L’ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R IV A TI
Anno XXIII - Voi. XXVII
D om enica 1 G iugno 1896
N. 1153
PER GLI ZOLFI DI SICILIA
A bb ia m o letto nei g io rn a li la seguente notizia : Col concorso di capitalisti inglesi e della casa F io rio di Palerm o, si è form ato un sindacato per la costituzione della Società anglo-siciliana dello zolfo, col capitale di un m ilio n e di ste rlin e, di c u i la metà da versarsi im m ediatam ente. La costituzione definitiva della Società è stata sottoposta alla c o n dizione, che il sindacato riesca a s tip u la re coi p ro d uttori tanti c o n tra tti, che assicurino 1’ acquisto di una determ inata q ua ntità del prodotto. Ma la con dizione può rite ne rsi pienamente verifica ta , perchè i prezzi o ffe rti dalla Società sono stati accettati dai prod u tto ri, e il F io rio , al quale il sindacato ha d e legato i suoi p oteri, ha concluso in questi g io rn i un gran num ero di c o n tra lti. La Società può q u in d i ritenersi costituita, e lo sarà di fatto in L o n d ra nel giugno corrente. Coi co n tra tti stip u la ti i p ro d u tto ri si obbligano a consegnare alla Società lo zolfo per un periodo di cinque anni, p rorog ab ile per a ltr i c in que a volontà della Società stessa. Nei c o n tra tti si prevede l’ abolizione del dazio di uscita sullo zolfo, ed è s ta b ilito , in tal caso, un aum ento di prezzo corrispondente al dazio non p iù dovuto.U lte rio ri p a rtic o la ri ci mancano m entre scriviam o , che forse saranno n o ti, quando il g io rn ale si pub blicherà. Ma notizie più re c e n ti d’ una cosa in corso di form azione nessuno può aspettarsele da un periodico settim anale. Esponiam o inta nto qualche idea su una questione, quella degli zolfi, di cui ci siamo già più volle occupati, ed anche u ltim am ente, nell’analizzare con una certa ampiezza lo scritto d ei- fo n . De Seta.
Presentemente la questione degli zolfi in S ic ilia è d u p lic e ; in d u stria le , cioè, e sociale. In d u s tria le , perchè la concorrenza che fanno allo zolfo a ltre so stanze n a tu ra li per la fabbricazione di certi p rod o tti derivati, il ribasso dei prezzi medi dello zolfo, e la soverchia oscillazione dei prezzi stessi, hanno in tristita una in d u stria , che in a ltri tem pi fu assai fio rente. Sociale, perchè da un lato il d im in u ito gua dagno degli esercenti le m in ie re in flu isc e su m ig liaia di operai sotto form a di rid uzio ne di salari, d a ll'a l tro perchè le m utate condizioni tecniche delle m i niere, in cui lo zolfo si estrae non p iù dalla super ficie del suolo, ma da profondità sem pre crescenti, rende quasi indispensabile il lavoro faticosissim o dei carusi, con offesa insiem e delle leggi di u m a- rdtà e di quelle positive v ig e n ti sul lavoro delle donne e dei fa n c iu lli.
A noi sembra probabile che l’ accentrarsi del com m ercio dello zolfo sicilia no in un ente o unico o p rincip alissim o, valga a ris o lve re , un po’ alla volta, i due lati del problem a, certo con spostamento di a lcu ni interessi dapprim a, ma con vantaggio d e fin i tiv o dei più.
Q ualche parola, per oggi, sul solo lato ind u stria le. Una delle cause della cris i zolfifera è l ’ eccesso di produzione, che fa ribassare i prezzi. Le m iniere di zolfo, tra grandi e piccole, nel 189 3 erano in S ic ilia 5 69. Non si può, a chi possiede una m in iera, im p e d ire di esercitarla o d i farla esercitare, ma è certo che la p iù parte, appunto perchè piccola, non si trova in condizioni da poter lottare vantaggiosa mente colle p iù g ra n d i, le q u a li, avendo adottato mezzi m eccanici d i estrazione del m inerale, dopo am m ortizzatane la spesa, possono p ro d u rre a m in o r prezzo. Non possono e sarebbe più esatto d ire non potrebbero, o m e glio non dovrebbero, perchè non fanno a ltro , in complesso, che guastare, come suol d irs i, il mestiere. P u r tu tta via producono, alcune sem pre, a ltre a in te rv a lli, ora chiudendosi, ora ria prendosi, secondochè sul m ercato il prezzo corrente dello zolfo precipita ancora o torna a ria lza rsi un poco. Siccome però alla speranza non sem pre cor risponde il ris u lta to , e i calco li riescono spesso sba g lia ti, succede che g li esercenti delle piccole m i n ie re , p u r di non tenersi sulle braccia lo zolfo che hanno estratto, s pin ti dal bisogno, lo vendono a qua lun q ue prezzo, perpetuando così quella oscillazione nei prezzi, che è dannosa per tu tti, e della quale, se talvolta riescono a tra rre p artito alla m eglio, p iù spesso sono uno dei m aggiori coefficienti.
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p iù ra g g u ard e vo li ; ed a ciò intende la nuova So cietà.
R ileviam o subito insussistente il pericolo che g li a cq u ire n ti, o si direbbe i con sum a to ri dello zolfo sicilia no , vengano a so ffrire per siffatta d im inu zio ne d i concorrenza tra i p ro d u tto ri. C erto è sperabile che i prezzi ria lz in o un poco ; ma : I o) in p rim o luogo il d im in u ire delle soverchie oscillazioni d i essi, che sono oggi lam entate, se giova agli in d u s tria li, giova anche ai co m p ra to ri ; ed anzi è provato che questi si sviano per fatto delle o scillazio ni stesse e si rivo lg o n o di preferenza a p ro d o tti s im ila ri che, sieno p riv i di tale dife tto com m erciale e che abbiano per le loro in d u strie qualità intrinsech e e qu iva len ti o quasi ; 2°) in secondo luogo non è oggi p iù pos s ibile che i prezzi ria lz in o in m isura eccessiva. A llo zolfo s icilia n o , se anche cessi la troppa concorrenza fra p ro d u tto ri, la concorrenza g lie la fanno i p ro d otti s im ila ri, a cui poc’ anzi alludevam o, che sono poi le p ir iti. D alla estensione che l’ uso delle p ir iti ha preso e va prendendo nella fabbricazione d e l l ’acido solforico, non si può davvero prescindere. D i modo che, per fare una previsione probabilm ente esatta, più che s u ll’ aum ento del prezzo di vendita dello zolfo, in S ic ilia si può fare assegnamento sulla ferm ata dai suoi p rog re ssivi ribassi e su un freno alle sue oscillazioni soverchie. Il prezzo del resto, m eglio e q u ilib ra to e p iù costante e sicu ro sarà però q u e llo che potrà essere: p ro p rio come in tu tti g li a ltri p ro d o tti del lavo ro um ano.
Ma a llo ra , potrebbe dom andare talu no , dove starà il gran vantaggio, il gran tornaconto? Sta in ciò, che siffa tto prèzzo potrà essere e d iv e n ire assai più rim u n e ra tiv o che oggi non sia. Reso abbastanza sta b ile e destinato a rim u n e ra re non p iù un troppo gran n u m e ro di p iccoli esercenti m ale in gambe, p riv i di ca p ita li hastevoli, epperò im potenti ad ap p lica re i progressi te c n ici d e ll’ in d u stria , ma un m i n o r n um ero di esercenti ra g g u a rd e vo li, ric c h i, in te llig e n ti, operosi, p otrà c o s titu ire un buono o d i screto p ro fitto , in confronto del ris p a rm io nelle spese di produzione ch’ essi soli sono capaci d i conseguire. R isp a rm io nella m aggior resa che danno i mezzi m eccanici di estrazione del m inerale, in confronto dei mezzi m a n u a li ; ris p a rm io nel costo del capitale, fo rn ito da buone Banche, anziché da u su ra i ; ris p a r m io nei mezzi di tra sp orto, perchè ogni vettore, di qualunque specie sia, fa m ig lio ri patti a chi g li garantisce tra sp o rti c o n tin u i, re g o la ri e copiosi, e via discorrendo.
La nuova Società per il com m ercio degli zolfi potrà dunque porre su basi m ig lio ri e p iù sta b ili l'in d u s tria p ro d u ttric e di questa m ateria p rim a , col farsi clien te sicu ro di quei suoi esercenti, che sono p iù v ita li e c o ll’ e lim in a re , per forza di cose, g li a ltri.
