L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
S C I E N Z A E C O N O M I C A , F I N A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I
Anno XII - Voi. XXI Domenica 15 Febbraio 1885 N. 568
L'IMPORTANZA 1)1 I M A M lì DI ASMI)
P E R L ' I T A L I A
Saprà intempestivo a taluni, per non diro bizzarro, il v o l e r discorrere già adesso dei vantaggi, che può ripromettersi !' Italia dalla spedizione a cui s' è ac-cinta nel Mar R o s s o ; mentre i motivi non n e sono ancora ben chiari e la durata e l e v i c e n d e sono al di là d' ogni previsione. E p p u r e l ' a n t i c i p a r e il futuro, fondati sulle supposizioni più sobrie, pare a noi cosa tanto poco inopportuna, che s t i m e r e m m o anzi di v e n i r meno all' obbligo che abbiamo v e r s o i nostri lettori, se tralasciassimo d i rappresentare le cose nel loro giusto aspetto, p e r p r o m u o v e r e così quella serietà e quella calma di g i u d i z i , che si tengon lontane tanto dalle illusioni, quanto dalle sfiducie.
N è lo studio di segnare u n qualche indirizzo a l l' opinione del m a g g i o r n u m e r o , si p u ò d i r v e r a -m e n t e f u o r d i luogo. R i c o r d i a -m o c i un poco, quanto vaghi e contraddittori fossero gli avvisi del pubblico, allorché dalla Società Rubattino f u fatta cessione al g o v e r n o nostro della baia d ' Assab, coli' a r c i p e l a g o che la confina v e r s o oriente, e colla costiera da Ras S a n l h u r a Ras D a r m a r . M e n t r e alcuni l o riputava un ottimo acquisto, altri si strignevan nelle spalle, dicendolo un simulacro ridicolo di colonia. E , a dire il v e r o , quel possedimento, p e r sé m e d e s i m o , non aveva nulla di cospicuo : una striscia angusta dì l i -torale, i n r e g i o n e inospita e quasi disabitata, d o v e tutto era da farsi per f o r m a r e una stazione, con alle spalle delle tribù misere e poco fidate. M a d' altra parte la baja a v e v a buone qualità nautiche; e queste, e la vicinanza dello stretto di B a b - e l - M a n d e b , e la prossimità della fertile regione d e l l ' Y e m e n , e una certa salubrità d i clima, erano p r e g i da r i c o m p r a r e largamente g l i i n c o n v e n i e n t i ; c o m e dimostrò allora un u o m o competentissimo, il comandante Carlo d e A m e z a g a ; il quale, r a c c o m a n d a n d o di fare di Assab uno scalo di sosta p e r le navi a v a p o r e , ed un c e n -tro d i attrazione c o m m e r c i a l e , proponeva anche i mezzi per riuscirvi. Assab, s e c o n d o lui, a v r e b b e p o -tuto dare scacco al porto di H o d e i d a , e r i v a l e g g i a r e in parte con quello di A d e n .
Ma le sue esortazioni, se n o n f u r o n o parole al vento, non ottennero n e m m e n o 1' attenzione che m e -ritavano. Cessata la prima curiosità, i più, o v e il discorso cadesse su di Assab, mostravano un' indif-ferenza che confinava colla noja ; mentre il g o v e r n o faceva sì qualcosa, m a pigro e accidioso.
L e proposte del comandante d e A m e z a g a sono
del 1 8 8 0 ; e solo quattro anni dopo, nel luglio 1 8 8 1 , v e n i v a presentato alla C a m e r a u n disegno di l e g g e per la costruzione di u n porto a Capo Buia, di u n faro di scoperta, e di un fanale per segnale d ' a n c o -r a g g i o . L a spesa p-reventivata a 6 2 5 , 0 0 0 li-re, d o v e v a ripartirsi in t r e esercizi, dal 1 8 8 5 al 1 8 8 7 . Intanto gli abitatori della colonia, tirassero innanzi c o m e po-tevano m e g l i o . Q u e l p o ' di vita infatti, che ebbe a manifestarsi laggiù, oltreché all' energia spiegata dal c o m a n d a n t e d e A m e z a g a , q u a n d o tenne il nomando in q u e l l e a c q u e , fu dovuta quasi intieramente al buon v o l e r e di persone private. Così non sarebbe a v v e -nuto dicerto ; e le cose della colonia a v r e b b e r o pro-ceduto m e g l i o , se al g o v e r n o non fosse mancato lo stimolo della pubblica opinione.
Ma lasciano pure questo s p i a c e v o l e a r g o m e n t o . L ' i m p o r t a n z a di Assab, se anclie non cessa in gra-zia dei nuovi a v v e n i m e n t i , scomparisce tuttavia d i fronte a quella di Massnua. S e la nostra bandiera sarà p e r sventolare anche a S u a k i n , a Zulla e a d A m f i t a , c e l o apprenderanno prossimamente i fatti. M a che Massaua abbia a r i m a n e r e in mano all'Italia, o a l m a n c o sotto la sua custodia, paro a noi cosa da non p o t e r n e dubitare r a g i o n e v o l m e n t e . Acquisto pre-g e v o l e d a v v e r o , p e r esser q u e l l o u n porto spazioso, ben riparato, c o n buoni ancoraggi ; il porto più i m -portante nella sezione meridionale d e l l ' E r i t r e o ; e d oltracciò il naturale e m p o r i o p e r alcuno^ parli d e l Sennaar, e p e r g l i alti piani etiopici ; l ' A b i s s i n i a , v a l e a dire, e l e parti settentrionali dello Scioa. R i -spetto ai traffici, la posizione d i Massaua si lascia indietro, e di molto, quella d i Assab. Tuttavia n o n se n e esageri l ' i m p o r t a n z a , l i porto di Massaua è disposto bene p e r sé ; m a prima di poter rispondere ai bisogni della n a v i g a z i o n e e dare piena sicurezza ai legni che v i a p p r o d a n o , domanda lavori che r e n -d a n o ' più facile l ' i n g r e s s o ; -doman-da fanali e gettate ; per non dire d e l r i n n o v a m e n t o della città. G l i e g i -ziani e d i turchi, n è o c c o r r e quasi a v v e r t i r l o , n o n
hanno smentito neppur in quel l u o g o la loro crassa indolenza.
N è alcuno si dia a c r e d e r e , c h e q u a n d o p u r e arrivassimo a f a r nostro tutto il litorale da Massaua ad Assab (la così detta Samhara) n o i a v r e m o a c q u i -stato u n v e r o possedimento coloniale. L a Samhara è u n seguito di spazi p r o p r i a m e n t e deserti, e di s t e p p e ; capace d i a c c o g l i e r e durante la stagione delle p i o g g e , qualche tribù di n o m a d i ; ma spopolata negli altri mesi, e inetta a v e r a cultura. N è dalla prossimità del litorale di Massaua agli altipiani e t i o pici s'arguisca ad una m a g g i o r e facilità di far p i e -g a r e v e r s o q u e l l e parti la corrente d e l l e emi-grazioni, p e r fondarvi colonie a g r i c o l e , o d introdurvi n u o v e
98 L ' E C O N 0 M I S T A 15 febbraio 1885 industrie. P r e s c i n d e n d o p u r e dalle difficoltà t o p o
g r a f i c h e (dalla zona deserta vale a dire c h e s ' i n t e r -pone fra il m a r e e d i monti, e dalle v i e lunghe, disastrose e pericolose in varie m a n i e r e ) molti e g r a v i ostacoli s'oppongano al forestiero che voglia p e n e -trare nell'Abissinia, e mettervi ferma stanza. E d è bene ohe i nostri concittadini n e sieno a v v e r t i l i sin d'ora ; è bene che si persuadano che, quando pure la sorlo fosse p e r v o l g e r e .'favorevole a n o i , n è ci venissero m e n o 1' avvedutezza e l'energia, n o i p o -t r e m m o a v e r e bensì lungo il li-torale occiden-tale del M a r Rosso buone stazioni navali e floridi scali, m a non colonie nel significato c o m u n e della parola ; a l m e n o per i tempi a noi p i ù prossimi.
C e r t o c h e l'Abissinia e le r e g i o n i contermini dello Scioa potrebbero a c c o g l i e r e parecchi milioni d ' i m -migranti, e c o m p e n s a r n e p i ù c h e a sufficienza il l a v o r o . Estese non m e n o di 5 0 0 , 0 0 0 chilometri q u a -drati, dei quali una buona metà adatti e g r e g i a m e n t e all'agricoltura e d alla pastorizia, o g g i d ì non contano più di sei milioni d'abitanti ; 2 0 all' incirca per o g n i c h i l o m e t r o quadrato. I n Italia, confi è noto, s e n e contano 1 0 0 p e r chilometro.
G r a z i e alla sua c o n f o r m a z i o n e l'Abissinia conosce tutti i c l i m i , e si presta ad ogni maniera di colture. Gigantesca cittadella di r o c c e eruttive che s ' e r g e d ' i m -p r o v v i s o tra il M a r e e la valle del N i l o , è una suc-cesssione di scaglioni e terrazzi, solcati da profondi b u r r o n i i n c u i si r a c c o l g o n o le acque. C o n s i d e r a n -dola n e i m o m e n t i plastici più generali, v i possiamo distinguere tre regioni : quella p i ù bassa delle Kolla di carattere t r o p i c a l e ; la seconda delle Woina-Dega con un'altezza media di 2 0 0 0 m e t r i , d o v e allignano benissimo la vite, l'ulivo, g l i a g r u m i , e i nostri ce-reali e l e g u m i più importanti ; finalmente la r e g i o n e montana delle bega, più che all'agricoltura acconcia alla pastorizia. L a temperatura delle Woina-Dega. può paragonarsi a quella della Calabria e della S a r d e g n a ; la temperatura d e l l e Dega a quella dell'alto A p e n nino ; ben inteso c h e la somiglianza della t e m p e r a tura non inchiude quella di tutte le condizioni c l i -matiche. Causa la latitudine, il contrasto f r a una stagione asciutta, e d una stagione piovosa è, n e l l ' A b i s sinia, ancora più spiccato che non n e l m e z z o d ì d e l -l ' I t a -l i a e ne-l-la S i c i -l i a ; e questo contrasto inf-luisce pure c o m e o g n u n o p u ò arguire, sulla vegetazione, ed in massima su ogni ordine d ' o r g a n i s m i . S e n -nonché le secrezioni atmosferiche tengono nelle alte regioni etiopiche u n a certa regola, e d una certa m i s u r a ; l e piogge v i sono abbondanti, m a non e c -cessive ; v ' hanno mesi continuamente sereni, m a senza cagionare siccità desolanti. L ' o r g a n i s m o u m a n o non ha da combattere colle a f e o p p r i m e n t i , c o l l ' u m i -dità invincibile, coi m i a s m i letali o n d e sono infestate altre regioni africane ; quelle lunghesso il N i g e r , p e r e s e m p i o , o sul basso C o n g o . L ' A b i s s i n i a , a detta di tutti i viaggiatori, è u n paese s a l u b r e ; n è solo p e r gli indigeni', gente bella ed aitante, m a anche pel forestiero.
