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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.04 (1877) n.181, 21 ottobre

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno IY - Voi. VITI Domenica 21 ottobre 1877 N. 181

ANTONIO SCIALOIA

Or son pochi giorni, il telegrafo ci portava la dolorosa notizia della morte di Antonio Seialoia, av-venuta nell'isola di Procida, dove egli erasi recato per curare la sua salute già da gran tempo inde-bolita.

Se la perdita di un tanto cittadino è un lutto per la patria, essa ò pure 1111 lutto per la scienza eco- I nomica, a cui è venuto a mancare un cultore illu-stre e lodato in Italia e fuori. È dunque doppiamente uu dovere per noi di consacrare qualche parola alla | sua memoria.

Antonio Seialoia nacque a Geduccio, presso Napoli, il 1 ° agosto 1 8 1 7 e si dette agli studii del diritto. Nel 1810, giovanissimo ancora, pubblicò i Principii di economia sociale. In questo lavoro egli tentava, non senza successo, di considerare al lume della fi-losofia le dottrine più generali dell' economia poli-tica. Certo questo libro, sebbene non se ne possa esagerare 1' importanza, era una grande promessa in un giovane, che veniva d'un tratto a prendere un posto onorato fra gli economisti italiani. E vuoisi dar molta lode al governo piemontese, il quale, ri-stabilita nel 1846 la cattedra di economia politica nella Università di Torino, chiamò il giovane avvo-cato napoletano all' onorevole ufficio.

Non solo lo Scitdoia non smenti l'aspettativa uni-' versale, ma destò le maggiori speranze che diro si possa. Aveva seria e profonda dottrina ; l'ingegno pronto e vivace ; la parola oloquentissima ed at-traente. Se non che durò nell'insegnamento un anno, poiché gli avvenimenti del 1848 lo chiamarono a Napoli.

Considerando i molti servigi che come uomo po-litico rese all' Italia, noi non lamenteremo la sua carriera di scienziato interrotta. Pure non possiamo a meno di dire che è doloroso che lo Seialoia non abbia potuto lasciare della sua dottrina nella scienza economica, monumenti maggiori e pari all'altezza dell' ingegno e del sapere. La quale apparisce chiara non tanto dal suo primo saggio, quanto dai molti scritti pubblicati qua e là, fra cui alcuni

notevolis-simi articoli che negli ultimi anni videro la luce nella Nuova Antologia, ed anche da molti dei suoi discorsi parlamentari. Ed è noto qual fama godesse all' estero, e come più volte venisse da governi stranieri interpellato su gravi questioni finanziarie.

Del resto fu comune destino degli uomini della passata generazione di dovere sacrificare la scienza e le lettere alla politica. Cesare Balbo pensava che l'uomo dovesse scrivere solo quando non poteva operare, e aveva ragione. GÌ' italiani non avevano allora una patria e volevano conquistarla. A rag-giungere questo intento, gli uomini di quella gene-razione sagrilìcarono tutto, la vita, gli averi, la glo-ria. Nobile esempio e degno che i loro successori non lo dimentichino.

E nondimeno, quando si pensa che questi uomini vissuti in mezzo alle lotte politiche, cacciati nelle carceri, sbalestrati negli esigli, occupati dei più gravi interessi dello Stato, spesso disconosciuti e calunniati, trovarono il tempo per lasciarci degli scritti che non moriranno così presto, non possiamo non proporli anche una volta come modello alle giovani genera-zioni.

A Napoli lo Seialoia fu durante il breve periodo costituzionale ministro di agricoltura e commercio e interinalmente degli affari ecclesiastici. Quando il Borbone, violando la fede giurata, volle infierire contro i patriotti che avevano il torto di aver cre-duto alla sua parola, lo Seialoia venne processato e gettato in carcere. Dovette alla sua fama se potenti intercessioni di Francia e d'Inghilterra valsero a fargli commutare la pena del carcere in quella dell'esilio. Tornò in Piemonte, nobile asilo tigli esuli di ogni parte d'Italia, e riprese l'insegnamento.

Dopo i fausti avvenimenti del 1859 venne chia-mato a Napoli nel 1860 dal Farini, che lo nominò consigliere di luogotenenza per lo finanze. Eletto deputato in quello stesso anno fu Senatore nel 1862.

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498 L' E C O N O M I S T A sebbene a malincuore egli dette il corso forzato ai i

biglietti della Banca Nezionale.

E di questa decisione e dei danni che dovevano poi nascere da uno stato di cose per la sua stessa ! natura anormale, gli si mossero molte accuse, ben-ché le difese, e autorevoli, 11011 mancassero. Nostro intendimento essendo quello di rendere un meritato omaggio alla memoria dell'illustre estinto, non ci par questo il momento di entrare in una discus-sione tante volte agitata. Questo solo vogliamo dire che quando senza passione si prenderanno a consi-derare le condizioni di quei momenti gravissimi, si riconoscerà forse che il provvedimento era oppor-tuno e in ogni modo si ri (Ietterà che quando la casa prende fuoco non sempre si ha il tempo di scegliere i mezzi per spengere l'incendio. E del resto questo si può in coscienza affermare che nella niente dell'on. Seialoia il corso forzato non era che un espediente temporaneo destinato presto a sparire, e che egli si dette con grande ardore a tentare qualche operazione che gli permettesse di toglierlo, tornando allo stato normale. Cadde dal potere prima di aver raggiunto l'intento, ma non sarebbe onesto negargli la dovuta giustizia.

Che se il corso forzato fu poi adottato quasi come un mezzo normale e si segui il sistema di spingere sempre più la emissione, la colpa non fu certo dello Seialoia.

Tornato alla Corte dei Conti, dove ora consigliere e per più anni presiedè una sezione, fu poi Ministro della pubblica istruzione dal 5 agosto 1872 al 7 feb-braio 1873, ma la fortuna non arrise al buon volere e lasciò il portafoglio.

Prese parte in Senato a discussioni importanti, fra cui quella intorno alla legge che istituiva il Consorzio ! delle Banche. La sua parola dotta, vivace, eloquente era sempre ascoltata con ossequio. La sua salute andava bensì da qualche tempo deperendo, e pensò che gli avrebbe giovato recarsi in Egitto. Colà il principe per fiducia nella dottrina di lui lo incaricò di riordinare l'amministrazione della finanza. Ma disanimato, sembra, da una corruzione profonda e insanabile, lasciò I' ufficio e tornò per spengersi in patria, non lasciando ai figli che l'esempio della sua virtù. Sulla tomba semiaperta tacciono le calunnie che a lui come a molti altri forse abbreviarono i giorni.

E così si diradano le file dei valorosi, e così ogni ; giorno sparisce uno di quegli uomini, che nella vita agitata e incorrotta compendiavano l'immagine delle glorie e delle sventure della patria.

Dello Seialoia come economista abbiamo detto già brevi parole. Ci piace aggiungere che egli fu nobile ornamento della scuola liberale. Noi ci permettemmo di chiedergli un giorno in queste nostre colonne come mai il suo nome avesse potuto figurare nella circolare

di Padova; ma il fatto è che egli non assistè nem-meno al Congresso di Milano. Forse fu un atto di ossequio agli amici; forse gli parve che d'altro non si trattasse che di promuovere il Progresso degli studi economici con largo e liberale concetto. Certo è però che quegli uomini, di cui noi pur rispettando la coltura e l'ingegno non sappiamo dividere le dot-trine, inalberavano una bandiera che non era mai stata quella dello Seialoia, che si mantenne fedele alla propria. I nostri avversari non ci faranno torto di questo compiacimento! In presenza di un sepolcro le nostre parole non saprebbero suonare ingiuria a chicchessia. Piangiamo un lume della scienza spento; in questo dolore tutti quanti coltiviamo l'economia politica, sia che apparteniamo a una scuola o ad un'altra, siamo solidali.

IL CONGRESSO FERROVIARIO INTERNAZIONALE

Nei giorni 8, 9 e 10 del corrente mese si riunì al Ministero d'Agricoltura e Commercio la Commissione internazionale incaricata di porre le basi di una sta-tistica comparata delle ferrovie.

Il Congresso inaugurò le sue sedute il giorno 8 con un discorso dell'on. Melegari il quale nell'as-senza del suo collega Maiorana Calatabiano salutò in nome del Governo gli intervenuti ed espresse l'opinione che le vie ferrate daranno il nome al se-colo X I X , avendo iniziata una vera rivoluzione eco-nomica coll'avvicinare i centri di produzioue a quelli di consumo, rivoluzione che farà pur sentire i suoi benefici effetti nelle controversie, le quali tuttora dividono il capitalista dal lavoratore e generalmente in tutte le questioni sociali, l'ordine morale non potendo concepirsi separato dall'ordine economico, e che promovendo il movimento delle persone e degli scambi, affretterà il trionfo delle idee pacifiche e l'unità morale delle nazioni. Concluse ringraziando i congregali d'aver accettato di collaborare ad una grande opera di progresso che assicura loro non solo la simpatia dell'Italia, che pregiasi di ospitarli, ma anche la gratitudine di tutto il mondo civile.

L'on. Branca, segretario generale del Ministero del commercio, salutò egli pure i convenuti in nome del ministro assente.

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21 ottobre 1877 499 autorevole e potente appoggio; espose infine

som-mariamente le origini e la composizione della Com-missione.

