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Il discriminante Maurizio Cornalba

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Academic year: 2021

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(1)

Il discriminante Maurizio Cornalba

23/3/2013

Siano X 1 , . . . , X n indeterminate. Consideriamo i polinomi V (X 1 , . . . , X n ) = Y

i>j

(X i − X j )

∆(X 1 , . . . , X n ) = V (X 1 , . . . , X n ) 2

Il polinomio V (X 1 , . . . , X n ) ` e chiaramente antisimmetrico. In altre parole V (X σ(1) , . . . , X σ(n) ) = (σ)V (X 1 , . . . , X n )

per ogni permutazione σ ∈ S n , dove (σ) sta per il segno di σ. Inoltre vale la seguente formula.

Lemma 1 (determinante di Vandermonde).

V (X 1 , . . . , X n ) = det

1 X 1 X 1 2 · · · X 1 n−1 1 X 2 X 2 2 · · · X 2 n−1

· · · ·

· · · ·

1 X n X n 2 · · · X n n−1

Dimostrazione. Nella dimostrazione indichiamo con V 0 (X 1 , . . . , X n ) il lato destro della formula da dimostrare. Ragioniamo per induzione su n. Quando n = 2 la formula ` e chiaramente valida. Per il passo induttivo consideriamo i due lati come polinomi in X 1 a coefficienti in Z[X 2 , . . . , X n ].

Entrambi hanno grado n − 1 e hanno radici X 2 , . . . , X n . Sono quindi proporzionali. D’altra parte il coefficiente di X 1 n−1 nel lato sinistro ` e (−1) n−1 V (X 2 , . . . , X n ), mentre nel lato destro ` e (−1) n−1 V 0 (X 2 , . . . , X n ). La tesi segue per ipotesi induttiva.

Dato che V ` e antisimmetrico, il suo quadrato ∆ ` e un polinomio simmetrico, e quindi ` e della forma D n (σ 1 , . . . , σ n ), dove D n ` e un polinomio a coefficienti interi nelle funzioni simmetriche elementari σ 1 , . . . , σ n . Ad esempio

∆(X 1 , X 2 ) = (X 1 − X 2 ) 2 = (X 1 + X 2 ) 2 − 4X 1 X 2 = σ 1 2 − 4σ 2

Calcolare D n , cio` e trovare l’espressione di ∆ in termini delle funzioni simmetriche elementari, non ` e immediato. Una prima osservazione ` e che il monomio massimo, rispetto all’ordinamento lessicografico dei polinomi nelle X i , che compare in ∆ ` e

X 1 2n−2 X 2 2n−4 · · · X n−1 2 =

n

Y

i=1

X i 2n−2i ,

e che compare con coefficiente 1. Quindi i monomi Q σ j i

i

non compaiono in D n se il multiindice (j 1 + · · · + j n , j 2 + · · · + j n , . . . , j n ) ` e maggiore di (2n − 2, 2n − 4, . . . , 2, 0) e il monomio

n−1

Y

i=1

σ 2 i

(2)

compare con coefficiente 1. In particolare, il grado di D n ` e uguale a 2n − 2. Applichiamo queste considerazioni al calcolo di ∆ nel caso n = 3. Per quanto abbiamo osservato

∆(X 1 , X 2 , X 3 ) = σ 1 2 σ 2 2 + aσ 3 1 σ 3 + bσ 2 3 + cσ 1 σ 2 σ 3 + dσ 3 2 (1) dove a, b, c, d sono interi da determinare. Un modo per trovare questi coefficienti ` e quello di asse- gnare valori particolari agli X i e calcolare le varie funzioni simmetriche che compaiono in (1) per questi valori. Questo d` a luogo a un sistema di equazioni lineari che permette di ricavare a, b, c, d.

Scelta 1. Poniamo X 1 = 1, X 2 = −1, X 3 = 0. In questo caso σ 1 = 0, σ 2 = −1, σ 3 = 0, mentre

∆ = 4. Ne segue che b = −4.

Scelta 2. Poniamo X 1 = 1, X 2 = ζ, X 3 = ζ 2 , dove ζ ` e una radice cubica primitiva di 1. Ricordiamo che 1 + ζ + ζ 2 = 0. In questo caso σ 1 = 0, σ 2 = 0, σ 3 = 1, mentre

∆ = (1 − ζ) 2 (1 − ζ 2 ) 2 (ζ − ζ 2 ) 2 = (2 − ζ − ζ 2 ) 22 + ζ − 2) = −3 3 = −27 Ne segue che d = −27.

Scelta 3. Poniamo X 1 = X 2 = 2, X 3 = −1. In questo caso σ 1 = 3, σ 2 = 0, σ 3 = −4, mentre

∆ = 0. Ne segue che a = −4.

