L ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XX - Yol. XXIY
Domenica 5 Novembre 1893
N. 1018
LA SITUAZIONE DEL MERCATO
I fa tti occorsi in queste u ltim e settim ane debbono aver fatto accorti i nostri letto ri che eravam o nel vero quando lam entavam o l ’ ind irizzo econom ico e fin a n ziario del paese.Siam o in uno stato d i finzione, dicevam o a lcu ni mesi o r sono, e non si può im punem ente rim a n e rc i a lungo.
E le finzioni sono di v a rio o rdin e, com inciando dal bilancio dello Stato che am m ette economie, le q ua li sono consumo di patrim onio e non risp a rm io di spese, continuando col regim e bancario, che con un aggio del 15 per cento non proclam a il corso forzato dei b ig lie tti ; e term inando col prezzo della rendita e dei tito li p rin c ip a li che si è preteso di m antenere alto c o ll’ a rtifizio di sindacati e con a ltri meno lodevoli espedienti.
La riorganizzazione non è possibile se non si parte dalla ve rità , se non si lascia cioè lib e ro il mercato di valu tare , nel d ib a ttito delle com pere e delle vendite, come m eglio crede, i tito li dello Stato, q u e lli in d u s tria li e q u e lli bancari, per poi da questo punto reale, qualunque esso sia, rifa re a poco a poco il cam m ino ascendente.
Q ualunque a ltra linea di condotta non può che aggravare i guai, già sensibilissim i, nei q ua li si trova la finanza italiana, pubblica e privata,
L o abbiamo rip e tu to m olte vo lle , l ’ inte rven to del l ’ Alta Banca nella crise è u tile , è desiderabile anzi, quando si tra tti di im p ed ire o guidare m o vim e n ti ra p id i, im p ro vv is i e di breve durata ; ma quando lo stato economico e finanziario di un paese va da cinque o sei anni lentam ente e perseverantem ente peggio rando, come è avvenuto per I’ Italia , nessun in te r vento può essere u tile , nessun aiuto può essere va lido, se il punto di partenza non sia quello, per
quanto d uro , della verità.
Ora, noi abbiamo abusato del credito sotto tutte le form e, com m ettendo e rro ri senza lim ite di num ero e di g ravità. T u tti g li a rtifiz i per illu d e re e per in gannare la opinione pubblica sono stati adoperati, non presagendo che l’ illusio ne e I’ inganno non potevano essere eterni e che sarebbe venuto il m o mento in c u i la g ravità della situazione si sarebbe manifestata con subitanea chiarezza.
V enne ingannato il paese sulla sua capacità in dustriale, incoraggiando, co ll’ a rlifiz io del p rote zio n i smo, produzioni che non potrebbero naturalm ente a lli gnare, e q uin di costano al paese p iù di q u e llo che non diano ; venne ingannato il paese sulle con di zioni della finanza pubblica, perchè senza p ro v v e d i
m enti efficaci si accum ularono p iù di 5 0 0 m ilio n i di disavanzo; venne ingannato il paese sulla sua circolazione m etallica, perchè 1’ esodo della moneta fu arrestato coi debiti con tratti a ll’ estero.
Così abbiamo una circolazione bancaria e di Stato c o n v e rtib ile a vista, che è una menzogna ; abbiamo una moneta legale, che il Governo si propone di non riconoscere valevole per c e rti p a g am e nti; a b biamo avuto per mezzo delle Banche il denaro a buon m ercato, come se fossimo nella m aggiore prosperità; abbiamo m antenuti a lti i prezzi dei tito li p rin c ip a li per mezzo di sindacati che risu lta ro n o im p o te n ti, se non erano fe d ifra g h i: abbiamo fatto credere che si potesse im punem ente abusar del credito e ci siamo s e rv iti della illusio ne per raggiungere tale intento non lodevole.
E 1 ora ?
La Banca Nazionale ha alzalo lo sconto al 6 per cento. È il p rin c ip io della resipiscenza ? È l’ inizio di un nuovo ind irizzo sulla condotta finanziaria ed economica d e ll’A lta Banca?
