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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.04 (1877) n.164, 24 giugno

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FIN AN ZA, COMMERCIO, BANCHI, FE R R O V IE, IN TERESSI PR IV A T I

Anno IV - Voi. VII

Domenica 24 giu g n o 1877

N. 164

LE MODIFICAZIONI ALL'IMPOSTA SUI EEDDITI

DI

RICCHEZZA MOBILE

Più volte in questo nostro periodico abbiamo avuta occasione di occuparci delle gravi questioni alle quali dà luogo l’attuale ordinamento della più im­ portante fra le nostre imposte dirette qual’è quella sui redditi di Ricchezza mobile. In tali occasioni ci siamo ingegnali, per quanto lo permetteva la scarsità delle nostre cognizioni teoriche e pratiche, di rilevare gli inconvenienti che in cotesto ordina­ mento si contengono, i quali non solo rendono al­ cune volte ingiusta e più spesso intollerabile l’ap­ plicazione del tributo, ma si risolvono pure in danno dell’Erario nazionale opponendosi ad una più larga manifestazione della materia imponibile. (1) Per noi adunque riesce sempre importante qualunque modi­ ficazione che dal Parlamento o dal Governo, nella cerchia della respettiva loro competenza, si cerchi introdurre nell’organismo dell’imposta mobiliare.

Nè potrebbe invero muo\ersi rimprovero agli alti potere dello Stato di aver trascurata questa ma­ teria. Era appena entrata in vigore la legge 11 agosto 1870 portante gravi modificazioni all’assetto di questo tributo quando il Governo del Re, mosso dai lamenti che da ogni parte sorgevano su questo proposito, no­ minava nel 6 maggio 1872 una Commissione presie­ duta dnll’on. Maurogonato avente per compito lo studi® delle riforme da introdursi nell’imposta mo­ biliare sia nell’interesse dei contribuenti che in quello della finanza; la quale Commissione esponeva il resul­ tato dei suoi lunghi e faticosi lavori nella relazione presentata ài Ministro delle finanze nel dì 11 giugno 1875. — Ed una delle prime cure della nuova amministrazione sorta dal celebre voto del 18 marzo 1876 si fu pur quella di migliorare l’ordinamento di questa imposta, talché una Commissione nominata dall’on. Depretis e presieduta dall’on. Torrigiani po­ teva dopo pochi mesi dal dì della sua nomina

sot-(1). V edi N. 28 29 e 31 del 1874, e N. 91 e 92 del 1876.

toporre alle considerazioni dell’onor. Ministro una serie di utili riforme alcune delle quali, di ordine puramente regolamentare, poterono subito essere at­ tuate col R. D. del I o settembre 1876, mentre al­ cune altre venivano riassunte nel progetto di legge presentato alla Camera nella tornata del 10 marzo dell’ anno che corre. Cotesto progetto, riveduto e modificato in parte dalla Commissione parlamentare presieduta dall’on. Pissavini, veniva or sono pochi giorni discusso nella Camera elettiva e da essa ap­ provato con leggiere modificazioni, talché è credi­ bile che in breve, approvato dal Senato e munito dell’augusta firma del Re, debba divenire legge dello Stato.

A cominciare dal 14 luglio 1864, giorno della promulgazione della legge fondamentale di questo tributo, è questa la decima volta che il potere le­ gislativo vi torna sopra ; però bisogna convenire come in mezzo a tante leggi emanate su questa ma­ teria sia questa la prima che si informa principal­ mente al concetto di sollevare i contribuenti sia pure con scapito dell’Erario, quantunque anche in essa si contengano riforme adatte ad un ulteriore seuoprimento di redditi imponibili. Unica disposizione improntata esclusivamente da spirito fiscale, e che potrebbe anche correggersi dalla Camera vitalizia si 4* quella approvata dalla Camera dei Deputati a a proposta dell’on. Zeppa e che riguarda la tassabi­ lità dei redditi degli ecclesiastici per proventi di stola, quasi in opposizione ad una massima recente­ mente stabilita dalla Corte di Cassazione di Roma (I) Non ostante cotesto crediamo sinceramente che tanto l’on. Depretis quanto la Commissione parlamentare avessero ragione di compiacersi di questo progetto di legge come di un primo passo sulla via delle riduzioni dei pobblici aggravi, e come di una prima soddisfazione dati ai reclami del paese.

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L’ E C O N O M I S T A 24 giugno 1877 754

In secondo luogo si propone di toglier di mezzo quelle molestie ed asprezze che, mentre riescono ingiuste pel contribuente, pochissimo vantaggio ar­ recano all’Erario, mentre intende simultaneamente a migliorare la procedura dell’accertamento dei redditi per aumentarne la massa nei limiti di giustizia. In ultimo provvede il progetto a ricavare da questa imposta una lieve nuova entrata per i Comuni, non solamente per sopperire in qualche modo alle loro necessità quanto per cointeressare le amministrazioni locali nello scuoprimento della materia tassabile. — Andremo ora esaminando quali disposizioni siensi adottate nel progetto per raggiungere cotesto triplice intento.

Tutte le volte che dal Governo si è dimandato il parere delle autorità amministrative e degli uomini di finanza più competenti sui modi più adatti a mi­ gliorare l’assetto del tributo mobiliare, la risposta quasi unanime che ne ha riportata si è che bisognava prima di tutto modificare l’aliquota esagerata fissata dalla legge del 1870, riduceudo 1’ aggravio almeno por i piccoli contribuenti. E cotesto non tanto per un riguardo all’ impotenza assoluta di molti quanto per evitare lo sconcio di vedere poi sparire dalle casse erariali molti milioni di imposta segnati sui ruoli ma divenuti poi inesigibili per insolvenza dei cittadini tassati. Dai dati statistici riportati nella re­ lazione che precede il progetto si rileva che dal 1873 al 4875, ossia in questo ultimo periodo in cui era credibile che l'esperienza avesse insegnato a compilare meglio i ruoli d’ imposta, si verificarono anno per anno circa sette milioni di quote rimbor­ sabili agli esattori, molte delle quali, riferentesi in gran parte ai più piccoli redditi industriali e pro­ fessionali, divenivano inesigibili per insolvenza dei debitori. Era dunque conveniente che le prime cure del Governo e del Parlamento si rivolgessero a co- testa classe di redditarii più poveri, lo che si fa col progetto in esame. Si è scartata però l’ idea di di­ minuire nominalmente T aliquota per non portare così di subito una troppo profonda alterazione nel­ l’assetto del tributo mobiliare, ma si è creduto mi­ glior cosa raggiungere per altra via lo scopo, am­ mettendo cioè a vantaggio dei redditi imponibili accertiti e provenienti da industria o professioni, detrazioni graduali tanto più sensibili quanto più è piccola la entità dei redditi stessi. Altro grave in­ conveniente che si riscontrava coll’applicazione del­ l’imposta, e di cui più volte anche noi abbiamo mosso speciale lamento, si era quel brusco passaggio dall’ esenzione assoluta ad una tassa di circa 40 lire per la semplice differenza di qualche centesimo nel reddito imponibile ; ed anche a questo si è in gran parte riparato con questo progetto. Difatti con l’a r­ ticolo primo del progetto stesso si stabilisce che a cominciare dal 4° gennaio dell’anno venturo i redditi

mobiliari dipendenti da industrie e professioni, ossia quelli che in lingnaggio officiale si dicono di Cate­ goria B e C, quando, o soli, o cumulati con altri redditi non eccedono le 800 lire imponibili, saranno tassati con le seguenti detrazioni, cioè di

L. 250 se vanno dalie L. 400 imponibili alle L. 500

» 200 » » 500, 01 » » 600

» 450 » » 600,01 » » 700

» 400 » » 700, 01 » » 800

Ed inoltre col detto articolo si stabilisce chele de­ trazioni dovranno esclusivamente cadere sui redditi di Categoria B e C anche nel caso in cui per de­ terminarne l’ imponibilità siasi tenuto conto di altri redditi sì mobiliari che fondiari') goduti dal contri­ buente.

Giova ora esaminare ed analizzare le conseguenze pratiche di coteste disposizioni.

