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Academic year: 2022

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Confindustria Rubrica

9 Corriere della Sera 09/06/2022 Int. a B.Spitz: "Ora in Europa il nucleo e' a tre. Parigi, Berlino e anche Roma" (S.Montefiori)

4

Economia Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 09/06/2022 Credit Suisse, l'allarme utili riaccende le ipotesi di risiko (L.Davi) 5

1 Il Sole 24 Ore 09/06/2022 Cuneo fiscale, 5 miliardi per il taglio (C.Tucci) 7

25 Il Sole 24 Ore 09/06/2022 Bce in manovra, ma il mercato ha gia' prezzato il rialzo dei tassi (M.Cellino) 9 27 Il Sole 24 Ore 09/06/2022 Cdp, closing da 60 milioni di euro per la transizione digitale delle Pmi

(M.Meneghello)

10

1 Corriere della Sera 09/06/2022 Auto, stop a benzina e diesel (F.Basso) 12

1 Corriere della Sera 09/06/2022 L'equivoco sul salario minimo (A.Mingardi) 16

37 Corriere della Sera 09/06/2022 211 punti spread Btp-Bund 18

37 Corriere della Sera 09/06/2022 Dall'idrogeno alla sanita', via libera ai "progetti bandiera" del Pnrr (E.Marro)

19

39 Corriere della Sera 09/06/2022 Eni: fusione nucleare, l'impianto nel 2030. "Inverno difficile senza un tetto al gas" (F.Rampini)

20

30/31 La Repubblica 09/06/2022 L'Ocse taglia la crescita italiana. "Stipendi erosi dall'inflazione" (R.Am.) 22 30/31 La Repubblica 09/06/2022 Int. a P.Tridico: Tridico: "Senza salario minimo tanti giovani con pensioni

povere L'eta' di uscita va resa fl (R.Mania)

23

31 La Repubblica 09/06/2022 Dall'idrogeno alla sanita'. Il Pnrr delle Regioni in sei progetti bandiera (M.Minella)

25

32 La Repubblica 09/06/2022 Via Solferino, non fu usura Ora la parola al giudice Usa (L.De Vito) 27 1 La Stampa 09/06/2022 Bce, tassi di interesse e il rischio di agire con troppo ritardo (S.Lepri) 28 1 La Stampa 09/06/2022 Il patto Draghi-Macron "Piu' fondi contro la crisi" (A.Barbera) 29 13 La Stampa 09/06/2022 Confcommercio: il terziario e' in pericolo per la contrazione dei consumi

domestici

31

26 La Stampa 09/06/2022 Stretta anti-inflazione (F.Goria) 32

27 La Stampa 09/06/2022 Rcs, Blackstone vince la sfida in appello. Negli Usa l'ultimo scontro su via Solferino (F.Spini)

33

28 La Stampa 09/06/2022 De Meo: Renault studia il modello Lvmh con lo scorporo di motori ed elettrico (F.Spini)

34

15 Il Messaggero 09/06/2022 Brancaccio eletta nuova presidente dell'Ance (L.Ram.) 35

1 Il Giornale 09/06/2022 Il Pd rottama l'auto italiana (P.Borgia) 36

2/3 Il Giornale 09/06/2022 Ora il governo lancia l'idrogeno. Tre miliardi a sei Regioni (F.Boschi) 38 4 Il Giornale 09/06/2022 "Serve un nuovo patto sulla contrattazione e sulla politica fiscale" (G.De

Francesco)

40

4 Il Giornale 09/06/2022 La guerra "fucila" la ripresa: Pil +2,5%. E l'Ocse punta il dito contro i bonus (R.Parietti)

42

21 Il Giornale 09/06/2022 Asse Renault-filiera Italia. De Meo: "Qui opportunita'" (P.Bonora) 43

Economia locale Rubrica

17 Il Secolo XIX 09/06/2022 Bper scatta in Borsa con l'acquisto di Carige 44

17 Il Secolo XIX 09/06/2022 Il magnate indiano e il fondo svedese: una sfida a due per Piaggio Aerospace (G.Ferrari)

45

28 Il Secolo XIX 09/06/2022 Darsena, museo dei jeans e alloggi negli edifici Tabarca e Metelino H (A.Coluccia)

46

18 Il Secolo XIX 09/06/2022 Il Rina accelera: assunzioni in Liguria per 600 persone (A.Quarati) 47 1 Il Secolo XIX 09/06/2022 Ospedale agli Erzelli, missione della Liguria Draghi sbloccai fondi (B.Viani) 49 1 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Rina, ricavi record "Duemila assunzioni nei prossimi due anni" (M.Minella) 50

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Economia locale Rubrica

1 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Erzelli, cura e ricerca sulla collina hi tech dal governo 405 milioni (M.Minella)

52

7 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 La finanza Transizione digitale e green, Redelfi si e' quotata in Borsa 55 14 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Genova attrattiva i nodi da sciogliere (R.Dameri) 56

14 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Liguria, e' un momento delicato (A.Lampani) 57

Genova: lavoro e sindacato Rubrica

17 Il Secolo XIX 09/06/2022 Cgil, 500 delegati in assemblea a Genova "Si' al salario minimo, lotta alla precarieta'" (G.F.)

58

41 Il Secolo XIX 09/06/2022 Confermato lo sciopero, domani la prima a rischio (A.Col.) 59

7 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Pace e lavoro assemblea Cgil 60

Politica Rubrica

1 Corriere della Sera 09/06/2022 Ucraina, fallisce la mediazione sul grano. Il ricatto del Cremlino: togliete le sanzioni (F.Battistini)

61

12 Corriere della Sera 09/06/2022 I temi sociali nuova frontiera dello scontro elettorale (M.Franco) 63 13 Corriere della Sera 09/06/2022 Amministratori, volti nuovi ed ex azzurri. FdI sfida la Lega in tutto il Nord

(P.Di Caro)

64

1 La Repubblica 09/06/2022 Cosa tace e nasconde chi chiede il "Si'" (A.Spataro) 66

1 La Repubblica 09/06/2022 Fumata nera sul grano. L'Onu: "Negoziare ancora" (G.Colarusso) 68

1 La Repubblica 09/06/2022 L'Agenda verde spacca l'Ue (C.Tito) 70

15 La Repubblica 09/06/2022 Int. a F.Borsellino: Fiammetta Borsellino: "Le cosche non sparano ma fanno alleanze con economia e partiti" (C.Brunetto)

73

16 La Repubblica 09/06/2022 Int. a F.Saluzzo: Saluzzo: "I referendum sono una spallata ai pm E si liberano ladri e pusher" (B.Pagliaro)

74

1 La Stampa 09/06/2022 Int. a E.Letta: Letta: "Stop ai diesel e alla benzina dal 2035. Il Pd sta con Bruxelles" (M.De Fazio)

76

1 La Stampa 09/06/2022 Satireferendum (M.Feltri) 78

8 La Stampa 09/06/2022 Meloni maturi (L.Bottura) 79

13 La Stampa 09/06/2022 Se il voto frena il dibattito (M.Sorgi) 80

16 La Stampa 09/06/2022 Int. a E.Bonino: "Referendum sulla giustizia? Voto 5 si'. Il promotore Salvini ora e' scomparso" (F.Grignetti)

81

17 La Stampa 09/06/2022 Int. a R.Lagalla: "Non voglio quei voti. Il ruolo di Cuffaro? Ne' padre ne' nobile" (G.Sal.)

83

17 La Stampa 09/06/2022 Verona tiene (capo) famiglia (F.Olivo) 84

1 Il Messaggero 09/06/2022 I detrattori della politica che snobbano i referendum (F.Adornato) 85 12 Il Giornale 09/06/2022 Int. a G.Micciche': "Errore ma la sinistra taccia: stava con Orlando" (M.Mo.) 86

Genova: politica Rubrica

1 Il Secolo XIX 09/06/2022 Int. a E.Letta: Letta: "Modello Genova merito del governo Liguria test nazionale" (M.De Fazio)