I n s i e m e colle piante indicate dianzi potrebbero col-tivarsi n e l f Abissiuia quasi tutti i nostri alberi da frutto, e il tabacco, e i pomi di terra e le arachidi, e v a r i e piante medicinali ; nella r e g i o n e p i ù bassa e calda poi, anche il cotone, lo zucchero, il caffè, il banano, il b a m b ù e alcune specie di palme. S i noti che le b e l v e f e r o c i , e g l i animali nocivi s ' i n -contrano scarsi nella r e g i o n e media , mentre pure i boschi abbondano d i selvaggina ; e la pastorizia
può allevare v a r i e e buone razze b o v i n e ed ovine. Il cavallo indigeno è di poco p r e g i o ; buoni i n v e c e i muli. N e l l e parti basse s'incontra a n c h e il c a m -mello. L e antilopi sono d i molte specie e in gran n u m e r o . Si dica lo stesso dei gallinacei. L e api f o r -niscono gran copia di miele e di cera.
L a natura a d u n q u e inviterebbe i n certo m o d o l ' e u r o p e o a m e t t e r e dimora i n quelle r e g i o n i . M a pur troppo non è a dirsi lo steàso degli u o m i n i , o v v e r o delle condizioni i n cui versa il paese. T r e -cenfi anni addietro, dopo che i P o r t o g h e s i ebbero dato man forte al N e g u s Claudio contro i M u s u l -mani, aprendo nello stesso t e m p o le porte alle mis-sioni c a t t o l i c h e , pare che nell'Abissinia si godesse di una certa quiete, o p e r lo m a n c o d i u n o stato m e n o agitato e precario d i quello che ci presenta la storici degli ultimi cent' anni ; segnali da frequenti mutazioni di s i g n o r i e , e da g u e r r e civili quasi c o n tinue. Nulla di p e g g i o delle lotte intestine per g u a -stare u n p o p o l o , e d arrestarlo s e p r o g r e d i t o , e ri-cacciarlo indietro nella barbarie, se appena abbia cominciato a c a m m i n a r e v e r s o la civiltà. Cos'i f u del l'Abissinia ; la quale non si trova o g g i d ì a molto m i g l i o r partito d e i paesi c h e la circondano, se an-c h e an-cristiana, e fornita di assetti politian-ci foggiati sul feudalismo e u r o p e o , forse p e r influenza dei P o r -toghesi. S e n n o n c h é il cristianesimo degli Abissini (se-c o n d o la dottrina e i riti dei Copti) non è altro (se-che un c u m u l o di f o r m e e c e r i m o n i e , sotto c u i andò soffo-cata la virtù f e c o n d a t r i c e delle m a s s i m e e v a n g e l i c h e . Il clero è a u t o r e v o l e e forte ; m a I' autorità sua si fonda sulla superstizione d e l v o l g o ; e la forza sugli estesi possedimenti. Ignorante del resto e d a v i d o , a v v e r s o alla cultura europea quasi altrettanto c h e a l l ' I s l a m i s m o , è u n a piaga profonda d e l p a e s e ; è il p i ù g r a n d e ostacolo alla sua rigenerazioue, e non solo alla r i g e n e r a z i o n e m o r a l e , m a anche all' e c o -n o m i c a .
Gli ordinamenti politici n o n sarebbero cattivi i n sè, n è incapaci di perfezionamento. Il principato v i è assoluto, m a n o n di sua natura despotico. V i è u n codice di l e g g i , e ci sono tribunali ; c ' è u n r u -d i m e n t o -di gerarchia amministrativa, e persino una specie di catasto, ossia registri dei possessi, dati da custodire alle chiese. Ma l'arbitrio d e i potenti r e n d e illusorie l e l e g g i ; i mutamenti e r i v o l g i m e n t i c o n tinui impediscono ogni r e g o l a r e amministrazione; l ' i n -gordigia dei Capi e la rapacità delle soldatesche ( a b b i a m detto c h e il paese è in istato di g u e r r a quasi p e r e n n e ) turbano n o n solo 1' operosità d e l colono e d e l l ' a r t i g i a n o , m a scalzano i n certo m o d o il princi-pio stesso della proprietà.
-15 febbraio 1885 L' E C O N O M I S T A 99 sore non si tenga conto alcuno dei patti di prima.
L ' e s e m p i o d e l l ' I n g h i l t e r r a , ai tempi dell' imperatore T e o d o r o , non vale. A l l e ragioni dell'onore nazionale s ' a g g i u n g n e v a n o quelli del quieto possesso dell'India per indurre il gabinetto inglese d'allora a v e n d i c a r e coll'armi le ingiurie recate al suo rappresentante. R i c o r d i a m o c i poi che quella spedizione, sebbene ter minata in poche settimane, non costò m e n o di dieci milioni di sterline. Quanti altri Stati, per far r e n d e r e soddisfazione a propri cittadini, v o r r e b b e r o affrontare un simile dispendio?
Parrà a qualcuno che da noi si esageri nelle tinte o s c u r e ; che il nostro intendimento sia quello d i dis-suadere, anzi di s g o m e n t a r e chiunque mai avesse volto il pensiero all'altipiano etiopico. E p p u r e non ò così. S a r e m m o anzi lietissimi c h e l'emigrazione i t a -liana potesse allargarsi nell'Abissinia piuttosto c h e nei paesi della Piala ; sia p e r la m i n o r e distanza, sia p e r la r i c o m p e n s a c h e I' opera dei coloni p o -trebbe sperare nelle Voina-Dega più lauta, c h e non nelle pianure delle Pampas. Ma l'Argentina e l ' U r u g u a y , p e r quanto le condizioni pubbliche v i lascino a desiderare, sovrastanno pure civilmente al-l'Abissinia, p i ù che l'Europa non istia sopra ad essi. L e complicazioni politiche dei nostri giorni saranno esse p e r preparare agli Abissini u n ordine di coso più. saldo e p i ù prosperoso, e p e r favorire u n a v -vicinamento di quelle genti a noi ? L a cosa n o n sarebbe v e r a m e n t e impossibile. N e m i c o secolare del n o m e turco, il popolo dell'Abissinia d o v r e b b e v e d e r e con soddisfazione l'indebolirsi dell'autorità ottomana nel M a r Rosso. I l N e g u s G i o v a n n i , che sembra tro-varsi i n buoni termini cogli Inglesi, d o v r e b b e p u r preferire gli italiani agli egiziani, c o m e suoi vicini sul litorale. M a si può fare assegnamento sull' a v -vedutezza, e sulla equanimità di quel p r i n c i p e ? 0 , per I' occupazione c h e abbiamo fatto di Massaua, non si sentirà egli offeso in u n o dei desideri p i ù antichi ed ardenti d e l popolo Abissino ; q u e l l o di rimetter piede sul M a r R o s s o ?
C o m u n q u e sia, bisognerà del t e m p o prima che in que' paesi sieno assicurati 1' ordine e la quiete, e siano sopite le gelosie e le prevenzioni degli indi-geni contro gli europei. Quello c h e potranno far di m e g l i o gli italiani per avvicinare questo n u o v o stato di cose, si è appunto di ripigliare le antiche tradizioni. A n c o r a dugent'anni fa i mercanti nostri f r e -quentavano i porti del M a r Rosso, e più specialmente quelli di Suakin e Massaua, dopo a v e r e , in tre g i o r -nate, attraversato con carovana l ' i s t m o di Suez. I n una relazione del Secolo X V I I , fatta alla Signoria Veneta, si l e g g e che « gli Abissini f a n n o g r a n conto della nazione veneziana e fiorentina, quando capitano nel loro regno, conoscendoli uomini di virtù e da bene. » F u r o n o i c o m m e r c i a procurare ai nostri antichi questa considerazione; e , v o l e n d o riacquistarla o g g i d ì , n o n d o b b i a m o cercare altra via. G l i è c o l mezzo dei traffici che dobbiamo attirare a noi quei popoli sospettosi ; sono g l i a r g o m e n t i materiali del lucro e del benessere che d e v o n o p r e p a r a r e la strada alle più alte conquiste della cultura. N o i d o b b i a m o studiarci di persuadere a quei popoli c h e l ' i n f l u e n z a europea, lungi dal cagionare molestie, o dal v o l e r i m p o r r e credenze o costumanze n u o v e , n o n mira che a diffondere i comodi e la prosperità.
