L’ ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCH I, FE R R O V IE , IN T E R E S SI P R IV A T I
inno XXI
-Voi. XXV
Domenica 29 Aprile 1891
N. 1043
L i FINANZA DELLO STATO
Mal non ci apponevamo in un recente articolo, ma nifestando il dubbio che nemmeno in questo solenne j momento il Parlamento sia in grado di fare un’ampia j discussione finanziaria. Se mai una prova occorresse j per dimostrare che il nostro dubbio era fondato, basta leggere le relazioni che sui provvedimenti finanziari presentati dall’on. Sonnino ha fatto la Giunta gene rale del bilancio.
L ’ on Ministro delle Finanze, venuto al potere nel decembre ultimo, in poco più di tre mesi ha re datta una esposizione finanziaria, che noi non ab biamo certo potuto nè lodare, nè approvare per al cuni apprezzamenti che contiene e per le proposte con cui concludeva, ma che in ogni modo mostrava il Ministro padrone della materia e sicuro conosci tore dello stato del bilancio; nè si era mostrato il Ministro indifferente di fronte alle cause che avevano . prodotta la difficile situazione attuale, ma anzi, senza j recriminazioni e senza inutili querimonie, con pochi tratti, aveva saputo delineare gli errori commessi e j la cecità dei suoi predecessori di fronte all’ aggra- I varsi del male.
Certo all’ on. Sonnino che, almeno in gran parte si era mostrato conscio della gravità della situazione, è mancata la scintilla del finanziere, quella che vale a dominare le difficoltà, a vincere le diffidenze, a portare le forze più influenti dell’ Assemblea e del paese \ verso una meta determinata. L ’on. Sonnino si è l i mitato a dire: — le economie sono impossibili oltre una certa misura, il disavanzo è di tanto, occorre quindi avere tante maggiori entrate, per ottenere le quali propongo una varietà di imposte diverse.
Modesto concetto, ma che a nostro avviso peggiorerà la situazione, perchè produrrà, come effetto, di d i minuire quelle forze economiche del paese, che già il bilancio vede stremate per il gettito decrescente
delle entrate. ,
Ma se l’ on. Sonnino si mostrò molto modesto nel concepire il suo piano finanziario e se parve minore della aspettazione, il Parlamento doveva per mezzo della sua Commissione Generale del bilancio, sosti tuirsi al Ministero nell’ analizzare la situazione, le cause prossime e remote di essa e nel suggerire i rimedi che avessero la doppia tendenza : - di miglio rare subito la situazione ; e di remuovere le cause che l’hanno prodotta.
Sventuratamente da questo aspetto la relazione della Commissione è ancora più insufficiente di quella del Ministro e non può certo servire di base a quella pro
fonda e larga discussione finanziaria che da molti anni si promette ed ogni anno si rimanda.
Infatti la Giunta Generale del bilancio si trovava di fronte ai seguenti fatti, che richiamiamo alla mente del lettore con semplice enumerazione, perchè già furono da noi altre volte ampiamente svolti.
1° Aumento delle spese durante l ’ ultimo de cennio in una misura notevolissima, specie per al cuni servizi, che non si può provare abbiano mi gliorato in modo corrispondente;
2° Cessazione, prima dell’aumento naturale delle entrate, diminuzione poi delle entrate stesse, specie per quei capitoli che risentono più facilmente il di sagio economico del paese, come le tasse sui con sumi e sugli affari.
3° Conseguente crescente disavanzo accumula tosi nel Tesoro, che ha perduto ogni elasticità e versa quasi tutto 1’ anno in seri imbarazzi di cassa ;
A° Credito scosso all’ interno ed all’estero con rovinìo di Istituti di credito, di Stabilimenti indu striali, sospensione di affari, spostamento delle cor renti del traffico, discredito sui biglietti di Banca, aggio salito in pochi mesi dal 3 al 13 per cento;
5° Un Ministro che accerta un disavanzo di circa 180 milioni e propone di colmarlo in parte con espedienti di tesoreria, in parte con nuovi ina sprimenti di gravezze per circa 110 m ilioni;
6° Il paese, infine, evidentemente sfiduciato sulla migliorabilità della situazione, disilluso che si possa ormai raggiungere quel pareggio in nome del quale tanto volte i Governi gli hanno strappata la approvazione di nuovi aggravi, convinto che conviene diminuire radicalmente le spese.
Or bene ; se la Commissione avesse avuto davanti a sè questi sei punti chiaramente formulati e suf fragati con cifre, che noi non riporteremo, ma che la Giunta del bilancio poteva certo facilmente procu rarsi, essa doveva colla maggiore sobrietà possibile, ma anche con fermo intendimento dimostrare : se e quanto l’ eccesso di spese fosse causa dello squilibrio del bilancio; — se e quanto il paese fosse in grado di sopportare nuovi sacrifizi; — se e quanto, riuscendo a far votare nuove gravezze esse avrebbero potuto dare il risultalo che se ne sperava ; — se e quanto l’ au mento delle entrate poteva danneggiare la già scossa e debole economia del paese; — se e quanto, infine, poteva sperarsi che le nuove entrate che si otter rebbero dovessero essere causa di nuovo aumento di spese.
202 L’ E C O N O M I S T A 29 aprile 1894 congegno ferroviàrio, da tutto il Ministero dei L a
vori Pubblici sospendendo per due o tre anni tutti i
lavori nuovi. Ha redatto dei prospetti delle spese
della Guerra e della Marina, ma non ha sentito tutta la oziosità cbe la questione delle spese militari sia posta davanti al Parlamento sotto la forma di que sito tecnico, nel quale pochi possono essere com petenti ; la Giunta invece è partita dal concetto che oc corrano determinate spese per la guerra e la marina, e non ha neppure discusso il concetto, il quale tuttavia è radicato nel paese, che le spese militari si debbono limitare alla somma possibile, quella cioè òhe il paese può dare senza rovinarsi ; la Giunta, infine non ha nemmeno esaminati gli organici dei diversi Ministeri studiandone il movimento durante gli ultimi dieci anni, e non ha intrapresa la discus sione, che pure non era difficile, di ridurre le spese di tutti i dicasteri che negli ultimi dieci anni non hanno migliorato, nella cifra in cui erano dieci anni or sono.
Non intratterremo i lettori sulle singole proposte fatte dalla Commissione, perchè già a suo tempo ne abbiamo parlato, ma insisteremo a rilevare ora che abbiamo sott’ occhio la relazione finanziaria della Giunta, che anche ad essa mancò la scintilla ed essa pure non ha saputo dare che una fatua fiammella non dissimile a quella che colla sua esposizione finanziaria ha presentato l’ on. Sonnino.
Nè ci ha confortato gran fatto la seconda relazione, quella sui provvedimenti che riguardano la circola zione. La Commissione lascia intendere che altro sarebbe stato il suo giudizio se la Banca d’ Italia non si fosse acconciata alle violenti pretese del M i nistro ; non crediamo però che la Commissione avesse il diritto di giudicare in modo diverso la proposta del Ministro perchè il colpito si era rassegnato a subire la violenza e l’arbitrio. Certo abbiamo lodato e lo diamo la Giunta di aver fatto delle contro-proposte, le quali mettono in contingenza il Ministro o di svelare i suoi piani misteriosi o di essere colto una volta di più in contraddizione. Ma la Giunta aveva modo, ci sembra, di esaminare a fondo tutto il pro blema della circolazione metallica e cartacea, di tener conto del funzionamento della nuova legge ed espri mere intorno ai due fatti il proprio giudizio, meglio ancora, indicare le linee generali di una condotta da seguirsi.
E così pure riguardo al debito ed alla creazione dei due nuovi tipi di consolidato 4 e 4 */s per cento. Tutta la sistemazione del nostro debito pubblico poteva formar tema di uno studio elaborato, positivo, calmo che fosse di guida al Parlamento nella prossima di scussione dei provvedimenti proposti. Invece poche righe senza approfondire, senza esaminare, senza de purare.
Così il 15 Maggio si inizierà alla Camera una di scussione dei provvedimenti finanziari, nella quale la miglior guida sarà ancora la esposizione finanzia ria dell’ on. Sonnino; la Commissione si è velata da sè ed ha voluto passare in seconda o in terza linea.
