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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.34 (1907) n.1718, 7 aprile

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SCIENZA ECONOMICA, FIN A N ZA, COMMERCIO, BANCHI, FER RO VIE, INTERESSI P R IV A T I

Anno XXXIV

Yol. XXXVIII

Firenze, 7 Aprile 1907

N. 1718

S O M M A R I O : Il risanamento della Banca d’ Italia — La politica delle tariffe ferroviarie L emigrazione italiana giudicata in Francia - Istituto di Fondi Rustici - R i v i s t a b ib lio g r a fic a : Prof. Gaetano Ferraglia, Elementi di statistica metodologica - Henri Pensa, La republ.que et le Canal de Panama - Doti,

a. Leener, Ce qui manque au commerce belge d ’exportation - R i v i s t a e c o n o m ic a e fin a n z ia r ia L'Istituto internazionale d’agricoltura - Per la ■prevenzione delle malattie del lavoro - movimen o man imo e porto di Genova - La giornata di otto ore di lavoro in Francia - Il Congresso nord-americano per la pace in New-

York - Il raccolto del cotone nell’India brittanica - La produzione del cotone m Macedonia - L accordo italo angles per la Somalia - R a s s e g n a d el c o m m e r c io in t e r n a z io n a le : Il commercio dell Austria Ungheria e degli Stati Uniti - La situazione del Tesoro al ‘28 febbraio 19 )7 - Il nuovo disegno di legge per le Camere di commercio - Le statistiche agrarie e le Cattedre ambulanti di agricoltura - Banche Popolari e Cooperative Camere di commercio - Mercato monetario e Rivista delle Borse - Società commerciali ed industriai. - Notizie commerciali.

Il risanamento della Banca d’ Italia

Gli italiani leggono poco e studiano aScora meno l’ andamento dei fatti che li interessano; pronti ad una eccessiva sensibilità per ogni cosa che li minacci, sono o paiono indifferenti per ogni fatto che torni a loro vantaggio.

Porse per questo carattere, un po’ apatico verso il bene — che probabilmente trae la sua origine da troppe disillusioni patite — sono pas­ sate, senza bastevole considerazione, le ultime pagine della relazione letta dall illustre D iret­ tore generale della Banca d’ Italia, alla Assemblea degli” azionisti. Quelle pagine contengono con so­ bria ma incisiva parola, la storia recente della Banca d’ Italia, che è storia per il nostro paese

gloriosa. . , ,

Non sono passati 14 anni dacché venne ioo- data la Banca d’ Italia, che ereditava tre Istituti di emissione: la Banca Nazionale, la Banca Na­ zionale toscana, e la Banca Toscana di Credito, meno quest’ ultima, che era rimasta completamente estranea alle vicende della lunga crise, le altre due si trovavano in condizioni certamente non prospere; per un erroneo indirizzo, di cui è inutile ora cercare la responsabilità, non solo le due Banche si trovavano impigliate in operazioni che non debbono essere consentite senza pericolo grave, ad Istituti di emissione, ma il loro attivo era già considerevolmente intaccato, perchè, ap­

punto quelle operazioni oltreché essere non con­ formi al buon andamento di chi ha la facoltà di emettere i biglietti, erano anche per sè stesse, in gran parte, diventate cattive operazioni, sia per la loro originaria natura, sia perchè rese tali dalla grave crise generale sopravvenuta.

A questi guai, già considerevoli, il Governo volle, subito dopo costituita la nuova Banca, ac­ collarle a forfait la liquidazione della Banca R o­ mana, le cui condizioni, come è noto, non solo

erano cattive nel loro complesso, ma avevano

a n c h e assunto un carattere scorretto.

E tutti ricordiamo che, quando il Governo pesò così duramente sulla Banca d’ Italia, fu per più ragioni manifestato il timore, allora certa mente fondato, ■ che il nuovo Istituto nascesse in una condizione morbosa alla quale non avrebbe potuto resistere. E tutti del pari ricordiamo che tale timore era così radicato e generale che le azioni del jauovo Istituto caddero al prezzo di circa 400 lire.

Eppure, sebbene molti lo sospettassero, nes­ suno' sapeva allora con precisione nè quale fosse la entità delle partite che la Banca .avrebbe do­ vuto liquidare, nè' quale fosse l’ammontare della perdita che esse nascondevano.

E la legge del 10 agosto 1893 che regolò gli Istituti di emissione, parve così severa e cosi limitatrice della azione dell’ Istituto, che se ne ri- cavavano i più nori auspici.

Oggi il comm. B. Stringher ha la immensa soddisfazione di sentire l’ Istituto che dirige con tanta competenza, così forte, da poter finalmente dire quello che allora si nascondeva con dura.

La Banca d’ Italia sorta con un capitale di 180 milioni, aveva un portafoglio che accusava una perdita di 140 milioni; ed aveva solo 13 mi­ lioni di riserva o massa di rispetto. Si può dire che il nuovo Istituto, nasceva in istato di falli­ mento, poiché a questi 140 milioni di perdita che si nascondevano nel portafoglio proprio della Banca, bisognava ‘ aggiungere le perdite del Cre­ dito Fondiario, della Banca Nazionale, e quelle assunte a forfait della Banca Rom ana; delle quali perdite il Direttore Generale non ci dice la cifra, ma che si possono immaginare cospicue, tali da portare, senza dubbio, a più di 200 i 140 milioni di cui sopra.

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applicare il sistema radicale di liquidare guar­ dando di fronte le perdite, e fidando nella forza che l’ Istituto avrebbe potuto acquistare quanto più epurava il suo portafoglio.

Ma quando la direzione della Banca fu as­ sunta dall’ attuale Direttore Generale, egli seppe subito comprendere quale era la via da seguire e quale il metodo da adottare. Cogliendo con mano sicura la occasione delle condizioni del paese che andavano migliorando, il comm. Strin- gher non esitò un momento a compiere coraggio­ samente le più ardite operazioni chirurgiche. Mentre depurava il portafoglio, mentre toglieva dalla Banca le diverse aziende, che si era ten­ tato di impiantare, e che non rispondevano alle esi­ genze di una Banca di emissione, mentre creava Istituti nuovi che liberassero la Banca da beni stabili e beni rustici, mentre riordinava il Cre­ dito Fondiario in modo che potesse vivere di vita indipendente, affrontava arditamente il pi’o- blema delle perdite ed oggi, coraggiosamente, dice agli azionisti : — gli impegni che abbiamo preso nascendo li abbiamo scrupolosamente os­ servati, ma abbiamo subito un sacrifizio « a tut- t’oggi superiore a 140 milioni » più gli interessi e senza contare l’onere della Banca Romana.

A questa cifra così significante, l’ egregio Direttore Generale non fa seguire che queste parole :

« Queste notizie, che un dì avrebbero po­ tuto destare sgomento e suscitare allarme, danno oggi la misura dell’ opera nostra, resa possibile dalla resistente vitalità del vecchio italo tronco su cui si innestò la Banca d’ Italia. Aiutata dal­ l’ incremento e dallo sviluppo sano ed organico di tutte le forze economiche del Paese, che, in pochi anni, diedero splendide prove dt gagliardia, la Banca ha curato i suoi mali e ha fatto anche di più. A l mezzo miliardo di immobilità e di per­ dite censito nel 1904, confidiamo di poter con­ trapporre, ad anno nuovo, non oltre 45 milioni, a valor di bilancio di perdite immobiliari, che la massa di rispetto — perfettamente intatta nel valore de’ suoi 46 milioni e mezzo di lire — co­ prirà a dovizia » .

Ed è facile comprendere con quanta giusta soddisfazione e con quale emozione l’ illustre uomo nostro pronunciasse queste parole.

Accertando questo splendido risultato, fac­ ciamo voti che coloro cui spetta, sappiano e vo­ gliano ora rendere nelle sue mani l’ Istituto ab­ bastanza libero dalle pastoie di una legge che oggi sarebbe ingiusta, affinchè possa raggiun­ gere i suoi alti destini.

LA POLITICA DELLE TARIFFE FERROVIARIE

Nella ultima parte del suo libro {L a politica

sulle tariffe ferroviarie) (1), il prof. Federico Flora

si propone il problema di stabilire quali tariffe si dovranno applicare, affinchè il completo rag­ giungimento degli obiettivi dello Stato non di­ minuisca il prodotto netto della rete, nè turbi il movimento delle merci e dei viaggiatori.