Il Congresso internazionale di statitica tenutosi in Buda-Pest dal 30 agosto al 7 settembre 1876, non potè esaurire il suo vastissimo compito. L'insegna-mento della statistica, la compilazione di buone ta-vole di mortalità, la statistica agraria e forestale, l'istituzione di una rete internazionale di stazioni meteorologiche agrarie, la statistica degli infortunii, delle Società commerciali, delle industrie, delle isti-tuzioni volte a vantaggio delle classi lavoratrici, delle epidemie, delle acque minerali e termali, della re-cidiva nei reati e le notizie sul movimento della po-polazione e sulle finanze nelle grandi città, erano temi troppo numerosi e vasti, si che alcuni poterono essere appena sfiorati nelle sedute del Congresso. Così, sebbene fossero convenuti a Buda-Pest pa-recchi direttori ed amministratori di grandi Compa-gnie ferroviarie, sebbene fossero presentate al Con-gresso parecchie memorie stampate per rischiarare sotto i suoi molteplici aspetti cotesto tema, non si venne ad alcuna conclusione intorno alle statistiche ferroviarie.

Trattavasi di compiere i lavori iniziati nei pre-cedenti Congressi, gettando le basi di una statistica internazionale, così delle strade ferrate e del loro materiale mobile e fisso, del personale, ecc., come dei trasporti di viaggiatori e di merci, dei prodotti, ecc. Le sezione cui furono assegnale le questioni del movimento commerciale, doveva occuparsi anche della statistica delle ferrovie e dei trasporti. Come però il tempo stringeva, nò potevasi approfondire questo studio quanto lo richiedeva l'indole tecnica dell'argomento, fu.nominata dal Congresso una Giunta di quindici membri, e le fu affidato l'incarico di ripigliare in esame la questione e riferirne al futuro Congresso.

Furono eletti a far parte di questa Giunta i si-gnori Correnti e Bodio per l'Italia; Brachelli e Schiller per l'Austria; Keleti e Ivànlia per l'Ungheria; Be-cker e Jonke per ^Germania; Callewaert pel Belgio; Giffen per la Gran Brettagna; Kjar per la Scandi-navia ; Perl, Wendrich e Borkowski per la Russia ; Block per la Francia. Ed essi deliberarono di radu-narsi dopo un anno in Roma, sotto la presidenza del signor Brachelli, professore nella scuola politec-nica di Vienna e direttore della statistica al mini-stero del commercio in Austria. A questi delegati della giunta si unirono, quelli di varie Compagnie ferroviarie.

Su proposta del dott. Brachelli, l'on. Crrrenti, vice-presidente della Giunta centrale di statistica, e 1' on. Valsecchi, deputato al Parlamento e direttore generale delle ferrovie italiane, furono per accla-mazione eletti presidenti onorari.

Principiarono quindi i lavori della Commissione, prendendosi a base dei medesimi il programma già compilato dall' Ufficio di statistica del ministero au-striaco del commercio.

L' adunanza, dopo un animato dibattimento risolse che, lasciando da parte ogni discussione generale, si procedesse all' esame dei vari quadri, in cui, se-condo I' anzidetto programma, dovrebbe ripartirsi la statistica comparata delle ferrovie e che quest' esame avesse luogo in assemblea plenaria, salvo a nominare delle Sotto-commissioni per lo studio di quei punti che si riconoscessero abbisognare di più speciali ed accurate indagini.

Intrapresa la discussione del quadro 1 (Prospetto particolareggiato delle lunghezze e delle condizioni di superstruttura, di livello e di direzione delle li-nee di ferrovia in esercizio al termine di un dato anno), ed essendo insorti dispareri sulla forma nella quale dovranno essere classificato le notizie relativo ai punti sovraccennati, venne nominata una Sotto-| commissione per istudiare una redazione del quadro

che soddisfacesse a tutte le esigenze.

Nella 2a riunione (9 corr.) venne compiuto l'e-same del primo quadro, già incominciato nella seduta j precedente, quadro che comprende l'indicazione delle Compagnie proprietarie o conduttrici e delle sedi, così delle Amministrazioni centrali, come delle Di-rezioni dell'esercizio, la lunghezza delle linee eser-citate, al termine d'ogni anno, siano esse di pro-prietà della Compagnia, di terzi, o comuni ad altre Compagnie, il numero dei binarii di cui è dotata ciascuna linea e la complessiva loro luughezza; il sistema d'armamento, ed infine le condizioni tecniche delle singole linee in latto di pendenze e di curve. F u pure cominciato e portalo a compimento 1' a-same del secondo quadro che riassume i dati relativi ; allo stato del materiale mobile ed alla percorrenza I chilometrica delle linee, nonché alla quantità e qualità

dei viaggiatori e delle merci trasportate ogni anno da ciascuna linea.

Una Sotto-commissione venne incaricata di dare ai due quadri la loro forma definitiva in conformità alle deliberazioni prese nell'adunanza plenaria.

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cale-300 • L' E C O N O M I S T A 21 ottobre 1877 gorie rispettive; delle spese secondo che si

riferi-scono all'amministrazione generale, alla sorveglianza e manutenzione della via, al movimento ed al traffico, alla trazione ed al servizio delle officine, o ad altri speciali titoli non compresi naturalmente nelle spese d'esercizio, infine il prodotto netto dell'esercizio così in cifre assolute come in relazione al capitala im-piegato e al numero dei chilometri esercitati.

Sull'opportunità di redigere una statistica speciale del movimento delle merci sulle singole ferrovie e di compilare una statistica a parte per le ferrovie private fu rinviata ogni deliberazione ad una futura riunione del Congresso, che avrà probabilmente luogo a Parigi nel corso del 1878.

Noi ci lusinghiamo che il Congresso tenuto a Roma condurrà ad un migliore ordinamento della sta-tistica delle ferrovie; che adesso ò fatta dalle varie nazioni e dalle diverse Compagine in modo troppo difforme, perchè si possano esattamente conoscere lo condizioni presenti di questo importantissimo tra i mezzi di comunicazione e i resultati che esso dà nei singoli Stati, e secondo i sistemi diversi di co-struzione e d'esercizio.

Società di Economia politica di Parigi

Riunione elei 5 settembre 1877.

Il presidente annunzia la morte del sig. Villiaumó membro della società. Intorno alla morte del signor Thiers dice che fu un lutto nazionale e si compiace di rendere omaggio alla memoria dell'illustre sto-rico, dell'ir.stancabile uomo di stato, del grande cit-tadino. Il signor Thiers era per gli economisti della scuola liberale un avversario. Nel 1848 scrisse il suo libro sulla Proprietà per difendere questo prin-cipio fondamentale dell' ordine sociale contro i co-munisti e contro Proudhon ma Bastiat si incaricò ili dimostrargli che da un certo lato era altrettanto comunista quanto i campioni del diritto al lavoro e che per meritare senza restrizioni gli elogi dovuti al suo libro, doveva almeno modificare le sue opi-nioni protezioniste.

Il sig. Rozy annunzia la fondazione di una so-cietà di Economia Politica a Saint Etienne ed il signor Limousin constata l'utilità di queste riunioni di economisti in questo momento in cui il prote-zionismo combatte tenacemente contro la libertà del commercio a proposito del rinnovamento dei trattati.

A questo proposito il signor Nottelle raccomanda agli economisti e ai liberi scambisti di invocare gli interessi dei produttori ai quali si dirigono di pre-ferenza i protezionisti. — Era questo il consiglio che dava trent' anni fa, quando fu fondata

i'asso-ciazione pel libero scambio, il Coquelin. Il signor Nottelle citando come esempi le industrie dei tes-suti elastici, di certe mussoline, e degli ombrelli dimostra come i fabbricanti di secondo, di terzo e di quarto ordine sono inceppati dai dazi protettivi | che funzionano soltanto a vantaggio d' un piccolo

numero di industriali privilegiati.

Il signor Valserres appoggia le osservazioni del signor Nottelle con fatti tolti dalla produzione dei cereali e del bestiame.

Il signor Mercier vorrebbe un'inchiesta per sen-tire i piccoli produttori, ina il signor Pellelier de Saint Remis non ha troppa fiducia nelle inchieste che non riescono a nulla per In indifferenza degli uni e la timidità degli altri — I grandi industriali riescono sempre a far riuscire le inchieste a pro-prio favore.

Il signor Nottelle riprende la parola per mostrare l'utilità di un' agitazione libero-scambiata e demo-cratica per combattere l'agitazione protezionista e aristocratica. Bisognerebbe pertanto arruolare sotto la bandiera del libero scambio col mezzo delle ca-mere sindacali, tutti i produttori-consumatori che hanno bisogno di comprare a buon mercato le ma-terie prime e le mama-terie seconde che adoperano.

Secondo il signor Passy tutti sono interessati nei progressi della libertà commerciale perchè non vi è nessuno, tranne gli oziosi, che non sia al tempo stesso produttore e consumatore.

Riunione del 5 ottobre 1877.

Il segretario perpetuo comunica un brano di una lettera relativa all' oro Paraff di cui si è molto parlato dalla stampa. — Sembra che quest'oro non j sia più una chimera. Il sig. Paraff alsaziano giunto da qualche tempo al Chili nella più grande miseria | ha trovato, non si sa come, un processo per estrarre il tre percento d'oro dal rame del Chili. — Sono state fatte delle esperienze dagli ensayadores ufficiali ed è stata impiantata un'officina le cui azioni da 130,000 franchi sono montate a più di 300,000 in po-chi giorni. — Se ciò è esatto il Chili che è il paese del rame per eccellenza diverrà un vero Eldorado. Paraff pretende che dentro un anno sarà abbastanza 1 ricco da riscattare l'Alsazia e la Lorena. S'impegna-una conversazione sul grado di fiducia che può ispi-rare questa notizia — si sa che la lettera è firmata da un commerciante molto serio.