Con quale vantaggio?
IL BILANCIO INGLESE
Anche in Inghilterra il Ministro delle finanze si è trovato di fronte a un disavanzo, al quale dover provvedere col rimaneggiamento delle imposte. È un fenomeno abbastanza sintomatico questo che In ghilterra, Francia, Prussia, Italia e altri Stati sono tutti, qual più qual meno, colpiti dalla stessa malattia dell’ anemia finanziaria, vogliamo dire dello squilibrio tra le entrate e le spese di bilancio. Soltanto vi è una differenza spesso notevolissima nella costituzione degli Stati malati e nella resistenza a sopportare la cura delle nuove e maggiori imposte. L ’ Inghilterra può certa mente senza grande disturbo disporsi alla cura del di savanzo mediante le imposte o S ir W illiam Harcourt, il cancelliere dello Scacchiere, ha preparato una ricetta che ha il merito di raggiungere lo scopo senza in dugio e di raggiungerlo efficacemente. Essa non potrà accontentare tutti ; anzi scontenterà parecchi : ma quando mai un ministro delle finanze, che abbia da provvedere al disavanzo, può pretendere di accrescere i suoi amici e fautori con gl’ inasprimenti delle im poste ? Soltanto ricorrendo ai debiti, è possibile con servare la popolarità a spese, s’ intende, del paese, che viene sovraccaricato di oneri passivi.Il Cancelliere dello Scacchiere nella sua esposi zione finanziaria si è accupato anzitutto dell’ anno chiuso col 31 marzo u. s. pel quale le previsioni della entrata ammontavano al 91,640,000 sterline, mentre le riscossioni furono di 91,133,000, eioè variarono di ‘ /s per cento in paragone delle prime. Pare che questa differenza sarebbe stata maggiore se in pre visione degli aumenti di alcune imposte non fossero state importate merci soggette a dazio e affrettati i pagamenti per tasse di bollo. Ma soltanto l’ anno venturo si potrà conoscere di qual somma l’esercizio testò chiuso si è avvantaggiato a questo proposito. La diminuzione delle riscossioni è stata poi compen sata dalla minore spesa pagata in paragone delle pre visioni. Le spese previste ammontavano a 92,056,000 sterline, mentre ascesero soltanto a 91,303,000, r i ducendo così il disavanzo a 170,000 sterline.
Ma nell’ anno in corso la spesa viene aumentata sensibilmente. Lo stato di previsione per la marina supera quello dell’ anno passato di 3,126,000 ster line, altre 470,000 sterline sono portate in aumento della istruzione e altre spese hanno pure aumenti più o meno rilevanti. Perciò la uscita totale am monterebbe a 95,458,000 in aumento di 3,994,000 su quella avuta nel 1893. Si aggiunga che sulle basi delle imposte esistenti 1’ Harcourt non si ri promette una entrata superiore a 90,956,000 ster line. Così il disavanzo ammonterebbe a 4,502,000 (circa 112 milioni e mezzo di lire nostre), al quale il Ministro propone di provvedere con varie misure, che ora esporremo.
29 aprile 1894 L ’ E C O N O M I S T A 263
Ma come provvedere al disavanzo di 4 milioni e mezzo di sterline, a very formidable sum ? - si domanda il Cancelliere dello Scacchiere. Non con imprestiti, non sopprimendo il fondo permanente per 1’ estinzione del debito pubblico : « Il far questo in tempo di pace per sopperire a spese non eccezio nali, ma ricorrenti regolarmente - la vita d’ una nave da guerra è breve come quella d‘ un cappel lino da signora ; e 1’ anno venturo ci diranno forse che ciò che abbiamo costruito non è più di moda - sarebbe un errore fatale, una vigliaccheria indegna di una grande nazione. In tempo di pace il nostro credito finanziario dipende dalla fiducia del pub blico che la nazione è pronta a fare ogni sacrificio per provvedere ai suoi bisogni e mantenere i suoi impegni e che la sua politica quindi deve tendere non ad accrescere ma a diminuire il debito.... In tempo di guerra il fondo di ammortamento diventa una risorsa preziosissima. Una riserva di sei o sette milioni di sterline è un vero tesoro di guerra ». Dunque, nè prestiti, nè ricorso al fondo di am mortamento. L ’ Harcourt intende però applicare il « nuovo » fondo d’ ammortamento alla liquidazione del debito creato dal Naval Defence Act e con que sta operazione riduce intanto il disavanzo a sterline 2,379,000. E questo bisogna, disse, colmarlo coi proventi di nuove imposte.
E propone anzitutto la riforma delle tasse di suc cessione (death duties) una delle più intricate e spe requate imposte che abbia l’ Inghilterra. Esistono cinque di coleste tasse di successione, che si possono dividere in due categorie. Nella prima stanno il probate duty, per la verificazione ufficiale dei te
stamenti, 1’ account duty, inteso a colmare qualche lacuna del primo e 1’ estate duty aggiunto di re cente come complemento - e queste tasse vengono riscosse dallo Stato sulla intera eredità. Nella se conda si hanno il legacy duty (onere addizionale al probate duty pagato dall’ individuo secondo la proprietà a cui egli può succedere) e il succession duty introdotto per estendere alla proprietà fondia ria il legacy duty e queste tasse le paga ciascuno degli eredi in ragione del grado di parentela. Lo Harcourt mantiene questa duplice categoria di tasse, ma ne semplifica l’ organismo, cioè fonde in una sola tassa le tre della prima categoria sotto il nome di estate duty e vuole che sia percepita - in ciò sta la vera innovazione fiscale - in ragione progres siva, secondo 1’ ammontare della eredità, sulla eredità intera comunque sia composta, abolendo le distin zioni che ora esistono tra varie specie di proprietà. Codesto estate duty progressivo va dall’ uno per cento, per le sostanze fino a 500 sterline, fino all’ 8, per quelle che toccano il milione. Le piccole for tune ne ricevono sollievo, le grosse ne restano ag gravate. Ecco la scala della progressione :
Sulle sostanze eccedenti 100 steri, ma non 500 steri. 1
» » 500 » » 1.000 » 2 > » 1,000 » » 10,000 » 3 » > 10,000 » » 25,000 » 4 > > 25,000 » » 50,000 » 4 Q, » » 50,000 » » 75,000 » 5 * » 75,000 » » 100,000 » 5 % > » 100,000 » » 150,000 » 6 > » 150,000 » » 250,000 » 6 Ve » » 250,000 » » 500,000 » 7 » > 500,000 » » 1,000,000 » 7 V . » » 1,000,000 > a 8
I patrimoni di un milione e più pagherebbero secondo questa scala il doppio di ciò che pagano ora, quelli tra 1,000 e 25,000 steri, sarebbero colpiti nella misura in cui lo sono ora e il peso della nuova imposta cadrebbe appunto sulle sostanze eccedenti le 25,000 sterline.
Quanto alle tasse della seconda categoria sussi steranno ancora nominalmente come legacy e suc
cession duty, ma effettivamente saranno fuse in una
sola. Cosicché la riforma proposta dall’ Harcourt r i duce a due sole tasse le cinque ora esistenti e ad una di esse applica il principio della progressione. Egli spera di ricavarne per ora un milione di ster line più tardi 3 milioni e mezzo.
