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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.42 (1915) n.2170, 5 dicembre

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(1)

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI REDAZIONE M. J. d e Jo h a n n is — R. A. Mu r r a y

Anno XLII - Yol. XLYI

Firenze-Roma, 5 dicemembre 1915 { E

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v J l L X “anearg0,a

N. 2170

« L ’E c o n o m is ta » esce q u e s t’anno con 8 pagine,

di più e q u in d i il suo co n ten u to più am pio dà i m odo di introdurre n u o ve rubriche e n u o vi p e rje-j zionam enti.

I l prezzo di ab b o n am en to è di !.. * o an n u e a n tic ip a te , p e r l ’I ta lia e Colonie. P e r l’E stero (unione po stale) L. *5. P e r gli a ltr i paesi si ag g iu n g o n o le spese p o stali. U n fasci­ colo sep arato i.. i .

SOMMARIO:

PARTE ECONOMICA.

Atto d ì fede.

Metodi negativi e m etodi p o sitivi, E. Z.

L a guerra e il commercio dei nostri prodotti a g ra ri,

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

Il censimento economico degli Stati Uniti — Il commercio estero della Grecia e il blocco economico dell’Intesa — Le risor­ se economiche della Turchia Asiatica.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA.

I valori industriali e la guerra — La deficienza e l’enorme rincaro del legname.

FINANZE DI STATO.

II costo della guerra in Italia al 31 ottobre 1915 — I prestiti della Russia dopo la guerra — Il bilancio della Russia per il"1916 — Prestito di banche inglesi negli Stati Uniti — Apertura eli un credito russo negli Stati Uniti — Il debito austriaco è aumentato di cinque miliardi — Finanze francesi — Il credito anglo-ameri­ cano — La sterlina sui mercati neutri.

IL PENSIERO DEGLI ALTRI.

L e situazioni economiche degli S ta ti U niti in E u ro p a , L. Luz-

z a t t i — R ea llà e illu s io n i nel campo tributario, L. Ein a u d i— Gli e ffe tti della lotta antialcoolica in R u ssia , A. Cantono — Norì^di-

m entichiam o Vagricoltura.

LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Le indennità ai cittadini italiani per gli atti di ostilità del nemico — Nuove norme per la determinazione dei cambi per i pagamenti doganali — Procedura per i ricorsi ad azioni in ma­ teria di retribuzioni di quadrupedi e veicoli per il Regio Esercito — La requisizione delle pelli bovine ed equine — Riduzione delle tariffe ferroviarie di trasporto per i porti adriatici — Proroga al 30 giugno 1916 dell’abolizione temporanea del dazio sui cereali — I Collegi dei Probiviri in tempo di guerra,

NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

11 commercio internazionale dell’Italia — Il problema della mano d’opera in Francia — Progetti di riforme fiscali in Russia — La Russia e la importazione dei prodotti dell’industria elet­ trica — Il costo della vita in Ispagna — La produzione di mine­ rale di manganese in Russia — La produzione di carbone in Au­ stria — La Germania senza concimi — Il rincaro del latte: l’e­ sempio della Svizzera — Il commercio dell’Egitto,

MERCATO MONETARIO E RIVISTA DELLE BORSE.

Sitnnzione degli Is titu ti di Credito m obiliare, Situazione degli Is titu ti di em issione ita lia n i, Situazione degli Is titu ti Nazio­ nali Esteri, Circolazione di Stato nel Regno Uuito, Situazione del Tesoro italian o, Tasso dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, R iscossioni doganali, R iscossione dei tributi n e ll’eser­ cizio 1914-15, Commercio coi principali Stati nel 1915, Espor­ tazioni ed importazioni riunite, Importazione (per categorie e per m esi), Esportazione (per categorie e per m esi). Prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato

ita lia n i, Stanze di compensazione, Borsa di P arigi, Borsa di Londra, Tasso per i pagamenti dei dazi doganali, Prezzi del­ l ’argento.

Cambi in Ita lia , Cambi a ll’Estero, Media u fficiale dei cambi a g li effetti d ell’art. 39 del Cod.comm., R ivista dei cambi di Londra, R ivista dei cambi di P arigi.

Indici economici ita lia n i.

Prezzi dei generi di maggior consumo in Ita lia per mesi e regioni nel 1914.

Porto di Genova, Movimento del carico. Indici economici d e ll’ « Economist » . Credito dei principali S tati.

Numeri ìn d ici annuali di varie nazioni, Pubblicazioni ricevute. I

I m anoscritti, le p u b b lica zio n i per recensioni, le com unicazioni di red a zio n e d evo n o esser dirette all’avv. M . J. de Johannis, 56, Via G regoriana, R o m a .

PARTE ECONOMICA

A T T O

DI F E D E

L a C a m e ra h a co l v o to d i ieri e s a u r ito in s o s ta n ­ z a il su o c o m p ito . H a fa tto atto di f e d e , n e l G o v e r ­ n o , n e ll’e s e r c ito , n e l p a e s e , n e lla v itto ria e d h a c h iu s a la b r e v e d is c u s s io n e c o n u n c o n s e n s o e s p li­ c ito e d in a tta c c a b ile a lle d ire ttiv e c h e h a n n o g u i­ d a to n e l l'o r a diffìcile la n o s tr a N a z io n e .

A tto di f e d e n e l G o v e rn o ; n e l G o v e r h o c io è di S a la n d ra , d i S o n n in o , d i O rla n d o , d i C a v a s o la , di D a n e o , di C a rc a n o , e c c . e d a n c h e d i B a rz ila i : a le g g e re la lu n g a n o ta d e i 405 c h e in c o n d iz io n a ta ­ m e n te h a n n o a d e r ito a ll’a z io n e p iù r e s tr ittiv a , p iù lim ita tric e di lib e r tà , p iù fisca le c h e m a i g o v e rn o a b b ia d o v u to a d o tta r e , ci si s e n te di tr a tto in tr a tto b a lz a re di s o r p r e s a .

U n ta l g o v e rn o , u n g o v e rn o di c o ta li u o m in i, già in la rg a p a r t e u n te m p o d e tro n iz z a ti, p e r la s e m ­ p lic e e n u n c ia z io n e d i u n re g im e fisca le p iù a s p ro ; g ià a b b a ttu ti p e r il se m p lic e tim o re d i u n a t e n d e n ­ z a r e a z io n a ria , g ià c o m b a ttu ti v io le n te m e n te p e r ­ c h è n o n a d e r e n ti a d u n a p r o p o s ta d i p r e v id e n z a so c ia le tr o p p o g r a v o s a p e r lo S ta to , oggi c o n s e g u e c o m p a tto , c o n c o r d e , in c o ra g g ia to a n z i il s u f fr a ­ gio, n o n so lo deg li u o m in i d e l su o p a r tito , m a d e ­ gli a v v e rs a ri p iù a c e r r im i e c h e p e r lu n g h i a n n i a p p a r v e r o in c o n c ilia b ili. O h , s tr a n e z z a d e lle v i­ c e n d e u m a n e .

(2)

1134 L’ECONOMISTA 5 dicembre 1915 - N. 2170

Metodi negativi e metodi positivi

IL

Osservammo nel precedente articolo (1) che occu­ parsi esclusiva-mente o troppo prevalentem ente di di bandire d a l consumo italiano i prodotti tedeschi, è ad o ttare u n p rogram m a sterile, seppur n o n /d an n o ­ so, peirlchè soltanto negativo. lino positivo consiste invece nel so stitu ir loro quelli nostrali che abbia­ mo sem pre avuti, non solo; quelli inoltre cihe sap re­ mo m etterci in grado di fabbricare da ora in poi, ed anche, vogliamo aggiungere, u n certo num ero di quelli provenienti da paesi amici.

Giustamente- disse il prof. Ghino Valenti, in un suo recente discorso d ’inaugurazione dell’anno 'accade­ mico alU’U-niversità d i Siena, che si dev-e bensì n a ­ zionalizzare la produzione italian a, ma-che ciò signi­ fica dare il m assim o sviluppo a tu tte le risorse pae- : sane, ih g u isa da non im portare quello che si può convenientem ente ottenere in p a tria ; non già -preten­ dere che- l’economia ita lia n a diventi un campo chiu­ so, si contenti di -ciò ch-e sa pro d u rre e non .voglia altro, anc-he perchè è ovvio che rinunziando a ogni im portazione da a ltri paesi, cessa la possibilità d ’esp o rtare più n u lla dai canto nostro.