L o speriam o, ma in tal caso bisogna che non ci ferm iam o a mezza via. Il paese, ingannato dai m o l tep lici espedienti che furon o escogitati, non ha senti o ancora tutto il peso della cattiva p olitica economica e finanziaria che fu seguita in questi u ltim i anni. Se si vuole che si m anifesti una vivace reazione che dia forza al G overno per operare energicam ente nella cura, certam ente ostica, che oggi è necessaria, e per e lim ina re definitivam ente tu tti quegli u o m in i che, sia pure in buona fede, ma scientem ente, si sono ingannati od hanno ingannato, conviene che si ab bandonino i p u n te lli, che si. tolgano i fallaci ed e ffim e ri in te rv e n ti e si lasci che la nazione a v verta tutto il male che le è stato fatto. A llo ra im parerà a sue spese quanto costi la p olitica che l'I t a lia , troppo precocemente, ha voluto esperim en- ta re ; im parerà quanto costi la guerra di tariffe che si è voluta in izia re con tro nazioni tanto più ric che ; im parerà quali sono le conseguenze dei vasti piani di costruzioni fe rro via rie , e di p o rti, ponti e strade ; im p arerà quanto male abbia fatto al credito in te rn o ed estero l ’ indebolim ento delle Banche di emissione per farle corre re sempre troppo tardi a in u tili salvataggi ; im parerà, infin e, come non sia combattendo pretese bande nere, che sono il prodotto e non la causa della situazione, che g li u o m in i di Stato possono trovare la soluzione delle d iffico ltà che sì accum ulano sempre più.
riceverem o e già com inciam o a sentirne in questi g io rn i una p a rte ; ina sarà una lezione salutare.
L a disorganizzazione ili cui siamo caduti domanda provvedim enti seri, che orm ai non possono più; es sere espedienti. Facciam oci di nuovo p ic c in i almeno quali eravamo dieci anni or sono, procediamo colla maggiore energia a rito rn a re ind ie tro, ©quando avre mo trovato di nuovo l’ubi consistere, riprenderem o con studiata lentezza il cam m ino, evitando g li e rro ri del .passato.
A quanto deve scendere la rendita per rin v o g lia re un’ altra volta I! mercato e superare i tim o ri che oggi essa suscita ?
A quanto i n ostri m aggiori tito li debbono essere quotati, perchè il risp a rm io creda conveniente di in vestirsi in essi ?
A quanto deve salire il prezzo del denaro per compensare il risch io d i tutte le incognite che pre senta la situazione attuale ? , ,
N on 6 possibile dare risposte precise a queste domande, ma rite nia m o che debba cessare ogni ar- tifizio per crederci e farci credere più di quello che siam o ; il persistere in una situazione di fin zione; pup con du rci, ancora p iù presto .alia rovina.
IL CONGRESSO ECONOMICO DI TORINO
L’ imposta progressiva e il corso dei cambi
lì L a | seconda sessione de) Congresso, nazionale delle Società economiche ha te n u to ' le sue adunanze a T o rin o dal 2 4 al 28 ottobre, ed ha discusso a lcu ni tem i, form ula nd o su ciascuno d* essi varie proposte qtie interessa conoscere. Per ciò daremo, nel modo p iù breve che ci è possibile, notizia delle discussioni del Congresso torinese e parendoci 'opportuno di com inciare dagli 'argom enti .in questi g io rn i più im
p orta nti, seguirem o un o rdin e diverso da quello tenuto dal Congresso. CI occuperenio, cioè, anzitutto della imposta progressiva e del corso dei cam bi.
R elatore sul tema della, imposta progressiva è stato i l prof. Gaetano F e rro g lio della U niversità d i T o rin o . E g li ha .cercato di determ inare su quale parte della entrata dello. Stalo potrebbe essere applicata. C o n fò naturale non dia, trovato che la im póste d irette e le tasse d i successione, le (p ia li hanno m o lti punti di contatto con quelle, o ltre alle tasse di bollo o re g i stro. Péro, egli ha escluso senz’ a ltro queste ultim e per la considerazione Che fino ad ora alm eno, non si è mai parlato di applicare ad esse il p rin c ip io della progressività. R im angono q u in d i circa 4 6 0 m i lion i di entrate dello Stato, sulle quali sarebbe pos sibile conseguire un aumento mediante la applica zione delta progressione, anziché dèlia proporz'one.