Gli rimane così da trovare ancora 1,379,000 ster line, che egli domanda in parte alla income tax, la quale viene portata da 7 a 8 pence per sterlina di reddito. Questo aumento avvantaggerebbe 1’ erario di 1,780,000 sterline, ma siccome porta a una cifra più alta (da 120 sterline a 160 per i redditi infe riori a 400 sterline, e a 100 per quelli tra 400 e 500 sterline) la somma che va immune dall’ income tax, così un penny di maggiore imposta renderà sol tanto 330,000 sterline. Inoltre l’ Harcourt propone di aumentare di 6 pence per gallone l’ imposta sugli spiriti e di 6 pence di più per botte quella della birra, il che gli frutta 1,340,000 sterline. Calcola a favore del bilancio 1894-95 il maggior reddito de rivante dalle azioni del Canale di Suez possedute dal Tesoro e riesce così a trasformare il disavanzo già indicato in un lieve avanzo di 291,000 steri. Ecco dopo questi rimaneggiamenti come il Cancelliere dello Scacchiere ha fissate le sue previsioni :
fia tr a ta
Previsioni pel 1894-95 :
Dogane...sterline 20,010.000 A c c is e ... » 26.240,000 B o l l o ... » 14,080,000 Imposta sui terreni... * . . . » 1,030,000 Id. fabbricati... » 1,44()>0OO Id. sul r e d d i t o ... » 15,530,000 Totale entrate provenienti da imposte. . . » 78,330,000 Posta ... » 10,570,000 T e le g r a fo ..., . . . . » 2,620,000 D e m a n io ... » 420,000 Interessi sulle azioni del Canale di Suez,
del prestito Sardo, ecc... * 396,000 Entrate varie... » 1,839,000 Totale entrate non provenienti da imposte . 15,845,000 Totale generale . . . sterline 94,175,000
Spesa Previsioni pel 1894*95: Servizi sul fondo consolidato :
Debito n a z i o n a l e ...sterline 25,000,000 Altre spese sul fondo consolidato . . . . » 1,653,000
Totale delle spese sul fondo consolidato » 21,653,000 Servizi vari :
E s e r c i t o ... » Marina... » Servizi c iv ili... . . . . > Spese di riscossione (Customs and Inland revenue) • Posta... » T e le g r a fo ... » Servizio dei pacchi... »
204 L’ E C O N O M I S T A 29 aprile 1894
inevitabile consulto del paese. I provvedimenti fiscali escogitati dall’ Harcourt colpiscono certo le classi ab bienti, ma non fuori dell’ equità. E in conclusione se 1’ Harcourt nel suo bilancio applica alcune teorie fi nanziarie radicali, lo fa con moderazione. Egli ap plica il principio della progressività alla imposta sulle successioni, ma lo fa con prudenza. Il cancel liere dello Scacchiere cita l’ autorità dello stesso Goschen, già ministro delle finanze nel Gabinetto Salisbury, in appoggio del principio della imposta progressiva, perchè' il Goschen l’ aveva già applicato all ’estate duty rispetto alla scala della consanguineità; e 1’ Harcourt non esita a dichiarare quel principio equo e politico, lasciando capire che converrebbe applicarlo anche aU’income tax. E invero il pubblico s’aspettava appunto ch’ egli volesse trasformare que sta imposta in progressiva.
G li avversari del Gabinetto Rosebery attaccano de bolmente il suo programma finanziario, il cui punto debole pare risieda, non già nella riforma delle tasse di successione, ma piuttosto nell’ aumento delle tasse sugli spiriti e la birra. Anzi l ’Harcourt avrebbe^già dichiarato, per disarmare alcuni avversari, che l’ au mento di quelle tasse avrebbe effetto soltanto per l ’esercizio finanziario in corso. Così l’opposizione da parte dei deputati irlandesi e scozzesi, nei cui paesi si consuma l’alcool a preferenza della birra, sarebbe vinta o almeno diminuita. Ma in tal caso Tanno ven turo si ripresenterà il disavanzo e le difficoltà di colmarlo saranno anche maggiori dopo compiuta la riforma proposta da sir W illiam Harcourt.
In ogni modo il suo piano basta per I oggi, e in materia di finanza pubblica il pareggiare la spesa con l’ entrata senza ricorrere ai debiti, è già un ti tolo di merito ai nostri giorni, anche se per l’ avve nire non si è provveduto sufficientemente.
PROGETTO DI LEGGE PER LA CIRCOLAZIONE
presentato dalla Commissione dei quindiciEcco il testo del progetto di legge approvato dalla maggioranza della Commissione dei quindici:
Art. |. — L’obbligo del cambio dei biglietti a de bito dello Stato in valuta metallica è temporaneamente
sospeso. , .
Art. 2. — 11 ministro del Tesoro e autorizzato ad emettere biglietti a debito dello Stato in aggiunta a quelli esistenti secondo le disposizioni degli art. 6 e 8 della legge 7 aprile 1881. Il valore nominale comples sivo dei biglietti a debito dello Stato emessi e da emettere non potrà mai, per qualsiasi ragione, supe rare la somma di 400 milioni di lire in più della va luta metallica che sarà in corrispondenza depositata e vincolata nelle casse degli istituti d’emissione o nella cassa speciale istituita coll’articolo 34 del regolamento approvato con regio decreto 16 giugno 1891. Le mo nete d’oro cosi immobilizzate figureranno a parte nella situazione del Tesoro e sono costituite in riserva spe ciale a garanzia dei biglietti a debito dello Stato. Il Tesoro non nè potrà disporre in alcun modo, finché non sia ripreso il cambio dei biglietti medesimi.
La Commissione permanente per la abolizione del corso forzoso vigilerà all’ osservanza di quest'articolo e potrà delegare a tale scopo speciali poteri ad uno o più dei suoi membri.
Art. 3. — Con decreti reali sarà fatto il riparto dei biglietti di Stato da emettersi nei tagli da L. 5, 10 e 25.
Art. 4. — Il Tesoro, in sostituzione di pari somma in specie d’oro che gli Istituti dovranno immobilizzare a tenore e per i fini di cui all’articolo 2, consegnerà biglietti di Stato agli Istituti sino all'ammontare delle seguenti somme: Alla Banca d’ Italia 145,000,000; al Banco di Napoli 45,000,000; al Banco di Sicilia 10,000,000.
Quando verrà ripreso il baratto dei biglietti di Stato il Tesoro cambierà agli istituti d’emissione in ispecie d’oro una somma di biglietti a debito dello Stato pari a quella loro fornita pelle disposizioni di questo ar
ticolo. ,
Art. 5. — E revocato l’articolo 11 della citata legge 7 aprile 1881, e rimangono senza valore, a partire dal giorno della pubblicazione del presente decreto, le di sposizioni dell’art. 8 della legge 14 aprile 1891, del- l’art. 4 della legge 28 giugno 1891, dell’ art. 4 della legge 7 aprile 1892, delTart. 4 della legge 27 giugno 1893 e dell’art. 4 della legge 29 giugno 1893, in quanto riguardino la sostituzione di obbligazioni di Stato 4 per cento netto e di buoni del Tesoro a lunga scadenza alla rendita consolidata 5 per cento, in deposito presso la Cassa depositi e prestiti a garanzia dei biglietti di Stato.
Le obbligazioni di Stato 4 per cento e i certificati del Tesoro in rappresentanza di esse saranno annullati.
La rendita consolidata 5 e 3 per cento ed i buoni del Tesoro a lunga scadenza, esistenti nel detto de posito, passeranno a libera disposizione del Tesoro. _ Art. 6. — Per i dazi doganali di importazione ri mane fermo l’obbligo del pagamento in valuta me tallica, esclusa la moneta divisionale oltre alle lire 200 per ogni pagamento.
Con decreti reali saranno determinate le norme colle quali il Governo regolerà in determinati casi il paga mento dei dazi medesimi anche in biglietti di Stato o in biglietti di Banca a corso legale coll’aggiunta del prezzo del cambio sull’estero, ovvero in certificati nominativi rilasciati a tale scopo dagli Istituti di emissione da tempo non maggiore di un mese contro versamento di somme coll'aggiunta del cambio sull’estero.
Il prezzo del cambio sarà determinato dal ministero del Tesoro per ogni settimana pei pagamenti ricevuti dalle dogane e nel giorno antecedente pei certificati nominativi rilasciati dagli Istituti di emissione, in base alia media dei prezzi fatti pei cambi all'estero nelle borse di lìoma, Napoli, Milano e Genova.
I rapporti fra il Tesoro dello Stato e gli Istituti di emissione pella emissione dei certificati nominativi utili al pagamento dei dazi di importazione saranno regolati con speciale convenzione da approvarsi con decreto reale.