Dopo questa comunicazione, è data la parola al dottor Broohard sulla questione posta all'ordine del giorno : se si debbano cioè ristabilire le ruote pei trovatelli.

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21 ottobre 1877 L' E C O N O M I S T A 501 tre obbiezioni principali cbe possono sembrare gravi

ma cbe non sono che speciose.

1.° La ruota è un eccitamento al mal costume. — Nulla di più falso : sopprimendole si è invece molto aumentato il numero degli aborti procurati e degli infanticidii. E questa una conseguenza fatale.

Disgraziatamente, T infanticidio è un delitto facile a commettersi e difficile a scoprirsi. La legge è impotente a punire I* infanticidio perchè non vi è nulla nella nostra legge che punisca la seduzione. I nati-morti che sono, nella maggior parte dei casi, infanticidii larvati e impuniti, aumentano in modo spaventevole. Venti anni or sono erano 4, oggi sono 20 sopra 100 nascite. Il dottor Brochard ritiene che in questa lugubre statistica si nascondano dei delitti perchè è stato osservato por esempio a Bordeaux, a Lione e a Marsiglia cjie il numero dei nati-morti era sempre maggiore presso le stesse ostetriche, e in generale presso le ostetriche di mala fama.

I sussidii di latte che hanno rimpiazzate le ruote sono insufficienti, specialmente nelle grandi città, e servono ad aumentare considerabilmente la mortalità. 2.° Si mettono alle ruote dei figli legittimi. — Certo questa obbiezione è grave, ma mi sembra che valga meglio che questi fanciulli siano messi alla ruota, se debbono essere uccisi dai genitori.

5.° La ruota rompe i legami fra il fanciullo e la madre. — D'altra parte, in mano della madre, i fanciulli correrebbero i più gravi pericoli e finireb-bero per popolare di vagabondi le grandi città, men-tre, educati in campagna a cura dello Slato, potreb-bero diventare dei buoni coltivatori. La soppressione delle ruote aumenta i procurati aborti, gli infantici-dii, e i nati-morti e la mortalità fra i figli delle ragazze madri. Debbono quindi esser ristabilite fino al momento in cui non sarà permessa la ricerca della paternità.

II signor Passy risponde al signor Brochard. Non vuol discutere la sua dolorosa enumerazione ; dice che non si prova nulla dimostrando cbe il sistema attuale è cattivo; ci siano o no le ruote, vi saranno sempre delle ragazze sedotte, dei genitori snaturati, dei fanciulli sacrificati; bisognerebbe provare cbe col sistema che si propone, si porterebbe rimedio a que-sti mali. E quando anche si giungesse a provar questo si dovrebbe dimostrare cbe altri delitti o altre disgrazie almeno uguali non si verificherebbero. È sempre la storia di ciò che si vedeJ e di aio che non si vede, e non è necessario di ricordare a degli economisti come la beneficenza non illuminata possa produrre cattivi effetti.

La ruota aperta indifferentemente a tutti senza controllo e senza condizioni a chiunque voglia sba-razzarsi di un fanciullo, può diventare l'ausiliare della seduzione, l'istrumento stesso del delitto. L'e-sperienza dei due sistemi che sono stati

successiva-mente praticati, ci insegna cbe hanno ambedue i loro inconvenienti.

Ma tutto ciò, secondo il signor Passy, non è cbe un lato della questione, ed il meno importante. È la conseguenza del male, non il male stesso ; pur combattendo ne gli effetti non bisogna dimenticare il male, cioè l'immoralità, l'imprevidenza e tutto quello cbe le favorisce, ed una falsa ed ineguale riparti-zione della responsabilità troppo grave da una parte e troppo leggera dall' altra.

Oggi, nello stato dei nostri costumi e delle nostre istituzioni, tutto il peso ricade sulla donna. Bisogna dunque attenuare la responsabilità del'a donna — attenuarla non sopprimerla come si farebbe con una assistenza meccanica e banale — e ristabilirla per l'uomo. Adesso, quando un uomo commette un delitto, nessuno si fa riguardo di domandare: « Dov'è la donna ? » A più forte ragione dovrebbesi do-mandare, quando il delitto è commesso da una donna:

» Dov'è l'uomo? »

Secondo d signor Passy bisogna introdurre la ri-cerca della paternità. È vero che presenta dei pe-ricoli, ma bisognerà tener molto conto delle circo-stanze, e del carattere delle parti e non cedere che all'evidenza. Nei paesi in cui è ammessa, l'espe-rienza dimostra che non presenta tanti abusi quanto si pretende e assicura alle donne un rispetto di cui non abbiamo idea presso di noi. Se ognuno è re-sponsabile dei propri atti, perchè farà eccezione a questa regola 1' atto ili dare la vita ad un essere umano? Molto di più potrebbe dirsi su questo ar-gomento e molte riforme potrebbero domandarsi por ridurre il numero delle nascite illegittime ed au-mentare le legittime. A questo proposito I' oratore potrebbe discorrere anche della prostituzione e della sua influenza, se questo argomento non fosse troppo vasto e troppo delicato per esser trattato incidental mente. — Dice cbe si è tenuto recentemente a Gi-nevra un congresso, che sembra sia stato abbastanza serio, per occuparsi di questa grande piaga. — Si dovrebbero finalmente studiare le cause e l'inlluenza del celibato, volontario o forzato, nel quale è man-tenuto durante gli anni della giovinezza, e qualche volta durante tutta la vita una parte così importante delle popolazioni civili. — Ma lo studio dì tale que-stione più ancora di quello della precedente è troppo vasto e difficile per essere intrapreso alla fine di

una discussione. Basta rammentarla a tutti coloro cbe sanno da quali stretti legami si trovino fatal-mente uniti il mal costume e la mortalità dei fan-ciulli.

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6 • L' E C O N O M I S T A 21 ottobre 1877 ci si preoccupa di questo rallentamento, bisognerebbe

invece rallegrarsene, perchè il numero dei francesi miserabili è abbastanza considerevole ed è assoluta-mente inutile di aumentarlo. — Ad ogni modo il ristabilimento delle ruote è uno dei peggiori mezzi di aumentare la popolazione. — Forse potrà impe-dire qualche infanticidio, ma a che prezzo? In nessun modo impedirà i procurati aborti perchè non serve a togliere la vergogna delle gravidanze illegittime. Può essere che i sussidii alle ragazze madri abbiano gli inconvenienti segnalali dal Dottor Broehard ma oltreché questi soccorsi possono distribuirsi con più cura, più vigilanza e più efficacia, gli inconvenienti di un sistema non serviranno mai a giustificare l'in-troduzione di uno peggiore. — Bisogna deplorare gli infanticidi e gli aborti procurati, e reprimere i primi con la giustizia, quando ciò è possibile, ed i secondi col perfezionamento dei costumi. — La ruota, come disse lord Brougham, è una macchina di demoralizzazione.

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Camera (li Commercio di Bari. — Nella seduta del 10 settembre 1877 prese alcune deliberazioni di poca importanza fra cui notiamo:

1" L'approvazione di varie spese per la commis-sione per gli studi agrarii, per la scuola Banco Mo-dello e per la pubblicazione di una guida commer-ciale della Provincia di Bari.

2" La concessione di una sovvenzione di L. 1000 allo stabilimento di pollicoltura del prof. Colucci. La Camera loda l'intrapresa del prof. Colucci, il quale si è sobbarcato a non lievi sacrilicii per ot-tenere dei vantanggi de'quali senza dubbio l'intera provincia usufruirà e nutre fiducia che la novella industria sarà per prosperare, e che si popolarizzerà fino al punto di rendere più facile l'acquisto delle carni, anche alle classi meno agiate.

Camera (li Conmmercio (li Livorno. — La Ca-mera di Livorno ha preso una deliberazione simile a quella di Genova da noi riportata nel nostro ultimo numero, ha chiesto cioè al Ministero italiano che faccia valere presso il Governo ottomano i trattati internazionali riguardanti i blocchi de porti, i quali se non sono elì'ettivi non possono obbligare i neutri. Il Mar Nero è dichiarato bloccato, e quindi in-terdetto il passaggio alle navi, mentre poi si vedono conceduti permessi speciali da ministri ottomani a case favorite.

Noi siamo certi che tutte le nostre Camere di Commercio appoggeranno quelle di Genova e di Livorno presso il Ministero.

LE RISCOSSIONI E I PAGAMENTI

a tutto settembre 1877

Dalla direzione generale del Tesoro è stata pub-blicala la consueta dimostrazione dei risultameuti del conto del Tesoro al 30 settembre 1877 ed il prospetto comparativo delle riscossioni e dei paga-inenti durante i mesi da gennaio a tutto settem-bre 1877.

Prima di tutto vediamo a quanto ammontarono le riscossioni in ciascuno dei nove mesi già tra-scorsi del corrente anno e poniamole in confronto con quelle che si verificarono uei mesi corrispon-denti del 1876. M E S I Gennaio . Febbraio . Marzo . . Apri'e . . Maggio . Giugno . Luglio . , Agosto. . . Settembre 1877 L. 99,412,852 » 103,530 778 » 90,632,242 » 149.448,755 » 72 051,052 » 173,821,410 » 105 234 837 » 144,377,143 » 84,341 362 L. 1876 82,931,708 103,009,435 75,176,615 150,178,251 60,980.165 141,643,765 106,119 206 106,070,964 74,440,918 Totale L. 1.022,950,451 L. 898,551,077 Nelle riscossioni del corrente anno abbiamo un aumento complessivo di Lire 124,399,374 a fronte di quanto fu incassato nel 1876. I mesi di aprile e luglio presentano una diminuzione ; nelle riscos-sioni degli altri mesi si verificò sempre un au-mento.