E poiché l’Italia, come ogni altro Stato, forse non p o trà m ai p ro d u rre in casa p ro p ria tutto quello che Iie occorro, _ m a meno- che m ai lo p o trà entro pochi anni, se si vuole sul serio respingere l’invadenza germ anica o porvi un freno- molto forte, la prim a cosa d a prefiggami è di dare grande -impulso alla produzione in tern a, m a in p a ri tem po accordarsi con gli S tati am ici p er fa r luogo a un attivo scam ­ bio su lla base di un equ-o do u t des. Come- p e r la guer-m, così anche p e r la attività in d u striali © com- me-rcn-ali bisogna, di fronte ai nemici, avere degli alleati. Credere- di p oter fare tutto da sé è un sogno.

Questa v e rità è per noi cosi lam pante, ohe la. vediamo ri-presentars-i al nostro -sguardo ad oo-ni occasione. Indichiamone- u n a o due.

H giornale inglese Morning Post annunzia che tanto la Franata, quanto la R ussia hanno accolto con entusiasm o l’idea d’im porró dei dazi punitivi contro il commercio tedesco. I governi dei du-e Stati sarebbero favorevoli al progetto.

La pro p o sta originariam ente av anzata dalla Mor­ ning Post rig u a rd a v a l’aum ento delle tariffe do­ g anali a ttu ali, destinato a -colpire solo, ]-e Importa - ziioni tedesche o autriach-e secóndo u n a scala p r o ­ gressiva i-n proporzione d-el num ero dei mesi di g u erra, Nel progetto, il territorio liberato da-ll’inva- sione com m erciale - teutonica n-on s-olò -comprenderà la Frane-ila, la Russia, la Gran B retagna con le co­ lonie, 1 India, il Canadà, l’A ustraiia, l’Africa inglese e francese, m a anche l’Italia.

Ora la Morning Post dice: « Noi c i 1 perm ettiam o d i su g g erire all’Ita lia che sarebbe /a ssa i meglio di­ videre senz-a riserva le fortune dell’Intesa, la quale non h a intenzione d'i -permettere che i term ini del­ l’accordo finale debbano essere modificati d all’in­ tervento di n e u tra li dopo la guerra.' La G erm ania non p erdonerà all’Ita lia qualunque co-sa faccia I- no-ltre la g u e rra presente offre all’Ita lia una m ag n i­ fica op p o rtu n ità di lib erarsi dàlie finanze tèd-eske- che finora _ ostacolarono © stran g o laro n o il com­ m ercio italiano. Se l’Ita lia desidera l.’mdipen-den-za econom ica deve colpire la Germ ania ».

-E noi diciam o: Benissimo, m a a un p a t t o .-E d è che se l’esito della g u e rra sa rà tale, come sp eria­ mo, d a perm ettere d’applicare il suddetto -program­ m a, questo n-o-n cominci e finisca col s-olo porre ostacoli alle iinportazioni della Germ ania, ina -com­ p ren d a inoltre tutto u n nuovo sistem a poco fiscale dii. agevoli scam bi tr a i paesi sopraindicati; aggiun­ gendo così a un accordo d’indole negativa, -che si sia creduto buono, uno d’indo-le positiva che di re-rt-o sarebbe- ottimo. Se no tu tti i-partecipi dell’acc-ordo, o la m aggior p-arte, probabilm ente si priverebbero ’di qualche prodotto utile ai proprio consumo e sicu ra­ m ente restringerebbero i-1 campo alle loro rispettive esportazioni. il)

il) C ontinuazione, V. Economista n. 2169 del 28 nov. 1915.

Nell’ottob're -scorso venne d a P a rig i questa n oti­ zia :

« L’Unione in tern azio n ale -delle associazioni degli agenti e ra p p resen tan ti com unica che le g la n d i associazi-oni di commessi viaggiatori, -aderenti a l­ l’Unione internazionale d e ll’Ita lia e del Belgio, sta n ­ no organizzando a P arig i u na conferenza in te rn a ­ zionale per discutere le m isure d.a p rendere d u ra n ­ te e -dopo la g u erra, -special-mente p e r im pedire che qualche suddito dlei paesi nemici c-o-ri-servi o assum a le rappresentanze di case di commercio di alleati ».

Non crediam o ohe la conferenza abbia finora avu­ to-luogo.. Ma -sia -stata già tenuta, o sia p e r tenersi in .seguito, il su-o scopo, se-"è quello sol-o dianzi in ­ dicato, p are a noi troppo scarso. Im pedire altresì d i fiare u n a d a ta cosa? Sia; ma insieme proporsi di fa rla in su a 1 vecé, o meglio di lui, o altrettan to berne.

Diciamo questo, perchè fin qui i commessi v iag ­ g iato ri tedeschi, coirne è noto, hanno fatto ai loro colleglli d ’ogni altro paese una concorrenza altissi­ m a i© q u asi sem pre vittoriosa. L’evidenza dei risu l­ ta ti ita fatto -emergere senza contrasto e h ’essi ave­ vano -saputo rendersi superiori a tu tti per num ero, operosità, pieghe-v-olle-zza, tatto, cognizioni tecniche, conoscenza degli usi locali e delle lingue estere. Ben­ ché -c-osa o ram ai risap u ta, anc-he ultim am ente vi to rn av a -sopra l’inglese R ichard Bag-ot, scrivendo diaUTtalia a u n giornale di L ondra intorno al g ra n ­ de sviluppo in Italia del commercio della G erm a­ n ia a scapito -di quello de-UTnghiiterra. I tedeschi, egli osserva, avevano più tatto nel presentare- e d if­ fondere la -marce tra i clienti italiani. Essi risp e tta ­ vano le conis-uetuclini del m ercato italiano e si com ­ portavamo verso di ess-0 in modo che fos-se elimi­ n a ta ogni -difficoltà n ella com pera della mence s tra ­ niera. Così i -rappresentanti delle case tedesche ca­ pivano e p arlavano l’italian o : presentavano il li­ stino -dei p-re-zzi, i no-mi delle m erci, in ita lian o : u s a ­ vano pesi e m isure del sistem a metrico, decimale, facevano di tu tto insem ina perchè i com pratori non avvertissero nessun fastidio nel com perare dia-i fo­ restieri; laddove i -commercianti inglesi, persisteva­ no nell’uso inglese, e Patteggiam ento loro verso i clienti -era quello di « prendere o lasciare ».

V’è dunque sempre n-on poco da im p a ra re anche d a lla gente che n-o-n si -aína. Im itiam o. Salutem ex nimicis nostris... -purché il p ro g ram m a non consista -soltanto nel ta g lia r loro le strade, m a anche nel m ettersi a percorrerle con n-o,n min-ore ra p id ità e avvedutezza.

I.'occasione s i p resta quanto mai, 'm entre gli av ­ versari sono ,{tara-lizzati in m-o-lti loro movimenti. Nel nostro num ero del 7 novem bre pòrgem m o vari© notizie -su alc-unli p rincipali prodotti d-elPEpitrea, dai quali il nostro pae-se n-on trae tutto il profitto che potrebbe. P e r esempio, la madreipe-rla greg­ gia, benché dalle barche pese h-e re cicle del Mar Rosso venga p o rta ta sul m ercato d i M.pasaua, finora di là »’im b arcav a q u a s i-tu tta per Trieste, p e r essere poi la v o ra ta a Vienna. Adesso che le navi m ercan­ tili austriach e non possono navigare, -sarebbe il vero motíien-t-o di tra sp o rta rla fino a -uno dei nostri scadi e -di m ettersi a lav o rarla in Italia. Lo stesso si può dire per ila cera. N-o-i ne siamo im portatori d all’e­ stero, m entre quella che l’E ritre a e l’E tiopia p ro ­ ducono in abbondanza si avviava, p rim a della gu er­ ra, verso i P aesi Bassi, t ’ An-s t r ia - Un gh e-ri a e la Ger­ m ania. Que-sto fatto non deve più aver luogo, n ep­ p u re dopò la pace. Conviene che anc-he -cotesta m a­ te ria p rim a sbarchi a d d irittu ra in Ita lia e vi abbia ogni opportuna trasform azione industriale. Quello p-oi ch-e dovrebbe a d d irittu ra cessare è i’esportaz-io- ne di preziose- m aterie prim e che si producono sul nostro stesso -suolo, senz-a che sappiam o o ci cu ria­ mo di m anipolarle, e -che poi ricom priam o all’estero sotto La form a di prodotti fini.

