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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.42 (1915) n.2156, 29 agosto

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L ’ E C O N O M I S T A

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PR IV A TI

REDAZIONE: M. J. d e Jo h a n n i s — R . A . Mu r r a y

Anno XLII - Vol. XLVI

F i r m - R o m ,

29

agosto

19151

» S f l ’v i / L " " . " ' 10' '

» .

2156

« L ’Economista » esce quest’anno con 8 pagine di più e quindi il suo contenuto più ampio dà modo di introdurre nuove rubriche e nuovi perfe­ zionamenti.

I l prezzo di abbonamento è di !.. t » annue anticipate, per l ’Italia e Colonie. Per l’Estero (unione postale) la. 2 5 . Per gli altri paesi si aggiungono le spese postali. Un fasci- colo separato h . i.

S O M M A R IO :

PARTE ECONOMICA.

Legislazione d i guerra. I l cambio in Europa.

P er Vallevamento del coniglio, E. Z.

I l Messico sotto la presidenza di Porfirio D iaz,

NOTE ECONOMICHE E F IN A N Z IA R IE .

Il credito agricolo e le nuove leggi sui « warrants » e sui De­ gni agricoli nell Argentina - L'em igrazione italiana per l ’ estero nell anno 1914 — Le F errovie dello Stato nei 1913-14,

EFFETTI ECONOMICI D ELLA GUERRA.

La bilancia economica francese durante la guerra — Il com­ mercio estero d ell’ A rgentina nei primi tre mesi del 1914— Quali generi esportarono in Europa gli Stati Uniti nel 1914-1915 — Com­ mercio estero del Giappone — Il commercio estero della Ger­ mania — Il minerale di ferro di Svezia — L ’ automobilismo nella guerra attuale.

FINANZE D I STATO.

Prestito tedesco di 10 m iliard i - li mercato finanziario nel Belgio — I prestiti degli Stati Uniti c o ll’ estero.

LEGISLAZIONE D I GUERRA.

. Per l'approvvigionam ento del grano : agevolazioni ai consor- zi granari e ai comuni — N u o ve disposizioni per il pane e le fa­ rine - Per agevolare il pagamento dei fitti.

IL PENSIERO DEGLI A L T R I,

Nessun timore sull’esito della guerra, G. Ma r t i n e l l i __ Tutti

g li Stati democratizzano i l debito pubblico, Lu ig i Lu z z a t t i__Grandi

prospettive della produzione aurifera, Al d o Bl e s s ic h — G li insegna-

menti finanziari del p rim o anno della guerra europea, Lu ig i Ei­ n a u d i — I l ¡raccolto del grano e un dovere per g li agricoltori Giu­ s e p p e Al b a n i — L ’industria siderurgica nazionale a lla prova del . I wD0LFI T~ ^ Muffi finanziario del ministro germanico von

Helffcnch, Ma r io Al b e r t i — L a fa lcid ia dei profitti di guerra

Em a n u e l e Se l l a, y ’

NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

La produzione del mercurio — La situazione finanziaria della Bulgaria — Le operazioni delle Casse di risparmio postali a tutto il mese di giugno 1915 — Il movimento della posta militare. Dieci m ilioni di lire mandati a casa dai combattenti nel mese di lu g lio — La disoccupazione in Inghilterra — Le riserve d ’oro della Banca d Inghilterra — La penuria di carne in Germania — Il prodotto del frumento — Commercio internazionale delle frutta — P er lo sviluppo d ell’ agricoltura nel. B elgio - Il Banco de la Nacion A r­ gentina — Natalità e mortalità fra i minatori inglesi.

Banco d i S ic ilia : rendiconto del C on siglio di Am m inistrazione sul­ la gestione 1914.

MERCATO MONETARIO E R IV IS T A DELLE BORSE.

Situazione d e g li Is t it u t i d i C redito m ob ilia re, Situazione d e g li Is t it u t i di em issione ita lia n i, Situazione d e gli Is titu ti N azio­ n a li E steri, C ircolazione di Stato nel Regno U nito, Tasso d e llo sconto ufficiale, Situazione del Tesoro ita lia n o , Debito Pubblico ita lia n o, P ro d o tti d e lle F errovie d e llo Stato, R iscossion i d e lio Stato n e ll’ esercizio 1914-1915, R iscossion i doganali, im porta­ zione ed esportazione riu n ite , Im portazione (p e r categorie e per m es i), Esportazione (p e r ca tegorie e per m esi).

Quotazioni d i v a lo ri di Stato it a lia n i, Borsa di P a r ig i, Borsa di Londra, P re zz i c it a ti a M ilano.

Cambi in It a lia , Cambi a M ilano, Cambi a l l ’ Estero, Media u ffic ia le d e i cambi a g li e ffe tt i d e ll’ a rt. 39 del Cod. comm., R iv is ta dei cambi d i Londra, R iv is ta dei cambi d i P a r ig i.

In d ic i econom ici it a lia n i.

Porto d i Genova, Movimento del carico. In d ic i econom ici d e ll’ « Economist » . C redito dei p rin c ip a li S ta ti.

Prezzi^dQ ^generi di m aggior consumo in I t a lia per mesi e region i

Lloyds Bank L im ite d , R iv is ta b ib lio gra fica .

PARTE ECONOMICA

P e r abbonamenti, richiesta di fascicoli ed inser­ zioni, rivolgersi a ll Amministrazione : Via della Pergola, 31, Firenze.

Legislazione di guerra

Lo stato di guerra conduce seco e comporta una legislazione eccezionale, che, per lo meno nelle intenzioni, è rivolta sia a contenere, entro limiti ri­ tenuti equi dal Governo, le oscillazioni di alcuni movimenti economici, sia a garantire all’ esercito alcuni elementi di imprescindibile necessità, sia a facilitare le condizioni di esistenza ai cittadini, o ad alcune categorie di cittadini.

A vviene quindi che per fatto della guerra istituti giuridici sanciti dai nostri codici, i quali mai pote­ rono subire modificazioni nel corso multo decen­ nale dei lavori legislativi, si vivifichino, d’un tratto e senza discussione, di modernità e rendano l’isti­ tuto stesso più conforme non solo alle esigenze della guerra, ma alle esigenze del convivere in una epoca più moderna e lontana di quella nella quale quegli istituti furono cristallizzati nelle carte fonda- mentali della patria legislazione.

Non vogliamo qui passare in rivista tutti i decreti emanati negli ultimi mesi, tanto più che l’esame nostro rimarrebbe incompleto, in quanto sono pros­ simamente attesi in questo campo, altri effetti e- purativi della guerra, la quale, senza dubbio, la- scera traccia di se anche nel campo giuridico, mo­ strando che il timore, sempre nutrito dai corpi deli­ berativi, di ritoccare i codici era effimero e più che altro una fisima che troppo fortemente condanna un paese moderno a riportarsi nel suo vivere civile ai precetti rigidi e non più rispondenti del diritto romano, od a consuetudini locali, avanzi di un me­ dio evo da museo.

Vogliam o citare due soli esempi, dai quali in tempi normali i cultori del jure avrebbero tratto argomento di discussioni infinite e snervanti, con- vinti che essi valgano ad esuberanza a mostrare la duttilità del diritto condito verso un diritto con­ dendo degno del secolo ventesimo.

Con recente decreto luogotenenziale è stato re­ staurato il matrimonio per procura, in determinate circostanze per i militari impegnati nelle operazioni di guerra. Già in altri tempi ciò era ammesso, éd era rimasto per solo privilegio di regnanti o di feu­ dataria ma dalla codificazione presente escluso inesorabilmente. Non potrebbe il restaurato istitu­ to rimanere, anche a pace conclusa, specie in un paese come il nostro, il quale colla sua emigrazio­ ne copiosa, ha in lontani campi lavoratori che combattono guerre economiche non troppo diverse da quelle militari che oggi si condensano in quo­ tidiane battaglie oltre i nostri confini? E precipua­ mente in vista di diminuire, se ciò è necessario, 1 alta percentuale di natalità illegittima, non po­ trebbe essere giudizioso mantenere il matrimonio ’ per procura?