Attualmente sui redditi imponibili delle categorie B ., C. e D. non si fanno altre detrazioni che quella di lire 100 per quei redditi che vanno dalle 400 alle 500 lire; passato questo ultimo limite la tas­ sazione procede normale sull’ intiero reddito. In virtù delle nuove disposizioni per i redditi delle due categorie B. e C. la tassazione normale non procederà invece che dalle lire 801 in avanti, mentre per le somme minori vi sarà sempre una detrazione tanto più sensibile quanto è più piccolo il reddito imponibile. A meglio considerare la portata pratica di cotesta disposizione gioverà il seguente prospetto nel quale si riportano le cifre di tassa che i varii redditi che vanno dalle 401 alle 800 lire pagano attualmente, e quelle che si pagheranno nel 1878 in virtù della nuova legge, cioè:

Imposti Redditi im .onibili Imposta attuale secondo la nuova

legge L. 400 01 L. 39 60 L. 19 80 » 500 — » 52 80 )) 33 00 » 600 — )> 79 20 » 52 80 » 700 — » 92 40 )> 72 60 )) 800 — » 105 60 » 92 40 Cosicché il vantaggio arrecato dalla nuova legge ai piccoli redditari di cat. B. e C. va dal 50 al 12 50 per cento, e contemporaneamente si dimi­ nuisce d’assai l’inconveniente del brusco passaggio dall’esenzione assoluta ad una tassa elevata che da tutti veniva lamentato.

E tanto più coteste detrazioni appariscono di sen­ sibile vantaggio ad un numero grandissimo di pic­ coli contribuenti quando si considerano unite alla disposizione che si contiene nel secondo comma del citato articolo primo del progetto in esame e che merita una speciale spiegazione per chi non sia ab­ bastanza pratico del meccanismo di questo tributo mobiliare.

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r

24 giugno 1877 L’ E C O N O M IS T A

di per sé stessi non sarebbero tassabili perchè infe­ riori alle 400 lire imponibili, lo divengano invece quando chi li gode abbia pure altri redditi mobi­ liari o fondiarii che cumulati con i primi facciano una somma eccedente le 400 lire. Coteste disposizioni si mantengono nel progetto in esame, ma però si di­ chiara che le detrazioni sopra stabilite debbano sempre cadere sui red liti effettivi mobiliari di cat. B. e C. non pegli altri che si calcolano solo per determi­ nare la tassabilità dei primi. Simile disposizione por­ terà naturalmente la riduzione ed anche l’esenzione assoluta dalla tassa per moltissimi piccoli redditi delle accennate categorie che oggi sono gravati nella loro totalità dell’aliquota del 13 20 per 100. A meglio intendere la conseguenza pratica di cote- sta disposizione prendasi, ad esempio, un cittadino industriale o professionista che abbia un reddito imponibile di cat. B. ó C. di L. 200. Se cotesto cit­ tadino gode di altri redditi mobiliari o fondiarii in cifra superiore a lire 300 per la legge oggi vigente pagherà l’aliquota normale sull’intiero reddito di cat. B. o C., ossia una tassa di lire 26 40, perchè i redditi cumulati passano le 500 lire. Per le nuove disposizioni invece, se gli altri suoi redditi non pas­ seranno le 400 lire, cotesto cittadino non pagherà nulla sulle sue 200 lire di cat. B. o C., se cotesti an­ dranno dalle 400 alle 500 lire pagherà lire 6 60; se andranno dalle 500 alle 600 lire pagherà lire 13 20 e non pagherà l’intera aliquota, ossia le lire 26 40, che quando cotesti redditi passino le 600 lire, ossia quando nel totale si abbia un reddito superiore a lire 800.

L’onorevole ministro delle finanze si è studiato di rilevare qual sarà il numero dei contribuenti che resteranno beneficati dalle nuove disposizioni e cal­ cola che non saranno meno di 291,000, con una perdita per l’erario di circa 5 milioni e mezzo di lire. Noi però, avendo esaminati colesti calcoli, tro­ viamo che sono troppo vaghi ed ipotetici per cre­ dere a coteste cifre, giacche è oggi diffìcilissimo stabi­ lire quanti di cotesti piccoli redditari, che a primo aspetto apparirebbero beneficati dalla nuova legge, avranno poi altri redditi mobiliari o fondiari che li mettano nel caso o di non godere affatto delle de­ trazioni ammesse col progetto o di goderne in mi­ sura assai diversa da quello che di prima vista re­ sulterebbe dalle cifre segnate sui ruoli d’ imposta. L’onorevole ministro ci dice che la diminuzione che nel numero dei beneficati dalle nuove disposizioni resulterà per la causa sopraindicata sarà ad ogni modo compensata dall’aumento derivante dal nu­ mero di tutti i piccoli impiegati delle Società indu­ striali e commerciali e dei Corpi morali, i quali non figurano personalmente nei ruoli, ma sotto il nome della Società o dell’ Ente cui servono; nono­ stante cotesta giusta osservazione noi persistiamo a

735 credere che il numero di questi beneficati resulterà ad ogni modo minore di quello calcolato da lui, anche perchè nei nuovi accertamenti dei redditi mo­ biliari pel 1878, gli agenti e le Commissioni tassa- trici, in vista appunto delle nuove disposizioni, sa­ ranno meno pietosi con i dichiaranti ed eleveranno i loro redditi.

Esaminando codeste disposizioni così benevole per i piccoli redditari di Cat. B. e C. non ci siamo potuti persuadere della giustizia di volere esclusi dal be­ neficio i poveri impiegati delle amministrazioni co­ munali e provinciali, ossia i redditari di Cat. D. — Concordiamo che i redditi netti di Cat. D. essendo imponibili per la metà, invece che per 5|8 come quelli di Cat. C e per 6|8 come gli altri di Cat. B, sono stati trattati più benignamente che gli altri dalle leggi precedenti, ma è sempre da riflettere che per la massima parte i redditi di Cat. B. e C. non ven­ gono quasi mai colpiti nella loro effettiva entità mentre per l’impiegato dei Comuni e delle provincie non vi è speranza di sottrarre una sola lira all’im­ posta. Quello poi che più ci duole è che non siasi affatto provveduto per questi redditi di Cat. D. ad evitare qual brutto sconcio del passaggio dalla esen­ zione assoluta ad una tassa non minore' di L. 40 per pochi centesimi di differenza di reddito. Noi conosciamo, ad esempio, alcuni impiegati comunali che sul loro assegno normale godono di un lieve aumento annuo di qualche diecina di lire destinato a renderli sempre più esatti nel loro impiego. Or bene se cotesti impiegati oggi godono di un assegno di L. 800 essi non pagheranno ancora un centesimo di tassa ; ma siccome nell’anno venturo il loro as­ segno aumenterà di 20 o 10 lire così si troveranno colpiti da una tassa non minore di 40 lire, ed il desiderato aumento che dovrebbe essere il premio del loro buon servizio si convertirà per loro in ef­ fettiva perdita di 20 o 30 lire ! Possono tollerarsi simili sconci in un sistema tributario, bene ordinato?

Però non dobbiamo scoraggiarci, e prendiamo in­ tanto quel poco di buono che innegabilmente si con­ tiene in questa nuova legge tributaria, sperando che prima o poi il legislatore provvederà anche al resto, non siamo noi di quelli che trascurano il bene pel desiderio del meglio.

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756 L’ E C O N O M IS T A

24 giugno 1877

IL BOLLETTINO BIMESTRALE DEL RISPARMIO

All’amministrazione italiana si riconosce giusta­ mente anche dai forestieri il merito di avere adot­ tato sopra larga scala il sistema di dare in luce accurate pubblicazioni di statistica amministrativa che non si fanno troppo aspettare e che son com­ pilate in modo da soddisfare assai completamente ai desideri degli studiosi e degli uomini di Stato.

Abbiamo adesso sottocchio il secondo bollettino bimestrale del risparmio per 1’ anno corrente che contiene le situazioni dei conti dello casse di ri­ sparmio ordinarie al 30 aprilo ed il movimento dei depositi presso tutti gli istituti di risparmio durante i mesi di marzo ed aprile 1877. Non sarà inutile che di tanto in tanto richiamiamo I’ attenzione dei nostri lettori sopra un lavoro cosi interessante, for­ nito specialmente di un’ importanza tutta particolare nel nostro paese, il quale dal diffondersi delle abi­ tudini di risparmio e dal moltiplicarsi dei mezzi adatti a favorirlo deve aspettare uno dei maggiori impulsi per la creazione dei nuovi capitali di cui tanto abbisogna, e pel miglioramento della condizione assai misera-in cui versa gran parte della sua popo­ lazione dedita specialmente all’agricoltura. Gli stabi­ limenti destinati a raccogliere il risparmio fra noi sono di tre specie ; cioè le casse di risparmio ordi­ narie, le casse di risparmio postali e gli istituti di credito (per la maggior parte banche popolari) che alle loro operazioni uniscono necessariamente quella di ricevere depositi a risparmio.