(1) Vedi Economista n. 1715.

Se lo Stato si proponesse (osserva a questo proposito l’ Autore) di togliere ogni differenza tra regione e regione, tra costumi e costumi tra sen­ timenti e sentimenti, e adottasse la fusione della popolazione con una tariffa a zone convergenti alla capitale, con l’ ultima zona a lunghezza in­ determinata tanto meno lontana dalla capitale quanto minore è il traffico che si svolge a di­ stanza e che importa politicamente sviluppare; se ciò facesse lo Stato, il resultato sarebbe sicuro.

Questo sistema però è accompagnato inevi­ tabilmente da svantaggi finanziari e non può perciò adottarsi che dai paesi decisi ad assumersi il carico di questi, rinunciando alla integrale co­ pertura del costo complessivo del trasporto. Più applicabile sistema pel nostro paese si palesa quindi, secondo il parere del prof. Flora, quello delle tariffe differenziali.

E dapprima la difesa nazionale impone ta­

riffe militari sì in tempo di pace che in tempo

di guerra. Poi il servizio postale, ormai per ragioni politiche, economiche e morali assunto ovunque dallo Stato, impone tariffe ferroviarie postali, che rappresentano altresì per i vettori la rimunera­ zione del trasporto gratuito degli impiegati po­ stali sui veicoli e nei compartimenti, e sovente per­ fino della concessione di aree, locali, tettoie nelle stazioni che stanno alla testa delle varie linee per il ritiro, la ripartizione e consegna della cor­ rispondenza, eco.

*Ancora il crescente sviluppo delle funzioni dello Stato, non più limitate secondo i sociologi evoluzionisti della scuola spenceriana alla di­ fesa delle persone e dei beni all’ interno e al­ l’esterno, ma estese alla vita economica, costringe i poteri pubblici a strappare agli esercenti una nuova categoria di tariffe speciali destinate a ri­

solvere le crisi derivanti dalla sproporzione tra

il consumo e la produzione di determinati beni e che costituiscono ormai una vera infermità co­ stituzionale della vita moderna (carestia, crisi per eccesso di produzione eco.).

L ’ adempimento delle funzioni giuridiche, fiscali, economiche, intellettuali dello Stato im­ pone ancora tariffe amministrative dirette a fa­ vorire lo spostamento di impiegati civili di per­ sone e di materiali, i trasporti di emigranti, imputati, detenuti, corpi di reato ecc. Infine il conseguimento di nuove entrate (discutibilissimo dal lato economico e sociale, ma legittimo dal punto di vista finanziario) impone tariffe fiscali,

imposte ecc.

Dopo l’ esposizione e la critica di questi si­ stemi di tariffe speciali, 1’ Autore classifica i diversi sistemi di esercizio e a seconda di questi prende in considerazione le tariffe ; e così a) eser­

cizio privato, allorquando le ferrovie sono posse­

dute dai privati ; b) esercizio di Stato, allorché le ferrovie sono proprietà assoluta dello Stato e da esso vengono direttamente amministrate ; c) ap­

palto dell’esercizio allorquando lo Stato, proprie­

tario delle ferrovie, ne affida l’ esercizio ai privati qjediante canoni fissi o quote di partecipazione ai prodotti lordi, per un dato tempo, riservandosi di provvedere a sue spese alla conservazione, all’ aumento e al miglioramento del patrimonio ferroviario fisso e del materiale mobile ; d) con­

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delle reti non limita il mandato dell’ esercente all’ esecuzione dei trasporti, ma gli affida altresì per tutta la durata dei contratti la conservazione e l’ aumento del palrimonio ferroviario fisso e mobile, accontentandosi in cambio della completa autonomia lasciata in tal guisa ai concessionari di un canone fisso o di una partecipazione ai prodotti.

Il prof. Flora discute la sorte delle tariffe in ciascuno di questi sistemi (sovente confusi nella pratica) ; e così nell'esercizio privato le sole tariffe adottate saranno differenziate in modo da confiscare a beneficio dei vettori l’ intero va­ lore del trasporto che rappresenta il limite mas­ simo della tariffa ; e così per l’ esercizio di Stato, che dovrebbe esser contrassegnato teoricamente da tariffe a basi uniformi semplici e chiare, com­ misurate, o quasi, al limite minimo del prezzo del trasporto, in pratica ha tariffe di poco differenti da quelle dell’ esercizio privato.

L ’ Autore conclude che lo Stato non può esercitare una decisa influenza sulle tariffe che allorché le ferrovie gli appartengono, il che porta, secondo lui, alla esclusione dell’esercizio privato. Ma, nell’esercizio dello Stato, vuole pure l’Autore una indipendenza di amministrazione onde sot­ trarre le tariffe alla preponderanza della finanza : in una parola vorrebbe costituire una azienda ferroviaria autonoma, retta da amministratori in­ dipendenti , tecnicamente e commercialmen te capaci, sottratta all’ influenza del bilancio generale del Parlamento, alle fluttuazioni dei ministeri, idonea a provvedere con i prodotti suoi propri ai propri

bisogni.

A questo punto — che sembra essere la sintesi dell’ottimo e dotto libro del nostro Autore — non possiamo a meno di osservare come ci sembra troppo azzardata la generalizzazione dell’Autore, che vorrebbe una amministrazione industriale­ politica, con scopi cioè non sempre conciliabili, e della quale forse egli stesso sarebbe imbarazzato a darci i dettagli.

L’ emigrazione italiana giudicata in Francia

Nella adunanza del 5 corrente, la Società di Economia Politica di Parigi ha discusso un argo­ mento che ci interessa direttamente ; su proposta del prof. Paolo G-hio, venne esaminata la que­ stione della emigrazione italiana negli Stati Uniti d’ America, ma la esposizione del proponente e le successive repliche di altri eminenti studiosi, hanno allargata la discussione e con diversi giu­ dizi venne discussa in genere la emigrazione italiana da diversi punti di vista.

La singolare competenza delle persone che in quella adunanza presero la parola e la diver­ sità dei giudizi espressi, ci consiglia, o a dare qui sotto tutto intero il verbale di quella seduta, ri­ servando ad altro numero alcune Gonsideraziom sulle diverse opinioni manifestate.

Il sig. Paolo Grhio espose così l’ argomento : Il Commissariato generale per l’ emigrazione del Regno d’ Italia fa una distinzione tra emigra­

zione temporanea ed emigrazione permanente ; Così si ha, in modo quasi certo, il numero di emigranti che abbandonano la patria con l’animo, almeno al momento della partenza, di non farvi ritorno. Se­ condo le cifre ufficiali la proporzione tra le due categorie di emigranti è del 45 per cento per l’ emigrazione permanente e del 55 per cento per quella temporanea. Quest’ ultima si dirige prin­ cipalmente verso gli altri paesi dell’ Europa e si compone in gran parte di agricoltori, di mura­ tori, di terrazzieri, che si recano all’ estero per eseguire lavori di corta durata ; tale emigrazione si dirige pure in paesi d’ oltremare e soprattutto nell’America del Sud, nel qual caso essa è quasi esclusivamente composta di contadini ingaggiati per lavori agricoli. Questi paesani abbandonano i loro campi durante l’ inverno, sbarcano nella Repubblica Argentina in piena primavera, re­ stano laggiù per tre mesi e ritornano quindi ai loro focolari dove la loro opera è di nuovo ri­ chiesta.

Il contingente principale della emigrazione temporanea tanto per l’ Europa, come per i paesi translatantici, è fornito dalle provincie del Nord dell’ Italia e, in parte, dalla Toscana e dalle Mar­ che : 383,000 emigranti appartenenti alla Vene­ zia, al Piemonte ed alla Lombardia si allontanano per lavori certi e periodici. Il paese nou si sente privato nè delle loro persone nè delle loro opere, nel momento in cui esse divengono utili. Il flagello della emigrazione se veramente si può chiamarlo così, è quello rappresentato dalla emigrazione per­ manente o reale, di cui il contingente fondamen­ tale è fornito dal Mezzogiorno dell’ Italia.