C o m e abbiam detto prima, Massaua è il naturale e m p o r i o di una gran parte dell'altipiano etiopico. I n tempi tranquilli s o g l i o n v e n i r v i , prima e dopo la
stagione delle piogge, parecchie carovane, una v e n -tina all' incirca ; fra cui qualcuna r a g g u a r d e v o l e p e r qualità e v a l o r e di merci. U n a tra le altre, nel 1 8 5 7 , portò dalle regioni p i ù lontane dell' Etiopia p e r 5 0 0 , 0 0 0 lire di avorio, 1 2 5 , 0 0 0 lire di c e r a , molta p o l v e r e d ' o r o , e muschio. Il m o v i m e n t o degli affari durante l'anno si può calcolare a circa quattro mi-lioni di lire ; e d a farlo a u m e n t a r e rapidamente non si d o m a n d e r e b b e molta cura e fatica. L e m e r c i che t r o v a n o p i ù sicuro spaccio nelle contrade a f r i c a n e , a cui s e r v o n o di porti Massaua e d Assab, sono i n p r i m o l u o g o le cotonate ed il sale ; p o i lo conterie e vetrerie d'uso c o m u n e ; i filati di seta e cotone di vari colori, lo z u c c h e r o in pani ; il r a m e e l'ottone filato di varia grossezza; gii o r o l o g i , gli o c -chiali, le c h i n c a g l i e di poco prezzo, le armi da fuoco; forbici, rasoi e coltellini ordinari ; carta, i m m a g i n i e figure n e r e e d alluminate; fiammiferi. I n cambio di questi prodotti l e c a r o v a n e delle provinole p i ù v i c i n e all'Abissinia (del T i g r e v a l e a d i r e e d e l i ' A m -h a r a ) potrebbero dare granaglie, cera, m i e l e , tabac-co, bestiami, pelli, varie sostanze medicinali ; a cui le regioni più meridionali, che metton capo ad Assab, potrebbero a g g i u n g e r e caffè, cotone, g o m m a , avorio, penne di struzzo, madreperla e perle.
A rianimare e f a r prosperare i c o m m e r c i nelle stazioni di Massaua e di Assab, d o v r a n n o adoperarsi, è superfluo il dirlo, G o v e r n o e privati. T o c c a al p r i m o di m e t t e r e i porti i n condizione da rispondere ai bisogni della n a v i g a z i o n e ; tocca a lui d i g a r a n -tire la sicurezza delle persone e d e g l i averi entro il territorio coloniale e nelle a c q u e che n e d i p e n d o n o ; a lui di p r e n d e r e tali p r o v v e d i m e n t i amministrativi ed e c o n o m i c i da r e n d e r e ricercati i nostri scali, e da mostrare che l'Italia, collo stabilirsi su quella costa, non m i r ò solo a p r o m o v e r e i propri interessi, m a ad esercitare anche quella missione d i civiltà, a cui T u r c h i , E g i z i a n i e d Abissini sono assolutamente inetti.
D e i lavori, di c u i m a g g i o r e è l'urgenza p e r r e n -d e r e il p o r l o -d i Massaua p i ù facilmente accessibile e p i ù sicuro, a b b i a m o già fatto cenno. M a non o c -c o r r e m i n o r e solle-citudine p e r la stazione d i A s s a b ; d o v e , se non tutto, r i m a n e a fare pur molto. T r a -scurare Assab, i u grazia di Massaua sarebbe cosa i m p r o v v i d a ; sarebbe fare g l i interessi degli inglesi a Zeila e Berbera, e dei francesi ad O b o k ; d o v e fini-r e b b e fini-r o a mettefini-r capo l e c a fini-r o v a n e dello Scìoa, e di Cnffa ; mentre Assab fornita di u n buon porto e dei necessari stabilimenti nautici e mercantili, potrebbe attirare a s è parte dei prodotti di q u e l l e regioni. N è vuoisi dimenticare che Assab, p e r la sua posi-zione facile a difendersi, e p e r le buone condizioni climatiche, potrebbe s e m p r e s e r v i r e a Massaua c o m e stazione di deposito e di scambio.
-100 L ' E C O N 0 M I S T A 15 febbraio 1885 sto di O b o k , porto m e n buono ed importante di quello
di Assab, si t r o v a r o n o subito dei commercianti che, p e r iniziarvi i traffici colle regioni interne, misero i n -s i e m e oltre ad u n m e z z o milione di lire. C h e co-sa s'è fatto d a i c o m m e r c i a n t i italiani p e r A s s a b ? Q u a l -che singolo tentativo, e nient' altro.
È v e r o che Francia, Inghilterra e G e r m a n i a d i -spongono, pei c o m m e r c i , di capitali p i ù ingenti dei nostri. M a più che il denaro fanno difetto a noi l e buone consuetudini e l'istinto cooperativo. E , a p e r -suadercene, n o n d o b b i a m o portar I* occhio molto lontano ; basta g u a r d a r e allo condizioni d e i nostri traffici nella Tripolitania ; d o v e non si sono saputi istituire p e r anco dei magazzini di deposito, a l i mentari da produttori italiani ; d e i campionari p e r manenti, che mettano sott'occhio ai carovanieri i n o -stri p r o d o t t i , e li i n v o g l i n o a tentarne l o smercio. P e r non dire che questo sarebbe pure il m e z z o di p r o v v e d e r e , o c o m e dicono l a g g i ù , legare p r o p r i e carovane, con probabilità di lucro notevole. I l g r a n d e c o m m e r c i o è g r a n d e appunto perchè stende l o s g u a r d o al di là dell'orizzonte prossimo e d e l g u a d a g n o i m -mediato ; e sa osare a t e m p o , e anticipare ed aspettare. M a qui da noi, in grazia di una prudenza m e -schina, troppo spesso si pensa e si opera da bottegai piuttosto c h e da v e r i trafficanti. V e d i a m o c h e c i ò non abbia a d accadere sul n u o v o c a m p o c h e sta per aprirsi alla nostra attività.
S e g u e n d o con o c c h i o attento g l i a v v e n i m e n t i che si preparano, a v r e m o occasione, senza fallo, di r i tornare ancora stili' a r g o m e n t o . A d ogni m o d o v o r -r e m m o sin d'o-ra a v e -r fatto d i v i d e -r e al letto-re l'av-viso nostro, che l'acquisto di qualche buon porto nel M a r Rosso d e v e s e r v i r e all'Italia d i m e z z o e stimolo a r a v v i v a r e i propri c o m m e r c i coll'estenderli v e r s o l ' A s i a e 1' Australia, anziché di base all'acquisto di territori n e l l ' A f r i c a o altrove. L e colonie, quali f u r o n o i n passato, p r o c u r a t e cioè c o n violenti c o n -quiste , e sostenute c o n gelose e g e m o n i e , e con rigidi m o n o p o l i , non hanno p i ù r a g i o n e di s u s s i stere. L ' o p e r a colonizzatrice m o d e r n a d e v e p r o porsi d i moltiplicare e ristrignere l e relazioni m a -teriali e morali f r a i paesi p i ù discosti, r e n d e n d o accessibili e sicuri i punti principali delle c o m u nicazioni e degli s c a m b i . L a solidarietà d e l l e n a -zioni c i v i l i : ecco c h e cosa d o v r a n n o e s p r i m e r e le colonie del t e m p o a v v e n i r e . S e l'altipiano etiopico potrà accogliere coloni europei, è p r o b l e m a troppo avviluppato e di soluzione troppo lontana, p e r o c -cuparsene seriamente o g g i d ì . P e r intanto nessuno certamente v o r r à consigliare ai nostri emigranti di v o l g e r e l ' o c c h i o a l l ' A f r i c a , piuttosto che a l l ' A m e -rica. L'espansione coloniale, inculchiamolo a n c o r a , d e v ' essere u n fatto naturale, non artificiale; il p o r -tato necessario di combinazioni e fusioni d'interessi ed idee. E a preparar queste, nessun mezzo più si-curo ed efficace d e i c o m m e r c i .
BARTOLOMEO MALFATTI.
ISTINTI
A b b i a m o promesso n e l l ' u l t i m o nostro n u m e r o , trattando d i questo importantissimo argomento, di e s p r i m e r e il nostro pensiero sui p r o v v e d i m e n t i c h e c r e d i a m o efficaci a v a n t a g g i o dell'agricoltura. Ci piace
p e r ò notare q u i c o m e le conclusioni, a c u i siamo venuti nell'articolo del n u m e r o passato, escludessero la esistenza di una crisi agraria nel senso c h e da molti v i e n e annunciata ; l e condizioni generali del paese nostro e quelle di molta parte della stessa agricoltura fanno necessariamente c o n c l u d e r e c h e una crisi nel significato largo che si v u o l dare a questa parola non esiste. N o n ci pare infatti che le due cause generali, le quali potrebbero v e r a m e n t e c o l p i r e tutta la agricoltura del paese, I' imposta o la d i m i n u z i o n e del prezzo del frumento, possano essere considerate c o m e origini del malessere che si l a -menta ; e perchè l ' i m p o s t a esisteva, quale è oggidì, molto t e m p o fa, senza a v e r prodotta la crisi, e p e r chè il deprezzamento del g r a n o è compensato d a l l ' a u -m e n t o d e l prezzo di tanti altri prodotti agricoli.
È v e r o però c h e se queste considerazioni di fatto escludono la esistenza della crisi agricola generale, non escludono c h e alcune regioni o parti di r e g i o n e -possano essere colpite i n m o d o singolare così che la crisi esista localizzata. E questo noi non n e g h i a m o , anzi n e l l e colonne del nostro periodico i n appositi articoli v e n g o n o studiate queste singole condizioni di certe regioni, e le cause loro v e n g o n o accurata-m e n t e cercate ed analizzate. P e r ò , s i c c o accurata-m e sotto il titolo di questione agraria e molta parte della stampa e lo stesso P a r l a m e n t o trattano c o m e di una condi-zione di cose generale, e d o m a n d a n o p r o v v e d i m e n t i generali, non ci p a r v e fuor di luogo osservare c h e in tal m o d o il problema r i m a n e spostato d a i suoi limiti reali e perciò l e considerazioni, sulle quali si basano i più caldi propugnatori di immediati p r o v -v e d i m e n t i , m e n t r e sarebbero attendibili se appli-cati ad alcune località, non rispondono più alla realtà delle cose quando v e n g o n o , contrariamente alla e v i -denza d e i fatti, generalizzati.
