L’ ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
REDAZIONE M. J . d e Jo h a n n i s — R. A. Mu r r a y
Anno XLII - Voi. XLYI
Firenze-Roma, 20 giugno 1915 {
R O M A : 56 V ia G regorianaU. 2146
« L’ Economista » esce quest’anno con 8 paginedi più e quindi il suo contenuto più ampio dà modo di' introdurre nuove rubriche e nuovi perfe zionamenti.
Il prezzo di abbonamento è di !.. *© annue anticipate, per l ’Italia e Colonie. Per l’ Estero (unione postale) E.. *5. Per gli altri paesi si aggiungono le spese postali. Un fasci colo separato E., l .
SOMMARIO: PARTE ECONOMICA.
I l prim o prestito nazionale di guerra,
Considerazioni economiche sulla guerra, R. A. Mu r r a y. Economia e finanza di guerra delVInghilterra, L. Ma r o i. EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA.
Scam bi defl’ Italia nel m aggio 1915 — Com m ercio inglese — La m ano d ’opera in Inghilterra - La dim inuzione del carbone in Inghilterra — Statistiche m unicipali m ilanesi.
FINANZE 01 STATO.
Prestiti di Stato: N o r v e g ia -N u o v a G alles - li secon d o pre stito di guerra germ anico — Il prestito spa gnuolo.
LEGISLAZIONE DI GUERRA.
Per il sequ estro e la requisizione delle navi mercantili ne m iche trovantisi nelle nostre a cque territoriali — L ’ istituzione della Com m issione delle prede — D ich ia ra zion i di con trabban do di guerra — C attura di navi — Per acquisti di m otori e m acchine agrarie da con cedersi agli a gricoltori per i la vori di ra ccolta dei prodotti e per quelli di p rep a ra zion e dei terreni — D iv ieto di esportazione di merci — N orm e relative a ll’ Am m inistrazione della giu stizi a penale com u n e durante la gu erra — F a b bricazion e di Biglietti del B anco di N a poli. - U n n u ovo prestito nazionale al 4, 5o per cen to.
IL PENSIERO DEGLI ALTRI.
L a mobilitazione industriale, L u m i Ein a u d i — L ’econom ia italiana a ll’ inizio della guerra, Gino Butti.a t t a Vn urgente problema econom ico-politico, Ma r io Al b e r t i — Che cosa può si gnificare per VItalia la chiusura del mercato austro-tedesco ? A . b — L e risorse agrarie di Trento e di Trieste, L. Li s b o n e.
NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.
L ’aum ento della coltu ra a gran o — Le entrate d ell’ erario — L’ industria m ineraria italiana — P rod u zion e ca rb on ifera della Prussia — La statistica dei m orti in guerra — li divieto di espor tazione rincrudito dalla S vizzera — C on cession i ferrov iarie ai m ie titori,
MERCATO MONETARIO E R IVISTA DELLE BORSE.
S ituazione d e g li I s t it u t i d i C red ito m o b ilia r e , Situazione d e g li I s t it u t i di em ission e it a lia n i, S ituazione d e g li is t it u t i N azio n a li E steri, C ircola zion e d i S tato n el R egno U nito, la s s o d e llo sconto ufficiale, Situazione d el T esoro ita lia n o , D ebito P u b b lic o ita lia n o. P ro d o tti d e lle F errov ie d e llo S ta to, R is co s s io n i d e llo S tato n e ll’ e s e r c iz io 1914-1915, R is c o s s io n i d o g a n a li, Im porta zion e ed esportazione riu n it e , Im porta zion e (p er ca te g o rie e per m e s i), E sportazione (p er ca te g o rie e per m e s i).
Q uotazioni di v a lo ri d i S tato it a lia n i, B orsa d i P a r ig i, B orsa di L ondra, Prezzi c it a t i a M ila n o.
Cam bi in I t a lia , Cam bi a M ila n o, Cam bi a l l ’ E stero, Media u ffic ia le d ei cam bi a g li e ffe tti d e ll’ a r t. 39 del C od. cornili., R iv is t a dei ca m bi d i L ondra, R iv is ta d ei cam bi d i P a r ig i.
I n d ic i e co n o m ici ita lia n i.
P orto d i Genova, M ovim ento d el c a r ic o . I n d ic i econ om ici d e ll’ « E con om ist * .
C redito d ei p r in c ip a li S ta ti. . . . P rezzi d ei gen eri d ì m a g g ior consum o in I t a lia per m esi e reg ion i
n el 1914. L loyds Bank L im ite d , R iv ista b ib lio g r a fic a .
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PARTE ECONOMICA
II primo prestito nazionale di guerra
Pubblichiamo in altra parte del nostro Econo mista, per intero, il Decreto del 15 corrente col quale il Re dà facoltà al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al ministro del Tesoro di effettuare un’ operazione di credito per raccogliere i mezzi occorrenti a fronteggiare le spese di guerra e le deficienze nel bilancio dello Stato, colla emissione di un nuovo prestito nazionale. Anche questa volta il Decreto e le condizioni indicate nei 15 articoli di cui si compone, non potrebbero essere più felici e più chiari; merito che dobbiamo rico noscere appunto in contrasto alle complicanze ed astrusità di alcune leggi che escono talvolta dalla laboriosa quanto confusionistica elucubrazione del le Camere.
Ma dopo questo pregio di forma dobbiamo rico noscere quello ancor più efficiente della sostanza. Il primo prestito di guerra italiano si presenta al pubblico non già come una richiesta di credito coercita dalle condizioni anormali, quali quelle di guerra, bensì pianamente e felicemente come la prosecuzione di un prestito precedentemente com piuto, quando non esisteva la finalità diretta della guerra, e con le caratteristiche intrinseche ed estrinseche identiche alla emissione compiuta or so no circa sei mesi. Lo stesso saggio di interesse, la stessa scadenza definitiva, lo stesso termine di riscatto, ecc. fondono in uno il prestito di pace col prestito di guerra. Ciò elimina l’inconveniente della molteplicità di titoli su mercato, ciò uni formerà le contrattazioni sui grandi mercati, ciò manterrà più compatto il debito pubblico nazio nale, ciò dà prova della ragione colla quale la Na zione è stata condotta nel conflitto Europeo, sen za noie e senza improvvisi turbamenti.
La nuova emissione che non ha limiti preventi vamente assegnati, è doppiamente allettante per il pubblico, sia perchè il prezzo del titolo si trova ad essere ridotto di due lire (da 97 a 95) sul presti to anteriore per i nuovi sottoscrittori e di quattro lire (da 97 a 93) per i sottoscrittori del prestito pre cedente, sia perchè sono riservate e garantite agli acquirenti del titolo oggi emesso gli stessi vantaggi e le stesse facilitazioni che dovranno essere in av venire accordate ai sottoscrittori di nuovi prestiti,
Ma i vantaggi materiali insiti nella sottoscrizio ne del nuovo titolo, si ecclissano in parte di fron te al cumulo di ragioni morali per le quali ogni cittadino risparmiatore deve sentire in sè l’ obbligo morale di contribuire quanto più può al successo della nazione in questo momento più critico e più glorioso della sua storia.
zione finanziaria hanno certo preventivamente cal colata la entità del successo probabile, cosicché possiamo sinceramente fidare che esso sarà rag giunto, e solo sarà da adoperarci con tutte le forze migliori, perchè tale successo superi per quanto possibile il previsto.
Sottoscrivere in questo momento ad un prestito Nazionale è dovere di cittadino non diverso da quello di servire sotto le bandiere, e se manca la forma coercitiva a questo servizio che la colletti vità richiede, deve ancor più sentirsi la coercizione morale formata dalle circostanze e dalla piena c o scienza che il denaro in mano del Governo, oggi, vuol dire forza di fucili e di cannoni che serviran no per una causa ormai da tutto il mondo civile ri conosciuta giusta.
