Sistemi di pi` u particelle
Finora abbiamo considerato il modo di una singola particella. Che cosa succede in sistemi di molte particelle, o in un sistema non puntiforme?
• Scomponendo il sistema in N particelle puntiformi, avremo bisogno di molte variabili per descriverne il moto:
– N masse mi, i = 1, . . . , N
– N posizioni ~ri (3N coordinate), N velocit`a ~vi = d~ri/dt
– N accelerazioni ~ai = d~vi/dt, legate alle N forze ~fi da ~fi = mi~ai.
• Una grossa semplificazione si ha quando si pu`o trattare il sistema come un corpo rigido, ovvero come non deformabile:
– In un corpo rigido, le posizioni relative di tutte le particelle che compongono l’oggetto rimangono costanti.
Tutti gli oggetti reali sono pi`u o meno deformabili, ma il modello del corpo rigido
`e molto utile in tutti i casi in cui la deformazione `e piccola.
Centro di Massa
Possiamo descrivere il moto del sistema in modo pi`u comodo e pi`u semplice che con N leggi di Newton? Introduciamo il Centro di Massa.
Per due particelle di massa m1 ed m2 su di una retta nelle posizioni x1 e x2, la posizione del centro di massa xcm `e data da
xcm = m1x1 + m2x2 m1 + m2
Notare come il centro di massa `e nel centro della congiungente le due particelle se m1 = m2; in caso contrario, il centro di massa `e spostato verso la particella pi`u pesante.
Centro di Massa (2)
In tre dimensioni: ~rcm = m1~r1 + m2~r2
m1 + m2 . Per molte particelle:
~rcm =
P
i mi~ri P
i mi = 1 M
X
i
mi~ri, dove M = P
i mi `e la massa totale.
Oggetto esteso: dividiamo in “cubetti”
~rcm = 1 M
X
i
∆mi~ri
Nel limite di “cubetti” infinitesimi:
~rcm = 1 M
Z
~rdm,
che diventa un integrale sul volume:
~rcm = 1 M
Z
~rρ(~r)dV introducendo la densit`a ρ = dmdV .
Un esempio di centro di massa per un oggetto
Il calcolo del centro di massa di un oggetto non `e in generale semplice, ma lo `e per oggetti di densit`a costante e di forma semplice. Esempio:
Una sbarra di densit`a lineare λ = M/L costante, dm = λdx, da cui
xcm = 1 M
Z L 0
xλdx = λ M
x2 2
L
0
= 1
L L2
2 = L 2
Si `e sfruttata la simmetria del sistema per semplificare la massimo il calcolo (integrale unidimensionale invece che tridimensionale). Notare che il risultato non `e altro che il centro della sbarretta.
Centro di Massa di oggetti compositi
Consideriamo un oggetto composto da pi`u parti. Indichiamo con P(N ) i
la somma sulla parte N −esima. Il centro di massa di ogni parte `e
~rcm(N ) =
P(N )
i mi~ri P(N )
i mi
=
P(N )
i mi~ri
M(N ) , M(N ) =
(N )
X
i
mi, da cui M(N )~rcm(N ) = P(N )
i mi~ri. Il centro di massa dell’oggetto composito:
~rcm =
P
i mi~ri P
i mi =
P
N
P(N )
i mi~ri P
N
P(N ) i mi pu`o quindi essere calcolato come
~rcm =
P
N M(N )~rcm(N ) P
N M(N )
ovvero come il centro di massa dei centri di massa delle varie parti.
Moto del centro di massa
Qual `e il vantaggio di aver introdotto il centro di massa? Consideriamo il suo moto:
M d~rcm
dt = m1d~r1
dt + m2d~r2
dt + . . . = X
i
mid~ri dt ovvero
M~vcm = m1~v1 + m2~v2 + . . . = X
i
mi~vi Deriviamo di nuovo:
M~acm = m1~a1 + m2~a2 + . . . = X
i
mi~ai
Per la II legge di Newton, mi~ai = ~fi, forza agente sulla i-esima particella:
M~acm = X
i
f~i
Moto del centro di massa (2)
Le forze agenti sulle particelle si possono dividere in due categorie:
• Forze interne, esercitate dalle altre particelle del sistema, e
• Forze esterne, esercitate da agenti esterni al sistema. Possiamo quindi scrivere
M~acm = X
i
f~i,ext + X
i
f~i,int
ma per la terza legge di Newton, X
i
f~i,int = 0.
In conclusione, il moto del centro di massa `e determinato unicamente dalla risultante delle sole forze esterne:
M~acm = X
i
f~i,ext = ~Fext
Moto del centro di massa: esempio
Una chiave inglese su di una superficie priva di attrito. La chiave segue un moto relativamente complesso di rotazione, ma il suo centro di massa – il puntino bianco nella foto – esegue un moto rettilineo uniforme, in quanto la risultante delle forze esterne agenti sul corpo `e nulla.
Moto del centro di massa: un problema “classico”
Un proiettile lanciato ad un angolo θ = 36.9◦ con velocit`a iniziale v = 24.5 m/s si frammenta in due pezzi di massa uguale nel punto pi`u alto della traiettoria. Uno dei frammenti cade gi`u in verticale. Dove atterra l’altro?
