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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.415, 16 aprile

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SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R IV A T I

A nno IX - Y o l X III

D o m en ica 16 A p rile 1862

N . 415

LA BONIFICAZIONE DELLE PALUDI

Tutto il cosmo è in moto eil il globo che abi­ tiamo varia per ciò di forma a ciascun istante, ben­ ché non ce ne avvediamo. Non vi è diffatti che l’azione violenta delle forze sismiche che ci renda palese, colle eruzioni vulcaniche e coi terremoti, l’in­ stabilità di forma della superlicie della terra. Meno avvertite, anzi da un giorno all’altro per nulla con­ statate, sono le variazioni dovute ai fenomeni m e­ teorici, e principalmente all’azione delle acque, benché abbiano, a lungo andare, un’ importanza molto s u ­ periore a quella delle forze sismiche. L’azione delle acque abbassa i monti, ricolma le valli, riempie par­ zialmente i mari, allunga le loro spiaggie, crea i cordoni littorali che, aumentando di volum e, gene rano le lagune ; le quali si convertono poi in stagni, paludi, terre paludose, perchè il fondo si alza e le acque cadutevi direttamente, o giuntevi coi corsi d’acqua, o scaturite per sifoneggiamento, non pos­ sono escirne che per evaporazione. Da questa dimora delle acque stagnanti, che danno vita a piante ed insetti che vi muoiono e vi imputridiscono, nascono i mia­ smi che infettano, nonché il luogo in cui si mani­ festano, ben anche le contrade attigue, ove essi sono arrecati dalle correnti aeree. Questi effetti soìio no­

civi in ragione diretta della temperatura ; cosicché se l’Olanda, a cagion d’esempio, non è insalubre, benché tutta paludosa, non è così delle basse regioni dell’Italia, pel maggior calore del suo clim a; anzi, qui in Italia, osservasi un divario sensibile fra l’in­ salubrità dei terreni paludosi addatici, soggetti ai freddi venti del nord-est, e quella delle spiaggie dell’Jonio e del Tirreno, che risentono il soffio dei venti africani.

La geologia, la storia, l’ osservazione abbastanza protratta dei fenomeni idraulici, si accordano nel se­ gnalare la costante invasione delle terre che scendono dall’alto, travolte dai ghiacci e dalle acque, sino in fondo al mare. Quell’ Adriatico che a levante ne circonda, è destinato a perire, così come peri il mare pliocenico che batteva i fianchi delle Alpi e dell’Appennino, a misura che sorgevano dal fondo del mare. Laddove ora trovansi le ubertose vallate del Po, dell’Adige, del Brenta, del Piave, del T a- gliamento, dell’ Isonzo, con tante fiorenti città e borgate, era, in remoti tempi, un vasto golfo, ben più ampio dell’attuale piccolo Adriatico. Il sol- levamento del fondo, per spinta sotteranea, e le al luvioni dei contermini terreni, l’hanno annientato. La dimora dell’uomo ha regolarizzate queste allu­ vioni, a forza di tempo e di lavoro. Ma, mentre ciò

operavasi, la natura istancabile rinnovava il compito all’industria umana, protendendo oguor più le spiaggie italiane. Quindi ecco nuove paludi da colmatare e prosciugare, ecco spostamenti delle città marittime, di cui ci fa fede la storia; la quale ci dice che Adria fu in riva al mare, mentre ne dista ora quasi 50 chi­ lometri; che Ravenna, fino al VI secolo era acces­ sibile alle navi da guerra, benché sia ora di 6 chi­ lometri lontana dalla spiaggia; che Brindisi e Venezia che adesso faticosamente'si mantengono città marit­ time, erano altre volte di facilissimo approdo.

L’ Italia è destinata a divenire un aggregato della penisola Balcanica ; se ciò accadesse fra centinaia di secoli tutt’ad un tratto, noi non dovremmo preoc­ cuparcene. 11 male sta in ciò che questo fenomeno, e i simili di discesa delle terre alte alle basse e sommerse, si svolgono lentamente sì ma molto ef­ ficacemente fin d’ ora; costringendoci a riparare le rotte dei fiumi, che peggiorano sempre di condizione; ad attivare lo scolo delle acque, con sempre crescenti difficoltà; ed a risanare delle paludi che, nel più dei casi, non compensano la fatica e la spesa che hanno richiesta per essere bonificate.

Peggio ancora che a levante dell'Appennino ac­ cade dal lato dell’Jonio e del Tirreno ; perchè lo stessissimo fenomeno vi genera paludi assai più m ici­ diali. Le provineie meridionali sono cinte in gran­ dissima estensione da pantani insalubri, ¿dietro ai quali stanno terre paludose, quasi deserte ed im­ produttive; mentre poi celebri sono, per la mal’ aria, le paludi Pontine e Toscane. Anche qui il proten- dimento delle spiaggie segregò dal mare Ostia e Pisa, cangiò in stagno la viva spiaggia d’OrbetelIo e d’altri molti luoghi, che erano soggiorni deliziosi e che sono ora inabitabili, o pochissimo abitati.

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nistro Manna propose un progetto sulle bonifiche, che venne però alquanto modificato da una com ­ missione del Senato che lo approvò, così com’era stato corretto. La Camera dei deputati però non si diede a discuterlo, ond’è ch'esso cadde. In omaggio ai disposto dalla legge del 1865 suaccennata, anche il ministro Broglio sottopose, nell’anno 1868, un progetto di risanamento delle paludi, a cui toccò la stessa sorte di quello del Manna. Frattanto, essendosi distolto, nello stesso 1868, il dicastero delle bonifiche dal Ministero dell’Agricoltura, per aggregarlo a quello dei Lavori Pubblici, il ministro di questi, De-Vin- cenzi, immaginò nel 1873 un quarto progetto di bonificazioni, escludente l’azione dello Stato, che sot­ topose al parere delle Deputazioni provinciali. Le risposte furono però poco favorevoli, nel loro com ­ plesso, all’attuazione di tal disegno. In fatto avvenne che il progetto di legge non approdasse.

Migliore infine fu la sorte del quinto progetto. L’attuale Ministro dei Lavori Pubblici, Baccarini, che aveva, in qualità d’ingegnere, promosso il risa­ namento della maremma toscana, possedeva mag­ gior attitudine de’suoi predecessori a far riuscire una legge riferentesi a dei lavori idraulici dei quali aveva piena contezza. Egli ha fatto capitale degli studi antecedenti ed ha compilato un progetto che meritava approvazione e che l’ ha difatti ottenuta, dalla Camera, tranne poche modificazioni, negli ul­ timi giorni dello scorso mese. E su di esso che noi ragguagliamo i nostri lettori, ai quali non può re­ stare indifferente di conoscere quanto sta per es - sere attuato per promovere gl’interessi materiali e la condizione igienica degli abitanti del Regno.

Prima d’ogni altra cosa è d’uopo di rendersi conto dell’estensione delle terre paludose dell’Italia. Questa superficie non è da confondere coll’altra dei terreni in­ fettati dal miasma palustre, ohe è molto maggiore. Di - fatti il flagello della mal’aria si propaga, sull’ali dei venti, talvolta a rilevante distanza, senza molta dimi­ nuzione d’intensità. Quest’ullima area dei terreni in­ fetti può valutarsi di 2 milioni e mezzo e forse 3 milioni d’ettari ; ossia quasi un decimo della super­ ficie totale del Regno. Il fomite però del miasma palustre è assai meno esteso ; ma quantunque sia più facile di stimarne l’estensione di quella dell’area che ne rimane influenzata, pure anche l’estensione delle paludi è soggetta a valutazioni molto inesatte ed anzi contradditorie. Riferiamo ciò non ostante delle cifre che ne diano un’idea approssimativa.

