CAPITOLO 5. CALCOLO DI MODELLI EVOLUTIVI
Se si assume M r come variabile indipendente le equazioni differenziali che de- scrivono una struttura stellare sono:
• l’equazione dell’equilibrio idrostatico: `e l’equazione che esprime l’equilib- rio tra la forza gravitazionale di una struttura stellare e la forza generata dal gradiente di pressione presente:
dP
dM r = − GM r
4πr 4 dove G `e la costante gravitazionale
• l’equazione di continuit`a della massa: dalla definizione di M r si ha che dM r
dr = 4πr 2 ρ
• l’equazione di stato per la materia stellare: `e la relazione che lega tra loro le quantit`a termodinamiche tenendo conto degli effetti coulombiani e dell’eventuale degenerazione elettronica. Si ha che:
P = P (ρ, T, X i )
dove X i = N i m H A i /ρ `e l’abbondanza in massa del generico elemento chimico i, N i `e la densit`a numerica dei nuclei di tipo i, m H `e la massa dell’atomo di idrogeno ed A i `e il peso atomico del nucleo i
• l’equazione della conservazione dell’energia:
dL r
dM r
=
dove = g + n − ν `e il coefficiente di produzione di energia per grammo di materia e per secondo, legato alla produzione di energia da trasformazioni termodinamiche della materia ( g ), nucleare ( n ) e da neutrini ( ν )
• l’equazione del trasporto: `e l’equazione che descrive il trasporto dell’ener-
gia in tutta la struttura stellare. Tale equazione sar`a descritta nel paragrafo
seguente.
5.2 Le equazioni del trasporto di energia
Nelle stelle si ha un gradiente di temperatura e quindi trasporto di energia verso l’ester- no della struttura stellare. In strutture nelle quali la convezione, ossia il trasporto di energia tramite spostamento di materia, e la conduzione elettronica non sono presenti il trasporto `e essenzialmente radiativo, ossia tramite fotoni. In questo caso il gradi- ente di temperatura ed della struttura ed il flusso energetico sono legati dalla seguente equazione[10]:
dT r
dr = − 3 4ac
κρ T r 3 F r
dove c `e la velocit`a della luce, a la costante di corpo nero, κ `e l’opacit`a media 2 del plasma stellare ed F r `e il flusso energetico 3 .
Si definisce gradiente radiativo ∇ rad , il gradiente di temperatura dlogP dlogT presente quando tutta l’energia `e trasportata dai fotoni.
Quando la struttura presenta un gradiente radiativo ∇ rad maggiore del gradiente
∇ ad il trasporto energetico non pu`o avvenire solo per via radiativa ma deve diventare efficiente un altro canale di trasporto energetico e si innescano cos`ı dei moti convettivi (criterio di Schwarzchild ).
Occorre distinguere due casi:
1. nucleo convettivo: quando la conveziome `e presente nelle zone centrali delle strut- ture stellari, a causa dell’elevata densit`a e capacit`a termica della materia, il gra- diente di temperatura `e con buona approssimazione adiabatico e l’equazione del trasporto si riduce a
dT r
dr = −G M r ρ r 2
T P ∇ ad
2. inviluppo convettivo: le zone esterne della stella presentano densit`a e capacit`a termica basse, pertanto non `e possibile utilizzare come per i nuclei l’approssi- mazione adiabatica e per la determinazione del gradiente di temperatura oc- correrebbe una teoria che tenga conto in maniera precisa della viscosit`a e delle turbolenze che purtroppo non `e al momento disponibile.