Art 7. — Sino alla concorrenza delle somme effet tivamente fornite dal Tesoro agli istituti di emissione pelle disposizioni del precedente articolo 4, i biglietti di Stato esistenti nelle Casse rispettive saranno con siderati, a tutti gli effetti della legge, come parte della riserva prescritta dagli articoli 6 e 11 della legge 10 agosto. La quantità delle specie metalliche da immo bilizzare in sostituzione dei biglietti che il Tesoro fornirà successivamente agli Istituti di emissione, sarà fatta constare mediante processo verbale di verifica zione di un delegato del ministero del tesoro e del direttore della sede o succursale dell’istituto, la riserva del quale sarà immobilizzata.
Art. 8. — Fino a diversa disposizione legislativa, mentre rimane sospeso il cambio dei biglietti di Stato in valuta metallica e non oltre il quinquennio nel quale godono del corso legale dell’ articolo 4 della legge 10 agosto 1893, i biglietti degli Istituti di emissione saranno cambiati così come richiederanno i portatori in biglietti di Stato od oro, quando il portatore ^ paghi in aggiunta il prezzo del cambio sull’estero, cosi come viene determinato pei certificati nominativi _ rilasciati dagli Istituti di emissione pei pagamenti dei dazi do ganali.
29 aprile 1894 L’ E C O N O M I S T A 265 biano ripreso il cambio dei loro biglietti in valuta me
tallica colle norme stabilite dalla legge 10 agosto 1893, la ragione di sconto e la misura degli interessi sulle anticipazioni sarà regolata dalleprescrizioni delGoverno.
Art. 10. — Finché il tesoro non sarà in grado di emettere biglietti di propria fabbricazione per coprire la somma di duecento milioni da fornirsi dagli Istituti di emissione, saranno considerati come biglietti di Stato gli attuali biglietti da lire 25 della Banca d'Italia (bi glietti delle cessate Banche Nazionali del Regno, Na zionale Toscana e Banca Toscana di credito) del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia. A tal fine questi Isti tuti dovranno consegnare al tesoro tutto il fondo di cassa e tutte le scorte da essi possedute in biglietti da 25 lire. I biglietti rii Banca da lire 25 esistenti in circolazione, esclusi quelli della Banca Romana in li quidazione, passano ipso facto a debito del tesoro dello Stato, che diverrà creditore per una somma corrispon dente verso gli Istituti di emissione, rivalendosene sino alla concorrenza di lire 68,183,152.24 per estinguere il proprio debito già contratto cogli Istituti di emis sione per pagare alla cessata regìa cointéressata lo stock dei tabacchi.
Agli effetti della liquidazione degli interessi si con sidera compiuta il 1° marzo corrente la compensazione fra il debito dello Stato verso gli Istituti di emissione per lo stock dei tabacchi e il credito di esso verso gli Istituti medesimi pei biglietti di Banca da lire 25 in circolazione.
Art. 11. — L’ emissione di biglietti da lire 25, di che all’ art. 7 della legge 10 agosto 1893, non è più consentita agli Istituti d’emissione. Il taglio più piccolo del biglietto di Banca è fissato in lire 50. Il contin gente attuale dei biglietti da lire 50 degli Istituti di emissione potrà essere aumentato per il valore corri spondente a quello dei biglietti da lire 25, che essi erano autorizzati ad emettere.
Gli attuali biglietti di Banca da lire 25, destinati a passare a debito del Tesoro conformemente alle dispo sizioni dell’ articolo precedente, saranno soggetti alla prescrizione nel tempo fissato dall’articolo 8 della ci tata legge 10 agosto. Il valore dei biglietti di Banca da lire 25, cosi prescritti, verrà ripartito nei modi sta biliti dall’articolo 8 della legge 10 agosto del 1893.
Art. 12. — I biglietti consorziali e già consorziali da lire 5 e lire 10 che non saranno presentati alla Tesoreria centrale o alle Tesorerie provinciali per es sere convertiti in altra valuta avanti il 1° ottobre 1894, verranno prescritti a favore dello Stato. Nel frattempo il baratto dei biglietti avrà luogo con fondi ordinari del Tesoro, _ e il fondo del prestito destinato al rim borso dei biglietti da lire 5 esistenti nelle Casse del Tesoro, passerà fra le entrate dello Stato nel giorno successivo a quello della pubblicazione del seguente decreto.
Art. 13. — Le monete in lega di nichelio descritte negli art. 5 e 6 del regio decreto 21 febbraio 1894 saranno accettate dalle dogane soltanto pelle frazioni di lira.
Art. 14. — Nello stato di previsione della spesa del Ministero del Tesoro per il corrente esercizio, al ca pitolo 143 sarà aggiunta la somma di 150,000 lire pella fabbricazione dei biglietti di Stato.
Art. 15. — Con decreto reale saranno date le di sposizioni pelle iscrizioni seguenti a questa legge e per tutte le altre occorrenti pella sua esecuzione.
Li CONVERSIONE DEI PRESTITI PUBBLICI
ii.
§ 1. La bibliografia italiana in tema di Con versioni è completamente muta dal 1852, nel quale anno, il ministro Cavour tentò, con infelice esito,
un’ operazione di tal genere, fino al 1885, anno in cui essendo sensibilmente migliorati i corsi, il mi nistro Maglioni pose allo studio una proposta di con versione del 5 per cento in 3 per cento, dalla quale sarebbe venuto al bilancio un beneficio netto di 37 milioni.
In quell’ anno e nell’ anno successivo, la proposta fu ampiamente agitata dai nostri scrittori : e I’ Eco
nomista si fece promotore di una discussione che
può essere utilmente consultata nel momento pre sente *).
I progetti furono parecchi : altri, al solito, sostenne sistemi di conversione con riduzione di capitale, altri con riduzione di interesse, altri con aumento del- 1’ uno e con riduzione dell’ altro. Un progetto per la conversione del debito redimibile, presentato dal ministro Magliani, non arrivò mai alle decisioni del Parlamento.
Dal 1886 la discussione tacque ancora fino al 1890 fino a quando appunto 1’ on. Sidney-Sonnino formulò nella Nuova Antologia 2) un progetto di conversione del 5 per cento in 4,50 per cento : progetto che il prof, de Johannis, nel Giornale degli Economisti, dicembre di quell’ anno, accettava con varii tem peramenti.
Tacque di nuovo, da quell’ anno, fino al 21 feb braio di quest’ anno, giorno in cui I’ on. Sonnino presentava il suo progetto al Parlamento.
§ 2. Due sono le conversioni che il ministro Sonnino propone, e conviene tenerle ben distinte, sebbene, come vedremo, esse sieno sorte nella mente del proponente riunite, e riunite dovessero avere de stinazione ed ufficio.
1. ° Conversione dei debiti redimibili. - Allo art. 1° del progetto ministeriale (Allegato F) si di
spone, a modificazione della legge 1874: « È data « facoltà al Ministro del Tesoro di accettare in cambio « mediante speciali conversioni, le rendite di titoli « dei debiti redimibili indicati nella tabella A contro « rendite di titoli consolidati fruttanti l’ interesse del « quattro e mezzo per cento, esente da ritenuta per « qualsiasi imposta presente e futura ».
Nelle successive disposizioni si formulano norme in ordine agli Istituti dipendenti dallo Stato, elio si costringono a convertire il debito redimibile in 4,50 netto : si provvede alle nuove emissioni necessario alle opere votate e si prescrive che debbano essere del nuovo tipo : si presenta in ultimo la lista di 28 tipi di rendita redimibile che si passano alla rendita perpetua 4,50 netto da tassa e cioè varie obbliga zioni ferroviarie, Canali, Hambro, Cattolico eco., ecc.
2. ° Conversione del 5 per cento lordo in i p er cento netto. - A ll’ art. 8 dello stesso progetto mi
nisteriale si dispone : « I possessori di titoli del con- « solidato 5 per cento potranno, a cominciare dal « 1° gennaio 1895, ottenere il cambio a parità di « rendita netta, dei loro titoli in altro di consolidato « fruttante il 4 per cento esente da ritenuta per « qualsiasi imposta presente o futura ».
§ 3. Per comprendere esattamente i termini delle due operazioni, non è inopportuno ricercare la genesi delle proposte attuali nella ricordata pub blicazione fatta dal Sonnino sulla Nuova Antologia quattro anni or sono.
*) V Economista, 1885, pag. 65, 81,257. Idem, 1886, pag. 18, 354, 386, 401.