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can-798 L ’ E C O N O M I S T A

celiate da un decreto che uniforma in tutto il paese rapporti contrattuali i quali non avevano una ragio­ ne spiegabile di essere così disparati. Non cadrà il mondo per questo, cadrà solo la tenacia di co­ loro che non vollero ascoltare le pressioni, le giu­ ste richieste e si impuntarono nella forza data loro dalle leggi civili che riconoscono valore a consue­ tudini che rimontano ad epoche immemorabili.

Ciò ci dà occasione di ripetere il monito tante volte uscito dalle nostre colonne, e cioè come possa valer meglio per le classi abbienti di secondare le esigenze di una vita moderna, anziché ridurre que­ sta alla osservanza incondizionata di privilegi le­ gali, è vero, ma incompatibili, per la vetustà, con le variate condizioni economiche del presente.

Per certo la legislazione di guerra che entra nei rapporti contrattuali, avrà ripercussioni economi­ che su l una o l’ altra parte contraente, e di ciò il legislatore dovrà tenere il dovuto conto affinchè il benefìcio che egli intende arrecare col suo inter­ vento, non sia frustrato da conseguenze remote e non immediatamente comprese nell’ atto legislativo cui ha dato vita; ma fino a che questo danno even­ tuale non sarà superato dal vantaggio positivo, ben venga la nuova legislazione, intesa ad epurare la codificazione nostra e le consuetudini, dall’in- quinamento di avanzi che ormai sanno di putrefat­ to e rispecchiano regimi sociali od economici di cer­ ehie più ristrette di quelle di una grande nazione.

E plaudiamo tanto più a questa epurazione, in quantochè, infrante le arruginite catene in occa­ sione della guerra, esse non ritorneranno ormai più in servizio, ma verranno definitivamente sosti­ tuite dal nuovo assetto, o da altro conforme, deri­ vato dallo stato di eccezione.

In tal senso ci auguriamo che il Governo possa, senza invadere campi che sono governati da leggi naturali, agendo contro le quali deriverebbe più danno che bene, depurare la afosa e pesante legi­ slazione patria di quanto essa trascina faticosa­ mente con sè fino dall’epoca di Giustiniano o dai tempi degli Editti di Rotari.

Il passo più spedito ci gioverà a compiere marce più brillanti nelle gare e nelle competizioni che, anche dopo la guerra, rimarranno sempre fra i po­ poli.

Il cambio in Europa

Nel numero precedente facemmo brevemente parola del cambio in Italia; ma evidentemente l’ i­ nasprimento dell’ aggio non è un fenomeno limita­ to al nostro paese, ma involve tutti quanti gli Sta­ ti belligeranti. Esso trova, bensì, la sua ragione nell’ alterazione prodotta dalla guerra nei rapporti economici internazionali, rimpetto alla quale la politica dei cambi dei tempi normali si mostra as­ solutamente insufficiente, auanto è più nella riper­ cussione che da essa è derivata per la bilancia dei pagamenti all’ estero dei belligeranti stessi; ma non vi ha dubbio che alla rapida corsa dei cambi abbia contribuito e contribuisca tuttora l’ elemen­ to psicologico, la cui azione è messa a profitto, in qualche caso, della speculazione.

Sulla fase attuale del fenomeno, considerato nel suo complesso, l ’ ultimo fascicolo de L ’Economiste Européen pubblica alcune note interessanti, che crediamo utile di riassumere qui appresso.

Ancora una settimana di rialzQ sensazionale sul mercato dei cambi ; lo chèque su Londra è aumentato di quasi 50 punti fra il 10 e il 18 ago­ sto, passando da 27,42 a 27,91; il dollaro è salito da 5,77 a 5,99.

L ’ Italiano è a 92 contro 90 i; il franco

sviz-29 a g o s t o 1915 - N . 2156

zero fa premio del 10 %. Tutto questo prova che non vi sono motivi economici che giustifichino que­ sta ascensione disordinata dei corsi delle divise straniere: il jattore psicologico esercita un in­ fluenza capitale; un vero sentimento di panico s è impadronito dei compratori.

Il mercato di Londra è ancora più colpito di quello di Parigi : da esso ci giunge la pressione al rialzo, e l’ arbitraggio ha contribuito, in questi ultimi giorni, più delle domande locali, a rial­ zare bruscamente i corsi gulla nostra piazza. La quale può — giustificando l’ impiego a scopi com- 1 merciali — procurarsi del cambio rivolgendosi al­ la Banca di Francia; ma il fatto che non si ricor­ re in misura maggiore alla Banca tenderebbe a far supporre che molti affari trattati in Borsa hanno carattere per lo meno discutibile.

Siamo in presenza di un male profondo che im­ porta curare e curare radicalmente. I finanzieri inglesi sembrano decisi a farlo, dopo essere rima­ sti a lungo indifferenti a una crisi che non colpiva che leggermente il loro paese.

Il ribasso del cambio americano su Londra — la sterlina a New Y ork è caduta da 4,76, 1 I 1 a- gosto, a 4.67 il 16 — ha coinciso con 1 annuncio fatto da J. P. Morgan d’un invio di 100 milioni di franchi d oro e di 175 milioni di franchi di valori americani. Questo fatto dimostra il carattere del ribasso e la difficoltà del problema da risolvere. L ’Inghilterra ha creduto che bastasse mandare a New York qualche centinaio di milioni d’oro e j qualche centinaio di milioni di valori americani j per far risalire il corso della sterlina a un livello normale. Taluni giornali finanziari avevano ri­ posto le loro speranze nel rialzo del saggio di scon- I to fuori banca e tutta una politica è stata seguita per sopprimere il divario esistente da parecchi | mesi fra il saggio privato e minimo ufficiale. Ma tutti questi rimedi classici, eccellenti in tempi rior- | mali, quando si tratta si sorreggere deviazioni di tenue ampiezza dovute a cause essenzialmente | passeggere, non potevano bastare a ricondurre 1 e- quilibrio di una bilancia terribilmente passiva.

L ’ eccedenza delle esportazioni sulle importa­ zioni degli Stati Uniti, nell’ anno al 30 Giugno scor- j so, oltrepassa un miliardo di dollari : ora, è quasi esclusivamente l’Europa , che fa le spese di que­ sta eccedenza.

Non si deve sperare di colmare il deficit della bilancia europea con espedienti; occorre un gran­ de prestito a New Y o rk ■ I finanzieri inglesi hanno messo fin qui una specie di amor proprio a non volere considerare seriamente questa soluzione. La realtà e la gravità del male che è apparsa loro improvvisamente, sembra avere calmato la loro suscettibilità. Oggi, tutti a Londra sono per il pre- L stito. 11 Times dice, perfino, quali potrebbero_ es- | sere le condizioni : collocamento, a sportello a- perto, di titoli a scadenza di 2, 3, 4 e 5 anni, alla pari, al 5 %, al netto dell’/ncome Tax. La | stampa finanziaria di New York attende questo j prestito di settimana in settimana.

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29 a g o s to 1915 - N . 2156 L ’ E C O N O M I S T A

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Anche a quest’ ultima dobbiamo interessarci e trovare per essa un rimedio, con mezzi più pra­ tici e più decisivi di quelli ai quali s'era fermata la conferenza dello scorso febbraio.

P e r l’allevam ento del coniglio

Nel nostro fascicolo del 25 luglio, fra i vari ar­ gomenti trattati, fu 'fatto un breve cenno dell’inchie­ sta iniziata dalla Società Avicola Nazionale per co­ noscere la vera situazione deH’allevamento del co­ niglio in Italia e del consumo della sua carne. Ci e grato oggi poter annunziare che la Società stessa e sul punto di fare qualche cosa di più. Essa inten­ de cioè promuovere subito la costituzione d’una Coo­ perativa Italiana per l’allevamento del coniglio.