E c c o p e r c h è a noi pare che le stesse anormalità c h e o g g i si presentano, la stessa differenza che c o r r e tra le condizioni di una r e g i o n e e quelle di un'altra, la diversa azione che una stessa causa esercita i n diversi luoghi, la m a g g i o r e resistenza c h e alcune r e g i o n i o p p o n g o n o alle vicissitudini d ' a l t r o n d e n o n n u o v e dei prezzi d e i prodotti agricoli, dimostrino c o m e la agricoltura italiana manchi di sufficente ela-sticità p e r sostenere g l i urti più forti o p i ù tenaci, e c o m e o c c o r r a n o quindi p r o v v e d i m e n t i analoghi. D e l l e proposte c h e f u r o n o fatte fin q u i possiamo f a r e t r e gruppi distinti : — s g r a v i o di imposta ; dazi protettori; — m i g l i o r a m e n t i lenti, c o m e scuole, case r u r a l i , canali ecc.
R e s p i n g i a m o i due primi p e r ragioni c h e abbia-m o a lungo abbia-m o l t e volte spiegate, e i n quanto ai terzi n o n solo non ne c r e d i a m o efficace per ora l'azione, m a stimiamo che debbano essere guidati i p r o v -v e d i m e n t i di quel g e n e r e da altri criteri c h e n o n sieno una crisi, la quale può essere passeggera.
P e r n o i i n v e c e r i c h i a m i a m o la attenzione degli studiosi sopra d u e a r g o m e n t i , a nostro c r e d e r e degni della massima considerazione.
Il p r i m o è q u e l l o della sovraimposta.
-15 febbraio 1885 L ' E C O N O M I S T A 101 genti la s o v r i m p o s t a non d o v r e b b e oltrepassare la
imposta, e le provincie hanno p r i m e il diritto di fis-sare la loro quota, lasciando per il rimanente liberi i comuni. Ma se ai comuni la quota rimasta non è sufficiente per le spese obbligatorie, quando abbiano applicato il dazio consumo, la tassa d i famiglia o di fuocatico, quelle sulle fotografie e sulle insegne, pos-sono domandare alla Deputazione provinciale l'anticipazione di oltrepassare il limite legale della s o v r i m -posta (cioè il 100 per cento sulla im-posta fondiaria go-v e r n a t i go-v a ) senza restrizione alcuna ir. questo aumento.
Da queste disposizioni della l e g g e deriva che la
eccezione contemplata dalla legge, mediante la qual e
i c o m u n i possono oltrepassare colla s o v r i m p o s t a , assieme alla provincia, il l i m i l e del 1 0 0 p e r cento della imposta, non ha più alcun freno. Infatti se una provincia delibera di prendersi tutta o quasi tutta la quota legale della s o v r i m p o s t a , è e v i d e n t e c h e ai comuni della provincia non resta più nulla o quasi nulla, e d è quindi necessario che oltrepassino il l i -mite legale i m p o n e n d o più della imposta principale. Chi è chiamato dalla legge a frenarli i n questo oltre l i m i t e ? — L a Deputazione provinciale, cioè quella stessa autorità c h e ha p e r proprio fatto costretti i c o m u n i ad oltrepassare la imposta.
La assurdità della l e g g e in questo m e c c a n i s m o è evidentissima ; il danno che n e deriva tanto m a g -giore, quanto più le classi rurali, p e r molte eause notissime che q u i è inutile indagare, v e n g o n o mano a mano escluse d a l loro posto nelle rappresentanze comunali e provinciali.
E se le provincie abbiano, usato di questa facoltà loro lasciata i m p r o v v i d a m e n t e dalla legge, l o prova che dal 1 8 6 2 al 1 8 8 2 la s o v r i m p o s t a solamente provinciale passò p e r i seguenti stadi:
1 8 6 2 milioni di lire 1 4 . 6 1 8 6 7 » 4 3 . 5 1 8 7 2 » 4 7 . 6 1877 » 5 7 , 1 1 8 7 8 » 5 8 . 9 1 8 7 9 » 6 1 . 5 1 8 8 0 » 6 1 . 9 1 8 8 1 » 6 4 . 4 1882 » 66.0 Il crescendo c o m e ben v e d e s i è gravissimo, e , ciò che più monta, negli ultimi anni mollo accentuato. E notisi che i n tutto il prospetto sono escluse le provincie V e n e t e , quella d i M a n t o v a e quella di R o m a .
M e n t r e a d u n q u e nel 1 8 6 2 le p r o v i n c i e assorb i v a n o appena il tredici p o r cento della s o v r i m -posta legale, cioè 1 4 1/2 su H O milioni, nel 1 8 8 2 assorbono quasi il quaranta p e r cento della stessa s o v r i m p o s t a , cioè 7 5 milioni e mezzo sopra 191 e m e z z o ( c o m p r e s o tutto il r e g n o ) .
P e r ò tutto il m a l e non ista qui. È i m p o r t a n t e n o tare la sperequazione di qnesta s o v r i m p o s t a p r o v i n ciale. Delle 6 9 provincie, appena 2 6 non s o v r i m p o n -g o n o più del cinquanta per cento; le altre quarantatre prendono p e r loro parte più della metà coi limiti in-dicati q u i sotto. T e r m o 5 2 A q u i l a 7 0 T r e v i s o 5 2 C o m o 7 1 Vicenza 5 2 Cagliari 7 4 P a d o v a 5 3 F e r r a r a 7 4 Udine 5 3 Potenza 7 4 Macerala 5 4 P e s a r o 7 5 F o g g i a 5 7 G e n o v a 7 5 Bologna Sassari P a l e r m o V e n e z i a Campobasso Catanzaro P e r u g i a ' B e n e v e n t o Siracusa P a r m a Siena R a v e n n a Salerno A s c o l i 5 8 5 8 5 9 5 9 61 61 61 6 3 6 3 6 4 66 67 6 7 7 0 Messina Massa L u c c a Catania P o r t o Maurizio 7 6 77 7 9 82 8 3 Cosenza 8 3 T r a p a n i 8 7 Grosseto 9 4 Caltanisetta 9 9 G i r g e n t i 9 9 Belluno 1 0 3 S o n d r i o 1 2 1 R e g g i o Calabria 1 3 3 A queste p r o v e di una sperequazione così e n o r m e a g g i u n g i a m o che ben cinquemila dei comuni o l t r e -passano il limite legale della sovrimposta e la cifra totale che si ricava da questo oltre limite ascende a 5 0 milioni.
Questi b r e v i cenni non sono più che sufficenti per d i r e che l ' a g g r a v i o della fondiaria è i n Italia troppo mal r e g o l a l o ; c h e tra f o n d o e fondo v i può essere talvolta e v i è una differenza di p i ù che il d o p p i o ?
E prima d i parlare di sgravi d e i d e c i m i di g u e r r a , prima ancora di parlare di perequazioni generali, n o n sarebbe da c h i e d e r e una r i f o r m a alla l e g g e c o m u -nale e p r o v i n c i a l e , p e r la quale fosse assegnato u n limite fisso inalterabile così alle provincie c o m e ai c o m u n i di s o v r a i m p o r r e , e questo limite i n nessun caso potrebbe essere sorpassato ?
D i r a n n o alcuni che le finanze dei c o m u n i non per-mettono questo limite nella sovrimposta. Ma osserv i a m o c h e m e n t r e dal 1 8 7 8 al 1 8 8 1 la sola s o -vrimposta c o m u n a l e e provinciale passò da 7 8 mi-lioni a 1 1 4 mimi-lioni, la tassa di famiglia appena ap-pena a r r i v ò da 1 0 a l o milioni e quella sul v a l o r e l o c a t i v o giunse ad 1 milione circa.
E c c o a d u n q u e u n p r i m o benefico p r o v v e d i m e n t o per la agricoltura, il quale risponderà ai suoi biso-g n i m o l l o m e biso-g l i o debiso-gli sbiso-gravi v a biso-g h e biso-g biso-g i a t i .
S i i m p o n g a alle p r o v i n c i e di non oltrepassare ad e s e m p i o il 5 0 Ojo della s o v r i m p o s t a . e si lasci ai c o m u n i I' altro 5 0 0|o, ma sia b e n chiaro che q u e sto limite non è permesso superarlo. M i c o m e f a -ranno i c o m u n i ? - c i si d o m a n d e r à - e noi risponde-r e m o che hanno altrisponde-ri cespiti a cui non risponde-r i c o risponde-r risponde-r o n o solo p e r c h è sono impopolari, m e n t r e I' aumento della so-v r i m p o s t a si fa facilmente su ruoli c h e esistono ; r i s p o n d e r e m o che i comuni e le provincie i quali, votano tanti milioni p e r le f e r r o v i e , n e v o t e r a n n o m e n o ; risponderemo c h e i c o m u n i spendono annual-m e n t e più di sessantatre annual-m i l i o n i i n ispese facoltative; p o t r e m m o rispondere che di questi 6 3 milioni p i ù di dieci sono indicati p e r allargamento d i v i e e di p i a z z e ! I n m e z z o a tanta abbondanza, q u a n d o ' g i à la quota ohe riguarda le spese obbligatorie per i lavori pubblici è altissima, può benissimo essere fatta una economia, sia pure g r a d u a l e , c h e conduca al risultato di mantenere la s o v r i m p o s t a entro limiti fissi.
E c c o p e r c h è la nostra prima proposta si limila a questo essenzialissimo p u n t o : — fissare un limite alla s o v r i m p o s t a , obbligando i comuni o alle necessarie e c o n o m i e , o d a servirsi degli altri cespiti di rendita.
6 L ' E C O N 0 M I S T A 15 febbraio 1885
DEL GUERCIO DELLE DERRATE ALIMENTARI
in relazione a! trasporto sulle strade ferrate
A tout seigneur, tout honneur.