Nel 1863 il ministro d’Agricoltura e Commercio Torelli diede incarico al marchese Raffaello Pareto d’ispezionare le 59 provincie che allora formavano il regno d’Italia, per avere, fra l’altre, notizie pre­ cise sulle terre paludose e sul modo di risanarle. Una lunga relazione fu stesa dal valente idraulico che aveva assunto tale impegno, ed il resultato ad­ dimostrò che: sopra una superficie di quasi 26 m i­ lioni d’ettari, che allora formavano lo Stato, cioè a dire 4 milioni d’ettari meno d’ora, esistevano; 2 1 0 ,4 1 7 ettari di stagnamenti prosciugatoli; 358,317 di pa­ ludi vergini; 79,197 di paludi in bonificazione; 116 ,0 0 0 di lande paludose; ossia, in totale, 763,961 ettari di terreno da bonificare. A questa cifra è da aggiungere quella dei consimili terreni della Vene­ zia e del territorio che era rimasto, in quell’epoca, in potere del Papa; è invece da sottrarne quella

Queste due valutazioni sono però irreperibili. Solo può dirsi che la prima estensione deve credersi maggiore della seconda, perchè, sia il territorio ve­ neto, che il romano, contengono grandi estensioni di terreni paludosi. Ammettendo tuttavia che le duo cifre si compensino, ne verrebbe che esisterebbero tuttora 8 0 0 mila ettari circa di terreni da bonifi­ care, cioè fra un terzo ed un quarto dell’estensione totale del terreno infetto. Questa proporzione è del

resto abbastanza ammissibile. *

Frattanto, nella relazione ministeriale annessa al progetto della legge sulle bonifiche, noi troviamo un elenco, da cui rilevasi che le paludi da bonifi­ care hanno, in complesso, la superficie di 231,345 ettari. Ma è da notare che questa cifra è stata rac­ colta da! Governo sui dati forniti dai prefetti e da­ gli ingegneri del genio civile, i quali non hanno tenuto conto che dei terreni la di cui bonificazione è ritenuta indispensabile. Ben maggiore è l’ esten­ sione di quelli suscettibili di miglioramento idrau­ lico. Nella relazione suindicata quest’ ultima area è valutata di 440 mila ettari. A questi sono da aggiun­ gere quelli delle paludi in corso di bonificazione. Quale ne è l’estensione? Stando alla, relazione sa­ rebbero in azione i prosciugamenti di 2 20 mila ettari di terreni paludosi. Stando invece al primo dei discorsi pronunziati dal Ministro dei lavori pub­ blici su questo argomento, vi sarebbero 400 mila ettari circa di bonificazioni in corso di attività. Secondo la relazione adunque vi sono, in tutto, 660 mila ettari di paludi ; stando in cambio alla seconda valutazione, quest’ area è di circa 800 mila ettari. Noi preferiamo quest’ ultima stima, pel m o­ tivo che, all’ atto pratico e guardando le cose più da vicino, si scorgerà che b^n molti terreni sog­ getti alla stagnazione delle acque, che non erano stati fino ad ora contemplati, abbisognano di m i­ glioramento idraulico, onde segue che dovranno essere inclusi nella legge attuale.

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Più grave poi riesce la difficoltà di sapere altre due cose. La durata di tempo che occorrerà per compiere le bonifiche; e la spesa che si incontrerà per recarle ad effetto ; per renderle cioè atte ad essere coltivate. La prima questione dipende, non solo dalle difficoltà fisiche, ma ancora dagli stanzia­ menti che i poteri dello Stato applicheranno annual­ mente alle varie paludi cadenti nella prima cate­ goria ed in quella dei consorzi! obbligatorii ; dipende inoltre dalla solerzia delle amministrazioni degli altri consorzii cioè, dei non obbligatorii. La seconda que­ stione non può essere risoluta se prima non si co­ nosce esattamente l’area da bonificare e se non si hanno dei progetti d’ esecuzione per ogni bonifica­ zione. Un qualche indizio sul dispendio'totale sì ha da ciò, che i 231 mila circa ettari, contemplati nel­ l’elenco annesso alla Relazione, sono valutati esi­ gere 150 milioni a un dipresso. Siccom e la mag­ gior parte di queste bonifiche rientra, come accen­ nammo, in quelle di l a categoria, sulle quali lo Stato deve contribuire con metà della spesa, se ne deduòe che esso si impegnerebbe per una settan­ tina di milioni, ripartibili però in un numero d’anni assai considerevole, sopratutto se si adotta, nelle paludi prive di scolo, il metodo lunghissimo e ra­ ramente profittevole della colmate per via acquea.

A questa cifra sarebbero da aggiungere i contri­ buti dello Stato pei consorzii obbligatorii, e soprat­ tutto quanto è ora già impegnato per le bonifiche in corso. Bisogna però notare che questi sacrifizii del pubblico erario gli saranno, d’ora in poi, in gran parte restituiti dai possessori delle terre bo­ nificate. Cosicché essi versamenti sono piuttosto dei prestiti senza interesse che delle perdite. Ma di ciò e delle condizioni principali di questa legge tratte­ remo in un prossimo articolo.

LA LEGGE SELLE CAMERE DI COMMERCIO

La legge organica 6 luglio 1862 N. 6 80 sulle Ca­ mere di Commercio, fatta nei primordi del nostro risorgimento e quando la sollecita unificazione le­ gislativa essere dovea necessaria conseguenza della unificazione politica, presenta non poche lacune, e parecchie sue disposizioni sono di oscura e dubbia interpretazione.

Gli articoli 20 e 21 della predetta legge contem­ plando i casi di ineligibilità, morte, rinunzia, per­ dita di eligibilità o decadenza di ufficio di com po­ nenti camerali, prescrivono che gli uscenti saranno surrogati da coloro che succedono per maggior nu­ mero di voti.

Trascrivo gli articoli :

Art. 20. — Ove l’elezione cadesse contemporar- neamente sopra congiunti, affini, soci od ammini­ stratori nei termini medesimi dell’art. 10, ovvero il numero degli stranieri eccedesse il terzo della tota­ lità dei componenti la Camera, saranno preferiti co­ loro che ebbero maggior numero di voti, e a parità di voti l’anziano di età.

Se l’elezione non è contemporanea, il ¡ uovo eletto rimarrà escluso.

Si riterrà parimente per escluso chi per sei mesi non prende parte alle adunanze della Camera.

A rt. 21. — Qualora nello squittinio risultasse

eletto alcuuo che non avesse le qualità voluto dalla legge, sarà nominato quello che gli succede per maggior numero di voti.

In caso di parità di voti avrà la preferenza l’an­ ziano di età.

In egual modo si procederà per le vacanze che si verificheranno successivamente per morte, rin u n ­ zia o perdita dell’eligibilità.

Chi surrogherà uno uscito di carica innanzi il tempo di sua uscita regolare rimarrà in ufficio il solo tempo che avrebbe durato il predecessore.

U m quistione assai delicata si è levata in questi ultimi anni in seno a parecchie Camere di Com­ mercio.

Il legislatore ha inteso surrogare i membri uscenti con coloro che ebbero maggior numero di voti nelle ultime elezioni, ossivero a surrogare un componente uscente deve chiamarsi il candidato appartenente alla medesima elezione dell’uscente ?

La giurisprudenza invalsa di buona parte delle Camere e della Camera di Commercio di Catania fino a ieri, si era di surrogare indistintamente i membri uscenti con quelli, che riportarono maggiori voti nelle ultime elezioni, sia che gli uscenti fossero appartenenti all’ultima o ad anteriore elezione, q u an - d anco cioè alcuni membri uscenti appartenessero alle precedenti elezioni biennali.

Le ragioni che si metteano innanzi a giustificare una tale giurisprudenza si erano, di non potersi più tener conto della precedente elezione, perchè morta e distrutta dalla nuova posteriore elezione, in quanto che gli elettori possono aver cangiato di volontà non dando' il voto a coloro cui lo aveano dato nella pre­

cedente elezione. r

Ma siffatta giurisprudenza ha ricevuto in questi ultimi anni non poche scosse.