I concetti che l’animano e la spingano sono que­ sti. F inchè dura la guerra, quella parte numerosa dei nostro esercito combattente che opera sulle alte montagne del Trentino e della Carnia deve essere fornita con abbondanza d’indumenti che riscaldino, e tra questi la modesta pelliccia che si ricava dai coniglio può essere uno dei più facili ad aversi e dei meglio adatti. Ma oggi tale pelliccia scarseggia, perchè conigli se ne allevano pochi; bisogna dun­ que procurare doverne di più. In pari tempo, alle carni commestibili fin qui in uso, il cui prezzo già alto va sempre aumentando, conviene non già sosti- •tuime ma aggiungerne altre, e quella di coniglio è specialmente consigliabile, sia perchè buona e sa­ na, sìa perchè d’un animale che si riproduce con j grandissima fecondità e il cui allevamento è assai poco costoso, e può rendersi facilmente lucroso. Ma anche se la guerra non dovesse prolungarsi nel ven­ turo inverno, anche quando ad ogni modo le sia succeduta la pace, la semplice e agevole industria di cui si parla avrà piena ragion d’essere. Infatti la pelle del coniglio unita al suo pelo serve a fodera­ re abiti invernali da uomo e da donna, a far berretti, manicotti e altro; e il pelo separato dalla pelle e appositamente manipolato può servire di materia prima alla florida industria italiana della cappelleria. Serve anzi da un pezzo, salvochè biso­ gna importarne dall’estero, avendone troppo poco in paese; e sono alcuni milioni che ogni anno vanno fuori d’Italia e che potrebbero restarvi e pro­ durne a ltri In quanto alila carne, se quella bovina, ovina e suina, è scarsa e quindi costosa anche in tempi di pace, non sarà utile che quella del coni­ glio si aggiunga alle prim e in casa dei modesti borghesi e arricchisca un poco 11 povero desco di tante fam iglie che oggi sono vegetariane per duro necessità?

E’ certo che l’allevamento del coniglio, perchè co­ sti poco e renda molto, bisogna saperlo fare; e 1 promotori della Cooperativa intendono fornire i so­ ci allevatori di istruzioni pratiche dettate dall’e- suerienza, di animali bene scelti come riproduttori, di mangimi sani e a prezzi ridotti, di gabbie razio­ nalmente costruite. Così pure si prefiggono di ac­ quistare da loro le pelliccie a condizioni rimunera­ tive, e a condizioni analoghe anche le carni da co­ loro che non vogliono 'farne cibo proprio o che ne producano quantità superiori al consumo domestico. Con ciò mirano a sottrarli allo strozzinaggio degli incettatori, mestiere che anche in questo campo sor­ gerebbe certo non appena l’allevamento prendesse piede con qualche larghezza. Hanno inoltre inten­ zione d aprire a suo tempo uno o più spacci calmie­ ri di carne di coniglio macellato, evitando così che se ne elevi da altri il prezzo di vendita al pubblico.

Occorrerà senza dubbio un lavoro intenso di pro­ paganda, forse un pò lungo, ma specialmente largo. Spieghiamoci. E’ innegabile che bisogna vincere la r i­ pugnanza di moltissimi a cibarsi di carne di coni­ glio. Perchè hanno ripugnanza? Perchè non l’hanno mai fatto: non v’è altra ragione, se di ragione me­ rita il nome, TI misoneismo non ragiona mai. segue l’istinto alla cieca. Ma per fortuna non tutti sono ciechi. Non manca chi ama le novità e rruasi se ne tiene. Abbondano poi in Italia, anche nelle classi niù umili, gli emigranti rim patriati, che hanno visto e imparato molte cose e contratto varietà d’a- I bitudini. D’altronde l’evidenza del tornaconto suol

dare una buona spinta e in seguito il contagio del­ l’esempio una sempre maggiore. Ma la propaganda da farsi dovrà essere, come s’è detto, « larga », per­ chè la Cooperativa vuol cercare che l’allevamento sia, diremo così, « decentrato ». Essa non rinunzia a impiantare, quando e dove le sembri opportuno, anche parecchie conigliere modello; ma desidera che tal levamento si estenda, si volgarizzi, diventi comune in tutta Italia, nei centri grandi e piccoli, urbani e rurali.

Ogni allevatore deve essere, « di regola », anche socio, acciò sia cointeressato alla azienda, e, me­ diante la relazione che ha con essa, sia portato ad esercitare l’allevamento con cura e a perfezionarlo, nonché a farsene propagandista. Sono per altro am­ messe alcune eccezioni, evidentemente intese a di­ vulgare l’idea e facilitare lo .scopo. Possono perciò richiedere gabbie d’allevamento pei loro dipendenti o per altre persone ancorché non soci: 1") Le Società ferroviarie, tranviarie, industriali, che posseggano almeno 50 azioni; le Casse di risparmio, Banche popolari, Stabilimenti industriali, che ne possegga­ no almeno 25; le Casse Rurali, Cooperative Agrico­ le, Cattedre Ambulanti e Istituti di beneficenza, che ne posseggano almeno 10.

Le azioni, sempre perchè la Cooperativa sia d’in ­ dole popolare, saranno di assai piccolo taglio,, cioè di L. 20 ognuna; e ne è reso molto facile il paga­ mento col dividerlo in quattro rate, da versarsi la prima all’atto della costituzione della Società, e le tre successive di due mesi in due mesi dalla co­ stituzione stessa.

La quale dovrebbe aver luogo assai presto. Infatti, se il Capitale, come in ogni Cooperativa, può per legge essere illimitato, è bene si sapnia che quello occorrente per cominciare basta sia di poche dieci­ ne di m igliaia di lire; facile quindi a venir messo assieme anche in questo periodi» di guerra.

Ma noi auguriamo che fino dal principio affluisca abbastanza copioso, i] che sarebbe un segno di buon volere e di fiducia. Auguriamo altresì che la Coope­ rativa si consolidi ed estenda la propria azione in un tempo relativamente breve. E dei risultati che sarà per dare — poiché occorre spirito di continuità non solo in chi compie un dato lavoro, ma anche in chi lo coadiuva come può col renderlo noto — ci proponiamo occuparci ripetutamente: non seguen­ do ogni suo passo, s’intende, ma ogni serie di passi , 1 ^ rappresenti una pietra miliare del suo ascen­

dente cammino. t? y

Il

Messico sotto la presidenza di Porfirio Diaz

Il sig. Rouland nell’« Economiste Français » fa un analisi minuta della situazione economica del Messico durante la presidenza di Porfirio Diaz. Riu­ scirà interessante una sintesi dell’articolo in parola

Nel 1884, anno in cui Porfirio Diaz, saliva al poi tere per un periodo che, per le successive rinnova­ zioni del mandato, doveva estendersi a 27 anni, il Messico confava 10 milioni e mezzo di abitanti. Nel 1912, anno in cui Porfirio Diaz-lasciò la Presidenza della Repubblica americana, la popolazione era sali­ ta a 15 milioni.

Porfirio Diaz fu considerato il creatore del Messico moderno, non solamente perchè assicurò per molti anni al paese la tranquillità che è un fattore in di­ spensabile allo sviluppo economico, ma anche perchè comprese subito1 che il Messico, privo quasi del tutto di ferrovie, di attrezzi agricoli moderni, di macchi­ no d’invenzione recente, con case senza « comfort » era un paese che offriva un vasto campo, dove si poteva, esercitare l’attività degli americani. Il presi­ dente si adoprò alacremente per lo sviluppo di que­ sto programma.

Il primo tronco ferroviario che unisce Vera Cruz a E.1 Molino, lungo 13 km. rimonta al 1850, ma la linea completa da Vera Cruz a Messico fu inaugu­ rata nel 1873. Nel 1909 si avevano 21 mila km. di strade ferrate tra attivate e in costruzione e nel settembre del 1912 se ne contavano km. 25.387.

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800 L’ECONOMISTA 29 agosto 1915 - N. 2156 _ ! _______________________ tropicale, un letto d’humus particolarmente ricco e

profondo, una livellazione che si presta all’accumu- lamento delle acque e alle loro ripartizioni nel suolo, dei terreni meravigliosi dove prosperano tutti i cereali, la canna da zucchero, il cotone, il tabacco, •il cacao, il caucciù, i pascoli.

Nel Messico esistono delle fabbriche di tessuti, delle manifatture di tabacco, alcuni stabilimenti metallurgici, delle concerie, ma la maggiore industria messicana proviene dalla ricchézza minerale. I pro­ dotti dell’industria mineraria rappresentano i 3/4 dell’esportazione messicana.