I p iù com petenti fra coloro che si sono occupati della m ateria ravvisano in quest’ u ltim o fatto, una necessità desiderabile, quanto in e v ita b ile . L ’ eccesso d i produzione, scrive il De Seta, d eriva p rin c ip a l mente dall’esservi golfare, che producono e che non
dovrebbero produrre. E il V illa r i, che nella sua
opera sulla S ic ilia e sul socialism o, ha studiato con m olta cura l'argom ento : « Nè sarà poi un gran m ale se q uelle piccole m in ie re , che in nessun caso potranno, nella lotta per l’ esistenza, s o p ra vv iv e re ; che vivo n o in ta n to d i stento e d i d e b iti, angariando i l picconiere, torm entando i carusi, danneggiando il
com m ercio in generale ; se quelle m in iere si do vra nn o chiudere. Non fu mai savio p a rtito , per v o le r g iovare a pochi, nuocere a tu tti. »
Ma m o lti operai non resteranno p riv i di lavoro ? D ella condizione dei lavo ra to ri delle m in iere p arle rem o in un prossim o num ero.
LI SPESI PEL G E M I T O E I DAZI DI CONSUMO
È noto che la ragione unica, per la quale il cen sim ento, che doveva aver luogo alla fine del 1891, è ancora da farsi, è quella della spesa. Questa cade sullo Stato e sui C om u ni, ma non è tale per la sua entità da spaventare, nè l’ uno, nè g li a ltri, tanto più che non deve essere sostenuta in un solo anno, ma può essere rip a rtita in qua ttro o cinque anni. Ad ogni modo, poiché la spesa è l’ argom ento di cui si valsero e si valgono i M in is tri per tem poreggiare, aspettando che la situazione finanziaria sia tanto mi gliorata da consentire nuove spese, noi che ci siamo occupati più volte della questione, non possiamo pas sare sotto silenzio la M em oria indirizzata d a ll’ on. prof. G. M a rin e lli agli onn. R u d in ì, G u ic cia rd in i e C olom bo, M em oria che si propone appunto di r i chiam are P attenzione sul m aggior in tro ito che lo Stato e i C om uni potrebbero trovare nel dazio con sumo in seguito a ll’ accertam ento d ire tto della po polazione nei va ri C om uni.
R iproducendo la M em oria d e ll’ egregio deputato, che con m olto acume e m olta competenza ha messo in luce un lato im p orta ntissim o della questione, sen tiam o il dovere di prem ettere alcune dichiarazioni, affinchè ris u lti chia ro il nostro pensiero in to rn o alla influenza che il censim ento dovrebbe esercitare sui dazi di consumo. Nè ciò crediam o sia intem pestivo, im perocché nella tornata della Camera del 22 mag gio u. s. è stata svolta la interrogazione degli onn. R izzetti e M a rin e lli sulle intenzioni del M inistero in o rdin e al censim ento, e nella tornata del 26 maggio è stala letta questa m ozione: « L a Camera, consi derando che ra g io n i p olitich e, a m m in is tra tiv e ed eco nom iche im pongono una sollecita esecuzione del censim ento generale della popolazione del Regno ai te rm in i d e ll’A r t. 1 della legge 5 0 giugno 1871, n. 2 97 (serie 2 a), in v ita il G overno a prendere i p ro v v e d im e n ti necessari, perchè esso venga effet tuato entro il prossim o anno 1897 ».
7 giugno 1896
V
E C O N O M I S T A 355mento è necessario, non solo perchè è rich iesto, come ram m entava l ’on. M a rin e lli da 31 leggi, ma perchè è lo strum ento fondam entale e indispensabile per attivare quella rifo rm a trib u ta ria , quel d iscen tra mento a m m in is tra tiv o e fina nzia rio, che si rive lan o ogni g io rn o più necessari. Sicché anche per u n ’altra ragione, diversa da quella del compenso che lo Stato e i C om uni potrebbero trovare nel dazio di consumo, noi crediam o che i l censim ento possa e debba esser fatto, e sia anzi una d e lle p iù u rg e n ti cose del nostro paese e diam o lode a ll’ on. M a rin e lli di aver d im o strato che per l ’ aum ento e le avvenute m odificazioni nella distribuzione della popolazione, l’ applicazione della legge sui dazi d i consum o verrebbe ad esserne influenzata.
Ma aum entare la pressione dei dazi d i consumo, perchè Stato e C om u ni possano rim b o rs a rsi della spesa del censim ento, questo non ci pare, nè equo, nè opportuno. Non equo, perchè il m aggiore ag gravio non sarebbe generale e u n ifo rm e ' non op portuno, perchè i dazi di consum o sono già anche troppo g ravi e conviene pensare a m itig a rli. Sap piamo benissimo che c’ è la legge sui dazi da ap p lica re ; ma appunto perchè a censim ento fatto non si abbiano n u o vi a gg ra vi, dom andiam o che si faccia il censimento per provvedere alle rifo rm e che sono da lun g h i anni domandate.
Questo è il nostro pensiero, e siamo persuasi del resto che anche coloro, come il prof. M a rin e lli, che hanno posto mente alla questione dei dazi, c o n v e r ranno con noi, che se la spesa del censim ento può trovare qualche compenso nei dazi, bisogna evitare che in base al nuovo e fu tu ro accertam ento della popolazione g li a ggravi dei c o n trib u e n ti per quel titolo di imposta tanto censurabile, vengano ad au mentare.
Ecco la interessante M em oria del nostro egregio amico prof. M a rin e lli :
Il Decreto legge 28 giugno 1866, n. 3018, per l’ap plicazione delle varie tariffe daziarie e per la conse guente valutazione del canone annuo spettante allo Stato, divide i Comuni del Begno in varie classi e categorie a termini dell’articolo seguente:
« Art. 3. Sono Comuni di l a classe quelli di una popolazione^ agglomerata superiore a 50,000 abitanti.
« Sono di 2a classe quelli di una nopolazione ag glomerata da 20,001 a 50,000.
« Sono di 3“ classe quelli di una popolazione da 8,001 a 20,000.
« Sono di 4a classe (Comuni aperti) quelli di una popolazione agglomerata inferiore a 8001 abitanti».
Ora, è bensì vero che la legge 8 agosto 1895 ha
consolidati i canoni daziari dovuti allo Stato per un decennio a datare dal 1° gennaio 1896, nella cifra
complessiva di oltre 50 milioni di lire all’ anno, ma
Alt. 11 consente anche in tale periodo i passaggi di categoria e di' classe dei Comuni, che possono dimo strare le variazioni di loro popolazione in corrispon denza alla legge e constatate dal censimento.
Ecco d ifa tti come ta le a rtic o lo si esprim e: ‘ Art. 11. Durante il decennio i Comuni potranno chiedere ed ottenere colle forme prescritte sia il pas- 8pggio dalla categoria degli aperti a quella dei chiusi, Sla il cambio di classe per effetto di aumento di po
polazione constatato dal censimento. In tali casi il Go
verno del^ Re determina quale sia 1’ aumento di ca
none che i Comuni dovranno corrispondere quale cor-
’ •spettivo dell’ottenuta concessione. »
« I comuni chiusi potranno eziandio nel corso del ecennio chiedere ed ottenere la modificazione della lnea daziaria, sottoponendosi al pagamento di quei I
maggiore canone che sarà fissato dal Governo, quando
la, modificazione abbia per effetto d’includere nell’am bito daziario una maggiore popolazione.
« Potranno altresì i comuni chiedere il passaggio ad altra categoria, quando sia legalmente accertata una diminuzione di popolazione, che dia loro tale di ritto ».
Ora, vanno considerati due fatti : anzitutto quello che la popolazione del Begno è in continuo aumento; poi che i bisogni amministrativi dei varii comuni li spingono a cercare sempre nuovi e più fruttuosi ce spiti di entrate.
È ben fondata quindi la presunzione che, come fe nomeno normale, il venturo censimento farà passare dalla categoria di aperti in quella di chiusi e dalle inferiori alle classi superiori molti comuni che, in base ai censimenti anteriori erano compresi in quella prima categoria e nelle classi più basse, e che molti comuni chiederebbero il passaggio di categoria e di classe per poter aumentare le proprie entrate, senza escogitare nuove tasse o chiedere le solite autoriz zazioni ad aumentare le aliquote di quelle esistenti. Questa presunzione ha la sua base, non soltanto sul ragionamento, ma, almeno per quanto concerne l’au mento di popolazione del maggiori comuni del Regno, nei fatti medesimi.
Noi non possediamo dati attendibili recenti (cioè posteriori al censimento del 1881) della popolazione dei comuni, salvo per quelli che sono capoluoghl di provincia, per i quali l’Annuario statistico italiano of fre la popolazione totale, calcolata per il 31 dicem bre 1894, dedotta dalle anagrafi comunali e tenendo conto di emigrazione, immigrazione, e di altri feno meni influenti sul movimento della popolazione. Sic come però tale calcolo non distingue la popolazione
totale da quella agglomerata, ho creduto di calcolare
quest’ ultima, prendendo per base i dati del censi mento 1881 é supponendo eguale (mentre di consueto è maggiore) « il rapporto d’ aumento della popola- « zione agglomerata a quello seguito dalla popola- « zione totale di cadaun comune ».