Già le Camere di Commercio di Torino, di Na­ poli, di Messina, di Siracusa e di Catania hanno cambiato giurisprudenza, ed a questo anco accenna la Camera di Milano.

La Camera di Commercio di Catania, in vista di un parere del Consiglio di Stato, del 26 gennaio 1881, con cui dà avviso che la legge nei casi con­ templati dall’art. 21, si riferisce alle elezioni attuali e non già alle future, nella tornata del 7 marzo 1881 stimò d’ora in poi uniformarsi al parere del Consiglio di Stato.

Nè si gridi allo scandalo di avere abbandonato | una giurisprudenza costantemente ricevuta da essa ; avvegnaché quando una interpretazione non sembri’ conforme allo spirito della legge, niente di meglio che abbandonarla.

Del resto noi vediamo come i collegi giudiziari, le Corti d’Appello e le Corti di Cassazione, che pur dovrebbero mirare alla uniformità della giurispru­ denza come custodi del diritto e della legge, pur tuttavia abbandonarono una giurisprudenza per lungo tempo invalsa.

Il concetto di far surrogare il componente uscente con colui che ebbe maggior numero di voti nella medesima elezione dell’uscente, sembra più razionale e più consono allo spirito della legge.

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data elezione ; le elezioni posteriori non possono menomare questo diritto condizionale.

Un contrario sistema parrebbe offendere il diritto degli elettori, i quali nella precedente elezione de­ signarono coloro da surrogare.

11 surrogante pertanto deve uscire dalla stessa ele­ zione del surrogato.

Il contrario sistema di surrogazione con coloro che ottennero maggiori voti nelle ultime elezioni porta il seguente sconcio: che a surrogare un mem­ bro camerale, i cui poteri stanno per cessare, verrà chiamato colui che dopo gli eletti delle ultime ele­ zioni ha ottenuto il maggior numero di voti fra gli altri non eletti, ed invece per surrogare un compo­ nente uscente, le cui funzioni sono appena iniziate, sarà chiamato chi ebbe forse il minore numero di voti fra gli eletti.

Oltreché, occorrendo di dover provvedere a non poche surrogazioni per incompatibilità, rinunzia, morte, ineligibilità, decadenza di ufficio, o volendo provvedere con le ultime elezioni, sarebbe spesso difficile trovare il numero di persone necessario a riempire i posti vacanti.

Queste ragioni sono suffragate da due autorevoli pareri del Ministero di Agricoltura, Industria e Com­ mercio, il quale ebbe a manifestare ad un quesito mosso dalla Camera di Commercio di Torino, che debbono surrogarsi ai membri cessanti, coloro i quali (ove non esiste per essi alcuna incompatibilità) ab­ biano ottenuto maggior numero di voti nella elezione stessa in cui detti membri furono nominati ; e che qualora l’elenco di coloro che raccolsero voti nella elezione stessa dei membri cessanti sia esaurito, non ci ha altro partito a prendere nel silenzio della legge all’infuori di quello di lasciar sussistere le vacanze fino alla nuova elezione parziale; e in un’altra nota alla Camera di Commercio di Napoli ebbe solenne­ mente a pronunziarsi, reputare conforme allo spirito e alla lettera della legge il sistema seguito dalla Ca­ mera di Commercio di Torino non che da altre, consistente nel chiamare alla surrogazione quelli che dopo gli eletti ebbero maggior numero di voti iu quelle elezioni in cui fu eletto il membro uscente ; e che quelli che in una elezione ebbero, dopo gli eletti maggior numero di voli hanno acquistato un diritto a surrogare gli eletti, diritto che dura per tutto il tempo in cui questi restano in carica.

Si aggiunga il parere del Consiglio di Stato in data 2 6 gennaio 1881, il quale opina che la legge, nei casi regolati dall’art. 21 si riferisce in modo evidente alle elezioni attuali e non già alle future.

Quanto ho avuto l’onore di rassegnare deve rife­ rirsi al diritto positivo vigente ; ma volendo assor­ gere a principi più razionali e filosofici, volendo parlare de ju re condendo, è egli logico e costitu­ zionale che si vengano a far rivivere i morti delle passate elezioni, siano le ultime che le precedenti, per popolarne i seggi delle Camere di Commercio?

Spesso la necessità apporta di chiamare a farne parte individui che non ottennero che un numero sparutissimo di voti, due o poco più, e quindi asso­ lutamente privi di base elettorale per dirsi veri rap­ presentanti delle classi commerciali industriali di una provincia.

Infatti, come ben osservò l’on. Plebano nella sua relazione presentata al Consiglio Superiore dell’Indù- stria e del Commercio, per la modificazione degli art. 10 e 21 della legge 6 luglio 1862, avviene

spesso per tale disposizione che diventi membro della Camera di Commercio chi è lungi dal rappresentare la volontà degli elettori, chi è lungi dall’essere l’espres- sioue dei loro voti; in altri termini potrà essere chia­ mato a sedere nella Camera chi non è dagli elettori voluto.

Io credo assai preferibile il sistema per le elezioni comunali e provinciali vigente nel nostro diritto pub­ blico amministrativo, mercè cui, ai sensi dell’art. 205 della legge comunale e provinciale, non vi è luogo a surrogazione straordinaria di consiglieri nel corso dell’.anno, eccetto il caso in cui il Consiglio si trovi ridotto a meno dei due terzi dei suoi membri.

Perchè non applicare siffatto sistema alle vacanze che eventualmente possono aver luogo nelle Camere di Commercio per morte, perdita di eligibilità, ri­ nunzia o decadenza di ufficio ?

Questo sistema potrebbe maggiormente applicarsi rendendo invece di biennali annuali l.e elezioni par­ ziali commerciali ; il che evita lo inconveniente di una lunga vacanza nel seno delle Camere, rafforza maggiormente il prestigio e l’autorità della rappre­ sentanza commerciale, obbligata a ritemprarsi perio­ dicamente alla fonte della volontà popolare.

Mi affretto soggiungere, che qualora la rappre­ sentanza commerciale fosse ridotta a un terzo, po­ trebbe, anzi sarebbe il caso di passarsi ad una e le ­ zione straordinaria.

Io m’auguro che una prossima riforma della legge organica sulle Camere di Commercio abbia a sancire siffatte utili modificazioni.

Catania, aprile 1882.

Prof. Salvatore De Luoa Carnazza.

IL COMMERCIO IT A L I! NEL PRIMO BIMESTRE W

Il -movimento commerciale del primo bimestre dell’anno testé incominciato non si mostra nel com­ plesso cosi favorevole quale si avrebbe potuto aspet­ tare. Sono più di 187,3 milioni di importazione e 178,1 di esportazione; un totale di 3 6 5 ,4 milioni di movimento.

Riducendo queste cifre a medie mensili e co n ­ frontandole colle medie mensili ricavate dal primo semestre 1881 si avrebbero : Imrortazione Esportazione 1881 110,8 milioni 1881 99,6 milioni 1882 93,6 > 1882 89,0 complessivamente 1881 210,4 » 1882 182,6

Sarebbe adunque un regresso molto sensibile; cioè nella importazione di 17 milioni, nella esportazione di 10 milioni, nel complesso di 27 milioni. Giova però riflettere che lo spazio di due mesi è troppo breve per trarne-induzioni fondate; tuttavia può es­ sere argomento sufficiente per temperare esagerate speranze sulle nostre condizioni.

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Importazione Esportazione Totale

S p ìriti, bevande ed olii.

G eneri coloniali. Droghe 6,218,508 25,148,035 31,366,543 e tabacchi ...

Prodotti chim ici, generi m edicinali, resine e profum erie...

17,641,752 624,808 18,266,560

7,892. 392 7,906,258 15,798,650 Colori e generi p er tin ta

e per concia...