Ecco la tabella delle principali esportazioni in lire sterline (una sterlina, come si sa, equivale, a 25 lire

1909-10 1910-11 O r o !... 4.263.640 6.209.050 Argento . . . 7.634.912 8.086.768 Rame . . . . 2.617.073 2.630.022 A ltri minerali . 1.136.467 1.074.737 Caffè'... 800.686 862.377 Henéq uen . . . . . . 2.209.623 2.506.214 A ltr i vegetali . 4.762.171 5.757.979 Cuoio . . . . 1.274.318 1.077.039 A ltr i prodotti an imali. 736.100 603.173 Manifatture . . 353.659 360.937 Oggetti diversi. . . . 216.974 206.871 26.005.623 29.375.215

Il Messico ha ancora esportato dell’antimonio, del piombo, del ferro, del carbone; la produzione annua di questi minerali arriva alle 700 mila tonn. Vi sono pure dei giacimenti di petrolio. Nel 1908 la produ­ zione di questo è stata di 3.491.410 barili, nel 1911 di 12.629.319 barili e nel 1912 di 15.689.268.

L ’opera di rinnovazione economica è stata accom­ pagnata da una accorta restaurazione delle finanze che da lungo tempo eran-o condannate al deficit.

Ecco il prospetto degli introiti e delle spese degli ultimi cinque anni in lire sterline:

Introiti Aiuto 1909-10 » 1910-11 » 1911-12 » 1912-13 » 1913-11 10.854.365 1.345.782 10.739.481 12.095.890 13.230.715 Spese 9.700.841 10.311.629 9.200.649 11.078.187 13.210.873 Insomma il Messico a veva . conquistato dal 1881 ai 1910 una situazione favorevole, che lo rende uno dei paesi più ricchi e invidiati.

Non sappiamo quale sia la situazione odierna, do­ po due anni di guerra civile.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Quando le esportazioni erano di lire st. 26.005,623 nel 1909-1910 le importazioni erano di 19.485.755 e nel 1910-11 le importazioni furono di 20.583.578 lire st. Le importazioni riguardano principalmente iti car­ bone e le macchine. Il commercio esterno che era di meno di 100 milioni di piastre nel 1884, si è elevato nel 1909 a più di 460 milioni. La produzione dell’ar­ gento che era di. 82.500 kg., si è elevata nel 1908 a 2.153 mila kg., quella dell’oro che era di 1000 kg. nel 1899, è salita nel 1907-1908 a 28.500 kg. Infine l’e­ sportazione dei minerali e altri metalli da un valore di appena 1 milione è salita a 35 milioni di piastre, Il seguente prospetto indica i paesi con i quali il Messico ha delle relazioni commerciali e presenta una statistica delle importazioni ed esportazioni nel- l’anno 1910-911 (i valori sono rappresentati in lire sterline). Importazioni Esportazioni 11.308.868 2.397.t 99 1.867.299 2.556.197 568.231 431.275 237.688 Stati Uniti. Gran Brettagna Francia . Germania , Spagna . Belgio. . , Italia . . 22.449.690 8.588.235 930.988 870.834 158.430 736.158 16.535 Il metallo che ha una maggiore esportazione è l’argento.

Ecco la tabella delle esportazioni di argento dal 1902 al 1911 sotto forma di minerale e di verghe, in dollari americani: Esportazione argento. Minerale Verghe Anno 1902 4.108.088 45.796.576 » 1903 11.781.048 48.276.767 > 1904 11.000.869 45.430.020 » 1905 8.505.834 63.564.789 » 1906 9.619.763 63.057.152 > 1907 11.396.844 68.187.169 » 1908 11.230.372 63.298.609 » 1909 8.057.189 66.789.716 » 191» 6.793.896 70.272.894 » 1911 6.766.644 78.515.378

Anche l’oro tiene un buon posto nella produzione metallurgica messicana: produzione che s’è afferma­ ta. tra il 1890 e iti 1891 ed ha avuto un grande svi­ luppo.

Esportazione dell’oro (in dollari messicani)

Minerale Verghe Anno 1902 303.979 9.079.371 » 1903 264.503 9.693.692 » 1904 537.290 10.867.272 » 1905 1.513.344 29.636.117 * 1906 5.369.173 21.072.014 » 1967 3.033.090 19.653.369 » 1908 2.746.289 30.101.542 » 1909 2.346.279 40.725.976 1910 2.526.444 46.189.613 » 1911 1.945.660 48.113.427

Il credito agricolo e le nuove leggi sui « warrants *

e sul pegni agriooll nell’Argentina.

Mentre il credito 'fondiario si è in questi ultimi tempi sviluppato in Argentina sino al punto da de­ terminare non poche difficoltà per l’uso eccessivo che se ne è fatto, può dirsi che il credito agricolo, in senso stretto, non esista in genere in tale paese. Ora, se si considera che la Repubblica del Piata è un paese eminentemente di colonizzazione, si spiega co­ me già da tempo i pubblici poteri si preoccupino della questione del credito agricolo quale mezzo adat­ to a porre in grado i piccoli agricoltori di mettere in valore la terra.

Numerosi furono i progetti sottoposti alla discus­ sione del Parlamento per risolvere questo problema; senonchè, la maggioranza di essi contemplava la creazione di speciali enti od istituti di credito, e i capitali privati, assorbiti in investimenti più reddi­ tizi, difficilmente avrebbero concorso alia formazio­ ne del fondo occorrente per le loro operazioni. P er­ tanto, i pubblici poteri ritennero che la forma m i­ gliore per risolvere temporaneamente la questione e altresì la più pratica per l’agricoltore e la meglio atta a stimolare il capitale privato, fosse qùella che si basa sul « warrant ». Questo, infatti, rappresen­ tando un valore reale allorché le raccolte sono im ­ magazzinate, costituisce una garanzia effettiva del credito di cui ha bisogno l’agricoltore per non essere costretto' a vendere i propri prodotti sotto la pressio­ ne degli impegni presi.

Ma il credito rappresentato dai « warrants », cioè il credito sul prodotto già raccolto e immagazzinato, non esaurisce nè risolve tutto il problema del credito agricolo', poiché non fornisce le somme di cui l’agri­ coltore ha bisogno per iniziare la lavorazione della terra. In considerazione di tale necessità, i poteri pubblici hanno istituito prestiti su pegno agricolo, vale a dire sulle macchine, sugli utensili da lavoro, sugli animali e su tutte le scorte dell’azienda rurale.

A tali principii rispondono le leggi N. 9643 e 9644, rispettivamente del 15 e del 19 ottobre 1914, delle quali si occupa dettagliatamente un interessante ar­ ticolo pubblicato nel « Bollettino delle Istituzioni Eco­ nomiche e Sociali ».

L a legge 9643 sui « warrants » dispone anzitutto che le operazioni di credito mobiliare sui prodotti a gri­ coli, della pastorizia, forestali, minerari o delle in­ dustrie nazionali, depositati in magazzini pubblici o privati, saranno fatte su « certificati di deposito » e « warrants ».

I magazzini e i depositi privati potranno emettere, agli effetti della legge, certificati di deposito e « w ar­ rants », solo previa autorizzazione del potere esecu­ tivo.

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29 a g o s to 1915 - N . 2156 L ’ E C O N O M I S T A 801

specie di quelli cui si riferiscono i certificati di depo­ sito o « warrants » da esse rilasciati.

Perchè possano emettersi dei « warrants » sui pro­ dotti depositati è inoltre necessario: 1) che queste merci siano assicurate,, sia direttamente dal proprie­ tario, sia da parte delle imprese che rilasciano i « warrants » stessi; 2) che il loro valore non sia infe­ riore a 500 pesos m/n,; 3) che esse siano libere da ogni gravame o sequestro giudiziario. I « warrants » sa­ ranno sempre nominativi. La prima girata del cer­ tificato di deposito, o eventualmente del « w arrant », sarà fatta a tergo del documento, e perchè sia valida dovrà venir registrata entro il termine di 0 giorni nei libri dell’impresa che ha emesso il documento stesso. La girata, trattandosi di un certificato di de­ posito, produce senz’altro il trapasso delia proprietà dei beni cui si riferisce, con tutti i gravami ai quali essi fossero soggetti; trattandosi invece del « w a r ­ rant », la girata ha per effetto la tramissione dei di­ ritti di credito da questo rappresentati.

Se il « warrant » non fosse pagato alla sua sca­ denza, il creditore potrà richiedere, entro dieci giorni da essa, la vendita a ll’asta pubblica delle merci cui il documento si riferisce, per soddisfare il proprio credito e realizzare il suo privilegio.

fi depositario che abbandoni le merci cui.si riferi­ sce un « w arrant » con danno del proprietario o del creditore, e parimenti colui che alieni o ritiri dal de­ posito le merci affidate alla sua custodia facendole passare per proprie, incorrerà in determinate penali­ tà che variano, a seconda dei casi, da un minimo di due mesi di arresto a un massimo di 10 anni di prigione.