A d i r e il v e r o , ci e r a sembrato singolare che in queste p r o v i n o l e , n e l l e quali la fede nei principi-! e c o n o m i c i sostenuti tenacemente dalla scuola l i b e -rale si era serbata s e m p r e inconcussa, v i fossero state delle associazioni, c h e avessero caldeggiata la p r o -posta d e l C a v . E m i l i o L a n d i r i g u a r d o al trasporto delle derrate alimentari sulle f e r r o v i e , quella cioè della unità della tariffa sulla base d e l v a g o n e c o m -pleto. I n questo senso si e r a pronunziato il C o m i z i o agrario, m a l g r a d o u n voto, a nostro a v v i s o
ponde-rato, in senso contrario del suo presidente, sena-tore L u i g i Ridolfi, e i n questo senso si pronunziò, sebbene c o n lievissima m a g g i o r a n z a , c r e d i a m o di tre voti, l ' U n i o n e L i b e r a l e monarchica.
F u m m o lieti q u a n d o nell' adunanza ordinaria del dì 8 corrente tenuta dalla R . A c c a d e m i a dei G e o r -gofili, che risorta a n o v a vita promette di continuare d e g n a m e n t e le sue nobili tradizioni, u d i m m o l'on. P e -ruzzi l e g g e r e una splendida m e m o r i a , nella quale con larga copia d i argomentazioni e di fatti combatteva la sovracilata proposta, dichiarando che quand'anche avesse d o v u t o r i m a n e r e « Orazio sol contro Toscana tutta » o anche contro tutta Italia, a v r e b b e s e n -tito v i v o il bisogno d i r i a f f e r m a r e i p r i n c i p i i , c h e g i o v a n e a v e v a sostenuto e aveva udito sostenere nel seno della illustre accademia , e dichiarando altresì che l à , c o m e in altre aule, a v r e b b e detto senza pre-tendere di r i s o l v e r e la questione « attenti ai m a ' passi ! »
L ' i n s i g n e consesso ascoltò con attenzione profonda la parola d e l l ' illustre e'd arguto Statista, e v o l l e che la m e m o r i a da lui letta fosse data alle stampe. O n d e , per quanto alcuno fra gli A c c a d e m i c i si accinga, cre-diamo, a combatterla in una discussione, c h e avrà l u o g o il 2 2 corrente, quella deliberazione ci p a r v e già u n segno evidente che il consesso scientifico più c o m p e t e n t e nella materia divide le i d e e d e l l ' o n o r e -v o l e P e r u z z i .
A v r e m m o voluto a v e r e sott'occhio la m e m o r i a del-l ' e g r e g i o scrittore, m a n o n ci è stato possibidel-le non essendo ancora pubblicala, m o t i v o p e r c u i siamo costretti a r a c c o m a n d a r c i alla nostra m e m o r i a , n o n già p e r darne u n sunto, m a p e r accennarne il c o n -cetto f o n d a m e n t a l e , dolenti c h e della nostra mente non possiamo dire c h e non erra.
Ciò c h e m a g g i o r m e n t e ci colpì si f u l ' a s p e t t o n u o v o , sotto il quale l'on. P e r u z z i considerò la questione. Infatti egli non respinse la proposta d e l c a valier L a n d i dal punto d i vista d e l l ' i n t e r e s s e l e g i t -timo delle amministrazioni f e r r o v i a r i e , m a bensì da quella d e l l ' i n t e r e s s e d e i produttori. R i c o r d i a m o che portò a d e s e m p i o il c o m m e r c i o d e i v i n i . A questo proposito, sulla scorta di una lettera di u n C o n s o l e italiano da l u n g o t e m p o residente i n S p a g n a , osservò c o m e i piccoli proprietari spediscano colà piccole partite di v i n o , che spesso giunge-Slterato per difetto d ' i m b a l l a g g i o , e che affidato a d agenti senza serietà finisce dopo essere stato bacchiato qua e là ad essere v e n d u t o con n o t e v o l e scapito, tantoché quel Console asserisce c h e n o i f a c c i a m o la p i ù meschina figura di fronte alla Spagna, d o v e il c o m m e r c i o d e i v i n i
è tanto più largo e tanto m e g l i o condotto. E dal c o m m e r c i o dei vini passando a quello d e i prodotti agricoli in g e n e r e , dimostrò luminosamente c o m e a ben condurlo o c c o r r a n o capitali e mente direttrice, e c o m e in g e n e r a l e questi e l e m e n t i siano deficienti nei produttori. S p i e g ò c o m e la impresa iniziata dal Cirio, il quale a v e v a d o v u t o p r o m u o v e r e accordi non solo colle Società italiane, m a c o n q u e l l e estere, avesse giovato all'agricoltura italiana, schiudendole n u o v i mercati. E il fatto prova che p e r quella v i a si sono messi molti, e mentre il Cirio e i suoi pochi c o m p a g n i hanno sentito il bisogno di f o r m a r e una Società, il c h e mostra che i famosi e n o r m i g u a d a -gni sono forse nella fantasia degli avversari più che nella realtà delle cose, la tariffa n . 5 0 ha dato luogo ad uno sviluppo c o n s i d e r e v o l e d e l c o m m e r c i o i t a -liano, che è andato m i r a b i l m e n t e crescendo, c o m e p r o v a n o le cifre della statistica delle esportazioni. P e r c h è d u n q u e abbandonare questa v i a che ha dato così buoni frutti ? F o r s e c h è si pensa che nel c o m -m e r c i o coll'estero possa a v e r -molta parte c h i non può spedire che u n v a g o n e di prodotti agricoli ? F o r s e c h è non g i o v e r à p i ù lasciare che i c o m m e r -cianti, che possono, e sanno, si facciano intermediari fra i piccoli produttori e i m e r c a t i esteri ? Attenti
a ma' passi !
C h i e d i a m o p e r d o n o ai nostri lettori e più all'ono-r e v o l e Peall'ono-ruzzi se, citando a m e m o all'ono-r i a , a b b i a m o detto troppo poco, m a q u a n d o il lavoro d e l l ' e g r e g i o u o m o sarà pubblicato, non ci mancherà occasione di t o r -narci sopra c o n m a g g i o r e larghezza. E dopo questo n o n ci tratterremo sugli a r g o m e n t i addotti in c o n -trario nel Consiglio agrario di F i r e n z e e nella U n i o n e L i b e r a l e monarchica di questa città, e questo p e r -chè da u n lato non a b b i a m o trovato molto di p i ù di quel che il cav. L a n d i abbia detto nella campagna da l u i intrapresa c o n zelo di apostolo, e dall' altro p e r c h è abbiamo ripetutamente espressa i n proposito la nostra contraria opinione.
Piuttosto ci piace dire q u a l c h e parola della e l a -borata relazione della minoranza della C o m m i s s i o n e dell' U n i o n e L i b e r a l e monarchica, dovuta all' a v v o cato G i o r g i o E n r i c o L e v i . Nella prima parte v e n -g o n o combattute le ar-gomentazioni della m a -g -g i o r a n z a f a v o r e v o l i alla proposta L a n d i ; nella seconda si illustra u n ordine d e l g i o r n o presentato dalla pre-detta minoranza, la quale b e n e osserva che la libertà dei c o m m e r c i non e s i g e che si neghi ad u n c o n traente di v e d e r e migliorata di tanto la propria p o sizione di quanto l'altro contraente si e r a a v v a n t a g -giato p e r essergli stati offerti m a g g i o r i profitti e minori oneri.
E c c o o r a la proposta della minoranza della C o m -missione.
« L a disposizione contenuta n e l Capo I a r t . 3 , « 1 ° c a p o v e r s o : Delle condizioni generali pei
tra« sporti sulle strade ferrate italiane, allegata al p r o
« getto di l e g g e p e r il loro esercizio d o v r e b b e e s -« sere modificala n e l m o d o s e g u e n t e :
« L ' a m m i n i s t r a z i o n e può a c c o r d a r e speciali ribassi « di tariffe e d altre facilitazioni p u r c h é c i ò abbia « l u o g o i n eguale misura p e r c h i u n q u e n e faccia « richiesta, le offra uguali v a n t a g g i e s i trovi in pa-« rità di circostanze. I ribassi di tariffe ed altre
15 febbraio 1885 L' E C O N O M I S T A 103
« che alla fine di ogni esercizio si potranno con-« siderare essere stati tacitamente associali, seeffet-« fisamente arrecarono all' Amministrazione presso « a poco gli stessi vantaggi di coloro che in premio « d'impegni preventivi avevano ottenuti ribassi di « tariffe ed altre facilitazioni.
« Delle concessioni accordate in via straordina« ria ad uno o più individui dovrà essere dato a v
-« viso i n t e m p o utile al G o v e r n o , il quale potrà « sospenderle o revocarle. Spetterà pure al Governo
« in caso di ribassi speciali di tariffe od altre fa-« cilitazioni il vegliare che indistintamente tutti « coloro che ne hanno il diritto possano approfit-« tare di tali ribassi di tariffe e facilitazioni. »
Noi riconosciamo ben volentieri che questa p r o -posta sarebbe di gran lunga preferibile a quella della m a g g i o r a n z a ; n o n d i m e n o dopo le facilitazioni introdotte dal G o v e r n o nei contratti colle Società c o n -cessionarie, non ci sembra che risponda ad una ne-cessità. Quanto al concedersi i ribassi di tariffe ad associazioni di individui che offrano all'Amministra-zione eguali vantaggi e garanzie, il Relatore stesso c o n v i e n e che questo è stato fatto f i n qui. R i g u a r d o poi all'estendere di diritto i ribassi di tariffe e d altre facilitazioni a coloro che alla fine di ogni esercizio si potranno c o n s i d e r a r e tacitamente associati, p e r usare la frase dell'ordine del giorno, quando abbiano arrecati all'Amministrazione presso a poco gli stessi vantaggi di coloro che a v e v a n o ottenuti que' ribassi e quelle facilitazioni per i m p e g n i preventivi, non po-t r e m m o concordare coli' e g r e g i o Relapo-tore. Suppospo-to anche che si togliesse quel presso a poco, che è na-turalmente v a g o e indeterminato, non si saprebbe disconoscere c h e passa una n o t e v o l e differenza f r a l ' i m p e g n a r s i a fare eseguire un dato n u m e r o di tra-sporti e il non assumere questo i m p e g n o . U n nego-ziante, il quale è assicurato che Tizio' r e g o l a r m e n t e ogni mese acquisterà da lui tanta mercanzia, g l i accorderà u n prezzo ridotto c h e n o n concederà a colui sugli acquisti d e l quale n o n p u ò contare colla stessa regolarità. È questo il punto i n cui dissentiamo dalla minoranza della C o m m i s s i o n e d e l l' U n i o n e L i b e r a l e Monarchica, colla quale c o n v e -n i a m o del resto pressoché i -n tutto.