Canapa, lino, ju ta ed 4,826,295 1,821,270 6,647,565 a ltri vegetali filamen­

tosi, escluso il cotone. 7,253,700 8,570,545 15,824,245 Cotone . ... 28,454,237 5,297, 307 33,751,544 L an a, crino e peli . . 13,414,370 1,319.010 14,733,380 Seta... 6,977,688 43,312,345 50, 290. 033 Legno e paglia . . . . 6, 096,953 10,561,350 16,678.503 C arta e lib r i... 1,209,379 1, S73, 415 3,082, 794 P e lli...

M inerali, m etalli e loro 8,263,284

2,637,327 10,900,611 lavori...

P ie tre , te rre , vasella- 29,606,087

4, 362, 078 33,968,165 mi, v e tri e cristalli.

Cereali, farin e, paste e 12,603,196 14,753,128

37, 356,324

prodotti vegetali, non compresi in a ltre cate­

gorie ... 18,466,153 23,280,164 41,746,317 A nim ali, prodotti e spo­

glie di anim ali, non compresi in a ltre cate-gorie . • ... Oggetti d iv e rsi... 12,611,2145,811,745 24,539,653 2, 118,866 37,170,867 7,930,611 To t a l e. 187,346,953 178,145,759 365, 492,712

Perchè i lettori per ogni singola categoria si fac­ ciano un criterio abbastanza chiaro del significato relativo delle cifre qui esposte, mettiamo loro sot- t’occhio il seguente specchietto nel quale per ogni categoria troveranno indicato : primo, la media mensile del primo semestre 1881 ; secondo, la me­ dia mensile di tutto I’ anno 1881, terzo, la media mensile del bimestre di quest' anno. Le cifre rap­ presentano milioni di lire.

Importazione Esportazione Categorie T r i­ m estre 1881 Anno 1881 Bim e­ stre 1882 Categorie T r i­ m estre 1881 A nno 1881 Bime­ stre 1881 1» 6.3 4.6 3.1 l a 18.3 14.2 12.5 2" 8.7 8.4 8.8 2a 0.3 0.5 0.3 3* 3.8 4.0 3.9 3» 6.4 3.7 3.8 4» 2.0 2. 2.4 4a 0.7 0.8 0.9 5a 2.9 2.9 3.6 5» 3.4 3.5 4.2 6a 17.8 15.7 14.2 6» 3.6 2.5 2.6 7“ 10.0 9.4 6.7 7a 0.2 0.7 0.6 8» 12.6 8.0 3.4 8» 26.1 30.7 21.6 9“ 3.1 4.2 3.0 9a 5.1 5.1 5.2 10* 0.5 0.7 0.6 10tt 0.7 0.7 0.9 11» 4.1 4.2 4.1 11» 1.4 1.5 1.3 12» 14.0 18.8 14.8 12a 2.7 4.2 2.1 13» 6.8 7.8 6.3 13a 6.1 0.0 7.3 14* 7.7 9.1 9.2 14a 10.5 11.4 11.6 15“ 7.7 8.5 6.3 15a 12.6 12.9 14.2 16» 3.1 4.4 2.9 16s 1.0 1.1 1.0

Da questi confronti pare a noi di poter ricavare le seguenti considerazioni.

Rispetto alla importazione. La seconda categoria, coloniali, droghe e tabacchi; la terza prodotti chi­ mici medicinali ecc; la nona legno e paglia; la de­ cima carta e libri; la undicesima pelli; e la dodi­ cesima minerali, metalli e loro lavori, danno in questo bimestre una media molto vicina alla media del 1° semestre 1881 per cui nulla di notevole pare sia venuto a mutare le condizioni di questa parte dello scambio internazionale, meno qualche leggero aumento nelle categorie seconda, terza, decima, e dodicesima, ed una leggera diminuzione nella nona.

Le quattro categorie invece presentano una no­

tevolissima diminuzione a paragone del 1° trime­ stre 1881 e sono : l’entrata degli spiriti bevande ed olii, (cat. l a) che danno una media mensile nel 1882 minore del 50 OjO sul 1° trimestre 1881 ; — del cotone (cat. 6 a) che dà una diminuzione di circa il 27 per cento; — della lana crino e peli (cat. 7 a) che presenta una minor entrata di quasi il 47 per cento; — della seta (cat. 8 a) da 12 mi­ lioni e mezzo a 3 e m ezzo; — degli animali, pro­ dotti e spoglie d’animali (cat. 1 5 a) da 7 ,7 m i­ lioni a 6. 5. Minori assai sono le diminuzioni che vengono presentate dalle categorie 13a pietre va sellami, vetri e cristalli, e 1 6 a oggetti diversi.

Tre sole categorie offrono invece un aumento sensibile e sono la 4 a colori e generi per tinta e per concia, la 5 a canapa lino, iuta ecc, la 1 4 a cereali, farine paste ecc.

È poi notevole che tutte le categorie meno la 2 a, 4 a, 5 a, l l a, e 1 4 a che hanno leggeri aumenti, dànno per contrario nelìa media mensile del bime­ stre 1882 una entrata inferiore, e per alcune molto inferiore, alla media mensile di tutto 1’ anno de­ corso.

Rispetto alla esportazione.

Confrontando prima le medie mensili del bim e­ stre 18 8 2 con quelle de! trimestre 1881 non pre­ sentano variazione notevole la 2 a e la 1 6 a catego­ ria ; coloniali, droghe, tabacchioggetti diversi. Danno invece una diminuzione di uscita abbastanza sensibile la l a categoria, spiriti, bevande ed olii; — la 3 a prodotti chimici, medicinali ecc ; — la 6 a cotone ; — la 8 a seta (da 2 6 .1 milioni a 21. 6). Nella l l a e 12a categoria, pelli, minerali, e me­ talli, la diminuzione è meno importante.

P er compenso troviamo in aumento leggero la esportazione dei colori e generi per tìnta e per concia (4a cat.), della lana, crino e peli (cat. 7 a), del legno e paglia (cat. 9 a), della carta e libri (cat. 1 0 a). — L’ aumento della uscita è invece mollo più accentuato per la cat. 5 a — canapa, lino ju ta ecc ; — per la cat. 1 3 a pietre, terre va­ sellami, vetri e cristalli, e la cat. 15a animali e loro spoglie e prodotti.

In confronto alla media mensile annua del 1881, cinque categorie sono in aumento riguardo alla esportazione, 4 a, 5 a, 1 0 a, 1 3 a e 15a e cinque in diminuzione la l a, 2 a, 8 a, l l a, 1 2 a.

Molte cose potremmo dire esaminando le diverse voci di importazione e di esportazione, ma saremmo tratti troppo lontani. Ci basti riportare le cifre in­ torno alla esportazione del bestiame — nelle quali tanto si è discusso in questi ultimi tempi. Anche qui indicheremo le medie mensili del 1° trime­ stre 1881 e del bimestre 1882, per il numero dei capi ; 1881 1882 differenza nel 1882 Bovi e to r i. . . . 1,658 3,318 + 1,660 V ac ch e.. 455 929 -j- 474 Giov.chi e torelli. 105 278 4 - 173 V i t e l l i .. 1,574 1,695 - f 121

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i bcm, i tori, le vacche i giovenchi ed i torelli. Ma 1 giornali ed i Comizi che fecero tanto chiasso al­

cuni mesi or sono si guarderanno bene dal riportare queste cifre.... et pour cause.

16 aprile 1882

COMMERCIO ESTERNO DELLA FRANCIA

fi mese di febbraio ha dato in quest’ anno resul­ tati superiori a quelli del mese di gennaio, e tanto ! importazione che l’esportazione oltrepassarono di assai le cifre raggiunte nel secondo mese del 1881. Il seguente quadro comparativo ne dimostra la dif­ ferenza tanto per l’importazione che per l’esportazione:

Importazioni 1882 1881 Genia. Fi-, 342,639,000 324,707,000 Pebbr. » 431,233,000 354,763,000 Esportazioni 1882 1881 Genn. Fr. 191,255,000 154,158,000 Pebbr. » 268,376,000 215,091,000

Sicché I importazione dei due primi mesi del 1882 oltrepassa di fr. 9 8 ,4 02,000 quella del periodo cor­ rispondente del 1881, e l’importazione dal canto suo presenta un aumento di 9 0 ,3 8 2 ,0 0 0 di franchi.