Secondo le disposizioni della legge 9644 la costitu­ zione del pegno agricolo può aver luogo: a) sulle macchine, g li attrezzi e gli strumenti da lavoro; b) sul bestiame di ogni specie e sui prodotti animali, nonché sulle scorte dell’azienda rurale; c) sui frutti pendenti o raccolti dell’anno in cui si effettua il con­ tratto, come pure sui legnami, sui prodotti delle mi­ niere e delle industrie.

Il privilegio del possessore del certificato di pegno agricolo, la cui durata è di due anni a partire dal giorno della iscrizione fatta nei termini stabiliti dal­ la legge, vale anche per l’indennità relativa a ll’as­ sicurazione dovuta in caso di sinistro e per quella dovuta dai responsabili di perdite o di deterioramen­ ti dei beni pignorati. I l debitore conserverà il posses­ so della cosa che form a oggetto del pegno agricolo, a nome del creditore. I suoi obblighi e le sue respon­ sabilità saranno quelle del depositario ordinario.

Il pegno agricolo peraltro non escluderà il privile­ gio che ha il proprietario per un anno di fìtto e per il corrispettivo da pagarsi per l’uso o per il godi­ mento della cosa durante lo stesso periodo di tempo, qualora questi crediti siano anteriori alla costituzio­ ne del pegno agricolo e sempre che il relativo con­ tratto, in qualunque forma stipulato, sia stato in- ' scritto anteriormente al contratto, di pegno nel re­ gistro istituito dalla legge a tale effetto.

I prodotti agrari e animali potranno essere ven­ duti dal debitore al momento opportuno, ma non po­ tranno venir consegnati al compratore senza previo pagamento al creditore delle somme di cui quei pro­ dotti sono garanzia, ovvero di una parte di esse.

II certificato di pegno agricolo è titolo esecutivo per realizzare il privilegio sul pegno ed eventual­ mente sull’indennizzo dell’assicurazione e per esigere dal debitore il pagamento della somma mutuata, de­ g li interessi, danni e spese. La legge stabilisce che è nulla ogni convenzione che permette al creditore di appropriarsi il pegno senza procedimento giudi­ ziario, o che importi rinunzia del debitore alle vie esecutive, in caso di mancato pagamento. Il debitore che abbandoni le cose costituite in pegno agricolo con danno del creditore, e cosi pure colui che dispon­ ga dei beni pignorati come se l’onere non esistesse, o costituisca il- pegno su beni altrui, qome se fossero propri ovvero su questi beni come se fossero liberi mentre sono vincolati, incorrerà in determinate san­ zioni penali, che vanno da un minimo di due mesi d’arresto a un massimo di 6 anni di prigione, oltre le reponsabilità in cui in tali casi va incontro il de­ positario, a norma delle leggi comuni.

L’emigrazione italiana per l’estero

nell’anno 1914

Nell’anno 1914 i passaporti rilasciati per l’Europa ed altri paesi del bacino dei Mediterraneo riguarda­ vamo 245.897 individui, e quelli per paesi transocea­ nici 233.144; in complesso 479.041 inuivldui. Nei 1913 vi erano stati invece 313.032 individui del primo gruppo e 559.566 del secondo gruppo; in complesso a72.o98 emigranti.

La cifra degli em igranti risultante dai passaporti rilasciati nei 1914 per l’Europa ed altri paesi dei ba­ cino del Mediterraneo è dunque diminuita di 67.135 in confronto alla corrispondente del 1913; e quella risultante dai passaporti rilasciati per paesi transo­ ceanici na subito una riduzione molto più torte, cioè di 326.244. Complessivamente, la differenza in meno dei 1914 sul 19i3 fu di 393.557, il che vuol dire che nel 1914 Temigrazione italiana per l’estero si ridusse a poco a poco più della metà ui quella dei 1913.

La, causa di tale diminuzione e nota. Lo scoppio delia, guerra europea, che ebbe in ogni manifesta­ zione dei rapporti intem azionali funeste conseguen­ ze, non poteva a meno d’influire specialmente sulla emigrazione, ossia su quei fenomeno che dei rapporti internazionali è l ’esponente maggiore. Ed infatti, la diminuzione più forte si è avuta nel terzo trimestre del 1914, e cioè al divampare del conflitto europeo. L ’emigrazione per l ’Europa ed altri paesi dei bacino dei Mediterraneo ebbe quindi una sensibile ripresa nel quarto trimestre, ma non quella pei paesi tran­ soceanici, che non potè riaversi e dalla quale derivò quindi la differenza maggiore.

Le diminuzioni m aggiori della em igrazione per i singoli Stati di Europa nell’anno 1914, in confronto del 1913, si verificarono nella Svizzera, nella Germa­ nia e nella Francia. In diminuzione pure furono g li emigranti per l ’Austria, il Belgio, l’Olanda, la Gran Bretagna e Irlanda, e la Spagna; mentre nell’Unghe- ria, negli Stati Balcanici, nella Scandinavia e nella Danimarca si verificò il fatto opposto.

Nel 1914 l’esodo per le Americhe si ridusse- a meno della metà di quello verificatosi nell’anno anteceden­ te. Ed invero, mentre nel 1913 le partenze per quei I paesi erano state di 556.325 individui, nel 1914 disce-

« 230.695, determinando così una diminuzione di 3J7.630 emigranti, pari a l 59 per cento. La più forte diminuzione si ebbe nell’emigrazione per gli Stati Uniti del Nord (da 376.776 nel 1913 a 167.451 nel 1914), per l’Argentina (da 111.500 a 34.782) pel Canadà (da 30.699 a 11.589) e pel Brasile (da 31.952 a 14.017).

l’emig razione è diminuita, in confronto ai 1913, in tutte le regioni, ma le diminuzioni più torti, in rapporto alla popolazione di ogni sesso ed età, si ebbero nei compartimenti della Sicilia degli Abruzzi, delle Calabrie, della Basilicata, delle M ar­ che, dell’Umbria e del Lazio.

Come negli anni precedenti, anche nel 1914, rem i­ grazione dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piem on­ te, dalla Toscana, dall’Em ilia e dall’Umbria si di­ resse particolarmente verso Stati d’Europa; al con­ trario quella dalle Marche, dal Lazio, dal Napoleta­ no, e dalla Sicilia, s’indirizzò piuttosto verso paesi transoceanici.

Nel 1914, per ogni 100 emigranti, 80,4 erano ma- seni, dei quali 9.6 di non oltre 15 anni. La propor- zione delle fanciulle di questa età al complesso delle donne emigrate era più che doppia, ammontando al »,2 per 100. Rapporti poco differenti eransi avuti nel 1913.

Nel 1914, ogni 100 emigranti, 77.9 partirono soli con passaporto individuale e 22.1 partirono con pas­ saporto rilasciato per gruppi di fam iglia; nel 1913 i due rapporti erano stati, rispettivamente, di 79 4 e di 20.6.

Prendendo in esame i soli individui d’ambo i sessi m età da 15 anni in su, si rileva che, nel 1914, i più forti contingenti all’emigrazione sono stati fo m iti dalle classi dei giornalieri ed altri addetti a lavori di sterro e a costruzioni stradali (124.140), degli a gri­ coltori e pastori (119.106), dei muratori, manovali, scalpellini e fornaciari (61.130) e degli operai addetti ad altre industrie (56.362).

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802 L ’ E C O N O M I S T A 29 a g o s to 1915 - N . 2156

coltura, vi sono rappresentate in assai scarsa m i­ sura, essendosi contati nel 1914 soltanto 2301 tra medi­ ci, levatrici, ingegneri, avvocati ed insegnanti; 1607 artisti da teatro e musicanti e 1073 tra pittori, scul­ tori, incisori -e fotografi.

Le Ferrovie dello Stato nel 1913-14 — Di sommo interesse nell’ora presente è la conoscenza delle notizie e dei dati contenuti nella Relazione della Direzione Generale del Tesoro, ora pubblicata, sui risultati della gestione delle' Ferrovie dello Stato dal 30 giugno 1913 al 30 giugno 1914.