Il 30 aprile decorso esistevano nel Regno 198 casse di risparmio ordinarie di cui 2 non avevano ancora incominciate le loro operazioni; queste 198 casse di risparmio avevano alla stessa data, fra sedi centrali, succursali ed affigliate, 356 stabilimenti di cui 345 in esercizio, 2 che ancora non avevano in­ cominciato ad operare e 9 in liquidazione.

Lo stato dei depositi presso le casse di risparmio ordinarie alla fine di ciascuno dei primi quattro mesi dell’anno corrente è dato dal seguente pro-spetto :

N u m ero d eg li N u m ero A m m o n ta re d ei S ta b ilim e n ti d el lib r e tti d ep o siti

Gennaio 553 845,588 Lit. 561,990,983

Febbraio 355 852,622 » 566,638,779

Marzo 354 858,211 )) 567,877,160

Aprile 356 864,550 )) 570,311,345

L’interesse corrisposto sopra i depositi a risparmio variava alla fine d’aprile dal 6 al 3 1 [2 per 100.

È indubitato che il risparmio va prendendo fra noi uno sviluppo assai soddisfacente. Alla fine del 1872 l’Italia contava 282 casse di risparmio aventi un debito per depositi a risparmio di Lit. 444,513,354 ed alla fine dell’anno scorso il numero delle casse

di risparmio si era aumentato a 353 (vi sono com- prese anco quelle in liquidazione) e la cifra dei de­ positi a Lit. 532,755,544. Il numero dei libretti era passato dalla fine del 1872 alla fine del 1876 da 676,237 a 833,760.

Questi ultimi particolari, bene inteso, noi non li troviamo nel presente bollettino il quale è affatto sfornito, e ne siamo dolenti, di dati comparativi che riescirebbero cosi opportuni in una pubblicazione di questo genere e gioverebbero tanto a rischiarare molte questioni intorno al movimento progressivo del risparmio ed intorno all’influenza che su di esso possono esercitare le vicende politiche e sociali della nostra vita nazionale. Le cifre che di sopra abbiamo citato relative agli anni decorsi le abbiamo desunte da un altro utilissimo lavoro intorno alle casse di risparmio pubblicato qualche tempo fa dallo stesso Ministero di agricoltura e commercio che conteneva estesi ragguagli statistici sopra lo stato delle casse di risparmio ordinarie e postali per l’esercizio termi­ nato col 51 dicembre 1876.

Per ciò che riguarda gli Istituti di credito che operano sussidiariamente come casse di risparmio il loro numero era alla fine dell’aprile decorso di 184 ed avevano raccolto una somma di depositi ascen­ dente a Lit. 107,868,941 repartiti sopra 113,603 libretti.

La somma complessiva dei risparmi raccolti in Italia e confidati tanto alle casse di risparmio ordi­ narie quanto agli Istituti di credito raggiungeva quindi alla fine di aprile la rispettabile cifra di Lit. 678,180,287 ed il numero dei libretti quella di 978,155.

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24 giugno 1877 L’ E C O N O M IS T A 757 .di stabilimenti destinati a raccogliere i risparmi al

di fuori delle casse postali. L’introduzione delle casse di risparmio postali deve essere stata incontestabil­ mente un gran benefizio per queste provinole che prima di esse prive come erano di Istituti di questa nature, mancavano per conseguenza di uno dei più grandi eccitamenti al risparmio ed inlatti quasi tutte queste 9 próvinòie ad eccezione di quella di Belluno e di Catanzaro possono noverarsi adesso fra quelle che offrono maggior clientela alle casse postali, al­ meno per quanto può giudicarsi dal prospetto dei versamenti e dei rimborsi fatti durante il bimestre in ogni provincia presso questa ultima specie di casse; prospetio il quale sarebbe per altro desiderabile che fosse più completo e desse come riassunto la cifra totale del numero dei libretti e dell’ ammontare dei crediti distintamente per ogni provincia dei deposi­ tanti presso le casse postali alla fine di ogni mese. È strano che fra le provinole le quali non hanno altri istituti destinati a raccogliere il risparmio che le casse postali, figuri la provincia di Napoli ; le altre sei oltre queste tre già menzionate sono le pro­ vince di Benevento, Caltanissetta, Girgenti, Lecce, Reggio di Calabria e Trapani.

Le Casse di risparmio postali in tutto il regno custodivano alla fine di aprile una somma di de­ positi ascendenti a lire 4,101,759. Anche in queste, se si considera la data recente della loro fondazione, il progresso è assai rapido e basta il seguente pro­ spetto del loro sviluppo durante i primi quattro mesi dell’anno corrente per mostrare che hanno in­ contrato in Italia un terreno singolarmente favore­ vole ove l’amore al risparmio può dirsi quasi una grande virtù nazionale.

N u m ero N u m e ro A m m o n ta re d e g li uffici d ei li b r e tt i d e i d ep o siti Gennaio 2032 Febbraio 2141 Marzo 2273 Aprile 2682 68,413 74,820 82,369 89,913 L. 2,968,720 » 3,319,407 » 3,702,970 » 4,404,759 Per rendersi meglio conto dello stato delle Casse di risparmio fra noi e degli immensi servigi che possiamo giustamente riprometterci dalla loro isti­ tuzione giova che riproduciamo il seguente prospetto dinotante il movimento complessivo mensile dei de­ positi alla fine di ciascuno dei quattro primi mesi dell’anno corrente presso tutte quante insieme le tre specie di stabilimenti di risparmio.

Libretti A ccesi E s ti n ti Gennaio, . . 42,251 15,781 Febbraio . . 27,696 12,502 Marzo . . . 28,174 14,075 Aprile . . . 28,199 13,198 A tutto aprile . 126,320 55,356 V e rs a m e n ti R im b o rsi Gennaio. . L. 46,462,940 L. 32,656,155 Febbraio . » 52,249,872 » 24,315,693 Marzo . . » 33,064,254 » 29,944,759 Aprile . . » 35,657,818 » 33,761,159 A tutto aprile L. 145,434,884 L. 120,677,767 Le cifre seguenti danno il credito totale dei de- positanti presso tutti assieme gli Istituti alla fine di ciascuno dei quattro primi mesi del 1877.

L i b r e tt i e s ìs te n ti A m m o n tare d e i d ep o siti Gennaio. 1,021,270 Febbraio. 1,056,674 Marzo. . 1,053,067 Aprile . 1,068,068 L. 667,693,349 » 676,183,167 » 682,036,731 » 682,285,046 La rapida progressione di queste cifre contiene innegabilmente un prognostico molto incoraggiante per l’avvenire del nostro paese.

Allorquando l’anno scorso il Ministero d'agricol­ tura e commercio incominciò la pubblicazione del bollettino bimestrale inteso a rendere di pubblica ragione periodicamente il movimento del risparmio in Italia e la situazione degli Istituti destinati a rac­ coglierlo, noi fummo Ira i primi a far plauso al ministro per l’eccellente idea ch’egli aveva avuto, e questa stessa lode gli serbiamo anche oggi intiera e sincera. Sennonché non vogliamo nascondere il desiderio di vedero corrette in questa pubblicazione alcune leggere mende ed introdotte alcune inodifi- zioni che arrecherebbero in essa, a senso nostro, un notevole miglioramento e la porrebbero in grado di rispondere più facilménte e più completamente a molte questioni che possono presentarsi alla mente degli studiosi, e ad elucidare le quali è appunto di­ retto il présente bollettino. Abbiamo già accennato alla mancanza di dati comparativi con epoche cor- rispondeuti delle annate anteriori ed abbiamo già espresso il desiderio di veder registrato distinta- mente per provincia il debito totale delle Casse postali per depòsiti a risparmio in esse versate; adesso aggiungeremo che ci piacerebbe assai di ve­ dere introdotto nei prospetti in cui si denota il mo­ vimento del risparmio distintamente per ogni pro­ vincia un elemento assai importante, quello cioè della popolazione ed il ragguaglio del numero dei libretti e della somma dei depositi col numero de­ gli abitanti di ogni provincia. L’utilità di questa innovazione non ha mestieri di esser lungamente spiegato.