Ecco quindi che sui 69 capoluoghi di provincia non pochi mi risultano presentare una molto fondata presunzione di dover passare di classe, secondo le leggi citate.
La seguente tabella mostra quale sia stato per alcuni capoluoghi di provincia « l’aumento medio an- « nuo aritmetico della loro popolazione totale » tra la fine del 1881 e quella dei 1894.
Censimento al 31 dicembrePresunta percentualeAumento
Comuni del 1881 1894 medio annuo
— — Brescia... 60630 67707 0. 90 Padova... 72174 80787 0. 92 Parma... 45217 52196 1.18 Avellino. . . 22920 26633 1. 25 Benevento. . . 21631 25434 1.36 Caserta.. . . 30550 35633 1. 27 F orli... 40934 45223 0.80 Novara... 33077 42316 2.15 P erugia... 51354 57276 0. 88 Ravenna... 60573 G6315 0. 73 Reggio Emilia 50651 56700 0. 92 Siracusa... 37507 43337 0.69 Treviso... 31249 35494 1. 05
Ora vediamo quale verrebbe ad essere l'aumento
di popolazione del centro principale (popolazione ag
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Aumento Popolazione Popolazione percentuale, presenti (¡'effluente presunta C O M U N I calcolato nel '•entro di aumento nel centro
prin-— per il 16-nnio p ò liliale per il 15-nio cip ale a lS ld r * 1881-1896 al 31 die. 1881 1881-1896 1896 Brescia. . . . .. 13.5 43,354 1,135 49,200 Padova.. . . . 13 8 47,334 1. 138 53, 900 Parma . . . . .. 17.7 44,492 1,177 52,400 AveHino . . . .. 18.7 16, 376 1,187 19,400 Benevento . .. 20.2 17,406 1,202 20, 900 Caserta .. . . . 19.0 17,257 1,190 20, 500 P o rli... .. 12.0 16,016 1,120 17, 900 Novara . . . . .. 32.2 15,232 1,322 20.100 Perugia . . . .. 13.2 17,395 1, 132 19, 800 Ravenna... . . 10.9 18,571 1,109 20, 200 Reggio Emilia 13.8 18,634 1,138 21,200 Siracusa... .. 10.4 19, 389 1. 104 21,400 Treviso. .. . .. 15.7 18,301 1,157 21,200
Adunque risulta estremamente probabile che al-meno due comuni (Padova e Parma) e forse anco un terzo comune (Brescia) dovranno passare dalla se conda alla prima classe, e che almeno sette (Bene- vento, Caserta, Novara, Ravenna, Reggio Emilia, Si racusa e Treviso) e forse altri due (Avellino e Pe rugia) dovranno passare dalla terza alla seconda classe, cioè molto probabilmente nove e forse dodici comuni sui 69 capoluoghi di provincia subiranno un tale passaggio.
Se da questo esame parziale volessimo inferire una regola generale, forse sarebbe eccessivo. Ma però da esso emerge ben fondata la presunzione che, « in se_- « guito al futuro censimento, i passaggi di classe dei
« comuni, in base all’ aumento constatato della loro
« popolazione, e il conseguente aumento del canone « daziario governativo darebbero modo di far rien- « trare nelle casse dello Stato una somma annua ben « superiore alle eventuali 80 mila lire annue che, nella « peggiore ipotesi il censimento stesso sarà per co li stare ».
G . Ma r in e lli.
LA SOCIETÀ IMMOBILIARE
Giacché oggi le vicende della Società Generale d i C re dito Im m o b ilia re hanno ric h ia m a ta la atten zione della stampa, e qua e là vengono emessi g iu dizi p iù o meno illu m in a ti, i le tto ri de\VEconomista g rad ira nn o, rite n g o , qualche notizia s u ll’ argom ento. E m i sento tanto p iù disposto a d isco rre re su tale im p orta nte tema, inq u an to che, entrato due a nn i o r sono a fa r parte del C onsiglio di A m m in istrazion e di q u e ll’ is titu to , ho cercato, assieme ai m iei C olle g h i, d i fa r trio n fa re q uella sistem azione, che q u a l che settim ana fa pareva effettivam ente attuabile.R ico rd o benissim o che la entrata m ia e di a lc u n i a m ici m ie i n e ll’ A m m in istra zio n e d e ll’ Im m o b ilia re venne da talu no giu d ica ta come un atto per lo meno presuntuoso, quasi volessim o sfidare l’ opinione d i coloro, che ritenevano q u e ll’ is titu to già irre m is s i bilm en te condannato. E p p u re il concetto nostro era m olto sem plice e ch ia ro . L ’ esame dei bilanci d e l l ’ Im m o b ilia re lasciava com prendere che le d iffic o ltà , da cui era im barazzato erano bensì g ra v i e profonde, perchè trovavano ra dice specialm ente nella crise e dilizia che travagliava la capitale, ma in p ari tempo
(•) Trattandosi di presunzioni si arrotondano le cifre al cen tinaio.
appariva essere interesse dei creditori di mantenere
in vita la Società, anche con qualche loro sacrifizio, giacché nel tempo essa aveva V ausiliario migliore per ricuperare la propria elasticità e garantire i
diritti di tutti.
Sono note q ua li fossero le basi d i q ue ll’ Istitu to : era un cre dito fon dia rio libero ; prestava su garanzie ipotecarie, ed emetteva obbligazioni in confronto dei m u lu i. Non è questo il m om ento d i esaminare, se, e con quanta oculatezza la società impiegasse i p ro p ri e g li a ltru i d e n a ri; certo è, che, se si pensa quale sia stata la fine della F o n d ia ria italiana, del- l’ E s q u ilin o , della T ib e rin a , e q ua li inca gli abbiano in c o n tra ti nella lo ro più recente vita i C re d iti fon d ia ri della Banca Nazionale e del Banco di N apoli, em erge subito che l ’ Im m o b ilia re , meno degli a ltri, si lasciò trascinare dalla corre nte di illu s io n i, che per troppo tempo dom inò l’ Ita lia e specialm ente la capitale in fatto di cre dito e sopratutto di credito fon dia rio .
N on è nem m eno q u i il caso di accennare alle cause generali e speciali di queste illu s io n i, da cui non furon o esenti, nè u om in i di finanza celebrati, nè u o m in i di governo esperim entati ; basta tener presenti le sole conseguenze, che si riassum ono in queste proposizioni : nel breve volgere di un triennio
la proprietà edilizia, specialmente della capitale perdette meglio del 60 per cento del suo valore;
la crise e la contrazione del cre dito, che derivarono da quest’ enorm e ribasso verifica to si in una ricchezza, che o rdin ariam en te non soffre grandi oscillazioni di v a lore, sconvolsero il m ercato, condussero alla rovina m o lti is titu ti, e d eterm inarono quel nefasto periodo, che si chiuse colla catastrofe bancaria del 1892-95.
T ra g li Is titu ti che più erano im pegnati nella e dilizia si annoverava l’ Im m o b ilia re , che nel 1895 aveva in circolazione o bbligazioni per quasi cento m ilio n i q ua ttro e cinque per cento, buona parte delle q ua li erano collocate nella Svizzera ed in G er m ania, e con tro le q u a li stavano a ltre tta n ti crediti, a lcu ni c o s titu iti da annualità di C om u ni o di Pro v in c ie , a ltri erano m u tu i g a ra n titi da prim a ipoteca sopra sta b ili della capitale.
La crise aveva colp ito anche l ’ Im m o b ilia re come g li a ltri Is titu ti, ma perchè g li s ta b ili che g aranti vano i suoi c re d iti erano co llo ca li in posizioni re lativam en te buone, ha potuto reggersi p iù tempo degli a ltri, sem pre aspettando che la crise cessasse o si risolvesse e potesse q u in d i m ig lio ra re la propria si tuazione; e come aveva resistito a fie ri attacchi mossi inconsideratam ente a lcu ni anni p rim a, si riteneva potesse resistere anche alle d iffic o ltà più recenti. I d iv e rs i M in iste ri succedutisi lasciarono credere che, e con una d im in u zio n e delle tasse per il passaggio delle prop rie tà im m o b ilia ri, e con una revisione della imposta sui fa b b rica ti, avrebbero co n trib u ito a sollecitare l’ assestamento della p ro p rie tà , almeno nella capitale. Ma le promesse non ebbero seguito e parve che il governo si compiacesse che la capi tale del nuovo regno aggiungesse alle ro vine antiche q uelle m odernissim e, diventate non valore, per tutti, m eno che per il fisco, che continuava e continua ad esigere il suo per cento anche sui disastri ilei p a trim o n i p riv a ti.