E’ per ciò che coll’ approvare il piano della ope razione finanziaria, porteremo anche tutto il nostro modesto contributo perchè essa consegua il limite massimo delle finalità raggiungibili.
Considerazioni economiche sulla guerra
Fra gli studiosi nostri che non si sono appagati di mostrar semplicemente il loro malcontento con tro il mondo teutonico con quattro chiacchiere sentimentali o con qualche tocco descrittivo delle infamie commesse dagli eserciti invasori del Kai ser, ma hanno voluto con più illuminato criterio tratteggiare i precedenti dell attuale guerra,«^ par ticolarmente quelli che, in senso generico, pos- siam dire economici; parmi vi sia fondamental mente d’ accordo su questo punto : che l’ organiz zazione dell’ industria tedesca — corrispondente e derivata della mentalità e della psicologia teuto niche — fosse tale da spingere, inevitabilmente, ad un formidabile disquilibrio interno, ovvero alla guerra, qualora non avesse potuto soggiogare pa cificamente mezzo mondo.
L ’industria tedesca, copiatrice e riproduttrice per eccellenza su larghissima scala dei prodotti delle altre industrie nazionali, tutta puntellata da un vertiginoso sistema di credito, presupponeva, come condizione sine qua non della sua esistenza, mercati di sbocco progressivamente crescenti.
Naturalmente la concezione e l’ attuazione d un simile sistema produttivo estremamente intensivo non poteva aversi che presso un popolo il quale fosse intimamente deciso a difenderlo anche con la violenza delle armi; ma, una volta constatata la sua esistenza, la derivazione logica della condotta della Germania nella guerra attuale, è relativa mente semplice.
L ’industria tedesca aveva bisogno di sempre maggiori sbocchi e doveva trovarli. Tutta la con dotta della Germania, Inell’ ultimo ventennio in ispecie, è volta con ogni mezzo all’ attuazione di questa direttiva. La creazione di un grande impe ro commerciale, militarmente ordinato, è stato il suo sogno, il sogno al raggiungimento del quale i ministeri militari erano altrettanto direttamente chiamati a cooperare quanto quelli economici.
La peculiarità del mondo germanico si raffigura oggi in questo : 1 esercito e la flotta furon consi derati in esso, dopo l’unificazione della patria, quali diretti fattori dello sviluppo economico della nazione, non già salvaguardia della sua indipen denza e del suo onore. Quindi tutta la vita econo mica tedesca si traeva innanzi vertiginosa con una spiccata fisionomia di minaccia e di ricatto.
Non già lo sviluppo libero, pacifico, personali stico delle economie inglese e francese e di auelle minori come 1 olandese e la belga; ma lo sviluppo forzato, militaresco e perciò sistematico, spinto e protetto dalle caserme quanto dalle banche.
Può meravigliare lo scoppio d una guerra ■ sia pure enorme quanto 1 attuale — allorché un
popo-10 con un’industria così organizzata e con una psi cologia quale quella che le ha potuto fornire una tale organizzazione, si vede, per fatti indipendenti e contrari alla sua volontà, chiudere gli sbocchi agognati?
Le guerre balcaniche — l’hanno tutti ripetuto — sono l’ origine del conflitto attuale, in quanto pre clusero stabilmente, in ispecie attraverso la duplice vittoria serba, la via dell’ oriente al blocco austro tedesco. E l’ oriente, in ispecie l’Asia Minore, era 11 dorato miraggio dei dirigenti della politica ber linese, pel quale lo stesso Kaiser non aveva tro vato troppo opprimente di farsi difendere dai 300 milioni di musulmani che il caso e la volontà di Allah hanno portati a vivere su questa terra!
La Welthandelspolitik tedesca rimase con l’uscio chiuso sul naso : e, neanche a farlo apposta, pro prio al momento in cui il naso le si era smisurata mente cresciuto da rendere il colpo molto piu do loroso.
Eppure se l’organizzazione tedesca era tale da condurre — come ha condotto — alla guerra, era pure estremamente bisognosa di pace, per poter sorreggersi nella sua estrema attività creditizia.
In essa dunque — come bene il Prato mostro (1) — questa tormentosa contradizione ; necessità del la pace e necessità della guerra.
Che dobbiam dedurre da questa constatazione? Evidentemente che il sistema tedesco era, nel suo insieme, mal concepito sebbene splendidamente eseguito per quella mirabile organizzazione eh e propria dello spirito teutonico.
E su questa constatazione parmi acconsentire anche il Carli (2) quando parla della psiche ma lata del popolo tedesco, invasato dal folle deside rio di una egemonia, alla quale non era chiamato e per la quale non era preparato nonostante il ver tiginoso lavoro compiuto.
Una egemonia militare nel mondo moderno non è più possibile : è contro lo spirito piu comune della maggioranza dei popoli. Una egemonia com merciale e industriale non si raggiunge di colpo. I tedeschi hanno avuto troppa furia ; han creduto, consci della loro forza, di poterla conquistare con un sistema di sovraproduzione da imporsi agli altri, volenti o nolenti. Ma la sovraproduzione sistema tica è pericolosa. Non l’hanno saputo; anche in questo sono stati traditi dai loro pensatori. Trop po adorarono il loro List, troppo credettero agli Schmoller e ai Wagner, e hanno dimenticato che di economisti ve n’erano anche in Inghilterra, in Italia e in Francia. Per esempio il Sismondi scri veva, sembrerebbe con spirito Drofetico se non fosse resultato di previsione scientifica; «...Non pertanto la società civile sembra essere soggetta, del pari che la natura morta, a quelle leggi gene rali che mantengono l’universo col sacrificio degli individui, e che fanno procedere l’insieme verso uno scopo comune a traverso calamità che colpi scono senza pietà le diverse parti. Lo scopo che fin qui abbiamo avuto di mira, come quello pro priamente dell’ economia politica, è stato l’ accre scimento della ricchezza, l’ accumulazione dei ca pitali. Abbiamo mostrato che questi capitali chia mavano l’uomo al travaglio, e spargevano l’ abbon danza su di lui : abbiamo sempre chiamato pro sperità il loro accrescimento, calamità la loro di struzione. Tuttavolta può ognuno di già aver no tato, che i capitali possono accumularsi più rapi damente di quello che aumentino le richieste per il lavoro che essi fanno produrre; che in questo caso l’ interesse che fruttano diminuisce, e cosi fanno produrre di più, nel tempo stesso che fanno consumare di meno; che ogni trasformazione di
(1) V . Le screpolature del granito tedesco, in « R iform a S ociale », n o v ,-d ic , 1914,
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capitale circolante in capitale fisso trascina con sè la creazione di una produzione futura, senza corrispondente consumo; e che se la società con tinuasse qualche tempo nel suo corso di prospe rità, senza potersi estendere a nuove regioni, e far nascere un nuovo popolo sopra una nuova ter ra, presto ci sarebbe, a motivo stesso dell’ accu mulazione dei suoi capitali, una sproporzione spa ventosa fra produzione e consumo.
; « Sembra che terribili flagelli sieno incaricati | della cura di ricondurre all’ ordine le società uma ne, come il fulmine, la grandine e la carestia man tengono il livello fra le generazioni nascenti e l’ ali mento che la terra può loro fornire.
« Quelle prodigalità rovinose di ministri insen sati, quel lusso divorante di alcuni governi, quelle
spese militari senza misura, e quella distruzione di ricchezze che la guerra trascina dietro di sè, erano forse necessarie per ristabilire il triplice equilibrio fra la produzione e il consumo, fra i ca pitali e il lavoro richiesto, fra questi e il reddito che deve nascerne. » (1)
Chi non vede chiara l’idea fondamentale del Sismondi — pur dietro il particolare linguaggio della scienza economica del suo tempo — che la sovrapproduzione spinge i popoli alla guerra? E, og gi ne abbiamo la riprova più piena che si possa immaginare. S’ intende bene — e questo va ag giunto al pensiero del Sismondi — che bisogna an che tener conto della psicologia che trascina ad una sovraproduzione, come s e detto, elevata a si stema.