266 L ’ E C O N O M I S T A la quello studio, alla meóte dell’ on. Sonnino
presiede una preoccupazione sola ed a tale preoc cupazione egli subordina gli scopi del suo lavoro. Egli si impensierisce del discredito che viene ai nostri titoli dal fatto che il consolidato italiano è colpito dalla tassa di ricchezza mobile e contro la tassa scrive delle parole amare che avrà con dolore ricordate il giorno in cui pose la firma alla domanda di aumento della tassa stessa. « Le tosse sulla ren dita - si legge - non ricordano una pagina molto bella nella storia delle nostre finanze, rappresentano una permanente minaccia dell’ avvenire ».
V on. Sonnino seguita dimostrando che l’ imposta sulla rendita ha contribuito e contribuisce a man tenere bassi i corsi dei nostri fondi pubblici all’estero. Così suppongasi, scrive, che oggi nei listini di Pa rigi si legga, a mo’ d’ esempio, il prezzo di 93 per il 5 per °/0 italiano, e che allo stesso momento un 4,50 per cento che goda veramente un minor credito effettivo del nostro apparisca quotato a 94. Or bene, a cose eguali, se il 5 nostro lordo, che è realmente un 4,34 per cento sta a 93, quel supposto 4,50 fo restiero dovrebbe stare a 96,42 invece che a 94. Ma al grosso pubblico (è sempre I’ on. Sonnino che parla) invece il credito italiano apparisce da quei listini, come in condizioni meno buone di quell’altro e in fatto di credito pubblico e di corsi specialmente esteri le apparenze hanno pur esse un’ importanza non piccola nel determinare questa realtà.
In omaggio a tali apparenze, l’ Autore insorge contro il sistema di titoli sottoposti a tassa e pro pone I’ emissione di titoli senza ritenuta che possano servire ad un tempo per la conversione dei debiti redim ibili, e per i perpetui.
Questo concetto lo scrittore del 1890, divenuto Ministro, nel 1894 ha tradotto in proposta di legge. A llo scienziato non c’ era altro modo per riuscire allo scopo che (sono sue parole) violare la legge e i diritti dei creditori: al Ministro oggi è parso opportuno ciò che allora pareva riprovevole. Rag giunge lo scopo di creare un titolo senza ritenuta ma è costretto ad usare egli prima le armi che vuol vietate, è costretto egli stesso a fare una ritenuta.
§ 4. Parliamo ora, singolarmente di ’ciascuna delle due proposte, incominciando dalla conversione dei prestiti redimibili. Scientificamente I’ operazione per la quale si fanno passare prestiti redimibili in prestiti perpetui, appartiene a quella categoria di conversioni che diciamo con diminuzione di inte resse e con aumento di capitale e che hanno per effetto di diminuire i carichi attuali del bilancio dello Stato e di aggravare i futuri.
Il nostro Debito Pubblico aveva originariamente, per citare ad esempio una cifra approssimativa, circa 500 milioni di debito capitale nominale costituito da titoli redimibili, pei quali oltre che l’ interesse, po niamo in 20 milioni ogni anno, si doveva pure ogni anno provvedere una quota di ammortizzo di altri 20 milioni. L ’ on. Sonnino propone di far passare questi 500 milioni dal debito redimibile nel debito erpetuo, e alleggerire così il bilancio annuale dello tato, dei 20 milioni circa che paga ogni anno in rimborso.
È evidente che se la conversione proposta non si facesse, e lo Stato continuasse ogni anno a rim borsare, fra una ventina di anni lo Stato non do vrebbe più i 500 milioni capitale, e non dovrebbe neppur più i 20 milioni di interesse.
29 aprile 1894 L ’ operazione, quindi, ha per effetto di aumentare nell’ avvenire il nostro debito che, mantenuto redi mibile, andrebbe grado a grado riducendosi fino a scomparire.
A rigore dunque, l’ operazione non è fatta per aumentare il credito. Le fisime di Voltaire e di Condorcet sugli effetti dei prestiti pubblici sono sfu mate da tempo : e senza arrivare alle esagerazioni, belle d’ altronde, di coloro che vorrebbero restituiti i capitali dei debiti pubblici soldo e denaro, egli è certo che « la nazione di tanto è più povera, di quanto deve » : egii è certo che ogni opera umana si usa, si deteriora, tende a sparire e fra un secolo il capitale ferrovie, scuole, navi, quello che è, con verrà rinnovare.
Una fra le cagioni dei fatti che concorrono a te nere bassi i corsi del nostro consolidato è la man canza di ammortamento del debito capitale.
E possibile proprio di fare astrazione da ogni rim borso? - Attualmente si rimborsano, si ammortiz zano, in un modo o nell’ altro si restituiscono 20 milioni all’ anno di rendita sopra i 500 che costi tuiscono il nostro debito pubblico: è poco, ma è qualche cosa.
La conversione sarebbe encomiabile, ad un patto : che il margine o risparmio che restasse ogni anno per effetto della conversione venisse passato in am mortamento sopra tutto il consolidato, con acquisti al corso che, per quanto esigui, influirebbero favo revolmente sull’opinione e darebbero al tempo stesso al Governo un onesto modo di intervento per gli acquisti,
S i sarebbe cioè dovuto mantenere lo scopo, di am mortizzare, mutando solo il modo di ammortamento: invece che avere una quantità di titoli 1’ uno a premi, I’ altro a sorte, l’ altro a epoca fissa, si sarebbero dovuti gettare tutti questi debiti nella gran massa del consolidato perpetuo : e le somme che si sareb bero dovute rimborsare a servizio dei redim ibili si sarebbero dovute impiegare invece per acquistare ogni anno altrettanta rendita perpetua, da annullarsi.
' Concludiamo. Un ben ordinato sistema di debiti pubblici certamente non consente operazioni del ge nere di quelle proposte : nò scrittore al mondo le può approvare.
Ma vogliamo essere giusti col ministro Sonnino, tanto giusti quanto egli, scrittore dell’ Antologia, fu ingiusto nel giudicare 1’ opera dei suoi predecessori.
Consentiamo cioè che vi sieno necessità finanziarie, le quali rendano necessaria la conversione, neces sità che si fanno urgenti come fin dal 1890 diceva il Magliani primo autore di questa proposta ; perchè il debito redimibile va crescendo rapidamente per le forti emissioni di obbligazioni ferroviarie, Tevere, Napoli ed altre molte che superano in complesso i due miliardi.
Per questa ragione, diciamo che la proposta deve accettarsi : ma la conversione, un dì sognata come sapiente sistema di riordinamento del Debito Pub blico, resti come è efficace ed àbile ripiego di bilancio, e nuli’ altro.
§ 5, Conversione del 5 p er cento in quattro
per cento. — Supposto che sia approvata ia tassa
29 aprile 1894 L ’ E C O N O M I S T A 267
Il Ministro vede però così raggiunto il suo ideale: avere un titolo di debito esente da tassa!
È un bene od un male?
Il Sonnino scriveva nel 1890 che farà migliore impressione leggere sopra una cartella 4 per cento quanto effettivamente rende il 4 per cento, piuttosto che leggere 5 per cento, e incassare solo 4 per cento.
E non potrebbe essere invece che il portatore ami piuttosto il titolo 5 per cento gravato dì tassa? La speranza - che tanto può sugli uomini - non solleticherà il portatore a credere, a sognare, a il ludersi che la tassa possa anche essere tolta ? Ri dotta ?
È questione di apparenza, ha detto l ’ on. Son nino, e diamole pure il peso che merita una qui- slione d’ apparenza.
Però neppure dobbiamo precluderci la strada a trasformazioni e riforme di là da venire : problemi che oggi paiono insolubili diverranno solubili con l’ andare degli anni. Forse tempo verrà che un Go verno penserà al paese, certo verrà quello in cui il paese penserà al paese. Tempo verrà in cui ricorde remo quest’ epoca insana come quella di un pazzo che getta via il meglio delle cose sue, inseguendo paure di guerra della quale, in momenti più diffìcili, con 'Europa in armi e l ’ Italia in rivoluzione, dal 1860 al 1878, non abbiamo avuto tim ori: ricorderemo trent’ anni sciupati in poveri studi ed in più po vere opere : e ricordo e nuli’ altro sarà questo retag- gio di storia che ci soffoca, entro le mura di cento città, con miriadi di funzioni politiche, giudiziarie, amministrative che non hanno più ragione di essere.