Gl'incassi dello scorso mese di settembre pre-sentano un aumento complessivo di lire 11,900,394. Anche per detto mese dobbiamo ciò all'entrate di-verse straordinarie, le quali presentano un maggiore incasso di 22 milioni e 730 mila lire. A costituire questo aumento vi hanno contribuito:

1 ° 11 ricavo ottenuto in 4 milioni di lire dal-l'alienazione di rendita fatta per sostenere le spese dei lavori delle ferrovie Calabro-Sicule;

2° 11 prodotto di 4 milioni e 230 mila lire della rendita consolidata 5 per cento creala pel riscatto delle ferrovie dell'Alta Italia;

3 ' La somma di 12 milioni di lire messa a disposizione del Governo dalla Società delle ferrovie dell'Alta Italia a tenore del compromesso di Parigi;

4° Il mutuo di 3 milioni di lire fatto al Tesoro della Cassa di Risparmio di Milano per la restitu-zione di anticipazioni fatte dalla società ferroviaria del Sud dell' Austria e dell' Alta Italia per lavori e materiale delle ferrovie Toscani-Liguri.

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21 ottobre 1877 L ' E C O N O M I S T A 5 0 3 in conto-fitto di beni demaniali destinati ad uso od

in servizio di amministrazioni governative il qual versamento ebbe invece già a verificarsi negli scorsi mesi del corrente anno.

Le privative presentano nel mese di settembre scorso una diminuzione di un milione e 700 mila lire e nei dazi interni di confine abbiamo pure una diminuzione di un milione e 1 3 0 mila lire.

I pagamenti effettuati dalle Tesorerie del Regno nei nove mesi trascorsi del corrente anno e quelli eseguiti nei mesi corrispondenti del 1876 ammon-tarono alle seguenti cifre:

M E S I 18 77 1876 Gennaio . . . L. 71.400.108 L. i 7.058 349 Febbraio . . » 85,817 317 * 60 763,322 Marzo . . . > 83,296 354 » 77,049,339 Aprile . . . . » 102.047,022 > 95 014.497 Maggio . . > 62 976.843 > 59 950.835 Giugno . . » 309 467,340 » 258,692,731

Luglio . . . » 88 5 i7,68tf" 102.M13.tKi9 Agosto. . . . » 99,858,302 » 66,079,795

Settembre. » 80,597,111 » 66,398.823 Totale L. 983,968,083 1,. 864,020,721 Nei pagamenti del corrente anno abbiamo un au-mento complessivo di lire 1 1 9 , 9 4 7 , 3 6 2 . La differenza in più di lire 14,198,288 che si riscontra nei paga-menti effettuati nello scorso mese di settembre, pro-viene quasi totalmente dai pagamenti fatti a favore della società delle ferrovie del sud dell'Austria pel riscatto delle ferrovie dell'Alta Italia.

. Vediamo ora 1' ammontare degli incassi fatti dal gennaio a tutto settembre per ciascun cespite di entrata tanto nell'anno corrente, quanto nel 1876, e poniamoli in confronto con le previsioni degli incassi del 1877, secondo il bilancio definitivo della entrata, ragguagliati a tre quarti delle cifre totali indicate per la competenza dell'esercizio corrente:

Cespiti Riscossioni

7877 187<! Fomlia-(es. cor. L. 120,581894 120,749,607

ria (arretrati 1,090,115 1.449.896 Ricch. (eser. corr. 112 168,732 109,219,126 mobile (arretrati 572,190 1,854,930 Tassa di macin. 61,114,375 60.467.838

Tarn tdeman. 102,817,845 95,598,750 angli aff. (ferrov. 9,435,354 9,006,588 Tassa sulla fabb. 2 341,202 2,130,531 Dazii di conf. 74,121,842 73,297,164 Daziiint. di cons. 52,255,472 52,935,303 Privative 104,195,888 98,931,402 Lotto 47,174,418 52,531,135 Servizii pubblici 70,475,955 38,717,872 Patr. dello Stato 62,364.275 57,847,045 Entrate eventuali 5,133,895 4 692,719 Rimborsi 54,837.122 55,895,944 Entrate straord. 113,455,057 34,186,936 Asse ecclesia»!. 28,811,820 29 038,291 Incassi prev Ì877 136,155,545 825,00) 137 217,288 1,350,00!) 60,491,023 98,625,000 10 251,850 2 399,878 79 5.17,154 52,039,725 128,619,980 56,516,252 67,794,464 67 678,860 6,320,525 63,993,258 121,214,994 30,292,167 Totale L. 1,022,950,451 898,551,077 1,121,292,563 L'aumento negli incassi dei primi nove mesi del corrente anno ascende perciò, come abbiamo di sopra

indicato, da oltre 1 2 4 milioni di lire. L e entrate diverse straordinarie concorrono per più di "9 milioni di lire in questo aumento; i proventi sui servizi pubblici, per 3 1 milioni e 750 mila lire ; le riscos-sioni dell' imposta sul trapasso di proprietà e sugli all'ari, per 7 milioni e 200 mila lire; le privative, per 5 milioni o 260 mila lire, e le rendite sul patrimonio dello Stato, per oltre 4 milioni e mezzo di lire. Merita pure di esser notato 1' aumento di quasi 3 milioni di lire cbe presenta I' imposta sui redditi di ricchezza mobile.

Nei proventi del lotto si è verificato nel corrente anno un minore incasso di 5 milioni e 260 mila liro e nei dazi interni ili consumo abbiamo una diminu-zione di quasi 680 mila lire. I rimborsi e concorsi alle spese presentano una differenza in meno di oltre

un milione di lire.

Dal confronto poi delle somme riscosse durante i nove mesi trascorsi del corrente anno con quelle previste, abbiamo in complesso un minore incasso di circa 1 0 0 milioni di lire. Le duo principali im-posto, cioè la fondiaria e quella sui redditi di ric-chezza mobile, concorrerebbero principalmente a questa differenza; la quale però verrà iu buona parte a sparire cogli incassi che si effettueranno entro il mese di ottobre per la riscossione della quinta rata bimestrale che scade appunto con la fine di detto mese.

L'imposta sul trapasso dì proprietà e sugli affari presenta già un incasso maggiore di 4 milioni e 200 mila lire sulle previsioni del bilancio, come pure nei proventi sui servizi pubblici abbiamo un aumento nelle riscossioni già effettuate di 2 milioni e 700 mila lire.

Durante i nove mesi trascorsi del corrente anno i pagamenti fatti per conto di ciascun ministro resul-tano dalle cifre seguenti che poniamo in confronto con quelli eseguiti nei mesi stessi del 1 8 7 6 e con l'ammontare dei pagamenti previsti pel 1 8 7 7 , se-condo il bilancio definitivo della spesa, ragguagliati a tre quarti delle somme totali portate nella com-petenza dell'esercizio in corso.

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304

Finanze concorre in questa maggiore spesa per quasi 06 milioni e mezzo di lire. Il ministero della marina vi concorre per 4 1 milioni e 630 inda lire, quello della guerra per 10 milioni e 430 mila lire e quello dei lavori pubblici per un milione e 100 mila lire.

I pagamenti previsti dal bilancio del 1877 sareb-bero stati maggiori di quelli effettivamente eseguiti per più ili 200 milioni eli lire. I ministeri tutti hanno speso finora meno delle somme previste nei rispet-tivi bilanci, e nella sola amministrazione finanziaria le sommo pagate a tutto settembre 4877 sono infe-riori di 140 milioni di lire alle spese previste.

Dal confronto delle somme riscosse nei nove mesi trascorsi del corrente anno con i pagamenti eseguiti nel periodo stesso, risulta un'eccedenza negli incassi di lire 38,982,368.

IL MOVIMENTO ECONOMICO E SOCIALE

NEGLI STATI UNITI

II grande turbamento sociale testé avvenuto nella Unione Americana, vi lia fatto sorgere un nuovo partito, come un terremoto sottomarino fa talvolta uscire dalle onde un vulcano. Nessuno può essere che non scorga fra i due fenomeni una grande analogia, sia riguardando lo loro cause, sia le loro conseguenze. Sorte da una commozione violenta, le isole vulcaniche, cui alludiamo, spesso hanno una esistenza effimera : dopo poco tempo il gonfiore pro-dotto dal bollire dei liquidi e dei gas sotterranei, si abbassa e dispare, e al solo scandaglio del navigante è dato di trovarne le vestigia. Così fatto potrebbe | essere ancora il destino del « partito degli operai » improvvisamente ingenerato negli Stati Uniti dalla effervescenza delle passioni popolari.

Sembra per ora ch'esso ingrandisca e si estenda ; potrà però giungere a prendere sul terreno politico, un posto solido e durevole? Pensiamo che si debba dubitarne e speriamo che esso non tardi a essere in qualche guisa riassorbito dall'attivo e possente orga-nismo, di mezzo al quale ha tratto i suoi elementi. Infatti, perchè un partito si ordini e sviluppi, per-chè prenda consistenza e possa aspirare a una parte seria nello Stato ; perchè insomma viva, non basta che innalzi ed agiti una bandiera, che aduni o sollevi attorno a quel segno un numero qualunque d'indi-vidui: quel che occorre a un partito è un insieme di dottrine, un programma che risponda a credenze, a desiderii, a interessi determinati, e ohe intenda a uno scopo chiaramente definito. Cosi fatti sono i caratteri che hanno in Francia i partiti repubbli-cano, realista puro, realista parlamentare, imperia-lista; i n Inghilterra e altrove i l partito conservatore

21 ottobre 1877 o reazionario, liberale o progressista, finalmente il partito radicale o « avanzato. » Ciascuno di questi partiti ha un programma di Governo; sa ciò che vuole e dove vuole andare. Altrettanto può dirsi dei due partiti esistenti già negli Stati Uniti : il partito repubblicano e il partito democratico, benché questi due vocaboli abbiano, l'uno rispetto all'altro, nel lin-guaggio politico, dei Yankees, un significato pura-mente convenzionale, molto diverso da quello che è loro attribuito in tutti gli altri paesi, ove sono generalmente adoperati come espressioni sinonime.