Bq-sti citare le ottime essenze per la fabbricazione de-i profum i, delle quali sio-n-o ricche la C alabria e la Sicilia. Nel 1915, nonostante la g u erra, la loro e s o r ta z io n e è strabocchevolm ente -aumentata. R ap­ p resen ta alcune -diecine di m ilioni, ghe dobbiamo proporci di moìitópl-icane trasform ando, sui luoghi stessi di produzione, le essenze in profum erie ed esportando poi queste.

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5 dicembre 1915 - N. 2170 L’ECONOMISTA 1135

di consumo, è inoltre d a p ro fittarsi del buon mo­ mento p e r d a re u n a sp in ta a li’in d u tsria dei trasp o r­ ti. La m a rin a m ercantile A ustro-U ngarica, e quella G erm anica anche p iù temibile, sono oggi dei tutto paralizzate. N essuna circostanza, p iù favorevole per far conoscere la n o stra b an d ie ra in g ran d i e lon­ tani porti ove finora essa n oe sventolava, o molto di rado e per eccezione. Certi viaggi regolari,; u na volta risu lta ti redditizi, non hanno poi più ragione di cessare. E’ d a ten er presente che già da un pezzo perfino n ella Gina e nell’Africa Australe giungono merci italiane in q u a n tità abbastanza notevole, ma finóra, per lo più, con etichetta stra n iè ra e p e r mez­ zo _ di navi straniere. Ma anche in ciò, tutto per noi può mutare, in meglio, se adesso si approfitti del fatto che la concorrenza nei tra sp o rti è molto scem ata.

Insem ina, estendere e m ig lio rare i p ro p ri'serv izi, accrescere e m igliorare i p ro p ri prodotti, e il m iglior mezzo p e r escludere quelli altru i. Questo risultato viene egualm ente a conseguirsi, senza inconvenienti, anzi con più certezza, con m aggiore e più durevole tornaconto.

E . Z.

La guerra e il commercio dei nostri prodotti agrari

l i « A gricoltura m o d ern a » dei 26-30 settem bre pubblica u n interessante articolo di Sante Cettolini ’ su ll’influenza della (guerra sul commercio dei nostri

prodotti agrari.

Lo riproduciam o p er l’a ttu a lità dell’argom ento e p er la com petenza della trattazione.

I popoli non si com battono solo con le arm i; la g u e rra protende i suoi tentacoli d istru g g ito ri anche nel campo economico1 e scom piglia, quando non a n ­ nienta, il commercio, il q uale è il sangue vivifica­ tore delle nazioni. In q u ali condizioni si tro v erà l’I ­ ta lia agricola di fronte alla g u e rra attuale?

Poiché, a quanto so, uno studio di ricerche stasti- che in proposito non è stato ancora fatto, m i p a re sia opportuno se ne occupi il nostro giornalei Dallo esam e delle cifre sc a tu rira n n o convincim enti che non saran n o senza interesse. R istringo le ricerche alla F ran cia, alla R ussia, ed a lfln g h ilte rra t r a ¡.popoli am ici; a ll’A ustria-U ngheria ed a lla G erm ania che ci stanno contro; e, come base delle ricerche, p arm i sia bene p rendere in considerazione l’anno che prece­ dette fa ttu a le perturbazione, cioè il 1913.

L’Ita lia in quell’anno ebbe, con l'A ustria-U ngheria un commercio d’im portazione complessiva di lire 264.120.000; contro uno di esportazione di L. 218 m i­ lioni 839.000; l’Italia, dunque, arricch iv a la sua ne­ mica. fu tu ra , di L. 45.281.000. Molto più g rav e è lo sbilancio fra il n o stro paese e la G erm ania verso la quale noi fum m o trib u tam i p er L. 274.121.000, poi­ ché ad u n a im portazione p er L. 612,459.000 non si potè conti-a-pporre che u n a esportazione d i soli 338 m ilioni 338.000 di lire.

Nè di fro n te alla F ra n c ia ed a lfln g h ilte rra , ci tro ­ viam o in condizioni diverse; di’fatti, dalla p rim a, noi riceviam o p er L. 280.875.000 di m erci e n o n gìiene spediam o che p e r L. 230.880.000, con u n a differenza, a nostro danno, di L. 49.995.000; d alla seconda si è av u ta u n a im portazione — in p a rtic o la re modo c a r­ bone (L. 337.902.000) — p er lire 601.091.000 e v,i si spedirono m erci p e r L. 261.112 con u n a differenza, a nostro danno, di L. 339.989.000. Ma se da questa som­ m a d e p u ra ta d a ll’im porto del carbone, togliam o quella, devoluta a m erci a cui l’Ita lia stessa potrebbe provvedere con poco sforzo (solfato di ram e, lan e e cascam i, m a n u fatti di lana, ferro ecc.) l’In g h ilte rra ci diventerebbe facilm ente trib u ta ria ; o, se potessi­ mo intensificàre, come vedremo, qualche ram ò della

n o stra esportazione specialm ente prodotti ag rari

— lo squilibrio diverrebbe irriso rio od a, nostro v a n ­ ta sgio. Veniamo o ra a notizie di dettaglio. *

L a G erm ania non ci m andò vino comune da pasto: tu tto si rid u sse a venderci 34.800 bottiglie di vino fino e (Spumante; dello stesso vino e, di duello supe­ riore da pasto, la F ra n c ia oe ne m andò 70.700 botti­ glie, ^assieme a poco più di un m igliaio di ettolitri di vini com uni i quali non v arcano il lim ite dei paesi d p confine. I vini fini e gli spum anti ra p p re ­ sentano il consumo della classe ricca; se la. F ran cia,

poiché la Cham pagne è in g ra n p arte devastata dalla g u erraj e la G erm ania non ci invieranno più il loro spum ante, s a rà ta n to di guadagnato per l’enologia ita lia n a che p o trà d are m aggior increm ento ad u n ram o d’in d u stria vissuto, fino ad ora, molto a ll’om­ bra.

Notevole invece è il trib u to che l’Ita lia pagò agli im peri cen trali p er la im portazione della b irra , poi­ ché la G erm ania ce ne m andò hi. 24.056 e ^A ustria hi. 50.957; questo commercio è cessato compieta- m ente; e se anche questa cessazione fosse tem pora­ nea, d a rà modo alla in d u stria ita lia n a di raffor­ zarsi e p re p a ra rsi a vincere la concorrenza estera; purtroppo, in Italia, il paese del vino, ci si v a abi­ tuandosi a lla b irra , la bevanda popolare dei nostri nemici!

P e r quanto rig u a rd a l’im portazione delle sostanze grasse, la F ra n c ia im portò in Ita lia p er q u in tali 18.513 d’olio di cocco; 12.784 la G erm ania; 6.376 l’In ­ g h ilterra; d’olio di p alm a ce n e venne venduto', dal­ l’In g h ilterra, quintali 38.505 e d alla F ra n c ia 5.264; di quello d’arachide, d alla sola F rà n c ia , ce ne p e r­ vennero q u in tali 31.986, Q uesta m erce dunque p o trà non venir m eno a l nostro m ercato, e gli alleati n ostri su p p liran n o a quella p a r te che ci veniva d alla Ger­ m ania, la quale, del resto, avendo p erd u ta la m ag ­ gior parte- delle sue colonie, non avrebbe potuto con­ tin u a re a fornircene anche se con essa non avessim o rotto qualunque rapporto.

M algrado che l’Ita lia abbia dato larg o im pulsò all’in d u stria della fabbricazione dello zucchero, pu re l’A ustria ce ne m an d av a p e r 52.200 q u in tali e 8.070 la F ran cia; ora, la F ra n c ia del Nord, precisam ente la p a rte in v asa dai tedeschi, quella, cioè, nella quale ha cogí a lta im portanza la coltura della b arb ab ie­ tola da zucchero, non p o trà fornircene, l’A ustria nemmeno; è quindi lecito supporre che ta le defi- cenza s a rà colm ata d a lla produzione italiana.

E di fatti così è.