87

24 Il Secolo XIX 09/06/2022 Comizio Pd con Letta e Orlando per Ariel (M.F.) 89

24 Il Secolo XIX 09/06/2022 Fratoianni crede nella rimonta "Alle urne la partita e' aperta" (A.Coluccia) 90 24 Il Secolo XIX 09/06/2022 Orfini (Pd): "Siamo diversi. La comunita' torni al centro" (A.Col.) 91 25 Il Secolo XIX 09/06/2022 "Piu' cura per i parchi storici, sono i nostri Rolli Verdi" (A.Col.) 92 25 Il Secolo XIX 09/06/2022 Bucci punta alla vittoria e prepara la nuova giunta "Un mese per formarla"

E FI prenota gia (M.De Fazio)

93

25 Il Secolo XIX 09/06/2022 L'impegno dei renziani per sostenere il sindaco .Anche Boschi in citta' 94 25 Il Secolo XIX 09/06/2022 Maresca sul porto di Pra' "No ad ampliamenti" Rosso, idee sui giovani (M.F.) 95

Sommario Rassegna Stampa

Pagina Testata Data Titolo Pag.

(3)

Genova: politica Rubrica

38/39 Il Secolo XIX 09/06/2022 Protagoniste genovesi sotto i riflettori. In un libro quattordici storie al femminile (L.Co.)

96

1 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Elezioni, ultimi fuochi. Letta scende in campo 97

1 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Forza Italia bussa per la futura giunta: "Noi la vera forza del centro" (A.Bruzzone)

100

2 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Cirinna' ospite a Music for Peace 'Sulla parita' ancora strada da fare' (E.Manna)

102

3 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Fratoianni a S.Benedetto per Dello Strologo " Meno disuguaglianze " 103

Porto e attività marittime Rubrica

29 Il Sole 24 Ore 09/06/2022 Dalla Msc di Aponte arrivano piu' risorse per i traghetti Moby 104 40 Corriere della Sera 09/06/2022 Sangalli: senza terziario non si riparte. Caro-energia? Pesa piu' del Covid

(A.Baccaro)

105

18 Il Secolo XIX 09/06/2022 Crociere, i 300 big del settore a Genova "Nel 2023 Italia a 12 milioni di passeggeri" (A.Qua.)

106

18 Il Secolo XIX 09/06/2022 L'alleanza Conit-Aitek per le vacanze sicure (F.Margiocco) 107

6 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Assemblea Confitarma: "Ecco le nostre sfide" 108 6 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Costa cerca cento cuochi pasticceri e pizzaioli 109 7 La Repubblica - Ed. Genova 09/06/2022 Crociere, summit Clia. Genova tre giorni capitale 110

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La Con industria francese Bernard Spitz

«Ora in Europa il nucleo è a tre Parigi, Berlino e anche Roma»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A PARIGI

I a cena tra Macron e Draghi è uno dei

!` momenti ricorrenti di contatto tra i

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due Paesi. Va inserita in un contesto più generale: anche rispetto alla guerra in Ucraina, si sta costruendo in Europa un triangolo Parigi-Roma-Berlino», dice Bernard Spitz, 62 anni, responsabile del Polo

internazionale e Europa del Medef (la Confindustria francese), che ha seguito da vicino i lavori del Trattato del Quirinale Macron e Draghi allineati sulla guerra?

«Mi pare di sì: da un lato si sono trovati d'accordo nel varare sanzioni ferme contro la Russia, anche su petrolio e gas sebbene penalizzino di più l'Italia; dall'altro sono insieme nel favorire un accordo politico per l'Ucraina, anche se i termini di questo accordo spettano agli ucraini».

Che cosa pensa del rischio di una frattura tra i Paesi baltici e la Polonia da una parte, che puntano a una vittoria militare dell'Ucraina, e Francia-Italia-Germania dall'altra, favorevoli a un cessate il fuoco il prima possibile?

«Non è facile mettere d'accordo 27 Paesi abituati a dissentire anche su questioni filosofiche o di regolamentazioni. Le situazioni geopolitiche e storiche sono diverse, è comprensibile che i Paesi più vicini ai belligeranti siano più sensibili, mentre i tre grandi vogliono mantenere aperto uno spazio di dialogo. Ma c'è un metodo che sta funzionando: si definisce una politica comune coerente, con qualche concessione

99

Non è facile mettere d'accordo 27 Paesi ma c'è un metodo che sta funzionando

pragmatica agli interessi particolari. Come nel caso dell'Ungheria nelle ultime sanzioni».

Dopo i primi ioo giorni di guerra, le società europee danno segni di stanchezza?

«Siamo passati da una fase iniziale di sgomento per le immagini spaventose a una forma di abitudine, di stanchezza nelle opinioni pubbliche. Ma i dirigenti non possono fondare le loro decisioni solo su questo. Di fronte a un'aggressione ci vuole forza, ed è questa forza che può permettere alla diplomazia di fermare il conflitto».

Le difficoltà economiche?

«Si fanno sentire, questa è tutta la complessità della situazione: c'è un conflitto militare e al contempo negoziati paralleli per sgombrare le vie di distribuzione alimentare.

E una situazione nuova, la guerra parte da.

questioni geopolitiche, territoriali, e la nostra risposta è soprattutto economica, con sanzioni mai approvate prima d'ora».

L'intesa franco-italiana sta reggendo?

«Sta dimostrando una grande solidità in tempi difficili. E un momento forte del rapporto tra i due Paesi, i.l 12 luglio a Parigi ne parleremo nel forum annuale Medef

Confindustria, dove molte imprese italiane e francesi discuteranno della loro

cooperazione. Al tradizionale asse franco- tedesco si sta aggiungendo un asse franco- italiano, grazie al Trattato del Quirinale.

Questo porterà a un triangolo equilibrato con i tedeschi, fondamentale per costruire un'Europa sovrana».

Stefano Montefiori

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UN NUOVO PROFIT WARNING

Un quadro difficile. Per Credit Suisse sesto profit waming in sette semestri. E la banca finisce al centro di ipotesi di take over o cessione di asset

Credit Suisse, l'allarme utili riaccende le ipotesi di risiko

IN BORSA La seduta a Zurigo è iniziata con il tracollo poi con le voci sugli Usa chiusura a +3,8%

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EFFETTO A CASCATA Dopo il buco da 5,5 miliardi legato al crack del fondo Archegos, il crollo di Greensill

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Credit Suisse lancia un nuovo profit warning (il sesto in sette semestri) a cáusa delle «difficili condizioni del mercato nel secondo trimestre».

Immediata la reazione del mercato con i titolo che ha Zurigo è arrivato a perdere il 5%; successivamente ipotesi di take over odi cessione di alcuni asset (si parla di interessi anche da State Street e Intesa Sanpaolo) hanno riportato le azioni in territorio positivo. Luca Davi —a pag. 24

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Credit Suisse, l'allarme utili riaccende il risiko del credito

Banche

Per il terzo trimestre consecutivo annunciata la chiusura in rosso Indiscrezioni non smentite di interesse da State Street:

ipotesi offerta da

22

miliardi €

Luca Davi

Sembra non esserci pace per Credit Suisse, il grande malato del credito elvetico: per il terzo trimestre con- secutivo il gruppo svizzero ha emesso un profit warning e ha an- nunciato di voler accelerare le mi- sure di riduzione dei costi.

E così proprio nel giorno dell'al- larme conti, la banca è tornata al centro dell'attenzione del mercato.

Dopo essere scese in giornata del 6%, portando il calo per l'anno in corso al 30%, le azioni sono risalite nel pomeriggio chiudendo a +3,8%.