A questo proposito non è inopportuno rilevare uno dei possibili aspetti pericolosi del protezioni smo, in questo senso. E cioè quello di essere un elemento fra quanti spingono al disquilibrio fra domanda ed offerta dei beni sistematicamente, e quindi, anche, di possibili contrasti internazionali. La protezione — è inutile negarlo — sostituisce una artificiale divisione del lavoro a quella natu rale. E non v’ è testa di uomo di scienza o di uomo pratico, che sapnia regolar le cose, meglio di quan to lo oossano gli eventi naturali!
L’ attuale guerra sfata molti pregiudizi, e primo fra questi quella ripetuta affermazione dei pratici, per la quale essi si arrogano il diritto di dir sem pre l’ultima parola. La sconfitta del blocco tede sco è la sconfitta della pratica cieca e della scienza che le si asservisce. Che ha saputo fare la Germa nia col suo protezionismo? Scavarsi la fossa con l’ apparenza di arrivare alle stelle. E, invero, il pro tezionismo conduce dritti alla miseria e allo sfa celo, sotto la parvenza di produrre dei pronti be nefici. E’ la politica, di chi per ayere qualche cente simo oggi, rinnega i sicuri benefici futuri. Certo, non tutti posson vederli perchè non hanno la vista adatta. Ma si può ammettere che dei ciechi abbia no la pretenzione di far da guida a chi ci vede per un cammino pieno di ostacoli?
Non sembri fuor di posto questo rilievo. Oggi gli occhi nostri sono e debbono essere volti alla guerra che esercito e nazione combattono insieme : ma non esclusivamente. La guerra non è fine a sè stessa. E’ una dolorosa necessità per raggiungere un qualche fine superiore. Per noi è questione di esistenza. Ma si può ben rendere questa guerra di difesa, una guerra di difesa non solo all’ esterno, ma anche afl’ interno. Essa deve renderci anche più sana la nostra organizzazione. Occorre dunque guardare anche al poi. E su questo avremo occa sione di intrattenerci specificatamente un altra volta confidando ora e sempre sulla fortuna de l’ Italia nostra. R O B E R T O A. M U R R A Y .
il) V , F u o r i principi d’ economia politica o della ricchezza ne «noi rapporti con la popolazione, in B ibl, d ell’ E con ., S erie I, v o i. VI, pag. 714.
Economia e finanza di guerra dell’Inghilterra
Tutte le previsioni anteriori alla guerra sul costo effettivo di un conflitto europeo sono, di fronte alla realtà, interamente fallite. Basta rileggere qualcuna delle opere più conosciute in materia : quella di Bernard Serrigny su « Les conséquences économiques et sociales de la prochaine guerre », di W . R. Lawson su « M odem wars and war ta- xes », di Riesser sulla « Finanzielle Kriegsbereit schaft und Kriegführung », dello Schoejfle : « Der nächste Krieg in Zahlen », e quella classica di De Bloch su « La guerre future aux points de vue technique, économique et poiitique » e mettere poi in rapporto le statistiche ivi citate con la serie delle esposizioni finanziarie fatte dai governi dei principali Stati belligeranti, perchè appaia chiara la differenza enorme fra le spese attuali ed i cal coli fatti anche dai più pessimisti fra gli uomini di finanza. Non starò a rifare quei calcoli già ripe tuti da parecchi; aggiungerò soltanto che le pre visioni dei primi mesi di guerra sono andate pur esse man mano perdendo di valore di fronte allo svolgersi degli avvenimenti, la cui grandiosità ha dato tragiche proporzioni a tutti gli aspetti dello immane conflitto.
Riguardo al costo di una guerra inglese con una grande potenza od un gruppo; di potenze conti nentali ben poco era stato scritto e preveduto per la ragione già esposta che un intervento diretto dell’ Inghilterra era apparso sempre poco proba bile, mentre poi l’ esperienza di precedenti bi lanci ben pochi dati poteva fornire per la natura
delle guerre passate, combattute in circostanze speciali di tempo e di economia. La più recente campagna, quella anglo-boera, che, secondo 1 E vesque, era costata alla sola Inghilterra 5300 mi lioni, era stata una guerra coloniale, condotta in territori lontani dalla madre-patria e per un pe riodo abbastanza lungo, (1899-1902), mentre mol teplici circostanze inducevano a far credere che un conflitto, in cui fossero impegnate grandi p o tenze europee, sarebbe stato di brevissima durata. Tutte le altre guerre sostenute dall Inghilterra nei secoli XVIII e XIX avevano avuto dei costi relativamente poco importanti : la guerra di suc cessione di Spagna (1702-1713) era costata 50 mi lioni di sterline, e cioè 1250 milioni di franchi; la guerra dei sette anni (1756-1763) 1680 milioni; la guerra di indipendenza americana (1776-1785) 97 milioni di sterline e cioè 2.425 milioni di franchi. La grande guerra, thè Great War, sostenuta dal l’ Inghilterra contro la Francia rivoluzionaria prima e contro quella imperiale poi, aveva prodotto al tesoro britannico un aggravio di 831 milioni di lire sterline e cioè di 21 miliardi; ma ove si consi deri che tale somma va distribuita per un periodo di 22 anni (1793-1815), non sembrerà gravosa la spesa annuale di un miliardo. Le spese della guerra di Crimea, infine, durata due anni quasi, dal 1854 al 1856, erano ammontate a 1750 miliom di franchi.
E’ stato calcolato che mai l’Inghilterra abbia speso, durante un anno di guerra prima dell’ at tuale conflitto, più di 71 milioni di sterline, o di
1775 milioni di franchi. Era parso quindi di non doversi scostare molto dalla realtà valutando che una guerra navale inglese non sarebbe costata all’ anno più di 100 milioni di sterline, ossia 2500 milioni di franchi, mentre le spese per 1 esercito sarebbero ammontate a circa 120 milioni di ster line. Anche qualcheduno, come il Lawson, che si era spinto fino alla cifra di un milione di ster- line al giorno (1), non aveVa mai immaginato che tale sarebbe per lungo tempo potuto un onere
gravare sulla Nazione, per quanto ricca di me ravigliose risorse.
Ma lasciamo stare le previsioni, ammoniti dalla esperienza che in materia di finanza nessuno fu mai dotato di spirito projetico, e serviamocene soltanto per concludere per ora, in base ad esse, che anche dal lato finanziario, come appresso pro veremo, l’ Inghilterra si trovò costretta a far fronte improvvisamente a spese enormi che esigevano, per la continuità e la stabilità della vita economica della Nazione, un immediato rimaneggiamento di tutto il bilancio dello Stato nelle sue molteplici fonti di reddito.
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E’ sempre difficile valutare che cosa possa co stare una guerra per l’impossibilità di determinare, sia pur con approssimazione, gli elementi destinati a costituire tale costo. Anche prescindendo dalla grande categoria delle spese indirette, che sono quelle che raddoppiano ogni calcolo, gli oneri di retti sono così vari e numerosi e diversi per mol teplici circostanze, da nazione a nazione, che un unico criterio non potrebbe essere assolutamente seguito. Così gli alleati, che non erano preparati alla guerra hanno dovuto, in confronto della Ger mania e dell’Austria, spendere quantità rilevan tissime di denaro per gli impianti di fabbriche, costruzioni di materiale da guerra e munizioni che i nemici invece già possedevano e l'Inghilterra, in special modo, nell’ attuale conflitto è costretta a sopportare spese superiori a quelle di ogni altro Stato, anche per il fatto della mancanza di coscri zione obbligatoria.