Moto del centro di massa: un problema “classico”
Un proiettile lanciato ad un angolo θ = 36.9◦ con velocit`a iniziale v = 24.5 m/s si frammenta in due pezzi di massa uguale nel punto pi`u alto della traiettora. Uno dei frammenti cade gi`u in verticale. Dove atterra l’altro?
Soluzione: Il CM prosegue la sua traiettoria sotto l’effetto della forza di gravit`a, atterrando a distanza xcm = R dall’origine (punto di partenza).
R = v02 sin(2θ)/g `e la gittata. La proiezione sull’asse x del punto pi`u alto della traiettoria dista x1 = R/2 dall’origine. Di conseguenza:
R = xcm = x1m1 + x2m2
m1 + m2 = mR/2 + mx2 2m
ovvero x2 = 3R/2. Con i dati del problema: R = 58.8 m, x2 = 88.1 m.
Quantit` a di Moto
La Quantit`a di Moto: ~p = m~v per una particella (o oggetto descrivibile come una particella) di massa m e velocit`a ~v, `e una grandezza molto importante in Fisica. La quantit`a di moto
• `e una grandezza vettoriale, diretta come la velocit`a, che pu`o essere espressa in componenti px = mvx, py = mvy, pz = mvz
• ha le dimensioni di una massa per una lunghezza diviso un tempo;
nel SI si misura in kg·m/s, oppure in N·s.
Si pu`o riformulare la II legge di Newton usando la quantit`a di moto:
m~a = md~v
dt = d(m~v)
dt = d~p
dt = X ~F
Conservazione della Quantit` a di Moto
Per un sistema composto di molte particelle, la quantit`a di moto totale
`e la somma vettoriale delle singole quantit`a di moto:
P =~ X
i
~
pi = X
i
mi~vi, ovvero P = M ~~ Vcm
dove M = X
i
mi `e la massa totale del sistema, ~Vcm = 1 M
X
i
mi~vi la velocit`a del centro di massa. E’ immediato dimostrare che
d ~P
dt = ~Fext
dove ~Fext `e la risultante delle sole forze esterne al sistema (le forze interne al sistema sono tutte coppie di azione e reazione e si elidono).
In assenza di forze esterne, la quantit`a di moto totale `e conservata.
Conservazione della Quantit` a di Moto, esempio
Quantit`a di moto iniziale: ~p1 = ~p2 = 0 Quantit`a di moto finale: ~p1 + ~p2 = 0 (ci sono solo forze interne!)
Supponiamo m1 = 100 kg, v1 = 5 m/s, m2 = 50 kg.
• Quanto valgono p e v2?
• Quanta energia (lavoro) `e stata fornita da ciascuno dei due?
• p = 100 kg·5 m/s=500 kg·m/s
• m2v2 = p da cui v2 = 10 m/s
• Lavoro fatto da 2 su 1:
L1 = m1v12/2 = p2/(2m1) = 1250 J
• Lavoro fatto da 1 su 2:
L2 = m2v22/2 = p2/(2m2) = 2500 J
Decadimento di particelle
Il mesone K0 neutro decade spontaneamente in altre due particelle (cariche), π+ e π− (dette pioni). Se inizialmente il K0 `e a riposo, i due pioni hanno quantit`a di moto uguali e opposte in direzione, in quanto ~PK = 0, non agiscono forze esterne, quindi ~P− + ~P+ = 0.
La conservazione della quantit`a di moto vale anche in questo sistema, molto differente da quello precedente!
Impulso e quantit` a di moto
L’impulso di una forza `e il vettore I =~
Z tf ti
F dt , dove t~ i e tf sono tempi iniziali e finali di un certo processo (esempio: urto). Unit`a: N·s.
La variazione della quantit`a di moto durante il processo `e data dall’impulso della forza netta ~F agente sulla particella (teorema dell’impulso):
I =~
Z tf ti
F dt =~
Z tf ti
d~p
dtdt = ~pf − ~pi = ∆~p.
Si definisce la forza media h ~F i che agisce durante il processo tramite l’impulso: h ~F i = I
tf − ti.
In figura: integrale della forza come area e confronto con forza media.
Un sistema a massa variabile: il razzo
Esempio: razzo di massa M espelle massa ∆m di gas in un tempo ∆t a velocit`a u relativa al razzo. Per il teorema dell’impulso: pf = pi + F ∆t, dove F `e la forza esterna,
pf = M (v + ∆v) + ∆m(v − u), pi = (M + ∆m)v, da cui M ∆v − u∆m = F ∆t. Nel limite ∆t → 0:
M dv
dt = F − udM
dt (notare che ∆m → −dM ) Se F `e trascurabile, M dv = −udM , da cui
Z v(t)
0
dv
u = −
Z M (t)
M0
dM
M , assumendo v(t = 0) = 0, M (t = 0) = M0:
M0
M (t) = ev(t)/u oppure v(t) = u log
M0 M (t)
.