' C om unque, dopo lunga resistenza, anche l’ Im m o b ilia re dovette abbassare le a rm i ; ma perchè orm ai
non compieva più operazioni nuove poteva consi
h-7 giugno 1896 L’ E C O N O M I S T A
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quidazione, ed era perciò evidente che l ’ interesse d i tu tti stava nel cercare un equilibrio provvisorio at
tuale, che permettesse di attendere tem pi m ig lio ri.
Consigliava ciò l'interesse degli o bb liga ta ri, che non avrebbero mai potato sognare di ric u p e ra re il loro avere, se fossero stati g ettati sul m ercato ottanta m ilio n i di c re d iti di annualità e di ip o te c h e ; e che in p ari tempo dovevano pensare come fosse nel lo ro v a n taggio dilazionare in m o lti casi le riscossioni dei crediti ipotecari, affine di lasciar tempo al p rop rie - tario di assestare la propria azienda; — consigliava ciò l’ interesse degli a ltri c re d ito ri, i q ua li dalla vita della società in lenta liquidazione potevano sperare un m iglioram ento della situazione, così che il loro avere non fosse com prom esso; — consigliava ciò infine l’ interesse degli azionisti, ai q ua li se al m om ento nulla o quasi sem brava rim a n ere del loro capitale, rim aneva la speranza di un avvenire, nel quale, meglio curate le condizioni di Rom a, anche la pro prietà edilizia potesse ric u p e ra re una parte almeno del valore perduto.
E nel 189 4 sono entrato assieme ad a lc u n i a m ici nell A m m inistrazione della Società Im m o b ilia re col pensiero di cercare Vequilibrio provvisorio, che p er
mettesse di attendere tempi migliori.
Non era e non poteva essere nostro com pito, nè la investigazione del passato, nè la recrim inazione nelle diverse questioni, che in to rn o alla esistenza stessa dell Istitu to erano state sollevate pochi| anni p rim a. Abbiamo cercato di fa r com prendere subito agli ob bligatari, che occorreva da parte loro u n sacrifizio, senza di che la Società non avrebbe potuto m ante nersi in vita , e non d ubitam m o che tale appello fatto al buon senso avrebbe trovato am pie e favo revoli adesioni.
E non vi è dubbio - oggi lo si vede chiaram ente ■ che se tutte te obbligazioni fossero state, come in
Italia, in mano di singoli privati, larga e volente
rosa sarebbe stata la risposta dei c re d ito ri e facile la attuazione di un progetto d i sistemazione.
Se non chè in G erm ania e nella Svizzera g li obbligatari facevano capo alle lo ro Banche, e perciò I A m m inistrazione d e ll’ Im m o b ilia re si tro vò di fro nte ben presto a lcu ni potenti Is titu ti di C re dito esteri, rappresentanti di p iù diecine d i m ilio n i di o bbliga zioni, e il D ire tto re di uno di questi Is titu ti chiam ò infatti la Società Im m o b ilia re davanti al T rib u n a le .
C om inciarono a llo ra le lunghe, faticose e diverse trattative cogli Is titu ti esteri. C onvenuti, dopo m olte d ifficoltà, con q u e lli di B e rlin o , si in c o n trò la op posizione di q u e lli di F ran co forte , e poi la opposizione di q u e lli della1 Svizzera. A l p rim o progetto, sem plice e di facile attuazione proposto dal C onsiglio di A m m inistrazione, si contrapposero a ltri progetti, e fin a l mente, dopo m olte e p iù faticose riu n io n i avute a Roma, si potè fo rm u la re un nuovo progetto, che parve accettato da tu tti e che venne pubblicato nel marzo 1895. A lc u n i o bb lig a ta ri d issidenti, che ave vano fatta opposizione, si erano con speciali sistem a zioni ed equo tra tta m en to a cq u ie ta ti; le adesioni degli a ltri superarono ogni aspettativa, e d im ostra rono che ben a ragione si era confidalo n e ll’ effetto eoe la esposizione della situazione avrebbe fatto sug li interessati.
Se non che, m entre questo a vveniva, g li Is titu ti esteri andavano aum entando la quantità delle o b b li- gazionj, di cui diventavano rappresentanti ; e m entre 1 venti m ilio n i circa d i lire in obbligazioni esistenti
in Italia avevano fatta per o ltre 17 m ilio n i adesione puj’a e semplice al progetto senza alcuna condizione; i 35 m ilio n i c irca di lire in obbligazioni depositate a ll’ estero, diedero modo agli Is titu ti che le ra pp re sentavano di esigere certo condizioni e d i esplicare una tale azione da sem brare esorbitante.
Sarebbe stato certam ente u tile per tu tti che, di fronte ad una così colossale interessenza raccolta in poche m ani, si confondessero in un solo d iritto l’ azionista e l’ o b b lig a ta rio ; ed il C onsiglio di A m m inistrazione non mancò di o ffrire rip etu ta m e nte ed energicam ente ai rappresentanti di così cospicuo n u m ero di o bb liga zio ni tu tti i posti del C o n sig lio; ma è parim ente chiaro d’ altra parte che, subitochè tale offerta veniva rifiu ta ta e si voleva che g li A m m i n is tra to ri rim anessero al loro posto, questi non po tevano non difendere per sentim ento di d ig n ità e di decoro la loro posizione, im pedendo quella p re murosa tutela che il cre ditore sembrava esigere. Nè dico ciò a tito lo di rim p ro v e ro o di accusa; è na turale che g li Is titu ti esteri rappresentanti di 35 m ilio n i d i lire in obbligazioni volessero, quando alla lo ro clientela si chiedeva un sacrifizio, conoscere se e quanto questo sacrifizio fosse necessario e su ffi c ie n te ; - ma è egualm ente naturale e spiegabile che 'C oloro, i q u a li dagli azionisti erano stati chia mati ad a m m in istra re , non potessero, finché la So cietà era v iva , perm ettere al cre ditore di diventare per questo soie tito lo di cre ditore, indirettam ente a m m inistra to re ; tanto più se era a tem ersi che le due posizioni potessero un g io rn o, come p u r troppo oggi sembra v e rific a rs i, essere in co n flitto .
E questa delicata questione fu una delle cause p rin c ip a li di un grande rita rd o alla attuazione del p rog e tto ; da una parte resistenza a com unicare uf ficia lm e nte le condizioni della Società nei p a rtic o la ri, per tim ore di fo rn ire a rm i a chi poteva diventare a vv e rs a rio ; d a ll’ a ltra , crescente diffidenza per questa stessa resistenza; diffidenza che nascondeva anche un sottinteso - che oggi però apparisce quanto fosse e r roneo e poco a vve d u to ; si temeva cioè che la So
cietà Immobiliare fosse in condizioni molto migliori di quanto affermava e che il sacrifizio che si chiedeva agli obbligatari andasse in gran parte a vantaggio degli azionisti.
Questa specie d i a ttrito incagliò la soluzione della sistemazione, diede o rig in e ad alcune m odificazioni del progetto già accettato dalla quasi tota lità degli o b b lig a ta ri, condusse a rich ied ere nuovam ente la lo ro adesione, ma fece rita rd a re in tal modo la conclusione, che la Società si tro vò stremata di forze. Così com inciò la seconda e rapida fase di questa im p orta nte operazione.
Siam o v e n u ti cioè alla scadenza del 1° a prile u. s., quando si dovevano pagare g li interessi sem estrali agli o bbligatari ed ancora non era com pletam ente concordato colle Banche estere il m odo di esecu zione della convenzione.
N on può d irs i che m olto mancasse al com pleto a cco rd o ; chi pensa quante d iffic o ltà in c o n tri un sem plice m u tu o con garanzia ipotecaria, può im m a gi- -nare quante d iffic o ltà debbano in c o n tra rs i a concor
358 L’ E C O N O M I S T A 7 giugno 1896
aderenti al progetto, quando occorreva rimanessero sufficientem ente g a ra n titi anche gli obbligatari non
aderenti, e g li altri creditori della Società, e quando
agli azionisti, che avevano perduto tu tto il loro capitale, si domandava di mantenere in vita per
cinquant' anni ancora la Società a solo vantaggio dei creditori.
M entre tu tta v ia era ancora sperabile d i v e n ire ad una entente cogli Is titu ti esteri, ed anzi si riteneva di averla ra gg iun ta, e forse perchè si seppe che era
raggiunta, si scatenò s u ll’ Im m o b ilia re una vera
tempesta.
Il C onsiglio aveva deliberato di sospendere il pa gam ento delle cedole scadenti il 1° a prile in attesa della conclusione della sistem azione. P er questo a l cu n i p o rta to ri d i obbligazioni chiesero i l fallimento■ della Società, m entre a ltri p o rta to ri, non aderenti chiam arono la Società davanti al g iu d ice per im p e d ire la attuazione della sistemazione.