Anzitutto è da notare con compiacimento il rile- '■ vante aumento di km. 71.666 nella rete ferroviaria | a scartamento normale, pei’ nuove costruzioni, de-1 viazioni e rettificazioni di linee, fatte nell’anno. La | maggior parte delle costruzioni nuove furono fatte nell’Alta Ita lia : fra queste costruzioni è da ricor­ dare il tronco lungo km. 10.462 Calalzo-Pieve di Gadore-Perarolo, della linea. Cadore-Belluno, linea che ha oggi una così grande importanza strate­ gica e che dovrà essere prolungata immediata­ mente per agevolare le operazioni logistiche e di rifornimento alle nostre valorose artiglierie ope­ ranti. E’ da sperare anzi ohe i lavori siano subito incominciati e proseguiti con grande intensità e con abbondante impiego di mano d’opera scelta e, ca­ pace.

Di grande importanza per le industrie e i com­ merci fu la nuova linea lunga km. 5.030 da Bolzane- to a Sampierdarena.

Sommando i nuovi 71.666 km. di ferrovie ai 13.739 km. di rete ferroviaria in esercizio nello Stato al 30 giugno 1913, (non compresi ,i tronchi dal Confine francese a Modane, da Desenzano a De- senzano-Lago, da Gerignola stazione a Cerignola città, nè le ferrovie Brescia-Iseo) si hanno 13.810 km. d'i ferrovie in esercizio al 30 giugno 1914.

Se a questa cifra poi aggiungiamo le ferrovie a scartamento ridotto secondarie siciliane di km. 116, abbiamo la lunghezza totale delle ferrovie italiane attuali in km. 13.926.

E’ da ricordare che dall’Amministrazione ferro­ via ria furono assunte km. 1087 di linee di navi­ gazione.

Dato un rapido esame alle nuove costruzioni di ferrovie e fissata in circa km. 14.000 la lunghezza totale delle Ferrovie dello Stato, esaminiamo ora i prodotti delle linee gestite dall’Amministrazione Autonoma dello Stato. L ’importo dei prodotti, nel 1913-1914, al netto di tutte le spese di esercizio e spese varie a carico deàl’aziienda, fu di L. 28.068.062,25, cifra risultante dalla differenza fra l’entrata com­ plessiva di L. 701.620.670,75 e la spesa complessiva •di L. 673.552.608,50.

Al bilancio speciale dell’Azienda andarono poi altre; somme per interessi di certificati di credito emessi e delle obbligazioni redimibili, dei mutui contratti con la Gassa depositi e prestiti, e su cre­ diti del Tesoro, complessivamente per lire 57 milioni 150.714,34.

Vanno aggiunte L. 19.422.995,04 per quote d’am­ mortamento dei certificati di credito e obbligazioni redimibili, dei mutui contratti delle somme antici­ pate dal Tesoro per le quali vennero emessi buoni quinquennali, ecc. Sommando queste cifre con quella di 2.427.273,36 indicante gli interessi sulle somme pagate con mezzi ordinari di tesoreria per lavori e provviste d i materiale rotabile e di navigazione, per le spese straordinarie del terremoto della Mar- sica, per l’acquisto d'i 4000 carri e costruzioni di parchi e mezzi di riparazione, ecc., si ,ha il totale in lire 79.000.982,77 dei rimborsi a carico delle Fer­ rovie dello Stato. Così l’ammontare complessivo accertato pel bilancio all’entrata è di L. 107.069.045.02. (79.000.982,77 + 28.068.062,25).

A questa somma vanno contrapposte le spese so­ stenute dal bilancio del Tesoro per interessi spet­ tanti alla Cassa Depositi e Prestiti, per quote di ammortamento spettante per mutui certificati e ob­ bligazioni redimibili, per rimborsi dei viaggi dei membri del Parlamento, per quote di prodotti ai concessionari di ferrovie private (L. 1.995.334,67) e per sovvenzione annua a ll’Amministrazione Ferro­ viaria pel servizio di navigazione (L. 2.700.000) complessivamente L. 80.174.000,64.

Detraendo tale somma dalle lire 107.069.045,02 l’en­ trata scende a lire 26.395.035,38, somma che va au­ mentata di 6 milioni deH’assegnazione fissa stabili­ ta dall’art. 24 della legge del 9 luglio 1907 al fondo di riserva presso la Tesoreria Centrale e di Lire 26.123.000 per la reintegrazione al fondo di riserva delle somme prelevate.

Ma dal fondo di riserva occorse un prelevamento straordinario di L. 28.822.000 dovuto a cause contin­ genti. Aggiungendo l’importo delle tasse erariali sui trasporti delle ferrovie si raggiunge infine la totale entrata di L. 64.466.627,25, la quale somma va aumentata delle spese di carattere patrimoniale so­ stenute per assegnazioni ai tre fondi di riserva e assegnazioni corrispondenti ai ricavi del materiale vecchio, per m igliorie materiale rotabile e galleg­ giante;, in 'complesso L. 38.492.376,77 e dell’importo del debito estinto con le quote di ammortamento versate, in L. 19.422.995,04, p ei ottenere un totale di L. 122.381.999,06 indicante l’ammontare dei risultati economici dell’esercizio delle ferrovie in gestione dell’amministrazione autonoma statale.

I risultati sopra esposti concorrono oggi ad au­ mentare certo, il nostro compiacimento per l’ ammi- rabile servizio reso allo Stato dall’Amministrazione delle Ferrovie in questi tempi in cui grande fu la intensificazione del traffico per il trasporto delle truppe alle frontiere.

Non è questo il momento di fare confronti ed esprimere giudizi nei risultati esposti dalla Relazio­ ne del Tesoro. Infatti oggi sono difficili giudizi e previsioni poiché dopo il decreto dell’8 ottobre 1914, il traffico ferroviario fu alterato dalle mutate con­ dizioni politiche europee e per effetto della nostra vigile armata neutralità. In questi ultimi mesi poi, si ebbe uno sconvolgimento, sapientemente attenua­ to dall’accurata -preparazione, per la nostra m obili­ tazione e il susseguente stato di guerra. V-a dunque, messa in rilievo senza ulteriori considerazioni la differenza in più di 700,617,52 in confronto dell’e­ sercizio 1912-1913, la quale differenza è ancora su­ periore a quella avuta nel precedente esercizio.

Deve poi notarsi che tale miglioramento fu otte­ nuto malgrado l’aumento nella spesa del personale per più di 11 milioni, dei quali 3/4 comprendono aumenti di stipendi e miglioramenti nel trattamento degli hnpiegati.

Tenendo, conto di tutte queste considerazioni è ben giustificato il compiacimento del paese per l’anda­ mento dell’Azienda Ferroviaria i cui risultati hanno certo superato le aspettative.

E FFE TTI ECONOM ICI D E LLA GUERRA

La bilancia economica francese durante la guerra. — Gli effetti economici che la guerra europea po­ teva produrre nei paesi belligeranti sono stati, per la più gran parte, prodotti, ed offrono già campo sufficiente ed abbondante di riflessioni e di conside­ razioni a llo studioso di scienze economiche e so­ ciali.

Nella Concordia del 20 corr. Cesare Laurent esa­ mina la bilancia economica francese durante la guerra.

Durante, i prim i sei mesi del 1915 le importazioni francesi si sono levate a 3 miliardi; e 550 milioni. Durante i prim i sei mesi del 1914 esse avevano toc­ cato 4 m iliardi 410 milioni. La guerra ha, dunque, avuto per conseguenza di ridurre il montante delle compere della Francia all’estero di 860 milioni, cioè del 20 %.

La diminuzione delle esportazioni è stata ben al­ trimenti considerevole, e cioè ila. guerra ha avuto per conseguenza dà ridurre le vendite della Francia al­ l’estero del 57 %.

Le vendite della Francia all’estero essendo dimi­ nuite in una proporzione tre volte maggiore delle sue compero all’estero, è naturale che l’equilibrio del cambio sia stato rotto a suo detrimento.

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du-29 a g o s t o 1915 - N. 2156 L ’ E C O N O M I S T A 803

Fante il primo semestre del 1915, ne ha fatto venire per 1 miliardo e 467 m ilioni soltanto.