2 l’opacit` a radiativa `e definita dalla relazione κρ = λ −1 , in cui λ `e il cammino libero medio dei fotoni
3 F r = 4πr L r 2
CAPITOLO 5. CALCOLO DI MODELLI EVOLUTIVI
Si utilizzano allora metodi approssimati, in particolare nei nostri calcoli evolu- tivi `e stato utilizzato il formalismo della mixing lenght largamente adottato in letteratura. In tale formalismo l’efficienza della convezione esterna, non nota con precisione, viene espressa in funzione di un parametro libero come una relazione di proporzionalit`a tra il cammino l percorso dall’elemento convettivo prima di cedere calore all’ambiente e l’altezza di scala di pressione H P definita come la variazione di distanza all’interno della stella per cui la pressione si riduce di un fattore e:
l = αH P
α (incicato anche con m.l. da molti autori) `e un parametro che viene determinato in base alle osservazioni del colore delle stelle in esame (si veda ad es. B¨ohm- Vitense[65]). Il parametro α non un significato fisico ma serve solo per descrivere fenomeni fisici di cui non si hanno ancora modelli soddisfacenti. Inoltre non `e detto che assuma gli stessi valori per stelle di diversa massa o composizione chimica e che sia uguale nelle diverse fasi evolutive di una stella. Come gi`a abbiamo detto nel cap. 4 il valore della mixing lenght `e stato scelto in modo da riprodurre il colore del ramo delle giganti rosse di ammassi globulari 4 di nota composizione chimica (Cariulo 2004 [58]).
5.3 Integrazione dei modelli stellari
Il codice evolutivo FRANEC permette di integrare il sistema di cinque equazioni appena descritto. La struttura stellare viene divisa in tre zone distinte:
• regione interna: `e la zona con M r ≤ 0.9999M T OT . Per questa zona di usa l’intero sistema di equazione mostrate e come variabile indipendente viene scelta M r
• regione subatmosferica: `e sovrastante la regione interna (0.9999M T OT < M r <
M T OT ). Per questa zona si usa l’intero sistema di equazioni mostrate, tuttavia,
4 che dipende inoltre dai modelli di trasformazione di colore che si utilizzano.
data la scarsa sensibilit`a della variabile M r alle grandi variazioni fisiche del modello in questa zona, si preferisce assumere come variabile indipendente la pressione P.
• regione atmosferica: `e la parte pi`u estrema della struttura e viene definita come la regione nella quale τ ≤ 1, dove con τ si indica la profondit`a ottica, cio`e la probabilit`a che un fotone interagisca prima di uscire dalla struttura (dτ =
−κρdr).
Dal momento che questa regione `e molto piccola rispetto all’intera struttura, si possono fare le seguenti approssimazioni: M r ≈ M, r ≈ R e L r ≈ L che permettono di descrivere la struttura con solo tre equazioni:
dP dτ = g
κ T = T (τ, T e ) P = P (ρ, T )
dove g `e l’accelerazione di gravit`a alla superficie della stella.
Nelle regioni interne `e possibile l’ipotesi di isotropia della radiazione e di equilibrio termodinamico locale (LTE) mentre nelle atmosfere, a causa delle basse densit`a, non `e pi` u lecito assumere LTE ed inoltre si ha una palese anisotropia del flusso (praticamente solo uscente).
Per determinare il profilo di temperatura nelle regioni atmosferiche `e necessario ri- solvere l’equazione generale del trasporto radiativo, tenedo conto anche dell’anisotropia del flusso. Nei calcoli evolutivi si utilizzano generalmente relazioni T (τ, T e ) ottenute in maniera semiempirica: la relazione usata nell’attuale versione del FRANEC `e quella di Krishna Swamy (1966)[66] per l’atmosfera solare.
Per i nostri scopi non `e richiesto un trattamento completo e rigoroso delle atmos-
fere stellari, dal momento che l’unico parametro che `e influenzato `e la temperatura
superficiale che `e gi`a fortemente influenzata dall’incertezza sull’efficienza del mesco-
lamento convettivo. ` E comunque stao verificato che si ha coincidenza tra le variabili
CAPITOLO 5. CALCOLO DI MODELLI EVOLUTIVI
fisiche ottenute integrando in maniera precisa un modello di atmosfera ed utilizzando le relazioni T (τ, T e ) gi`a per bassi valori della profondit`a ottica τ .