F u il segnale d e ll’ im perversare delle p iù strane p assio n i; odi personali, cu p id ig ie smodate, m ire am biziose, desiderio di d om in io sul m ercato ad un tra tto si m anifestarono con violenza. La sistemazione d e ll’ Im m o b ilia re , che fino a poche settim ane o r sono era stata questione di -finanza, p iù o meno abilm ente condotta, ma sem pre di sola finanza, diventò asso
lutam ente diversa ; chi tro vò n e ll’ im p e d irta lo sfogo d i antiche anim osità ; c h i, quasi sentendo l’ odore del cadavere, si o ffrì spontaneamente pietoso becchino ; chi vide un mezzo per ind e b o lire a ltri Is titu ti ed aspi ra re a d irig e rli ; chi a p ri 1' anim o a speranza di g ran d i scandali ; — chi vid e la sorgente di m olte ¡iti. E in poche settim ane la onesta fatica di due a nn i di assiduo, disinteressato e non facile lavoro per raccogliere e d is c ip lin a re pazientemente p iù di cinquanta m ilio n i d i o b b liga zio ni, fu d istru tta , p ro p rio nel m om ento, in cui sem brava raggiungere lo scopo.
Debbo q u i fare una dichiarazione personale — ed i le tto ri v o rra n n o perdonarm ela : — m entre tu tto il lavo ro fina nzia rio dura to così lungam ente m i a lle t tava, m i rip u g n a la lotta portata nel campo, nel quale ora la vedo, e I’ am biente nei quale si vuo l p ortarla m i è a ntipatico. N on è il tempo d i entrare in par tic o la ri, che svelino lo stato m orboso, nel quale si tro va ancora il m ercato italiano, m a^a suo tem po si potranno tra rre dagli a vve nim e nti d’ oggi d eg li u tili am m aestram enti sulle cose e sulle persone.
O ra m i par doveroso accennare a llo stato di fatto ed ai g ra v i danni, a cui vanno in c o n tro g li interes sati, o b b lig a ta ri, c re d ito ri ed azionisti se non tro va n o la via d e ll’ accordo.
E di questo m i propongo d i d ire qualche cosa in un prossim o n u m e ro .
A . J. DE JoHAHNIS.
I Cimili SPECULI PEI LUI 01 It ili
I I.
I caratteri p e c u lia ri p re v a le n ti dei c o n trib u ti spe c ia li pei- la v o ri dì m ig lio rìa vengono ria ssu nti in questi d u e : di c o s titu ire cioè u n compenso per u n beneficio recato dal com une o dallo Stato al
p ro p rie ta rio di un bene, im m o b ile , m ediante una data opera pubblica ; di essere o bb liga to ri. Se essi mancano d e ll’ uno o d e ll’ altro carattere la loro n a tura viene ad a lte ra rsi com pletam ente. Se chi ha il potere di im p o rre trib u ti contrattasse semplicemente coi p ro p rie ta ri avvantaggiati d a ll’ opera pubblica, perchè con tribu isco no nelle spese che essa richiede, si avrebbe una convenzione finanziaria, ma non una im posizione stabilita secondo norm e fisse dal potere p u b b lico che ne ha la faco ltà ; se mancasse il be neficio, per chi è chiam ato a c o n trib u ire nella spesa pel lavoro di m ig lio rìa , si avrebbe una prestazione fatta da una classe di c itta d in i, anzi da un gruppo di c itta d in i senza controprestazione, d iretta la qual cosa nella finanza può am m ettersi soltanto se la presta zione, ossia la im posta, colpisce la generalità dei c itta d in i in ragione della loro capacità co n trib u tiva .
Senonchè q ue i due caratteri p e cu lia ri accennati si trovano insiem e ad a ltr i che sono com uni o alle tasse, secondo il lo ro concetto scie ntifico oggi d om i nante, o alle im poste. È q u i appunto che sorge la questione se dei c o n trib u ti speciali, dei quali ragio nasi, devesi fare una categoria a parte di entrate, come vogliono il S eligm an e il R osew ater, oppure
se si possono, riu n ire ’ sia con le tasse, come sarebbe razionale, sia con le im poste, come pensa il Bastable. Le d istin zio n i teoriche, alle quali bisogna p u r venire, hanno se non a ltro il pregio di c h ia rire viem m eglio il concetto delle v a rie categorie d i entrate pubbliche, le differenze che intercedono fra lo ro , uonchè il si g n ifica to e la im portanza, che leg ittim am e nte può at trib u irs i ai c o n trib u ti speciali.
L o s critto re , che ha m eglio in sistito sulle diffe renze tra i c o n trib u ti speciali da uu lato e le im poste e tasse d a ll’ a ltro , è il S eligm an, nei suoi s tu di sulla classificazione delle entrate pubbliche ‘ ) ; ma e g li ha fatto un lavoro di analisi sottile, che, già lo notam m o, tien conto d i p a rtico la rità secon d arie, non aventi carattere fina nzia rio, ma a m m i n is tra tivo e com plica di tro pp o la classificazione delle entrate. Poiché e gli, però, giunge così a m et tere in rilie v o g li aspetti tu tti d eg li special asses
sments o c o n trib u ti spe cia li, non conviene trascurare
la sua acuta analisi.
È bensì vero ehe tanto le tasse che i con tribu ti speciali sono pagati, quale corre sp ettivo di un de te rm in a to s ervig io m isurab ile reso dallo Stato o da uu corpo locale; ma, osserva il S eligm an (op. c it. 289), m entre le p rim e sono prelevate per qualsiasi servi gio, i secondi solo for specific local improvements, ossia soltanto per m ig lio rìe locali determ inate. Il campo di operazione dei c o n trib u ti speciali sarebbe ristre tto , m entre q u e llo delle tasse non è tale. Non è questa però una distinzione assoluta, perchè si può benis sim o concepire il co n trib u to speciale, anche per m i g lio rìe generali e non locali com p iute dallo Stato e non da corpi loca li. La legge italia na sulla espro priazione per pubblica u tilità , come vedrem o p iù in nanzi, am m ette le « espropriazioni con obbligo di con trib u to » , tanto per le opere intraprese dallo Stato, quanto per q uelle intrap re se per conto delle p ro - vin c ie , dei com uni e dei consorzi.
La circostanza che il c o n trib u to speciale può es sere pagato a rate, m entre la tassa è pagata soltanto *)
*) Essays in Taxation, chap. IX ; alcune buone considerazioni sull’argomento ha pure il Ro s e w a t e b,
7 giugno 1896 L ’ E C O N O M I S T A 359
quando il servig io viene domandato e una volta per tutte, non è nem m eno essa tale da c o s titu ire uua vera differenza, perchè n ulla vieta che il c o n trib u to sia pure pagato in una sola volta ; la rip a rtiz io n e del co n trib u to per un certo tem po (ad esempio per 10 anni, secondo la nostra legge sulla espropriazione) è una m odalità, che m entre torna u tile ai p ro p rie tari, che hanno un aumento di v a lo r capitale del loro im m o b ile , non toglie che si tra tti di un co m penso per un dato vantaggio. Ma questi, dicesi, nei casi in cui si applicano i c o n trib u ti speciali è reso alla proprietà im m o b ilia re soltanto, m entre la tassa trova applicazione p e r qualsiasi se rvig io personale o reale, che può q u in d i avvantaggiare a ltri elem enti, diversi da q u e lli -im m o b ilia ri. A nche q u i non si tratterebbe che della estensione m aggiore o m inore di un medesimo p rin c ip io , ma non d i‘ una differenza sostanziale di p rin c ip io .
P iù im portante invece è la considerazione che la tassa è pagata da un in d iv id u o come tale, il con trib uto speciale da un in d iv id u o quale m em bro di una classe; v i è in questo caso una area im p o n i bile, an assessment area, come dice il S eligm an, sulla quale il co n trib u to totale è prelevato, per es sere poi rip a rtito , secondo una regola determ inata, fra le persone avvantaggiate. Ora anche nelle tasse è p u r frequente il caso che si debba considerare una massa d i in d iv id u i ric h ie d e n ti u n dato se rvig io , re trib u ito appunto con la tassa, anziché l’ in d iv id u o iso lato ; la tassa può essere assai differente a seconda che il servigio è chiesto da pochi o da m o lli e la spesa può essere rip a rtita fra una o p iù classi di contribuenti, anziché fra pochi. Non p a n n i rig o ro samente esatto il d ire che nel caso di una tassa il Governo non considera una classe di persone o un’ area im p o n ib ile , ma in d iv id u i separati, perchè in realtà anche nelle tasse la considerazione della to talità d i coloro che rich ied on o il se rvig io è fonda mentale.