Ma neppure negli Stati Uniti, e ivi meno forse che altrove un « partito del lavoro o degli operai » non ha ragione veramente di sussistere, e nemmeno lui significato ; e coloro che hanno la pretenzione di formare questo partito fan mostra soltanto di non intendere nulla delle cose politiche, purché — e a cotesto intendono molti di certo — non vogliano sfruttare a prò'della loro ambizione f ignoranza po-litica e le cieche passioni degli ingenui ohe danno loro retta.

Nel Congresso operaio dell'anno passato a Parigi, abbiamo udito della brava gente sostenere e svilup-pare, come meglio potevano, la tesi della c rappre-sentanza diretta del lavoro nel Parlamento. » Gotesta tesi era quasi identica a quella della formazione di un « partito operaio » o per lo meno era quasi equivalente. Ora, i discorsi fatti intorno a questo argomento erano gli uni più vuoti degli altri, e un giornale socialista, non si è peritato di dire e non ha durato fatica a mostrare che la idea della « rappre-sentanza diretta » degli operai è chimerica ed as-surda : essa non potrebbe sostenersi se non quando si effettuassero le idee di Proudhon sufi' « ordina-mento del suffragio universale », cioè se invece di fare eleggere il Parlamento dalla universalità dei cittadini, fosse composto di delegati dei diversi gruppi professionisti che rappresentassero o fossero creduti rappresentare altrettanti interessi distinti.

Ma a questo punto non siamo in Francia e nep-pure negli Stati Uniti; e gli ordinatori del sedicente partito del lavoro non hanno tante cognizioni, o solamente non sanno leggere tanto bene per imma-ginare qualcosa di simigliarne. In un precedente articolo abbiamo fatto conoscere la platform adot-tata dal meeting di Baltimora (I), e vi abbiamo tro-vato, eccettuate alcune varianti, i luoghi comuni ristacciati per lunghi anni dai nostri socialisti d'Eu-ropa, e i quali nè in Francia, nò in Inghilterra e neppure in Germania, hanno potuto dare a quelli il mezzo di elevarsi a partito politico separato. A quei luoghi comuni, bisogna confessarlo, sono mescolate alcune idee pratiche, le quali però realmente nulla hanno di socialista e possono essere accettate da

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2-1 ottobre 1877

tutti i partiti, come, per esempio, la protezione dei fanciulli impiegati nella industria e nell'esercizio delle ferrovie dallo Stato o sotto la sorveglianza dello Stato. La stessa platform è stata riprodotta dalla convenzione del Working men's Party, tenuta a Cincinnati, perchè il nuovo partito ha voluto avere la sua « convenzione » o assemblea elettorale, ad imitazione dei democratici e dei repubblicani, e ha fatto la sua lista completa di candidati per tutte le magistrature dello Stato dell' Ohio, cominciando da quella di governatore, alla quale ha designato un giovane avvocato (lawyer) chiamato S. II. Bond. Il corrispondente del Times di Londra, cbe discorre molto particolarmente intorno al movimento operaio dell'Ohio e intorno agli atti della convenzione di Cincinnati, ci fa sapere cito nessuno, in quello Stato, crede alla riuscita dei candidati del partito degli operai: si ha solo curiosità, e anche ansiosa,— dice proprio così — di sapere quanti voti metteranno insieme quei candidati. Dal 21 agosto, data della sua lettera, dovevano passare ancora dieci settimane prima delle elezioni ed era impossibile prevederne il risultamento.

Intanto gli altri candidati proseguono attivamente la lori campagna. Abbiamo udito il giudice West, candidato repubblicano per il posto di governatore, esporre davanti a un'assemblea in cui gli operai erano numerosi, teorie di un socialismo ultra radicale. Ma il corrispondente del Times ci conta che il giudice West, da candidato accorto, sa modificare il suo linguaggio secondo la compagnia in mezzo a cui si trova, e il pubblico a cui parla. Insomma para elio il signor West faccia poco a fidanza coi voti dei Workingmen, e la professione di fede cbe aveva fatto per andare loro a'versi avendo prodotto sugli uomini del suo partito un pessimo effetto, quand'egli si è avveduto che « lo scoppio della in-dignazione eccitata da ogni parte minacciava di su-bissarlo » non ha dubitato un momento a cambiar tono. In un altro meeting tenuto a Bellefontaine ha dichiarato che il suo linguaggio in Glievelaud era stato male intepretato, e si è dato a spiegare il suo pensiero in modo da non irritare i suoi veri elettori, i quali 110:1 hanno alcuu gusto per il comunismo. Di-sgraziatamente, quello che le sue idee hanno guada-gnato in moderazione, l'hanno perduto in chiarezza ; egli non ha potuto mitigare le sue prime proposi-zioni se non annegandole in prolisse generalità. Leg-gendo il suo primo discorso, una sola cosa riesce chiara ad intendere, ed è che il signor West vuole essere nominato governatore. Lo sarà? non lo sarà? Cotesto non ci cale, e possiamo lasciare che il can-didato si provi da sè a uscire dall'impaccio nel quale si è impigliato, per occuparci di altro argomento.

Poco ne resta a dire su quel partito degli operai, che, da alcuni giorni, è cagione di tanto discorrere,

ma che pare a noi che abbia una esistenza artifi-ciale. Esso, se male non ci apponiamo, è I' opera di alcuni ambiziosi spostati, di alcuni politici in cerca di#« mezzi per arrivare » i quali, avendo ve-dute le masse operaie messe in moto da un capo all'altro dell' Unione nello sciopero delle ferrovie e delie miniere, hanno pensato fra sè e sò forse così: « Ecco là una immensa forza della quale sarebbe proprio peccato a non servirsi. Ordinare a reggi-mento tutti quegli uomini per la insurrezione, sa-rebbe, e gli avvenimenti lo hanno provato, una

brutta faccenda, per la quale potremmo buscarci un colpo di fucile o dei mesi di prigione: cose coleste poco desiderevoli. Se, al contrario, ordiniamo gli operai malcontenti in un partito politico, del quale saremmo noi i leaders, potremmo, innalzandoci sopra le loro spalle, arrivare senza pericolo agli onori e alla fortuna, diventare governatori, rappresentanti, senatori ; e ehi sa ancora che ad uno di noi non possa riuscirò una volta a farsi eleggere presidente degli Stati Uniti !.... » E cotesti bravi uomini si sono messi all'opera, e hanno ottenuto già in uno degli Stati dell'Unione, come si è visto, un principio di bnon successo. Ma da questo alla effettuazione del loro sogno, vi è che ire, e la marea popolare che li ha messi un istante in mostra, che ha fatto loro toccare le soglie del potere, è probabile cbe non tardi a ricacciarli nei bassi fondi donde sono usciti.

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306 • L' E C O N O M I S T A 21 ottobre 1877 presto arrivare a quella parte del discorso del

si-gnor Sherman, la quale a noi importa di più, e ohe è quella che esamina la questione, che .più di ogni altra ora ci preme, cioè il « problema del lavori?» messo innanzi dagli scioperi delle ferrovie. Il corrispon-dente del Times riproduce testualmente quel passo dello « stupendo discorso » del segretario del tesoro. Noi possiamo limitarci a darne il sunto.

L'onorevole oratore comincia dal fare il quadro del prodigioso sviluppo del commercio interno della Unione. Cotesto sviluppo è dimostrato dalle cifro, per verità considerevolissime, che rappresentano la circo-lazione delle mercanzie tanto sulle vie navicatoli che sulle strade ferrate. E primieramente il movi-mento della navigazione sui fiumi, sui laghi e sui canali, nel corso dell'anno passato, è dimostrato dalle seguenti cifre: sono stati trasportati sul canale del Mississipi, 3 milioni di tonnellate; sui grandi laghi del Nord, 3 milioni di tonnellate; sul canale Erio, da Buffalo ad Àlbany (New-York) 2,118,423 tonnellate; e sull'insieme dei canali dello Stato di N e w -York, compreso il canale Erie, i , 1 7 2 , 1 7 9 tonnellate di mercanzie. Queste tre grandi arterie della circo-lazione commerciale, due naturali e una artificiale, hanno dunque trasportato in un anno 10,172,179 tonnellate di mercanzie. Ma il compito loro è ogm mediocre se si paragona a quello della vasta rete delle ferrovie che, soprattutto dopo la guerra, si è estesa dall'Est all'Ovest e dal Nord al Sud su tutto il territorio della repubblica, f.e quattro grandi linee maestre [the great trunk ìines) hanno nel 1871 pro-dotto il traffico seguente: l'Eric Railway ha tra-sportato 5,922,911 tonnellate; la New-York cen-trale, 6,803,680; la Pensylvania Railroad 9,922,911 tonnellate, la Baltimora e l'Ohio 3 milioni circa di tonnellate. E cosi in tutto un traffico di 27,649,502 tonnellate: quasi il triplo del traffico per acqua.