Il tan n in o im puro, la di cui im portazione si col­ lega in modo speciale con la concia delle pelli, ci veniva som m inistrato p er quintali 5.576 dall’A ustria- U n g h eria; p er 40.535 dalla F ran cia, p e r 14.835 dalla G erm ania e p e r 6.644 d all’In g h ilterra; sono dunque circa 20.000 q u in tali di questo prodotto a cui biso­ g n erà provvedere; m a, la esportazione ita lia n a , in questo genere, è così im portante da supplire col n o s tro . a ‘quello che ci m anca; ad ogni modo ove ce ne occorresse, noi troverem m o nell’A rgentina u na larga fornitrice di tannino: essa, già ce ne m andò quintali 37.780 ed è in condizioni da au m en tare fa­ cilmente questa, cifra.

Di (solfato ammonico, il quale ha u n a così notevole im portanza, specialm ente p e r la n o stra ag ricoltura, l’A ustria-U ngheria ce ne m andava q u in tali 20.856’; la G erm ania 46.874: f ln g h ilte rra 90.281; sono quindi circa 67.000 quintali di solfato am m onico che ci ver­ ran n o a m ancare; m a, p e r quanto rig u a rd a l’a g ri­ coltura, il m ale non è poi còsi grave, potendo essa avere a sua disposizione altre fonti d’azoto.

S em on altro p renderanno m aggiore sviluppo i so­ vesci semplici di legum inose e la siderazione.

D isgraziatam ente questo non si può dire pel sol­ fato ili potassio di cui la G erm ania ci è q u asi la sola fornitrice, in quantochè, su q u in tali 98.392 di im portazione, ce ne spediva ben 96.804; m a non po­ trebbe l’Italia, ove il bisogno' stringesse, t r a r p ro ­ fitto delle sue risorse n a tu ra li, utilizzando, a d esem­ pio. le ceneri delle p ian te m arin e di cui sono rico­ perte le sue spiaggie e nelle quali il carbonato di sodio si accoppia a quello di potassio, sebbene in proporzioni diverse?

Di concimi chimici la F ran cia ce ne m andò per "21.057 tonnellate; l’In g h ilte rra soli 1.351; quanto ci può pervenire dai paesi nem ici deve essere .ben poca cosa, perchè v a confuso n ella rubrica; « a ltri p aesi ». N o n è così, invece, p e r quanto rig u a rd a le « scorie Thom as » delle quali la G erm ania ce ne spediva tonn'. 19.372: ci vengono a m ancare p u re le 47.795 tonnellate che com peravam o dal Belgio. LTnghilter- ra ce ne spediva per tonn. 20.882: da a ltri paesi non nom inati, se n e avevano tonn. 31.308: po tran n o queste fonti su p p lire al nostro bisogno? O, non dovremmo rico rrere ai «fosfati m in erali» che ci Pervengono

brindualm ente- dalla T urchia (tonnellate 436.500),

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1136 L’ECONOMISTA 5 dicembre 1915 - N. 2170

P er il solfato di ram e n o n ci sarebbe da tem ere la, m ancanza poiché esso ci viene, in larghissim a m i­ sura, d alilnghilte-rra d alla quale, su quintali 304.501 che furono im portati, se ne ebbero quintali 297.435; anzi, specialm ente p e r quello che, viene im piegato nella lotta contro i p a ra ssiti delle piante, se ne po­ trebbe fa r quasi -a meno supplendovi con la p ro d u ­ zione nazionale o con i su rro g ati (acetato basico, assicloruro...).

Bisogna però tener conto dei bisogni per l’esercito. Ma il viticoltore non rim a rrà senza difesa, purché supplisca a lla scarsezza del sale rameico, colla dili­ genza. Purtroppo, quest’anno ci è statò di triste e- sperienza.

P er quanto rig u a rd a i m ateriali greggi, l’Italia, che p u re è u n paese ove se ne producono q u an tità notevoli, ebbe bisogno d’im portare 74.687 q u in tali di ca n a p a greggia; m a, in questa cifra, la G erm ania non vi figura che p e r 1.212 quintali e la R ussia per 200. L’In g h ilterra, invece, e le sue colonie, c e rn e 1 fornisce q u asi tutto il rim anente; m ale da poco d u n ­ que a cui l’Ita lia può rip a ra re facilmente, d a ta la notevole esportazione che fa di questo prodotto.

Di lino greggio fu la R ussia a 'fornircene p er 22.170 quintali su u n totale di 25.092; m a è lecito sperare che, riso lta fra breve la questione dei D ardanelli, questa m a te ria p rim a non v errà a mancarci'; sarà, invece, un po’- difficile sostituire i 31,097 quintali di filati 'd i lino che ci venivano dal Belgio ed i 3.452 ohe -cd m an d av a l’A ustria, m a quando, la, R ussia a- v rà libero il suo commercio, potremo, in g ran parte, supplire coll’in d u stria nostra alla, deficienza di que­ sta merce.

Pel cotone dovremmo pensare a sostituire i 61.074 q u in tali che ci venivano d alla T urchia asiatica, su uh totale di quintali 2.018.81®; ciò non sa rà difficile ove le condizioni del commercio non si aggravino poiché i n o stri m assim i fornitori sono gli S tati Uniti (quint. 1.480.488), l’India B ritan n ica (quint. 352.250) e l’Egitto (quint. 103.835).

Ove la Sicilia e la Sardegna potessero disporre d’acqua, d’irrigazione, il nostro paese vedrebbe ben presto dim inuire la ingente somma ché deve spedire all’estero p e r il cotone. La G erm ania ci m andava quint. 6.295 di cascame di cotone; m ale da poco se ci m ancano; così dicasi per 1 filati di cotone che ci venivano dalla stessa fonte.

L’Italia, m algrado le num erose gregge che si alle­ vano nella, p arte M eridionale ed Insulare — non nero nel lim ite del passato — ha bisogno d’im portare dall’estero ben 115.496 quintali di lana n atu ra le ; ma a form are questa cifra non entrano i paesi a noi nemici: la, pad ro n an za che abbiamo del m are ’ce ne perm etterà gli acquisti in F r a n c ia ,'in Inghilterra e nelle loro colonie, nella, Spagna e nell’America m eridionale.

Su 53.582 quintali di la n a lav ata che si accruistò all’estero, TA ustria-U ngheria vi figura p er quintali 7.592. la Turchia. Europea per 561 è quella Asiatica per 4.055 a cui si p otrà, almeno in parte, supplire, specialm ente per mezzo della F ra n c ia ,e colonie afri­ cane. da cui se ne com peravano 16.281 quintali; dal- l’Tnghilterra che ce ne vendette quintali 5.626; dalla S pagna da cui se ne ebbero quintali 2.631. L’A rgen­ tina potrebbe da, sola supplire a questa deficenza poco rilevante, tanto più che, per lo passato, non ce ne spediva che soli quintali 1.112.

N essuna preoccupazione possiam o avere p er il ti­ m ore che ci vengano a m ancare le lane Pettinate poiché ce le fornisce la F ra n c ia (quint. 32.706) e l’In- g hilterra (15.661); la G erm ania non ce ne m andava che quint. 7.650 ed il Belgio quint. 5.842.

P er i scascam i di lana, di cui l’Ita lia ha bisogno di quint. 52.762, occorrerà supplire ai quint. 15.437 che ci m andava il Belgio ed ai 7.624 che com pera­ vamo in G erm ania. L’In g h ilterra ce ne. vendeva già q u in tali 15.504 e la F ra n c ia 12.274; alla, differenza p o trà supplire l’A m erica m eridionale. A ltrettanto dicasi p e r i tessuti di lan a di v a ria n a tu ra pei quali andavam o debitori alla G erm ania ed all’A ustria per poche m igliaia di quintali.