Per una data massa e composizione chimica si procede con l’integrazione delle equazioni che governano gli strati atmosferici: una volta assegnati L e T e , si ottengono i valori P, T, L e r alla base dell’atmosfera che vengono poi utilizzati come condizioni iniziali per risolvere il sistema di equazioni relative alla regione subatmosferica at- traverso tecniche di calcolo numerico 5 . Si ottengono cos`ı i valori delle quattro variabili P, L, T ed r alla base della ragione subatmosferica, che rappresentano le condizioni iniziali per la risoluzione del sistema di equazioni nella regione interna.
Per l’integrazione si utilizza il metodo di Heyney (vedi Castellani [10]).
Dopo l’integrazione del primo modello stellare, per costruire una sequenza tem- porale di modelli evolventi, occorre ricavare l’evoluzione temporale delle abbondanze chimiche X i degli elementi presenti nella struttura: `e necessario analizzare l’efficienza delle reazioni nucleari, dei rimescolamenti convettivi presenti e della diffusione degli elementi. In un intervallo di tempo ∆t vengono ricavate le variazioni ∆X i e partendo da queste si pu`o integrare il nuovo modello utilizzando le procedure gi`a descritte.
5.4 Rate delle reazioni nucleari
Per poter costruire dei modelli di evoluzione stellare occorre conoscere quali cambia- menti subiscano nel tempo le abbondanze degli elementi chimici. Il codice evolutivo FRANEC `e in grado di considerare 19 elementi: 1 H, 3 He, 4 He, 12 C, 13 C, 14 N, 15 N, 16 O
17 O, 18 O, 19 F, 20 N e, 21 N e, 22 N e, 23 N a, 24 M g, 25 M g, 26 M g, 28 Si e riesce a descrivere l’evoluzione stellare dalla fase di presequenza fino all’innesco del carbonio.
Nell’attuale versione del codice FRANEC per le sezioni d’urto delle reazioni di combustione di idrogeno vengono utilizzate le tabulazioni riportate in Ciacio et al.
(1997)[67] mentre per le sezioni d’urto delle reazioni di combustione di elio le tabu- lazioni di Caughlan e Fowler (1988)[68]. Per quanto riguarda l’effetto dello schermaggio
5 le equazioni differenziali vengono sostituite con equazioni alle differenze finite e integrate per
passi successivi
elettronico dovuto agli elettroni presenti negli interni stellari vengono adottati i valori di Graboske et al. (1973)[69].
Dalla conoscenza dei rate delle reazioni e fornendo le abbondanze originali di H, He e metalli (X, Y, Z), il programma pu`o calcolare l’evoluzione degli elementi chimici.
La ripartizione delle abbondanze relative degli elementi pesanti `e quella fornita da Grevesse e Noels (1993)[70].
5.5 Input fisici
Le equazioni che regolano la struttura di una stella necessitano, per quanto descritto nei paragrafi precedenti, della conoscenza di tre quantit`a: l’equazione di stato (EOS), il coefficiente di opacit`a κ della materia e il coefficiente di produzione di energia .
5.5.1 L’equazione di stato
Nelle strutture stellari esistono due componenti che contribuiscono al comportamento termodinamico: il plasma e la radiazione. La radiazione si comporta con ottima ap- prossimazione come quella di corpo nero: la pressione `e legata alla temperatura dalla relazione P = a 3 T 4 . Nell’equazione di stato per il plasma occorre tener conto degli ef- fetti dovuti all’interazione coulombiana ione-ione, ione-elettrone e elettrone-elettrone, degli effetti quantistici ed infine si deve tener conto anche del comportamento dei vari elementi in caso di ionizzazione parziale. Ovviamente tali calcoli sono molto comp- lessi e nei programmi evolutivi si ricorre in genere ad opportune tabulazioni per la EOS: quella adottata per i nostri calcoli `e la OPAL (Rogers 1994[71], Rogers et al.
1996[72]) nel suo dominio di validit`a, mentre nelle regioni con temperatura e densit`a non ricoperte dalla OPAL si utilizza la Straniero 1998[73].