Ora, dice il signor Sherman, questo immenso com-mercio che riguarda gli interessi pubblici e privati ili tutti i cittadini, è retto in tutte le sue parti dalla volontà di quattro uomini. Perchè sebbene un nu-mero grande di agenti sieno impiegati in quelle vaste imprese, con due consigli di direttori e di sopraintendenti intermediari, nondimeno il potere ese-cutivo o tutta l'amministrazione appartengono ai pre-sidenti delle compagnie, che possono, a piacer loro, aumentare o diminuire le tariffe di trasporto o i sa-lari dei loro impiegati, e che esercitano cosi per un verso un potere indiretto considerevole sulla prosperità della industria, dell'agricoltura e del com-mercio; da un altro verso, una azione diretta sulle condizioni ili esistenza e sulla vita stessa di centi-naia ili famiglie. Il signor Sherman dichiara che i personaggi che hanno quegli importanti luoghi, sono necessariamente intenti agli interessi delle corpora-zioni clic rappresentano, e delle quali sono i

man-datari. Alcuni anni fa la esagerazione delle tariffe fece sorgere contro di loro tutti i fittaroli dell'O-vest, che fecero, sotto la denominazione di Gran-gers, una potente lega, e ottennero in alcuni Stati delle provvisioni di legge che obbligarono le com-pagnie a diminuire le loro tariffe entro un tempo determinato. Poscia la depressione degli affari deri-vata dal panico del 1873 costrinse le compagnie rivali a diminuire le loro tariffe di trasporto tanto per le mercanzie che per i viaggiatori, sino a un punto che non rinfrancava più lo spese di esercizio, tal che i due terzi del loro capitale furono assorbiti e la condizione finanziaria delle linee madri si trovò grandemente compromessa. Le compagnie tentarono diversi accomodamenti per intendersi sopra un mo-dus vivendi che loro permettesse di non rovinarsi le une e le altre; ma, o perchè le convenzioni fatte fra loro non erano state puntualmente eseguite, o per cagione di difficoltà inevitabili, i compromessi sono stali rotti gli uni dopo gli altri e si può asse-lire che ora il saggio medio delle tariffe per le mercanzie e i passeggeri non basta alle spese di esercizio. In queste condizioni le compagnie per non vedere interamente distrutto il loro capitale, hanno gradatamente diminuito i salari dei loro impiegati, e le diminuzioni sono giunte a tale, che se si ha a prestar fede a coloro che lo dicono, i salari non possono bastare a provvedere a ciò che è rigorosa-mente necessario alla vita. L)i quindi procedettero gli scioperi.

Dopo avere così descritte l'origine e le cause del male, il sig. Sherman si è provato a indicare il rimedio che gli pare acconcio; e la conchiusione del suo discorso ha una importanza tanto più grave in quanto che si debbo considerare come Ja manifestazione certa dei concetti del Governo riguardanti cotesto grande

o o problema. Gli autori della costituzione, dice

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21 ottobre 1877 L' E C O N O M I S T A 507 del potere federale, quando si tratta d'interessi tanto

manifestamente nazionali, come sono quelli della cir-colazione delle persone e delle mercanzie, della pace, della pubblica sicurezza, della pubblica prosperità in tutte le parti del territorio? È vero che la co-stituzione non ha preveduto le ferrovie ; essa nep-pure ha preveduto la estensione e la molteplicità dei bisogni che ha prodotto il progresso della civiltà e della industria; ma essa ha esplicitamente confe-rito al potere federale la missione di provvedere a tutti i grandi interessi della nazione, di regolare le relazioni commerciali della Repubblica collo stra-niero e quelle degli Stati fra loro. Da questo l'ora-tore conclude che il Congresso potrà e dovrà acco-gliere delle leggi che fissino un maximum ed un minimum per le tariffe di trasporto, per guisa che i produttori non siano più in balìa del volere smo-dato delle Compagnie e che a queste da altra parte non si tolgano i mezzi di retribuire conveniente-menta il lavoro delle persone che sono al loro ser-vizio. « Il Congresso può, a questa maniera, con leggi generali, dice il signor Sherman terminando il suo discorso, sindacare le più potenti Compagnie, come i cittadini più umili.

E tutto cotesto è molto a proposito; è soitanto increscevole che l'onorevole uomo di Stato ameri-cano non precisi meglio il carattere e il valore di quelle « leggi generali » sulle quali fa assegnamento per ristabilire l'armonia fra le Compagnie ed i loro operai e per preservare insieme l'agricoltura, l'in-dustria e il commercio dall'aumento arbitrario delle tariffe di trasporto.

In tutto ciò si tratta nientemeno che di una vera rivoluzione da fare nel regime delle ferrovie e sa-rebbe desiderabile di poter sapere quali sieno in proposito gl'intendimenti del Governo.

•Cotesto ci trae a parlare, prima di finire, di una questione molto discussa fra gli economisti e i pub-blicisti americani e che ha stretta relazione, come si vedrà, con quella del regime-delie ferrovie, come con quella del lavoro in generale. Intendiamo dire della questione delle « terre pubbliche. » Vi sono o no terre disponibili che appartengono alla nazione e che possono essere concesse a coloni che vi tro-vino da nutrire e sè e le loro famiglie, accrescendo la somma delle pubbliche ricchezze? Abbiam veduto come il signor Connolly, in una lettera indirizzala al Times, abbia asseverato esservi terre vaste e fer-tili, capaci di nutrire una popolazione eguale alla metà della popolazione europea. Abbiamo veduto che il Times di Filadelfia nega invece la esistenza di tali terre. Il Corriere degli Stati Uniti pubblicò, nel suo numero del 20 agosto, una lettera da Ver-rnilion (Luigiana) nella quale afferma che in quella sola parrocchia » vi sono circa 1000 miglia qua-drate di terre incolte, che aspettano l'aratro per

| produrre abbondanti messi, e dove innumerevoli mandre troverebbero un ricco pascolo : non sono affatto, come pretende il Philadelphia Times, terre aride, intersecate da burroni e piene di sassi; sono ; belle praterie, lievemente ondulate, bagnate da una

quantità di ruscelli e con un snolo ove sono facili tutti i modi di coltivazione e di cui, del resto, una | parte è già occupala da coltivatori. » Il Corriere

degli Stati Uniti risponde che ciò non infirma, | le asserzioni del Philadelphia Times, perchè mille miglia quadrate, cioè una superficie di poco meno di 52 miglia per lungo, di cui una parte appartiene già ai privati, è cosa ben piccola. Senza dubbio, aggiunge il Corriere, esistono ancora molti di quei campi che attendono l'uomo che voglia arricchire » 1 ma che cosa è quello che resta a paragone dei

milioni di acri pazzamente distribuiti a Compa-gnie di ferrovie e ad altre corporazioni, o dive-nuti il prezzo di mercati che sono riusciti utili alla speculazione e non allo Stato? Quei milioni ili acri sono tuttavia, nella maggior parte, disponibili e aspettano braccia, ma essi non appartengono più alla nazione e il pubblico patrimonio no è stato as-sottigliato. »

Così le ferrovie, che di per sè stesse sono un incontrastabile e immenso beneficio, negli Stati Uniti, per mancanza di previdenza e di regola nel loro ordinamento, sono diventate una specie di flagello. Le Compagnie trasportano rapidamente e, in fondo, a buon mercato, i viaggiatori e le mercanzie; di tempo in tempo uccidono alcuno centinaia di per-sone e distruggono pure una quantità assai consi-derevole di mercanzie; ma cotesti sono casi pei quali non si commuovono i Yankees : Never mind, go ahead ! Quello che per loro è più grave è che

le Compagnie rovinano i loro azionisti, spingono i loro impiegati e gli operai alla rivolta, non pagan-doli, e riducono a non avere alcun valore immense estensioni di terre fertili che hanno ottenuto a titolo o sotto pretesti ingannevoli e lo quali non sanno in modo alcuno mettere a profitto. A questa maniera le cose sono giunte a tale, che il Governo medesimo dichiara apertamente essere necessario ili l'aro con-tro le Compagnie delle Strade Ferrate una vera rivo-luzione. Che cosa sarà cotesta rivoluzione e che ne deriverà? Per óra è impossibile dirlo.

A R T U R O M A N G I N .

(Economiste Franrais).

Il settimo Congresso delle Banche popolari Belihe

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nel-5 0 8 L' E C O N O M I S T A l'eccitamento dello spirito di corpo. Nei Congressi, si i

mettono in discussione le questioni sulle qu.vi vi è discrepanza d'opinione e che sembra non siano stato abbastanza studiate. Nel corso della discussióne i cooperatori si comunicano i resultati della propria esperienza. — Oltre a ciò esiste un comitato per-manente che si riunisco ogni mese a Bruxelles e che da dei consigli alle Banche che ne domandano. Non esiste altro legame fra le Società che godono di una completa autonomia non credendo il Belgio che sia giunto il momento di creare un istituto analogo alla Banca stabilita a Potsdam da Schuize Dolitsch che serve di legame materiale ad un gran numero di Banche popolari.

Il !) del mese decorso i delegati delle Banche popolari del Belgio tennero il loro settimo Congresso a Bruxelles. Dopo un applaudito discorso del signor Leon d'Andrimont che presiedeva la riunione, il tesoriere detto lettura di un rapporto sulla situazione finanziaria della federazione.

Il numero dei soci delle differenti Banche popolari era al 50 giugno 9342.

Il capitale versato ascendeva a fr. 1,073,065 21. I depositi a fr. 2,815,328 85.

La riserva a fr. 82,697.