L’in d u stria della seta attraversò, in Italia,, u n pe­ riodo di crisi preoccupante di cui se nè risentono ancora le conseguenze ed il paese classico pei suoi allevam enti di bachi e p er i suoi setifici, dovette essere trib u ta rio all’estero p er non meno di 150 m i­ lioni alTanno. Ecco come si è rip a rtita la im por­

tazione dei bozzoli e della seta nelle sue diverse forme: A u s tria . . . Q .li Bozzoli vivi 1.517 Bozzoli . secchi 6.096 Seta tratta greggia tinta F r a n c i a . . . » 266 130 1467 15.517 R u ssia . . . » - — 12.983 _ _ T u rc h ia ed al­ t r e co n tra d e d e ll’A sia » 23.874 G erm an ia . . » — — 139 7.057 P e r i c a s c a m i g r e g g i d i s e t a s d r u s a e s tr a z z a , biamo: per l’A u stria u n a im portazione di quint. 87, per la F ra n c ia 347; p e r a ltri cascam i d alla p rim a quint. 533; p er la- seconda quint. 1892. Il resto- ci viene d,all’Estrem o Oriente. Tanto meglio se l’a g ri­ coltura ita lia n a p o trà avere, per quanto rig u a rd a u n ram o così im portante della sua attività, m ag ­ gior sviluppo onde- sopperire, a lla -deficienza della im ­ p o rtazio n e,'n o n -solo della m a te ria p rim a , mia anche p ér i tessuti d i cui la G erm ania ci è larg a forni­ trice, assieme- alla Svizzera, alla F ran cia, allTnghil- te rra , e, perfino, al Giappone.

U n’a ltra im portazione la di cui im portanza si vedrà lim itata volontieri è quella della seta artifi­ ciale'; su kg. 340.727, che ci vengono da fuori, ben 137.13^ spettano- alla G erm ania; 76.000 alla F ra n c ia e- 70 o- 80_ a l Belgio; m a, p u r troppo, è prevedibile che la Svizzera, che ce- ne m andò 34.058 kg., sa p rà tnar profitto delle condizioni a lei favorevoli, create dalla g uerra. Se- si potessero risp arm iare i 4.770.178 lire -che ci costa questa merce- - ché -ha in sé cosà poco valore « che seduce solo lle piccole borse della classe che vuol com parire spendendo poco, quanto meglio sarebbe!

Un. problem a che si presen ta di -soluzione p iu t­ tosto difficile- è quello che si riferisce all’im porta­ zione del legnam e e suoi derivati; p u r troppo noi non abbiam o che iniziato appena, ed an co ra con ten tativ i incerti, oscillanti, la politica forestale e l’opera di rim boschim ento; le Calabrie-, la, Sicilia, la S ardegna e, qua e là, u n pò tu tte le regioni ita ­ liane, non possiedono che le reliquie dell’antica ric­ chezza boschiva, nè vi si può rim ediare se non- col lavoro di molti e molti decenni.

L’A ustria-U ngheria -era la n o stra grande- fornitrice di legnam e; -essa, infatti, ce ne spediva tonnellate 136.713 di lagno rozzo- -o semplicemente squadrato, su un totale di tomi. 189.367, a form are le- quali la G erm ania concorse con tonn. 14.298 e la F ra n c ia con 10.768; di legno squadrato ce ne forniva to n n el­ late 904.074 su u n complessivo- di 1.158.328, nel quale gli S tati Uniti di America, -entrano p er tonn. 174.207, la R ussia am ica, 13.517; là in certa R om ania p e r 35 mila. 5$6 e la nem ica G erm ania 5.780. Anche p e r le assicelle adatte a lia costruzione delle scatole, casse di spedizione era l’A ustria che ce né forniva q u in ­ ta li 19.682 su u n totale di 21.696; di legna da fuoco ce ne m an d av a q.li 74.944 sui 98.170 d’im portazione complessiva, a form are la quale, la Svizzera e n tra p er quint. 20.265; di carbone di legna, su ¡quintali 79.027,. l’A ustria ce ne vendeva 48.109; il rim anente ci viene quasi tu tto dalla F ra n c ia (tonn. 24.570).

Poco tim ore p er la loro in d u stria hanno, invece, i mbottai i quali troveranno negli S tati U niti, che già, m an d an o in Ita lia , quint. 16.275 di legno per fustam e sui 20.050 che ce ne occorrono; i 3.327 quintali di cui siam o debitori all’A ustria potranno dunque, fa ­ cilm ente essere rim piazzate; notisi poi che, di questa mence, noi facciamo, come vedremo, u n a discreta esportazione; non così facilm ente invece sa rà per i 23.703 -quintali di pali, pertiche e rem i che ci t e n ­ gono d a ll’A ustria ed i 21.199 dalla G erm ania, su un complessivo di quint. 60.885.

O ltre alle doghe l’Ita lia enologica riceveva d al­ l’Austria, per kg. 4.664 di fustam e cerchiato in fèrro e 10.390 dalla G erm ania; la n o stra in d u stria sapreb­ be t r a r profitto da questa deficenza; m a la triste vendem m ia h a risolto il problem a; l’utile, del resto, non è che di poche diecine di m igliaia di lire; a l ­ tre tta n to si può dire p e r quello che rig u a rd a la introduzione della mobiglia nella quale, orm ai, il nostro, paese eccelle.

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5 dicembre 1915 - N. 2170 L’ECONOMISTA 1137

L a im portazione dei cavalli si lim itava, p e r quanto rig u a rd a l’A ustria-U ngheria, a soli 6.409 capi; p er le vacche a 1.746, pei giovenchi a 1.740, pei vitelli a 1.590; la G erm ania, in questa ru b rica, non compa­ risce affatto; vi com paiono la F ran cia, la T urchia e l’In g h ilterra; m a s a rà diffìcile che anche le terre am iche pensino ai bisogni nostri m entre devono provvedere ai casi p ro p ri; m a avrem m o, p e r quanto è possibile, sem pre l’A m erica e l’A ustralia à nostra disposizione, del resto la m ancanza della nostra esportazione in A u stria ci com penserà della defi- cenza della im portazione; n e avvantaggerà poi l’in ­ d u stria nazionale ed in p artic o la r modo la Sardegna, an co ra così ricca di pascoli, sebbene — cosa stran a e dolorosa — povera di foraggio conservabile, col quale fa r fronte alle' diffalse invernali.

In tan to a parziale approvvigionam ento del popolo nostro 1 potrem m o intensificare l’introduzione delle c a rn i congelate ed in crem entare l’allevam ento degli an im ali ovini e di quelli da cortile.

Il commercio d’im portazione delle pelli bovine costò allT talia ben L. 65.651.840 p er quint. 21.596 di merce; m a l’A ustria non vi partecip a che per 3.908 quintali; tu tto il rim an en te ,ci può pervenire dagli S tati Uniti, dalle repubbliche Sud-A m ericane; la F ra n c ia dovrà p en sare ai casi propri e così l’In ­ g h ilterra, ed è probabile che ci vengano a m ancare i 17.456 q u in tali che ci m an d av a la prim a ed i 6.040 della seconda; m a come vedremo, restringendo la n o stra la rg a esportazione di questa merce, non ab­ biam o molto da tem ere in questo campo.

Non così per qu an to rig u a rd a il nostro bisogno di pelli di m ontone e di agnelli, m a specialm nete _dei prim i, dei quali se ne im portarono quint. 19.370, di cui 4.123 d a ll’A u stria e 5.203 d alla F ran cia; m a p àssato il prim o scompiglio doloroso non v’è da tem ere troppo poiché avrem o sem pre a p e rti i m er­ cati delle Americhe e dell’A u stralia e, come già si disse, l’allevam ento ovino p o trà estendersi più di quanto ora non sia, nelle regioni m eridionali ed isolane.

Di m acchine a g ra rie l’Italia, nel 1913, ne importò per quint. 101.458 di cui 6.939 d all’A ustria; 14.404 dal Belgio; 8.065 d alla F ra n c ia ; 46.699 d alla Ger­ m ania; 13.630 d a irin g h ilte rra e 9.924 dagli Stati Uniti; questi ultim i sono destinati a ricevere l’ere­ dità/ della G erm ania e del Belgio; m a non è im pro­ babile che il fertile ingegno italiano non approfitti della circo stan za p e r cre a re questa in d u stria, la quale, per il nostro paese, è ancora nascente.

P e r le m ietitrici e le falciatrici penserà a provve­ dercene l’America del Nord la quale ce ne m anda già quint. 42.415 sui 52.461 introdotti; a supplire i 5.150 q u in tali che si acquistavaho in G erm ania, ci v o rrà poco.