5.5.2 L’opacit` a
I fotoni che attraversano la struttura stellare subiscono delle interazioni con la materia
che tende ad isotropizzarli. Questo fenomeno dipende dalla frequenza dei fotoni ν,
CAPITOLO 5. CALCOLO DI MODELLI EVOLUTIVI
dall’opacit`a κν alla frequenza ν espresso dalla relazione κ(ν)ρ = 1/λ ν , dove λ ν `e il cammino libero medio dei fotoni di frequenza ν all’interno della struttura.
I principali meccanismi di interazione radiazione-materia sono:
• scattering elettronico: diffusione dei fotoni da parte di elettroni liberi presenti nel plasma stellare
• processi bound-bound: assorbimento dei fotoni da parte di un elettrone legato, che opera quindi una transizione ad un livello energetico superiore
• processi bound-free: assorbimento del fotone da parte di un elettrone legato, che viene liberato (effetto fotoelettrico
• processi free-free: assorbimento del fotone da parte di un elettrone libeo nel campo di un nucleo
Spesso viene calcolata una media sulle frequenze dell’opacit`a (media di Rosse- land ) e la κ cos`ı calcolata dipende solo dalle condizioni termodinamiche (ρ, T ) e dalla composizione chimica della stella.
Dal momento che i coefficienti di opacit`a radiatica non possono essere misurati direttamente, nei programmi evolutivi vengono utilizzati coefficienti calcolati teorica- mente e organizzati in opportune tabelle.
Per i nostri calcoli sono state utilizzate le tabulazioni di opacit`a calcolate al Lawrence Livermore National Laboratory con il programma di calcolo OPAL (Igle- sias et al. 1992[74] e 1996[75]) che per`o non tengono conto della presenza di molecole nelle regioni pi` u fredde della stella (atmosfera) in cui l’interazione tra fotoni e molecole
`e dominante. Per basse temperature (T . 12000K) sono state utilizzate le opacit`a di Alexander & Fergusson (1994)[76].
Oltre al trasporto radiativo e a quello conduttivo, occorre anche considerare il
trasporto conduttivo. Si definisce il coefficiente di opacit`a conduttiva κ cond nel modo
seguente: κ cond = 4ac 3η T ρ 3 dove η il coefficiente di conduzione del calore; le tabulazioni
utilizzate nel codice evolutivo sono quelle di Itoh et al. 1983[77].
5.5.3 Diffusione microscopica
La diffusione `e il meccanismo secondo il quale, per effetto dell’interazione tra le par- ticelle di un fluido, si determina uno spostamento degli elementi nel mezzo e quindi una variazione nel tempo delle abbondanze locali dei vari elementi.
Le principali cause di diffusione all’interno di una struttura stellare sono:
• il gradiente di pressione che tende a portare gli elementi pi`u pesanti verso il centro della stella
• il gradiente di temperatura che tende a concentrare per diffusione termica gli elementi con maggior massa e carica nelle regioni pi` u calde (al centro)
• il gradiente chimico che tende a portare gli elementi di una data specie chimica nelle zone in cui sono meno presenti
• la pressione di radiazione connessa soprattutto ai processi bound-free nei quali il fotone cede impulso all’elettrone ed al nucleo che rincula
I tempi scala tipici dei processi diffusivi hanno un andamento del tipo t dif f ≈ h 2 /D dove h `e la lunghezza caratteristica in cui varia la concentrazione di un dato elemento e D `e detto coefficiente di diffusione avente ordine di grandezza pari a D ≈ lv, dove l
`e il libero cammino medio della particella e v la sua velocit`a media.
Questo processo agisce su tempi molto lunghi (dell’ordine di 10 9 anni): risulta pertanto poco influenre in strutture in rapida evoluzione (grandi masse) mentre, so- prattutto nella lunga fase di MS che caratterizza le strutture meno massive, il suo effetto non `e trascurabile.
Il codice FRANEC da noi utilizzato tiene conto della diffusione dell’idrogeno,
dell’elio e dei metalli utilizzando i coefficienti di diffusione di Thoul, Bahcall e Loeb
(1994)[78]. Non viene tenuto in considerazione la levitazione radiativa che comunque
non `e efficiente per il range di masse da noi considerato.