Infatti la proporzione esistente tra le due categorie di emigrazione per il Mezzogiorno d’ Ita­ lia, è dell’ 80 per cento per l’ emigrazione perma­ nente e del 20 per cento per 1’ emigrazione tem­ poranea.

I giornali italiani che, come l ’ Avanti e la

Tribuna, seguono con molta cura ii fenomeno,

ormai inquietante, dell’ esodo degli abitanti del Mezzogiorno d’ Italia, concordano nell’ affermare che lo spopolamento in certi comuni della Basili­ cata e delle Calabrie, può calcolarsi a circa i 5 ad 8 ed anche 10 a 12 per cento, composto in gran parte di agricoltori. In alcuni villaggi non restano che i vecchi, qualche donna ed i.... Carabinieri.

II 66,77 o/° degli emigranti appartengono dunque all’agricoltura ed al lavoro dei campi. Non è quindi da meravigliarsi, che, nell’ Italia Meridio­ nale, l’ agricoltura manchi di braccia, che la pic­ cola proprietà sparisca e che la grande proprietà si sviluppi, le terre sieno incolte e immensi stagni interrompano la bellezza luminosa dei paesaggi.

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que anni suindicati, è stato il più forte di tutti ; I infatti dei 3,833,070 individui sbarcati agli Stati Uniti:

31,419 venivano dalla Francia

38,482 » » Scozia

155,343 » » Inghilterra

176,995 » » Germania

194,096 » » Irlanda

257,672 » » Svezia e Norvegia

668,735 » » Russia, Polonia e Finlandia 654,239 » » Austria e Ungheria

959,768 » » Italia

3,437,109 in totale.

395,965 venivano da altri paesi. 3,895,967 in totale complessivo.

Nel corso dei cinque anni, l’aumento della emigrazione italiana è stato quasi sempre co­ stante; ha piegato leggermente nel 1904, ma ha subito ripreso la sua marcia ascendente.

Ecco le cifre : 1901 135,098 1902 178,375 1903 230,622 1904 193,296 1905 221,479

Il Commissariato dà per ii 1905 la cifra di 221,479 emigrati verso gli Stati Uniti, mentre l’ Ufficio di immigrazione costata l’ arrivo nel terri­ torio dell’ Unione, durante lo stesso anno, di 226,320 individui di nazionalità italiana, ciò che sembrerebbe indicare che la emigrazione clande­ stina ammonta a circa 5000 individui.

Ne! 1905, sopra 221,419 individui registrati dal Commissariato, 143,476, cioè circa due terzi, appartenevano all’agricoltura. La proporzione de­ gli agricoltori accertata per l’ insieme della emi­ grazione italiana, si mantiene quindi costante per quanto riguarda quella che si dirige agli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l’età ed il sesso, ecco le cifre dell’ Ufficio dell’ immigrazione per il 1905:

Uomini -186,702

Donne 39,618

Età, meno di 14 anni 20,484 » da 14 a 45 anni 193,585 » oltre i 40 anni 12,241 Questi emigranti venivano per la maggior parte dall’ Italia del Sud; infatti sopra 226,320 individui arrivati agli Stati Uniti nel 1901, 39,930 appartenevano all’Italia del Nord, e 186,390 all’ Italia del Sud.

Infine la metà circa degli emigranti italiani dell’ età superiore ai 14 anni era illetterata; l’anal­ fabetismo è naturalmente più comune negli ita­ liani del Sud, che tra quelli del Nord; è stato del 13.91 per i primi e del 56.00 per cento per i secondi.

Tale scarto ed il fatto che gli italiani dei Nord non rappresentano che circa il 18 °/o sulla totalità' degli emigranti, innalza la proporzione dell’ analfabetismo di 48.81 °/0.

Le autorità americane esigono che 1’ immi­ grante possieda una certa somma per aver ac­ cesso nel territorio dell’ Unione; la inedia del denaro posseduto dagli italiani nel 1905, al mo­ mento dello sbarco, era di 22 dollari e 68 cents; questa media era di 60 dollari e 55 cents per i tedeschi, 79 dollari e 40 per gli inglesi, 15 dollari

per i russi ed i polacchi e 18 dollari per gli un­ gheresi.

Gli emigranti italiani non sono adunque i più poveri.

La emigrazione italiana si dirige preferente­ mente verso gli Stati dell’ Est e maggiormente negli Stati di N ew -Y ork , Pensilvania, Massa- chusett, N ew -Y ersey ed Illinois.

La popolazione italiana stabilita agli Stati Uniti alla fine dell’ anno 1904 è stata calcolata a 1,248,382 individui ed era di 742,197 all’epoca dell’ ultimo consimento del 1900. Ora, dal 1901 al 1904, l’ emigrazione italiana verso gli Stati Uniti ammontò a 738,289 individui, per cui ag­ giungendo a questa cifra quella della popola­ zione italiana del 1900, si ottiene il totale di 1,480,486 individui, il che dà una differenza in meno di 232,154 individui a paragone del nu­ mero degli italiani residenti nell’ Unione alla fine del 1904. Questi 232,154 antichi emigrati rappresentano i rimpatriati o quelli che hanno abbandonato gli Stati Uniti per un altro paese di elezione; cioè circa il 16 °,o. Bisognerebbe forse comprendere pure in questa cifra gli indi­ vidui che si sono fatti naturalizzare americani almeno definitivamente; poiché è bene notare che le statistiche americane calcolano al 20 °/o circa il numero degli emigranti italiani che ave­ vano già prima soggiornato agli Stati Uniti.

Più dei due terzi della popolazione italiana agli Stati Uniti risiede negli Stati dell’ Est ; nelle grandi città la popolazione italiana rag­ giunge cifre molto elevate ; a New Y ork rap­ presenta il 64 per mille della popolazione totale ; a Boston il 37 per mille; a New Ha ven il 7 2 ; a Philadelfia il 32; a; Pittsburg il 25; a Hobocken (N ew Y ersey) il 75; a Paterson il 56.

Se è vero che la maggior parte degli immi­ grati italiani appartengono all’ agricoltura, non è meno vero che soltanto una infima minorità si de­ dica ai lavori agricoli; e questo è deplorevole. Che ciò sia perchè il contadino italiano disprezza la terra che non è sua, p perchè egli cerchi in altri lavori a dimenticare le sue pene passate ed a guarire dalla nostalgia che lo perseguita sem­ pre? Questi due elementi psicologici hanno una gran parte nella scèlta della professione eserci­ tata dagli italiani agli Stati Uniti. E bisogna forse tenere anche conto delle tradizioni ; gli emigranti sanno che molti italiani vivono, o per meglio dire hanno vissuto con agiatezza in Ame­ rica , esercitando certi mestieri, come negozianti di frutta, lustrascarpe, muratori, terrazzieri, per cui si guarderebbero bene dall’incatenare un’ altra volta la loro esistenza alla terra, per essi in patria sorgente di continue sofferenze.

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commer-ciò in grande. Sopra, 4000 abitanti, si contano 4S0 proprietari, cioè, all’ incirca uno per famiglia; e tutti hanno messo insieme il loro rispettivo in­ teresse per l’ acquisto delle sementi, delle mac­ chine agricole e la vendita dei prodotti.

Altre colonie simili si trovano nel N e w - Y ersey stesso, nello Stato di N ew -Y ork , ecc.

La maggior parte degli italiani vivono adun­ que nelle città ; si è fatto il censimento dei ma­ gazzini italiani a N ew -Y ork e si è trovato che vi sono tra l’ altro: 1000 negozianti di frutta, 3000 botteghe di parrucchiere, 1300 di pizzica­ gnolo, 2500 di lustrascarpe e risolatura, 300 re- staurants, ecc.

A parte i piccoli lustrascarpe ed altri ana­ loghi, i mestieri esercitati dagli italiani nelle città americane appartengono alla categoria chia­ mata unskillecL labors. Gli italiani sono: mar-

chands des quatre saisons, terrazzieri, spazzini

di strade, ecc. Un contingente sempre maggiore d’ italiani, sopratutto del. Nord, appartiene all’ in­ dustria; a Paterson, per esempio, i padroni stessi sono italiani ; là l’industria serica, tradizionale in Italia, è tenuta quasi esclusivamente da italiani.