Quel giorno occorrerà razionalmente riformare il sistema tributario, instituendo un sistema progres sivo per le imposte dirette, ed una riduzione per le imposte indirette: occorrerà promuovere la coltura di due milioni di ettari ancora incolti, ed altro mezzo milione di malsani, occorrerà provvedere allo svi luppo delle nostre acque, delle nostre forze motrici, dei nostri prodotti tutti : occorrerà suscitare accanto ad un’Italia agricola, un’ Italia industriale e marittima: occorrerà che si sottragga una buona volta dalla sua inferiorità verso i mercati esteri, ai quali domanda più che non dia impoverendosi e rovinandosi.
Quel giorno occorreranno pure parecchi miliardi. Qualunque riforma sia per compiere, Fon. Son nino, pensi però a quel giorno in cui dovremo ricor rere al credito e faccia che l’ Istituto del Debito pub blico - organismo delicato e diffìcile - possa ancora funzionare.
Oggi per allora ripetiamo il suo augurio : Dio protegga la nostra cara patria !
Od o n e So i o l d a.
NOTE 3D APPUNTI
Governo e Banche (alla Riforma).— La Riforma continua a discutere della questione bancaria con un tono tra il minaccioso ed il sibillino che se può avere il suo lato utile per la politica, è certamente perni cioso oltre ogni dire per il credito. La Riforma ci dice che 1 on. Sonnino « giustificherà ampiamente di nanzi al Parlamento il suo operato » e intanto ci in vita ad aver pazienza. — E sia pure ; aspetteremo ; ma notiamo intanto che anche la Riforma conviene con noi che finora il Ministro delle Finanze non ha giu stificato il suo operato,e siccome si tratta non di proposte, ma di provvedimenti già presi ed attuati,
constatiamo., che per ora il Ministro ha operato senza palese giustificazione. E se mai il Ministro avesse sbagliato ?
La Riforma ci rammenta la campagna da noi fatta
sulla questione trincarla, e dobbiamo ricordare al gior nale romano che non siamo ne siamo Stati niente af fatto entusiasti della legge 10 agósto 1893, ina abbiamo scelto nella nostra scienza e coscienza quello che re putavamo il minor male. Se la legge 10 agosto 1893 non fosse stata approvata, l’Italia sarebbe ancora nello stato provvisorio colla scadenza del privilegio di seme stre in semestre,l'arma cioè — faccia bene attenzione la Riforma — che ha cosi bene servito a_ tutti i pa sticci ed a tutte le corruzioni notissime. A noi sembrava quindi e sembra ancora che occorresse innanzi tutto e sopratutto togliere di mezzo lo stromento per il quale i fatti deplorati si sono resi possibili.
La Riforma lascia intendere di essere in possesso
di terribili secreti sulla situazione degli Istituti di emissione, e non possiamo noi certamente sapere se e quanto sia nel vero, ma avvertiamo che il Governo farebbe molto male se, sapendo qualche cosa, tacesse ; fu col sistema del silenzio che i Governi passati hanno accumulato tante rovine ed hanno reso possibili tanti danni. Anch’ essi dicevano che avrebbero parlato a tempo opportuno !
Temiamo invece che intorno alla Riformasi agitino certe illusioni intorno a Banche di Stato od a Banche di emissione Con capitale vergine,le quali hanno già sviato tanti utili forze dal contribuire al miglioramento della riforma bancaria dell’anno decorso.
La Riforma non può dire a\VEconomistadi essere
stato sorpreso dalle irregolarità che si incontrarono nella Banca Romana ; noi eravamo a conoscenza della relazione Biagini fino dal giugno 1891 e non abbiamo mancato di avvertire sulle colonne della nostra rivista della irregolarità di quella circolazione; noi abbiamo combattuti i salvataggi della Tiberina, dell’ Esquilino. della Fondiaria ecc. ecc. censurando aspramente il Comm. Grillo ed il Consiglio della. Banca Nazionale per la sua condiscendenza alle pressioni del Governo ; noi abbiamo combattute tutte le tendenze che mira vano o a mantenere lo stata quo od a mantenere il provvisorio, e persistiamo nella convinzione che se la legge 10 agosto 1893 non avesse altro merito che quello di aver concesso il privilegio per venti anni, questo solo basta ad indennizzare il paese di qualun que altra meno saggia disposizione, perchè il danno maggiore che si infliggeva alla moralità pubblica, ed all’ andamento delle Banche stava nella vendita quasi semestrale del privilegio. Cosi soltanto e perciò solo vennero stremate le Banche, ed oggi il voler fare loro colpa di questo è doppiamente immorale.
Governo e Banche debbono di comune accordo ri volgere le loro cure a rialzare il credito del paese ed il loro credito rispettivo ; siamo dolenti di costatare che Ton Sonnino non ha compresa la solidarietà che deve passare tra Banche e Tesoro, e che,, impotente a provvedere colle proprie forze alla salute del Te soro, hà cercato di salvarlo a danno delle Banche.
Questa politica noi biasimiamo, come una continua zione, certo per fini diversi, ma con eguali effetti, di quella che ha portato alle difficili odierne condizioni.
La Riformaquindi non può nè predicarci la pazienza, nè insegnarci il riserbo. La nostra linea di condotta è conseguente; a noi poco importa che l’ Istituto di emissione sia Tuno o l’altro; ciò che vogliamo è che il Governo non abbia troppa facilità di attingervi ar bitrariamente, nè nelle forme deplorate dalla inchiesta, nè nelle forme violenti dell’on. Sonnino. Senza questa separazione completa tra le due funzioni, oggi Ton. Son nino, pescherà nelle casse delle Banche per i bisogni del Tesoro, domani un altro Ministro vi pescherà per le elezioni, o per le feste di Genova, o per altri mo tivi meno plausibili.
208 L ’ E C O N O M I S T A 29 aprile 1894 Il Congresso agrario nazionale. — In Roma dal
15 al 18 aprile si sono adunati a congresso gli agri coltori o meglio i rappresentanti degli interessi agrari per discutere sul dazio dei cereali e sulla organizza zione delle forze agrarie. Come tutti i salmi finiscono in gloria, cosi tutti i Congressi degli agrari hanno per risultato finale la domanda di un aumento del dazio sui cereali. Perciò, ed anche perchè ci siamo già oc cupati di questo argomento, crediamo inutile di dare nelle colonne del nostro periodico un particolareggiato resoconto del Congresso di Roma ; il quale si è dimo strato di una grande intolleranza, e ne sa qualche cosa il congressista sig. Caruso, e di una grande in concludenza. In sostanza le 7 lire di dazio sul grano non bastano; gli agrari ne vogliono almeno 9, pronti, si capisce, dopo ottenute le 9 lire a esigere altro au mento, perchè non c’ è e non ci può essere un termine alle pretese di questo genere. Gli oratori del Congresso hanno deplorata la esorbitanza delle imposte e questo non è certo contestabile, ma alla loro volta vogliono aumentarle con i dazi doganali sui prodotti agricoli. Logica protezionista! Si è parlato poi e a lungo del prezzo rimuneratore del grano, ma chi lo conosce? e dato anche che si possa fissare una media ideale sic come il costo di produzione dei cereali all’ estero è basso e il prezzo loro è oscillante, come lo sono, con tendenza al ribasso, anche i noli marittimi, per pro teggere seriamente la coltura dei cereali all’ interno bisognerebbe tornare alla scala mobile, il che vuol dire che si dovrebbe disorganizzare i mercati e creare una vera carestia artificiale.
Altri temi trattati furono quelli del credito agrario e della colonizzazione interna, ma gli ordini del giorno approvati dal Congresso lasciano il tempo che trovano, perchè l'ostacolo principale alla attuazione di quelle due riforme sta sempre nella scarsità dei capitali.