A v r e m o a o g n i m o d o occasione di tornare su que-sta relazione m e r i t e v o l e di studio, p e r q u a n t o la C a m e r a abbia approvato il relativo articolo del pro-getto nella seduta d e l 1 3 c o r r e n t e .
L' AGITAZIONE AGRARIA
N E L L A . B A S S A L O M B A R D I A II.
O l i : v t ! ì ( i n a l i .
Il malessere e c o n o m i c o degli affittuali di terre irrigue nel piano l o m b a r d o è di data assai più r e -cente che q u e l l o d e i contadini.
S i n o a una quindicina d ' a n n i addietro g l i a f f i t tuali dei ricchi signori e quelli delle opere pie, g e n e -ralmente r i c a v a v a n o d a i beni c h e essi c o n d u c e v a n o un r e d d i t o i m m e n s a m e n t e superiore ai canoni c h e d o v e v a n o pagare.
M o l l i contratti d'affitto posti i n essere q u a n d o i prezzi delle derrate erano bassi, erano ancora i n v i -g o r e dieci o dodici anni dopo q u a n d o i prodotti
agricoli a v e v a n o raggiunto prezzi molto superiori. Molti proprietari p e r il v a n t a g g i o d i v e d e r m i g l i o -rate l e loro terre e p e r quello d ' un collocamento s i c u r o , p e r evitare le spese e seccature di frequenti rinnovazioni o mutamenti- d'aflìttuali si adattavano a contratti di l u n g a durata b e n c h é a prezzi r e l a t i v a -mente bassi. G l i affittuali alla loro volta, sicuri di r i m a n e r e sugli stessi fondi per molti anni con canoni non g r a v i a v e v a n o la convenienza e i mezzi di a t tuare delle m i g l i o r i e , l e q u a l i se aumentavano il v a -lore d e i fondi aumentavano anche i l reddito c h e essi n e ritraevano.
Dal 6 8 o 6 9 sino dopo 1' 8 0 v i f u u n seguito di anni v e r a m e n t e propizio agli agricoltori.
G l i affittuali n o n potevano, è v e r o , c o m e venti anni prima p a g a r e l'affitto col solo prodotto dei bachi da seta ; al contrario tale prodotto e p e r la poca quantità d e i bozzoli e p e r la qualità scadente della seta giapponese a confronto dell' indigena, e p e r i prezzi di vendita s e m p r e più bassi, non poteva p i ù contarsi fra i principali. M a a compensarli d i questo svantaggio g l i affittuali a v e v a n o l'aumento sensibile durato p e r alcuni anni n e i prezzi d e l g r a n o e del mais, m e n t r e anche il lino si trovava a prezzi d i -screti. V i e r a p o i il fieno la c u i richiesta andava via via aumentando, talché c i n q u e o sei anni fa giunse a prezzi n o n m a i raggiunti prima d'allora.
In quell'epoca era pure assai v i v a la richiesta d e i bestiami che c i v e n i v a di F r a n c i a , sicché molti a f -fittuali si f e c e r o allevatori r i u n e n d o alle antiche una n u o v a e copiosa fonte di lucro.
È facile i n t e n d e r e c o m e i n tali circostanze allo scadere delle affittanze crescessero l e pretese dei pro-prietari desiderosi di c o m p e n s a r e c o n una rendita m a g g i o r e l ' a u m e n t o delle i m p o s t e che g r a v a v a n o le loro terre. A d a u m e n t a r e il v a l o r e degli affitti c o n -tribuirono a n c h e gli stessi affittuali, i quali a m b i v a n o affittanze più importanti e le r i c e r c a v a n o anche fuori delle loro p r o v i n c i e d ' o r i g i n e , a u m e n t a n d o così la concorrenza. I u quel p e r i o d o d a l 7 8 all' 8 0 non i soli agricoltori, m a anche bottegai, sensali ecc. v o l -lero p r e n d e r e i n affitto d e l l e terre, così era una gara di offerte, la quale tendeva a i n c o r a g g i a r e s e m p r e più l e pretese d e i proprietari.
C i ò m a l g r a d o l ' a u m e n t o negli affitti n o n sarebbe stato eccessivo e g l i affittuali a v r e b b e r o potuto a n cora fare d e i buoni g u a d a g n i se le circostanze f a -v o r e -v o l i manifestatesi g i à da alcuni anni si fossero mantenute tali. P u r troppo n o n f u così e da tre o quattro anni quasi tutti i prodotti agricoli c h e si r i -cavano nella bassa L o m b a r d i a subirono u n rinvilio al quale non f a c e v a c o m p e n s o l ' a u m e n t o di alcuno se si eccettui i l fieno e i n certi periodi il bestiame che solo indirettamente può chiamarsi un prodotto a g r i c o l o .
104 L ' E C O N 0 M I S T A 15 febbraio 1885 Da principio molti affittuali non si persero
d'ani-m o e quelli fra essi c h e a v e v a n o d'ani-mezzi e previdenza c e r c a r o n o d i c o m p e n s a r e i danni del riuvilio dei d i -versi prodotti c o l d a r e m a g g i o r e estensione alla cul-tura d e i foraggi e all'allevamento del bestiame.
Gli agricoltori milanesi e pavesi p e r i primi si erano avvisti dell' importanza c h e andava a c q u i -stando la cultura d e i foraggi e a v e v a n o coltivato a marcite (prato allagato nei mesi i n v e r n a l i ) e a prato stabile (proto livellato a diverse inclinazioni p e r p o -terlo perfettamente i r r i g a r e e c h e non v i e n e m a i a r a t o ) una gran parte dei loro possedimenti. P e r fortuna sono appunto sei o sette anni si constatò pure, la convenienza del ladini c o m e erba da seminarsi nei prati annuali i quali non ricbiedouo la costosa livel-lazione dei prati stabili. Così si andava manifestando una trasformazione caratteristica n e l l ' a g r i c o l t u r a , la quale si accentuò p e r l'allargarsi dell' allevamento vaccino. Ora quanti affittuali n e hanno i mezzi e la capacità si fanno allevatori e mandriani. A l t r e v o l t e non e r a così : il forestiero che avesse percorse le c a m p a g n e n e l l ' i n v e r n o a v r e b b e v e d u t o bensì nelle stalle e nei pascoli n u m e r o s e m a n d r i e di v a c c h e ma queste a primavera ritornavano ai patri m o n t i : esse appartenevano infatti a mandriani c h e le f a c e v a n o pascolare nell'estate sulle loro montagne e c h e le c o n d u c e v a n o a s v e r n a r e nel piano d o v e acquistavano dai conduttori di fondi i tagli estivi del fieno e il diritto d i pascolo sino alla p r i m a v e r a .
M a questa trasformazione dell'agricoltore i n m a n driano non tutti gli affittuali sono i n g r a d o di e f f e t -tuarla. Molte, la m a g g i o r parte anzi delle tenute sono fornite ancora di v e c c h i e stalle basse, p r i v e quasi di aria e di luce : queste per ospitare l e v a c c h e n e l -l ' i n v e r n o potevano passare, m a p e r rinchiuder-le nell'estate sono del tutto inadatte p e r c h è troppo calde. D u n q u e l'affittuale che non ha nei patti del suo con-tralto l ' o b b l i g o del proprietario di rifare lo stalle, il più delle v o l t e non potrà tentare q u e s t ' u n i c o mezzo di m i g l i o r a r e la propria condizione : non è i n grado coi propri denari di mettersi a fabbricare, dovrà d u n q u e mettere insieme una mandria p e r p o i t r o varsi al rischio di perderla, o a l m e n o di non r i c a -v a r n e quel tanto di latte che essa d o -v r e b b e d a r e ?
M a a n c h e quando non v i sia l'ostacolo della d e f i -cenza d i locali adatti sarà s e m p r e una cosa assai rischiosa quella trasformazione dell'affittuale in m a n -driano ; esso non ha q u e l l e cognizioni d e l n u o v o mestiere c h e v e n g o n o dalla pratica g l i manca poi quasi g e n e r a l m e n t e l ' i s t r u z i o n e scientifica e q u a n d o pure n e avesse incontrerebbe i m m e n s e difficoltà nel costringere i suoi dipendenti a usare n u o v i metodi nella alimentazione delle bestie e nella confezione dei f o r m a g g i , del b u r r o e degli stracchini.
A n c h e m a g g i o r i s a r e b b e r o per 1' aflìttuale le d i f -ficoltà qualora nella coltivazione d e i cereali egli volesse adottare radicalmente la coltura intensiva. Qualcosa si f a : si fanno v e n i r e da lontano le m i -gliori sementi. O r a sono c o m u n e m e n t e adottati i c o n c i m i c h i m i c i m a l g r a d o n o sieno stati posti in c o m m e r c i o di pessimi. O r a si suole anche arare assai m e g l i o c h e p e r il passato, a f f o n d a n d o m a g -g i o r m e n t e l'aratro e r o m p e n d o m e -g l i o le zolle. Il l a v o r o m e c c a n i c o si comincia a sostituire a quello d e l l ' u o m o e delle bestie, specialmente p e r la t r e b -biatura d e l g r a n o e lo sgranamento d e l mais. M a le m a c c h i n e costano assai e di affittuali che abbiano quattrini p e r c o m p e r a r n e , col rischio d i trovarsi poi
I a a v e r fatto u n e s p e r i m e n t o infruttuoso, v e n ' ha p o -chi. L e falciatrici, p e r esempio, che i n alcune località hanno dato ottimi risultati appaiono i n v e c e d i sadatte la d o v e il terreno non è affatto piano e a b -b o n d i n o i ciottoli. D e l l e m a c c h i n e seminatrici v e n e sono ancora troppo poche in attività per ottenere la certezza della loro indiscutibile utilità in qualunque l u o g o e con q u a l u n q u e sorta d i terreno.