La necessità di attirare nell’ armata e nella ma rina un gran numero di reclute costringe il G o verno a fare concessioni notevoli circa la paga giornaliera, le spese di nutrimento, di equipag giamento, i soccorsi alle famiglie, le pensioni, le in dennità. Per citare soltanto una cifra, ricorderò che il 17 novembre 1914 Lloyd George dichiarava alla Camera dei Comuni che gli assegni alle fa miglie dei mobilizzati avrebbero, per la durata di un anno, gravato il bilancio per una somma di 65 milioni di sterline o 1.625 milioni di franchi.
Ed anche per ciò il costo complessivo è andato vertiginosamente crescendo, come risulta dalle se guenti poche cifre desunte direttamente dalle si tuazioni finanziarie del Cancelliere dello Scac chiere. Durante il mese di agosto 1 Inghilterra se la cavò con 18 milioni di franchi al giorno oltre le sue spese normali. Ma si era trattato di provve dere soltanto alle spese più urgenti determinate dall’improvviso stato di guerra, e relative più ai bisogni del funzionamento regolare della vita^ ci vile che alle necessità militari. Ben presto pero si dovè pensare anche a queste. V i era un vasto esercito da organizzare ed equipaggiare di sana pianta, vi erano migliaia di cannoni, milioni di fu cili, di baionette da fabbricare di urgenza; occor reva provvedere alla importazione di migliaia di tonnellate di generi alimentari per la popolazione e per l’ esercito (1): vi era da finanziare gli Stati alleati minori e la Russia, paese dalle abbondanti ricchezze naturali, ma dalle finanze ancor troppo
(!) Nel prim o m ese del con flitto, quando tutto il com m ercio In glese ebbe a soffrire un n otevolissim o regresso, si accrebb ero note volm ente le im portazioni di generi alim entari. Quelle d i gran o e di farina aum entarono infatti in agosto di 778,000 sterline. A nche nei m esi su ccessiv i, qu a n do il com m ercio co m in ciò gradualm ente a ri prendersi, si m antenne alta la im portazione dei generi alim entari. C alcola l ’ Alberti ( L ’economia del m ondo prim a, durante e dopo la guerra europea, p. 275-276) c h e nei tre mesi della cam pagna agraria, c io è in settem bre, ottobre e novem bre, l’ Inghilterra im portò 6.795.000 quarters d i frum ento in con fronto a 5.750.650 quarters nei mesi c o r
ristrette (1) per sostenere da sola l’immenso onere di una guerra,
Le spese, quindi, salirono improvvisamente, ap pena dopo il primo mese di guerra, a 25 milioni al giorno. Alla Camera dei Comuni il 16 novembre 1914, il primo ministro Asquith affermava di es sersi spesi fino a quel giorno, a cominciare dal 4 agosto, una media di 1 milione di lire sterline, e cioè 25 milioni al giorno e circa 2 miliardi e mezzo complessivamente.
Nè io posso sperare — aggiungeva — che per tutta la durata della guerra questa spesa giorna liera sarà suscettibile di diminuzione.
Anzi, il giorno dopo, il 17 novembre, il Cancel liere dello Scacchiere, Lloyd George, nel presen tare la relazione del bilancio ebbe a fare questa dichiarazione : « 11 primo anno completo di questa guerra ci costerà non meno di lire sterline 450 mi lioni (1 1.250 milioni di franchi). Noi aumentiamo continuamente il numero degli uomini sotto le armi e, di conseguenza, l’ ammontare delle spese si ac cresce ».
Quattrocentocinquanta milioni di lire sterline per un anno rappresentano una spesa quotidiana di lire sterline 1.233.000, e cioè 31 milioni di franchi.
Ma ben presto anche queste previsioni dovettero apparire inferiori alla realtà, e lo furono di fronte ai bisogni dei nuovi eserciti che scesero in campo nei mesi successivi, alla spedizione dei Dardanelli ed agli accresciuti aiuti ai propri alleati. Il primo marzo Asquith, nel chiedere una terza votazione di crediti, prevedeva una maggiore spesa giorna liera di lire sterline 1.800.000, e cioè 45 milioni di franchi, ed il 4 maggio scorso, in occasione dell’ e sposizione del bilancio del nuovo anno finanziario, Lloyd George faceva salire il costo giornaliero della guerra a 52 milioni e mezzo a! giorno. L passato poco più di un mese ed Asauith, in occa sione della domanda di un nùòvo credito di guerra, ha dichiarato il 16 corrente alla Camera dei C o muni che la spesa giornaliera è salita ormai a 2.660.000 lire sterline, e cioè 66 milioni e mezzo di franchi. Non è dato precisare se auesto costo ri marrà stazionario o salirà in previsione degli ul teriori sforzi che l’ Inghilterra dovrà fare per otte nere una vittoria decisiva.
Se il risultato della campagna è indubbio, è in certa però la sua durata e ciuindi anche le sorti del bilancio dipenderanno esclusivamente dalle vi cende della guerra.
Limitandosi, dunoue, a calcolare soltanto le spese già fatte e quelle più prossime fino alla fine del primo anno di guerra, si può stabilire con ap prossimazione, tenendo conto del carattere pro gressivo delle spese stesse, un totale di 17 miliardi di franchi.
E’ quasi la stessa cifra calcolata dal Crammond in una comunicazione fatta alla R.oyal Statistical Society (2) e nella quale, in un ammontare com-rispondenti del 1913. Durante i prim i cin q u e mesi della guerra l ’ aspetto delle im portazioni dei generi alim entari fu il seguente :
V alore
V a lore delle im portaz.
del 1914 ca lcola te A um ento delle im portaz. a i p r e z z i o dim inuz. reale
nel 1914 del 1913 in con fr. al 1913
Frum ento . . 24.3 (m ilioni di sterline) 21.4 + 5.2 A ltri cereali , 15.7 13 6 — 6.5 C a r n e ... 25 9 20.8 — 10.3 Z u c c h e r o . , . 20.2 10.8 -)- 11.0 T o t . alim enti. 137.9 118.5 + 10.1
(1) È u n ’ antica abitudine quella d e ll’ Inghilterra di fornire su s sid i ai p ro p ri alleati. D a l 1793 al 1816. durante le gu erre n a p oleo n ich e, è sta to ca lcola to che l’ Inghilterra diede in prestito una som m a com plessiva di lire sterline 57.153.319 (1.429 m ilioni di fr.).
20 giugno 1915 - N. 2146 L ’E C O N O M IS T A 561
plessivo di 85.699 milioni di franchi spesi dai due gruppi di Stati belligeranti, erano assegnati all'In ghilterra 17.856 milioni; e se è di quasi due mi liardi superiore a quella calcolata nell Economista europeen dal Théry, ciò dipende dal fatto di es sersi l’ economista francese basato su di una media mensile abbastanza bassa nell ultimo semestre.
A d ogni modo da questa somma rimangono e- scluse le spese ordinarie, previste per 1 anno fi nanziario teste decorso, in lire sterline 206.924.000 (5 miliardi e 173.000.000 di franchi). E’ chiaro poi come essa si riferisca soltanto al puro costo^ diretto della guerra, e ne rimanga escluso tutto ciò che è lucro cessante o danno emergente : distruzione di proprietà, perdita di vite umane, ristagno della produzione, diminuzione dei traffici, e che va com preso nella categoria del costo indiretto, difficile
ad essere anche approssimativamente calcolato nei suoi elementi e più in rapporto alle singole economie delle varie nazioni (1).
Non ci è dato neppure di conoscere nei parti colari che cosa comprendano le spese dirette della guerra. « Non credo che sia opportuno nell’ inte resse pubblico, diceva Asquith alla Camera dei Comuni il 16 novembre 1914, dare in questo mo mento l’elenco degli articoli di spese che sono state fatte in base all’ autorizzazione data col voto di credito... ».