Scelta 4. Poniamo X 1 = X 2 = X 3 = 1. In questo caso σ 1 = 3, σ 2 = 3, σ 3 = 1, mentre ∆ = 0.

Sostituendo questi valori in (1) otteniamo che 0 = 3 4 − 4 · 3 3 + 3 2 c − 4 · 3 3 − 27, cio` e che 0 = 9 − 12 + b − 12 − 3

Ne segue che c = 18.

La conclusione ` e che

∆(X 1 , X 2 , X 3 ) = σ 1 2 σ 2 2 − 4σ 1 3 σ 3 − 4σ 2 3 + 18σ 1 σ 2 σ 3 − 27σ 3 2 (2) Esercizio 1. Mostrare che

∆(X 1 , X 2 , X 3 , X 4 ) = σ 2 1 σ 2 2 σ 2 3 − 4σ 1 2 σ 2 3 σ 4 − 4σ 3 1 σ 3 3 + 18σ 1 3 σ 2 σ 3 σ 4 − 27σ 1 4 σ 4 2 − 4σ 2 3 σ 3 2 + 16σ 4 2 σ 4

+ 18σ 1 σ 2 σ 3 3 − 80σ 1 σ 2 2 σ 3 σ 4 − 6σ 2 1 σ 3 2 σ 4 + 144σ 1 2 σ 2 σ 4 2 − 27σ 4 3 + 144σ 2 σ 2 3 σ 4

− 128σ 2 2 σ 4 2 − 192σ 1 σ 3 σ 2 4 + 256σ 4 3

Una osservazione che pu` o essere utile ` e che ∆(X 1 , X 2 , X 3 , 0) = σ 2 3 ∆(X 1 , X 2 , X 3 ). Questo permette di determinare alcuni dei coefficienti nella formula per ∆(X 1 , X 2 , X 3 , X 4 ) usando la formula (2).

Sia ora A un anello commutativo, e sia P (X) = X n +

n

X

i=1

(−1) i a i X n−i = X n − a 1 X n−1 + a 2 X n−2 − · · · + (−1) n a n

un polinomio monico a coefficienti in A. Definiamo il discriminante di P come

disc(P ) = D n (a 1 , a 2 , . . . , a n ) (3) Se scriviamo P (X) = Q(X − b i ), dove i b i sono elementi di qualche sovraanello commutativo di A, gli a i sono le funzioni simmetriche elementari nei b i . In formule, a i = σ i (b 1 , . . . , b n ). Possiamo dunque scrivere

disc(P ) = ∆(b 1 , . . . , b n ) (4)

(3)

Segue da (2) che, se P = X 3 + pX + q ` e un polinomio cubico “in forma ridotta”, il discriminante di P ` e

disc(P ) = −4p 3 − 27q 2

Per un polinomio cubico monico generale Q = X 3 − a 1 X 2 + a 2 X − a 3 la (2) dice invece che disc(Q) = a 2 1 a 2 2 − 4a 3 1 a 3 + 18a 1 a 2 a 3 − 4a 3 2 − 27a 2 3 (5) Quest’ultima formula pu` o anche essere facilmente dedotta dalla precedente come segue. Osserviamo che

∆(b 1 + d, b 2 + d, . . . , b n + d) = ∆(b 1 , b 2 , . . . , b n )

per ogni d. Questo significa che per ogni polinomio monico Q di grado n si ha che disc(Q(X + d)) = disc(Q(X))

Quando Q = X 3 − a 1 X 2 + a 2 X − a 3 , scegliendo d = a 1 /3, si ha che

Q(X + d) = X 3 + (a 2 − a 2 1 /3)X + (a 1 a 2 /3 − 2a 3 1 /27 − a 3 )

Applicando a questo polinomio la formula per il discriminante di un polinomio cubico in forma ridotta si ottiene la (5). ` E notevole che si ottenga un polinomio a coefficienti interi in a, b, c mentre i coefficienti di Q(X + d) sono solo polinomi a coefficienti razionali in a, b, c.

La nozione di discriminante si estende facilmente anche a polinomi non monici. Siano Z 1 , . . . , Z n , W 1 , . . . , W n indeterminate e poniamo

Θ(Z 1 , . . . , Z n ; W 1 , . . . , W n ) = Y

i>j

(Z i W j − Z j W i )

E chiaro che `

Θ(Z 1 , . . . , Z n ; 1, . . . , 1) = ∆(Z 1 , . . . , Z n )