Reca sorpresa, a chi conosce quale fam a godano i prodotti v etrarii. italian i, che le nostre industrie di bibite, ed in p artic o la r modo la enologia, debbano im p o rta le dall’estero quint. 68.474 di bottiglie delle quali la G erm ania ce ne m andò ben quint. 36.535, l’A u stria 16.657 e i a F ra n c ia 14.288; la g u e rra a t­ tuale può, quindi, d arci modo di em anciparsi da questa im portazione a lla quale l’Ita lia può' provve-, etere da sé.

’ L a questione la p iù torm entosa, pel nostro popolo, sem brava fosse quella della provvista dei cereali. Ma il nostro Governo l’h a sap u ta affrontare con risu lta ti lodevoli e l’avvenire non ci presen ta so­ verchie preOìCicupazionl, ¡sia p e r lo sforzo fatto alTin- terno p er au m en tarn e la produzione, sia perchè la R ussia s a rà presto in grado di fornircene cfuanto ce n e s a rà di bisogno. Le poche diecine di m igliaia di q u in tali di frum ento tenero e di cereali m inori — segala, orzo — che ci pervenivano dagli im peri centrali potran n o facilm ente essere rim piazzati, cosi pure dicasi per le fecole e gli am idi pei quali prov- vederà certam ente l’in d u stria nazionale utilizzando p ian te fino ad ora non apprezzate e sulle quali sa­ rebbe bene fissare l’attenzione, come, ad esempio, l'asfodello che cresce spontaneo in ta n ta p arte del- IT talia m eridionale.

/

*

Da quanto si è detto, d alla g u e rra a ttu a le con gli im peri centrali, il commercio d’im partazidne dei m ateriali utili a ll’ag rico ltu ra, h a da soffi-ire danni

sensibili è vero, m a che in p a rte possono essere r i­ parab ili; anzi, alcune industrie, -potranno ricevere increm ento nel nostro stesso paese, destando energie sopite; spesso, non tu tto il m ale viene per nuocere.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Il censimento economico degli Stati Uniti

E ’ noto che il Governo degli S tati U niti suole pub­ b lic a re 'o g n i a n n o u n censim ento generale dem ogra­ fico ed economico: l’ultim o di questi censim enti, a p ­ p a rso recentem ente, si riferisce all’anno 1910.

P assan d o sopra a lle cifre e alle notizie concer­ nenti la dinam ica dem ografica d’interesse generale, riteniam o interessante — nota T « Econom ista d’I ­ ta lia » — sofferm arci un poco sui m ovim enti della popolazione rig u a rd a n ti . rórganizzaaione economica del paese e su i d a ti concernenti l’econom ia am e­ ricana.

Appare dalle statistiche di cui ci occupiamo che la popolazione u rb a n a g u a d a g n a molto1 terremo so­

p ra la,popolazióne ru rale. Il seguente specchietto di­ m o stra i m ovim enti della popolazione dal 1880 in poi. Le cifre sono in milioni:

Anni Popol.

totale urbanaPopol. °/o ruralePopol.

1880 50 14 29,3 35 70,5

1890 62 22 36,1 40 63,9

1900 75 30 40,5 45 59,5

1910 91 43 46,3 49 53,7

L a popolazione u rb an a, che costituiva 30 a n n i or sono solo u n terzo della popolazione totale, n e ra p ­ presen ta oggi quasi la m età. In v ista di tale espan­ sione, dem ografica i nord-am ericani hanno com in­ ciato a p ren d ere m isu re restrittive dell’im m igrazio­ ne, senza, però, osare di im p e d irla , totalm ente, a l­ m eno p e r qu an to rig u a rd a le provenienze europee.

Le cifre su riferite divengono m aggiorm ente in te­ re ssa n ti se confrontate con quelle rig u a rd a n ti l’e­ stensione delle colture agricole. La superficie oc­ cu p a ta da queste ultim e e ra nel 1910 di 351 m ilioni di e tta ri, cioè il 46 p e r cento della superficie totale del paese; il num ero e la estensione degli appezza­ m enti in coltivazione è aum en tato in m isu ra m inore in confronto a ll’aum ento della popolazione totale, in ­ fatti il num ero delle m esse a c u ltu ra p resen ta un aum ento del 10.9 p e r cento e rig u a rd o a lla super­ ficie del 4.8 p e r cento: l’estensione delle zone colti­ vate in generale è a u m e n ta ta del 15.4 p e r cento.

Di g ran d e interesse p e r gli studi com parativi del valore della te rra nelle diverse nazioni, sono poi, le cifre del censim ento rig u a rd a n ti il valore della pro­ p rie tà te rriera.

Le statistich e am ericane, a differenza delle nostre e di quelle francesi, molto opportunam ente, tengono distinto il prezzo e valore della te rra , da quello1 de­ gli edifici e del bestiam e, poiché queste tre specie di ricchezze si com portano 'differentemente. Ecco i dati del 1910 in m ilioni di dollari:

T e rre ... 28.476 E d if i c i ...6.325 I a tr u m e n ti e m a c c h i n e ... 1.265 B e s tia m e ...4.925

V alore to ta le 40.891 Confrontato con i risu lta ti del 1900 il valore della p ro p rietà te rrie ra crebbe nell’ultim o decennio del 91.4 p e r cento; il valore medio della p ro p rietà per « acre » e r a di 24.37 dollari nel 1900 e salì nel 1910 a 46.64 dollari. Il valore p er ettaro del suolo può, dunque, fissarsi in lire ita lia n e 420 circa e incorpo­ randovi il valore degli edifici, del bestiam e in L. 600

circa. i

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tistiea, fra i quali il Bellini e il Glni, che la vogliono elevata secondo i loro calcoli a L. 1500 e a L. 1850.

In ogni modo notiam o qui solam ente quanto più basso sia il valore medio p er ettaro della te rra negli S tati U niti in confronto dell’Ita lia dove la curva ascen­ dente del prezzo delle te rre si com porta patologica­ mente. Il valore commerciale del raccolto am ericano ciò n o n p e r ta n to fu nel 1910 di 5.487 milioni di dol­ la ri cioè p iù di 27 m iliard i di lire italian e (in Italia 7 m iliardi).

Notiamo dunque di quanto inferióre sia. il prezzo medio p er ettaro negli S tati Uniti in confronto del­ l’Italia, quantunque, fatte le débite proporzioni, il rendim ento agricolo' sia molto più alto megli Stati U niti che in Italia. P assiam o ora ad illu strare i dati più degni.

Il num ero degli stabilim enti in d u striali negli Stati U niti era nel 1910 di 268.491; nell’ultimo decennio l’aum ento è stato del 44 q/.

In questo num ero non sono comprese le piccole fabbriche che non im piegano forza motrice, e le im prese di costruzione.

I progressi dell’in d u stria possono sintetizzarsi nel­ la tab e lla che componiamo qui sotto.

Anni milioni di Capitali dollari Numero degli operai Salari milioni di dollari 1900 8.975 4.712.000 2.008 1905 12.675 5.468.000 3,610 19,0 18.420 6.615.000 3.427

Anni Mat. prima milioni di dollari Prodotti ■ milioni di dollari Aumento della fabbricazione 1900 6,576 11.407 3.831 1905 8.500 14.794 6.294 1910 12.142 20.672 8.530

I economico è tu tta rivolta verso il p iù g ran d e degli S tati n e u trali che d alla g u e rra europea ritra e im ­ m ensi lucri © benefìci. Le brevi considerazioni illu ­ strativ e dei d ati che abbiam o fatte m ostrano c h ia ra ­ m ente che, grazie all’enorm e accum ulazione dei mez­ zi di lavoro e la gran d e su p erio rità posseduta dalla Confederazione am ericana, in confronto agli Stati in d u striali, di avere nel proprio territo rio g ra n p a r ­ te delle m aterie prim e necessarie all’esercizio del­ l’in d u stria, gli ¡Stati U niti nel présente m om ento si sono trovati in condizione di provvedere a tu tti i bisogni dell’E uropa belligerante non solo in fatto di a rm i e di m unizioni, m a anche p er tu tti gli a ltri prodotti m a n ifa ttu ra ti la cui produzione h a dovuto essere rid o tta negli S ta ti belligeranti © p er tu tte le m aterie prim e necessarie alla regolare continua­ zione o a ll’increm ento del processo produttivo nei ram i delie in d u strie europee sui quali la g u e rra non h a influito o ha a l contrario causato u n aum en­ to di attività.