Gli ambienti italiani nelle grandi città, come N ew -Y ork , sono caratteristici; vi si conduce una vita assolutamente italiana; vi si parla solo ita­ liano, sono ima specie di città nella città. Il po­ tere di assimilazione dell’America del Nord, in­ fatti, cosi prodigioso per gli altri popoli, è quasi nullo per gli italiani; la popolazione italiana ha i suoi quartieri, i suoi commercianti, i suoi me­ dici, i suoi avvocati, i suoi banchieri; sono molto rari i matrimoni misti.

Una delle caratteristiche essenziali delle co­ lonie italiane agli Stati Uniti, e quella di con­ segnare i loro risparmi esclusivamente ad istituti di credito con capitali italiani; l’ Italian Savings Bank d i N ew -Y ork è il primo stabilimento di

*

questo genere.

Rimane da distruggere una leggenda o, per dir meglio, a indurla nelle sue reali proporzioni. Si ripete spesso che la emigrazione italiana, e specialmente quella degli Stati Uniti, sia una sorgente di ricchezza per la madre patria ; la folla degli emigrati invierebbe ai parenti rimasti presso il focolare domestico, delle somme favolose, colle quali le famiglie ricostruirebbero la loro fortuna.

Ora, come si può conciliare l’affluenza dei capitali procacciati dall’America coll’aumento con­ tinuo dell’emigrazione, lo spopolamento continuo delle campagne meridionali e la sparizione quasi assoluta della piccola proprietà?

Le famiglie dei contadini rimaste in Italia, ricevono, è vero, un poco di denaro dai parenti emigrati, ma, ahimè, il più spesso ciò serve a pa­ gare il passaggio di quelli che andranno laggiù a raggiungere gli altri....

Lo sviluppo della ricchezza italiana ha altre origini; essa deriva dal lavoro ostinato dei suoi tigli che rimangono in patria; quelli che se ne sono andati non hanno che una debole parte su tale sviluppo. Le economie importate da lontano, delle quali il Governo italiano si vanta per giu­ stificare ed anche per incoraggiare la emigrazione di tanti lavo;atori che lo imbarazzano, si ridu­ cono a ben poca cosa, e sono, in ogni caso, prin- |

cipalmente il prodotto dei lavori effettuati perio­ dicamente all’estero dalla emigrazione temporanea. L ’ esodo delle popolazioni del Mezzogiorno, non è, sventuratamente, produttivo di ricchezza; tende soltanto a perpetuare un male che la po­ litica finanziaria del Governo aggrava di giorno in giorno.

Chi non ha inteso cantare le lodi della so­ lidità del bilancio italiano, che dà annualmente delle eccedenze di entrate ? Ebbene ! — dice il sig. Ghio — un bilancio di cui le risorse sono principalmente costituite da una imposta sui red­ diti al 20 per cento e da una imposta fon­ diaria che si eleva talvolta al 40 ed anche al 60 per cento, tale bilancio è profondamente detesta­ bile e gli avanzi che esso dà non provano, se­ condo l’ oratore, che una sola cosa : « la rapacità del fisco ».

I proprietari del Mezzogiorno attendono sem­ pre il credito agrario, il quale solo potrebbe salvar la piccola proprietà che ha saputo sin qui resi­ stere al flagello del latifondo, ed attende pure le scuole che rialzerebbero un poco la coscienza delle popolazioni.

(Continua). .

ISTITUTO DI FONDI RUSTICI

Continuiamo l’analisi della Relazione 1905-906 della Società agricola industriale italiana, ora de­ nominata Istituto, di fondi rustici, da chi si rese acquirente dei beni rustici formanti parte delle partito immobilizzate della Banca d ’ Italia.

Nel precedente fascicolo abbiamo dato conto dei tenimenti comprati dall’ Istituto nostro nel­ l’ Italia settentrionale e centrale: oiu vediamo quanto l’egregio prof. Tito P oggi dice a riguardo della Campagna romana.

Quivi la Società acquistò nel settembre 1906 il tenimento di Torre del Padiglione, avente uua superficie di are 3384.73, situato a sud-est di Roma, circa 45 km. distante: di tale superficie circa are 1121 sono occupati da macchia cedua. Si ha un terreno buono, solcato da corsi d’ acqua, con sorgenti, con un fabbricato. La Società conta applicare in parte la irrigazione, sebbene la na­ turale freschezza del suolo e del sottosuolo lo renderà in questo tenimento meno urgente e ne­ cessaria che altrove.

La tenuta ha un valore di L . 1,256,845, e •fu infatti acquistata dalla Società per il prezzo di L. 1,200,000. Benché l’ acquisto dati dal solo settembre, il prof. Poggi può narrare di non poche migliorie intrapresevi dalla Società: e cosi si tracciò una strada, si ripararono fabbricati, si eresse in cemento armato e ferro una stalla per 120 capi bovini ; si iniziò la costruzione di una casa colonica per sette famiglie, si introdussero nel tenimento ben mille animali di cui 803 bo­ vin i; e si condusse colla Garantie federale l’ as­ sicurazione contro la mortalità degli animali stessi.

* * *

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una superfìcie complessiva di are 9,833,59 per L. 4,486,907.

La Società Ila poi fatto vendite per L . 66,426: ha contribuito con lire 400,000 nella Società agricola laziale e con L. 200,000 nella Società agricola umbro-marchigiana, Società minori, ma aventi lo stesso scopo dello Istituto di fondi ru­ stici. La Relazione del prof. Poggi accenna poi di volo come stesse allora per concludersi l’acquisto dei beni immobili della Banca d’ Italia per 25,000 ettari: ciò che è divenuto poscia un fatto com­ piuto, pel quale è da tributare vivo elogio ai capi dei due Enti contraenti.

La Relazione fa seguire alla esposizione, della quale abbiamo tentato, in questo e in altro fascicolo, di pubblicare un riassunto, una serie di allegati, aventi grandissima importanza perchè mostrano come i progetti della Società agricoli siano progetti seri, fondati su fatti e non su chiacchiere.

Nell’ allegato A si dà il progetto concreto della bonifica della tenuta di Già vello, consistente nella aratura della tenuta e nello scarico delle acque piovane in fosse appositamente, costruite : e si fa per queste opere un dettagliato e logico preventivo di spesa per 48,164 lire.

Nell’allegato B la Relazione riproduce il rap­ porto peritale sulla tenuta Yaccari, consistente nella minuta descrizione dei cinque poderi che la compongono, nell’ esame della cultura che si pratica in ciascuna parte di ciascun podere, nella fertilità particolare di ciascuno, nello accenno alla esistenza di sorgenti ; nella descrizione della forma e disposizione della tenuta, e di cia­ scun podere; nella esposizione minuta dei carat teri del bestiame che la perizia trova lasciar parecchio a desiderare, doversi tenere con mag­ gior cura e alimentare assai meglio allo scopo di ricavarne molto maggiori benefici.

Nell’allegato C la Società agricola industriale dà l’ istruzioni principali per salvarsi dalla ma­ laria; istruzioni delle quali vuole l’ affissione in ogni casa colonica o fabbricato della Società.

Ecco alcune delle più importanti : La malaria non è prodotta dall’ aria cattiva nè dall’acqua come generalmente ed erroneamente si crede ; ma è una malattia dell’ uomo che si comunica da un malato a un sano a mezzo di certe zanzare dette

anofele, dalle quali unicamente basta difendersi.

E ’ il chinino il vero rimedio per la malaria : e la Società lo fornirà gratuitamente a tutti i suoi dipendenti che dovranno prenderlo secondo le istruzioni del medico. Ma se è bene curarsi, me­ glio è non ammalarsi, onde la più importante difesa dalle anofole è applicare alle finestre, porte e a ogni apertura delle case le reticelle che la Società mette a sue spese e che hanno il van­ taggio di garantire gli abitanti anche dalle zan­ zare comuni, dalle vespe, mosche, e inoltre dalla polvere.

Nell’allegato D si ha un rapporto del dott. Guido Salvestroni medico comunale di Grosseto al prof. Tito Poggi sulla campagna antimalarica del 1906 nei possedimenti della Società nel Gros­ setano. Da questo importante rapporto ricavasi quali vantaggi pratici si ebbero dalla applica­ zione delle reticelle e dall’ uso del chinino.

« L a profilassi che io adottai (scrive il dott.