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situa-758 L ’ E C O N O M I S T A 24 giugno 1877 zioni di ciascun istituto avente esistenza autonoma, I

ma ponendo cura di ricollegarle insieme colle situa­ zioni di tutte le sue succursali in qualunque pro­ vincia esse esistano, affinchè si potesse avere facil­ mente un’ idea esatta del modo di procedere dello istituto principale da cui tutti gli altri dipendono, del movimento generale delle sue operazioni e della sua solidità.

Col sistema attuale che presenta separatamente la situazione di ogni singola Cassa, sia madre, sia affigliata, sia autonoma, sia non autonoma in cia­ scuna provincia, ogni confronto fra i diversi stabi- lailimenti, ogni calcolo intorno alla loro relativa im­ portanza è reso sommamente intrigato e diffìcile. E ciò che poi complica anco maggiormente queste ricerche è, se non andiamo errati, la mancanza di uniformità nel sistema adottato cesi che ad esempio mentre la situazione della Cassa di risparmio di Mi­ lano è data tutta intiera insieme con quella delle sue Casse filiali nel posto assegnato alla provin­ cia di Milano (pag. 14) volendo avere invece la situazione della Cassa di risparmio di Firenze biso­ gna ricostruirla andando a sfogliare il bollettino ed a cercare le varie situazioni delle succursali che essa può avere nelle provincie di Lucca, di Arezzo, ecc.

A questi inconvenienti che cerio non sono gravi " ed a cui col tempo si può facilmente rimediare, ci auguriamo di veder presto provveduto, persuasi che dalla cura posta nel toglierli ritrarrebbe im­ menso vantaggio una pubblicazione che di per sè ha già tanto pregio e da cui possono non solo attin­ gere un gran numero di utili ammaestramenti gli studi statistici, ma può il paese acquistare cognizione completa di una delle più importanti istituzioni pro­ creatrici del suo benessere e della sua prosperità.

IL BILANCIO DEFINITIVO DI PREVISIONE

D E LLA SPE SA

del M inistero fleiristrnzione Pubblica

Riassumiamo prima di tutto i dati che ci vengono forniti dalla relazione dell'oii. Torrimani.

Nella ripartizione di spesa pei ruoli organici del personale delle amministrazioni civili presentata il 23 novembre dell’anno scorso dal ministro delle finanze, in adempimento all’art. 1 della legge 7 luglio 1876 relativa al miglioramento delle condizioni degli im­ piegati dello Stato, fu compresa quella pel Ministero dell’ istruzione pubblica.

Per l’articolo A della legge 50 dicembre 1876, sui nuovi organici del personale amministrativo, si espone nel bilancio del Ministero dell’istruzione

pub-blica, la maggiore spesa di lire 97,642, ripartita nei seguenti capitoli :

1° Personale del Ministero...L. 24,800 5° Dell’amministrazione scolastica pro­

vinciale : dei provveditori degli studi. . » 27,400 Degli ispettori sco lastici... » 11,500 7° Personale delle segreterie delle regie

U niversità... » 13,455 Delle Accademie di belle arti.. . » 15,926 Delle Biblioteche nazionali. . . . » 5,258 Degli Istituti e corpi scientifici . » 635 Degli Istituti musicali . . . » 2,868 Totale. . . L. 97,642 In aggiunta a tali, variazioni degli indicati capi­ toli, sono a notarsi le seguenti, di aumenti e di di­ minuzioni del bilancio definitivo di previsione.

1° Pel materiale delle regie Università ed altri istituti, l’aumento al capitolo 8 k di lire 9816, di cui lire 4000 serviranno all’ultimo bimestre dell’anno in corso per la scuola di applicazione agli ingegneri in Bologna, e verranno versate all’ erario dai fondi che contribuisce il Consorzio universitario di Bolo­ gna, approvato cori leale decreto 14 gennaio 1877.

2° La variazione in più pel capitolo 11 (Istituti e corpi scientifici e letterari), è di lire 800 per due premi da conferirsi dalla società italiana di scienze in Modena.

5° Nel capitolo 13, per la spesa ordinaria al ma­ teriale delle biblioteche nazionali ed universitarie, l’aumerto di lire 2500 è nella dotazione alla Vittorio Emanuele. Corrisponde alla metà delle lire 5000 per maggiore concorso, della Giunta liquidatrice dell’Asse ecclesiastico, alle spese per la stessa Biblioteca.

4° Le somme approvate in prima previsione di lire 663,270 pel capitolo 14 (Personale di Accade­ mie ed istituti di belle arti) è variata in più di li­ re 2000, trasportando questa somma dal materiale al personale; ed al fine di rendere più efficace la custodia dei tesori che si rinchiudono nelle Reali Gallerie di Firenze, si propone un’ altra variazione allo stesso capitolo in più di lire 6629, diminuendo di altrettanto il materiale delle Accademie ed istituti di belle arti.

5° Il museo archeologico o Kircheriano, comin­ ciando da oggetti preistorici, ne va raccogliendo e aumentando molti e preziosi di tempi e di luoghi, con ampliamento di spazio e di materiale necessa­ rio. Nel capitolo 17 [Musei, scavi e conservazione di antichità), alla somma d i ...L. 386,675 è proposto l’aumento d i ... » 2,500 altra metà delle suindicate lire 5000 per

maggiore concorso della Giunta liquidatrice dell’Asse ecclesiastico alle spese anche di questo museo.

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L’ E C O N O M I S T A 759 21 giugno 1877

Onde pareggiare come denota I’ articolo 5 della ' legge 27 maggio 1875, n° 2551 (serie 2a) lo stan­ ziamento all’ammontare dei versamenti nelle tesore­ rie del regno (capitolo 50 bis Entrata) per tassa di entrata nei musei, nelle gallerie di belle arti e negli scavi di antichità del regno, somma di lire 256,697 2 2 , l’ aumento a! capitolo 18 (Spese di mantenimento dì quegli istituti e pinacoteche) è d i ...L. 102,550 12 Unendo a questa somma quella esposta

allo stato di prima previsione in . » 154,547 10 risulta la somma suindicata di . . L. 256,697 22 6° Il capitolo 29 si riferisce al materiale degli educandati femminili ed istruzione superiore elemen­ tare femminile. La somma fissata nella prima pre­ visione 1877, fu ridotta a lire 500,118.

I lamenti delle amministrazioni degli educandati in Firenze, in Milano, in Palermo, pei prezzi cre­ sciuti dei viveri, mostrano la necessità di ritornare alla somma anteriore del 1875, e perciò si propone l’aumento al capitolo 29 di lire 7000.

7tì Per l’indennità di trasferimento agli impiegati dipendenti dal Ministero dell’ istruzione pubblica, nello stato di prima previsione, il capitolo 55 era della somma di lire 15,000: nel bilancio definitivo si propone il raddoppiamento di questa somma por­ tata per ciò a lire 50,000, creduto necessàrio l’au­ mento di lire lo ,000 per gli effetti del regio decreto 1° novembre 1876, n° 5450, o perchè la spesa effettiva da qualche anno supera la presunta.

Oltrecciò è a notare che sono rimaste a pagare delle indennità di spese per le trasferte' di questi impiegati, e si sono già liquidate . . . . L. 7,008 e in corso di liquidazione so n o ... » 2,992 formando un insieme d i ...L. 10,000

L'ammontare complessivo dei residui nel 1875 e retro su questo capitolo, ascendo a lire 12,192 59 distribuite così :

Rimaste a pagare a liquidazione finita secondo il progetto di legge speciale . . . L. 10,000 00 già trasportate nello stato di prima pre­

visione di quest’anno 1877 . . . » 2,000 00 rimaste insoddisfatte al 51 'dicembre 1876,

come rilevasi nella situazione del Tesoro

di quell’anno... ,, 192 59 Totale come sopra . L. 12,192 59 8° Alla somma relativa all’ istituto internazionale per l’unificazione ed il perfezionamento del metro, conviene aggiungere L. 5,200 88 per cui si ha in totale L. 8,182 88.

9° Nelle spese straordinarie il pagamento dì sti­ pendio ed indennità di residenza agl’impiegati fuori

di ruolo la somma da proporsi pel bilancio definitivo è di lire 15,500.

10° Nel capitolo 59, relativo alla biblioteca in Roma Vittorio Emanuele, vediamo nel prospetto del bi­ lancio definitivo, sulla somma di lire 15,000 ap­ provata collo stato di prima previsione, 1’ aggiunta d i ... ... . . . L. 10,183 45

A questa variazione è proposta una seconda in più d i ...» 25,478 80 ossia un totale al capitolo 59 di . . L. 55,662 25

All’altro capitolo 59 ter, vediamo, quale variazione in più, la somma di lire 2000 proposta per un con­ corso di spesa di una stufa a termosifone per l’orto botanico dell’ Università di Siena.