Nessuno stupore dunque se è stato possibile ag li am ericani p o rta re il form idabile organam ento pro­ duttivo degli S tati Uniti, in v irtù di u n rapido pro­ cesso d’adattam ento allo stato di g u e rra ’, a l m assi­ mo grado di rendim ento e se è stato possbile all’in- d u stria agricola © m a n ifa ttu rie ra am ericana, di r a g ­ giungere quell’altissim o g rad o di p ro sp erità cui la laboriosità e l’in d u strio sità del popolo h a certo, sem ­ p re a sp irato con te n a c ia e incessante volontà di p e r­ fezionamento © progresso e che cercherà p er quanto è possibile di conservare anche dopo la stipulazione della pace eurqpea e il rito rn o alla n o rm alità dei traffici.

Il commercio estero della Grecia

e il blocco economico dell’Intesa

Diamo alcuni schiarim enti sulle cifre riportate, nel­ le tabelle: nel capitale si comprende, il capitale azio­ n a rio o p ro p rio © quello obbligazionario e mutuai© m qualsiasi modo; n©l costo dell© m aterie prim e si com prende il carbone, la forza-m otrice luce, e m a­ terie incorporate ai prodotti; il valore dei prodotti infine è calcolato al prezzo di vendita.

Un dettaglio im portante che vogliamo qui fa r no­ ta re è questo: che la concentrazione industriai© che si verifica in tu tti i paesi progrediti, non p o rta ne­ g li S tati U niti u n a dim inuzione nel num ero, delle fabbriche poiché, come dim ostrano le statistich e r i­ ferite, esse aum entano continuam ente di num ero -e di im portanza.

Tale fatto si risco n tra specialm ente nel ram o del­ l’in d u stria tessile in cui il progresso è { enorme: si può notarlo dal num ero dei fusi salito a 825.400 nel

1910. ;

-Togliamo infine alcune cifre rig u a rd a n ti il num e­ ro degli Alti F orni salito da 343 nel 1900 a 388 nel 1907: la loro potenzialità è au m en tata da 54.425 to n ­ nellate (di 2240 libbre) a 101.447 tonnellate g io rn a­ liere.

Il costo dell© m aterie prim e im piegate negli Alti F orni dim inuì nell’ultim o decennio da 320.6 m ilioni di dollari a 131.5. Nei documenti ufficiali non c’è spiegazione di tale ingente dim inuzione a lla quale fa riscontro u n aum ento nel valore totale dei pro­ dotti d a 206.7 a 391.4 m ilioni di dollari. Di modo chè sem bra evidente che ta le dim inuzione sia la conseguenza dei progressi tecnici di fabbricazione che perm ettono u n a m aggiore economia di m ate­ riale, u n a m aggiore utilizzazione delle scorie e dei residui © u n m aggiore rendim ento totale, noti esclu­ dendo in o ltre u n a dim inuzione di prezzi dovuta alla sapiente stipulazione dei co n tratti d’acquisto.

Il num ero delle m acchine mosse d alla forza m o­ trice in esercizio è cresciuto, nell’ultim o decennio da 168.143 a 408.472, con motori a vapore e idraulici, ed a 16 m ila 891 a 388.854 con m otori elettrici.

Anche la potenzialità di ta li m acchine è cresciuta, in totale, in proporzioni strao rd in arie; p er le m ac­ chine a vapore e idrauliche da 10.097.000 cavalli si è p a ssati a 18.680.000 cavalli, per le m acchine ele ttri­ che da 492.936 si è g iu n ti a 4.817 m ila cavalli.

Questi sono i dati più interessan ti che abbiam o potuto e stra rre daH’ultim o censim ento economico de­ g li S tati Uniti; dati che riescono di grande interesse nel m om ento attu a le in cui l’attenzione del m ondo

L a G recia — n o ta Luigi Bissoli sul Sole —- ha u n movimento estero di 300 m ilioni d i franchi. Im porta so p ratu tto prodotti dell’ag rico ltu ra (per 47 milioni di franchi), m in erali e m etalli non lavorati (per 30 m ilioni di franchi), tessuti (per 18 m ilioni di fra n ­ chi), legname (per 13 m ilioni), anim ali (per 12 m i­ lioni), prodotti d i pesca, (per 10 milioni), prodotti chimici,, zucchero, m inerali e m etalli lavorati, c a r ­ ta, p ro d ó tti e spoglie di anim ali, pelli conciate e lavorate.

Ora, dei prodotti agricoli il g ran o e ra fornito d a l­ la R ussia >ed in piccola p a rte datila Rom ania, e cosi pu re gli altri cereali; Forzo to rrefatto d a ll’A ustria; le farine, p er m età dalla R ussia, poi dalla Rom a­ nia, B u lg aria e A ustria. Delle 5-6 m ila tonnellate di riso, tre, q u a rti erano fornite in proporzioni q u a­ si eguali d a ll’Olanda, d all’Italia e d a ll’A ustria, eh© da sola im portava m età dei legumi (2 su 4 m ila tonmelilate), ed a ltre tta n to di caffè. Dei legum i buo­ n a p a rte fornitrice era pure la R ussia e di caffè la F ra n c ia seguita dagli Stati Uniti. P e r le fru tta era la, T urchia, che aveva il prim ato, poi l’A ustria, la F ra n c ia © l’Egittò. Le statistiche com prendono in questa categoria anche il cotone non sg ran ato e questo e r a im portato quasi tutto dalle Indie, dalla. T urchia e piccole q u an tità d a lla G erm ania, Italia, F ran cia, Egitto.

Dei m inerali © m etalli non lav o rati il prodotto principiale (40C m ila tonnellate) era il carbone, fo r­ n ito p e r tre q u a rti d all’In g h ilte rra ed il resto d alla G erm ania e dal Belgio. Nel cem ento il prim ato lo teneva la F ran cia; e la F ran cia, la G erm ania e l’A ustria im portavano: acque m inerali, talco, ges­ so, residui della distillazione di oli m inerali ed oli m inerali, eccettuato il petrolio. Tre q u arti del ferro e della g h isa provenivano d alla G erm ania e d al Belgio, il resto daU Tnghilterra, e modeste q u an ­ tità d a ll’O landa e. dalla F ran cia. NelFiinportazion© degli a ltri m etalli (piombo, antim onio, stagno, n i­ ckel, zinco, ram e) en trav an o in proporzioni rile­ vanti la G erm ania, l’A ustria, lTnghdlterra, la F r a n ­ cia ;e il Belgio. L’Ita lia im portava piombo e lam ie­ re, Nei fili di ram e p revaleva la G erm ania con a fianco il Belgio, lT n g h iltèrra e la F ran cia.

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L’ECONOMISTA 1139 5 dicembre 1915 - N. 2170

Nella categoria filati e tessuti, il cotone veniva im portato in q u a n tità eguali d all’America, dall’In ­ dia e T urchia; il resto daH’Egitto. In g h ilte rra e Ita lia eran o i fornitori di filati di cotone; ed anche nei tessuti l’Ita lia si difendeva bene di-fianco a l- l’In g h ilterra. A sensibile d istanza seguivano Au­ stria , F ra n c ia e G erm ania. Nei filati e tessuti di la n a la contesa era tr a • In g h ilterra, G erm ania e F ra n c ia e l'im portazione era sopratutto di filati; di essi anche l’A ustria ed il Belgio erano buoni im­ portatori. Ed anche l’Ita lia p artecipava ali’im por­ tazione dei tessuti.

•La categoria del legnam e, carbone di legna, le­ gnam e d a costruzione e d a ebanisteria, resine, era di sp ettan za pacifica dell’A ustria che non incon­ tra v a nessuna concorrenza.

La G recia im porta annualm ente poi da 150 a 180 m ila capi dii bestiam e dai paesi limitrofi d ella Bal-

caniia, Macedonia, Serbia, B ulgaria, R om ania e

anche d a lla Russia.

Di prodotti anim ali la Grecia non fa m o lti im ­ portazione: i pochi latticin i provengono d a lllta iia , F ran cia, G erm ania, A ustria e In g h ilterra. Le uova in d iscreta q u a n tità d a lla T urchia; i concimi d a lla G erm ania; le pelli crude un po’ dappertutto. Il pe­ sce fresco, salato e ¡secco lo im p o rtav a dalla F ra n ­ cia ed; anche d alla T u rch ia e daM’A ustria.