II dividendo medio oltrepassò il 5 per cento. Dopo di ciò incominciò una discussione sopra una lettera colla quale la Banca popolare delle Louviere dichiarava di non voler più far parte della federa-zione. — Alcuni avrebbero voluto che questa Banca fosse considerata come dimissionaria, si accettò invece In proposta di altri che domandavano si rimettesse una decisione in proposito al prossimo Congresso considerando che la federazione delle Banche popo-lari ò piuttosto morale clic finanziaria perché le Banche non si debbono reciprocamente un'assistenza pecuniaria ma soltanto un concorso morale e che l'attitudine straan della Banca della Louviere forse dipendeva dal non aver compreso ciò.

Il congresso passò in seguito a discutere i! que-sito se sia neU' interesse delle lanche popolari che i suoi azionisti non debbano possedere pia d'una azione ed il signor Willequet riassunse così la questione. Le società cooperative sono essen-zialmente delle aggregazioni di individui e in ciò differiscono dalle società anonime che sono delle collettività di danaro. — Nelle une si riceve un partecipante in ragione della sua moralità, del suo spirito di lavoro e della sua condotta. Nelle altre non vi sono ohe degli interessati in un capitale, della origine dui quale nessuno si preoccupa. — Il coo-peratore si dedica interamente all' intrapresa, è le-gato con legami morali ai suoi compartecipanti : nella società anonima si rischia un- capitale fisso e determinato. — Si comprende che un azionista au-menti il capitale impegnato in un affare ma non si

comprende che in una società cooperativa vi. siano dei membri che si raddoppiano in certo modo e che esercitano una influenza differente dagli altri.

Il signor Berdolt opinava al contrario che fosse meglio di permettere agli azionisti di possedere più ili una azione. — Una banca può infatti desiderare di aumentare il suo capitale per soddisfare alle do-mande di credito. — L'oratore citò in appoggio della propria opinione l'esempio della Germania dove sono nate le banche popolari.

L'assemblea dichiarò che in generale sia ùell'in-teresse delle banche popolari che i loro membri non abbiano più d'una aziono ma che in circostanze affatto eccezionali certe banche potrebbero ammet-tere il principio che un azionista possa avere più di una azione purché in numero limitato.

OSSERVAZIONI E VOTI

EMESSI DALL'ISTITUTO DI DIRITTO INTERNAZIONALE nella seduta del Vi Settembre 1877 ' )

L i s t i tu lo di diritto internazionale, adunato in ses-sione ordinaria a Zurigo, dichiarò di approvare e ratificare nel modo più completo l'appello ai belli-geranti e alla slampa pubblicato dal suo ufficio e iu suo nome il 28 màggio passato. 2)

') Vedi Economista, n. 177, pag. 393.

Questo documento è stato riprodotto o riassunto in diverse lingue da moltissimi giornali importanti di molti paesi. Eccone una rapida analisi :

Nel punto elio è per scoppiare una guerra clie mi-naccia di essere lunga e terribile « il dovere di tutti

« coloro che credono di potere esercitare un potere « qualunque.... in favore del diritto o della umanità, « è indicato chiaramente.... Eglino debbono ricordare « ai combattenti delle due parti che anche nelle « guerre più giuste, vi sorto mezzi che il diritto e la « umanità condannano assolutamente. » L'Istituto di diritto internazionale non potrebbe mancare a questo dovere senza dimenticare il testo e lo spirito de'suoi statuti. E vero elio esso non è che un' asso-ciazione semplicemente privata, senza alcuna impronta ufficiale. « Ma sarebbe disconoscere un fatto storico « costante, il negare ogni potenza alla parola di sem-« plici particolari, quando questa ù l'eco di un sen-« timento generale. »

E per rispondere a questo sentimento generale in-contrastabile che 1' ufficio dell' Istituto ha creduto utile di ricordare, epilogandole e precisandole » lo

« regole del diritto della guerra che sono state espres-« samente consacrate da recenti trattati espres-« (Dichia-razione di Parigi del 1856, convenzione di Ginevra del 1864, dichiarazione di Pietroburgo del 1868) « o

« che hanno ottenuto l'approvazione e una specie di « sanzione comune, noi lavoro collettivo dei rappre-« sentauti di tutti gli stati Europei, riuniti a Bru-« xelles nel 1874. »

Dopo fatta cotesta esposizione, l'ufficio dell'Isti-tuto soggiunge :

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ecci-21 ottobre 1877 L' E C O N O M I S T A 509 Mosso del pensiero che ha ispirato questo atto,

l'Istituto crede di non poter chiudere la presente sessione senza innalzare nuovamente la voce a fa-vore del diritto e della umanità. Ferino però sempre nei limiti del suo compito, non intende manifestare collettivamente l'avviso suo intorno ai fatti che hanno prodotto la guerra attuale fra la Russia e la Turchia, nò intorno ai provvedimenti necessari a sodisfare per mezzo di trattati ai legittimi interessi per i quali si combatte. L' assemblea crede di potersi occupare utilmente del diritto internazionale positivo, che ob-bliga tutti, e non delle risoluzioni politiche o diplo-matiche; e in modo speciale delle leggi della guerra, esattamente definite dall'atto del 28 maggio, e della loro accettazione ed applicazione. Ed anche in questa sfera limitata si asterrà da ogni giudizio che non abbia il suo fondamento sopra prove innegabili.

I belligeranti si palleggiano a vicenda l'accusa di sconoscere le leggi della guerra, e ogni giorno si narrano nuovi orrori. Se bisogna confessare che la maggior parte di quei fatti, che sono pel secolo no-stro una vergogna, e fanno impaurire per l'avvenire, è sventuratamente pur troppo una cosa reale, ven-gono meno i mezzi acconci ad appurare la verità di ogni caso speciale.

Non deve adunque l'Istituto fare una impossibile investigazione intorno ad asserzioni appassionate che ogni giorno crescono di numero. Ma vi è un'altra questione che un'associazione di giureconsulti, sta-bilita per favorire il progresso del diritto interna-zionale, ha il dovere di esaminare e i mezzi di risolvere. Vi è quella di sapere sino a qual punto sono stati presi dai belligeranti i provvedimenti atti ad assicurare, per quanto è dato, in mezzo ai loro rispettivi eserciti, la conoscenza e la osservanza delle leggi di guerra.

E su cotesto proposito ecco i fatti accertati: Quasi al tempo stesso in che appariva I' appello ai belligeranti e alla stampa, un ukase imperiale del 1 2 [ 2 i maggio 1877 prescriveva a tutte le auto-rità civili e militari dell'Impero russo la osservanza, non solo della convenzione di Ginevra del 1 8 6 i e della dichiarazione di Pietroburgo del 1868, ma an-cora dei principii proclamati dalla conferenza di Bruxelles del 1874. Le stesse convenzioni e Mi stessi

o principii sono stati fatti conoscere alle truppe russe « tato dall'ardore del combattimento, dalla ebrezza « della vittoria, da una resistenza disperata, o dal « sentimento della propria conservazione, è troppo na-« turalmente spinto a violare, senza riflessione, come « senza scrupoli, le regole di moderazione che appro-« vava pienamente quando era in sè. Ma lo scopo « supremo del diritto, clie è di assicurare e di con-« servare fra gli uomini relazioni umane, non deve « dominar meno la guerra stessa. Cotesta verità non « debbe essere raccomandata mai abbastanza e a « quelli che governano i popoli e a quelli ohe coman-« ciano gli eserciti. »

per mezzo di una specie di catechismo militare a domande e risposte, pubblicato il primo, 13, giugno 1877 nella Eaccolta militare russa, organo ufficiale del Ministero della guerra. Di questa pubblicazione sono state tirate parecchie migliaia di esemplari di-stribuiti fra l'esercito attivo.

In ultimo, il Governo russo ha pubblicato il 10|22 luglio 1877 un Regolamento sui prigionieri di guerra, che sanziona, come prescrizioni obbligatorie per i suoi eserciti, le regole più umane del diritto delle genti.

Per ciò che riguarda quegli atti che provano per lo meno gli sforzi fatti dalla Russia per togliere ai suoi soldati ogni pretesto d'ignoranza, e mostrar loro come la osservanza delle leggi della guerra sia parte essenziale dello adempimento dei loro doveri, all'Isti-tuto duole di riconoscere che nessun atto ufficiale emanato dal Governo turco abbia avuto lo scopo di far conoscere in una maniera precisa alle truppe tur-che il diritto comune, e specialmente le prescrizioni di questo diritto formulato nel progetto di dichia-razione di Bruxelles. È almeno avvenuto diversa-mente per quello che riguarda il diritto scritto, cioè la convenzione di guerra? Sventuratamente no. Il testo scritto di questo trattato fu solo tradotto in lingua turca, per la prima volta, in seguito a rimo-stranze di parecchie potenze neutrali, firmatarie del medesimo atto. Non è osar troppo 1' affermare che le truppe turche ignoravano gli obblighi loro a questo proposito, quando si vede lo stesso Governo turco cadere nello stesso errore.

Infatti, in una lettere indirizzata il 10 di novembre del 1870 da Safvet-Pacha, ministro degli affari esteri, al consiglio federale Svizzero, si legge la frase se-guente : « Come firmataria della convenzione di Ginevra, la Turchia si è obbligata di rispettare e proteggere le ambulanze della società della Croce Rossa, nel tempo stesso che ha acquistato il diritto di formare essa medesima delle società che abbiano lo stesso intendimento, e sieno rette dal lemedesime regole. » È noto che nella convenzione del 186-4 non si fa motto di società siffatte.

Fa meraviglia che la Porta, firmataria della con-venzione di Ginevra del 5 luglio 1867, e avendola ratificata col silenzio de'suoi rappresentanti a Bruxelles nel 1874, abbia aspettato la fine del 1876 per ac-corgersi che la Croce Rossa offende la suscettibilità del soldato musulmano. (Dispaccio citato del 14 novembre).