Dietro il rialzo si nasconde la noti- zia, riportata dal blog svizzero Insi- de Paradeplatz, secondo cui laban- ca di custodia statunitense State Street starebbe preparando un'of- ferta d'acquisto per la banca di Zuri- go. Le indiscrezioni parlano di una proposta che dovrebbe prevedere un premio di oltre il 3o% rispetto al prezzo di chiusura di martedì, pari a 9 franchi svizzeri per azione, per una valutazione complessiva di 22

miliardi di euro. Un'ipotesi, questa, di fronte alla quale Credit Suisse si è rifiutata di commentare. Ma il ru- mor non è stato del tutto smentito dalla stessa State Street, che ha det- to in una nòta di non voler rispon- dere e di essere concentrata al mo- mento su un'altra acquisizione, quella relativa alle attività di inve- stors Services dell'asset servicer Brown Brothers Harriman.

Dichiarazioni formali a parte, è chiaro che l'indiscrezione e il rela- tivo rialzo dei prezzi rendono di per sé più costosa qualsiasi ambizione di acquisto. Per il colosso america- no State Street, peraltro, allo stato attuale resterebbero da capire le eventuali sinergie di un'operazio- ne simile, che porrebbe non pochi

Profttwarning. temi sotto il profilo del capitale.

Credit Suisse ha lanciato un allarme utili Proprio all'inizio di giugno era

per il terzo trimestre consecutivo emerso come il Credit Suisse stesse valutando alcune opzioni per raf- forzare il suo capitale, ipotesi - in parte smentite dalla banca - tra cui vi sarebbe anche un aumento di ca- pitale che potrebbe superare i mi- liardo di franchi.

Di certo il rumor riporta d'urgen- za l'attenzione sul futuro di Credit Suisse e il suo ruolo nel quadro del risiko bancario europeo. Non è un Credit Suisse mistero che il dossier relativo alla banca svizzera sia passato sulle scrivanie di diversi banchieri euro- pei, in vista di un eventuale spezza- tino delle attività o diun'acquisizio- ne tout court. Al centro delle rifles-

+3,79%.

sioni ci sarebbe in particolare la di-

II titolo ieri ora per ora a Zurigo 7,2

7,0 visione di asset management, che in passato sarebbe stata al vaglio an- che delle principali banche italiane.

6,8 Il profit warning con cui la banca ha anticipato che con tuttaprobabi- del 07/06 iità chiuderà in perdita anche nel

6,6 secondo trimestre dell'anno è gene- rato da più elementi. Ad accusare il 6,5 colpo maggiore è la divisione di in-

6,4 vestment banking, che sta subendo la volatilità del mercato complici la guerra in Ucraina e il rallentamento

62 delle misure di stimolo post-pande- mia connesso all'aumento dell'in- flazione globale. Il colosso svizzero 6,71 - Chiusura

6,964

Apertura 08/06 Chiusura

ha fatto sapere di registrare «deboli flussi di clienti» e una frenata dei- l'attività in particolare nella regione Asia-Pacifico.

La divisione investment banking, vero anello fragile del colosso sviz- zero, accuserà probabilmente la quarta perdita trimestrale negli ul- timi sei trimestri, alla luce del basso volume di emissioni e dell'amplia- mento degli spread creditizi.

A fronte di tutto ciò, il manage- ment di Zurigo potrebbe rispondere con un'accelerazione delle manovre relative alla riduzione dei costi. E in linea con quanto accaduto già in passato si partirà dal personale: in- discrezioni parlano di un ciclo dí ta- gli di posti di lavoro e un congela- mento delle assunzioni, mossa che tuttavia a sua voltapotrebbe incide- re negativamente sui ricavi.

Qualcosa di più sulla strategia si saprà 1127luglio, quando la banca presenterà i risultati del secondo trimestre. Di certo dopo il buco da 5,5 miliardi legato al crack del fondo Archegos e dopo il crollo del partner Greensill Capital - e la conseguente fuga di numerosi top manager - ora i profit warning in serie stanno met- tendo a dura prova la fiducia degli investitori al ceo Thomas Gottstein ilcompito (arduo)di riconquistarla.

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Cuneo fiscale, 5 miliardi per il taglio

Lavoro e retribuzioni

Intervento strutturale mirato sui redditi medio-bassi con manovra o decreto legge

Sul tavolo del Governo rispunta il dossier sul taglio del cuneo fisca- le. L'obiettivo dell'esecutivo, in questo caso, è quello di inserire

una misura dalla fisionomia strutturale nella prossima legge di bilancio. Questo anche se non manca chi spinge per far scattare una sorta di "mini-antipasto" con un nuovo decreto legge Aiuti che potrebbe vedere la luce nel mese di luglio.

Al momento la dote sarebbe di 5 miliardi, destinati a finanziare interventi concentrati su una pla- tea di soggetti con redditi medio- bassi sotto i 35mila euro.

Rogari e Tucci —a pag. 5

Il Governo apre il dossier cuneo:

dote da almeno 4-5 miliardi

Politica dei redditi. Prime valutazioni su un intervento strutturale da inserire in legge di bilancio Allo studio dei tecnici una misura concentrata sui reddito medio-bassi sotto i 35mila curo

Marco Rogari Claudio Tucci

Si annuncia un'estate intensa per il governo. E non solo sul versante poli- tico per l'avvicinarsi della fine della legislatura. Le ricadute del conflitto russo-ucraino, ancora in gran parte da decifrare nella loro reale entità, la crisi energetica, la corsa inarrestabile dell'inflazione e l'approssimarsi della manovra autunnale inducono l'ese- cutivo a prendere in considerazione nuovi dossier che si vanno ad aggiun- gere a quelli già sul tavolo da settima- ne. E tra le "new entry" è ora rispun- tato anche quello sul taglio del cuneo fiscale-contributivo, che aveva fatto una rapida apparizione prima della presentazione del Def.

Una strada che in molti nella mag- gioranza e nello stesso esecutivo co- minciano a considerare non più rin- viabile anche per la necessità di pun- tellare i salari e, allo stesso tempo, so- stenere la competitività delle aziende e la crescita per evitare di sconfinare nella recessione. Che, come ha detto il ministro dell'Economia, Daniele Fran- co, nei giorni scorsi, è perii governo un rischio assolutamente da scongiurare.

E le parole pronunciate dal mini- stro del Lavoro, Andrea Orlando, in

un'intervista a "la Repubblica" sem- brano confermare questa intenzio- ne, e rappresentano, nei fatti, la pri- ma, vera, apertura dell'ala più -a sini- stra dell'esecutivo all'incalzante pressing del presidente di Confin- dustria, Carlo Bonomi, sulla necessi- tà di un intervento choc sul cuneo, e di natura strutturale.

L'obiettivo dell'esecutivo è quello di inserire una misura dalla fisiono- mia"strutturale" nella prossima leg- ge di bilancio, anche se non manca chi spinge per far scattare una sorta di

"mini-antipasto" con il nuovo decre- to Aiuti che potrebbe vedere la luce a luglio (e che dovrebbe contenere an- che un mini pacchetto lavoro).

La questione sarebbe già stata al centro di alcune valutazioni politiche in attesa di conoscere l'esito della in- dispensabile "istruttoria tecnica", ne- cessaria per conoscere la dote poten- zialmente utilizzabile e calibrare le opzioni sulle varie platee per poi ope- rare l'eventuale scelta finale. Natural- mente dai ministeri in via ufficiale non circola alcuna cifra. Ma in sede tecnica si sarebbe già fatto riferimen- to a un possibile intervento da 4-5 miliardi considerando i ridotti spazi di finanza pubblica disponibili e la scarsa propensione di via XX settem- bre a ricorrere a un nuovo scosta-

mento di bilancio.