E’ facile immaginare, pero, che oltre4e spese per le operazioni militari (mantenimento della flotta e dell’ armata), esse comprendano le cosidette spese civili : soccorsi alle famiglie dei mobilizzati (sepu- ration alloivances), costituzione di larghi stocks di approvvigionamento per la popolazione, spese di assicurazione dello Stato contro i rischi di guerra, aiuti finanziari agli alleati ed alle Colonie.
Ma i pochi dati sopra riportati, se non sono a- datti a fornire un concetto abbastanza completo degli oneri che l’immane conflitto apporta all In ghilterra, nè d’ altra parte attualmente altri dati più completi potrebbero esistere per ragioni facili a comprendersi, sono però sufficienti al nostro scopo di mostrare quale sia 1 importanza che il problema finanziario ha improvvisamente assunto
in Inghilterra. - u f i
Vediamo brevemente con quali mezzi vi ha fi nora provveduto o intenda provvedervi.
•4'
Sarà opportuna una premessa. Una caratteri stica delle finanze da guerra inglesi è stata sempre l’ accanimento sincero col quale ì capi dell oppo sizione hanno criticate le proposte del Cancelliere per coprire le spese di guerra. Basta ricordare la violenza degli attacchi di Fox, di Shendan e del piccolo gruppo dei whigs contro Pitt, il furore dei conservatori contro il programma finanziario espo sto da Gladstone nel 1854 ed infine, in epoca re ti) Il C ram m ond n ell’ a rticolo citato c a lco la nelle seguenti p ro p o r zioni tale costo indiretto pel prim o anno di guerra:
Costo diretto C osto in d ir. C osto totale (in m ilioni di franchi)
cente, e per tutta la durata della guerra sud-afri cana, gli attacchi mossi senza considerazione al cuna da Sir W . Harcourt, in nome dell opposizione liberale, contro i provvedimenti finanziari di Sir Michael Hichs Beach (I), il Cancelliere unionista.
In occasione della guerra attuale, Invece, quando si poteva credere che il paese fosse alla vigilia di un conflitto civile per la questione dell Home rule, tutti i partiti politici hanno dimenticato le lotte particolari, le proprie preferenze ed ì propri programmi e con la ferma risoluzione di far Ironie ai bisogni della grande guerra, liberali e conser vatori, nazionalisti irlandesi ed unionisti si sono confusi in una sola unità morale per la difesa della patria. E così, mentre la guerra ha ricongiunto due implacabili avversari: Lloyd George, il povero borghese, il ministro democratico, salito al tesoro con un’ eloquenza aspra ed irruenta contro ì nobili ed i ricchi, contro i conservatori, i lordi ed ì lati- fondisti che aveva flagellati di sarcasmi e di imposte ed Austin Chamberlain, l’ ex-Cancelliere conserva tore, il milionario sorretto ed accarezzato dal mondo capitalistico plutocratico, spalleggiato dal l’ aristocrazia della terra e del denaro (2), ha portata ancora unanime l’ adesione al programma finanzia rio del Governo radicale. « W e offer our unhesita- ting support to thè Government in any measures » scriveva il 2 agosto 1914 Bonar Law, uno dei capi del parttito unionista, al primo ministro Asquith.
r i 11 problema delle finanze della guerra negli ul timi anni, in un periodo, cioè, agitato da gravi crisi politiche, e nel quale il timore di una grande guerra era più volte apparso sull orizzonte euro peo, giustificando così la preoccupazione di alcuni Stati a prepararsi al futuro cimento, ha costituito oggetto di studi speciali (3) che, valendosi, fin dove è stato possibile, dell’ esperienza del passato, si sono occupati a determinare i metodi finanziari piu utili e più sinceri per sostenere il gravoso onere di una lunga guerra. Fin dove è stato possibile, ho detto, dell’ esperienza del passato, perche la sto ria finanziaria delle guerre del secolo scorso m o strava a questo riguardo assenza di chiari e cor^®tti principi economici e quella dei piu recenti conflitti non si prestava, per la relativa importanza dei medesimi, a fornire direttive adeguate in previ sione di una conflagrazione fra grandi nazioni
eu-Anzi, in ciascuna di tali pubblicazioni si ap prende’ come siano andati via via tramontando pa- recchi pregiudizi relativi alle risorse finanziarie per una grande guerra moderna. Se oggi, ad esempio, dovesse aver valore quanto un tempo, ed m un tempo anche non lontano si pensava, e che cioè il denaro sonante fosse la principal condizione per
B elgio . . . . F rancia. . . . R ussia . . . • lm p, britan nico T ota le . . . . A ustria-U ngheria Germ ania . ■ . 921 13.958 15.132 17.856 47.867 14,175 23.657 37,832 12.358 28.575 20.177 13.872 74.982 23.707 46.331 70.038, 13.279 42.533 35.309 31.728 122.849 37.882 69.988 107.870 T ota le generale . 85.699 145,020 230.719 Il costo indiretto più grave è , in p ro p o rz io n e , q u ello sopporta to dal B elgio, la cu i intensa vita econ om ica ed industriale è stata bru scamente e quasi interamente spezzata, ed il m inore q u ello dell Inghil terra per il fa tto che la guerra è com battuta fuori del suo te rrito rio e la relativa libertà dei mari le consente di m antenere a n cora sufficiente mente attivo il proprio com m ercio. D op o la G erm ania, m v e ce 1 I n ghilterra è la nazione cu i la gu erra costa d . p,u com e spesa diretta.
(1) V alga per tutti il fiero d is c o rs o pron u n ziato da Sir H arcourt alla C am era dei C om uni il 18 aprile 1901 in risposta al rendiconto del b ila n c io di S ir B each : « W e are livin g - egli d iceva - in a day of new spaper finance, in w h ich it is p rop osed to reverse all those prin ciples w hich have led to the creation of the enorm ous revenue and prosperity o f this cou n try ». E c o n c lu d e v a : « Y o u r optim ism has been belied at every stage o f this lam entable con test, and it has found its natural expression to-n ig h t in th e m ost d isa strou s financial sta tement that has e v e r been made b y a C hancellor o f the E xch equ er in the H ouse of C om m ons ».
(2) L a guerra e la politica m onetaria - L ’ esempio pratico dell1 In ghilterra di Ma g g io r in o Fe r r a r is ; « Stam pa, » 17 settem bre 1914.
l’ entrata in campagna di uno Stato, ne sarebbe derivato come conseguenza che 1 immane conflitto di oggi o non avrebbe potuto cosi a lungo durare, o che unica risorsa avrebbe dovuto essere la carta moneta con le sue irreparabili rovine.
Nulla di tutto ciò è accaduto, invece. Se gii Stati belligeranti hanno dovuto sopportare oneri gra vosissimi che ne hanno profondamente intaccate le risorse finanziarie ed economiche, non può dirsi però che 'si siano esauriti; e non lo saranno, anche se la guerra dovesse durare per parecchi altri mesi.
Egli è che quando si parla di denaro non deve intendersi oggidì che in minima parte il denaro sonante in oro od argento (1); anche quello che esiste nelle casse dello Stato e degii istituti di e- missione non solo non viene materialmente speso ma va continuamente accrescendosi : il che vuol dire che gli Stati dispongono di mezzi finanziari in ragione della fiducia che hanno saputo in pace conquistarsi, ed anche in ragione della ricchezza nazionale che hanno saputo sviluppare con una avveduta politica economica ed industriale.