Nei prodotti chim ici es farm aceutici: (olì ¡di ricino e di merluzzo, colori, saponi, am idi, gelatine, soda, potassa, acido solforico', naftalin a, la tte conden­ sato), F ra n c ia e G erm ania sii contendevano l i p ri­ mo posto; il resto era rip a rtito fra lT nghilterra e l’A ustria. L’Italia, im portava solfato rii ram e.

L’A ustria e ¡poi la G erm ania avevano il monopo­ lio (M ìa im portazione dello: zucchero.

All’im portazione delle pelli conciate e lavori in

pelle, prendevano parte: in p rim a linea la F ra n c ia e la Germ ania, seguite dallTnghiltei’ra e dall'Au­ stria.

P e r la c a rta i fo rn ito ri eran o l’A ustria, la Ger­ m ania e la F ran cia; m a l’O landa prim eggiava p er la c a rta d a giornali.

R iassum endo 1 due g ru p p i belligeranti hanno sem pre lottato econom icam ente n ella Grecia, che non era decisam ente, salvo qualche articolo, cliente di. u n gruppo o dell’altro, m a com perava u n po’ da tutti. Questa situazione la m ette in u n a condizione p iù sfavorevole della B u lg aria d i. fronte al blocco della Q uadruplice, perchè la m ancanza delle im ­ portazioni dalle Potenze alleate sa rà m aggiorm ente sentita, non essendo facilm ente sostituibile p e r mol­ teplici ragioni dalle im portazioni d ai paesi centrali. Sopratutto sa rà nelle d errate alim entari (grafie, riso, caffè, bestiam e, pesce secco), nel carbone, nei m ateriali da costruzione (cemento, gesso), nei me­ talli Lavorati e nelle m acchine, nei tessuti d’ogni genere, nelle pelli concie e nel prodotti chimici e

farm aceutici, che la Grecia v e rrà colpita grave­

mente, tan to p iù se gli alleati con le loro truppe penseranno a ta g lia re i rap p o rti con la B ulgaria, che costituisce ora il « tra it-d ’u n io n » coi paesi più im p o rtan ti fornitori della Grecia, dopo le Potenze dell’Intesa;

R iguardo all’esportazione essa supera di poco in tem pi norm ali il centinaio di m ilioni di fran ch i a l­ l’anno e si riduce a poche categorie.

I prodotti agricoli rap p resen tan o il 50 % del to ­ tale (uva p assa di Corinto e sp o rta ta in tu tti i paesi

e specialm ente in In g h ilterra; agrum i esportati

principalm ente negli Stati U niti; tabacco, crusca). I vini rap p resen tan o il 20 q? della esportazione e di essi la m aggior p a rte and av a in In g h ilte rra (galena, piombò e argentifero). Seguono gli oli, i form aggi e le lane; i due p rim i esportati special- mente agii Stati Uniti, le ultim e in Ita lia e in F rancia.

Col blocco si può riten ere che la Grecia s a rà p iù sensibilm ente ferita aH’esportaz.ione, e nel com ples­ so, nei confronti di questo paese, p e r effetto della s tru ttu ra del suo commercio esteriore, i.1 blocco eco­ nomico della Q uadruplice si appalesa su b ito come u n ’a rm a molto energica e p ersuasiva.

P e r a b b o n a m en ti, richiesta di jascicoìi ed inser- •zioni, rivolgersi all’A m m in istra zio n e : Via della

Pergola, 31, F irenze.

Le risorse economiche della Turchia Asiatica

L’Asia M inore h a u n a superficie di oltre 500 m ila kmq., eguale a quella della F ran cia; l’A rm enia e il K u rd istan iranno circa 200 m ila kmq., ia Mesopota- m iu Circa 350 m ila km q., la S iria circa 300 m ila kinq., l’A rabia più di 400 m ila kmq.

Ma num erose m ontagne e v asti deserti riducono di molto la superficie utilizzabile di questo suolo. L’A rab ia è q u asi p er intero u n a distesa di sabbie a rid e è disseccate, disseminate: di qualche oasi che si p ro lu n g a a n o rd p e r sep a ra re la. S iria d alla Me- sopotam ia.

L’A rm enia è uni am m asso di m ontagne brulle, l ’A- n ato lia è u n altip ian o m ontagnoso e ia Siria, u na semplice striscia di territo rio rin s e rra ta tr a il m are e il deserto. L a popolazione com plessiva di circ a 20 m ilioni di a b ita n ti è m olto eterogenea e com posta di razze disposte a com battersi piuttosto che ad aiu ­ tarsi.

L’A sia M inore h a 10 m ilioni di ab itan ti, di cui 7 sono turchi.

L a • M esopotamia, u n tem po centro di potenti im­ p eri assiri e babilonesi, che assic u ra ro n o l’egemo­ n ia della razza sem ita in Oriente, è oggi coperta di rovine, e, m entre u n tempo era, assai fertile, oggi è b ru c ia ta dal vento del deserto o> a p p e sta ta dalle p alu d i © non possiede p iù che due m ilioni di abi­ ta n ti in g ra n p a rte arabi.

L a Siria, che conta 3.700.000 ab itan ti, è a b ita ta , d a u n a razza p a rtico lare in cui il sangue degli a n ­ tichi fenici si è mescolato con quello dei v a ri con­ quistatori.

Q uanto ail.’Asia Minore, penisola m assiccia in cui nessun g ra n d e fiume apre u n a via di com unicazio­ ni n a tu ra li, si compone di u n a serie di provincie che non com unicando tr a loro che p e r m are, sono sem pre rim a ste alquanto isolate le une dalle altre.

Mai, nell’an tich ità, l’Asia Minore- divenne centro di u n im pero; m entre le sue coste si « grecizzarono », l’altipiano cen trale rim ase, p iù o meno, barbaro.

Oggi, ancora,, l'a n tic a Ionio è la p a rte più civiliz­ zata con il porto di Sm irne che h a 375,000 ab itan ti, inoltre vi è l’an tica B itin ia che h a p er capitale Brus- 9a con 100.000 abitanti.

O ltre Bagdad, capitale della M esopotamia, con 225 m ila ab itan ti, le a ltre g ra n d i città sono in S iria e P alestina: Dam asco, Aleppo- con 250.000 ab itanti, B eyrouth con 150.000, Gerusalem m e con 28.000.

*

Il clim a dell’Asia M inore è, in generale., m ite, spe­ cialm ente n elle regioni m arittim e, il suolo è fertile nelle p ia n u re e nelle, vallate, tu tta v ia la produzione ag ric o la è relativ am en te scarsa per m an canza di metodo' e à i mezzi di cultura.

L a T urchia asiatica non conta che 6.500.000 di et­ ta r i coltivati, m entre, a d esempio, la superficie col­ tiv a ta è di 37 m ilioni di e tta ri in F ran cia, 35 m ilioni in G erm ania, ecc.

Nel 1911 il raccolto del g ran o è stato di un po’ me­ no di 50 m ilioni di orzo, 4 m ilioni di segala, 5 m i­ lioni di mais,

Tutti, questi cereali spno consum ati nelTIm pero ot­ tomano.

Le fru tta si coltivano sulle coste donde sono espor­ tati : i fichi sulla costa del Ponto, bagnata, dal M ar Nero, le noci e le nocciole nella regione d i Tnebisien- da, ,l’uva b ian ca n e lla B itim a presso il m are d i M ar- , m ara © altre specie di fru tta nella Siria.

Nei pasco’! d’erb a corta di A natolia si allevano molto favorevolm ente le pecore e le cap re specie nel­ la. regione di Angora.

Il cotone, elemento essenziale, della g u e rra attu ale, poiché la G erm ania soltanto ne consum a, p e r i suoi esplosivi, circa 1000 tonnellate al giorno, ,si coltiva in T urchia da u n a diecina di anni.

Le p ia n u re d i Cicilia presso la Siria hanno, prodot­ to nel 1912, 115.000 balle (di 230 kg.), la regione di Aleppo h a dato 15.0000 balle, la regione di Smirne 35.000 balle.

L a p ia n u ra di Kònia, i cui lavori di irrigazione sono stati com piuti nel 1914 sotto la direzione dei tedeschi, la p ia n u ra di A dana e so p ratu tto la Meso- potam ia, potrebbero fo rn ire notevoli q u a n tità di co­ tone.

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