Finalm ente, potrebbe d irs i che i c o n trib u ti spe ciali sono o b b lig a to ri e le tasse faco lta tive , nel senso che queste u ltim e si possono non pagare, rin u n c ia n d o al servigio re trib u ito con la tassa, m entre il c o n tri buto speciale, se l ’ im m o b ile è situato dentro l’ area im ponibile, è dovuto alla stessa guisa della imposta diretta sui terre ni o sui fab brica ti. A questo proposito va notato che il N eum ann ha rich ia m a to l ’ attenzione sulla somiglianza fra i c o n trib u ti speciali e le im poste dirette, d eriva nte dal carattere perm anente degli oggetti o delle relazioni (dauernde Dinge, zus-
tändlichn Verhältnisse) o transazioni, sulle q u a li ven
gono d is trib u ite nonché sulla corrispondenza delle tasse con le imposte in d ire tte in ragione del carattere tem po raneo e tra nsitorio delle transazioni sulle quali vengono ripartite *). Ma sono analogie queste p iù apparenti che reali ; esse confondono p iù che c h ia rire le idee. G’ accennata distinzione non si può a pp lica re ai con tribu ti speciali e alle tasse, ma piu ttosto esiste fra una certa classe d i tasse da un lato e u n ’ altra classe di tasse e i c o n trib u ti speciali d a ll’ a ltro .
Invero, se la tassa è chiesta per qualche servigio governativo, che non sia indispensabile, l ’ in d iv id u o , col far senza del s e rvig io , si sottrae al pagamento
’) Neühann, Die Steuer und das oeffentUche Inte
resse, pag. 326-7.
del suo prezzo, nè a ltri deve far il pagamento in vece sua. N on così può d irs i delle tosse richieste per servigi indispensabili, le q ua li se non sono pa gote da alcune persone lo sono da a ltre sotto form a di prezzo p iù elevato e tale è pure il caso dei con trib u ti speciali. Quanto al carattere o bb liga to rio di questi u ltim i, conveniam o col S eligm an, che le im poste in d ire tte , come q uelle d irette, lo tasse come i c o n trib u ti speciali sono sem pre obb liga to rie . Data la esistenza della ricchezza soggetta alla imposta, l’ obbligo di questa esiste, come data la richiesta del servigio prestato dallo Stato o dal Com une sorge l’ obbligo del pagamento della tassa.
Le imposte in d ire tte non meno di quelle d irotte sono adunque’ con tribu zion i o bb liga to rie e non volo nta rie, data la causa che ne determ ina l ’ applicazione e cioè il consumo, l’ atto di scam bio, il possesso. La tassa non presenta differenza a questo rig u a rd o , essa è pagata se ed in quanto il servizio sia richiesto ; e certo il servizio può non essere rich iesto, come si può non fare un alto di scam bio o un consumo o non posse dere una data form a di p roprietà. I c o n trib u ti speciali sono adunque o b b lig a to ri, come le a ltre co n trib u zio n i generali e speciali, ma con questo di diverso, che il benefìcio reso dallo Stato o dal com une e pel quale sorge l’obbligo del c o n trib u to , non è rich iesto dal p ro p rie ta rio , come avviene nelle tasse propriam ente dette, ma g li viene, per necessità sociale, per u tilità pubblica, esteso, accordato ed entro c e rti lim iti im posto, la qual cosa conferisce ni c o n trib u ti speciali una nota che certo non è com une a lle tasse e le può far confondere, se ad a ltri caratteri non si pon m ente, con le im poste.
Tale confusione, però, non è possibile per varie differenze sostanziali. A n z itu tto , le im poste sono prelevate per co p rire le spese sostenute n e ll’ inte resse com une, senza alcun rig u a rd o a vantaggi par tic o la ri, m entre nei c o n trib u ti speciali i servig i pei q u a li occorrono spese ridondano a beneficio p a rti colare d e ll’ in d iv id u o . L ’ im posta è un carico pubblico generale, invece il c o n trib u to speciale im p lic a un beneficio, u n vantaggio p articolare.
N e consegue che m entre nella prim a il vantaggio speciale o non esìste o ris u lta accidentalm ente dalla quota in d iv id u a le del beneficio com une e non è separatamente m isu ra b ile , nel secondo esiste in modo positivo , concreto ed è m isurab ile. L ’ imposta co r risponde alla necessità im p re sc in d ib ile d i provvedere a m o lti bisogui, il cui soddisfacim ento procura una u tilità in d iv is ib ile , m entre il c o n trib u to speciale può tro va re applicazione precisam ente alla condizione che il vantaggio derivante d a ll’ opera pubblica sia apprezzabile, con c rite ri re lativam ente s ic u ri per ogni singolo p ro p rie ta rio avvantaggiato. Basterebbe questa differenza per c h ia rire che nei c o n trib u ti speciali si ha una form a d i tassazione, che non è possibile assim ilare con le imposte.
E ra u tile il vedere in modo com pleto le dive rsità che esistono a questo proposito, perchè la classificazione delle entrate riesce così p iù chiara e is tru ttiv a e non senza ragione, a nostro avviso, uno scritto re di cose di finanza, il Besobrasoff, scriveva che « la Tjuestione della classificazione (d e lle e ntra te) non si riassum e tutta in tie ra nel tale o nel tal a ltro modo di esporre i fa lli, in una disposizione p iù o meno fe lice che lo ro si dia... L a classificazione è p iù di questo, essa serve da sè stessa di strum en to e di
Clas-360
V
E C O N O M I S T Asificare le fon ti delle entrate p ubbliche è un mezzo eccellente per studiarne le proprietà 1).
E le stesse im poste speciali, come ad es. quelle lo cali inglesi (rates) non possono confondersi con i con trib u ti speciali, perchè esse sono, è vero, prelevate sopra una parte determ inata della popolazione o sopra date form e di ricchezza, anziché sulle gene ra lità , ma non cessano di essere prelevate per uno scopo p ub blico generale e sul re dd ito de’ c o n trib u e n ti, che non ottengono alcun beneficio in d iv id u a le m i surabile. Le im poste speciali sul sistema dei trib u ti loca li inglesi im p lica no Una capacità o facoltà spe ciale c o n trib u tiva ( il possesso fo n d ia rio , e dilizio, il tra ffic o com m erciale, ecc.), m entre i c o n trib u ti spe c ia li presuppongono un beneficio p articola re . S i ag giunga che le im poste statuali o lo c a li possono es sere p roporzionali o al re dd ito o alla spesa, o al p a trim o nio od anche graduate, e in ¡specie p rogres sive, e per contro i c o n trib u ti speciali non pos sono essere che p rop o rzio n a li ai vantaggi p rocu ra ti alla categoria di c o n trib u e n ti, che vengono c o lp iti in seguito ai la v o ri di m ig lio rìa ; p rin c ip io questo, assi cura il S eligm an, che è o rm ai rico no sciu to dalla g iu risprudenza am ericana. La d iffic o ltà consiste sol tanto, come si vedrà in seguito, nella scelta del c rite rio più equo per la m isura del beneficio.
Sono differenze n o te vo li, alle q u a li se ne potrebbero aggiungere a ltre secondarie, come ad esempio que sta, che i c o n trib u ti servono a p rovved e re alle spese pel m ig lio ra m e n to del capitale, della proprietà p r i vata e le im poste a c o p rire le spese c o rre n ti dello Stato. Ma per quanto si volesse p rolu ng a re questa analisi dei caratteri d iffe re n zia li, non si potrebbe o r m ai lum eg gia re , p iù di q u e llo che si è fatto, la na tura dei c o n trib u ti speciali pei la v o ri di m ig lio ria . E senza d ilu n g a rc i u lte rio rm e n te possiamo co n c lu dere in to rn o a questo aspetto teorico d el tema, che si tratta nel sign ifica to scientifico della parola, non di im poste ma di tasse, od alm eno che i c o n tri b u ti speciali m eglio si possono coo rd ina re con esse ; saranno se vu o isi una sottospecie delle tasse, ma è certo che il loro carattere predom inante, quello cioè di essere il compenso p e r un vantaggio procu ra to , ind u ce a riconoscere che appartengono alla cate goria delle tasse.
(Contìnua) R. Da l l a Vo l t a.
Rivista Bibliografica
Luigi Einaudi. — La crisi agraria nell’Inghilterra. —
Bologna, Garagnani, 1896, pag. 116.
11 malessere d e ll’ a g ric o ltu ra inglese è un fatto a m messo, già da a lc u n i anni, da tu tti g li s c ritto ri, che si sono occupati d e ll’ argom ento ; le divergenze rig u a r dano la durata probabile della depressione a g ra ria ,
le sue cause e i rim e d i p iù adatti per ven ire in aiuto di quella in d u stria . I l prezzo del grano, che nel 1873 era di 5 8 s c e llin i e 8 den. il quarter, nel 189 4 non era p iù che di 22 s c e llin i e 10 den. e rid u z io n i di prezzo, se non così fo rti, certo assai sen sib ili si v e rific a ro n o p e r quasi tu tti i p ro d o tti
*) Revenus publics de la Russie (St. Petersbourg, 1872, Mém. de l’Académie, VIII-9).