In generale c o n v i e n e notare che l'educazione a g r i -cola è la scienza dell' allevamento del bestiame nella m a g g i o r parte degli affittuali lombardi è tuli' al più affare di tradizioni e di pratica, sicché è difficile aspettarsi da essi quella conoscenza delle n u o v e s c o perte e dei nuovi m i g l i o r a m e n t i che appartiene a l -l'insegnamento scientifico: è inoltre impossibile aspet-tarsi da essi una piena fiducia in q u e l l e novità e tanto m e n o poi attenderla dai loro dipendenti.
C o m e appare da quanto ho esposto le condizioni degli affittuali di beni rustici della bassa L o m b a r d i a sono assai difficili. A ciò si aggiunga l'estensione del furto campestre, il quale ogni g i o r n o diventa p i ù sfacciato, massime nelle vicinanze dei grossi b o r g h i , privi di industrie e o v e pullula una popolazione priva di mezzi fissi d'esistenza, la quale n e l l ' i n v e r n o v i v e quasi esclusivamente del furto d i legna. S i aggiunga poi la m a g g i o r e spesa cagionata agli affittuali dalle aumentate esigenze dei loro dipendenti c o m e e b b i m o occasione di v e d e r e n e l N . 5 6 0 di questo p e r i o d i c o . Si consideri altresì che p e r 1' abolizione del corso forzoso il canone c h e g l i affittuali pagano al p r o -prietario rappresenta o g g i u n v a l o r e superiore a q u e l l o che a v e v a o r sono due anni e allora si v e d r à c o m e sieno d e g n e di c o m m i s e r a z i o n e le sorli degli affittuali. C o n v i e n e poi notare c h e quella t r a s f o r m a -zione della coltura dei cereali i n quella d e i pascoli la quale sino a u n certo punto può c o m p e n s a r e i danni d e l d e p r e z z a m e n t o d e i grani non p u ò essere completa e g e n e r a l e . Infatti e per la polenta del con-tadino e p e r lo strame del bestiame e p e r serbare la rotazione agraria imposta dai patti d e i contratti agricoli una certa porzione delle terre d o v r à s e m p r e essere destinata ad altre coltivazioni c h e non sieno q u e l l e d e i f o r a g g i .
T a l e trasformazione poi sarà c o m p l e t a m e n t e i m -possibile per il piccolo aflìttuale di un ettaro o due. Questi non potrà a v e r e f o r a g g i sufficienti c h e p e r pochissime v a c c h e e i n tali condizioni la f a b b r i c a -zione dei f o r m a g g i non si può fare, fuorché nel caso, ora rarissimo, di' latterie sociali, l e quali acquistino da d i v e r s e parti il latte. P e r i i piccolo aflìttuale non sarà n e m m e n o possibile l'uso di m a c c h i n e proprie e n e m m e n o l'affitto d i quelle appartenenti ad altri. L e condizioni intellettuali e d e c o n o m i c h e poi del piccolo aflìttuale m e n t r e lo fanno ignorante e diffidente d e i progressi scientifici dell'agricoltura g l i r e n d o n o i m possibile il r i c o r r e r e all'aiuto del credito senza c a -d e r e nelle mani -di q u e i v a m p i r i che sono gli usurai c a m p a g n o l i .
C o n v i e n e p o i notare che i prezzi d'affitto dei pic-coli appezzamenti si sono sin q u i mantenuti altissimi per più ragioni. P r i m o , p e r c h è l'affittuale li può c o l -tivare i n s i e m e alla sua famiglia senza il concorso di salariati i quali sono più esigenti e l a v o r a n o con m i n o r lena di chi è interessato direttamente n e l l ' a z i e n d a ; in secondo luogo p e r c h è i piccoli appezzamenti senza caseggiati colonici, n ò strade, n è fossi, sono senza
tare ossia c o m p l e t a m e n t e fruttiferi in ogni loro p a r t e ;
l'aflìt-15 febbraio 1885 L ' E C O N O M I S T A 105 tuale può p r o v e d e r n e alla concimazione senza spese
raccogliendo le spazzature e il bottino di casa e le feccie raccolte sulia pubblica v i a . D a ultimo p e r l'eseguita dell'azienda il suo conduttore s f u g g e facil-mente all' imposta della ricchezza mobile. V i è final-mente un'altra ragione, questa fortunatafinal-mente n o n generale, che v a l e a tenere alti gli affìtti dei piccoli appezzamenti. E c c o i n che consiste. Q u e i pozzetti d i terreno sono assai ricercati dai malviventi e n u l l a -tenenti del paesetti ; questi r a c c o l g o n o una quantità meravigliosa di bozzoli, c o m e meravigliosa è la quan-tità del granturco che tengono a essicare sulle strade comunali a guisa di aie : m a quei bozzoli sono in gran parte il prodotto di foglia di gelso rubata, c o m e è di furtiva provenienza la m a g g i o r parte del mais. M a se le guardie avessero qualche cosa da osservare l'affit-tuario ha il vantaggio di risponder l o r o : — È tutta roba proveniente dal l'ondo che tengo in affitto.
Ma siccome una gran parte dei piccoli affittuali è composta di brava gente tanto più che essi sono da c o m p i a n g e r e per questa concorrenza d e i m a l v i v e n t i la quale rende s e m p r e più diffìcili l e loro condizioni.
Molto ancora v i sarebbe n dire sulle condizioni degli affittuali e specialmente sulla difficoltà essi i n -contrano allorché v o g l i o n o r i c o r r e r e al credito, m a i limiti impostimi dalle dimensioni di questa rivista e la tema di tediare il 'ettore m ' i m p o n g o n o di dar ter-m i n e a questo scritto.
Quanto però ho esposto così s o m m a r i a m e n t e b a -sterà a persuadere delle tristissime condizioni nelle quali versano tanti affittuali lombardi. S e queste non giustificano tutte le loro esigenze e specialmente quella che v o r r e b b e imposta dal G o v e r n o una ridu-zione dei canoni fìtlalizi con q u a l c h e cosa d i simile alle Land laws d ' I r l a n d a non cessano p e r ò di r e n -derli m e r i t e v o l i di compianto e di aiuto. F r a tanti mezzi, fra tante proposte che si s u g g e r i s c o n o p e r r i m e d i a r e a tale tristissimo stato di cose non è affar m i o di fare una scelta c r e d e n d o a v e r e anche troppo presunto della m i a competenza coll'essermi solo a t tentato a esporre superficialmente le condizioni p r e -senti degli affittuali della bassa L o m b a r d i a .
ROBERTO COENIANI.
IL CREDITO AGRICOLO
E L E B A N C H E P O P O L A R I
Egregio Sig. Direttore.
S o l o quest'oggi mi è v e n u t o sott'occhio l'articolo pubblicato d e l sig. A l b e r t o N u n e s F r a n c o n e l fascicolo N . 5 5 9 del 1 8 corrente m e s e d e l pregiato g i o r -nale da L e i diretto, e però non h o potuto pregarla prima di v o l e r v i accogliere alcune osservazioni c h e la lettura di quell' articolo m i ha suggerite. V o g l i o sperare però che il lieve ritardo non le sarà d'osta-colo per usarmi cortesia, specie in un m o m e n t o in cui siamo v i v a m e n t e preoccupati dalla questione agraria. Il sig. N u n e s F r a n c o d i s c o r r e n d o del credito agra-rio e degl' istituti e degli o r g a n i s m i p e r m e z z o dei quali d o v r e b b e essere distribuito e somministrato i n Italia, pare lamentare che non si sia pensato ad i n -trodurre anche n e l nostro paese il semplice ed utile sistema d e l cash-credit, gloria delle banche scozzesi
p e r poter facilitare i m i g l i o r a m e n t i agrari. F o r s e I' articolista non ha avuto presente che appunto la banca agricola popolare di L o d i ha p e r la prima i n Italia attuato f r a i suoi soci il cash-credit o conto
corrente allo scoperto, che è conosciuto anche sotto
il n o m e d i conto corrente attivo.
Q u a n d o quella banca, sorta prima fra le popolari i n I t a l i a , c o m i n c i ò a r i v o l g e r e la sua attenzione alla c a m p a g n a , cioè v e r s o il 1 8 6 9 , pensò tosto di attuare u n ' o p e r a z i o n e , p e r la quale fosse reso possibile l'uso del credito ai contadini ed agricoltori, o giovandosi appunto d e l l ' e s e m p i o delle banche scozzesi iniziò ar-ditamente quella del conto corrente allo scoperto, il quale f u così regolato. Esso non si apre che a q u e i soci che danno valide garanzie di abilità e di onestà. Il socio accreditato p u ò disporre con cliecls sulla banca di q u e l l e s o m m e che gli abbisognano entro i limiti del suo credito. A base di questo sta u n ' o b -bligazione in forma cambiaria , firmata dal socio e munita dell'avallo di persona benevisa a l l ' a m m i n i -strazione. Il socio poi è m o r a l m e n t e obbligato di ver-sare l e s o m m e c h e tiene inoperose alla banca, la quale gli paga u n interesse uguale a quello che r i -scuote pe' suoi crediti.