Quanto alle diminuzioni :

1° Nel capitolo 1° si vede come variazione in meno la somma di lire 870; mentre vengono tra­ sportate lire 550 al capitolo 5° e lire 520 al capi­ tolo 27, per indennità.

2° Nel capitolo 7 (Personale delle regie Università ed altri istituti universitari) è proposta una varia­ zione in meno di lire 65,245 03.

5° Al capitolo 15, (Materiale di Accademie ed istituti di belle arti) nella somma approvata collo stato di prima previsione di lire 565,574 è proposta una diminuzione di lire 2,000 e contro l’aumento di lire 6629 si propone pel materiale la variazione in meno dell’identica somma di lire 6629.

4° Al capitolo 22 {Personale d’istruzione secondaria classica e tecnica) nella somma approvata allo stato di prima previsione in lire 5,548,470 80 è proposta una variazione in meno di lire 108,408.

5° L’altra diminuzione di lire 62,159 riguarda il capitolo 58 per fitti di beni demaniali destinati ad uso od in servizio di amministrazioni governative.

6° Per la spesa di acquisto di francobolli e delle cartoline postali di Stato in corrispondenza d’ufficio è proposta la riduzione a lire 96,227 80 da lire 100,000.

7° Due sole diminuzioni sone proposte in varia­ zione della spesa straordinaria, ai capitoli 42 e 45.

Per gli assegni di disponibilità (Capitolo 42), fu approvata collo stato di prima previsione del bilancio, la somma d i ... L. 8,185 00

Si presenta la diminuzione di. . . L. 119 40

Per maggiori assegni sotto qualsiasi denominazione, al capitolo 45, nel bilancio di prima previsione fu approvata la somma di... L. 15,842 77

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giustificate le proposte di variazioni presentate nel bilancio definitivo di previsione dal Ministero del­ l’istruzione pubblica.

I ruoli organici del personale delle ' amministra­ zioni civili, dice l’on. Relatore, verranno in seguito studiati e completati in rapporto all’atteso riordina­ mento dei servizi pubblici e dell’ amministrazione, che si deve connettere col miglioramento della con­ dizione degl'impiegati.

Nessuna variazione è proposta al capitolo 28, per sussidi all’istruzione primaria.

L’ on. Relatore accenna ai problemi riguardanti l’istruzione secondaria, l’Indennità per trasporto agli impiegati, ed altri particolari argomenti.

Riguardo ai (piali toccheremo rapidamente di alcuni incidenti della discussione avvenuti appunto in oc­ casione deli’apprpvazione del bilancio, di cui ecco il riepilogo.

Spesa ordinaria . . . . L. 22,480,617 68 Spesa straordinaria . . . » 1,411,080 19 Totale generale L. 23,891,727 87 Questo bilancio venne approvato dalla Camera senza modificazieni.

Durante la discussione del bilancio l’on. Parenzo fece alcune osservazioni intorno alle condizioni ge­ nerali della istruzione in Italia. Egli trovò che la istruzione primaria è insufficiente per difetto di mae­ stri e per esiguità del loro stipendio, per infrequenza di scolari, per mancanza di locali adatti. Quanto ai- fi istruzione secondaria, è un grave inconveniente quello del dualismo fra i ministeri dell’ istruzione pubblica e dell’ agricoltura e commercio, dualismo che non permette un buon coordinamento degli studi classici e tecnici.

A questo proposito l’on. Morpurgo osservò che i ministri cessati Finali e Bonghi avevano cercato di dare agli istituti classici e tecnici un ordinamento omogeneo, e che non mancano in Italia ottime e fiorenti scuole speciali. Che se vi sono difficoltà e inconvenienti, questi si verificano dappertutto. Ag­ giunse poi che non bisogna procedere a priori, ma studiare i problemi volta per volta, e sta bene, pur­ ché in questo studio si abbiano a guida certe idee direttrici. Noi vorremmo sapere, per esempio, se le scuole tecniche, ordinate come oggi sono, rispon­ dano al loro scopo.

L’ on. Parenzo aveva poi detto che per rendere efficace la legge sulla istruzione obbligatoria ci vo­ gliono mezzi, e che questi mancano. Bisogna dun­ que menare la falce dove è possibile, ed egli trova che è soverchio il numero delle Università, e che a provvedere degnamente al materiale e agli inse­ gnanti le presenti condizioni dello Stato non ba­ stano.

24 giugno 1877 La quale osservazione, che a noi pare ragionevole, fu combattuta dall’on. Cuturi, il quale sorse a chie­ dere il completamento della facoltà medico-chirur­ gica di Pisa, e in tale occasione disse che le nostre Università sono poche in confronto di quelle della Germania, che la concorrenza stimola al progresso, e che vi sono provincie che concorrono a comple­ ta rie.

Ma questo genere di concorrenza, notava l’ ono­ revole Varò, non è il vero; questa è la concorrenza di un negoziante che apre due botteghe. D’altra parte con sette magri milioni dobbiamo pensare a tutte le nostre Università, mentre la Germania ne spende otto soltanto per quella di Berlino.

L’on. Nocito fece alcune osservazioni sul fatto che i farmacisti e i notai scemano, e trovò esagerato, e non a torto, che per ¡ primi si richiedano due anni di liceo e pei secondi il diploma di licenza liceale, cioè lo stesso diploma, che si domandava a coloro che debbono fare quattro anni e non due soli di studi giuridici.

L’on. Saladini parlò dei Collegi-convitti nazionali, e combattè fi insegnamento del catechismo religioso e la istituzione del censore, oltre a rilevare vari al­ tri inconvenienti.

L’on. M artini disse che quel che si spende per le Accademie al di là delle scuole di disegno ele­ mentare si spenderebbe molto più utilmente nella conservazione dei monumenti.

L’on. Ministro della pubblica istruzione, sul pro­ posito della istruzione elementare, non negò le gravi lacune, ma constatò che si è assai progredito.

Quanto ai Convitti nazionali, conviene di alcuni difetti della istituzione del censore militare, ma pensa che sia più il bene che il male. E quanto all’inse­ gnamento religioso, crede che il toglierlo sarebbe un fare un benefizio ai convitti clericali. Sulla que­ stione dell’istruzione secondaria, vorrebbe la scuola tecnica congiunta all’ istituto tecnico, e quanto alle Università, si riserva di dirne diffusamente quando la proposta di riforma verrà in discussione.

Erano annunziate due interpellanze dell’onorevole Bonghi e dell’ onorevole Bovio, ma vennero riman­ date a dopo la discussione del bilancio, e noi ci asteniamo quindi dal parlarne.

LA BANCA DI GOTHA

PER L’ ASSICURAZIONE SULLA VITA IN GERMANIA

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24 giugno 1877 L ’ E C O N O M I S T A 764 cinquantesimo anniversario della sua fondazione.

Scegliamo appunto questa ricorrenza per dare ai nostri lettori una breve notizia sull’origine e sullo sviluppo di questo benemerito Istituto.

Mentre in Inghilterra la prima Compagnia d'assi­ curazione sulla vita fu fondata nel 4706 e un tal genere di affari prosperava in quel paese, trascorse un secolo intero prima che in altri paesi se ne se­ guisse l’esempio.

In Germania dove, nei circoli più illuminati, si apprezzavano debitamente i vantaggi dell’assicura­ zione sulla vita e si lamentava perciò la mancanza di istituti nazionali che facessero tal genere di af­ fari, fu tentato di introdurre l’assicurazione sulla vita da Guglielmo Benehe in Amburgo nell’anno 4806, appunto 400 anni dopo che era stata fondata in Inghilterra la prima Società inglese di assicura­ zione sulla vita. Ma questo primo tentativo che coin- cidette col periodo delle guerre napoleoniche andò fallito. Ugual sorte ebbe nel 4823 il progetto di unire una Compagnia d’assicurazione sulla vita a quella esistente in Elberfeld contro gl’ incendi.

Ma al tempo stesso in cui era fatto questo secondo tentativo, come risulta da una memoria scritta, un cittadino di Gotha, il mercante Ernesto Guglielmo Arnoldi, aveva concepito un simile progetto. A lui era riserbato di portarlo ad esecuzione quantunque dovesse sormontare immense difficoltà.