Di somma importanza quindi è determinare piut tosto con quali congegni finanziari la ricchezza di una nazione si mette a disposizione dei bisogni straordinari dello Stato. Questi congegni possono riassumersi :
a) in operazioni di tesoreria, che compren dono le utilizzazioni degli avanzi del bilancio, i prestiti dei grandi istituti di emissione e la emis sione di buoni del tesoro a breve scadenza;
b) neila imposizione di nuove imposte o nel l’ aumento di quelle esistenti;
c) in prestiti pubblici all’interno od all’ estero. La prima categoria è quella con cui si provvede ai primi bisogni della campagna, ma anche quella la cui utilizzazione, per un periodo di guerra più o meno lungo, dipende dall’ aver saputo uno Stato saggiamente regolare in tempo di pace le proprie spese ed in genere la propria politica finanziaria. Si sa, ad esempio, che per la guerra del Transvaal, che costò all’ Inghilterra 211.256.000 lire sterline, e cioè 5.300 milioni di franchi, il governo inglése attinse al tesoro un miliardo e 345 milioni di lire e cioè più della quarta parte deila spesa comples siva, coperta successivamente dai prestiti e dalle imposte. Anche le spese della guerra russo-giap ponese del 1904, di 6 miliardi di franchi circa so stenute dalla sola Russia, furono ricavate per un miliardo e 983 milioni dalle operazioni di tesore ria (2). E recentemente le spese della nostra guerra libica furono in buona parte coperte dalle notevoli eccedenze di bilancio sapientemente accumulate durante un lungo periodo di anni e per il resto colla emissione di buoni del tesoro.
I servizi che le grandi banche di emissione, quando saggi governi in tempo di pace ne hanno saputo curare la consolidazione rispettandone la indipendenza, possono rendere in tempo di guerra sono veramente preziosi. Valgano per tutti gli aiuti prestati dalla Banca d’ Inghilterra nelle guerre napoleoniche e quelli prestati dalla Banca di Fran cia nel 1870, mediante prestiti per una somma totale di 1.470 milioni, e nel primo periodo della 1 2
(1) Non è più usato oggi il tesoro di guerra che in passato era con sidera to il principale elem ento per l ’entrata in cam pagna non solo, m a per il bu on esito della cam pagna stessa. Se anche per le guerre di un tem po i tesori a ll'u o p o costituiti fu ron o sem pre insufficienti, im m aginare di poter riunire cum uli di oro per i bisogni di un a gnerra m oderna è addirittura a ssurdo. T uttavia oggidì esistono le riserve auree dei gran di Istituti di em issione che servon o non s o lo per le necessità ordin a rie della circo la z io n e degli scam bi, ma a n cora per quelle straordin arie e com e garanzia anzitutto della a ccresciu ta c ir cola zion e fiduciaria. V alga l’ esem pio delle riserve m etalliche delie Banche di Francia e di R ussia.
(2) Cfr. Per una m inuta d escrizion e della politica finanziaria du rante le dette gu erre : Ev e s q u e, op .’ cit. p. 205 e segg. e p. 317 e segg. '
guerra attuale mediante anticipi per una somma di quesi quattro miliardi pfi
L emissione di buoni del Tesoro a breve scaden za e uno dei più larghi mezzi coi quali può prov vedersi alle prime spese di guerra, ed e una delle risorse cui uno itato più facilmente ed in maggior misura ricorre in circostanze straordinarie quanto meno ne ha abusato in periodi ordinari. iNeile grandi guerre moderne vi si è largamente ricor so : nena guerra anglo-boera, su un totale oi 5 miliardi e 641 milioni di prestiti dell Inghilterra, 1.006 milioni furono emessi sotto torma di buoni dello Scacchiere; e su larga scala avvenne 1 emis sione di buoni del tesoro da parte delle nazioni belligeranti in occasione deila guerra russo-giap ponese e turco-balcanica. L Italia ne abusò torse un po troppo nell ultima guerra libica.
IVla sono i prestiti e le imposte le tonti più lar ghe di risorse finanziarie per i bisogni di una guerra abbastanza lunga e dispendiosa. Non mi è dato, qui, intrattenermi neppur brevemente a par lare della loro diversa funzione e deila loro vana influenza sull economia degli Stati, dovendosi per tale studio tener conto necessariamente del diverso sviluppo e delle diverse condizioni degli Stati me desimi. E impossibile ancora determinare in quale proporzione debbasi, in tempo di guerra, ricorrere ai prestito ed all imposta.
tuttavia Tesperienza sembra dimostrare proce dimento corretto quello che, dopo aver ricorso a.,.' disponibilità di tesoreria per i bisogni più urgenti dei primi mesi di guerra, domanda al prestito la maggior parte dei mezzi finanziari occorrenti. Ma poi la proporzione deve essere invertita in modo che un giusto sistema di imposte provveda a soste nere anch’esso una parte delle spese di guerra. « Au début de la guerre en effet — spiega lo Jèze (2) — il y a une période de crise industrielie et commerciale pendant la quelle ies capitaux vont à la recherche de placements; c ’est le bon mo ment, à tous les points de vue, pour émettre l’ em- prunt. Lorsque la crise s atténue, l’ industrie natio- naie a besoin de capitaux; il ne faut pas que les emprunts de guerre les détournent de ces place ments ».
Se il prestito è necessario per la imponenza delle somme che è in grado di fornire in un tempo relativamente breve, laddove il princi pale inconveniente dell’imposta è la difficoltà che mezzi sufficienti si facciano subito disponibili per i bisogni della guerra, 1 imposta è la sola via che può evitare « una distribuzione ingiusta ed econo micamente svantaggiosa ». Occorre certamente che il sistema delle imposte di guerra sia tutto speciale : che siano scelte le più adatte a fornire entrate sollecite, che sia rispettata la giustizia di stributiva e non ne riesca nè aggravata la capacità contributiva dei cittadini, nè compromessa ia si tuazione economica del paese in rapporto alla produzione, agli scambi, ai consumi; ma uno Stato che credesse, per contentare ingiusti timori o falsi pregiudizi, di dover fare a meno dell’ imposta o non servirsene nelle necessarie proporzioni, fa rebbe politica pericolosa, antipatriottica ed anzi tutto poco sincera.
La finanza di guerra inglese ha conservato, an che nell’ attuale conflitto, le sue forme tradizionali. La manifestazione più solenne della fiducia ac cordata dal Parlamento al governo in tempo di guerra è il cosidetto voto di credito (vote of
ere-(\) Cfr. PoMMlÈR : L a Banquc de Franca et VEtal au X IX . siècle, R ou ssea u , 1904, p. 212 e segg. e 289 e segg. ed ¡ m iei a r t ic o li: La B anca di Francia e la guerra e Sincerità finanziarie nei nn. 2125, 2126 e 2137 dell -Econom ista.
20 giugno 1915 - N. 2146 L ’E C O N O M IS T A 563
flit), la formula, cioè, della più larga libertà di azione; il quale votò però, appunto per la sua gra
vità e per il fatto che diminuisce considerevol mente il controllo finanziario della Camera dei Comuni, non può essere concesso, come fu stabi lito nel 1880 dal Public Accounts Committee, che in circostanze veramente eccezionali. Fu perciò che, in occasione della guerra sud-africana, si provvide alle spese non per mezzo di un vote oj credit, ma per supplementary estimates, e cioè per mezzo di crediti addizionali speciali; e vi si è ri corso subito, invece, allo scoppiare improvviso e spaventoso dell immane conflitto attuale.
1 voti di credito finora concessi sono veramen te caratteristici, non solo per le proporzioni nelle quali sono stati acccordati, ma per i poteri che sono stati concessi. Giammai, nella storia ingle se, vi erano stati voti di credito superiori a pochi milioni di lire sterline (1). Quelli invece oggi ac cordati sono stati veramente colossali : il primo di
100 milioni di lire sterline, (2.500 milioni di fran chi), domandato il 6 agosto ed accordato il 7 ago sto 1914; il secondo di 225.000.000 di lire sterline (5.625 milioni di franchi) domandato il 16 novem bre ed accordato il 17 novembre 1914; il terzo accordato il primo marzo 1915 di 37 milioni di sterline, e cioè 925 milioni di franchi. Un totale di 362 milioni di lire sterline per meno di un anno di guerra! Il 16 corrente il primo ministro Asquith ne ha chiesto un altro di 250 milioni di lire sterline per la continuazione della guerra durante 1 anno finanziario che termina col 31 marzo 1916.