L a prima operazione si fa p e r sei mesi, spirati i quali, si c o n c e d e una proroga per altri sei mesi. S c o r s o così u n anno, ih correntista può ottenere altre pro-r o g h e , m a solo di tpro-re mesi i n t pro-r e mesi e la banca esige perciò il v e r s a m e n t o di u n d e c i m o o a l m e n o di u n centesimo delle s o m m e accreditate.
Q u a n d o p o i la banca reputa necessario di r e s t r i n -g e r e la s o m m a del c r e d i l o aperto a-gli a-gricoltori — che o g g i supera i 4 m i l i o n i — o ha bisogno di capi-tali a v v e r t e con c i r c o l a r e i suoi debitori elio, alla scadenza delle cambiali, essi d e b b o n o pagare a l m e n o una metà del loro debito.
Nel 1 8 6 9 i crediti aperti dalla banca di L o d i ascen-d e v a n o a L . 4 8 , 4 5 6 , nel 1 8 7 2 a L . 9 1 8 , 5 8 7 ; nel 4 8 8 3 hanno r a g g i u n t o la s o m m a d i L . 2 , 6 5 7 , 2 4 2 . Queste c i f r e col l'oro crescendo costituiscono la miglior prova del successo di quest' arditissima operazione, della quale si sono in peculiar m o d o avvantaggiati gli agri-coltori lodigiani.
S e qualcosa si può lamentare, è che l'innovazione della benemerita banca l a u d e n s e , c h e v e n n e e n c o -miata singolarmente da L é o n S a y ne'suoi Dix jours
dans la Haute-Italie e da altri cultori delle
istitu-zioni di credito popolare, noti sia ancora fra g l ' ita-liani stessi abbastanza conosciuta e non abbia trovato più largo seguito d'imitatori negl'istituti popolari di credito che esercitano specialmente la loro azione nelle plaghe a g r i c o l e .
Il conto corrente allo scoperto applicatovi, d o v e è possibile, c o n sottile prudeuza potrebbe c o n c o r r e r v i e f f i c a c e m e n t e a d i m i n u i r e q u e l l e distrette in c u i si dibattono attualmente gli agricoltori incalzati da una parte dalla necessità di f a r diventare più intensive le coltivazioni attuali o di p r o v v e d e r e alla loro trasformazione e torturati dall'altra dalla difficoltà p e r -durante di procurarsi i capitali necessari alla n u o v a era e ai n u o v i bisogni dell'industria agricola.
Contrariamente a quanto opina il sig. N u n e s F r a n c o , io credo c h e le banche popolari con u n ben c o n g e -gnato e suddiviso sistema di succursali possano m o l t o • utilmente per l'industria agricola accoppiare alle o p e
106 L ' E C O N 0 M I S T A 15 febbraio 1885 mira a sollevare v e r a m e n t e e direttamente la proprietà,
per la quale esistono speciali e grandiosi istituti, ma quello che si r i v o l g e quasi esclusivamente alla c o l -tivazione , reputo anche che non sia necessaria la creazione di istituti speciali — condannata del resto già dall'esperienza in base all'inanità degli effetti ot-tenutine — pel credito agrario, inquantochè questo c o m e l'industriale e d il c o m m e r c i a l e si fonda p r i n cipalmente sulla persona, sulla sua moralità e l a b o -riosità , sulla intelligenza ed attività che g l i fanno r i c a v a r e dalla terra il massimo p r o f i t t o , così c o m e un' industriale lo ritrae dalle sue manifatture. A n z i il coltivatore non è precisamente altro che u n i n -dustriale che ricerca d e i capitali per far fruttare più copiosamente le sue terre, la cui coltivazione costi-tuisce appunto quella industria c h e p e r distinguersi dalle altro piglia il n o m e di agricola. C o n che non si vuole escludere che da speciali discipline non debba essere regolata la largizione del credito a questa classe distinta di industriali, agli agricoltori cioè, c h e a b b i sognano di capitali a lunga scadenza e d a mite i n -teresse.
Io p e r ò ritengo che alle banche popolari debba spettare nella funzione di s o v v e n i r e il credilo agli a g r i -coltori una funzione ben p i ù larga e d importante di quella che non le v o g l i a assegnare il sig. N u n e s F r a n c o . Se g l ' italiani si pigliassero la l o d e v o l e premura di studiare u n po' più q u e l che si fa i n casa loro, non si t a r d e r e b b e a r i c o n o s c e r e i meriti che spettano a non poche delle nostre banche popolari p e i servigi resi all'agricoltura italiana e la conoscenza di questi s e r v i g i sarebbe sprone a d altre consorelle ad i m i tarne e d a m p l i a r n e l ' e s e m p i o non solo, m a a p e r -suadere m o l t i che l a d d o v e 1' industria agricola non è senza importanza, sarebbe assai profittevole che le banche popolari accordassero ogni loro attenzione e circospetta agevolezza alle operazioni di credito a g r i -colo, p u r non trascurando le altre.
Nulla osta a che credito agrario e c o m m e r c i a l e possano esercitarsi c u m u l a t i v a m e n t e ; essi al c o n -trario si alleano n e l c o m u n e principio del rispetto e del v a l o r e atltribuito all'umana personalità, c o m e dice il Luzzatti.
lo potrei qui a c o r r o b o r a r e il m i o asserto portare una varia e convincente esemplificazione di tutte quelle banche popolari che iniziarono il felice accordo delle operazioni di credito industriale e di credito a g r i c o l o , ma temerei c i ò facendo d i abusare della cortesia da L e i invocata e credo p i ù spiccio il rimandare il be-nevolo lettore che m i a v r à sin q u i seguito a quanto n ' e b b i a s c i v e r e nella puntata 1 5 ottobre p. p. della
Rassegna di scienze sociali e politiche sotto il titolo
« Il credito agricolo e le banche popolari. » Ivi, a d attestare i benefizi che f r a l e altre a v e v a apportato all'agricoltura la banca popolare di L o d i , che così a buon diritto si fregia dell'appellativo di agricola, i o notava c h e di tutte le c a t e g o r i e d e ' soci inscritti i n quel b e n e m e r i t o sodalizio, che sa mantenersi così fe-dele alle sue auree e schiette origini popolari, la più numerosa era appunto quella d e i piccoli proprietari, piccoli fittabili, mezzadri, e c c . , la quale ascende al n u m e r o d i 1 5 4 7 , superando di gran lunga tutte l e altre. « S e , io s o g g i u n g e v a , r a g g r u p p i a m o i soci delle tre c a t e g o r i e grandi agricoltori, piccoli agricoltori e conladini in u n a , e lè altre t r e , grandi industriali, ' piccoli industriali ed operai i n un'altra, t r o v i a m o c h e 1' industria agricola è rappresentata da 2 1 2 4 s o c i , m e n t r e la manifatturiera non n e conta c h e 1 4 8 9 . S e
g u a r d i a m o poi al n u m e r o dei prestiti con avalli p e r -sonali fatti nel 1 8 8 3 agli agricoltori, t r o v i a m o che è di 5 9 5 5 , mentre q u e l l o d e i prestiti ai commercianti è di 5 0 9 7 . »
In quell'occasione i o accennava ancora ad un altro rilevantissimo titolo di benemerenza della Banca di L o d i verso l'agricoltura di quel territorio e cioè al v a n t a g g i o di r i m e d i a r e all'assorbimento del capitale circolante nelle c a m p a g n e , ritornando all'agricoltore sotto f o r m a di prestiti e conti correnti allo scoperto quel danaro che la c a m p a g n a versa n e l l e sue casse a titolo di deposito, al quale ufficio s e r v o n o m i r a b i l m e n t e le sei succursali e le otto agenzie di r i -s p a r m i o che la Banca tiene di-s-seminate n e l l ' a g r o lodiginno.
Mi ha indotto a r i c h i a m a r e quest'osservazione che allora i o faceva, l'auspicato espresso dal sig. N u n e s F r a n c o che le Casse di R i s p a r m i o c o n c o r r a n o cogli altri istituti di credito a farsi dispensatrici di c r e -dito alle classi rurali. È un fatto altrettanto noto a tutti quanto l a m e n t e v o l e che le Casse di risparmio, le quali richiamano e addensano e n o r m i capitali nei loro colossali serbatoi, g u a r d a n o poi con gelosissima cura il denaro loro affidato, per m o d o che è ventura se alcuna d i esse n e lascia traboccare q u a l c h e stilla che raccolta dai m i n o r i istituti vada a f e c o n d a r e l e terre d o n d e pure quel risparmio p r o v i e n e .
Di quanto sollievo n o n tornerebbe all'industria agricola se questi istituti di risparmio con prudente cautela quanto c o n e f f i c a c e larghezza o p e r mezzo detdi istituti di credito locali o delle proprie figliali venissero in aiuto ai coltivatori d i quei territori, d o n d e hanno assorbito ed accumulato i risparmi, col c o n c e d e r e del credito agricolo a remota scadenza ed a m o d e r a t o interesse ! P i g l i a m o ad e s e m p i o la gran-diosa Cassa di r i s p a r m i o di Milano. L a sua rete d i 1 1 6 succursali colle quali copre la L o m b a r d i a fa affluire nelle sue casse annualmente più di 1 8 0 mi-lioni. È giustizia c h e questa e n o r m e s o m m a della quale sono p u r sì g r a n parte i risparmi spremuti da tutte l e borgate, c a m p a g n e e paeselli della L o m -bardia v e n g a immagazzinata nella città di Milano e accentrata a quasi esclusivo beneficio delle i m prese industriali e c o m m e r c i a l i della così detta c a -pitale m o r a l e ? 0 n o n sarebbe p i ù e q u o c h e una metà a l m e n o di questi 1 8 0 milioni fossero r e i m p i e -gati sul luogo d o v e f u r o n o depositati, distribuendoli in prestiti, i n anticipazioni ecc. ? N o n sarebbe forse una benedizione, una v e r a pioggia benefica a p r ò dei poveri agricoltori che hanno p r o p r i o o r a tanto bisogno d i trovar capitali a buon mercato ?