Salvestroni) fu mista: fisica, ciò è con l’ impianto di reticelle alle finestre ed alle porte delle varie abitazioni ; e chimica, cioè con i sali chinino.

Debbo fare osservare ad onore del vero che mi ci volle del bello perchè le reticelle fos­ sero disposte secondo i dettami della scienza, poiché appunto in quell’ epoca alla Società man­ cava un personale adattato a questo genere di lavoro ».

E un fattore che più ancora contribuì a ren­ dere sano l’ individuo, fu la maggiore resistenza organica data dalla alimentazione sana che egli trovava alla dispensa della Società.

« Ecco perchè — aggiunge il dott. Salve­ stroni — io saluto con vera compiacenza il mi­ glioramento delle dispense, dove l’ operaio potè trovare e troverà sempre generi alimentari sani e vino buono da costituire una ragione alimen­ tare capace di produrre tante calorie quante egli giornalmente ne perde nel suo lavoro ».

Da una statistica, però non esattissima, si ricava essersi verificati in passato 612 casi di malaria, dei quali 14 nel mese di giugno, 260 nel luglio, 240 in agosto, 62 in settembre e 36 in ottobre.

* * *

Inutile dire che tutto quanto si contiene nella Relazione è corredato di piante, di tipi, di quadri sinottici.

Il prof. Tito Poggi ha compiuto con essa un ottimo lavoro, che mostra con quanta sicu­ rezza di metodo la Società agricola industriale italiana si fosse subito posta alla bonifica e alla coltivazione dei tenimenti acquistati.

A migliore Istituto non avrebbe invero la Banca d’ Italia potuto offrire di vendere i suoi immobili, mentre essa stessa già fece con questa vendita un ottimo affare.

E al nuovo Istituto di fondi rustici — alla Società agricola industriale italiana, così ingran­ dita e modificata — vada il nostro saluto e il nostro augurio di conseguire sempre migliori re­ sultati.

R

i v i s t a

B

i b l i o g r a f i c a

P r o f. G a e t a n o F e r r o g l i o . - Elementi di stati­

stica metodologica. — Torino, Carlo Pasta, 1906,

pag. 228 (L. 5.00).

Sebbene questo lavoro elementare di stati­ stica non contenga molte cose nuove, e forse non tenga abbastanza conto della più moderna tendenza della statistica, tuttavia merita ogni considera­ zione per la chiarezza e l’ordine con cui l’Autore ha esposto la materia secondo il suo punto di vista.

(7)

L ’Autore comincia, forse un po’ prolissamente, con un cenno storico dello sviluppo della stati­ stica, colla discussione della sua definizione e del suo metodo. In questa parte non ci sembra che le questioni presentate sieno state dall’ Autore sufficientemente approfondite, nè abbia portato ad esse nuovi contributi scientifici.

Migliore assai ci parve la parte che tratta del metodo e del calcolo; ed abbiamo trovato qualche cosa di nuovo e di acutamente pensato nel capitolo delle normalità statistiche.

Tutto sommato questo lavoro del prof. Fer- roglio riesce certo giovevole agli studiosi, che vo­ gliano formarsi un concetto elementare dei pro­ cessi statistici.

H e n ri P e n s a . - La Republique et le Canal de

Panama. — Paris. Hachette e C., 1906, pag. 344

(3.50 fr.).

E ’ noto che nel novembre 1903 si è costi­ tuito lo Stato indipendente del Panama stacca­ tosi dalla Columbia; che esso fu subito ricono­ sciuto dal Governo degli Stati Uniti, il quale in pari tempo dichiarò che non avrebbe permesso nessuno sbarco di forze della Columbia nei porti dell’ Istmo di Panama. Nel gennaio 1904 si è co­ stituita la Assemblea costituzionale del Panama che elesse il Presidente della nuova Repubblica.

L ’Autore si propone di esaminare questi fatti politici, i quali non avrebbero importanza maggiore di una delle frequenti rivoluzioni che turbano le repubbliche latine dell’America cen­ trale, se — egli dice — non avessero una intima connessione con questioni ben altrimenti impor­ tanti e tra queste quella del Canale tra l’Atlan­ tico ed il Pacifico, che non può essere scavato se non sulla via di Nicaragua o su quella del Pa­ nama. »L’ intervento repentino degli Stati Uniti a riconoscere il nuovo Governo del Panama e la sua dichiarazione di proteggerlo, costituiscono, secondo l’ Autore, il nodo del fatto, che riguarda appunto la escavazione del Canale.

E veramente tale argomento ha una singo­ lare importanza, non solo sotto l’ aspetto tecnico per i lavori del Canale interoceanico, ma anche sotto l'aspetto economico e politico, per determi­ nare i moventi all’azione di quegli Stati, che pos­ sono essere interessati alla escavazione del Ca­ nale stesso ed al dominio su esso, quando l’opera fosse compiuta.

L ’Autore quindi esamina prima le condizioni geografiche dell’Istmo ed i due progetti, quello per il Panama e quello per il Nicaragua; fa la storia della Compagnia universale del Canale di Pa­ nama, e della Nuova Compagnia di Pi.nama; cita le opinioni dei competenti sui due tracciati, il voto del Senato Americano in favore del Canale di Panama, ed espone le difficoltà, specialmente climatiche, che si opposero al compimento di quella impresa.

Successivamente il sig. Pensa si sofferma a considerare le condizioni rispettive degli Stati direttamente interessati all’ apertura del Canale interoceanico: Gran Bretagna, Germania, Fran­ cia, Italia, Spagna dell’ Europa; Stati Uniti, Co­ lumbia e Repubblica di Panama dell A m erica, e quindi ricerca le probabili conseguenze economi­

che dal punto di vista europeo ed americano per il taglio dell’ Istmo.

Alcuni capitoli sono consacrati allo studio della storia diplomatica riguardante il Canale in relazione alla famosa dottrina di Monroe, e ad interessanti considerazioni sulle condizioni giuri­ diche di detto Canale.

E l’ ultimo capitolo tratta: dello stato degli studi e dei lavori intrapresi dalla Commissione americana del Canale nel 1905.

Una conclusione molto ponderata trae l ’A u­ tore dal suo studio accurato ed ampio: che egli cioè comprende le ragioni per le quali gli Stati Uniti hanno voluto che il Canale si compia sotto la in­ fluenza del capitale, del lavoro e della ingerenza politica americana; ma d’altra parte è bene con­ siderare che l’ Europa in questo fatto non deve temere di risentire danni diretti, poiché essa potrà esercitare altrove la sua azione industriale e po­ litica per non risentire nocumento alcuno il giorno in cui il Canale sarà aperto alla navigazione. G. D r. L e e n e r . - Ce qui manque au commerce

belge d’ exportation. — Bruxelles, Misch et

Thron, 1906, pag. 294.

È un altro volume pubblicato dall’ operoso Isti­ tuto di Sociologia Solvay, e dovuto alla penna del sig. Leener, persona competentissima in materia commerciale, come lo prova questo lavoro che esce dalle forme usuali, colle quali si sogliono studiare tali questioni.

Mentre il Belgio si sente lieto dello slancio col quale da qualche tempo il suo commercio e la sua industria hanno saputo aumentare così notevolmente la ricchezza del paese, l’ Autore manda un grido di allarme, che non può a meno di recare sorpresa ai suoi concittadini. Il com­ mercio di esportazione belga, egli avverte, è sem­ pre in aumento, ma la misura di tale aumento è notevolmente inferiore a quella che possono dimo­ strare altri paesi e specialmente gli Stati Uniti e la Germania, così che perdurando questa ten­ denza il Belgio, sarà in breve tempo soprafatto nei mercati, dove fin qui è stata preponderante la sua azione.

Già in alcuni mercati, come in quello del- l’ Argentina, come in Bulgaria, in Egitto, ecc. la esportazione belga ha in relazione alla espor­ tazione di altri paesi una proporzione decrescente e tutto lascia credere che tale fenomeno vada in­ tensificandosi a detrimento, se non della assoluta, certo della relativa posizione del Belgio su molti mercati esteri.

E cercando le cause di questo fatto, l’Autore crede che la principale stia nella apatia del po­ polo belga, che non- conosce, non studia e non imita abbastanza gli altri paesi nella cura che questi pongono ad organizzare il sistema di espor­ tazione.