Successivamente il relatore ha Considerato a parte la imposta sulle successioni, per vedere quali spe ranze ri possono concepire in Órdine al suo m ag g io r g e ttito , ottenuto m ediante una tassazione pro gressiva dei p a trim o n i tra sfe riti causa mortis. E d ha presa per esempio la p rovincia di T o rin o , dove per l'esercizio 1 8 9 1 -9 2 ha trovato che le successioni rispetto alla loro entità si distinguevano nel se guente modo :
. , Successioni; inferiori alio .,. 20,009 lire N. 8128
. , » dalle 20,000; alle 80,000 » » 161 » 30,000 alle. 40,000 => ' » " 58 1 “ „ r » . 40,000 alle 50,000 » » 48 » » 50,000 alle 150,000 » » Ì40 « » 150,000 alle 500,000 > > 60 > ’ •-■superiori. . . alle 500,000 » » 18 » passive. . . . . . . ; ;. » » 88 | ; ;,f> ; Totale N. 8702
. Non d im entichiam o, scrive il prof. F e rro g lio , che i provenni d elle tasso, di successione sono p reve n tiv a ti per tu tto il Regno per sole 5 7 ,5 0 0 ,0 0 0 lin i e che la ^provincia di T o rin o rappresenta a ll’ incirea la ventesima pane della popolazione del,R egno. Ora, il prim o e p iù im portante dato, sopra ¡1 quale dob biam o portare la nostra attenzione, è quello che so pra 8702 successioni ne abbiamo 8 1 2 8 in fe rio ri alle 2 0 ,0 0 0 lire e 88 sono affatto passive; riunendo queste due u ltim e cifre si trovano 821 6 successioni, ohe dedotte dalle 8702 danno una rim anenza di sole -186 successioni, a lle q ua li potrebbe essere ap plicato il p rin c ip io della progressività. Ora le 486 successioni su 8 70 2 non rappresentano che qualche cosa di più del 5 per cento del totale delle suc cessioni.
Se poi si considera che si dovrebbero aggravare le successioni rile v a n ti per alleviare quelle m inim e, si viene a tro va re , secondo il relatore, che queste u ltim e , ammesso che siano in fe rio ri a 500 0 lire pos sono calcolarsi in circa il quarto del totale e che q u in d i l ’ aggravio sopra 4 86 successioni dovrebbe sopperire alla d im inu zio ne sopra p iù di 2051. Ossia le finanze o non ci guadagnerebbero o m olto proba bilm ente ci rim etterebbero.
Se passiamo ai v a lo ri com ponenti le successioni, troviam o che, sempre per la p rovincia di T o rin o , le 870 2 successioni rappresentavano un complesso di v a lo ri per quasi 78 m ilio n i, però aggravato da un complesso di passività ascendenti a 7,571,725, r i manendo un netto di 70 m ilio n i e mezzo circa.
Questi dati, scrive il relatore, ci indicano come le fortune private sieno sensibilm ente gravate di d ebiti e se col m ovim ento delle successioni si m et tesse a ra ffron to il m ovim ento del debito ipotecario, p u r troppo si scorgerebbe ohe queste passività non solo non iianno la tendenza a d im in u ire , ma tendono invece ad aum entare con un rialzo sensibile. Spe cificando poi i v a lo ri stati colp iti dalla lassa di suc cessione secondo la loro natura, si hanno i seguenti ris u lta ti: B eni sta b ili 4 5 ,1 5 4 ,1 1 8 , c re d iti diversi 10,516,889 e m o b ili 4 ,1 37 ,89 2 lire . Queste tre ca tegorie dim ostrano la prevalenza della fortu n a im m obiliare sulla m o bilia re , e notisi che i dati si r i feriscono ad una p rovin cia che è fra le p rim e per l'in d u s tria e pel com m ercio e q u in d i nelle a ltre provincia, eccettuate talune, questa prevalenza della fortuna im m o b ilia re deve di necessità essere più spiccata ancora, e che in o ltre nella p rovin cia di T o rin o , la piccola p rop rie tà prevale sulla grande proprietà.
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rifo rm a delle tasse di successióne'. È troppo esiguala ricchezza che ;in Ita lia :«i*.'trasferisce' gratu ita m e nte e necessariamente, perchè si possa confidare in un aumento sensibile della entrata, anche con la tassa progressiva. Anche supponendo che essa possa ren dere il 3 per cento più d’ ora non si avrebbe che poco p iù di 1 m ilione e mezzo o al 10 per cento 5 m ilio n i e mezzo circa.