Il ragionamento degli esperti del governo passa dalla constatazione che l'attuale mini-intervento (taglio dei contributi di o,8 punti con retri- buzioni fino a 35mila euro), valido per il solo 2022, previsto dalla scorsa manovra, non ha sostanzialmente inciso sulle buste paga (considerata anche la revisione degli scaglioni Ir- pef parliamo di importi molto mode- sti, e che, paradossalmente, hanno fi- nito per premiare i redditi medio-al- ti). Di qui l'idea di concentrare i 4-5 miliardi al momento a disposizione sulle fasce di reddito più basse di 35mila euro: alcune ipotesi di inter- vento fisserebbero l'asticella a 2omila euro per far rendere tangibile15- l'intervento. Si tratterebbe diunapri- ma risposta alla proposta di Confin- dustria, che è più articolata, chieden- do uno investimento di i6 miliardi che porterebbe in tasca ai lavoratori sotto i35mila euro fino a L223 euro in più vale a dire (per chi ha un reddito di 35mila euro) una mensilità ag- giuntiva per tutta la vita lavorativa.

Il campanello d'allarme, all'interno di maggioranza e governo, sulla ne- cessità di un intervento sul costo del lavoro è suonato dopo gli ultimi dati Ocse: nel 2021 il cuneo fiscale-contri-

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butivo italiano ha toccato quota46,5%

(aggiungendo anche contributi e Tfr sfiora il 50%, secondo solo al Belgio - se si considera la massa salariale il cu- neo reale nel privato è addirittura del 60%); dopo il via libera delle parti so- ciali, e dopo i ripetuti appelli di com- missione Ue, Fmi, Bankitalia, solo per citare gli ultimi in ordine di tempo (a cui ormai non si può non dar seguito).

I dettagli e le risorse finali a disposi- zione perl'intervento sul cuneo dipen- deranno anche dall'evoluzione dello

16 ~niliarc

Primo Piano

Politica economica

I punti chiave

o

IL POSSIBILE INTERVENTO Tra 4 e 5 miliardi

Il governo apre il dossier cuneo. A livello tecnico si sarebbe già fatto riferimento a un possibile intervento da 4-5 miliardi considerando i ridotti spazi di finanza pubblica disponibili e la scarsa propensione di via XX settembre a ricorrere a un nuovo scostamento di bilancio.

scenario internazionale, con i conse- guenti effetti sul Pil (secondo l'ultimo report Istat si prevede una crescita del 2,8% quest'anno, e dell'1,9%nel 2023, anche se con un'andatura meno soste- nuta di quella del 2021), e dei nuovi so- stegni da garantire già nelle prossime settimane a settori produttivi e lavora- tori, possibilmente con una modalità più marcatamente selettiva.

Ma la volontà prevalente nel go- verno (su input del premier, Mario

LA PROPOSTA DI CONFINDUSTRIA La proposta di Confindustria, lancia- ta per ridurre il cuneo, chiede uno investimento di 16 miliardi che porterebbe in tasca ai lavoratori

o

Draghi) e nelle forze di maggioranza, a partire dal Pd ma anche nella Lega e in Forza Italia, sembra essere quella di non rinunciare a una misura strut- turale di riduzione del cuneo fiscale- contributivo, ormai considerata più che opportuna e alla quale sarebbe necessario garantire una corsia pre- ferenziale anche rispetto ad altri dos- sier "caldi" sul tavolo, come ad esem- pio quello sul salario minimo (su cui invece rimangono le distanze).

O RIPRODUZIONE RISERVATA

sotto i 35mila euro fino a 1.223 euro in più. Che corrisponderebbe (per chi ha un reddito di 35mila euro) a una mensilità aggiuntiva per tutta la vita lavorativa.

o

Non manca per anticipare unchi spinge intervento con il nuovo decreto Aiuti che potrebbe arrivare a luglio

LA PLATEA INTERESSATA Sotto i 35mila euro Visti gli scarsi impatti dell'intervento inserito nella scorsa manovra (taglio di 0,8 punti di contributi) l'idea del governo è concentrare i 4-5 miliardi sulle fasce di reddito più basse di 35mila euro:

alcune ipotesi di intervento fisserebbero l'asticella a 15-

20mila euro per far rendere tangibile l'intervento.

Costo del lavoro. Cresce nella maggioranza chi ritiene un intervento sul cuneo non più rinviabile

o

I PARTITI

Ok da Pd, Lega e Fi Dopo i dati Ocse, e l'ok delle parti sociali, ormai c'è convergenza nel governo e nella maggioranza, a partire dal Pd ma anche nella Lega e in Forza Italia, a fare una misura strutturale di riduzione del cuneo fiscale- contributivo, ormai considerata più che opportuna

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Governo apre il dossier cunei dole da almeno 4-S miliardi

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Bce in manovra, ma il mercato ha già prezzato il rialzo dei tassi

Politica monetaria Ungari (Vontobel):

«Francoforte potrebbe non essere così aggressiva»

Il paradosso: il mercato ha già fatto in parte il lavoro dell'Eurotower

Maximilian Cellino Dal nostro inviato zuRiGO

«La Bce non può più rimanere ferma, si sta preparando al primo rialzo dopo anni e il mercato ha già prezzato an- che molte delle mosse che saranno decise nei prossimi mesi: in questo modo sta però già svolgendo gran parte del lavoro per conto della Banca centrale, che alla fine potrebbe non essere costretta ad agire in modo ag- gressivo come ci si aspetta». E una sorta di paradosso quello messo in evidenza da Gianluca Ungari, head of portfolio management Italy di Vonto- bel, che tuttavia non rappresenta cer- to una novità nel campo delle politi- che monetarie e di quelle dell'Euro- tower nello specifico: si prepara in anticipo il mercato, lo si guida verso una precisa direzione e si valutano strada facendo le conseguenze (in questo caso restrittive) dell'annuncio.

Già con il celebre whateverit takes passato alla storia dieci anni fa, Mario Draghi ottenne in fondo risultati con le sole parole, ben prima di passare ai fatti con il piano di riacquisti di attivi- tà che si avvia al termine soltanto in queste settimane. Certo, oggi la situa- zione è diametralmente opposta, ma il peso della retorica (oguidance, come

si ama definirla fra i tecnici) resta de- terminante: «Da inizio anno - ha ag- giunto Ungari, presentando ieri a Zu- rigo il Vontobel Summer Outlook - la curva dei rendimenti tedesca si è già spostata verso l'alto in media di 130- 150 punti base e questo ha causato forti perdite per i portafogli obbliga- zionari». Le attese dellabanca elvetica sembrano abbastanza allineate al re- sto dei previsori: una «stretta» di 25 punti base a luglio, una analoga a set- tembre e una nei mesi successivi per un totale di 75 punti entro fine anno.

Aquesto punto però, aggiunge Unga- ri, diventa anche «improbabile che la Bce sorprenda il mercato con rialzi dei tassi più aggressivi».

Il fatto che il mercato si incarichi appunto in modo indiretto di «fare il gioco» della Banca centrale permette a chi agisce sulle leve della politica monetaria di agire con più gradualità.

Si può coli nel frattempo attendere più chiarezza dagli sviluppi di una si- tuazione che rimane ancora molto complessa e avvolta nell'incertezza. E possibilmente evitare di gestire in modo volatile la dinamica dei tassi, con rialzi marcati che potrebbero poi indurre a improvvise retromarce co- me si sono viste in passato.

«L'inflazione dilagante richiede un

150

PUNTI BASE Da inizio anno la curva dei rendi- menti tedesca si è già spostata verso l'alto in media di 130- 150 punti base

Lo spread

Differenziale di rendimento fra BTp e Bund a dieci anni 240

211,2

200

160 - 136,4

120

31/12/21 08/06/22

giro di vite e gli avvertimenti degli esponenti dei Paesi dell'Europa core si fanno sempre più frequenti, così come anche la Federal Reserve è sot- toposta a maggiori pressioni dal- l'esterno», spiega Ungari. Adifferen- za di quanto avviene negli Stati Uniti, i salari dell'Eurozona non hanno però ancora reagito alle spinte inflazioni- stiche e questo in teoria depone a fa- vore di una maggior prudenza del- l'Eurotower, che potrebbe procedere alla normalizzazione delle politiche monetarie con un ritmo moderato.