L’Arnoldi, nato in Gotha il 21 maggio 1778 fino dal 4803 era socio nel commercio e nella fabbrica del padre. Al suo spirito vivace ed alla sua potenza creatrice non bastava il suo commercio, per quanto ponesse ogni studio nell’estenderlo sempre più, e come egli era acceso dal desiderio di giovare alla umanità vide che vi era un campo dove la sua attività avrebbe potuto raccogliere un frutto conde­ gno. Nella piccola Gotha gli spiriti erano accessi­ bili a grandi idee, e già da parecchi anni questa città come la vicina Weimar erano il centro della vita intellettuale tedesca, la patria di molti ed emi­ nenti mecenati delle arti e delle scienze ed in que­ sto riguardo superavano di gran lunga le altre città tedesche di ugual grandezza ed erano dappertutto conosciute e lodate.

L’Arnoldi era deciso di fare della sua cara città la sede di istituzioni che l’avrebbero resa sempre più nota.

La prima delle sue creazioni fu nel 1817 la Sala della corporazione commerciale, una specie di Ca­ mera di commercio, una riunione dei mercanti della città per conoscere i proprii interessi e per pro­ muovere intraprese d’ interesse comune.

In questa sala maturò l’ idea della scuola com­ merciale di Gotha (1818) uno dei primi istituti tedeschi di questo genere destinato ad accrescere tanto la cultura generale quanto quella speciale della classe commerciante.

Di molto maggiore importanza di queste prime due creazioni, che pur tuttavia sono in pieno rigo­ glio e godono la considerazione dell’ universale, fu la istituzione che fece l’Arnoldi della Banca d'assi­ curazione contro gl' incendi per il ceto commerciale tedesco chiamata in seguito Banca d’assicurazione contro gl’incendi per la Germania. Già nel 1817 l’ Arnoldi, in una memoria pubblicata nell’ Allge- meiner Anzeiger der Deutschen (Avvisatore generale dei tedeschi) che aveva per ¡scopo di provare la necessità di riunire i grandi industriali tedeschi per promuovere efficacemente i proprii interessi, aveva dimostrato come uno degli scopi più importanti di questa lega si fosse la fondazione di un grande isti­ tuto tedesco di mutua assicurazione contro gli in­ cendi. Nel 1818 l’ Arnoldi portò i suoi progetti in discussione nella sala della corporazione. Nel 1820, avendo 418 case di commercio delle città di Er- furt, Gotha, Langensalz-Eisenach e Arnstadt dichia­ rato di prendervi un interesse, furono approvali gli statuti di questa Banca ed il primo gennaio 1821 la Banca d’assicurazione contro gli incendi per il ceto commerciale tedesco potè incominciare le pro­ prie operazioni. Ognun sa come questo istituto che fino dal 1831 porta il nome di Banca d’assicura­ zione contro gli incendi per la Germania appar­ tiene anche adesso ai più importanti della sua specie. Allorquando questa Banca non solo ebbe compita la propria organizzazione, ma si ebbe anche acqui­ stata la fiducia generale l’Arnoldi rinunziò al posto di direttore che oli era stato affidato dal Consiglio. E fu indotto a ciò sia per una lunga indisposizione, sia per il bisogno di riprender lena per compire nuove opere di interesse generale che presentavano non pochi ostacoli.

Che egli da u:i pezzo si occupasse della fonda­ zione di una Compagnia tedesca d’assicurazione sulla vita lo dimostra la già nominata memoria pubbli­ cata da lui nel settembre 1823. Ivi apparisce chia­ ramente In ferma risoluzione di dedicare tutte le sue forze alla realizzazione di questa idea.

Nulladimeno trascorsero ancora parecchi anni prima che si venisse a nessuna seria conclusione. Tale ritardo va attribuito in parte ai dubbi ed alle obbiezioni che vennero sollevati contro il progetto, come era formulato allora, da un suo insestnoso amico, il contabile della Banca d’assicurazione con­ tro gli incendi C. A. Scheibner, in parte alla pro­ fonda tristezza che assalse l’Arnoldi nel 1823 per la morte della sua amatissima moglie e finalmente alle maggiori occupazioni che gli vennero dai suoi interessi particolari e dalla sua posizione nel mondo commerciale essendo egli uno dei principali agita­ tori per lo stabilimento di una lega doganale e com­ merciale dei popoli tedeschi.

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762 L’ E C O N O M IS T A di Sassonia Gotha Altenburg, che era stato assicu­

rato con parecchie Compagnie inglesi d’assicurazione sulla vita dai creditori del fratello e predecessore nel ducato, nacque una lite celebre a quei tempi, \ lunga e costosa fra alcuni commercianti tedeschi e le Società inglesi. Questa lite, a cui dovette pren­ der parte anche l’Arnold!, come mandatario del suo­ cero, gli dimostrò le grandi difficoltà della proce­ dura davanti i tribunali inglesi, ed il suo esito contro ogni aspettativa sfavorevole ai litiganti tede- ; schi gli dette nuovamente a pensare alle tristi con­ seguenze del monopolio di fatto di cui godevano in ! Germania le Compagnie inglesi. Allora egli si rivolse | di nuovo con ardore alla sua idea favorita e solo una piccola spinta dal di fuori doveva portare a compimento un progetto lungamente meditato.

Questa spinta venne dall’Inghilterra per mezzo di un libro di Carlo Babbage intitolato Esposizione comparatico, delle diverse Società d’assicurazione sulla vita che fu pubblicato a Weimar tradotto in tedesco. Nel maggio 1827 questo libro fu mandato | in regalo all’ Arnoldi dal dottor Luigi Federico Fro- riep (celebre specialmente come scrittore di cose mediche) in segno di stima e con la speranza che il benemerito uomo (Arnoldi) si sarebbe interessato con successo alla introduzione in Germania di una Società di assicurazione della vita sulla base della mutualità.

Mentre una tale dedica doveva spronare l’ Ar­ noldi ad occuparsi di nuovo seriamente del suo vecchio progetto, il contenuto del libro pareva fatto apposta per aumentare il suo interesse per la cosa. Infatti Babbage con la sua opera aveva non solo, illuminando con la critica le Società inglesi, mosse loro le stesse obbiezioni che aveva loro mosso ripe- | tutamente l’Arnoldi con la parola e con gli scritti, ma aveva fatta ancora una discussione teoretica delle questioni che possono sorgere nel fondare isti­ tuti di assicurazione sulla vita.

L’ArnoIdi si pose all’opera con ardore: in poche settimane egli aveva elaborato un progetto di Sta­ tuto completo con osservazioni dichiarative e coi calcoli necessari. In questo lavoro fu molto aiutato da un giovane ed intelligente commerciante C. A. Becker che di recente dalITnghilterra era tornato a ! Gotha. Al principio di giug::o l’Arnoldi mandò questo giovane a Weimar dal von Froriep perchè avesse il suo parere sul progetto e ove fosse possibile vi facesse apporre anche il suo nome per pubblicarlo. Il progetto ebbe la migliore accoglienza dal Froriep e anche altri uomini eminenti, fra i quali lo storico Luden di Jena, vi presero molto interesse dimo­ doché Becker verso la metà di giugno si potè recare a Erfurt e guadagnarsi colà per l’intrapresa il noto chimico Giovanni Bartolommeo Trommsdor/f sul quale l’Arnoldi avea gettato gii occhi come « terzo compare per il figliuoletto. »

24 giugno 1877 II 1° luglio 1827 l’Arnoldi portò il manoscritto originale firmato da lui, da Froriep e da Trommsdorff al duca Ernesto di Sassonia Coburgo Gotha, pre­ gandolo di dare l’alto suo consenso per la pubbli­ cazione ed il !) luglio egli ne ebbe il seguente du­ cale autografo.

Al consigliere Arnoldi,

« Il progetto per la costituzione di una banca di assicurazione sulla vita per la Germania presen­ tatomi dal consigliere Arnoldi il 1° del corrente mese mi ha interessato moltissimo. Un tale isti­ tuto è un bisogno generalmente sentito e non vi è dubbio che troverà chi vi prenda larga partecipa­ zione E tanto più approvabile mi sembra il presente progetto in quanto a somiglianza della nostra Banca di assicurazione contro gl’incendìi offre ai parteci­ panti non pochi vantaggi. »

« Con piacere pertanto approvo là pubblicazione di questo progetto e a .suo tempo la costituzione della Banca d’assicurazicne sulla vita, alla quale concedo volentieri lutto il mio appoggio. O'tre a ciò sono disposto a mostrare il mio speciale interesse sotto­ scrivendo un numero di azioni (1). L’ egregio fon­ datore di questo istituto di generale utilità sia certo della mia speciale considerazione. »

Gotha, 9 luglio 1827.