Passando alle imposte d irette il relatore considerò, anzitutto, la imposta di ricchezza m obile ed escluse dai suoi calcoli i 105 m ilio n i rappresentanti ¡ proventi della tassa sulla ritenuta applicala alla rendita e agli stipendi. R im angono q uin di 128 m ilio n i in cifra tonda per tassa ricchezza m obile riscossa con ru o li in tutto il Regno. Ora la mèdia d i re dd ito tassabile nella p ro v in c ia 'd i'T o rin o sarebbe di L . 669 .2 6 per cia scun Contribuente in scritto nella categoria A ; di L . 7 31 .1 0 per la categoria B ; di L . 911 per la ca tegoria C ; di L . 1,657.80 per la categoria D ; q uin d i è incontestabile la assoluta prevalenza dei p icco li con trib u e n ti fra q ue lli m aggiori.
Così per l ’ imposta sui fondi ru s tic i ; la provincia di T o rin o paga allo Stato 3 ,2 60 ,63 3, ma questa somma è sborsata da 2 0 9 ,4 42 co n trib u e n ti e q u in d i con una media di sole L . 1 0.78 per ciascuno. Soltanto l’ im posta sui fab brica ti dà risultanze diverse. La p rovincia di T o rin o appare gravata di 5,388,121 e q uin di per più di un sedicesimo s u ll’ im p o rto totale di 84 m ilio n i ; quella somma poi si d ivide fra 41,164 co n trib u e n ti, che rappresentano com plessivam ente un reddito tassabile di 3 5 ,15 7,6 68 e la media della im posta pagata per ciascun contribuente è di 1 3 2 .1 1 ; essa q u in d i è o ltre 10 v o lle superiore alla media di 1 0.78 del contribuente dei fondi ru s tic i. N e ll’ im posta dei fabbricati sono m olto p iù frequenti i grossi c on tribu e nti che non n e ll’ imposta sui fondi ru s tic i. Ma l’ imposta sui fabbricati g ra vita specialmente sui g ran d i centri e il relatore non crede che sarebbe conform e a giustizia di gravare m aggiorm ente que sti co n trib u e n ti, tanto più c o ll’ attuale crise edilizia.
Quanto al progetto d e ll’ on. G io lilti di cum ulare lu tti i re d d iti e di colpire q u e lli che superano le 5 ,0 00 lire con una scala progressiva, il relatore crede che il resultato della nuova imposta non po trà riu s cire che m olto al disotto dei 30 o 33 m i lio n i p re ve n tiva li e non sarà sufficente ai bisogni del bilancio, p u r portando un non lieve d istu rbo ed una grave fiscalità ai c on tribu e nti co lp iti.
P er ciò egli propose che, p u r riconoscendo essere il p rin c ip io della progressione non co n tra rio alla giustizia sociale in fatto d’ im poste, il Congresso esprimesse l’ opinione che l’ imposta progressiva non darà proventi ta li, che valgano ad assicurare al b i lancio dello Stato il pareggio e tanto meno quella elasticità, che è indispensabile al bilancio di una grande nazione.
La discussione, ci duole il d irlo , non è stata quale era desiderabile. Invece di considerare in sè e per sè il problem a si è discusso se o meno la politica doveva entrare di mezzo, e si è fin ito per approvare un ordine del g io rn o , che non esprim e alcuna decisa tendenza. Esso è del seguente tenore : « Il C on gresso, pure riconoscendo che l ’ onere delle p u b b li che imposte deve corrispondere alla potenza c o n tri butiva dei citta d in i, non esita a concludere, in base alle considerazioni e ai dati esposti che non si può ragionevolm ente presum ere che d a ll’ imposta progres siva si ricaveranno p rove nti ta li, che valgano ad as
sicu ra re al b ila n cio dello Stato il pareggio e tanto meno quella elasticità indispensabile al b ila n cio d’ una grande nazione. »
A noi pare che il Congresso nob; abbia esaminato che un lato della questione, quello* cioè della p ro d u ttiv ità fina* ziaria probabile della imposta progres siva e non l ’ a ltro della opportunità e possibilità p ratica d i; sta b ilire una imposta progressiva nel no stro paese. Certo, it Congresso, tenuto conto degli elem enti che ad esso presero parte, ha. fatto bene ad astenersi dalla discussione teorica sul p rin c ip io della progressivi tà, ma non bisognava guarda re la que stione soltanto d a ll’aspetto del b ila n ciò , e il Congresso avrebbe dovuto affrontare tu tto il tema della tra sformazióne dèi trib u ti. Se non l’ ha fa llò egli è e v i dentemente perchè troppe questioni erano a ll’ ordine del g io rn o, non essendosi ancora adottato i l sistema, che abbiamo sèmpre raccom andato, di lim ita rs i à discutere una o due questioni soltanto, ma in modo com pleto e profondo.