Esaminando il movimento delle diverse categorie di mercanzie si trova che i resultati generali si de­ compongono come segue :

Diff. nel 1882 + 17,932,060 -h 76,470,000 Diff. nel 1882 + 37,097,000 -{- 53,285,000 Oggetti di alimentaz. Matei-ie prime . . P rodotti fabbricati. A ltre mercanzie . Importazioni 1882 Fr. 255.799.000 357.224.000 123.750.000 41.099.000 1881 256.581.000 311.813.000 78.527.000 32.549.000 Totale Fr. 777,872,000 679,470,000

Resulta da questo quadro che la categoria degli om etti di alimentazione ha subito nei primi due mesi del 1882 una diminuzione di 7 8 2 ,0 0 0 franchi. Tutto 1 aumento invece, rade sulla categoria delle materie necessarie alle industrie, e su quella dei prodotti fabbricati. La prima realizza un maggior valore di 4 5 ,4 1 4 ,0 0 0 di franchi e il fatto è tanto più interes­ sante, in quantochè alla fine del mese di gennaio accusava una diminuzione di 9 milioni di franchi. La seconda presenta un aumento di 4 3 ,2 2 3 ,0 0 0 di franchi a cui la prossima applicazione delle nuove tariffe deve avere contribuito in gran parte:

Prodotti fabbricati . Oggetti di alimentaz. Materie prime . . Mercanzie diverse . . Esportazione 1882 F r. 226,358,000 » 107,614,000 » 101,122,000 » 24,537,000 1881 174,805,000 95,194,060 78.486.000 20.764.000 Totale F r. 459,131,000 369,246,000

Le esportazioni dei prodotti fabbricati hanno per­ tanto superato quelle del 1881 di 51,553,000 fran­ chi, gli oggetti di alimentazione sonofstati esportati per una maggior somma di fr. 12,420,000 e le ma- tene prime per un maggior valore di fr. 22 ,6 3 6 ,0 0 0 .

Nel passare a indicare il movimento di ciascuno dei principali articoli di importazione costateremo dapprima che nessuna diminuzione è avvenuta nella categoria dei prodotti fabbricati. Fra le materie prime

una sola, la seta, ha veduto discendere la sua im - po^ zJ ° “ e d,a ,69 milioni cifra raggiunta nel 1881 a 5 2 1 (2 nel 1882. Gli oggetti di alimentazione che segnano diminuzione furono gli zuccheri 2 4 737 000

« - T / n n o Ì 881 6 2 1 ’5 3 6 ’000 M i 1 8 8 2 ; i caffè 18,o74 000 fr. contro 1 7 ,136,000; le frutta da

ta-1 i w 7Aon9’° 00 fr- C0ntr0 ta-16,880,000; il bestiame

14,396,000 centro 12 ,2 2 3 ,0 0 0 ; le carni 13,000,000 contro 8 ,0 0 0 ,0 0 0 e finalmente i grassi 9 milioni contro 7 ,0 0 0 ,0 0 0 nel 1882. Al contrario tutti oli alin articoli delle varie categorie segnarono aumenti non indifferenti.

Il quadro dell’esportazione non presenta che poche diminuzioni. 1 grani che figuravano per 11,645,000

m - i n A e SllUaZI0Ile llel 1881 decrebbero nel 1882 a IO, /1 0 ,0 0 0 fr. e gli sfarinati alimentari da 6,171,000 franchi caddero a 5,375,000. Discesero inoltre eli ar­

iceli di sm etterla da 11,737,000 fr. a 9 ,2 8 5 ,0 0 0 - le confezioni da 12,312,000 a 8 ,0 7 8 ,0 0 0 e i lavori dì oreficeria, e le bigiotterie da 5 .429,000 a 4,971,000.

Crebbe invece l’esportazione nei tessuti di lana e di seta; nei lavori in pelle, nelle pelli preparate; nei tessuti di cotone; negli utensili di metallo; nei (ili di lana; nei prodotti chimici senza denominazione; nelle mode e fiori; nelle macchine e oggetti m eccanici- nei vini, nel burro; nello zuccheri) raffinato; nel-’ I acquavite, nel bestiame, nelle sete, nelle lane, nelle pe li, nel cotone, e nelle penne per guarnizione.

I Commercio interno Inglese nei primi due mesi dell’anno 1882

La situazione del commercio interno in c e s e nei primi due mesi dell’ anno in corso presenta dei resultati soddisfacenti L’ importazione in confronto dei primi due mesi del 1881 è cresciuta di ste r - hne 1,633,118 vale a dire di L. 4 0 ,8 2 7 ,9 5 0 e esportazione anche più favorevolmente trattala ac­ cusa un accrescimento di sterline 4 ,6 0 2 2 16 che equivalgono a L. 115.0 5 5 ,4 0 0 . Il seguente spec­ chierò stabilisce questo risultato:

1881 1882

Importazione. . . L. st. 63,389.232 65,022 350 Esportazione. . . « 34,154,693 38,756,677

i Ìodo II161’01 lm Portate clie segnano aumento nel 1882 figura un certo numero di oggetti di alimentazione. Infatti si trova :

IM P O R T A Z IO N E 1881 1882 L. st. 3,774,530 5,183,862 » 547,367 864,237 » 260,483 390,447 » 571,826 636,974 » 49,925 166,060 » 161,187 247,032 » 85,340 106,394 » 292,143 337,393 * 134,890 163,883 » 34,217 108,923 » 2,720,588 3,206,190 » 748,840 855,772

Completeremo adesso queste cifre con qualche commento. A proposito dell’ importazione dei grani noteremo che gli scambj degli Stati Uniti che si elevarono per i due primi mesi del 1881 a lire sterline 2 ,2 2 5 ,0 0 8 discesero quest’anno a lire

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line 1,258,594. A ll’ incontro le spedizioni di grani dalle Indie, che non figuravano sul quadro dell’anno scorso che per steri. 532,782, raggiunsero alla fine del primo bimestre la cifra di steri. 1 ,2 27,234. Anche le spedizioni di grani dalla Russia, dalla’Ger- mania e dalla Turchia si sono pure accresciute nel 1882. Invece abbiamo notato diminuzione nei se­ guenti articoli, Granturco steri. 1,012,145 nel 1881, e 784,783 nel 1882 ; farine steri. 1,899,430 nel 1881 e 1,298,055 nel 1882 e dimir ¡uiroiio pure i caffè, le patate, il riso, gli zuccheri raffinati, il thè e ì formaggi.

Nella categoria delle materie prime, i due prin­ cipali articoli cioè i cotoni e le lane sono in dimi­ nuzione come lo dimostra il seguente specchietto :

IM P O R T A Z IO N E D E I COTONI Provenienze 1881 1882 S tati Uniti . . L. st. 7,637,580 6,422,258 Brasile . . . .. » 206,426 287,598 E gitto . . . . » 1,610,803 1,742,161 India inglese. . » 670,803 889,674 Altri paesi . . » 82,758 184,064 ( Steri. 10,208,364 9,525,755 ( Quint. 3,408,100 3,153,510 IM PO R T A ZIO N E D E L IA L A N A Provenienze 1881 1882 E u ro p a . . . . L. st. 87,859 188,056 Possessioni ingl esi

del Sud dell’Africa » 590,64 > 587,079

India inglese. » 146.988 176,663

A ustralia . . . » 5,773,399 3,894,623 A ltri paesi . . » 154,144 59,041 : L, steri. 6,753,032 4,905,462 1I Peso 108,293,761 93,893,959

Le altre materie prime cioè il caoutchouc, il lino, la canapa, le pelli di tutte le qualità, l’indaco e la juta sono in aumento.

