tutto
il 51 luglio p. p. ammontano a N. 50,210 per l’im porto di L. 25,105,000 e quelle da estinguersi a N. 12,555 per un valore di L. 6,167,500. AÌ 51 lu glio rimanevano così in circolazione N. 57,875 car telle fondiarie per la somma di L. 18,957,500. Il corso massimo di queste cartelle fu nel luglio di L. 507. 50 e il minimo di L. 505.50.
II fondo di garanzia di questa sezione ascende a Lire 1,000,000 e la guarentigia ipotecaria a L. 49,085,217.25.
Monte di pietà. — I pegni esistenti al 51 lu
glio 1885 erano 24,145 per un importo di L. 296,000. I pegni fatti ammontarono a 20,495 per L. 497,739; i pegni restituiti a 19,458 per L. 205,402 e i pegni venduti a 1,465 per l ’importare di L. 10,855.
Cassa di risparmio. — 1 libretti in circolazione
a tutto luglio p. p. erano 12,974 per la cifra di L. 5,208,256.56; i depositi 8,017 per un valore di L.713,163.52 e i rimborsi 3,769 per L.571,475.20. Nel mese di luglio i libretti accesi furono 937 e i spenti 729.
Sezione Credito agricolo. — Il credito agricolo
come abbiamo veduto altre volte ha la sua sede in Siena e succursali a Chianciano, Sinalunga, Gros seto, Massa Marittima, Orbetello eGasteldelpiano.
I recapiti scontati dalla fondazione della sezione lino al 31 luglio p. p. furono 9217 per un importo di L. 8,816,142.52 e alla stessa data esistevano in portafoglio 3,720 recapiti rappresentanti un valore di L. 5,361 ,(’>85.53.
Le sofferenze del mese di luglio dettero un im porto di L. 255. 85 comprese L. 39.85 di spese
Gli ordinativi a vista emessi al 31 luglio danno il seguente movimento.
D alla Sede sulle succursali N. 141 per L. 189,292. 93 Dalle succursali sulla sede » 418 » » 387,087.72
Dalle succursali fra loro » 109 » » 128,636.16
T otale.. N. 668 L. 705,016.80
Le rendite e le spese dal 1° gennaio a tutto lu glio 1885 sono le seguenti :
R e n d ile Spese
Monte dei P aschi.. L. 1,393^801.07 1,219,738.88
Credito fo n d iario .. » 621,121.58 362,900.49 Credito agricolo . . . » 127,207.76 108,326.94 Cassa di risparmio. » 144,341.95 128,808.27 Monte P i o ... » 19,988.52 25,526.81 Ricevitoria ed esat t o r i a ... » 16,784.27 7,142 10 T o ta le .. L. 2,324,245.15 2,052,173.49
CRONACA BELLE CAMERE Bl COMMERCIO
Camera di Commercio di Bologna.
— Dopo avere avuto partecipazione di varie comunicazioni la Camera bolognese nella tornata del 21 agosto occu- pavasi del parere da darsi sulla importazione tem poranea dei filati di cotone e di lino. Fino dal de- cembre 1884 la Camera aveva già dato il suo parere su tale argomento, asserendo che nessun danno po teva venire alle industrie locali. Il Consiglio del com mercio avendo votata la sospensione , la Direzione Generale delle Gabelle richiese nuovamente il parere e la Camera dietro proposta della Commissione Eco nomica deliberava di confermare quello già Uato. Ri guardo alla’proposta di legge sul collegio dei periti do ganali la Camera deliberò' di rivolgere istanza al Mini stero affinchè questa proposta di legge venga modificata nel senso che anche alle parti sia concesso ,come ai rap presentati della dogana, di intervenire alla discussione delle controversie', e che il Ministero sia obbligato ad uniformarsi al voto del collegio dei periti. Deli berava poi di appoggiare un’ istanza di alcuni com mercianti e commissionari in canape che doman davano :4° La riduzione del peso obbligatorio di 5 0 quin tali per vagone a quintali 40 per spedizione.
2° La riduzione della cubatura da Kg. 200 a Kg. 480 per Me.
5° Il diritto di appoggiare una rimanenza al grosso della spedizione anche con lettera separata colla clausola : « Resto spedizione di balle, ecc. » alla medesima direzione, e pagare anche per questo nella misura della partila grossa.
4° Che venga confermata la disposizione del traffico della passata amministrazione che ordinava alle stazioni di ritenere per canapa da Kg. 480 per Me. quando ne fossero caricate 4 tonn. in un vagone e da Kg. 420 quando ne venissero calcolate 3 tonn. abbadonando ogni altro calcolo di cubatura.
ita-27 settembre 1885 L ’ E C O N O M I S T A 623 liane. Stante l’ importanza dell’argomento, considerato
anche il numero limitato dei consiglieri intervenuti la Camera decise di ristudiare la quistione, riman dando alla prossima seduta le proprie deliberazioni. In seguito a lettera ricevuta dal Ministero sui voti espressi dalla Camera nella precedente seduta, riguardo all’esercizio ferroviario in Milano della sta zione di Porta Ticinese e relativamente alle agenzie di città, venne deciso di instare nuovamente presso il Ministero per la soddisfazione più pronta possi bile dei voti da essa precedentemente espressi.
Il Presidente riferì poi di avere avuto comunica zione dalla Direzione della Mediterrauea, che essa d’accordo colla Società Adriatica ha prese disposi zioni favorevoli in merito al trasporto dei bagagli dei commessi viaggiatori, disposizioni che ora atten dono l’approvazione governativa.