CAPITOLO 5. CALCOLO DI MODELLI EVOLUTIVI
5.5.4 Termoneutrini
Nel bilancio energetico di una struttura, oltre all’energia irradiata, compare la perdita energetica dovuta ai neutrini che sfuggono alla struttura a causa del grande cammino libero medio che li caratterizzano.
I principali meccanismi di produzione di termoneutrini sono:
• plasma neutrini: coppie νν prodotte dall’interazione dei fotoni con i modi quan- tizzati di oscillazione del plasma stellare
• fotoproduzione: coppia νν generata dall’interazione di un fotone con un elettrone
• neutrini da annichilazione di coppie: coppia e + e − che si trasforma in una coppia νν
Nelle fasi evolutive pi` u avanzate, in cui `e presente un grande livello di degener- azione, ai processi menzionati si aggiungono processi di produzione da Bremsstrahlung e di ricombinazione.
Nel codice FRANEC il coefficiente ν viene calcolato tramite approssimazioni analitiche ed opportune tabulazioni per la fotoproduzione (Haft et al. 1994[79], Itoh et al. 1996[80]).
5.6 Aggiornamento del codice evolutivo
Recentemente si sono resi disponibili alcuni aggiornamenti negli input fisici utilizzati nel codice evolutivo FRANEC. Recenti analisi di dati spettroscopici basati su modelli di atmosfera tridimensionali (vedi Asplund [81] [82]) suggeriscono che l’abbondanza dell’ossigeno e degli altri elementi pesanti nel Sole sia ridotta rispetto alle precedenti stime da un valore di (Z/X) = 0.0245 (Grevesse & Noel 1993) e (Z/X) = 0.0230 (Grevesse & Sauval 1998) a (Z/X) = 0.0165 6 . Il valore di tali abbondanze influenza l’evoluzione di una stella durante le combustioni nucleari e l’opacit`a. Infatti, come predetto da alcuni autori (es. Simoda & Iben, 1968 e 1970) e come confermato succes- sivamente (es. Salaris et al. 1993), in linea di principio la posizione del TO e la massa
6 l’errore stimato sui valori di Z/X `e pari a circa il 10%
del nucleo di elio in fase di combustione centrale sono influenzate dalle abbondanze di C, N, O.
E stata adottata inoltre una nuova equazione di stato di Livermore (2001) che `e ` si estende in buona parte anche nelle regioni che la precedente versione non copri- va 7 e tiene conto della natura relativistica degli elettroni 8 . La nuova EOS non tiene conto delle nuove abbondanze relative degli elementi pesanti del Sole anche se ci`o `e pressocch`e ininfluente a causa della scarsa dipendenza dalla metallicit`a e dai rapporti relativi. ` E stata adottata inoltre una nuova tabella di valori di opacit`a calcolata al Lawrence Livermore National Laboratory che tiene conto della nuova abbondanza rel- ativa degli elementi pesanti del Sole[81] ed `e stato utilizzato un nuovo set di valori di opacit`a conduttiva (Potekhin, 1999) che, a differenza dei valori di opacit`a conduttiva di Itoh (1993) utilizzabili prevalentemente in condizione di materia degenere, si es- tendono anche nei casi in cui la materia `a parzialmente degenere. Le nuove tabelle di opacit`a non si estendono in corrispondenza di basse temperature (T . 12000K) dove sono stati utilizzati i valori di opacit`a determinati da Alexander & Fergusson (1994) calcolate con la composizione chimica di Grevesse (1991). Ci`o tuttavia non costituisce un problema: infatti, come mostrato da molti autori (vedi per es. Rood 1981, Bazzano et al. 1982, Salaris et al. 1993), le principali caratteristiche delle stelle di popolazione II non sono influenzate dalle opacit`a in corrispondenza di basse temperature.
E quindi interessante vedere se i nuovi input fisici apportino dei cambiamenti. Gli ` effetti dei nuovi input fisici sono stati verificati da Degl’Innocenti, Prada Moroni, Ricci in un lavoro in preparazione.