L’importazione dei prodotti fabbricati non accusa che un leggiero aumento in favore dei tessuti di seta: sterline 1,096,078 nel 1881 e sterline 1,112,758 nel 1 8 8 2 ; i nastri di seta, e gli altri tessuti di seta sono pure in aumento. Anche l’importazione dei la­ vori in (erro segna un leggiero accrescimento nei due mesi dell’anno in corso.

Abbiamo veduto nell’esame delle cifre generali che il movimento di esportazione ha avuto un maggiore sviluppo dell’anno passato. Passeremo adesso T se­ gnalare i principali articoli che furono favoriti dalla ripresa degli affari. In prima linea troviamo il carbon fossile: tonnellate 2,3 3 1 ,6 5 8 nel 1881 e 2 ,848,635 nel 1882. Queste quantità rappresentano un valore di sterline 1,054,040 per i primi due mesi del 1881 e sterline 1 ,331,366 per il periodo corrispondente del 1 8 8 2 . L'esportazione del ferro e d ell’acciajo si cifra con tonnellate 389,982 per un valore di ster­ line 5 ,196,652 nel 1881 e con tonnellate 617,501 nel 1882 per un valore di sterline 4 ,7 6 8 ,0 3 8 n e1 1882.

Il seguente specchietto riassume il movimento dei fili e tessuti: Pili di cotone « lana . . « lino e canap « ju ta . . « seta . . L. st. 1881 1,945,915 381,382 148,414 32,509 112,184 1882 2,011,023 4- 468,477 -4- 188,541 +. 46,598 - f 161,376 + 10,531,927 3,835,252 1,130,622 348,564 484,708 Tessuti di cotone . « 11,009,561 « lana . . « 3,274,939 « lino e canap. « 1,086,522 i ju ta . . . < 332,923 « seta . . . « 406,512

Crebbero pure all’esportazione le macchine a va­ pore, sterline 398,218 nel 1881, e 485,581 nel 1882 e i pezzi staccati delle macchine sterline 7 7 0 ,0 2 7 nel 1881 e 1 ,1 7 6 ,9 7 4 nel 1882.

Metalli preziosi

L’importazione dell’oro fu di sterline 1,810,190 pei primi due mesi del 1881 e sterline 2,7 1 7 ,9 2 4 nel periodo corrispondente del 1872 e l’esportazione che era stata di sterline 1,451,190 raggiunse nel 1882 la cifra di sterline 3 ,3 5 9 ,9 8 2 .

L’ importazione dell’argento è valutata a lire ster­ line 1,031,042 nel 1881* contro 1 ,212,215 nel 1882 e l’esportazione sterline 1,1 4 8 ,3 7 5 nel 1882 contro 1 ,556,166 nei due primi mesi del 1881.

SUL MONOPOLIO BEI TABACCHI I» GERMANIA

Intorno a questa importante questione, causa di discussioni vivissime nel Parlamento tedesco, e di gravi dissensi nella popolazione; togliamo dalla re­ lazione che accompagna il progetto di legge pre­ sentato dal governo imperiale le seguenti considera­ zioni :

« Che la Germania sia rimasta notevolmente in­ dietro nello sviluppo delle imposte indirette in con­ fronto con 'altri paesi, fu già eesposto nella memo­ ria presentata il 17 marzo 1881 al Reichstag. Venne pure in essa fatto notare che coli’ adozione della legge, per la tariffa doganale e per l’imposta sul ta­ bacco non si era sicuramente ottenuto uno stato soddisfacente delle finanze dell’impero e dei singoli Stati. Dopo di quell’epoca, il sistema tributario del­ l’impero venne alquanto sviluppato soltanto in ma­ teria della legislazione del bollo, se si eccettua la modificazione finanziariamente poco importante delle voci della tariffa doganale per merci di lana (legge del 19 giugno 1881), nonché per l’ uva e prodotti di mulino (legge 21 giugno 1881).

Ma anche la legge'sul bollo, quale fu poi votata riuscì molto inferiore alle proposte dei governi fe­ derali, dimodoché la riscossione delle tasse di bollo dell’impero, il cui prodotto è calcolato a 12 milioni di marchi, non è bensì priva d’ importanza per la riforma finanziària tedesca, ma è ben lungi dal fare sembrare superfluo schiudere altre fonti abbondanti, dell’imposizione diretta. Per proseguire a conchiu ' dere la citata riforma finanziaria, è quindi necessa­ rio, di estendere considerevolmente il sistema delle imposte indirette dell' impero.

A f ir ciò si è’ spinti, in prima linea dal bisogno di accordare ai contribuenti dei singoli Stati uno sgravio delle onerose imposte dirette governative e comunali. A seconda dello sviluppo che ebbero si­ nora le imposte dirette nei singoli Stati dell’impero, si determina la direzione che dovrà prendere la ri­ forma finanziaria da basarsi sul notevole aumento delle entrate dell impero e 1’ assegno di queste ai singoli Stati.

In quegli Stali, nei quali come in Prussia, il

si-I

+

+

+

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sterna delle imposte dirette è già molto sviluppato, prevale direttamente il bisogno di abolire le impo­ ste più gravi di questa categoria, od almeno di ren­ derle meno onerose. Delle imposte governative di­ rette inoltre, una parte considerevole dovrà asse­ gnarsi ai consorzii comunali, onde in tal guisa ren­ der possibile un sollievo anche delle più gravi im­ poste comunali dirette. La riforma finanziaria riu­ scirà tanto più benefica .quanto più estese saranno le categorie di contribuenti alle quali sarà accordata tale agevolezza. Infine si fa sempre maggiormente sentire il bisogno di venire in aiuto ai comuni ac­ cordando loro mezzi per parte dello Stato per ge­ nerose sovvenzioni, in ¡specie per ciò che riguarda l’istruzione e la beneficenza.

la altri Stati tedeschi, nei quali le imposte di­ rette ebbero uno sviluppo meno multiforme e ra­ dicale, si presenta meno urgentemente il bisogno di abolire talune imposte dirette.

All’ opposto questi Stati si trovano generalmente in una condizione finanziaria che rende inevitabile un aumento delle imposte dirette, nel caso in cui lo sviluppo ulteriore del sistema d’imposte indirette dell’ impero non fornisca i mezzi pel pareggio del bilancio. Così pure, anche in questi Stati si' fa sen­ tire, non meno’ che nei rimanenti il bisogno di as­ segnare in tutto od in parte ai consorzii comunali, delle imposte governative esistenti, ed affidare alla Cassa dello Stato perecchie spese sinora fatte dai Comuni. Secondo le più recenti proposte del bi­ lancio, gli assegni progettati secondo la legislazione attuale, d’imposte dell’impero ai singoli Stati, oscil­ lano fra un sesto ed un terzo delle imposte dirette esistenti in questi Stati. Questa proporzione da un lato dimostra quale preziosa risorsa derivi sin d’ ora al bilancio dei singoli Stati dalle imposte indirette dell’impero, dall’altro fa scorgere che il sistema delle imposte indirette dell’impero deve assumere un’esten­ sione ancor molto maggiore, sebbene non tenendo conto della necessità di nuovi mezzi per nuove spese dell’ impero, quali deriveranno fra breve pel ramo dell’assicurazione per gl’invalidi e contro le disgra­ zie provenienti dal lavoro, debba dapprima essere attuata soltanto nei singoli Stati l’esenzione dei con­ tribuenti da tutte le più gravi imposte dirette g o ­ vernative e comunali.