Giammai i voti di credito erano stati dati con completa larghezza di poteri. Fino ad ora erano stati esclusivamente concessi per le spese dette operazioni militari o navali. Quelli attuali, invece, per tutte le spese risultanti dallo stato di guerra, nel senso più largo di questa espressione : « for all measures which may be taken for thè security of thè country, for thè conduci of naval and mili- tary operations, for assisting thè food supp y, or promoting thè continuance of trade, industry and business Communications, whether by means ot insurance or indemnity against risk, or otherwise for thè relief of distress, and generally for all expenses arising out of thè existence of a state ot war » (vote oj credit del 6 agosto 1914 {¿).
<ì) Sulla storia del votes o f credit dalla R iv olu zion e del 1688 fino alle ultime cam pagne del secolo s cors o, vedi ¡1 Beport on public In coine and Expenditure, 1869, H. o f C- n, 366, III, p. 687 e segg.
(2) Non è inutile ricorda re ch e nel 1904, d op o la gu erra de T ra n sva a l, si a p riron o nel paese e nella Cam era discu ssion i sul v o to di credito, il quale, eccellente com e m eccanism o finanziario d o p o la d ichiarazion e di guerra, non lo sarebbe in v ece com e p repa ra tivo per la gu erra, a causa della sua necessaria pubbli cità in un p eriod o in cui la segretezza, Invece, è con dizion e indi spensabile. Si rich iedeva , d un qu e, a riem pire questa lacuna che metteva l’ Inghilterra in stato di inferiorità rispetto alla G erm ania, p rov vista di un la rgo tesoro di gu erra, di perm ettere al G ov ern o, in ca so di m in accia di un conflitto, di fare spese al di là dei crediti ac cordati dalla Cam era, fino a con corren za di una data som m a, per esem pio di 125 m ilioni di franchi. Q u esta som m a, anzi, a v reb b e potuto iscriversi com e credito eventuale, in un bill annuale. Si ch iedeva ancora di preparare un vero tesoro di gu erra, rinforzando in tem po di pace il Treasury Che.st Fund. Ma a questa p rop osta di una nuova organ izza zion e finanziaria, avanzata da va ri deputati nella seduta del 7 m arzo 1904 della Cam era dei C om uni, rispon deva il C ancelliere dello sca cch iere, A . Cham berlain, m ostrandone tutto il p e ric o lo e la inutilità In ra p p orto ai grandi p rin cip i di co n tr o llo finanziario della Cam era e di libertà politica del paese. A ggiu ngeva pertanto che il G ov ern o, com e a veva fatto qualche altra v o lta , non avrebbe esitato, in ca so di bisogni urgenti per una m inaccia di guerra, di fare sotto la sua responsabilità, lenza credito tutti i preparativi necessari com patibili col segreto di questi preparativi. In q uanto poi alla costituzione di un tesoro di guerra, aggiungeva che l ’ Inghilterra ne ha u n o : il Sinking fu n d , un credito perm anente che si aggira sui 25 m ilioni di lire sterline e che in parte serve a pagare g li interessi del debito p u b b lico, ed in parte è destinato all’ am m ortam ento fa colta tivo del debito. S ospendere questo am m ortam ento sarebb e stata la prim a im- portante risorsa di guerra.
La Camera dei Comuni, accordando al Governo il primo voto di credito di 100 milioni di lire ster line, gli dava facoltà di procurarsi questa somma per mezzo di prestiti colla Banca d Inghilterra per somme poco importanti (ways and means advan- ces) e sopratutto di buoni del Tesoro (treasury bills).
I ways and means advances non hanno servito che come fondi per le spese ordinarie di tesoreria. I treasury bills invece hanno fornito le piu gran parte dei mezzi per provvedere ai bisogni durante i primi mesi di guerra. Furono emessi per un am montare di 90 milioni di lire sterline (2 miliardi e 250 milioni di franchi), a breve scadenza e cioè tutti a sei mesi eccetto per 1 ammontare di / mi lioni 500.000 1. st. (187.500.000 fr.) emessi il 16 set tembre 1914 a scadenza di 12 mesi.
Ma i treasury bills non erano che una risorsa temporanea, in attesa di un programma finanziano più vasto, che fu deciso soltanto nel novem-bre 1914
Mostreremo un’aiìtra volta le linee principali della meravigliosa organizzazione finanziaria pre posta alle grandiose necessita della guerra.
L a n f r a n c o Ma r o i.
EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA_ _ _ _
Scambi dell'Italia nel maggio 1915. — L ’« Uff. Trat tati e Legisl. Doganale» comunica i risultati del nostro commercio internazionale nel maggio 1915 m confronto col maggio 1914. Differenza m aggio 1915 m aggio 1914 Differenza
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mentairono di L. 170.000. ,,irim,n,r»rf;n7 in-Importazioni : il maggior aumento a11
zione fu. dato dai cereali, essendo entrato A m en to per 37.9 milioni di piu; avena P«u 8,3, grantureo per 2 2- 16 milioni in più di lana, 10,8 di cotone, 2,2 di iuta, 2,5 fra bozzoli e seta tratta. Vengono poscia altre materie greggia per T industrie, come oli mi nerali rame, ghisa, ferro, manganese, senni oleosi, T i l t U B 5 f " i . i n«U'importazione riguardano il carbone per 11,5 milioni il legname per 11 1, le macchine per 6,5; le altre minor, diminuzioni che, seguono concernono m buona parte prodotti fabbricati, come manufatti di cotone o d i seta mercerie, utensili di ferro, pneumatiche,_ cal zature e altri lavori di pelle, strumenti di precisione. E sport azioni: I maggiori aumenti all’esportazione li dettero 1 manufatti delle industrie tessili, come quelli di lana per 18 milioni, quelli di seta per 3 7 i filati di cotone per 5,6; fra ì prodotti a- g-Vàri figurano in aumento il sughero, l’olio d oliva, >,e frutta secche; invede gli agrumi presentano una diminuzione di 5,7 milioni dovuta principalmente a difetto di legname per la confezione dette cassette; mentre altri prodotti delTindustria agrumaria (es senze e citrato di ¡calcio) diedero, luogo ad aumento. Le altre ¡maggiori diminuzioni riguardano quasi tutti prodotti colpiti da divieti d’esportazione : uova, pelli crude, farine, riso, patate, minerali di zinco, paste, bastimenti, pneumatiche, pollame, frutti con servati, zolfo, crusca; eco.
Commercio inglese. — Pubblichiamo le cifre de) commercio inglese coireste,ro durante il mese di maggio scorso, paragonato con quello del maggio del 1914.
Le importazioni ascesero ad un valore di sterline 71.644.966 di fronte a 59.099.290 .sterline nel maggio 1914 con una differenza in più di 12.545.676 sterline così ripartita per categorie; . „
r ° Lire sterline
Bestiame, sostanze alimentari e tabacco . + 8.116.627
Materie g v e g g i e ... + ?
Oggetti manufatturati ... —■ , ''.VL
Generi diversi e pacchi p osta li... t lo.Aio
Le esportazioni ascesero ad un valore di 33.618.992 sterline di fironte a 42.051.390 sterline nel maggio 1914 con una differenza in meno di 8.432.198 sterline, cèsi -ripartita per categorie:
Bestiame, sostanze alimentari e tabacco . — 195.127
Materie g r e g g i e ... — 1.231.873
Oggetti manufatturati . ... — 7.237,580
Generi diversi e pacchi postali . . . . -f- 232.382
Totale . — 8.432.198
Il commercio di transito ascese ad un valore di 10.243.319 -sterline di fronte a 10.371.519 sterline nel m-aggio 1915, icion una differenza in meno di 128.200 sterline.