Fu discusso anche il tema della istruzione agraria che andrebbe riformata, quello dei due decimi che fu rono respinti e l'altro della tassa sul sale che vorreb- besi diminuita, e i discorsi sopra queste varie que stioni sono stati numerosi e alcuni anche di qualche interesse. Ma per un Congresso, che pareva dovesse salvare l’agricoltura, tutto questo ci pare ben poco e sopratutto poco pratico. Della qual cosa non ci me ravigliamo perchè gli Agrari sono oggidì in preda alla mania protezionista e non sognano e non vedono altro che i dazi.
Eppure degli effetti pessimi del protezionismo in Italia e all'estero gli Agrari (non gli industriali come il congressista agrario on. Alessandro Rossi) dovrebbero essere edotti; se non lo sono bisogna dire che essi sono refrattari a qualsiasi insegnamento anche a quello più efficace che proviene dalle cose, dai fatti. Diversamente, non si sarebbero ostinati a chiedere quasi il raddop piamento del dazio esistente sul grano. Insomma, della levata di scudi degli Agrari alla Camera e nel paese ci pare si possa dire : molto rumore per nulla. E sarà meglio per loro che le pretese che hanno accampate al Congresso di Roma non siano accolte, se no avremmo indubbiamente, presto o tardi, una reazione che farà loro perdere i benefici conseguiti in questi ultimi tempi. Quanto a noi, piuttosto di continuare col sistema in vigore, preferiremmo che gli Agrari avessero ora completa vittoria, perchè si avvicinerebbe sempre più il giorno della loro sconfitta definitiva.
Rivista Bibliografica
E. Fournier de Flaix. — Pendant une mission en Russie.
Première serie: A travers l’Allemagne. —2 Volumi,
pag. 666 -|- X L V III, Paris, Guillaumin, 1894. Incaricato dal sig. Bourgeois, ministro della pub blica istruzione, di una missione in Russia per con
tinuare i suoi studi economici e sociali, il sig. Fournier de Flaix ha raccolto molte notizie ó dati non sol tanto sull’impero moscovita, ma anche su quello degli Hohenzollern, perciò quasi come introduzione all’opera sulla Russia egli ha pubblicato uno studio sulla Ger mania che, senza raccontare cose nuove, è di qual che interesse per chi si occupa del progresso della Germania. L ’Autore ha diviso infatti la sua tratta zione in tre parti per esaminare successivamente lo sviluppo [Ventrainement) economico, sociale e poli tico dell’ impero tedesco. Così egli si occupa delle principali città, quali Amburgo, Brema, Berlino e ne descrive lo svolgimento sotto tutti gli aspetti, fornendo notizie interessanti, specie su Berlino, e istituendo confronti istruttivi con altre città. Tratta del commercio e della navigazione e degli Istituti di credito. Questo per la parte economica. Quanto allo sviluppo sociale fa una minuta esposizione delle associazioni cooperative e vari confronti sull’ incre mento della ricchezza. Finalmente nell’ ultimo libro si occupa delle questioni politiche, della potenza alla quale la Germania è salita, degli antagonismi po litici tra gli Stati e della posizione attuale e futura della Francia. Una lacuna importante abbiamo no tato e riguarda la condizione industriale e agricola della Germania, sulla quale il Fournier de F la ix non dice nulla, sebbene le pretese degli Agrari e i con flitti tra imprenditori e operai avrebbero fornito argomento a molte indagini. Nè sarebbe forse diffi cile rilevare qualche inesattezza nei confronti stati stici e nei giudizi, e dimostrare come il quadro della Germania non sia in tutto completo e impar ziale ; ma a noi basta indicare quest’opera ai lettori come uno studio interessante che può essere con sultato con profitto.
lohn R. Commons. — The distribution o f wealth. — London, Macmillan, 1894, pag. X-258.
29 aprile 1894 L’ E C O N O M I S T A 269
Dr. Johann von Bazant. — Die Handelspolitik Öster- reioh-Ungarus, 1875 bis 1892, in ihrem Verhäl tnis zum Deutschen Reiche und zu dem westlichen
Europa. — Leipzig, Duncker und Humblot, 1894,
pag. 200.
Nella raceolta sulla «Politica commerciale dei prin cipali Siati civili » pubblicata dal Verein fü r Social
politik il dr. von Bazant avrebbe dovuto inserire
lo studio sull’Austria-Ungheria, ma essendo stato impedito di scriverlo, l’ incarico venne dato al dr. Peez. Però il dr. von Bazant, avendo potuto poi oc cuparsi della cosa abbiamo ora questa eccellente monografia sulla politica commerciale dell’ Austria - Ungheria dal 1875 al 1892 nei suoi rapporti coll’ im pero tedesco e coll’Europa occidentale. L ’Autore fino a poco tempo fa funzionario nel Ministero austriaco del commercio ha preso parte alle riforme doganali compiute in Austria negli ultimi tempi ; egli ha quindi competenza teorica e pratica nell’argomento. Quanto ai suoi giudizi alcuni dei quali riguardano il nostro paese, facciamo qualche riserva, perchè l’Autore ci sembra considerare l’ argomento dal punto di vista strettamente austriaco. La sua trattazione è però assai ricca di notizie, ampiamente documentata e le vicende della politica commerciale austro-ungarica sono nei riguardi della Germania e degli Stati oc cidentali d’Europa minutamente esposte.
Togliamo dall’ opera del Bazant questo prospetto sul commercio dell’Austria-Ungheria dal 1874 al 1891:
i M r O R T A Z IO N E Es p o r t a z i o n e a n n i [M ate rie au si li ar i pe r le i n d u st ri e 5 3 _e|
1
1
P-< ai (p ro d ot ti l av or at i .M at er ie a u si li ar i pe r le i n du st ri e P ro do tt i1
al im en ta riJ
P ro d ot ti l av or at iH ilioni di fiorini austriaci Milioni di fiorini austriaci
1874-1878
154.4 133.4 275.9 122.3 143.1 328.6 (media annuale)1879
186.2 95.0 275.4 141.1 164.3 378.61880
117.0 134.5 292.0 161.6 143.2 371.21881
m o 128.7 311.1 168.9 170.4 392.21882
205.0 129.4 319.8 174.8 207.0 400.11883
213.6 115.5 295.8 176.6 172.3 40I.01884
207. 9 105.4 299.3 176.2 131.5 383.81885
189.7 109.0 259.2 170.8 133,5 3Ó7.81886
200.8 88.4 250.0 167.4 149 3 381.91887
220.5 84.6 263.5 166.1 147.6 359.21888
206.1 74.6 252.4 186.1 169.4 373.31889
226.481.1
281.7 206.9 170.3 389.01890
236.7 94.7 279.3 211.7 175.8 383.91891
230.3 98.2 284.4 j 194.0 190.5 402.2Dalle cifre riportate dal libro del dr. von Bazant si rileva che dal 1876 in poi la esportazione di merci dalla monarchia austro-ungarica ha superato sempre la importazione, il massimo dello scarto si v e ri ficò nel 1888 (195 milioni di fiorini) il minimo nel 1876 (60 milioni di fior.) Per altri dati e notizie rinviamo al libro che abbiamo annunciato.
Rivista Economica
L a b o n ific a del Trasim eno. — Le em iss io n i in In g h il t e r r a . — L 'in c h ie s ta s u ll’ a rg e n to in G erm a n ia. —
I p r e m ii a lle in d u s trie in F r a n c ia . — Un p r o g e tto d i le g g e p e r p rovvedim en ti a g r a r i. — P ro v vedi ¡ e n t i co n tro l ’ u s u ra
i a bonifica del Trasimeno. — È stato costituito il Consorzio speciale per la bonifica delle gronde del lago Trasimeno.
Al Consorzio è concessa la esecuzione delle opere di bonificazione classificate in prima categoria col decreto 2 luglio 1885. Dette opere hanno per og getto la sistemazione del lago Trasimeno, in modo da impedirne le espansioni permanenti sulle gronde, e quindi ottenere il risanamento igienico e la bo nifica agricola del territorio interessato.
II capitale necessario per l’ esecuzione della boni fica, comprese le maggiori spese o perdite non pre viste, non esclusi la forza maggiore e il caso for tuito, è stato stabilito in lire 993,910.14.
La concessione è fatta al Consorzio a tutto suo rischio e pericolo, qualunque siano per risultare le spese per la completa esecuzione delle opere con cedute.