E se l'impressione generale è che fra gli investitori si siano create pro- babilmente attese eccessive sulle mosse di Francoforte e Washington, non è altrettanto detto che la fase di tensione sull'obbligazionario sia prossima al termine. «E probabile che la narrativa di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali continui fino a settembre, quando si potrà fare una valutazione più realistica della cresci- ta e dell'inflazione», avverte anzi Un- gari, mettendo in guardia sul rischio che una condotta così aggressiva, ol- tre a riportare sotto controllo l'infla- zione, vada a scapito della crescita e rischi di innescare una recessione.

In attesa di una schiarita anche le indicazioni fornite da Vontobel resta- no improntate alla massima pruden- za. L'esposizione della casa elvetica è stata infatti riportata «neutrale» per tutte le classi di investimento, bond e azioni compresi. L'unico sovrappeso va aoro e materie prime, con evidenti scopi di copertura e con una quota che si può spingere fino al io% dell'intero portafoglio . Qua e là spuntano occa- sioni interessanti, come sulle obbli- gazioni di aziende europee con rating più elevato (investment grade) e dai fondamentali più solidi, ma il mes- saggio di fondo rimane lo stesso: re- stare il più possibile alla finestra.

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Cdp, closing da 60 milioni di euro per la transizione digitale delle Pmi

Finanza per l'impresa

Al via Service Tech, dei fondo Corporate partners: entrano Bnl Bnp Paribas e Gpi Corporate venture capital, nel

2021

in Italia 90 round e 319 milioni di investimenti

Matteo Meneghello

Il corporate venture capital italiano (90 round nel 2021, più del doppio di quanto realizzato l'anno preceden- te) rafforza la sua potenza di fuoco con il varo del comparto Service Te- ch del Fondo corporate partners Idi Cdp Ventures capital. ll comparto, uno dei quattro promossi dal fondo, ha siglato in questi giorni il primo closing da 6o milioni di euro, coin- volgendo nell'operazione partner come Bnl Bnp Paribas e Gpi spa (quotata su Euronext e attiva nei si- stemi informativi e servizi perla sa- nità e il sociale). A questi due iniziali investitori corporate dovrebbero aggiungersi altre adesioni di realtà provenienti da settori diversificati.

Il comparto Service Tech si focaliz- zerà su startup o Pmi innovative in grado di offrire soluzioni per la transizione digitale delle aziende nell'ambito dei servizi, in particola- re quelli di natura finanziaria e assi-

curativa o con esigenze innovative simili, come nel caso dei servizi sa- nitari. «Siamo felici di accogliere at- tori di rilievo come Bnl Bnp Paribas e Gpi all'interno del nostro fondo - spiega Enrico Resmini, amministra- tore delegato e direttore generale di Cdp Venture capital sgr -. Investire nell'innovazione per le aziende oggi è fondamentale, serve ad anticipare i cambiamenti strutturali dell'indu- stria in cui si opera e a rimanere competitivi. Lo abbiamo sperimen- tato negli ultimi anni, soprattutto nei servizi finanziari e assicurativi, in cui l'esigenza di garantire al clien- te flessibilità e sicurezza è emersa in modo sempre maggiore. La vicinan- za ai modelli organizzativi agili delle startup, determinati anche dalla ra- pida adozione di nuove tecnologie, contamina l'approccio aziendale con un arricchimento a vantaggio di entrambi». Gli altri tre comparti del fondo per i quali è aperta la raccolta sono Industry Tech (attivo da luglio

2021, con asset under management di 6o milioni di euro), Energy tech e Infra Tech (quest'ultimo specializ- zato sui processi di progettazione, pianificazione, monitoraggio e ge- stione di cantieri e infrastrutture).

Il closing del fondo di Cdp è un ul- teriore step nella costruzione di un ecosistema per il corporate venture capital italiano, che pur mantenen- do ancora dimensioni contenute, ha registrato nell'ultimo anno tassi di crescita significativi. I numeri del mercato locale, elaborati sulla base delle evidenze emerse dal VeM

(Venture capital monitor, osserva- torio promosso da Aifi insieme alla Luic Business school) sono stati pre- sentati ieri in un convegno che ha analizzato il contributo del Cvc alla capacità di innovazione delle azien- de italiane, con testimonianze di imprenditori e addetti ai lavori. Nel

2021 si segnala in Italia un incre- mento del 125% dei deal, per un con- trovalore investito di 319 milioni di euro (+15%). «La maggior parte degli investimenti - spiega Anna Gerva- soni, direttore generale di Aifi - si concentra ancora sulle start up, co- me è naturale, dal momento che il sistema è ancora giovane. I settori privilegiati, tra i target, restano fin- tech e Ict, seguiti dall'healthcare. Il Cvc assume nella maggior parte dei casi un ruolo da lead investor, ma per due terzi del capitale è affiancato dai fondi di venture capital. C'è un buon rapporto di collaborazione, l'Italia ha delle ottime medie impre- se tecnologiche, bisogna lavorare sullo sviluppo di questo sistema».

A livello globale, secondo i dati di una ricerca di Accenture presentata durante il convegno, il Cvc ha inve- stito 169,3 miliardi di dollari solo nell'ultimo anno, anche in questo caso più del doppio dei 70,1 miliardi del 2020, che già era stato record an- nuale. Nel primo trimestre si è regi- strata però un rallentamento: il nu- mero di deal, 1.317, rimane elevato, ma il controvalore si riduce, scen- dendo a 37 miliardi (-19%), trainato verso il basso dal rallentamento del mercato cinese (-64%).

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Il corporate venture capital nel mondo

Numero degli investimenti e controvalore in miliardi di dollari

DEAL MEDIO Dati in

MIn $

2.128 3.356 4.661

VALORE 44i...,

DEGLI u,-,3--'9•P

INVESTIMENTI '.40''.

In Miri di $

5.000 4.661

INVESTIMENTI 2500 In numero

0

2.128

2016

3.356

2020 2021

Fonte: Fonte: Dealroom.co, CBlnsights

Anna Gervasoni (Aifi):

«Questo ecosistema vive di interazioni: mercato in crescita anche grazie al venture capitai»

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Il casó Vendite di mezzi inquinanti bloccate dal 2035. Sì alle deroghe per la Motor Valley italiana

Auto, stop a benzina e diesel

Ue divisa. Lite tra Pd, Lega e FdI. Rinvio su carbon tax e mercato delle emissioni

di Francesca Basso Primo piano II voto

l al 20351e auto a benzina e l diesel non potranno più essere vendute. Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta della Commis- sione. Sì alle deroghe per la Motor Valley italiana. Si spac- ca la maggioranza e slitta il voto sulla carbon tax. Scontro tra Pd, Lega e Fd1.

alle pagine 2 e 3 Querzè

99 Parlamento europeo, noi votiamo per un futuro green. Le destre italiane scelgono il nero fossile

99

Enrico Letta Segretario del Partito Democratico

Dal Pd non abbiamo visto una proposta su come far accadere i cambiamenti gestendone le conseguenze. Solo slogan. Non è politica, è populismo

Carlo Calenda Segretario di Azione

99 L'industria dell'auto ha già fatto la sua scelta. L'emendamento del Partito popolare europeo è un pasticcio

Frans Timmermans Vicepresidente della Commissione Ue

Diesel e benzina, addio dal 2035 i\Ea lFur ,parlamenlo.si divide

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Ma le aziende devono preryurmi :JI'elemim.>

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Diesel e benzina, addio dal 2035 Ma l'Europarlamento si divide

Sì agli emendamenti «salva Motor Valley». Spaccatura anche sulla carbon tax e il mercato delle emissioni

DAI. LA NOSTRA INVIATA

STRASBURGO Le auto nuove a diesel, benzina e gpl non po- tranno essere più vendute nell'Ue dal 2035. Mentre i pro- duttori della Motor Valley ita- liana avranno tempo fino al 2036 per adeguassi alle regole Ue. Partirà da queste basi il negoziato del Parlamento Ue con il Consiglio per arrivare alle nuove regole europee che dovranno portare al taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 rispetto al 1990, per raggitmgere la neutralità cli- matica al 2050.

il Palamento Ue si è invece spaccato sulla riforma del si- stema di scambio di quote di emissione (Ets) che torna in commissione Ambiente. Que- sto ha comportato la sospen- sione del voto sulla «carbon tax», cioè il meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (Cbam) e sul Fondo sociale per il clima. So- no stati i dettagli a far saltare le alleanze, il pacchetto «Fit for 55» ha implicazioni imz portanti sul tessuto industria- le dei diversi Paesi Ue. Non è solo la «maggioranza Ursu- la», composta da popolari, socialisti e liberali, a non ave- re tenuto. Ci sono state divi- sioni anche tra i socialisti e nel Pd e tra i gruppi che in Ita- lia sono al governo.