Conclusione : nelle officine francesi, in sei mesi di guerra, sono entrati 1185 milioni di materie pri­ me di meno che nello stesso periodo in tempo di pa­ ce. Vi è appena bisogno di dire che la mobilizzazio­ ne e l’invasione della Francia settentrionale sono le cause prime di questo brusco arresto della fio­ rente industria francese. E v’è appena bisogno di dire che questo arresto si è tradotto in una per­ dita enorme di salarii, di profitti, d’interessi, di traffici, d’imposte di ogni natura, perdita di cui il carico gravissimo deve cadere inevitabilmente sulla totalità dei cittadini, ricchi o poveri ch’essi siano.

Per le altre importazioni isi calcola che Taumento, per g li oggetti alimentari, ammonti a 36 milioni in

sei mesi e per gii oggetti fabbricati a 289 milioni. Quanto agli oggetti alimentari, la Francia n,e ha comperato per 979 m ilioni a ll’estero durante il pri­ mo semestre del 1915, ed ecco, nel numero, quelli che le sono costati più caro:

Grano e farina 244 milioni di franchi

Vini di ogni gene re­ 138

ca ffè 136

Carni fresche e salate 117

Zuccheri 81 Cacao 35 Frutti da tavola 28 Riso 25 Acquaviti -e liquori 21 » » )) )) )) )) )) »

Enumeriamo quelli di questi prodotti, pel quali la Francia ha avuto, malgrado la guerra, un aumento di spese- nel 1915. Sono dapprima : le carni fresche e salate (100 milioni d’aumento), g li zuccheri (59 mi­ lioni ,d’aumento), il -cacao (8 m ilioni d’aumento), e-d infine il thè, che non figura nella lista sopirà ripor­ tata (2 milioni di aumento).

Passiamo adesso a gli oggetti fabbricati.

Qui gli aumenti sono spiegabili, essendo la con­ seguenza diretta ed immediata dei bisogni del Nord e dell’Est.

In sei mesi, le compere della Francia all’estero hanno aumentato, per i tessuti di lana, di 204 m ilio­ ni, per i tessuti di cotone di 191 milioni; pei fili di cotone di 91 milioni, per g li oggetti in pelle e cuoio, di 80 milioni; per le -automobili, di 56 milioni; per le vesti confezionate, di 33 milioni.

Ragione di più — dicono gli economisti — per ri­ nunziare a comprare a ll’estero certi oggetti (mobili, oggetti di oreficeria, di gioielleria, di orologeria, giuocattoli), che possono comprarsi in Francia, e che, nondimeno, rappresentano 11 milioni d’impor- tazion-e nei prim i sei mesi del 1915. Ragion di più per limitare al minimo le spese in carbone ed in es­ senza, poiché, per il carbone e l’essenza, la Francia è totalmente tributaria dello straniero. Ragion di più perchè, con lo stesso spirito di metodo, d’ordine, di economia, si cerchi di far fabbricare in Francia una parte — la più larga possibile— degli oggetti, che da un anno si domanda agli stranieri di for­ nirle.

Certo il probiem-a. è complesso e difficile.

Far ’ avorare, quando si può — lavorare tutte le volte che se ne hanno i mezzi — comprare il minimo possibile di oggetti d’imiportazione straniera — sot­ toporsi a privazioni, se occorre — fare del frutto delle proprie economie uno strumento di vittoria, sottoscrivendo le obbligazioni del prestito nazio­ nale — -ecco il programma che viene incessante­ mente inculcato ad ogni frances-e giovane o vecchio, uomo o donna, che sia, — e che vale tal quaie e con più irresistibile urgenza (quanto più debole è l ’e- couomia italiana di quella francese) anche per gli Italiani. •

Il commercio estero dell'Argentina nei primi tre mesi del 1914. — La Direzione Generale di Statistica della Repubblica Argentina pubblica le 'cifre relative al commercio estero del paese durante i prim i tre mesi del 1915.

Da esse si rileva che il valore delle importazioni ascende a piastre oro 49.297.625, con una diminu­ zione di 45.854.554 piastre oro sul corrispondente pe­ riodo del 1914; mentre le esportazioni ammontarono a piastre oro 157.265.324 con un aumento di piastre

oro 35.316.208 sulle esportazioni dei prim i mesi del 1914.

Importazioni: quasi tutte le categorie segnano una forte diminuzione, fa n n o eccezione solo g li « a n i ­ mali v i v i » che aumentarono di piastre oro 46.273, e gli « olii » la cui importazione raggiunse la cifra di piastre oro 5.484.328, con un aumento di piastre oro 917.917.

Le più sensibili diminuzioni si ebbero nelle se­ guenti voci:

Import, p. o. Dimin. p. o Derrate alimentari . . . . 4.999.970 — 1.911.392 Materie tessili... 12.625.964 — 8.429.839 Prodotti chimici, ecc. . . . 2.816.602 — 1.164.010 Legno e suoi prodotti. . . 905.412 — 1.185.518 Carta >¡0 suoi prodotti . . . 1.396.097 - 1.138.795 Ferro e suoi p ro d o tti. . . 4.313.761 — 7.848.528 A ltri metalli e loro prodotti 1.242.079 — 1.491.740 L o c o m o z io n e ... — 8.019.263 Pietre, terraglie, ecc. . . . 4.890.174 — 4.668.038 A rtico li di elettricità . . . . 863.280 — 1.693.499 Materiale da costruzione . 2.489.654 — 4.656.405 Esportazione: Segnano un sensibile aumento-:

i prodotti dell’agricoltura che raggiunsero la ci­ fra di piastre oro 97.174.330 con un aumento di pia­ stre oro 37.474.443;

i prodotti forestali, che si -esportarono per pia­ stre oro 3.461.843, con un aumento di piastre oro 976.166.

Segnano invece una diminuzione:

i prodotti dell’allevamento del bestiame; esport. p. o. 55.172.351, diminuz. p. o. 3.305.729.

i prodotti delle miniere;

esport. piastre oro 5.244, diminuzione p. o. 27.419; i prodotti della Caccia e pesca:

esport. piastre oro 314.234, diminuz. p. o. 324.517. L ’aumento delle esportazioni è dato quasi esclu­ sivamente dal grano (29.9 milioni), dal granturco (9.6 milioni), dall’avena (7.2 milioni), e dallo zucche­ ro (1.1 milioni).

Circa le provenienze e le destinazioni si hanno i seguenti dati:

La Germania, nonostante il cerchio di ferro che la stringe, è riuscita ad esportare per circa 2 milioni e mezzo piastre oro, probabilmente attraverso i P a e­ si Bassi; l’Austria-Ungheria ha raggiunto la cifra di p. o. 93.154, il Belgio p. o. 417.908, la Francia p. o. 2.566.359, lTnghilterra p. o. 18.296.533, la Spagna p. oc 2.739.734, il Brasile p. o. 2.344.331; i Paesi Bassi p. o. 412.713, gli Stati Uniti d’America p. o. 7.509.189,

l’Italia p. o. 5.826.450.

Tutti i paesi hanno subito una diminuzione, ad eccezione della Boliva e del Cile. L ’Italia ha impor­ tato in meno p. o. 2.730.617, ma tale diminuzione è inferiore a quella verificatasi per molte altre pro­ venienze: infatti per lTnghilterra si ha una diminu­ zione di p. o. 12.756.387, per la Francia di p. o. 6.323.226, per gli Stati Uniti d’America di p. o. 4.344.567, ecc.

Secondo la statistica, le esportazioni per l’Africa, le Germania, l’Austria-Uqgheria si è ridotta a zero; ciò vuol dire che non si sono effettuate spedizioni dirette, ma è presumibile che ve ne siano state di indirette. Il totale delle esportazioni che supera an­ che quello del 1913, che era la cifra più elevata rag­ giunta finora, segna come si è visto un aumento di 35 milioni di piastre oro: tale aumento è dovuto principalmente ai grandi acquisti di cereali fatti dal­ l’Inghilterra e d,all’Italia.

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804 L ’ E C O N O M I S T A 29 a g o s t o 1915 - N . 2156

1914-15 1913-14

Cavalli. * . . doli. 40.965.000 2.243.000 Cereali. . . . » 25.536.00j 5.342.000 Grano . . . . » 261.309.U00 71.150.000 Farina di grano » 69.488.000 42.0U0.000 Automobili . . » 28.289.000 18.766.000 Filo di ferro. . » 9.633.000 7.528.00O Arm i da fuoco . » 7.000.000 2.713.U00 D in a m ite. . , » 15.086.000 4.720.0.0 Dall’inizio della guerra fino alia line del marzo scorso, gli Stati Uniti hanno esportato 185,000 cavalli per 40.695.000 dollari al prezzo medio di ¿25 dollari.