Ek n e s t o, duca di Sassonia Con questo documento fu sanzionata la nuova intrapresa del mercante tedesco Ernesto Guglielmo Arnoldi, cioè la prim a società tedesca di assicura­ zione sulla vita e pertanto il 9 luglio 1827, quan­ tunque il progetto approvato in detto giorno subisse in seguito non poche modificazioni, deve ritenersi come il giorno della fondazione della Banca di Gotha 'per Vassicurazione sulla vita in Germania, di cui come dicemmo in principio si festeggia que­ st’anno il cinquantesimo anniversario.

Il progetto approvato il 9 luglio 1827, subì in seguito come fu detto, parecchie modificazioni. Il merito principale in questi miglioramenti spetta al consigliere di legazione Adolfo Stieler di Gotha, il celebre geografo, al quale il Duca aveva fatto rive­ dere il progetto prima di sanzionarlo.

Imperocché Stieler anche dopo aver dato il suo parere favorevole continuò a studiare il progetto del- I Arnoldi e lo avvertì degli inconvenienti che tuttora presentava. Alla fine dell’estate e nell’autunno 1827 non passò giorno nel quale non studiassero insieme quali miglioramenti fossero da arrecare al progetto. Dopo che fu ben determinato quale dovesse essere la costituzione della Società, si trattò di determinare

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24 giugno 1877 L’ E C O N O M IS T A 763 quale fosse quella parte delle entrate che come

avanzo dovesse restituirsi agli assicurati. Alla mente acuta deH’Aruoidi riuscì di risolvere questo difficile problema e di porre l’ultima pietra all’edifizio met­ tendo in chiaro il concetto della riserva dei premi. Le rimanenti cose, e specialmente il formulare gli statuti della Banca, erano facili di fronte alle diffi­ coltà superate.

Verso la fine di ottobre con la cooperaziono di altri sei egregi cittadini, i quali dietro invito del- l’Arnoldi si erano costituiti il 28 settembre 1827 come comitato provvisorio insieme con lo Stieler, fu redatto dall’Arnohli un progetto di statuto com­ pleto e definitivo. I. Ufficio per la creazione della Banca d'assicurazione, istituito da qualche tempo, e diretto dall Arnoldi e da C. A. Becker potè pub­ blicare un resoconto degli studi degli ultimi mesi da mandarsi ai corrispondenti ili affari ed ai giornali.

Finalmente il 16 dicembre 1827 fu presentato al Duca il progetto di statuto firmato dai fondatori di Weimar e di Erfurt, von Froriep e Trommsdorff, dal comitato provvisorio e dall’Ufficio, ed alla metà del gennaio 1828 Arnoldi ricevette un decreto datato dell 8 gennaio 1828 con la sovrana approvazione.

In tal modo fu compiuta l’opera, progettata con le migliori intenzioni e maturata col lavoro disinte­ ressato e indefesso, la quale doveva esser benedetta da migliaia di famiglie e porre il primo fondamento alla Società tedesca oggi così estesa e fiorente.

Era naturale che compiuti i lavori preliminari la Società non potesse subito cominciare i propri affari. Imperocché il comitato provvisorio aveva molto giustamente divisato di incominciare l’esercizio sol­ tanto quando le domande di assicurazione avessero raggiunto un certo numero.

Ciò valse a far propaganda alla nuova intrapresa ed a farle avere in brevissimo tempo un numero sufficiente di tali domande. E’ fu un bel resultato per quel tempo nel quale la maggior parte del pub­ blico conosceva appena di nome l’assicurazione sulla vita e v’ erano molti pregiudizi controdi essa anche nelle classi più illuminate.

Per mezzo di dissertazioni, in parte dirette alle persone colte e in parte alle moltitudini, contenenti dati di fatto, notizie e confutazioni, con annunzi ed articoli sui giornali, con prospetti e circolari, con lettere e a voce si preparò il terreno alla nuova idea e si combatterono ostacoli e pregiudizi. Si dovette insomma adoperare tale attività di cui gli istituti consimili che nascono oggi non possono avere nean­ che un’ idea e che fu adoperata dalla Società di Gotha a proprio vantaggio non solo ma anche a vantaggio di tutte le Società tedesche d’assicurazione sulla vita che nacquero dopo di lei.

In questo lavoro, che andava di pari passo con la ricerca e l’istruzione di agenti in tutte le piazze

più importanti della Germania, E. G. Arnoldi, di­ rettore provvisorio, fu aiutato con molto zelo dal segretario provvisorio C. A. Becker. Grazie all’atti­ vità da loro dimostrata la somma delle assicurazioni richieste il 18 ottobre 1828 ascendeva di già a 4,699,300 lire e pertanto 1’ ufficio centrale potè in questo giorno, d’ accordo col comitato provvisorio, fissare la reale apertura della Banca di Gotha per il I o gennaio 1829 e portare questa decisione a cognizione del pubblico. E I’ apertura ebbe luogo infatti col numero rispettabile di 846 polizze che furono registrate nei libri con questa data e che concernevano la vita di 813 persone ed ascendevano alla somma di 3,443,375 lire.

La spesa totale sopportata fino allora per tutti i lavori preliminari, per rimpianto dell’ azienda, per spese di stampa e di posta ascese alla tenue somma di 20,623 lire. Noi crediamo che nessuna intrapresa simile abbia incominciato a vivere in modo tanto modesto.

Ma prima di seguire l’ ulteriore sviluppo della Banca d’assicurazione di Gotha dal giorno in cui cominciò ad operare, gettiamo ancora uno sguardo sulla sua organizzazione.

Gli statuti della prima Società tedesca di assicu­ razione sulla vita contengono alcune disposizioni che hanno servito di norma a tutte le altre Società con­ simili sorte in seguito in Germania, ed altre che sono speciali alla Banca di Gotha e anche oggidì la distinguono essenzialmente dalle sue sorelle minori.

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764 L’ E C O N O M I S T A 24 giugno 1877 il dividendo del primo anno, al pagamento del

7° premio, il dividendo del secondo anno e così via e quando cessa l’assicurazione i dividendi degli ultimi cinque anni gli sono pagati, di mano in mano, in contanti.

La rappresentanza dei partecipanti e Vorganiz­ zazione dell’alta direzione della Banca sono archi- tettate in un modo molto ingegnoso e speciale. Sono opera dell’Arnoldi già esperimentata nella Banca di assicurazione contro gl’ incendi.

Soltanto i partecipanti maschi che hanno dimora stabile in Turingia prendono una parte mediata al- • l’alta direzione come elettori dei membri del comi­

tato. Nelle tre sedi, fissate negli statuti, di Gotha, Erfurt e Weimar quegli assicurati qualora abbiano 25 anni hanno da scegliere i membri del comitato della propria sede. I tre convitati di Gotha, E rfu rt e Weimar, nelle cui mani risiede l alta direzione, sono composti di cinque membri ciascuno e fo r­ mano altrettante curie, ognuna delle quali ha un rappresentante nella presidenza della Banca. I cam­ biamenti agli statuti possono esser fatti soltanto a unanimità e i principii fondamentali della Banca non possono esser mutati neanche col voto unanime dei comitati.

All’osservatore superficiale sembrerà forse che i diritti dei partecipanti nella direzione siano troppo limitati e che l’organizzazione degli impiegati dirì­ genti sia troppo complicata. Ma è difficile in qua­ lunque Società d’assicurazione fondata sulla mutua­ lità, di trovare il m<>do di far partecipare alla direzione una grande quantità di interessati e di raggiungere il loro vantaggio.

È vero che Radunanza generale degli assicurati dà ad ogni assicurato il diritto di prender parte alla direzione e ciò non soltanto con le elezioni, ma la esperienza dimostra chiaramente che questo diritto sta soltanto sulla carta e non è realmente esercitato che da coloro che dimorano in vicinanza della dire­ zione. È certo che l’adunanza generale dà ai suoi mem­ bri il mezzo di influire in un senso o nell’altro sulla direzione e sull’amministrazione, ma in tal caso pochi membri del luogo, dove l’Istituto ha la sua sede, chiamati a raccolta, possono decidere degli interessi di molte migliaia di persone, ed allora è opera del caso se la decisione torna a vantaggio o a danno della generalità. In tempi normali l’adunanza generale è un innocente giuocattolo, ma quando vi siano da pren­ der decisioni importanti essa può diventare un ¡stru­ mento molto pericoloso.