Con una serie di dati opportunamente va­ gliati, l’ Autore prova tanto la decadenza rela­ tiva del commercio belga, come le ragioni di svi­ luppo del commercio di altri paesi.

(8)

loro traffici ; sebbene sia evidente che è una con­ traddizione in termini la possibilità di un aumento proporzionale per tutti ; tuttavia si comprende il sentimento che anima il sig. Leener nell’eccitare ¡ propri concittadini a prender parte più attiva in questa lotta mondiale. E per lo stesso senti­ mento. vorremmo ohe questo accurato ed utile lavoro de'l sig. Leener fosse conosciuto dagli ita­ liani, perchè molte delle cose, dette in questo libro per i belgi, si adattano anche per noi.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Si ha notizia che i Governi i quali hanno finora ratificato la Convezione per

l’Istituto In­

ternazionale d’agricoltura,

sono: Italia, Stati Uniti, Svizzera, Etiopia, Svezia, Francia, Dani­ marca, Argentina, Equatore e Costarica.

E ’ annunziata la ratifica dell’ Inghilterra. Si ha pure notizia della missione scientifica compiuta dall’on. prof. Maffeo Pantaleoni, recatosi a Londra d’ incarico della Commissione Reale per esaminare i metodi statistici in uso in Inghilterra. Iv i l’on. Pantaleoni si abboccò col prof. Daughrty del Dicastero di agricoltura degli Stati Uniti e ebbe agio di studiare insieme con lui il metodo migliore che dovrebbe essere adottato dall’ Isti­ tuto Internazionale di agricoltura.

L ’on. Pantaleoni si intrattenne lungamente anche con David Lubiu, che trovasi pure in Londra ; e di ritorno in Roma, egli ha reso conto della sua missione scientifica all’on. sen. Faina, presidente della Commissione Reale, e agli altri membri della medesima.

— Nell’ ultimo Congresso internazionale di Milano fu costituita una Commissione coll’ inca­ rico di preparare lo

studio e la prevenzione

delle malattie del lavoro.

Questa Commissione deve raccogliere le pub­ blicazioni sparse e spesso dimenticate, in argo­ mento di difesa dai danni e di purificazione delle industrie e gli A tti ufficiali in materia emanati dai diversi Stati; proporre quesiti nuovi di studio ed esperienza; creare premi per studi fatti e da farsi ; indire congressi nazionali e internazionali per l’ordinamento e la legislazione nella materia ; mettere in rapporto i diversi Stati per i quesiti relativi; pubblicare un Bollettino proprio; costi­ tuire una Biblioteca e, possibilmente, un Museo degli ¡strumenti di difesa contro gli agenti mor­

biferi nelle industrie. 9

Tutto ciò, esclusa ogni tendenza politica, sal­ vaguardate le esigenze delle industrie, tenuto conto delle condizioni di luogo e di clima, non dimenti­ cando l’ assioma che la salute e la vigoria del lavora­ tore collimano con l’ interesse dell’ industria e della produzione.

Ma poiché sarebbe disdicevole, che di fronte a taüta attestazione di deferenza data all’ Italia ed a Milano tardasse il funzionamento della Com­ missione sino all’ esito delle pratiche presso i vari Governi, così la Presidenza e i predetti membri italiani della Commissione stessa, e i segretari

(dott. L. Carozzi e dott. P. Piccinini) hanno fatto appello agli industriali d’ Italia, agli Enti morali, alle associazioni interessate, a studiosi e filantropi onde abbiano ad appoggiare anche con sussidi pe- cuniari triennali la nobilissima iniziativa. E già molte adesioni pervennero.

A fianco della Commissione permanente si avrà un Comitato d’ onore costituito dai Presi­ denti o Rappresentanti delle Associazioni indu­ striali e da illustrazioni scientifiche..

— La Camera di commercio locale ci comu­ nica i dati statistici del

movimento marittimo

del Porto di Genova

avvenuto nel 1906, in confronto di quello del 1905.

Nel 1906 furono in aumento le marine: in­ glese per tonnellate 215,827, la germanica ton­ nellate -254,734, la francese tonnellate 63,270, l’olandese tonnellate 3109 e complessivamente le altre per tonnellate 151,306, escluse: l’ italiana in diminuzione per tonnellate 23,950, la spagnuola tonnellate 7708, l’austro-ungarica tonnellate 86,950 e l’ ellennica 25,214.

Complessivamente, si ebbe un movimento in più di tonnellate 548,450, delle quali 20,565 per la navigazione a vela e 527,885 per quella a vapore.

— L ’ Ufficio del lavoro francese ha pubbli­ cato dati sulla introduzione della

giornata di

otto ore di lavoro in Francia,

e su risultati ottenuti negli stabilimenti industriali dello Stato.

La giornata di otto ore fu stabilita in pa­ recchi servizi dipendenti dal Ministero delle Poste e telegrafi occupanti complessivamente 3725 per­ sone. Gli effetti sono stati diversi a seconda della diversità dei lavori in cui erano occupati gli operai, a cui fu ridotto l’orario. In stabilimenti meccanici, in cui la produzione è limitata dalla rapidità delle macchine, spingendo l’azione di queste al massimo e utilizzando ogni possibile semplificazione del lavoro, corrispondentemente a diminuzioni di orario del 20 per cento, si ebbero diminuzioni della produzione solo del 10 percento. Nelle occupazioni invece in cui il lavoro è pro­ proporzionale al tempo di occupazione, si ebbe con la riduzione di orario una proporzionale riduzione del lavoro utile.

(9)

la diminuzione dovuta alla riduzione di orario, j La soppressione del lavoro a cottimo, che è stata ! spesso contemporanea colla riduzione dell’orario contribuì a scemare l’ intensità della produzione.

La diminuzione è imputabile anche alla minore quantità di lavoro affidato agli arsenali nel biennio 1903-4 in confronto con gli anni pre­ cedenti.

In parecchi casi si sono avuti lamenti da parte di operai dell’ industria privata perchè gli operai degli stabilimenti pubblici facevano loro una dannosa concorrenza nelle ore posteriori alle otto ore della giornata ridotta.

— Pel 14 aprile è fissata l’ inaugurazione del

Congresso nord americano per la pace

in New-York.

Esso sarà importantissimo e durerà quattro giorni ; al banchetto finale interverrà anche il pre­ sidente della Confederazione, Teodoro Roosevelt.

Hanno aderito a tale congresso il Segretario di Stato, R ott; il Segretario per il commercio ed il lavoro, Oscar Strauss, i Presidenti delle più importanti università americane.

Vi saranno arcivescovi e vescovi delia reli­ gione protestante e della cattolica, il Rabbino israelitico Hirsch, mentre dall’ Europa interver­ ranno delegati di tutte le nazioni.

E ’ probabile che a tale congresso parteci­ pino pure Bryce, ambasciatore d ’ Inghilterra, gli Stati Uniti e Lord Grey, Governatore generale del Canadà,

L ’ avvenimento avrà quindi per il numero e la qualità di delegati importanza veramente eccezionale.

— Riportiamo alcuni dati circa il

raccolto

del cotone nell’ India brittanica.

Il Governo calcola la superficie totale colti­ vata a cotone a 22,344,000 acri ossia 6 per cento di più che nel 1905-1906. Quanto alla produ zione essa è valutata a 4,908,000 balle di 41)0 libbre, ossia 43.3 per cento di più che l’anno scorso.

Malgrado questi risultati soddisfacenti, si deve constatare che il rendimento di cotone per acro è notevolmente più elevato agli Stati U- niti che nell’ India, quantunque la qualità del prodotto americano sia ben migliore. Così la questione del miglioramento della qualità e del ren­ dimento del cotone indigeno, come quella del­ l’adattamento di certe specie americane od egi­ ziane ai diversi suoli di quel paese, non cessano di preoccupare gli esperti del Governo.

— Ecco alcune notizie circa la

produzione

del cotone in Macedonia.

Gli stocks di co­ tone esistenti a Salonicco alla fine del 1906 si elevavano a più di 11)0,000 oc. Questa mate­ ria tessile che arriva giornalmente sul mercato è in parte deposta nei magazzini dei negozianti, ed in parte lavorata sul posto.