S ulla questione ìlei cam bi ha rife rito il prof. S. Go- g n e tti de M artns, la cui relazione bob è per anco
stata pubblicata. D obbiam o q u in d i lim ita rc i a tener conto del sunto datone dai g io rn a li. I l C ognetli ana lizzò il fenomeno del cambio e d e ll’ aggio, ra ffig u rò 10 stato d i fatto nostro in tre p eriodi a seconda della m aggiore o m inore altezza d e ll’ aggio. Il punto p iù basso dal 1871 al 1892 si trova nel 1884 e 188 6 ; nel 1 8 9 3 fin o al lu g lio I’ aggio è basso (1 0 3 ) poi segue un aum ento continuo. Q uali le cagioni di tale stato d i fatto ? Secondo il relatore sono le seguenti: 1°. fo rti im pegni delle piazze ita liane verso le piazze estere (P a rig i in p rim o luògo e poi B erlino e L on dra) per il rito rn o d i v a lo ri p u b b lic i, in d u s tria li e com m ercia li ita lia n i d a ll’ estero, in grosse partite e a b re v i in te rv a lli; 2° g li a rbitrag gi a lim e n ta ti dal d iva rio tra il saggio nazionale e il saggio estero del nostro consolidato ; 3° la scemata fidu cia del capitale estero n e ll’ a ltitu d in e dello Stato ita lia n o a m ettere la finanza in assetto stabile è ade guato alla capacità economica del paese. C itò alcuni g iu d izi inglesi sulle nostre fina'nze e ric o rd ò alcune conferenze tenute da G io rg io C lare a li’ Istitu to dei b anchieri di Londra sui cam bi c o ll’ estero e raccolte poi in un vo lu m e (The A B C o f thè foreìgn exchan- ges). In una di èsse le cause del nostro dissesto fin a n ziario furono enum erate così : 4° il deficit annuale del bilancio, che è il prezzo pagato d a ll’ Italia per essere promossa a grande nazione; 2° le Banche di emissione che essendo responsabili della circolazione ne oltrepassarono i lim iti ; 3° i d eb iti. C irca g li e f fetti che produce l’ alto corso dei càm bi il relatore opina, n aturalm ente, che siano q u e lli stessi p rod o tti dal corso forzoso, e quanto ai rim e d i li indicò nèi seguenti te rm in i:
« 1° Che vista l’insufficienza della legge 10 agosto 1893 a raggiungere l’ intento suo principale della graduata diminuzione dell’ aggio, si preparino, più efficaci provvedimenti legislativi per il riordinamento del nostro regime bancario di emissione, per la co stituzione della Commissione di valutazione, per sta bilire le norme riguardanti la fabbricazione, i tagli, 11 cambio e la riscontrata dei biglietti e per costi tuire un sistema di rigida vigilanza, al triplice scopò di ravvivare la fiducia del Paese verso gli Istituti di emissione, contenere qneBti nella propria sfera di azione e affrettare il momento della piena converti bilità dei biglietti di Stato e di Banca
Slato e si metta il tesoro in grado di rifornirsi di specie metalliche mediante il normale funzionamento del regime tributario e segnatamente elei regime do- ganale. A qual fine é urgente prendere quei prov vedimenti, che valgano direttamente e indirettamente ad agevolare le nostre esportazioni e ad accrescere in genere i nostri crediti verso 1’ estero.
<t 3° Che 1’ azione dello Stato su tutto quanto con cerne il corso del Consolidato, gli impegni dell’Italia verso l’ estero e la posizione dei titoli pubblici ita liani sul mercato internazionale sia esercitata con previdente sagacia per impedire o neutralizzare al- l’ occorrenza il pernicioso influsso dell’ aggiotaggio e scongiurarne in tempo i pericoli.