Per metallicit`a ed et`a tipiche degli ammassi globulari galattici 9 (0.0002 . Z . 0.001) la nuova equazione di stato non influenza molto la luminosit`a del TO ma `e causa di una riduzione in magnitudine nel visibile della ZAHB 10 di circa 0.05 (fig. 5.2 e 5.3), come conseguenza di una riduzione di circa 1% della massa del nucleo centrale di elio (mentre il valore dell’extra elio rimane costante).
7 e che coincide con la vecchia EOS nella griglia di valori in comune
8 dati disponibili al nodo: http://www-phys.llnl.gov/Research/Download
9 che costituiscono oggetto della nostra tesi
10 le trasformazioni di colore utilizzate sono quelle di Castelli 1999 che non tengono conto della
nuova abbondanza relativa degli elementi pesanti nel Sole, non ancora disponibili
CAPITOLO 5. CALCOLO DI MODELLI EVOLUTIVI
Il cambiamento delle abbondanze degli elementi pesanti (sia per quanto riguarda l’effetto della nuova abbondanza di C, N, O sull’efficienza della combustione di H che la variazione delle tabelle di opacit`a) non apporta sostanziali variazioni per la luminosit`a del TO e per la luminosit`a della ZAHB (fig. 5.2 e 5.3). L’unico effetto del- l’aggiornamento degli input fisici (per stelle di piccola massa) `e pertanto una riduzione della magnitudine di 0.05 della ZAHB dovuto principalmente alla nuova equazione di stato (come si nota in fig.5.2 e 5.3). Ci`o ha come conseguenza che l’et`a di un ammasso globulare (misuata con il metodo ’verticale’, si veda cap.1) risulta inferiore di circa 0.5 Gyr, una quantit`a che `e largamente all’interno dell’indeterminazione dell’et`a di un ammasso globulare (si veda cap.1 per maggior dettagli). L’et`a stimata per il bulk della popolazione di ω Centauri e per il ramo anomalo 11 (cap.4), alla luce di quanto appena descritto, `e superiore di soli 0.5 Gyr rispetto all’et`a che avremmo determinato se avessimo utilizzato il set di isocrone teoriche costruito con i nuovi input fisici.
8 9 10 11 12 13 14 15 16
Age [Gyr]
3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 4 4.1 4.2 4.3 4.4 M
v(TO)
Z=0.0002 comp. GN93 , EOS 96 Z=0.0002 comp. As04 , EOS 2001 Z=0.001 comp. GN93, EOS 96 Z=0.001 comp. As04, EOS 2001
Figura 5.1: Andamento della magnitudine M V (T O) del turn-off in funzione dell’et` a con- siderando la EOS di OPAL 1996 e le tabelle di opacit` a calcolate con la composizione di Grevesse & Noels 1993 (GN93) e la nuova equazione di stato EOS di OPAL 2001 e le nuove tabelle di opacit` a (As04) per metallicit` a pari a Z=0.0002, Y=0.232 e Z=0.001 e Y=0.232 tipiche degli ammassi globulari galattici (da Degl’Innocenti, Prada Moroni, Ricci, in preparazione)
11 avendo utilizzato isocrone teoriche realizzate assumendo la EOS96 e GN93
−0.1 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 B−V
0.3 0.4 0.5
0.6 0.7 0.8 0.9
1 1.1 1.2 M
VZ=0.0002
EOS 96, comp. GN93 EOS 96, comp. As04 EOS 2001, comp. As04
Figura 5.2: Andamento della ZAHB considerando la vecchia equazione di stato (EOS 96) e le vecchie tabelle di opacit` a (GN93), la vecchia equazione di stato e la nuova opacit` a (As04) e la nuova equazione di stato e le nuove tabelle di opacit` a per una metallicit` a pari a Z=0.0002, Y=0.23 tipica degli ammassi globulari galattici (da Degl’Innocenti, Prada Moroni, Ricci, in preparazione)
−0.1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
B−V 0.5
0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2 1.3 1.4 M
VZ=0.001
EOS 96, comp. GN93 EOS 96, comp. As04 EOS 2001, comp. As04