Nel mese di dicembre non si fece alcuna esportazione in seguito alla formazione di una associazione tra i filatori di Salonicco tendente a dominare il mercato e a dettare le oscillazioni del medesimo.

I prezzi finora sono rimasti invariabili.

6 36/40 piastre per il cotone americano, e 6 10/40 piastre per quello macedone.

— Ecco alcuni particolari circa

l’accordo

italo-inglese per la Somalia

testé concluso. L ’ accordo determina che gli eventuali dissidi tra la gente del protettorato italiano e le tribù del protettorato brittanico si risolveranno dai rap­ presentanti locali italiani e brittanici, oppure, in caso di disaccordo, dai due Governi.

Le comunicazioni fra le autorità brittaniche ed il Mullah devono normalmente avvenire per il tramite delle autorità italiane. L ’ accordo reca alcune modificazioni nella linea dei limiti dei diritti del popolo per rimuovere le probabili controversie e sanziona la cordiale e comune intesa tra i due protettorati circa i diritti delle dogane, la sorve­ glianza della linea di costiera e la concorde ap­ plicazione delle giustificate misure preventive. Il Governo brittanico consente che Baudor-Zinde, non ostante sia stato accidentemente accertato trovarsi a pon. del 49° del meridiano Est (Green- vich), limite del protettorato italiano, rimanga in esso incluso. Il Governo brittanico è obbli­ gato infine al pagamento di L . 100,000 per inden­ nizzare le tribù migiurtine, protette dall’ Italia, dai danni loro recati durante la campagna contro il Mullah.

Ci si comunica che il direttore della Sede di Trieste (Filiale dello Stabilimento austriaco di Credito per commercio ed industria) commen- dator Oscar Gentilomo è stato testé nominato consigliere d’ amministrazione della Società d ’As- sicurazioni « Natiónala » di Bukarest, che è la primaria e la più antica di quel Regno e le cui azioni sono conosciute e possedute anche da cit­ tadini italiani. — Vivissime congratulazioni.

Il 3ommereio dell’ Austria-Ungheria.

— Nel gennaio 1907, l’ importazione dell’Austria- Ungheria si t elevata a 190.7 milioni di corone contro 215.8 milioni di corone del gennaio 1906.

L ’esportazione si è elevata a 164.3 milioni di coron e contro 183.1 milioni nel gennaio 1906.

Il saldo passivo di questo bilancio giunge a 26.4 milioni di corone, quello del gennaio 1906 era stato di 32.7 milioni di corone.

(10)

La differenza tra esportazioni e importazioni quindi : 19112 1908 1904 1905 1906 1907 50.007.000 48.817.009 59.455.010 25.254.000 64.081.000 62.688.000 Metalli preziosi.

Bilancio tra importazioni e esportazioni

O ro A r g e n to Gennaio in dollari 1902 568,000 + 2,416.000 1908 1,925,0.» + -,086,000 1904 — 7.688,000 + 2,377, (XX) 1905 •f" 14,992,(XW + 2,443.000 1906 . + 3,186,000 + 2,830,000 1907 76 L,000 + 4,146,000

L A S IT U A Z IO N E D E L T E S O R O

al 2 8 febbraio 1907

Diamo il solito riassunto della situazione del Tesoro a tutto l’ 8° mese dell’esercizio finanziario 1906-907.

il conto di cassa al 28 febbraio 1907 dava i seguenti risultati :

$ DARE.

Fondo di cassa alla chiusura del­

l’esercizio 1905-906...L. 510,585,958.51 Incassi di Tesoreria per entrate di

bilancio ( 1 ) ... • » 1,450,717,008.19 Incassi per conto debiti e crediti . » 3,052,025,959.92 Totale . . L. 5,013,328.926.62 AVERE.

Pagamenti per spese di bilancio . L. 1,331,334,416.45 » per debiti e crediti di

Tesoreria ... » 3,254,392,196.87 Fondo di cassa al 28 febb. 1907 (a) . » 427,602,313.30 Totale . . L. 5,013,328,926.62 La situazione dei debiti e crediti di Tesoreria al 28 febbraio 1907 risulta dal seguente specchio:

DEBITI. Buoni del t e s o r o ... Vaglia del Tesoro... Anticipazioni delle banche . Amministrazione del Debito pub­

blico ... Amministrazione del Fondo culto . Altre Amministrazioni conto frut­ tifero ... Altre Amministraz. conto infrut­ tifero ... Cassa Depositi e Prestiti in conto

corrente fruttifero. . . . Cassa Depositi e Prestiti in conto corrente infrutt f e r o ... Incassi da r e g o la r e ... Biglietti di Stato emessi per l’art. 11, legge 3 marzo 1898, n. 47 . . Operazione fatta coi Banco di Na­ poli per effetto dell’art. 8 dell’al­ legato B alla légge 17 gennaio 1897, n. 9 ...

Totale dei debiti . . CREDITI. Valuta presso la Cassa Depositi e

Prestiti art. 21 legge 8 agosto 1895 Amministraz. del Debito pubblico » del Fondo per il culto Cassa Depositi e Prestiti . . . . Altre am m inistrazioni... Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico Deficienza a carico dei contabili . Diversi... .... Operaz. fatta col Banco di Napoli

per effetto come sopra . . . . Totale dei crediti . .

(1) Tenuto conto delle variazioni per sistemazione delle scritture.

(a) Sono escluse dal fondo di cassa L. 118,206,480 depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di una somma corrispondente di biglietti di Stato.

L. 121,539,500.00 » 37,617,733.68 221,525,885.09 » 12,819,785.57 » 1,222,153.62 » 72,184,583.89 » 52,953,369.28 » 68,781,007.41 >* 27,490,572.22 » 11,25,1,000.00 » 26,956,480.0(1 L. 654,840,525.76 L. 91,250,000.00 » 182,921,127.67 » 14,1.2,097.94 » 66,654,608.53 » 72,927,228.49 » 1,712,164.59 » 73,928,148.92 » 26,956,480.00 L. 530,524,856.14

Avvertenza. — Oltre il fondo di cassa esistono presso le tesorerie, all’ infuori dei debiti e crediti di tesoreria:

A) il fondo di spettanza delle ferrovie di Stato, che al 28 febbraio p. p. ascendeva a L. 4,678,359.38; B) quello delle altre contabilità speciali che alla stessa data era di L. 16,844,580.08.

Confrontando col 30 giugno 1906, si ha;

30 g i u g n o 1906 28 fe b b r . 1907

Debiti... Milioni 708,0 654,3 C r e d i t i ... » 383,5 530,5 Eccedenza dei debiti Milioni 324,5 123,8

La situazione del Tesoro, quindi, si riepiloga cosi :

C o n t o d i c a s s a . C r e d i t i d i T e s o r e r i a 30 g iu g n o 1906 L ir e 510,585,958.51 382,908,990.66 28 f e b b r . 1907 L ir e 427,602,343.30 530,521,856.14 T o t . d e l l ’ a t t i v o D e b i t i d i T e s o r e r i a 893,494,949.17 709,093,897.23 958,124,169.44 654,840,525.76 S i t u a z . d i c a s s a d e ­ p u r . d a l l ’ a t t i v o ( p a s s .) . . . .+ 184,401,051.94 + 303,783,643.68 D iffe r e n z e L ir e Conto di cassa... — 82,983,645.21 Crediti di Tesoreria... -f- 147,612,865.48 Totale dell’attivo . . -4- 64,629,220.27 Debiti di Tesoreria...-j- 54,753,371.47 Situazione di cassa depurata dall’at­

tivo ( p a s s . ) ... + 419,382,594.74

Crii incassi di bilancio verificatisi presso le Teso­ rerie del Regno nel mese di febbraio 1907, comparati con quelli del febbraio 1906 ammontano a 203,809,981.72 lire e si dividono nel seguente modo:

D if fe r e n z a f r a g li i n c a s s i d e l fe b b . 1907 e q u e l l i d e l

Entrata ordinaria. I n c a s s i f e b b r . 1907 f e b b r a i o 1906.