« 4» A questo intento gioverebbe che si costituisse con pochi e scelti elementi tecnici presso la Ammi nistrazione centrale un ufficio d’ osservazione dei fe nomeni relativi alla circolazione monetaria e fidu ciaria, agli scambi, ecc., con abili e attivi corrispon denti presso le Ambasciate ;e nei Consolati. » (Senza aumento di spesa, aggiunse poi il Congresso.
Su queste conclusioni il Congresso ha discusso a lungo e si sono a vu ti alcuni discorsi che, a d ir vero, non hanno recato s u ll’ argomento m aggior luce di quella che già si avesse. Il sig. G ire tti propose che il relatore includesse tra le cause d e ll’ aggio anche la d im inu ita esportazione dei prodotti ita lia n i, e fra i rim e d i questo: che venga senza indugio posta allo studio la rifo rm a della nostra legislazione doganale per dare m aggiore increm ento alla esportazione dei nostri p rodotti. V oleva poi che al terzo rim e d io so praindicato fossero sostituite le seguenti parole : Che 10 Stato cessi d a ll’ in g e rirsi su tuùo quanto concerne 11 corso del Consolidato e la posizione dei tito li pub b lic i ita lia n i sul mercato internazionale. E queste proposte sono, sotto ogni rig u a rd o , giuste e o p p o rtu ne ; esse non hanno bisogno di commento.
L ’ on. Luzzatti h a ,te n u to invece uuo di quei so liti discorsi, in cui abbondano le contraddizioni e le incertezze, dove nessuna questione è affrontala con l ’ intenzione di ris o lve rla , ma soltanto per esporla più o meno esattamente nei suoi te rm in i. Così l’on. L u z zatti ind icò le due vie che ci stanno dinnanzi: o r i conoscere francam ente il corso forzoso, da cui le at titu d in i nostre non ci perm ettono di uscire e allora d is c ip lin a rlo a vantaggio del pubblico, invece di la sciarlo sussistere com ’ è a vantaggio dei p riv a ti — o volere il corso m etallico. E g li rile v ò anche i pregi e g li iuconvenienti di ciascuna via, ma poi si guardò bene dal concretare le sue Idee, esposte con la sua so lita in u tile e orm ai vecchia re tto rica a base d i ip e r b oli e di aggottivi sonori. N oi non crediam o necessa rio di insistere sul discorso d e ll’ on. Luzzatti, dal quale dopo tutto non si può rica va re niente di nuovo e di positivo. N oterem o soltanto eh’ egli ha detto doversi d im in u ire d i 2 0 0 m ilio n i la circolazione delle Ban che di emissione, liq u id a re i 3 4 4 m ilio n i di b i g lie tti di Stato, liq u id a re il debito della Regìa di 68 m ilio n i ; ma non ha detto con quali mezzi ciò si possa e si debba fare, nè si è giustificato per non aver fatto, quando era m in istro , tu tto ciò che ora trova necessario, anzi per aver peggiorato la situa zione con la legge 30 giugno 1891. E ci pare che basti questo per dim ostrare tutta la vacuità del d i scorso d e ll’ on. Luzzatti fatto a base di paralogism i. P arlarono sullo stesso argom ento I’ on. Alessandro Rossi, favorevole al rito rn o del corso forzoso che* a suo credere, recò vantaggi anzi che danni al paese nel periodo del 1 8 6 6 -1 8 8 3 , l ’ onor. M aggiorino F e r- ra ris che c ritic ò il funzionam ento delle nostre
Ban-che d ’ emissione e si d ich iarò co n tra rio al rito rn o del corso forzoso, il quale non solo influ isce s in i stram ente sui _salari, ma rin carisce i capitali, il pro fessor C ognetti, che difese le proprie conclusioni e specialmente il pagamento dei dazi in o ro, m entre combattè il corso forzoso sta b ilito per legge. Però il Cognetti voleva anche la riduzione dei dazi sul frum ento, sul frum entone, la m eliga e il petrolio. Il Congresso fin ì c o ll’ aecettare le proposte del relatore e altre d e ll’ on. F e rra ris , con le quali si dichiara che è suprema necessità del paese di affrontare i s a c ri fic i necessari per ris ta b ilire un forte e d u ra tu ro regim e m etallico e si indica tra le cause d e ll’ alto corso dei cam bi « l’ ind irizzo erroneo della politica finanziaria e m onetarla dopo l’ abolizione del corso forzoso ». Poscia il Congresso approvò il seguente ordine del giorno proposto dagli on. Rossi, De A n geli e B e ru tti :
« Il Congresso afferma che a riso lve re la grave situazione finanziaria e m onetaria occorra innanzi tutto il pareggio im m ediato del bilancio dello Stato da ottenersi con economie ed anche con imposte.