Questa cifra risulta dodici volte più grande che per il periodo corrispondente dell’agosto 1913 al mar­ zo 1914 durante il quale erano stati esportati 15.000 cavalli per la somma di 2.942.000 dollari vale a dire 150 dollari come prezzo medio.

Dal paese di marzo 1915 in poi il movimento sem­ bra assai accentuato con aumento dei prezzi: l’espor­ tazione in detto mese si è elevata a 33.894 cavalli per 8 milioni di dollari al prezzo medio di 236 dollari.

Quanto alle risrese finanziarie ed economiche degli Stati Uniti esse sono formidabili.

I prodotti del suolo e sottosuolo sono immensi, quelli dell’agricoltura hanno sorpassato 45 miliardi di lire come media degli ultimi tre anni: e le stati­ stiche ultime mostrano che i recenti raccolti sorpas­ seranno in quest’anno tale media in quantità e pro­ babilmente in qualità. Quanto alla produzione m i­ neraria, limitandoci a parlare dei soli minerali che hanno importanza per i bisogni della guerra, dire­ mo che la produzione mineraria è la più importante del mondo sopratutto per il rame e lo zinco: quella del rame, è normalmente 2/3 della produzione mon­ diale, quella dello zinco ha preso di recente una no­ tevole estensione.

sportazione del minerale di ferro è ridotta di circa un terzo; ciò che non può recar m eraviglia a chi sappia Che il cliente migliore era la Germania, verso la quale il commercio è quasi totalmente cessato.

In uno scritto recente, in cui segnala che l’impor­ tanza riconosciuta al distretto di Vàsterbergslagen è assai m aggiore di quello che si ritenesse, il signor Sundhoim ridiscute il grave problema dell’utilizza­ zione dei minerale di ferro della Svezia. Secondo i computi fatti nel 1909 (che più recenti studi dimo­ strarono modesti), i giacimenti di minerali di ferro assicurano per 200 o 300 anni la produzione nella misura attuale: siccome il paese non possiede com­ bustibile in quantità sufficiente, ed anche l’energia idroelettrica utilizzabile dall’industria siderurgica è limitata, .la Svezia dovrebbe contentarsi, secondo lui, di una relativamente piccola esportazione di acciai superiori, aumentando per contro quella di minera­ le. Si ricorda .òhe nel 1904 l’attuale Società di Gran- gesberg solo con gran fatica potè impedire il passag­ gio delle miniere in mano di capitalisti stranieri te­ deschi; una forte corrente si determinò allora in paese per un’azione anche più energica per tutelare il minerale, ricchezza del paese; e si volle limitarne l’esportazione, sino a patrocinare lo stabilimento di un dazio d’uscita; il quale fu evitato, più forse per l’azione della diplomazia tedesca che per altro.

L’automobilismo nella guerra attuale. — E’ noto il grande e imprevidibile sviluppo che nella guerra attuale ha avuto l’automobile. Da alcuni dati stati­ stici più attendibili apprendiamo che all’inizio delle •ostilità le Potenze belligeranti disponevano, ¡pel ser­ vizio' trasporti, 250 mila vetture automobili capaci di portare carichi pesanti, divisi come segue : Commercio estero del Giappone. — Durante il

mese di giugno 1915 le esportazioni dal Giappone si sono elevate a 5.545.035 sterline, contro 4.811.317 st. nel emano 1914.

Le esportazioni nello stesso mese ammontarono a st. 4,414.755 mentre nel giugno del 1914 erano am ­ montate a st. 6.492.153.

li confronto fra il primo semestre del 1915 e quello del 1914 dà i seguenti risultati:

1° sem. 1914 lo sem. 1915 Diff.' Importazione st. 38.273.401 28.374.012 — 9.399.389 Esportazione st. 31.206.966 30.091.242 — 1.115.724 Riassumendo: durante il 1° semestre 1915le importa­ zioni ebbero una diminuzione in confronto allo stes­ so periodo 1914 di oltre nove milioni di sterline e le esportazioni una diminuzione di oltre un milione di sterline.

E’ facile comprendere che queste diminuzioni nel traffico generale si debbono al fatto che anche il Giappone ha preso- parte alla guerra sia pure lim i­ tata.

Il commercio estero della Germania. — Per quan­ to la Germania ed i paesi a lei vicini abbiano sop­ presso dall’inizio della guerra i bollettini statistici sui cotom-erci e le industrie, pure si possono da ta­ lune pubblicazioni ricavare cifre assai sintomatiche e che dicono quanto sia diminuita l’attività commer­ ciale coi paesi del Kaiser, nei mesi d’aprile e m ag­ gio scorso. Le esportazioni dell’Impero germanico nell’America del Nord, nel marzo. 1915 erano dimi­ nuite del 52.47 in comparazione al marzo 1914, raggiungendo però ancora la somma di 41.358.000 franchi; dopo la promulgazione del blocco sono di­ scese a 13.798.000 (mese di aprile) con una diminu­ zione sul mese corrispondente del 1914 dell’83 %.

Tra marzo ed aprile 1915 la differenza è di 27.560.000 franchi in meno.

Le importazioni dagli Stati Uniti in Germania so­ no pure diminuite di molto, poiché nel maggio 1915 hanno toccato il 100 . cifra che non fu rilevata dall’America se non come una conferma della, sop­ pressione delle esportazioni dirette in Germania.

Le esportazioni del maggio 1915 dalla Germania agii Stati Uniti son cadute a 16.434.000 con una di­ minuzione del 78 % sul maggio 1914.

Il minerale di ferro di Svezia . — Il commercio si­ derurgico svedese è stato fieramente colpito dalla guerra, tanto- che discese al livello del 1911; ultima­ mente la situazione è m igliorata alquanto, ma l’e­

1° Francia. — 90.000 camions, della capacità di 2 o 3 tonnellate e della velocità di 15 km. all’ora.

2° Germania. — 70.000 rimorchiatori, della ca­ pacità di quattro tonnellate e della velocità di 16 km. all’ora, con rimorchi della capacità di due tonnel­ late di carico.

3° 'Inghilterra. — 50.000 camions, di due catego­ rie : l’una della capacità di tonnellate 1 i e l’altra della, capacità di tre tonnellate, con la velocità co­ mune di 6 km. ail’ora.

4° Austria. — 25.000 rim orchiatori della capacità di tre tonnellate e della velocità di 5 km. all’ora.

5° Russia. — 10.000 camions, di capacità e di velocità diverse.

Il valore di questi 250 mila camions regimenta.il negli eserciti belligeranti ascende a più di 1 mi­ liardo di lire.

L ’applicazione dielTautomobile al servizio militare cominciò nella guerra del Transvaal; l’esercito in­ glese l’adopetrava pqr trascinare i pesanti carri delle munizioni. Nella campagna di Libia ÌTtatia si servì di 200 camions leggeri, usandoli, sopra- tutto, nei dintorni di Tripoli.

Nelle due guerre balcaniche, l’esercito bulgaro adoperò buon numero di camions che facilitarono il trasporto dei cannoni d’assedio e delle munizioni,. m algrado il pessimo stato delle Strade.

Del resto prima dello scoppio deH’immane conflit­ to europeo l’uso delle vetture a motore fu adoperato in piccolissima scala. Non sono infatti paragona­ bili i 300 o 400 veicoli prima adoperati, con i 250 -mila di cui abbiamo parlato e a cui bisognerebbe aggiungere quelli, impossibili a riferire, del nostro esercito.

FINANZE DI STATO

Prestito tedesco di 10 miliardi. — Il Parlamento germanico ha approvato un nuovp prestito per 10 m iliardi di marchi — ossia 12 miliardi e mezzo di lire nostre.

I prestiti di guerra - raggiungerebbero cosà la ci­ fra di 37 m iliardi e mezzo di franchi.

I dine ultimi prestiti germanici non sono riusciti perchè il governo ne ha imposto la sottoscrizione alte Casse di Risparmio, alle Banche ipotecarie ed alte Compagnie di assicurazione.

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