Dipoi la Camera autorizzava la Presidenza a fare le pratiche necessarie per realizzare e reimpiegaro in un titolo di rendita due Certificati provvisori no minativi di L. 4,80.
In seguito alla domanda di sussidio a favore della Scuola Professionale Tipografica, la Camera, senza impegnarsi per gli anni avvenire, rimandò ogni de liberazione in proposito all’epoca dei bilanci.
Riferiva inoltre il Presidente sulla domanda del Co mitato Generale delle Cucine Popolari in Torino affin chè la Camera rinunci all’eventuale dividendo, che le potrà spettare sulle azioni sottoscritte per l’Espo sizione di Torino nel 1884, e la Camera decise di soprassedere sino a che non si sappia se e quale sarà tale dividendo.
Si stabilì per ultimo di trasmettere all’Associa zione Serica, come più competente in argomento, l’ istanza della Rivista periodica La Seta diretta ad ottenere l’appoggio della Camera per promuovere un Congresso serico a Como, nonché la domanda del sig. Luigi Brioschi. chiedente l’appoggio della Ca mera per l’ istituzione in Milano di un Osservatorio Bacologico e conservazione del seme.
N O T IZ IE F IN A N Z IA R IE
Situazioni delle banche di emissione italiane
Banca Nazionale Italiana
10 se tte m b re
¡
Cassa e riserva L. 164,737,000Portafoglio___» 323,539,000Anticipazioni..» 66,572,000 O ro...» 187,599,000 Argento . . . » 20,713,000 I Capitale... » 200,000,000 Paccivn' Massa di rispet. » 35,742,000 ' “" '0 Circolazione... » 520,972,000 ! Altri deb. a vista» 37,160,000
d iffe re n z a + 4,027,000 4- 1,686,000 • — 752,000 + 77,000 — 6,000 — 7,866,000 — 30,391,000
Banca Nazionale Toscana
[Cassa e riserva. L. .,,, [Portafoglio... » AttlVO (Anticipazioni... » ¡Oro... » [Argento... » [Capitale... » PaSSÌV0>M a s s a ^ r i s p s t t0 * ¿Circolazione.. . . » v Altri debiti a vista »
10 s e tte m b re 33.054.000 36.533.000 6,043, 000 15.014.000 3.588.000 30,000,000 3.342.000 61.425.000 542,000 d iffe re n z a — 1,180,000 4- 1,724,000 — 53,000 + 24,000 — 95,000 + 810,000 + 448,171
Situazioui delie Banche di emissione estere.
Banca di Francia 24 s e tte m b r e d iffe re n z a Incasso met. F r.2 ,280,058,000 + 6,007,000 Portafoglio.... 587,642,000 - 17,188,000 Anticipazioni.. 434,720,000 — 2,110,000 [Circolazione... 2,726,261,000 — 5,041,000 Passivoic*nii «orr dello Stai«.. 205,280,000 + 7,792,000 ( » » dei privati 372,033,000 — 1,292,000
Banca d’Inghilterra
24 s e ttem . d iffe re n z a
iu:vn ( Incasso metallico St. 22,380,000 — 489,000 lu™ ( Portafoglio... 22,645,000 + 170,000 (Circolazione... 24,333,000 —- 156,000 'OjConti cori-, dello Stato 4,386,000 + 375,000
( » » dei privati 28,526,000 — 531,000
Banca Austro-Ungherese
15 s e tte m b re d iffe re n z a
{ Incasso met. Fior.198,431,000 + 94,000
) Portafoglio... 97,885,000 — 1,110,000 (A nticipazioni... 24,989,000 — 167,000 Circolazione.... 332,072,000 — 3,662,000 Conti correnti.. 85,473,000 -j- 38,000 Banca di Spagna 19 s e tte m b re d iffe re n za
( Incasso metallico Peseta* 175,663,000 — 3,847,000 i Portafoglio... 743,121,000 + 1,131,000 Circolazione... 433,643,000 — 1,288,000 “( Conti correnti e depos. 281,578,000 — 6,352,000
Banca Nazionale dei Paesi Bassi
19 s e tte m b re d iffe re n z a (Incasso me tali. Fr.143,040,000 -f- 400,000 [Portafoglio... 36,485,000 + 745,000 (Anticipazioni---- 42,010,000 — 1,050,000 ..(Circolazione... 184,166,000 — 1,384,000 '“(Conti correnti... 20,375,000 + 1,585,000
Banca nazionale del Belgio
17 s è tte m b re d iffe re n z a
11«»« (Incasso metall.Fr. 90,859,000 + 869,000 *lu,B (Portafoglio... 286,264,000 — 1,666,000
Circolazione... 332,719,000 — 351,000
u( Conti co rren ti... 69,525,000 — 095,000
Banca Imperiale Germanica
15 s e tte m b r e d iffe r.
( Incasso metal. Marchi 583,426,000 — 2,565,000 Portafoglio... 339,053,000 — 1,616,000 ( Anticipazioni... 42,737,000 -J- 1,759,000
Circolazione. 698,884,000 — 4,302,000
Conti correnti . . . . 247,949,000 — 332,000 Banche associate di Nuova York.
19 s e tte m b re d iffe re n z a
(Incasso me tali. Doli. HO, 300,000 — 1,700,000 AttiVO ] Poi-taf. e anticipaz. 328,300,000 - f 1,600,000 (Legai tenderà... 34,000,000 — 1,200,000
Pawvn j Circ°lazi° n e ... 9,700,000 — —