« Laddove Governo e Parlam ento non prendano prontam ente g ran d i p rovved im e nti di finanza e di circolazione idonei a ris ta b ilire le corre nti m etalliche fa voti che, come m inore dei m a li, si d is c ip lin i per legge il corso forzoso, già esistente di fatto, con quei p rovved im e nti che io tem perino a pubblica u tilità , avocando allo Stato g li u tili eventuali del medesimo, che avvantaggiano g li Is titu ti p riv a ti ».
E da u ltim o fu votata la p reg iud iciale sulla que stione del pagamento dei dazi in valuta m etallica.
Non è il caso di fa r osservazioni, nè molte nè poche, sopra questi vo ti del Congresso, che, nella massima parte, concordano con quanto è stato più volte sostenuto in questo periodico. Ben disse il prof. C ognetti che il nostro paese non è accasciato, ma è sfiduciata perchè i sacrifizi chiestigli man mano, e che dovevano essere sem pre g li ultimi, non basta rono a scemare il disavanzo e nuovi sacrifizi do- ventano necessari. È ciò che abbiam o scritto p iù v o lte ; dove non possiamo esser d’ accordo col Re latore è quando confida ancora che il paese possa levarsi di dosso quella cam icia di Nesso che è il corso forzato. Non vale I’ illu d e rs i ; l’ Ita iia per una serie d i e rro ri p o litic i, fin a n z ia ri e bancari ha sciu pato m iseram ente l’ operazione com piuta nel 1883 ed ora per parecchi anni non potrem o tornare in condizioni m onetarie n o rm a li. Che poi il corso fo r zoso sia riconosciuto p e r legge io esista solo d i fatto, è questione che, nel rig u a rd i econom ici, ha im p o r tanza secondaria, perchè il paese ne risente sempre le stesse conseguenze. Ma finanziariam ente potrebbe non essere la medesima cosa, se riconoscendo lo stato vero delle cose si sapesse e volesse orga nizzare tutto un piano per ottenere stabilm ente il pareggio e provvedere al m ig liora m e nto del credito p ubblico. Ma dove sono g li u o m in i adatti a una si m ile bisogna ?
La nuova convenzione monetaria
diseu-i
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tendo a P arigi, perchè mantenendo la U nione m o netaria latina sia permesso a ll’ Italia di em ettere i b ig lie tti da una lira e sia dichiarata la nazionaliz zazione degli spezzati. Le d ifficoltà che ora si in contrano le avevamo già prevedute da lungo tempo e ne abbiamo anche tenuto parola ai nostri le tto ri, non c i m e ra vig lia q u in d i se il Governo francese ha avuto l ’ aria di essere m olto condiscendente verso le nostre domande, sapendo che l’ opinione pubblica sa rebbe stata contraria a ogni concessione che possa age volare la situazione interna del paese.
E per lo meno strano infa tti che m entre in Italia si afferm a dovunque e ad ogni istante che la causa p'rincipale dei n ostri guai è la malevolenza politica della vicin a nazione, mentre lo stesso P rim o M in istro a D ronero chiam ò il mercato francese nem ico d e l- l ’ Ita lia , il G overno abbia poi la speranza che questa malevolenza e questa in im ic iz ia si traducano in una concessione che ci toglierebbe da uno degli imbarazzi p iù m olesti, com e-è q u e llo della scarsezza della moneta di piccolo taglio.
V ediam o qualche giornale che si illu d e al punto da credere che il M inistero francese farà della con venzione una questione di G a b in e tto ; crediam o ne cessario rico rd are che in m om enti m olto p iù calm i di questi e quando la opinione pubblica delle due nazioni era tanto meno eccitata, la Camera francese respinse una volta un trattato dì com m ercio, u n ’ al tra volta un trattato di navigazione, senza che av venisse nessuna crise m inisteriale.