Ma andiamo con ordine.

Sul dossier relativo alle emis- sioni di auto e furgoni nuovi, l'emendamento del Ppe che puntava ad abbassare il taglio delle emissioni delle auto dal 100% al 90°%0 dal 2035 per la- sciare una finestra aperta a tecnologie alternative all'elet- trico non è passato. Invece la deroga per i piccoli produttori di auto (da mille a io mila vet- ture l'anno) e furgoni (da mil- le a 22 mila all'anno) si è al- lungata dal 2030 previsto dal- la proposta della Commissio- ne al 2036 contenuto nell'emendamento «salva Motor Valley», primi firmatari Massimiliano Salini (FI) e Pie-

tro Fiocchi (FdI), ma sostenu- to anche tra gli altri da Simo- na Bonafè e Alessandra Mo- retti del Pd, Silvia Sardone della Lega. Sostegno biparti- san in Alula, il M5S si è aste- nuto. Il Consiglio Ue non ha ancora definito la sua posizio- ne negoziale sulle emissioni delle auto. Gli Stati membri dovrebbero trovare l'intesa nel consiglio Ambiente del 28 giugno. A quel punto partirà il cosiddetto «trilogo» dal quale emergerà l'accordo sulle re- gole Ue per le emissioni delle auto nuove dal 2035.

L'altro dossier cruciale ri- guardava la riforma del siste- ma dello scambio delle quote di emissione (Ets), che rap- presenta una delle principali misure dell'Ue per la riduzio- ne delle emissioni di gas a ef- fetto serra nei settori indu- striali a maggior impatto sui cambiamenti climatici. Sono passati gli emendamenti del Ppe, con il sostegno in parte dei liberali di Renew Europe, dei conservatori dell'Ecr (di cui fa parte lidl) e dei naziona- listi di Identità e democrazia (di cui fa parte la Lega), consi- derati peggiorativi dal punto di vista ambientale dai socia- listi, che si sono divisi. Ma al- cuni emendamenti sono stati sostenuti anche dai socialisti.

Nel voto sul testo finale, che ha visto momenti di tensione e la richiesta di una pausa da parte della capogruppo dei socialisti Iratxe Garcia Pérez per decidere la linea, si sono espressi a favore il Ppe, i libe- rali di Renew e 16 eurodepu- tali di S&D, tra cui Irene Tina- gli. Contro il gruppo S&D, i Verdi e la Sinistra ma anche i conservatori dell'Ecr e la de- stra Id: la riforma è stata re- spinta e rimandata in com- missione. Il M5S si è astenuto.

Il voto ha diviso anche la mag- gioranza che in Italia è al go- verno: a favore Forza Italia e Italia Viva, contro Lega e gran parte degli esponenti pd,

astenuto il M5S e contro i 4 Verdi (ex M5S). Fratelli d'Ita- lia, a Roma all'opposizione, ha votato contro. Uno degli emendamenti critici è il 231 presentato dal Ppe e votato da Ecr, Id e alcuni liberali e socia- listi: proponeva il rinvio al 2034 della fine delle quote di emissione gratuite per l'indu- stria ad alto consumo energe- tico (a favore Fdl, Lega, FI, Ita- lia Viva, Azione, sei del M5S, Paolo De Castro e Giuseppe Ferrandino del Pd; contro gran parte degli eurodeputati pd e i 4 Verdi). Il testo della Commissione Ue indicava dal 2036, un emendamento S&D dal 2032, ma non è passato.

Francesca Basso

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Fonte: Mie

Quadro incentivi ín Europa e Italia

Importo*

ILIFrancia 1,4 miliardi

=Spagna 0,8 miliardi

GtGermania 4 miliardi LibITALIA 1,1 miliardi

gui

Gli a0

ddett c e lavorano nella componentistica automotive italiana

ofter

a quota del settore automotive sul fatturato aggregato del Paese

per cento

La quota di componenti di auto tedesche prodotte dalla filiera italiana

ila addetti

I numero di operai già a rischio nel comparto diesel a causa della transizione

I trend di mercato in Europa e Italia

Andamento percentuale immatricolazioni veicoli in UE ei Diesel Benzina EPV

60% 1C

Altro

50%

40%

30%

20%

10%

2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 1° sem.

2020 Andamento immatricolazioni veicoli elettrici

il ITALIA Europa

16%

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0

2015 2016 2017 2018 2019 1"sem.

2020

Orizzonte temporale •2024

2023 •2024 • 2021

Fonte: Mise Corriere della Seta

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La flllera Italiana deil'automotive al Nella componentistica

Imprese Addetti Fatturato in miliardi di euro

55

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2200 161.000 45

F;Inle. ii

67%

In Europa L'EXPORT

30%

delle auto tedesche è composto da parti prodotte in Italia

% del PII

Immatricolazioni autovetture (in migliaia) 2038

u ITALIA 1910 U

Germania 3.435 mi Spagna 1.258

V Francia 2.173 ~ Fonte Mise

Fabbisogno di posti di lavoro 6,2 a parità di motori prodotti

(numero di persone)

Diesel benzina Eiettried

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Fonti: Ip MFiaiI

Diesel: posti a rischio entro il 2023 Locali«, Produzione VSesm

Technologies Pisa Italy

Iniettori ed elettrovalvole

Stellantis Cento Diesel V6 3000 (Ferrara) cilindrata

Bari E-bikee pompe per il diesel

Bari Pompe a iniezione e motori elettrici

DENSO Denso San Salvo Alternatori e motorini (Chieti) di avviamento Fante: elaburazrolte.batarnom su ama tiro, F:uar. ,Jllei

Produzione autovetture (in migliaia)

2019 2020 2018 2019 2020

1.916 U 1.381 RADA 6601 5421 4521

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e

Fonte: Mise

Componentistica: entro il 2035 le imprese e i posti a rischio

500

Imprese Forte. Arte

a rischio occupati 750

450

n000 lUt7 Addetti

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900

(600pcstipersi dal 202 6) 60.000

1.400

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Le misure bandiera

L'EQUIVOCO SUL SAIARIO

MINIMO

di Alberto Mingardi

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«P

problemacomplesso c'è una risposta che è chiara, semplice e sbagliata», diceva H.L.

Mencken. In Italia, fra il iggo e il 2020, il salario

medio (a parità di potere d'acquisto) è diminuito del

2,9 per cento. Per questo la discussione sulla nuova direttiva europea in tema di salario minimo nel nostro Paese ha avuto più eco che altrove. L'inflazione non è più materia per arcane discussioni fra

economisti. Le persone la misurano andando a fare la spesa.

continua a pagina 34

Le misure bandiera I bassi salari italiani riflettono la storia del Paese, le rigidità del sistema, la scarsa certezza Ciel diritto Problemi che non si risolvono con slogan ma con riforme

CORRIERE DELLA • SERA

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L'MLAZIO\-E E L'EQUIVOCO SL1 SALARIO MINIMO

di Alberto Mitigargli

SEGUE DALLA PRIMA

a situazione internazionale ali- menta l'incertezza: l'economia ita- liana non crescerà quanto ci aspet- tavamo nel 2022, probabilmente non crescerà affatto e comunque troppo poco. Nella preoccupazio- ne, ci si aggrappa alla speranza di un aumento dei salari.