Ecco il perchè a nostro credere l’organizzazior.e speciale alla Banca di Gotha della partecipazione degli assicurati all’alta direzione deve preferirsi a quelle degli altri istituti consimili; ed infatti un’espe­ rienza di mezzo secolo là dimostra opportuna da ogni lato.

Anche l’organizzazione dell’amministrazione della Banca ha certe particolarità degne di nota. La presi­ denza della Banca, cioè la rappresentanza degli assi­ curati, sceglie i tre principali impiegati (il direttore, il cassiere e il contabile) ed il medico, prende parte immediata all’amministrazione ed è sempre informata del suo andamento per mezzo di un com­ missario nominato da lei ogni anno.

Finalmente è speciale alla Banca di Gotha il si­ stema di revisione della condotta degli affari.

Naturalmente qui come altrove, dove si lavora ordinatamente, l’amministrazione stessa si occupa della revisione sostanziale di tutti i conti e di tutti i la­ vori. Ma anche la presidenza della Banca sorveglia continuamente per mezzo dei suoi organi I insieme degli affari, tanto dal lato tecnico quanto dal lato ■eommerciale.'La direzione di questi lavori spetta ad una Commissione di revisione nominata ogni anno dalla presidenza e che rende conto giornalmente di ciò che è fatto ad un uffi io di revisione, il di cui personale è ugualmente nominato dalla presidenza della Banca e ad uno speciale revisore medico an­ che egli scelto dalla presidenza della Banca.

Con questo sistema di revisione si tutelano nel modo migliòre possibile gli interessi degli assicu­ rati. Si aggiunga a ciò che senza il consenso del Comitato dei Prestiti composto di tre partecipanti giureconsulti aventi domicilio in Gotha, non può esser fatto nessun imprestito con danaro della Banca. Oltre di che gli impiegati superiori debbono depo­ sitare cauzioni considerevoli in mano alle autorità di Gotha e si obbligano davanti il tribunale a man­ tenersi fedeli agli statuti, e finalmente la stanza dove si conservano i titoli della Banca è chiusa con tre serrature di cui hanno le chiavi il commissario della presidenza, il cassiere ed il borgomastro della città di Gotha. Un punto difficile che dovevano risolvere i fondatori della Banca di Gotha era l’ impianto dei calcoli tecnici. Imperocché al tempo in cui la Banca fu fondata lo esperienze sulla mortalità degli uomini non erano giunte ancora in Germania a tal punto da essere, come oggi, oggetto di ricerche scien­ tifiche.

Per poter basare i calcoli della Banca sopra fon­ damenti tecnici sicuri bisognava procurarsi una ta- vola di mortalità fondata sopra l’esperienza di qual- | che istituto congenere. Si credette di poter consi­ derare come tale la tavola di mortalità riportata da Carlo Babbage nel suo libro sopra ricordato.

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24 giugno 1877 L’ E C O N O M I S T A 765 della critica che le aveva mossa Guglielmo Morgan

amministratore della Equitàble Society in una me­ moria da lui indirizzata nel 1800 ai direttori della Società. Babbage si era valso anco della tavola di mortalità del de Parcieux (costruita alla metà del secolo passato secondo le esperienze della mortalità delle Tontine francesi) nonché della tavola di Car- lisle calcolata dal Milne nell’ultimo quarto del se­ colo passato secondo i registri di, mortalità della città di Carlisle.

Da prima si credette di poter prender per sola base dei calcoli della Banca di Gotha la tavola ri­ ferita dal Babbage e da lui designata come rispon­ dente alle esperienze dell’ Equitàble. Ma dopo mag­ giore riflessione vedendo che questa fissava una mortalità troppo bassa per l’età avanzata, la si scor­ ciò facendola arrivare fino al 90° anno invece che al 98°, e cosi invece delle 170 persone che la ta­ bella indicava come ancor vive a questa età se ne posero 10 e le altre 160 si ripartirono fra quelle che

muoiono fra il 58° e il 90° anno di età.

In tal guisa è sorta la tavola di mortalità che serve di base ai calcoli della Banca di Gotha.

La determinazione di questa è opera di A Stie- ler e di C. A. Scheihner. La cireorlanza che per la durata di oltre 48 anni la differenza fra la morta­ lità reale e quella prevista dalla Banca fu piccolis­ sima ed a suo favore e che la mortalità reale delle persone in età avanzata fu sempre superiore di un poco alla mortalità prevista dalla tabella ad onta delle modificazioni arrecatevi, dimostra chiaramente l’ esattezza dei calcoli e la previdenza di chi la compilò.

La determinazione dei premi e delle riserve sul fondamento di questa tavola di mortalità, sebbene richiedesse un lavoro lungo e faticoso, presentò molto minori difficoltà. Anche questo calcolo fu fatto da Adolfo Stieler insieme con C. A. Scheibner. Per procedere con maggior cautela essi si servirono di un saggio d’ interesse bassissimo cioè del 3 per cento e oltre a ciò aumentarono abbastanza i premi netti. La tariffa dei premi venne pertanto fissata più alta di quello che non fosse necessario, ma gli assicurati non ne soffrono danno, perchè in una Banca fondata sulla mutualità tutti gli avanzi netti ritornano agli assicurati.

11 campo d’ azione della Banca comprende l’ im­ pero tedesco, quella parte dell’Austria che prima faceva parte della confederazione Germanica e la Svizzera tedesca.

Come la Banca non ha cercato di aumentare straordinariamente il suo campo d’ attività così essa non ha mai desiderato di brillare per la moltepli­ cità delle sue forme d’ assicurazione. A differenza della maggior parte delle Società congeneri fondatesi dopo di lei, essa si limita alle assicurazioni di un

capitale in caso di morte, ma con l’andare del tempo ha introdotte in questa forma d’assicurazione parec­ chie nuove modalità, e adesso oltre la semplice assi­ curazione vita durante col pagamento dei premi fino alla morte essa conclude anche assicurazioni col pagamento dei premi accorciato, assicurazioni ac­

corciate e assicurazioni pel caso di sopravvivenza, mentre al contrario da tre anni in qua ha cessato di concludere assicurazioni a breve scadenza (corte). Con una semplice assicurazione vita durante pa­ gando nel corso della vita un premio determinato e sempre uguale, astrazion fatta dai dividendi, si può assicurarsi il pagamento di un capitale determinato alla morte di una data persona in qualunque tempo essa muoia oppure quando abbia raggiunta l’età di 90 anni anche durante la sua vita. Questa forma di assicurazione è la più usata.

Per mezzo di una assicurazione col pagamento dei premi accorciato si può assicurarsi ugualmente il pagamento del capitale alla morte dell’ assicurato oppure quando abbia raggiunto l’età di 90 anni, ma il pagamento dei premi cessa in un’epoca determi­ nata per la circostanza che oltre il pagamento dei premi normali vieti pagalo anche un premio speciale.

Ne\\’assicurazione accorciala si paga ugualmente oltre il premio normale un premio speciale per mezzo del quale si ottiene in un’epoca determinata durante la vita dell’assicurato (per esempio al compimento del 50° anno) il pagamento di una data somma ; e se ras­ sicurato muore prima di quest’epoca il pagamento della somma assicurata ha luogo, come nella semplice assicurazione sulla vita, al momento della morte. Questa forma di assicurazione, da qualche tempo a questa parto gode di uno speciale favore ed è la più usata dopo la semplice assicurazione sulla vita.

L’assicurazione pel caso di sopravvivenza è una assicurazione sopra due vite collegate, per mezzo della quale quando muoia una determinata persona vien pagato un capitale alla sopravvivente (assicu­ razione semplice), oppure quando muoia una delle due persone vieti pagato un capitale all’altra (assi­ curazione mutua). Questa forma d’assicurazione è spesso scelta dai coniugi.

La minima somma assicurata dalla Banca ascen­ deva da prima a 1875 lire, fu in seguilo ribassata a lire 1425 e adesso (dal primo gennaio 1875) è fissata a 1250 lire.

La massima somma assicurata dalla Banca so­ pra una vita ascendeva dapprima 18,750 lire ed in seguito col ¡’estendersi degli affari fu portata a 75,000 lire.

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