Per ogni sottoinsieme I ⊂ {1, . . . , n} indichiamo con CI il complementare in {1, . . . , n} e poniamo Z I = Y

i∈I

Z i

Se X ` e un’altra indeterminata,

n

Y

i=1

(W i X − Z i ) =

n

X

i=0

(−1) i τ i X n−i

dove

τ i = τ i (Z 1 , . . . , Z n ; W 1 , . . . , W n ) = X

I⊂{1,...,n}

|I|=i

Z I W CI

Notiamo che

Θ(Z 1 , . . . , Z n ; W 1 , . . . , W n ) = Y

i>j

(W i W j ) 2 ∆  Z n

W n , . . . , Z n

W n



= τ 0 2n−2 ∆  Z n

W n , . . . , Z n

W n



(4)

e che

τ i

τ 0 = σ i  Z n

W n , . . . , Z n W n



Se indichiamo quest’ultima quantit` a semplicemente con σ i , si ha dunque che Θ(Z 1 , . . . , Z n ; W 1 , . . . , W n ) = τ 0 2n−2 D n (σ 1 , . . . , σ n )

Dato che, come si ` e osservato, il grado di D n ` e 2n − 2, il lato destro di questa uguaglianza ` e in realt` a della forma D n0 , . . . , τ n ), dove D n ` e un polinomio omogeneo di grado 2n − 2 a coefficienti interi. Pi` u precisamente, se

D n (T 1 , . . . , T n ) = X

P j

i

≤2n−2

a j

1

,...,j

n

T 1 j

1

· · · T n j

n

allora

D n (T 0 , T 1 , . . . , T n ) = X

P j

i

≤2n−2

a j

1

,...,j

n

T 0 (2n−2−P j

i

) T 1 j

1

· · · T n j

n

e

Θ(Z 1 , . . . , Z n ; W 1 , . . . , W n ) = D n0 , τ 1 , . . . , τ n ) In particolare

Θ(Z 1 , Z 2 ; W 1 , W 2 ) = τ 1 2 − 4τ 0 τ 2

Θ(Z 1 , Z 2 , Z 3 ; W 1 , W 2 , W 3 ) = τ 1 2 τ 2 2 − 4τ 1 3 τ 3 − 4τ 0 τ 2 3 + 18τ 0 τ 1 τ 2 τ 3 − 27τ 0 2 τ 3 2 Θ(Z 1 , Z 2 , Z 3 , Z 4 ; W 1 , W 2 , W 3 , W 4 ) = τ 1 2 τ 2 2 τ 3 2 − 4τ 1 2 τ 2 3 τ 4 − 4τ 1 3 τ 3 3 + 18τ 1 3 τ 2 τ 3 τ 4 − 27τ 1 4 τ 4 2

− 4τ 0 τ 2 3 τ 3 2 + 16τ 0 τ 2 4 τ 4 + 18τ 0 τ 1 τ 2 τ 3 3 − 80τ 0 τ 1 τ 2 2 τ 3 τ 4

− 6τ 0 τ 1 2 τ 3 2 τ 4 + 144τ 0 τ 1 2 τ 2 τ 4 2 − 27τ 0 2 τ 3 4 + 144τ 0 2 τ 2 τ 3 2 τ 4

− 128τ 0 2 τ 2 2 τ 4 2 − 192τ 0 2 τ 1 τ 3 τ 4 2 + 256τ 0 3 τ 4 3 Sia ora A un anello commutativo, e sia

P (X) =

n

X

i=0

(−1) i a i X n−i = a 0 X n − a 1 X n−1 + a 2 X n−2 − · · · + (−1) n a n

un polinomio a coefficienti in A di grado n. Definiamo il discriminante di P come

disc(P ) = D n (a 0 , a 1 , . . . , a n ) (6) Notiamo che quando P ` e monico questa definizione coincide con quella data in precedenza. Se scriviamo P (X) = Q(b j X − c j ), dove i b j e i c j sono elementi di qualche sovraanello commutativo di A,

a i = τ (b 1 , . . . , b n ; c 1 , . . . , c n ) Possiamo dunque scrivere

disc(P ) = Θ(b 1 , . . . , b n ; c 1 , . . . , c n ) (7)

(5)

In particolare

disc(P ) =

 

 

 

 

 

 

 

 

a 2 1 − 4a 0 a 2 n = 2

a 2 1 a 2 2 − 4a 3 1 a 3 − 4a 0 a 3 2 + 18a 0 a 1 a 2 a 3 − 27a 2 0 a 2 3 n = 3 a 2 1 a 2 2 a 2 3 − 4a 2 1 a 3 2 a 4 − 4a 3 1 a 3 3 + 18a 3 1 a 2 a 3 a 4 − 27a 4 1 a 2 4 − 4a 0 a 3 2 a 2 3 + 16a 0 a 4 2 a 4

+18a 0 a 1 a 2 a 3 3 − 80a 0 a 1 a 2 2 a 3 a 4 − 6a 0 a 2 1 a 2 3 a 4 + 144a 0 a 2 1 a 2 a 2 4 − 27a 2 0 a 4 3

+144a 2 0 a 2 a 2 3 a 4 − 128a 2 0 a 2 2 a 2 4 − 192a 2 0 a 1 a 3 a 2 4 + 256a 3 0 a 3 4 n = 4

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