E questo l'equivoco di fondo:

non sarà una soglia minima delle retribuzioni a farle crescere. An- che se il non detto, la speranza na- scosta sembra essere questa quan- do si rincorrono nei dibattiti di po- litici e cittadini il rincaro dei prezzi e il salario minimo. Ma si rischia di cadere in una trappola. Innanzi a un problema, vorremmo che tutto si potesse sistemare con una sin- gola decisione. La politica si offre con slancio di fare le sue magie.

Facile che si rivelino mere illusio- ni.

In Europa, alcuni Paesi hanno il salario miniano, altri, come noi, i contratti collettivi nazionali validi erga omnes. I due strumenti sono alternativi. I contratti collettivi de- finiscono già la remunerazione del grosso della forza lavoro (oltre 1'80%). In Italia abbiamo anche un

salario minimo di fatto. Avendo introdotto il reddito di cittadinan- za, quest'ultimo diventa una sorta di valore di riferimento. Lo stipen- dio offerto da un datore di lavoro non può situarsi al di sotto di quel- la soglia, altrimenti il lavoratore saluta e si mette in fila per il sussi- dio.

Negli scorsi mesi, si è scritto molto sulla contrazione dell'offer- ta di lavoro. Avendo affrontato la pandemia a suon di «ristori», mol- ti Paesi, Italia inclusa, si ritrovano con una forza lavoro non più di- sponibile ad accettare alcuni im- pieghi e le rispettive retribuzioni.

Gli stessi Paesi non sono propensi ad aprire le frontiere a chi quei la- vori e quelle retribuzioni accette- rebbe.

11 salario minimo implica una maggiore rigidità sul lato della do- manda. L'effetto sul lavoro poco qualificato è prevedibile: all'au- mentare del prezzo, se ne chiede- rebbe di meno. Altrimenti perché ragionare (come fa l'Ue) su valori ben inferiori al salario di equili- brio? E sul resto delle professioni non ci sarebbe quella sorta di

«spinta al rialzo» in cui molti sem- brano sperare.

Tutti tendiamo a pensare al sa- lario come a qualcosa che il datore di lavoro decide per noi. Crediamo che se qualcun altro (lo Stato) gli ordibasse di pagarci di più, lo fa- rebbe. Le cose non stanno proprio così. L'imprenditore remunera i fattori produttivi in modo coeren- te con i costi che ritiene possibile

sostenere, in vista della realizza- zione di un dato bene o servizio e della sua vendita a un certo prezzo.

Per questo, gli operai della Ferrari se la passano meglio degli altri. Le doti (gli skill) e la produttività del lavoro influenzano la remunera- zione.

Salari più alti certificano il buo- no stato di salute di un Paese per- ché segnalano, ad esempio, che il sistema educativo funziona e for- ma persone qualificate ma anche che le produzioni utilizzano mac- chinari e strumenti i più avanzati.

E certificano quegli incrementi di produttività che dal 1995 in Italia è cresciuta solo del 10% mentre nei Paesi della zona curo è salita di quasi il 40°%. Simmetricamente, il basso costo del lavoro «compen- sa» bassi investimenti in tecnolo- gia, competenze inadeguate, alti costi legati, per esempio, ai servizi che un'impresa deve acquistare e anche alla scarsa certezza del dirit- to.

I bassi salari italiani non sono un «problema» per cui ci sia una

«soluzione». La dinamica degli stipendi riflette la storia del Paese, le rigidità del sistema, persino la poca certezza del diritto, i limiti di università e scuola. A questo si ag- giunge ora l'inflazione che innega- bilmente taglia il potere d'acqui- sto, per di più in modo differenzia- to, pesando di più sui redditi bassi.

E si capisce come questo non sia il tempo degli slogan e delle misure bandiera, ma quello, ancora una volta, delle. riforme mai fatte.

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spread Btp-Bund

Il differenziale tra i titoli di Stato italiani (BTp) e quelli tedeschi (Bund) ha chiuso ieri

a 211 punti base. II rendimento dei decennali italiani si è attestato al 3,47%, nuovo massimo da fine 2018.

Economia 111~ .

Dall'idrogeno verde alla eardtá.

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Dall'idrogeno verde alla sanità,

via ai «progetti bandiera» del Pnrr

Intesa tra governo e sei regioni. A Genova nn centro di medicina avanzata. I piani green

di Enrico Muro

ROMA «Gli accordi di Oggi so- 1.10 passaggio Importante nell'attuazione del Piano na- zionale di ripresa e resilien- za». Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ieri a Palazzo Chigi, dove ha firmato con le Regioni Liguria, Pie- monte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia, i primi due protocolli d'intesa per la realizzazione dei cosid- detti «progetti bandiera», il Pnr.T, ha aggiunto, «e un pia- no che parte dal basso e che ha bisogno del vostro contri- buto per avere successo».

Il primo protocollo riguar- da 1a Liguria, per un «Centro di medicina com.putazionale e tecnologica» nella zona di hrzeili. «Genova --- ha detto il presidente della Regione, Giovanni 'Poti -- diventerà centro europeo di ricerca sul- la salute e avrà un ospedale di

I li ministro Daniele Franco

405

milioni il finanziamento

per realizzare il Centro di medicina computa- zionale e tecnologica a Genova

assoluta eccellenza». Con un finanziamento di 405 milioni verrà costruito un nuovo ospedale e u-n lrccs (Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico): 280 milioni arri- veranno dall'I.nail, 60 milioni dai fondi ex articolo 20 della legge 67/88 (ammoderna- mento tecnologico della sani- tà) e 65 milioni dal Pnrr. Met- tendo insieme la potenza di calcolo più avanzata e «la ri- voluzione genomica», ha sot- tolineato il ministro della Sa- nità, Roberto Speranza, si po- trà avere «la medicina perso- nalizzata e di precisione»,

Il secondo protocollo inte- ressa 5 regioni, Piemonte, Friuli-Venezia G,~iulia, Umbria, Basilicata e Puglia, per realiz- zare siti di produzione di idrogeno verde in aree indu- striali dismesse, le cosiddette

«Hydrogen valleys». Si preve- de un finanziamento integr"a- tivo di 5o milioni, io per cia- scuna Regione. Questo -pro-

getto, ha detto il ministro del- la Transizione, Roberto Cingolani, «ci ructte in linea con i migliori Paesi d'Europa, in un settore che è strategico per il futuro».

Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha sottoli- neato che a Taranto verrà co- struito «il Centro studi e ap- plicazioni industriali, che consentirà la decarbonizza-- zione dell'impianto sideru rgi- co ex uva». «Presidente l;mi- liano — gli ha risposto Draghi il suo riferimento e parti- colarmente importante. II go- verno intende riportare c l'liva a quando era competitiva e la più grande acciaieria d'Euro- pa».

Alle due intese di ieri ne se- guiranno altre, 11 governo ha chiesto a tutte le Regioni di individuare un progetto di ri- levanza strategica, che sarà re- alizzato sulla base di accordi che fanno riferimento alle missioni del Pnr-r, per un va-

lore complessivo di g núliai'- di. <<Siamo qui per i primi sei progetti bandiera, ma ci au- guriamo di completare gli ac- cordi con tutte le Regioni nel- l'arco di qualche mese», ha detto la ministra per gli Affari re i.onali, Mariastella Gelmi- n. II premier ha chiesto alle stesse Regioni la massima collaborazione, «Un continuo colloquio quotidiano che per- inette alle istituzioni di lavo- rare insieme. Quando manca questo finisce il dialogo e si perde tempo», ha ammonito Draghi,

I protocolli rientrano nel- l'ambito del PinT, dove, ha as- sicurato Cingolanr, «siamo puntualissimi» sul rispetto degli obiettivi da conseguire entro il 3o giugno per ottene- re la seconda rata di finanzia- menti europei, pari a .rd mi- liardi. Si tratta di 45 interven- ti, di cui 15 riforme e 30 inve- stimenti.