Redd. patrimoniali dello Stato ... Imposta sui fondi rustici o sui fabbricati . . . Imposta sui redd. di ric­ chezza mobile . . . . Tasse di amministraz. del Minist. delle finanze. . Tassa sul prod. del mov.

a grande e piccola velo­ cità sulle ferrovie . . Diritti delle Legaz. e dei Consolati all’estero . . Tassa sulla fabbricaz. de­ gli spiriti, birra, ecc. . Dogane e diritti maritt. Dazi interni di consumo, esclusi quelli di Napoli e R o m a ... Dazio consumo di Napoli Dazio consumo di Roma Tabacchi . . . . S a l i ... Prodotto di vendita del

chinino e prov. access. . Lotto... ... Poste... T e le g r a fi... Servizi diversi . . . . Rimb. e conc. nelle spese Entrate diverse. * . . Tot. entr. ordin.

(11)

Entrata straordinaria. Categoria I. Entrate effettive Rimb. e cono, nelle spese Entrate diverse . . . .

Capitoli aggiunti per resti attivi : Arretrati per imp. fond. Arretrati per imposta sui redditi di ricch. mobile Residui attivi diversi. .

Categoria II. Costruz. di strade ferr. .

Categoria III. Movim. di capitali Vendita di beni ed af­

francamento di canoni. Accensioni di debiti . . Rimborsi di somme anti­ cipate dal Tesoro . . . Anticipa/, al Tesoro da

enti locali per richiesto acceleramento di lavori Partite che si compen­ sano nella spesa . . . Ricuperi diversi . . . Capitoli aggiunti per re­

sti attivi .

Tot. entr. straord. * L ir e L ir e 111,707.22 — 112.507.45 8,051,708.35 4 s 1,282,809.17 20.09 — 32,228.28 — 148.10 578,917,97 -4 19,531.43 21,000,090.00 —:1218,098,812.36 353,051.82 4- 119,111.88 2,945,458,49 + 4 2,868,269.32 1,630,0 )0.— 4- 70000. -112,268.68 4- 112,268.68 29,783,305.58 — 213,767,206.31 Partite di giro . . . . 8,906,055.66 4" 6,711,<69.76 Tot. generale 203,809,981.72 — 208,858,860.86

I pagamenti poi effettuati dal Tesoro per spese di bilancio durante il mese di febbraio 1907 risultano dal seguente prospetto, che indica anche le differenze con i pagamenti fatti nel febbraio 1906.

D iffe r e n z a f r a i p a g a m e n ti d e l P a g a m e n t i t e b b r a io 1907 e f e b b r a i o 1907 q u e l l i d e l f e b ­ b r a i o 1906. Pagamenti. L i r e L ir e

Ministero del Tesoro. . Id. delle Finanze . . • Id. di Grazia e Giust. . Id. degli Affari Esteri . Id. dell’ Istruz. Pubblica Id. dell’ Interno . . . Id. dei Lavori Pubblici Id. delle Poste e Telegr. Id. della Guerra . . . Id. della Marina . . . Id. dell’ Agricoltura, In­ dustria e Commercio . 24,630,029.05 18,050,485.50 3.365,490.32 1,881,242.91 5.736.041.10 8,005,352.72 10,845,625.11 6,014,289.60 22.015,138.77 17,374,885.37 1.456.380.11 — 223,143,727.— -f- 37,495.77 -p 230,046.50 4- 484,238.11 -4 1,219,062.19 -4 748,859.27 4- 4,894,809.42 — 220,329.75 — 3,595,723.27 4- 6,853,126.67 — 13,922.93 Tot. pagam. di bil 118,874,960.56 — 212,559,032.78

1 Maggiore ricupero di somme da reintegrarsi a capitoli di spese inscritti in bilancio nella parte ordi­ naria delle spese effettive.

J Maggiori versamenti per indennità assegnata al­ l ’Italia dai rappresentanti il Governo Cinese e quelli delle potenze interessate.

3 Nel febbraio corrente anno sono stati versati mi­ lioni 10 per emissione di certificati ferroviari di credito, mentre nel febbraio 1906 si ebbe un introito di oltre

234 milioni. . . ,

4 L ’aumento si deve a somministrazioni effettuate dalla Cassa depositi e prestiti delle somme occorrenti per il servizio dei debiti redimibili compresi nella ta­ bella A annessa all’allegato ili approvato coll’alt: 13 della legge 22 luglio 1891, n. 339. .

6 L’aumento deriva da introiti per fitti di beni demaniali destinati ad uso od in servizio di Ammini­ strazioni governative, e da prelevamenti dal conto corrente colla Cassa depositi e prestiti costituito dalle assegnazioni destinate alle opere straordinarie di bo­ nificamento.

IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE

per le Camere di Commercio

Continuiamo la pubblicazione integrale di questo importante disegno di legge:

Composizione delle Camere. Art. l i . — Sono elettori ed eleggibili:

a) tutti gli esercenti commercio, industrie ed arti, e i capitani marittimi, che trovinsi inscritti nelle liste elettorali politiche dei comuni compresi nella circoscri­ zione della Camera, o che, residenti in essi comuni, ri­ sultino inscritti nelle liste politiche di altri comuni;

b) i direttori di stabilimenti industriali del di­ stretto camerale, i procuratori di una ditta e di ge­ renti delle società anonime, in accomandita, le coppe- rative aventi sede nel distretto stesso, i quali provino d ’essere elettori politici in uno dei comuni del Regno;

c) le donne esercenti commerci, arti o industrie, che abbiano compiuto il 21" anno di età e che abbiano conseguito la licenza dal corso elementare obbligatorio : d) gli stranieri d ’ambo i sessi che da cinque anni almeno esercitino il commercio, le arti o l’ industria nella circoscrizione della Camera ed abbiano le condi­ zioni richieste per l’ iscrizione dei nazionali nelle liste elettorali politiche.

Art. 12. — Non sono elettori, nè eleggibili, le per­ sone escluse dalla legge comunale e provinciale. Sono pure ineleggibili gl’ impiegati delle Camere di com ­ mercio e le persone aventi liti o ragioni d ’ interesse con le medesime.

I membri delle Camere che cadessero in alcuno dei casi previsti dal presente articolo decadranno inaine- diamente dall’ ufficio.

Art. 13. — La formazione e revisione delle liste degli elettori delle Camere di commercio saranno fatte nei tempi e nei modi con cui si fanno e rivedono le liste elettorali comunali, con la differenza che le fun­ zioni affidate al prefetto e alla Commissione elettorale provinciale saranno compiute rispettivamente dal pre­ sidente e dal Consiglio della Camera di commercio, ovvero, In mancanza della Camera, dal Tribunale della città ove la nuova Camera debba risiedere.

Le commissioni elettorali comunali compilano le liste degli elettori commerciali con la scorta dei docu­ menti forniti dai municipi e le trasmettono alle Ca­ mere di commercio.

La revisione delle liste sarà fatta ad ogni biennio, nell’anno in cui avranno luogo le elezioni.

Contro le decisioni della Camera o del Tribunale vi sarà ricorso nei modi e termini stabiliti per le ele­ zioni comunali.

Art. 14. — Con decreto reale saranno determinate le sezioni elettorali di ciascuna Camera, e l’elezione si farà in es-'e nei luoghi fissati dalla Giunta municipale, o dalla Camera nel comune ove essa ha sede.

In ogni sezione elettorale si pubblicherà, ad ogni elezione, la lista generale a stampa degli elettori della Camera.

Art. 15. — Per tutto quanto concerne costitu­ zione degli uffizi elettorali, i poteri del presidente e degli altri componenti agli uffizi, le forme delle vota­ zioni, le discipline per le operazioni di squittinio e la polizia delle adunanze, nonché le pene comminate a coloro che contravverranno alle leggi e ai regolamenti in materia elettorale, saranno osservate le disposizioni contenute nella legge sulle elezioni comunali e provini ciali, in quanto non sia altrimenti disposto dalla pre­ sente legge.

Art. 16. — L’elettore ha diritto di scrivere nella scheda tanti nomi quanti sono i membri da eleggere.

Art. 17. — L ’ ufficio pronuncia in via provvisoria su tutte le questioni che si sollevano riguardo alle operazioni dell’adunanza, sulla validità dei titoli pro­ dotti e sopra ogni altro incidente, come anche sui reclami intorno allo squittinio.

Art. 18. — Il processo verbale dell’elezione sarà indirizzato al presidente della Camera di commercio e d ’ industria, e in mancanza di essa a quello del Tri­ bunale, non più tardi del giorno seguente a quello dell’ elezione.

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