Le emissioni in Inghilterra. — Le emissioni av venute durante il primo trimestre 1894 sul mercato inglese si sono ragguagliate a 10,265,000 lire ster line, cifra assai modesta, ma tuttavia superiore di 3 milioni di lire sterline a quella raggiunta nel corri spondente periodo del 1893, che fu anno di massima depressione degli affari. Nell’ ultimo quinquennio si hanno infatti per le emissioni avvenute nel 1° tri mestre di ciascun anno queste cifre:
1° trimestre... 1890...L. st. 30,449,000
> 1891... » 30,651,000
, 1892... » 31,124,000
» 1893... » 7,770,000
» 1894... « 10,265,000
media del quinquennio... » 22,051,000 Le emissioni del 1° trimestre 1894 sono ripartite nel modo seguente :
Governi coloniali... L. st. 735,000
Corporazioni inglesi e CountyCouncil » 2,408,250
Municipalità coloniali ed estere . . » 970,800 Ferrovie elettrich e ... » 1,956,090
Compagnie di gas e d’ illuminazione » 430,448
» di miniere... » 473,500 p di c i c l i ... » 260,200 » diverse... » 3,030,395 L. st. 10,264,593
L ’ Economist di Londra vede in queste cifre un reale ritorno della fiducia negli affari e spera che questa sarà sempre più incoraggiata.
270 L ’ E C O N O M I S T A 29 aprile 1894 Tuttavia si conoscono già quattro diverse propo
sizioni, formulate dai vari gruppi in cui si divido la Commissione. Quella del gruppo bimetallista è così concepita :
Il rialzo e la consolidazione del valore dell’ argento rendono necessaria l’ introduzione di un bimetallismo internazionale; a tal fine il governo dovrà convo care nel più breve termine una Conferenza mone taria internazionale a Berlino e sottoporle a nome dell' Impero un progetto di bimetallismo internazio nale; la Commissione elaborerà un progetto di trat tato e si esaminerà se questo potrà essere messo in vigore senza l’ adesione dell’ Inghilterra o soltanto dopo l’ adesione di essa ; occorrerà anche di pro porre alla Conferenza monetaria delle misure tran sitorie in vista della riabilitazione dell’ argento.
La seconda proposta dovuta al Koenig è del tenore seguente : Molti Stati, tra i quali dovranno trovarsi gli Stali Uniti di America e le Indie britanniche, dovranno intendersi sui punti seguenti: I o la co niazione libera dell’oro è mantenuta in lutti i paesi in questione ove esisteva precedentemente ; le zecche indiane sono riaperte alla libera coniazione dell'ar gento]; 2° le monete di argento liberatorie e divi sionarie saranno ritirate gradualmente dalla circola zione e rimpiazzate con monete di argento liberatorie sulla base del rapporto da 24 a I ; 3° queste nuove monete avranno forza liberatoria nel paese ove sa ranno coniate, senza che alcuno dei paesi contraenti sia tenuto di ricevere in pagamento le monete di argento di un altro paese o di dar loro forza libe ratoria ; 4° ciascuno Stato sarà tenuto di percepire per le coniazioni dell’ argento un diritto dì mone taggio del 10 per cento al meno e del 20 per cento al più; 5° gli Stati contraenti saranno tenuti a co niare l’argento per conto dei particolari in una pro porzione che non superi un marco all’ anno e per abitante.
La terza proposizione, formulata dal sig. Lexis, si riassume in questi termini : Il tipo oro sarà in mas sima mantenuto in Germania ; il prezzo dell’argento verrà rialzato con la cooperazione degli Stati che possiedono il tipo oro e il bimetallismo cosiddetto zoppo, ciò che esclude per esempio il Messico e l’ America del Sud. Il nuovo rapporto tra I’ oro e l ’ argento sarà di 1 a 21. La Germania convertirebbe il suo stock attuale di monete di argento, prendendo per base questo rapporto. Le nuove monete di ar gento sarebbero accettate dallo Stato in tutti i pa gamenti e dai particolari fino a concorrenza di 1000 marchi.
La coniazione dell’ argento non sarà libera e non si farà che per conto dello Stato. La Germania por terebbe il suo stock di argento ad una somma equi valente a 20 marchi per abitante, ciò che esigerebbe l’ acquisto di 193,000 chilogrammi dì argento. Gli altri Stali adotterebbero delle misure analoghe e nello stesso tempo l’ Inghilterra si impegnerebbe di riaprire le zecche deli* India alla coniazione libera dell’ argento.
Un’ altra proposta è stata formulata dal banchiere Neustadt ; essa è concepita nei seguenti termini :
G li Stati contraenti si accordano sulla base di un bimetallismo internazionale, col rapporto d i i a 13 */s, per un periodo di dieci anni. Essi si impegnano a far coniare i due metalli sempre in quantità dello stesso valore; per esempio, quando uno Stato faccia coniare 100 milioni in monete di oro ; avrà il di
ritto, ma non l’ obbligo di far coniare egualmente 100 milioni in monete di argento. La coniazione libera per conto dei privati sarebbe abolita. Una legge determinerebbe inoltre il valore dell’ argento da coniarsi per testa di abitante. Le monete di ar gento sarebbero liberatorie all’interno del paese nel quale siano coniate, ma non all’estero.
Una contabilità ed una statistica comuni saranno tenute in una città europea e in una città americana. Gli Stati contraenti s’impegnerebbero ad acquistare e a tenere in esercizio le miniere di argento situale nei rispettivi territorii, o a stabilire un monopolio dell’argento.
Il prezzo dell’ argento da coniarsi sarebbe fissato settimanalmente o mensilmente da una Commissione e comunicato per telegramma a tutti gli Stati con traenti. L ’ utile sulla coniazione sarà ripartito agli Stati proporzionalmente alla loro coniazione e il be neficio netto sulle vendite dell’ argento proporzional mente alla popolazione degli Stati contraenti.
I lavori della Commissione sono ancora nello sta dio preparatorio e nulla fa credere che la Commis sione debba venir presto ad una pratica risoluzione. I premii alle industrie in Francia. — Il sistema protezionista crea conseguenze funeste, tanto per le finanze dello Stato, quanto per gl’ interessi privati. « Ogni giorno che passa — leggesi nel giornale di Havre — ne reca novelle prove. »
Questo sistema autorizza, com’ è notorio, non solo aumento di diritti doganali — aumento che colpisce e fa diminuire le esportazioni francesi — ma i premii concessi a parecchie industrie del paese.
L ’ ammontare di questi premi, calcolati dapprincipio sopra informazioni e dati troppo miti, viene ricono sciuto, in ogni esercizio annuale, sensibilmente infe riore all’ ammontare effettivo, vale a dire che la somma, complessivamente inscritta nel bilancio risulta, da che vige la legge relativa, sempre insufficiente pagare tutti i premii cui gl’ industriali favoriti pro vano di aver diritto.
Ed eccone alcuni esempi. Si ricorderà che il Par lamento deliberò si conferisca un premio, misurato sul prodotto, ai filatori di seta, col pretesto di aiutarli a sostenere la concorrenza dei filatori esteri. Questi premi si prelevano sull’ insieme dei contribuenti e vengono, per ciò, a costituire un vero e ingiusto aggravamento d’ imposta per la totalità dei contri buenti stessi.
II Parlamento aveva stabilito in due milioni e mezzo l’assegno da inscriversi nel bilancio del 1893 per premii ai filatori di seta. Ora si verifica che l’ammontare dei premii, risultanti in tale esercizio a benefizio dei predetti industriali, a norma di legge salì nientemeno che a quattro milioni, cifra tonda ! di guisa che il Governo è costretto a domandare un credito supplettivo di un milione e mezzo per potere far fronte alla deficenza dell’ assegno.
Ricordisi inoltre che i signori protezionisti vollero e riuscirono ad ottenere che al'banchetto, ossia al benefìzio dei premii, fossero del pari ammessi i col tivatori di lino e canapa, i fabbricanti di zucchero e più altri ; tale è il mezzo con cui la Francia presume far primeggiare le proprie industrie per aiutarle a vincere ogni relativa concorrenza straniera !