Quanto a,i primi cinque mesi dell’anno corrente si hanno le seguenti cifre complessive di fronte ad -periodo corrispondente del 1914 :
1915 1914 Differenza
Lire sterline Lire sterline Lire sterline
353,250.702 317.649,357 — 35.01.345 150 389.320 215.584.635 — 65.19.315 41.972.681 50.598.222 — 8.550.301 Importazioni Esportazioni Coni, di trans.
La mano d operà in Inghilterra. — L’« Economist » di Londra del 22 pp., nelle «note sugli affari e sulla finanza » ne consacra una alla situazione della marno d’opera in aprile, i cui dati sort presi dalla « Labour Gazette». Una speciale relazione del «Bo ard of Tra-de » su questa, situazione i-n febbraio, diceva già che manicavo- la mano d’opera, sebbene le ore supplementari di lavoro entrassero in forte proporzione nell’attività industriale. Ciò sotto la duplice influenza del reclutamento militare m-al controllato -e -degli enormi bis-o-gni di munizioni di guerra.
La percentuale degli operai disoccupati lite, tranne nei primi tre mesi de,lite ostilità, dava nel 1914 una media mensile di 2 a 3 — in agosto, settembre ed ottobre, isi constatarono 7.1, 5.9, e 4.4 per cento di disoccupati — è rimasta costantemente al disotto di 2 dallo scorso mese di gennaio : in aprile è anche sceso ad 1.2. Tutte le industrie che interessano i contratti militari -sono estremamente attive : Le ore supplementari di Lavoro sono molte.
In confronto col 1914, l’attività è maggiore, spe cialmente nelle officine che trattano il ferro e l’ac ciaio, come nei cantieri marittimi ed altri, che fanno della meccanica in grande. Lo stesso dicasi delle 1 aperte, mercerie, calzature, sellerie, abiti, derrate alimentari. Invece, vi è una accentuata d'iminu zion-e nelle diverse altre industrie; quelle ad esem pio delia tela per biancheria, dei pizzi, del vasel lame, dei mattoni, ed altre come quelle delle lastre d’acciaio stagnate, di cui il numero delle officine in attività è minore di quanto lo fosse un anno fa. A proposito di quest’ultima, si sarebbe potuto credere, invece, che la guerra le avrebbe fornito un elemento di attività.
Nel l’agricoltura, dappertutto vi è mancanza di mano d’opera, specialmente nelle fattorie; gli a-iutì, in alcuni distretti, mancano assolutamente, ciò ch-è cagiona un certo imbarazzo pel mese di giugno, in cui accio,ree, -abitualmente, prenderne molti. In certi contadi Le donne si sono occupate della semina delle patate.
La diminuzione del carbone in Inghilterra. — Se condo una relazione ufficiale del Comitato Dipar timentale -pires-ieduto da isir Richard Rodmayne, ispettore delle Miniere, il numero totale dei mina tori arruolatisi alla fine di febbraio ascendeva a 191.170. La riduzione, della mano d’opera nelle mi niere di -carbone era alla fine di febbraio del 13 e mezzo per -cento in rapporto al luglio 1914. La dimi nuzione della produzione pel periodo compreso fra il 1» agosto 1914 ed il 28 febbraio 1915 è valutato a 3.044.329 tonnellate al mese, cioè una diminuzione del 13 e mezzo per cento. Se la proporzione si man tenesse nei -mesi seguenti, la riduzione della produ zione per il primo anno di -guerra sarebbe- di 36 mi lioni e mezzo di tonnellate.
Allato a ta.l-e diminuzione di produzione, si deve tener conto della probabile riduzione delle esporta zioni che -può esser calcolata a 24 milioni di tonnel late. Il deficit netto -sarebbe dunque di 12 milioni di tonnellate, ma se i minatori avessero continuato ad
arruolarsi in eguale proporzione il deficit sarebbe aumentato ,a tal punto da poter colpire la -situazione industriale del paese.
Il Comitato dipartimentale -suggerisce, -come .ri medio, delle conferenze tra proprietari di miniere ed operai per giungere a-lla sospensione della legge di 8 ore-. Esso- -consigliava pure di cercare di dimi nuire la disoccupazione volontaria degli operai che nell’attuale periodo dovrebbero frequentare più assi duamente la miniera. Infine, e-s-so faceva appello al pubblico per economizzare il -carbone-, \
Statistiche municipali milanesi. _ Il bollettino sta tistico municipale del me-se di m-aggio, contiene alcune notizie sugli effetti cito la chiamata sotto le armi di un numero notevole di cittadini ita prodotto sulla vita cittadina in genere e su quella municipale in particolare.
Come conseguenza di maggior rilievo, il richiamo . di multi -cittadini sotto le armi ed il loro allantan-a
mento dalla città ha- prodotto una forte diminu zione ne.l consumo del .pane, che si è ridotto di oltre un quarto, passando da 1600 quintali al giorno a 1100 circa.
Dall’Ufficio Leva vennero- rilasciati circa 1200 cer tificati pe-r persone die chiedono di esser nominate ufficiali di complemento, dii milizia, mobile e terri toriale. Il 31 maggio, dal Gomitato interventista si richiesero circa 800 certificati di nascita -per arruo lamento volontari,
La sorveglianza urbana ebbe notevolmente inten sificato il lavoro.
Tutti gli uffici comunali hanno poi dovuto ren dere più intensa la loro attività nonostante- i-1 ri chiamo di moltissimi impiegati, salariati e operai. A tutto il 31 maggio- erano -stati -chi-amati sotto le anmi 1904 dipendenti del Comune, cioè un -set timo dei totale. Il maggior numero di richia mati si ebbe fra gli impiegati d’o-rdine (109), tra 1 vigili urbani (140), tra le guardie daziarie (147), tra gli inservienti (127), tra gli operai e i sorveglianti tecnici (243). Il solo gruppo dei -segretari ebbe 6 richiami -su- 23.
Nel personale tramviario della Società Edison al 31 maggio erano- stati -chiamati al .servizio -militare 1325 -agenti delle tram vie urbane ed erano stati as sunti In sostituzione 677 agenti. Il servizio urbano delle tramvie è stato ridotto del 14 per cento circa.
La statistica del mese di aprile non è confortante e 1-e- aspettative per una ripresa generale, seppu-r lieve, della vita economica rimasero deluse.
In aprile il numero dei matrimoni è sempre molto elevato, m-a in quest’anno (460), è inferiore alla media del triennio (571) e a-1 numero- delle celebra zioni avvenute nell’aprile 1914 (565); il numero delle nascite (1009) è lievemente diminuito sul mese pre cedente (1084) e sul mese corris-pondente de-Il’anno scorso (1132), e la media giornaliera è stata di 33,63; Tim migrazione netta è discesa da 2128 in marzo a 505 perchè l’efflusso dal d,i fuori si è arrestato; la mortalità gen-e-rale (915) segna un lieve aumento sul triennio- (878) ma una diminuzione sul marzo (1039); sono cresciute da 107 a 128 1-e morti per malattie tubercolari e discese da 148 a 108 quelle per polmonite cruposa.
Il dazio consumo d-à un provento. minore, sui m-ese precedente, di 150.000 lire, con una diminu zione specialmente nelle bevande di quasi 100.000 lire e dii q-ua-si 35.000 lire nei materiali di costru zione, e un aumento di oltre 60.000 lire nelle der rate alimentari; ili numero d-egli animali abbattuti nel macello è cresciuto da 22.126 a 33.517.
I fallimenti sono diminuiti, quelli superiori alle 5000 lire, da 55 a 44, quelli inferiori da 38 a 22, Ebbero un lieve incremento le- tramvie eh,e- distri buivano oltre 6000 biglietti in più al giorn-o. Gli ¡indici d-el pauperismo son-o pe-r altro in aumento; cresciute le sovvenzioni del Monte di Pietà di altre 50.000 lire, cresciuti a 490 gli ospiti dei ricoveri notturni, e- aumentati da lire 12.462 a lire 18.425 i sussidi erogati dal Comune per la beneficenza.