'D RIPRODUZIONE RISERVATA

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Eni: fusione nucleare, l'impianto nel 2030

«Inverno difficile senza un tetto a1 gas»

Descalzi: tensioni sui prezzi «molto pesanti», far anno male a famiglie e indus tria. L'intesa con il Mit

di Federico Rampini

Il prossimo inverno «non sarà semplice per l'Italia», le tensioni sui prezzi saranno

«molto pesanti, faranno male alle famiglie e all'industria», se non passa a Bruxelles la proposta Draghi di urrtetto al prezzo del gas. Lo dice a New York l'amministratore delega- to dell'Eni, Claudio Descalzi. I messaggi che lancia non sono rassicuranti sul breve termi- ne. Le opposizioni a quel- l'idea del governo italiano re- stano forti, perché altri sog- getti europei ricavano dei guadagni da un sistema dei prezzi «pieno di distorsioni».

E' lì che si concentra la soffe- renza immediata: «Abbiamo un problema di prezzi, non di volumi, perché l'offerta di gas c'è». Nel medio periodo la prospettiva migliora, secondo Descalzi «l'obiettivo del mini- stro Cingolani di sostituire tutto il gas russo in due armi è mezzo è realistico». Ci aiuta fatto che l'Eni possiede riserve

di gas in molti paesi tra cui Egitto Libia Algeria Ghana Congo Indonesia. Non deve quindi andare a comprare gas alt ui, deve «negoziare i per- messi per trasportarlo» verso l'Italia.

Spingendo lo sguardo an- cora più avanti, il chief execu- tive dell'Eni intravvede un fu- turo migliore. La ragione del- la sua visita negli Stati Uniti è un sopralluogo presso un im- pianto pilota della fusione nu- cleare: il Commonwealth Fu- sion System (Cfs), un progetto nato dal Massachusetts Insti- tute of Technology (Mit) con l'appoggio del governo fede- rale Usa, e di cui l'Eni è il mag- giore azionista privato. Il pro- totipo sarà operativo nel 2025, l'impianto indùst:riale seguirà nel 2030, a partire da quell'anno Descalzi si aspetta che la fusione nucleare possa conoscere una diffusione im- portante. Cominciando da Stati Uniti e Regno Unito, i due paesi all'avanguardia su questo terreno. «Il Congresso di Washington ci crede e vuo- le destinare fondi importanti alla fusione». La fusione «è il

contrario della fissione», sot- tolinea, ricordando che que- sta nuova tecnologia «non ge- nera radioattività, non produ- ce scorie». F1a costi bassi, usa come materia prima l'acqua.

«pesante», cioè non distillata:

anche quella di mare. E la consuma in piccole quantità,

«da una bottiglia può genera- re 250 megawatt in un anno».

L'investimento iniziale non è enorme, un miliardo per il prototipo, e se si dovesse an- dare verso tante repliche i co- sti scenderebbero ancora. «Il mondo non sarebbe più divi- so tra chi ha e chi non ha ac- cesso a risorse rare, che siano il petrolio o il gas o i minerali per le batterie dell'auto elet- trica. L'acqua pesante ce l'hanno tutti. Le centrali sa- rebbero piccole. L'elettrifica- zione low cost diventerebbe accessibile perfino alle zone più povere dell'Africa, dove per centinaia di milioni di persone la corrente è ancora un lusso. Avremmo centrali piccole, diffuse, alla portata di chi finora è dipendente dalle materie prime altrui».

L'orizzonte 2030 può sem- brarci lontanissimo mentre siamo alle prese con la trage- dia ucraina, «ma se non vo- gliamo restare al gelo nell'in- verno del 2030 è oggi che dobbiamo cominciare a pre- pararci». Se gli Stati Uniti e il Regno Unito cominceranno a costruire centrali a fusione nucleare, cadrà la resistenza degli italiani, dei tedeschi, dei giapponesi? Descalzi è con- vinto che «se la fusione man- tiene le promesse, se funzio- na, tutti i paesi vorranno aver- la, i costi bassi insieme all'as- senza di radioattività saranno un argomento irresistibile».

Il chief executive della mul- tinazionale italiana ha notato una novità nell'atteggiamento dei suoi azionisti Usa. Ancora all'inizio del 2021 volevano parlare solo di sostenibilità e rinnovabili, Già nell'estate scorsa quando ebbe inizio lo shock energetico, mesi pri- ma dell'aggressione russa al- l' craina -- di colpo tutti so- no tornati a preoccuparsi per la scarsità dell'offerta di ener- sie fossili.

'rj RIPRODUZIONE RISERVATA

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Strategie

• Nel processo di diversifi- cazione delle fonti energetiche l'Ení ha stretto una serie di accordi all'estero per aumentare le forniture di gas dall'Algeria e di gas liquido dall'Egitto, dal Congo e dal Qatar

• II ceo Claudio Descalzi di recente è stato anche negli Stati Uniti

Al vertice Claudio Descalzi, 67 anni, amministratore delegato Eni

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LA FRENATA

L'Ocse taglia la crescita italiana

"Stipendi erosi dall'inflazione"

Effetto guerra sul Pil: salirà del 2,5% quest'anno e dell'1,2 il prossimo. "Gli aumenti retributivi non compensano il caro vita". Confcommercio: Paese diviso, serve un patto per la produttività

ROMA Non è ancora recessione, ma la crescita globale rallenta for- temente, mentre l'inflazione mon- diale è prevista al 9% nel 2022.

L'Ocse rivede al ribasso le stime del Pil globale, che passano dal 4,5% di dicembre al 3%. «Paghiamo tutti il prezzo dell'aggressione rus- sa all'Ucraina. Prima di tutto gli ucraini ma è anche un grande shock per l'economia globale», sot- tolinea il capo economista Ocse Laurence Boone. Aggiungendo che il rischio maggiore da scongiu- rare è quello di una carestia per i Paesi più poveri: «Non è un prezzo che il mondo dovrebbe pagare».

La previsione per l'Italia è di una crescita al 2,5% quest'anno, in li-

nea con il 2,6% previsto per l'Euro- zona, e all'1,2% il prossimo, con l'in- flazione al 6,3%, troppo alta per- ché gli incrementi salariali possa- no compensare «la spesa che le fa- miglie dovranno sostenere in ra- gione dell'aumento del costo della vita». E, se dovessero esserci limita- zioni nelle forniture di gas natura- le, «prevalgono i rischi al ribasso per la crescita». Ecco perché si rac- comanda fortemente «un piano di riforme e investimenti», e si guar- da con favore all'arrivo della diret- tiva Ue sul salario minimo, in dire- zione del «rafforzamento della contrattazione collettiva».

Anche il presidente di Confcom- mercio Carlo Sangalli nell'inter- vento all'Assemblea Annuale indi-

ca una previsione di crescita al 2,5% e un'inflazione al 6,5% nel 2022, e chiede che l'adozione del salario minimo passi per la «valo- rizzazione erga omnes dei tratta- menti economici e del welfare con- trattuale previsti dai contratti col- lettivi». Posizione comune ai sinda- cati: per il leader della Cgil Mauri- zio Landini «è importante che si in- tervenga anche rafforzando la con- trattazione collettiva».

Ma non c'è una convergenza as- soluta: il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli (M5S) ribadisce in un post su Facebook che «è una falsità» sostenere che all'Italia non serva un salario mini- mo legale, anche se «la contratta- zione collettiva è senz'altro impor- tante». — r.am.©RIPRODUZIONE RISERVATA

Economia

COese taglia la crescita italiana

"Stipendi crasi dall'inflazione"

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