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21 ottobre 1877 L'Istituto, sebbene si rallegri di questo

riconosci-mento di un obbligo internazionale, si rammarica nondimeno di non conoscere nè la forma, iiè la data di quelle istruzioni. D'altronde non può fare di meno di ricordare cbe due mesi e più dopo il di-spaccio del 1 3 giugno, la Germania ed altre potenze firmatarie della Convenzione di Ginevra SODO state costrette di richiamare la Turchia all' osservanza degli obblighi da lei contratti.

L'Istituto non deve indagare se sia nel pensiero di uno dei belligeranti di violare o di lasciar violare dalle sue truppe le leggi della guerra. Ma, oltre la questione di buona fede, ve ne ha un' altra di r e -sponsabilità che può derivare o dalla negligenza nella istruzione delle truppe, o dall' adoperare orde sel-vagge, incapaci di l'are una guerra regolare. Spetta agli Stati che sono inciviliti e fanno parte del concerto europeo, di respingere, senza restrizioni, l ' i m -piego di siffatti ausiliari. Un governo che dovesse a questi il suo trionfo, si porrebbe da sè stesso fuori della logge internazionale. Ma diventerebbe respon-sabile di tutti quei malvaggi istinti che non avesse repressi, di quella barbarie contro la quale non avesse reagito.

L'Istituto dunque non potrebbe considerare come valida scusa quella che consistesse a lanciare sopra truppe irregolari, basei-bozuck, Circassi, Curdi e simili, la responsabilità di crudeltà che si verificas-sero. Se coleste truppe sono assolutamente incapaci di condursi come esseri umani e ragionevoli, il fatto solo di adoperarli, costituisce, ed è cotesto af-fermato da lungo tempo dall' unanime consentimento degli scrittori, una grave infrazione delle leggi della guerra.

Se questa incapacità assoluta non esiste, è com-pito del belligerante, che mette a profitto i loro ser-vigi, di sottoporle a disciplina.

L'Istituto, notando quegli abusi, e protestando contro la loro conservazione, è alieno di molto dal volere far più gravi le divisioni od eccitare a rivincite sterili. Acceso da un .ardente amore di pace e di giustizia, esso intende soltanto di adoperare tutto il potere che gli può derivare dal suo ordinamento, dai suoi precedenti, dagli studii speciali de' suoi membri, per additare ciò che, secondo che gli pare, potrebbe impedire che le guerre presenti diano, a lato dei più nobili esempi di coraggio, di patriottismo e di carità, lo spettacolo umiliante della ferocia e della brutalità spinte fino agli ultimi loro limiti.

Ispirato da questi sentimenti, i'Istituto emette i voti seguenti :

1° Che come compimento dell'opera cominciata a Bruxelles nel 1 8 7 1 e in conformità delle conclu-sioni adottate dall'Istituto all'Aia nel 1875, i di-versi Stati si obblighino per contratto all'osservanza di certe leggi e usi di guerra;

2° Che le leggi e gli usi di guerra, da for-mularsi per via di trattato, siano per ciò conside-rati e posti sotto la tutela di tutti gli Stati europei, e che questi, allo scopo di estenderne la utilità, allarghino, se è possibile, l'istituzione di addetti mi-litari incaricati di seguire gli eserciti belligeranti e d'informare i loro governi delle infrazioni gravi che , verificassero contro le leggi della guerra. Su questo proposito un eccellente esempio è stato dato dalla pubblicazione che il governo inglese ha fatto delle relazioni del colonnello Wellesley;

3" Che i diversi governi prendano tulli i prov-; vedimenti necessari per far conoscere individualmente

queste leggi e questi usi agli ufficiali e soldati che sono al loro servizio ;

1° Che, come mezzo di applicazione che garan-tisca la certezza dello istruzioni speciali date almeno ai capi di corpo, ciascuno ufficiale, prima che cominci la guerra, firmi un processo verbale che assicuri essergli stata letta una istruzione relativa alle leggi ed agli usi di guerra, e che inoltre ha ricevuto un esemplare di detta istruzione.

Per l'Istituto di diritto internazionale. 1 vice presidenti 11 Presidente

.1. C . RLUNTSCHLI. C . D E P A R I E U . T . M . C . ASSER.

Il segretario generale

G . ROLIN-JAEQDEMTUS.

RIVISTA DELLE BORSE

Firenze, 20 ottobre.

Le elezioni francesi preoccuparono ed attrassero interamente l'attenzione degli speculatori nel corso di tutta le settimana. La grande lotta, alla quale presero parte circa i milioni e mezzo di elettori, si inaugurava sotto una pressione governativa di tale possanza, che mai non si era veduta l'uguale, nem meno ai tempi dell'impero. Le insinuazioni del clero il danaro sparso a profusione si dal governo come dal partito conservatore al qnale facevano adesione bo-napartisti, legittimisti ed organisti, se valsero a sce-mare il numero dei deputati repubblicani eletti, da 363 a 320, circa non poterono però impedire che una forte maggioranza repubblicana venisse eletta.

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mora!-21 ottobre 1877 L' E C O N O M I S T A 15 inente perduta in Francia, e che le tendenze attuali

della grande nation non son punto diverse da quelle degli altri popoli che vivono sotto il regime della libertà.

Però il problema della tranquillità della Francia non è ancora interamente risolato. Essendo stata eletta un assemblea pochissimo dissimile dall' ante-cedente, resta ancora a sapere se il governo del maresciallo, vorrà un altra volta reagire contro le tendenze della nazione_, oppure se piegherà a si-nistra.

Il dilemma proposto dai repubblicani, dimettersi o sottomettersi non sarà certo accettato in tutta la sua estensione, prima di devenire ad un atto qual-siasi, clic possa dare eccitamento a gravi urti nel-l'assemblea, e quindi alla provocazione alla gneera civile, si tenteranno del Maresciallo, e dai suoi ministri le vie conciliative mediante transizioni reciproche. Que-sto richiede la tranquillità della Francia, cosa che deve staro più a cuore al maresciallo che non la conservazione bon gre mal gre della sua posizione, e la prolungazione di un sistema di governo che per nulla si confà ad un popolo che per molti e molti anni, stette a capo della civiltà europea.

Se perciò il risultato delle elezioni, fu bene ac-cetto dalla borsa Parigina, venendo esso salutato con un rilevante rialzo, questo non potrà però con-solidarsi in sino a quando verranno dileguate le incertezze dell'avvenire, rispetto a ciò che verrà fatto dal Maresciallo e dal suo governo, in occasione dell'inaugurazione della nuova sessione parlamentare. La situazione in Oriente pare si presenti ora mi-gliore per i Russi, si ritiene imminente la caduta di Plewna difettando i Turchi di viveri e munizioni, essendo inoltre scoraggito l'esercito assediato per le malattie che ne decimano le file, ed anche in Asia se veri sono i dispacci pervenutici da Pietroburgo e Bukarest avrebbero i Russi riportata una grande vittoria sui Turchi, tagliando in due l'esercito di Muktar Pascià che si rinchiuse in Kars.

Se i dispacci ultimi sopra accennati sono veri-tieri allora probabilmente, cesseranno fra pochi giorni le ostilità, bastando ai Russi di poter man-tenere i loro alloggiamenti invernali in Bulgaria ; e la diplomazia che insino ad ora inutilmente propu-gnò la causa della pace, potrà far più presto ac-cettare un armistizio dai belligeranti, che speriamo preluderà gli accordi di pace tanto desiderati dal-l'Europa, e ancor piò desiderabili dei due popoli ora disgraziatamente armati e belligeranti.

• Queste ultime notizie che pur avrebbero dovuto impressionare le Borse, impallidirono, e fecero quasi nessun effetto, attesoché come sopra si disse, l'at-tenzione degli speculatori, era piuttosto in appren-sione per gli affari di Francia, che nel mondo finan-ziario hanno assai più importanza, che non le vicende

della guerra orientale, alle quali si è già fatta l'abi-tudine, e delle quali non si tien quasi caso alcuno, dal punto che la guerra si mantiene localizzata, e che tutte le altre potenze europee concordano nel pensiero, di tenersi lontane dal prendervi parte in qualsiasi modo sì diretto che indiretto.

Ora che abbiamo delineata la situazione, passeremo in rassegna i prezzi fatti nel corso della settimana.

L'incertezza del risultato delle elezioni aveva fatto piegare il 3 0(0 francese a 69, 1 5 ed il 5 0[0 a 405, 25 e la nostra rendita a 70, 65 ; il 3 0(0 gua-dagnava 75 centesimi, il 5 0[0 85 centesimi e la nostra rendita nella liquidazione di quindicina saliva a 7 1 , 4 7 . Questi prezzi non solo si consolidarono, ma anzi aumentarono ancora di circa dieci centesimi per la nostra rendita nel giovedì scorso.

Nelle Borse italiane l'incertezza e la debolezza si protrasse sino al lunedì mattina non essendosi co-nosciuto così presto come speravasi il risultato delle elezioni francesi, e la nostra borsa quotava con poche negoziazioni la nostra rendita 5 0|0 a 77, 70 77 60 serbandosi nominali in quel giorno tutti gli altri va-lori. L'indomani negoziavasi da 77, 82 a 77, 80. Giovedì il rialzo prendeva proporzioni molto più spic-cate, non solo si raggiungeva il corso di 78 ma si otte-neva quello di 78, 60 78, 57 4[2 col guadagno in pochi giorni di circa un punto. Ieri alquanto più debole il prezzo della rendita, per timore di com-plicazioni in Francia; essa veniva negoziata a 78, 35, 78, 32 4|2.

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