7 giugno 1896
a g ra ri. E la depressione d e ll’a g ric o ltu ra è a ttrib u ita ora alla concorrenza estera, ora alla scarsità del me dio circo la n te , alla poca sta b ilità nelle condizioni dei fitta v o li, ai co n tra tti a gra ri con giu nti alla spe culazione perniciosa sui prezzi delle derrate, alle gravezze delle decim e e delle tasse, ecc.
Il lib ro che annunciam o, dovuto agli studi di un egregio giovane, c o m p iu ti nel L a b o ra to rio di econo mia politica della U n iv e rsità di T o rin o , è un buon riassunto d i fa tti e di o pinioni in to rn o alla crise n e ll’ In g h ilte rra . In sei cap itoli egli presenta le con d izio n i d e ll’ a g ric o ltu ra inglese, notandone le tra sfo r mazioni tecniche ed econom iche, considera la con correnza estera e il protezionism o, le im poste e il
fair trade, la speculazione sui p ro d o tti a gra ri e i
sindacati e i co n tra tti agrari. Sono tu tti argom enti di m olto e v iv o interesse per un paese come il nostro e 1’ E in a u d i è, per la sua estesa conoscenza della le t- le ra tu ra re lativa ad essi, in grado di fo rn ire molte interessanti notizie. C erto in s im ili questioni assai complesse è d iffic ile di poter esam inare con la ne cessaria ampiezza e p rofo nd ità tu tti i lati del tema, tanto p iù che occorrerebbe competenza non solo econom ica, ma anche agronom ica (ad esempio per apprezzare le trasform azioni delle c o ltu re ), ma il nostro A u to re anche dove è costretto a entrare in p a rtic o la ri troppo tecnici, fornisce elem enti pre ziosi per ben com prendere la n atura e g li effetti della crise agraria.
In sostanza, egli crede che la grande proprietà fon dia ria deve adattarsi a una decapitazione perm a nente dei suoi re d d iti e che solo il concorso in te l ligente d i la rg h i ca p ita li, può porre in ,g ra d o la in- d u stria agricola di intra p re n d e re quella trasform azione della c u ltu ra , che si è resa necessaria per resistere, senza d over ric o rre re alla im posizione di dazi doga n a li, alla concorrenza straniera.
L ’ inchiesta sulla depressione agricola condotta a te rm in e pochi mesi sono e il progetto di legge pre sentato d i recente al Parlam ento inglese per la r i duzione delle im poste, che colpiscono l’ a grico ltu ra , sono due fatò, per tacere d’ a ltr i m in o ri, che d im o strano l’ interesse del governo per quella ind u stria .
Ma sarà sufficie nte la rid uzio ne degli oneri fiscali ? È da credere d i no, perchè la concorrenza dei paesi n uo vi per ora non accenna a scemare ; la questione dei rim e d i alla crise agraria co n tin u e rà , q u in d i, ad essere d ib a ttu ta ; ragione d i p iù per prendere cono scenza dei suoi elem enti con la lettu ra di questo studio d ilig e n te e preciso.
Economie Classics edited by W . J. Ashley. — New-York, Macmillan, 1896.
A b b ia m o già annunziato questa collezione di s crit to ri di econom ia, se non p ropriam ente tu tti classici, in parte alm eno ta li. A i v o lu m e tti dedicati a S m ith, M althus, R icardo e S c h m o lle r, sono stati a gg iun ti a ltri due, dei q u a li uno è rise rvato a Jones e l’ altro a Tom m aso M u n.
7 giugno 1896 L’ E C O N O M I S T A 361
Meno noto e meno facile a tro va rsi è l'a ltr o vo lum e che rip ro d u ce il trattato del M un sul tesoro o la ricchezza d e ll’ In g h ilte rra per mezzo del com m ercio esterno, docum ento di vera im portanza sto rica, che illu s tra le o p in io n i, se non del fondatore del sistema m ercantile, certo di uno dei suoi più a b ili espositori.
C. Bouglé. — Les S c ie n c e s societies en Allemagne. Les méthodes acluelles. — Paris, Alcali, 1896, pag. 172.
L ’ A uto re si è proposto di far conoscere i metodi segniti attualm ente in Germ ania nello studio delle scienze sociali e in pari tempo le idee d ire ttiv e predom inanti negli studi di psicologia c o lle ttiv a , nella m orale, nella economia politica e nella filosofia del d iritto . A questo inte nto il B ouglé analizza b re v e mente l’ opera fondam entale del Lazarus, dei S im m el, del W a g n e r e del von Ih e rin g . Ne è venuto un volum e non poderoso, ma denso di idee e pieno di interesse, anche per g li econom isti, i q u a li, del resto, v i troveranno un capitolo assai chia ro e preciso s u ll’ ind irizzo teorico del W a g n e r n e ll’ economia po litica. L ’ im pressione che si riceve dallo studio dei metodi attualm ente seguiti in G erm ania nelle scienze sociali, è che queste vogliono essere psicologiche, astratte e teo riche . C on fron ti acuti si trovano tra le tendenze che si m anifestano in F ra n cia nel campo degli studi sociali e quelle della G erm ania, sicché anche se il tito lo del lib ro prom ette m olto di più, non è meno vero che l’ A uto re ci ha dato u n saggio dotto sulla fase attuale degli studi sociali in G e r mania.
Rivista Economica
Il consorzio per i lavori del porto di Genova — Ta
bella dei p rezzi del frumento su i p rin cip ali mercati
del mondo — Commercio italo-francese — / vini in
Francia — L'imposta sulla Borsa in A ustria — La
emigrazione della Germania.
Il consorzio per i lavori del porto di Genova. — Diamo un sunto del progetto per l ’ istituzione del. Consorzio per I’ esecuzione delle opere s tra o rd in a rie del porto d i Genova, preparato dal C onsiglio di Stato e presentato al m in is tro Perazzi.
Il Consorzio sarebbe in ca ricato d i provvedere al- 1’ esecuzione e alla m anutenzione delle nuove opere straordinarie o cco rre nti del porto di Genova, e alla manutenzione delle opere m a rittim e esistenti, come pure alla preparazione dei n uovi p ro g e tti e ve ntu al mente necessari e a ll’ esecuzione dei la v o ri re la tiv i e loro m anutenzione.
11 Consorzio sarà form ato dai rappresentanti dello Staio, delle P ro vin cie e dei C om uni d irettam en te interessati, dagli a rm a to ri e com m ercia nti di queste P rovincie e dalle A m m in istra z io n i fe rro v ia rie . Le P ro vincie direttam ente interessate concorreranno com plessivamente alle spese per u n v e n te s im o ; i Co m uni per un a ltro ventesim o. P er un certo periodo da fissarsi, verrebbe concesso al Consorzio la facoltà di riscuotere speciali d ir itti p o rtu a li, che potranno essere im posti con norm e fisse sulle n a vi in a rriv o , sulle m erci im barcate e sbarcate, sui v ia g g ia to ri e sul bestiame iti a rriv o e in partenza.
Il provento d i questi d ir itti, u nito ai c o n trib u ti delle P ro vincie e dei C om uni, verrebbe destinato
alle spese per m antenere le nuove opere stra o rd i narie e per la m anutenzione delle opere esistenti. G li stessi d ir itti sarebbero im posti in base a tariffe deliberate dal Consorzio, p revio I’ avviso delle Ca mere di com m ercio, delle P ro vincie interessate ed approvate dal m in is tro dei la v o ri p u b b lic i. Sarebbe poi concessa al Consorzio la facoltà d i c o n tra rre p restiti, di vincola re i p rove nti dei d ir itti p ortuali al pagamento degli interessi e a ll’ am m ortam ento dei p restiti, d ietro I’ approvazione del G overno. L o Stato dovrebbe pagare annualm ente una somma in c o rri spettivo della m anutenzione delle opere esistenti. Il Consorzio sarebbe sottoposto alla tutela del Governo e infin e, facoltizzato dal G overno stesso, sotto alcune condizioni, di costitu ire a ltri Consorzi, o bb liga to ri co n sim ili a questo in qualsiasi porto del Regno ap partenenti alla prim a classe della seconda categoria. Tabella dei prezzi del frumento sui principali mercati del mondo.
(Per quintale) MERCATI 1 5 Genn aio 3 8 9 6 15 Febbr aio 18 96 15 Ma rz o 1 8 9 6 © <3 -i © r-H 9 M a g g io 1 8 9 6 O •Soboto e« S S m Diritti doganali per quintale di frumento j
Lire Lire Lire Lire Lire Lire Lire Milano . . . 23 » 23.90 24.20 25 50 24.55 24.32 Genova,.. 22 88 23.76 24.20 24.80 25 19 25.22 7.50 Bari... 24.75 24.70 24.75 24.70 24.75 24.75 Palermo.. 22 15 23.75 24.75 24.75 25.28 24-79 Fr. Fr. Fr. Fr. Fr. Fr. Fr. P arigi.. . . 18.70 19.25 19.50 18.75 13,20 19. » 7. » Berlino... 18.10 19.85 19.68 19.40 19 90 19.85 4.75 e 6.25 Vienna... 15.35 15.60 15.19 14.90 15.05 15.05 3.75 Londra... 14,25 15.15 14.42 15. « 15.50 I 15.50
!