Se in tal modo si può acquistare la convinzione che il sistema delle imposte indirette dell’ impero debba essere notevolmente ampliato, si dovrà pren­ der di mira quali oggetti d’imposta soprattutto il tabacco e le bevande spiritose, per motivi interni e secondo I’ esperienza di altri paesi. Di questi o g ­ getti però, il tabacco è senza dubbio il p iù adatto ad un p iù forte aggravio d' imposta che non le bevande, e ciò tanto più, in quanto che, malgrado la legge per l’ imposta sui tabacco del 1879, è ri­ masta sempre molto indietro l’applicazione dell’im ­ posta sul tabacco in Germania. Quindi 1’ ulteriore riforma finanziaria tedesca dovrà avere per prima base un’aggravio d’ imposta molto maggiore sul ta­ baccò. Per ciò che concerne il modo con cui il ta­ bacco dovrebb’ essere assoggettato a questo mag­ giore aggravio, ò senz’altro escluso il sistema adot­ tato da altri Stati con buon successo dell’ imposta sul tabacco, per esempio, il sistema inglese, e ciò avuto riguardo alla coltivazione interna, in Inghil­ terra la coltivazione è vietata, sui tabacchi greggi e fabbricati di tabacco estero vengono prelevati

fortissimi dazi d’ entrata secondo il peso. In Ger­ mania però una buona politica tributaria dovrà sempre avere di mira lo sviluppo, non già la di­ struzione della coltivazione del tabacco interna. A n­ che l'imposta di fabbricazione che dà un conside­ revole prodotto agli Stati Uniti dell’ America del Nord, non sembra applicabile all’impero tedesco, sia per riguardi politico-fmanziarii,- quanto economici, corri è esposto diffusamente nella relazione inviata nel 1878 nell’America del Nord. Senza volere r i­ petere più diffusamente i particolari della relazione, basterà riferirsi all’aggravio d’ imposta straordinario del consumo del tabacco, senza riguardo alle con­ dizioni della merce. Anche le disposizioni di con trollo e penali della legislazione americana sono in completa opposizione colle consuetudini tedesche.

Come una forma possibile in Germania di una feconda imposizione del tabacco venne recentemente più volte indicato il monopolio del tabacco greggio cho venne discusso ampiamente anche nella commis­ sione d’ inchiesta pel tabacco. Esso potrebbe essere istituito, escludendo le auzioni di tabacco greggio acq .¡stato all’ interno ed all’estero, sulla fase' di una tariffa graduatoria regolata secondo la qualità e la quantità, da notificarsi annualmente e quindi sosti­ tuisca un minore aggravio ai tabacchi di valore inferiore in confronto a quelli di valore superiore. Però si oppongono alla felice attuazione del m ono­ polio del tabacco greggio, in ¡specie relativamente all’esatta misurazione dei prezzi di compra e v en ­ dita dei tabacchi greggi ed all’ opportuno assorti­ mento delle provviste di tabacco greggio dell’ am ­ ministrazione del monopolio, difficoltà cosi gravi che si dovrà rinunciare a questo sistema d’imposta, che pure ha tanti vantaggi.

Rimarrebbero quindi quali vie atte pel maggiore prodotto de! tabacco: il mantenimento dell’ attuale sistema d'imposta sid peso, aumentando notevol­ mente il saggio dell’imposta.

Il primo sistema, insieme a parecchi inconve­ nienti, andrebbe unito ad un notevole rincaro del tabacco lavorato ed una rispondente diminuzione del consumo, mentre questa obbiezione non si presenta col monopolio del tabacco, allorché n ell’ introdu­ zione del medesimo conforme all’intenzione esistente, fossero in complesso mantenuti i prezzi attuali del tabacco.

Risulta quindi come il sistema più conveniente d’un imposta elevata sul tabacco, in conformità a l ­ l’esperienza di importanti grandi Stati del conti­ nente europeo, il monopolio del commercio e della fabbricazione. Come sia provveduto per la sua at­ tuazione in Germania, risulta dalle singole disposi­ zioni del progetto di legge. Da esse si scorge che non si è già pensato ad una semplice imitazione del monopolio austriaco o francese, ma è fatto il ten­ tativo di tener conto pienamente delle condizioni speciali economiche e politiche della Germania.

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per legge dei diritti di coltivazione, e di un mini- \ mum di tabacco indigeno da adoperarsi nella fab­ bricazione delia regìa.

Sotto il rapporto della qualità, la coltivazione del tabacco mediante il sistema della classificazione dei tabacchi, che contiene un premio per un’ accurata coltura, guadagnerà pure. Economicamente, il pro­ duttore è reso indipendente dai pericoli della spe­ culazione privata e trova perciò nell’amministrazione | del monopolio un compratore che può pagare, il quale gli prende la sua merce ad epoca determi­ nata ed a prezzi convenienti già stabiliti.

1 distretti della coltivazione sono misurati in modo che in complesso dappertutto dove la coltivazione del tabacco è una delle fonti abituali di guadagno dell’agricoltore anche per l’avvenire potrà coltivarsi il tabacco per .1’ amministrazione del monopolio al pari che per l’esporlazione.

Non avrà luogo una sorveglianza più severa del­ l’attuale nella coltivazione del tabacco. Le disposi­ zioni complementari a questo riguardo potranno anzi esser compilate con minor severità delie vigenti. Ciò si dica, per esempio, delle disposizioni sulla d i­ struzione dei fusti di tabacco sul campo, che sotto all’amministrazione privata dell’industria del tabacco ed allorché vigono elevati saggi d’imposta sul peso, devono essere più severe, che sotto il monopolio. Perciò che concerne la parte industriale e tecnica della lavorazione del tabacco, è progettato il com­ pleto passaggio dell’ attuale fabbricazione privata nell’esercizio governativo.

Ciò vale tanto sotto il rapporto geografico quanto per la quantità e la qualità.

Si ha l’intenzione di mantenere gli attuali distretti dell’industria del tabacco e d’intraprendere soltanto le modificazioni indispensabili all’ introduzione del monopolio nella ripartizione delle fabbriche.

Avuto riguardo alla grande estensione della fah- bricazione "dei sigari in Germania, v’ha il progetto d’istituire permanentemente numerose fabbriche suc­ cursali accanto alle grandi fabbriche principali. Nell’ unita memoria è detto come sarà la fabbrica­ zione della Regìa rispetto alla quantità e qualità. Intanto potrà per quanto è possibile continuare a sussistere l'industria domestica.

Siccome il monopolio tedesco non deve provo­ care alcun rincaro degli articoli del grande con­ sumo è da attendersi un prodotto del monopolio inferiore alle forti somme ch’esso frutta al Tesoro governativo in Francia.

Nel preventivo", il prodotto netto del monopolio, senza i frutti del capitale d’indennità è calcolato a 175 milioni e 1\2 di marchi in cifre rotonde. Prendendo quale base un capitali d'indennità di 234 milioni di marchi in cifra rotonda, rimane, calcolando 4 1(2 0 |0 d’ interessi e d’ ammortizza­ zione un prodotto netto annuo del monopolio di 165 milioni d i marchi. Per ciò che concerne infine gli interessi dei singoli Stati al modo dell’ istituzione ed amministrazione del monopolio, essi trovarono accurata tutela nel progetto di legge. Colle garan­ zie accordate alla coltivazione del tabacco ed ai di­ stretti dell’industria di tabacco, si è pensato che sotto questo rapporto non abbia luogo alcuna grave modificazione nelle condizioni attuali nei singoli Stati federali. Si troverà una limitazione chiara delle facoltà dell’ impero e dello Stato in cui si tenua conto dei reciproci interessi nel fatto che

l’intera concessione e sorveglianza della coltivazione del tabacco, come pure la nomina dei venditori al dettaglio, sarà affare riguardante lo Stato, mentre la fabbricazione e la direzione superiore dell’ammi • lustrazione del monopolio dovrà considerarsi come un affare dell’impero.

La produzione e i l consumo de! caffè

Da alcuni anni la quantità dei caffè depositati nei principali centri commerciali d’Europa, e di America si è accresciuta nell’insieme in tali proporzioni, e l’aumento è avvenuto con una certa regolarità, che non è senza interesse rintracciarne le cause.

Dal 1870 al 1874 i prezzi dei caffè raggiunsero dei corsi esorbitanti. Il Rio fair arrivò fino a 21 dol­ lari a Nuova York, e l’Haiti ordinario a 145 franchi aìl’Havre cioè a dire a più del doppio dei prezzi attuali. I piantatori delle Indie, e specialmente del Brasile e del Centro America, tentati da questi prezzi che offrivano loro de’ grossi benefizi, pianta­ rono il caffè sopra estensioni considerevoli di terreni (ino allora rimasti incolti, ovvero impiegati in colti­ vazioni meno remuneratrici, com e per esempio in quella della canna da zucchero. SI sa che le colti­ vazioni a caffè non diventano produttrici che dopo un periodo di cinque anni, cosicché dapprima l’au­ mento della produzione fu quasi insensibile: si par­ lava di queste nuove piantagioni, e alcuni anche ne intravedevano le conseguenze per l’avvenire ma erano in pìccolo numero. I più davano a queste previsioni dei motivi interessali, altri o non vi cre­ devano, o non vi attaccavano che pochissima im ­ portanza. Da due o tre anni queste nuove piantagioni hanno successivamente fornito il loro contingente all’approvigionamento generale. Si riconobbero allora e si costatarono questi considerevoli accrescimenti nelle quantità di caffè lanciate nei mercati, ma si disse che il consumo del caffè era In via d’aumento, e che le eccedenze sarebbero facilmente assorbite. Anche adesso alcuni opinano che l’ equilibrio fra la produzione e il consumo non sia ratto.

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questa parte, il che non è probabile, ovvero dim i­ nuire la produzione. Per arrivare a questo secondo resultato occorrerebbe distruggere una parte delle piantagioni esistenti; ma come ammettere che un piantatore rinunzi cosi ai benefizi di cinque annate durante le quali le sue piantagioni sono rimaste in­ produttive? Se i prezzi di vendita non arrivassero a coprire le spese di raccolta e di trasporto, potrebbe avvenire che i piantatori abbandonassero il loro pro­ dotto sugli alberi; ma è permesso di supporre che i prezzi per quanto sieno bassi, e per quanto possano più oltre ribassare, saranno ancora per lungo tempo sufficienti a coprire quelle spese. Bisogna pertanto attendersi di vedere questa sproporzione fra la pro­ duzione e il consumo dei caffè andare sempre più accentuandosi, e ciò durante un periodo di cui adesso sarebbe impossibile di prevedere la fine.

Notizie economiche e finanziarie

— Con decreti reali Io Stabilimento metallurgico di Piombino fu autorizzato ad aumentare il proprio capitale da L. 1 ,5 0 0 ,0 0 0 a 6 ,000,000 e la Banca Generale da L. 25 ,0 0 0 ,0 0 0 a 50,000,000. Vennero inoltre autorizzate le seguenti società: Banca di Lomellina con sede in Vigevano e con due milioni di capitale. Banca Bitontina in Bitonto con 100,000 lire. Società anonima per la ferrovia Parma Gua­ stalla-Suzzava in Milano con 1,100,000 lire. Cotonificio Veneziano in Venezia con 10,000,000 lire. Tramway a vapore della provincia di Torino con 1,5 0 0 ,0 0 0 lire. Navigazione generale italiana (società riunite Fiorio e Rubattino) in Roma con 10 0 ,0 0 0 ,0 0 0 . Società italiana di trasporti m arit­ timi (Raggio e Comp.) in Genova con 16,000,000. Banca popolare cooperativa in Civilanova (Marche) con L. 10,000.

— Il cambio in rendita delle azioni garantite li­ vornesi sarà fatto direttamente dallo Stato, in luogo che dalla Commissione liquidatrice, e sappiamo che fra breve ne verrà dato pubblico avviso.

— Le Banche Nazionale e Romana interrogale dall’on. Magliari, avrebbero dichiarato che nelle attuali condizioni era necessario mantenere lo sconto al 5 per cento.

— Con decreto 8 cori-, il ministro dell’interno ha tolta la quarantena per le navi provenienti dal Golfo Persico e dai porti e scali ottomani del Mar Rosso, mantenendo però il divieto per l’importa­ zione degli stracci ed abiti vecchi non lavati pro­ venienti da quest’ultimo località.

— Sono cominciate le pratiche pel rinnovamento degli appalti colle esattorie pel nuovo quinquennio.

— La direzione generale della statistica ha pub­ blicato un altro fascicolo dei risultati sommari del censimento della popolazione, eseguito il 31 dicem­ bre 1881.

Il fascicolo comprende i resultati della popola­ zione dei circondari e distretti e delle provincie, paragonata a quella del 31 dicembre 1871. Dalle cifre di questo fascicolo, che non sono definitive, risulterebbe che il 31 dicembre 1881 la popola­ zione del regno era di 28 ,4 5 1 ,9 4 3 abitanti, cioè di 1,650,789 di più del 31 dicembre 1871. L’aumento

aritmetico per ogni mille abitanti sarebbe stato nel regno di 6 18.

— Le riscossioni dal 1° gennaio a tutto marzo 1882 presentano un aumento di L. 4,572,834 44 in confronto dello stesso periodo del 1881.

— Alle Camere di Commercio del Regno fu co­ municato il programma della esposizione interna­ zionale coloniale e di esportazione generale che avrà luogo ad Amsterdam nel maggio del 1883.

— Il ministro del commercio ha fatto pubblicare il regolamento generale della Esposizione ternolo­ gica di lavori in legno, in carta e di tessuti che si terrà a Parigi nell’anno corrente, per iniziativa del­ l’Unione Centrale delle Belle Arti applicate all’in­ dustria.

— Furono ordinate delle indagini dirette a sta­ bilire l’importanza dell’entrata nello Stato del cotone tinto in massa, sul quale alcune ditte domandano che sia posto un dazio d’entrata.

— Le ferrovie dell’Alta Italia e Romane e Fran­ cesi stabilirono un viaggio circolare franco-ita!o-tu- nisino, i cui biglietti saranno valevoli per novanta giorni.

— I nostri prodotti agricoli hanno sempre più spaccio in Inghilterra come risulta da un rapporto del nostro vice console di Londra il quale spera che l’Italia ne potrà tenere maggiori vantaggi dalla apertura della linea del Gottardo.

— Il movimento marittimo di bastimenti esteri nel porto di Trapani durante l’anno 1881 segna 133 legni arrivati di 5 2 ,9 0 9 tonnellate. Questi ba­ stimenti tutti con bandiera estera, hanno caricato sale nella quasi loro totalità.

— Il ministro italiano a Bucarest ha testé par­ tecipato al Governo che i titoli dei valori pubblici e delle obbligazioni emessi all’estero éd introdotti in Rumenia vanno soggetti al bollo proporzionale di centesimi 10 ogni 100 lire. Le contravvenzioni a questa disposizione sono punite con multa del 10 per cento del valore del titolo non bollalo.

Per facilitare, l’applicazione di questa legge il Mi­ nistero rumeno delle finanze ha recentemente pub­ blicato un avviso, col quale s’informano i detentori dei titoli sopraindicati, che il bollo può essere ap­ plicato mediante marche, a condizione che queste siano annullate col sigillo del cassiere del distretto, dove a tale effetto i titoli stessi saranno presentati.

— Da parecchi ispettori demaniali furono spesse volte fatte osservazioni sulla regolarità della bolla­ tura di cambiali perchè presentate senza firma ma con la data già scritta del giorno precedente a quello della loro presentazione al bollo, la data di annullamento appariva posteriore a quella scritta nella cambiale. Il ministero delle finanze su richiami delle parti ha invitato gli ispettori a non continuare per questa discrepanza di date a considerare simili cambiali come irregolarmente bollate, bastando di fronte alla legge per essere tenute regolari che esse non siano presentate firmate alla bollatura.

— N ell’intento di facilitare maggiormente i tra­ sporti dei vini e degli olii in botti, la sovratassa per le spedizioni di olii e di vini in botti, caricale in vagoni chiusi, non sarà più applicata a partire dal 15 corrente mese.

Riferimenti

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