0 Bruxelles. 14.2' 14.65 13.50 14 50. 15.15 15 50 New-York 12.95 15.90 13.89 15. 3b 14.10 14.80 4.89 Chicago .. 10.40 I 12.45 | 12.40 11.83 11.45 12. »5 iCommercio italo-francese. — La camera di c o m m e rcio italiana di P a rig i ha p ub blicalo la mensile statistica del com m ercio d’ im portazione e d’ espor tazione tra la F ra n cia e l’ Italia . Se ne deduce che, m e n tre la im portazione delle m erci italiane in F ra n cia era stata, nei qua ttro p rim i mesi del 1893, d i lire 3 5 ,2 1 2 ,0 0 0 . nel periodo corrispondente del 1896 ascese a lire 4 5 ,8 9 1 ,0 0 0 . L ’ aum ento si è notato particola rm e n te n e lle sete crude, greggio e lavorate, n e lle lane, nei c rin i e peli e nei generi m e d ic in a li. P er contro, 1’ esportazione delle m erci francesi in Italia scese da L . 4 2 ,9 2 6 ,0 0 0 a L . 5 6 ,0 7 6 ,0 0 0 , ossia una m aggiore esportazione d i m erci italiane in F ra n cia di L . 1 0 ,5 8 0 ,0 0 0 , ed una m inore im p o r tazione della F ra n cia di L . 6 ,5 8 0 ,0 0 0 . L a d im in u zione d e ll’ esportazione di merce francese rig ua rd a p a rticola rm e n te le sete, che da l a m ilio n i caddero a meno' di 9 ; i bozzoli, che da 2 m ilio n i e mezzo scesseso a 3 0 0 m ila lire ; le lane, le p e lli e p e liic - c ie rie lavorate.
362 L ’ E C O N O M I S T A 7 giugno 1896
si è m anifestino un considerevole ris v e g lio n e ll’ im portazione in Francia.
Nei 4 p rim i mesi di quest’ anno la F ran cia acquistò in Spagna 2 ,5 67 ,07 7 e tto litri di vino , cioè 1 ,8 1 3 ,1 3 4 e tto litri in p iù dei 4 p rim i mesi del 1 8 9 3 , m entre nello stesso periodo di questo anno entrarono d a l l ’ Italia solamente 829 3 e tto litri, cioè 6 1 6 e tto litri di meno dei 4 p rim i mesi del 1 893.
I v in i ita lia n i entrano in F ra n cia , pagando 3 tra n e lli per e tto litro di dogana in più dei v in i spngnuoli. L’ imposta sulla Borsa in Austria. — Il p arla m ento austriaco dovrà tra breve occuparsi del p ro getto di una imposta sulle Borse, sul quale è già stata presentata la relazione della Com m issione inca rica ta di esam inare il disegno di legge proposto dal governo.
Questo nuovo progetto propone, in luogo della tassa di 10 k re u tz e r per transazione sem plice, pagata fino ra , una tassa di 30 kre u tz e r per le transazioni su v a lo ri a d iv id e n d o e di 20 k re u tz e r sugli a ltri v a lo ri.
II relatore della C om m issione ha prodotto a q u e sto proposito le c ifre seguenti in d ic a n ti i l re dd ito della imposta attuale sulla Borsa di V ie n n a , nei p rim i tre mesi d e ll’ anno corrente, c o n fro n ta li con q u e lli d ello stesso periodo del 1893.
1896 1895
G e n n a io ... F io r. 2 9 ,8 7 9 8 7 ,7 1 2 F e b b ra io ... » 29,72 9 74,731 M a r z o ... » 2 3,63 9 83,48 3 F io r. 83,24 7 2 4 7 ,9 4 8 La relazione della Com m issione constata che oc corre tener conto di ciò, che le circostanze attu ali non sono p iù favo revo li alle Borse austriache, per quanto sia p re v e d ib ile una ripresa. T u tto al p iù il governo si rise rva di dare la sua sanzione alla nuova legge, al m om ento che g iu d ich erà opportuno.
La C om m issione respinge la domanda della Coulisse viennese tendente ad ottenere una rid uzio ne del 50 p er cento sulle tasse. A questo proposito m eritano di essere notato le espressioni della relazione al r i guardo della Coulisse. La C om m issione d ic e : « Se si deve am m ettere che in tempo di calma la Coulisse ha una parte im p o rta n te per sta b ilire i corsi dei v a lo ri, tuttavia g li a vve nim e nti che si sono p rod o tti n eg li u ltim i mesi del 1 89 5 hanno d im ostra lo la poca resistenza che offrono m o lti d eg li elem enti della
Coulisse viennese, e questa circostanza ha c o n tri
b u ito non poco ad aum entare la inte nsità della crisi. La Com m issione non vedrebbe alcuno in co nve nie nte, a che I’ aum ento del saggio d e ll’ im posta facesse spa rire g li elem enti p iù deboli della Coulisse. »
La emigrazione della Germania. — D al rapporto u ltim a m e nte com unicato al R eichstag sulla em igra zione tedesca nel 1 895, si rile v a che n ello scorso anno, 1 2 4 ,0 0 0 e m ig ra n ti p artiron o dai p o rti di A m b urg o , B rem a e S te llin o , cioè da A m b u rg o , 5 5 ,0 9 7 , da Brem a 6 8 ,9 9 2 , da S te ltin o 2 1 1 . Da A m b u rg o furon o tra sp ortati g li e m ig ra n ti in 4 7 6 n avi, da B rem a in 3 6 0 ; dì essi 9 5 ,0 7 4 erano stran ieri (in g ra n parte R ussi, A u s tria c i ed U ngheresi) e 29,22 6 Tedeschi.
M e ntre il n um e ro totale degli e m ig ra n ti da p o rti tedeschi, nello scorso anno, ha avuto un forte a u m ento dopo una c on tinu a d im in u zio n e annuale
nel-l ’ u nel-ltim o q u in q u e n n io , I’ em igrazione di Tedeschi è in d im inu zio ne anche nel passato anno.
Da p o rli tedeschi em igrarono, nel 1891, 93, 140 Tedeschi; nel 189 4 la cifra era rid otta a 3 3 ,5 6 6 ; in cinque anni q u in d i si ebbe una dim inuzione d i p iù che due terzi.
Quanto ai paesi di destinazione, vengon sempre in p rim a linea g li S ta ti-U n iti; vengono poi, a grande distanza, il N o rd -A m e rica inglese, il Brasile, il C h ili, I’ A rg en tina e I’ A u s tra lia .
D egli e m ig ra n ti tedeschi n e ll’ anno decorso, 2 48 4 erano a g ric o lto ri (8 0 0 meno che nel 1 8 9 4 ); la d i m inuzione delia em igrazione tedesca si è verificata sopratutto nei p iù im p o rta n ti d is tre tti ru ra li.
Il n um ero delle società di m u tu o soccorso ric o nosciute aventi per ¡scopo d’ indennizzare ì loro soci in caso di m alattia, d ’ in fo rtu n io , eco. al 31 d ic e m bre 1890 era di 369 .
Le società rico no sciu te posteriorm ente furono nel 1891 1892 1893 189 4 1895 65 56 58 165 N u m e ro totale al 31 dicem bre 1 8 9 5 . . . 765 Il n um e ro delle società rico no sciu te aventi per ¡scopo l’ assicurazione contro la m o rta lità del bestiame erano al 31 dice m bre 189 0 ...7
Le Società rico no sciu te posteriorm ente furon o nel 1891
1892 1893 1894
1 8 9 5 ... 46 N um e ro totale al 31 dicem bre 1 8 9 5 . . . 80
N. 1 . 5 . 14
V iv o n o in o ltre cinq ue società di m utuo soccorso rico no sciu te per I’ acquisto di p ro v v ig io n i, che esi stevano già nel 1890, fu o ri di una fondata nel 1891 a Mons.
In fin e fu accertata il 12 agosto 1 8 9 2 a H ouffalize L u x e m b o u rg ) una società m utua di un tipo nuovo, col tito lo : « C orporazione dei c o ltiv a to ri e degli operai a g ric o li del cantone di H o u ffa lize », la quale ha per ¡scopo l’ acquisto in com une d ’ ingrassi, di semi, di derrate, il .credito m utuo, ecc. e com porta, in p a rtico la re , prestazioni di lavo ro da fo rn ire alla società dai soci in d ig e n ti in cambio di c e rti vantaggi.
Le società di assicurazione m u tu a contro le m a lattie , g l’ in fo rtu n i, ecc., riconosciute nel dicem bre del 1 895, sono in n u m e ro di q u in d ic i.