A noi pare invece che pericolo corra tu tto l ’ in sieme di q u e ll’ assurdo e dificio che è la U nione m onetaria latina. G li S tati U n iti d’ A m erica hanno già votata 1’ abrogazione del Sherman act, e le no tizie che si hanno sulla a ttitud ine probabile di quel grande paese è che si apparecchi al m onom etallism o d’ o ro , considerando il progetto Voorhees testé ap provato, come il p rim o passo ad una d e fin itiv a si stemazione.
Già 1’ oncia d’ argento che il 28 O ttobre segnava ancora a Londra 33 d. l/ i} je r i non valeva che 32 d ., ed è da attendersi che non sia questo I’ u ltim o prezzo.
Potrà continuare a sussistere la Uniona Ialina con
uno stock d’ argento m onetalo considerevole de
prezzato quasi del 3 0 per cento ? Non sentiranno bisogno la Francia ed il Belgio e la Svizzera di r i volgere la attenzione al loro regim e m onetario e non si chiederanno se sia possibile che paesi em i nentemente com m erciali, come essi sono, possano rim a n ere b im e ta llis ti a rapporto fisso, quando la ne cessità delle cose abbia spinto g li S tati U n iti e l ’ India al m onom etallism o d’ oro?
In Ita lia le m iserie della v ita p o litica distolgono il p u b blico non solo, ma anche g li u o m in i di Stato dal volgere i l pensiero ai grandi problem i che le n ta mente, ma inesorabilm ente si m aturano. Ciò non toglie però che i fatti incalzino, e come avviene orm ai troppo spesso, c i tro vin o im p re pa ra ti non p u r nei p ro v v e d im e n ti, ma perfino negli studi.
M entre l’A u s tria -U n g h e ria , la R om ania, l’ In d ia , g li Stati U n iti discutono e legiferano in to rn o alla q u e stione m onetaria, noi preoccupali di q u is tio n i secon darie soltanto tacciam o e quasi sem briam o non in teressati.
T u tta via ritie n s i im possibile una im p ro vvisa denun zia della U nione latina, denunzia che del resto sarebbe giustificata non soltanto d a ll’ insuccesso della Lega,
ma anche da una serie di fatti estrinseci che hanno m odificato lo stato delle cose? E la susseguente l i - qnidazione degli scu d i? E d il regim e legale in te rn o ? N ulla di nulla ; — a ll’ u ltim o momento un M in istro qualunque abbozzerà un progetto, la Camera a tam b uro battente lo approverà e l’ Ita lia sarà gratificata di una legge organica m onetaria, discussa in poche settimane, m entre ta n ti a ltri paesi hanno provveduto ai casi loro con lu n g h i stu d i e con pazienti in ve sti gazioni.
IL CALCILO DELLA RICCHEZZA PER IP R IIP A L I PAESIi;
V. — La ricchezza in Austria-Ungheria, Grecia, Stati Uniti e Messico.
Austria-Ungheria. — Nel 1880, il Beer stim ava la
ricchezza totale d e ll’ im pero austro ungarico di 40 m i lia rd i di fio rin i (capitale) di lire ciò che equivarrebbe a 100 m ilia rd i, am m ettendo pel fio rin o d i carta un valore eguale a quello del fio rin o d ’ oro, cioè di franchi 2. 30. A l cambio m edio ci sarebbe è vero u n ingrossam ento di c irca un quarto della cifra data ; ma anche riducendo la stim a a 80 m ilia rd i, questa c ifra sembra al de F o v ille ancora assai elevata. Quanto al re dd ito del l’ A u s tria -U n g h e ria , esso e stato determ inato nel 1839 con 8 m ilia rd i e mezzo di fra n c h i dal Gzoernig e nel 1874 a 14 o l o m i lia rd i dal Neum ann S p a llart. Nel 1884 il R oschm ann- H oe rb urg supponevalo di 13 m ilia rd i (sem pre in ra gione d i 2 fra n ch i, 30 per fio rin o ).
P er l ’ A ustria sola, la ricchezza im m o b ilia re è stata stim ata nel 1838 a quasi 13 m ilia rd i (3 ,9 0 8 m i lio n i d i fio rin i) da una statistica a m m in istra tiva ; nel 1 86 8 dal F illu n g e r a 21 m ilia rd i e mezzo (8 ,37 2 m ilio n i di f io r in i) ; nel 188 4 dal R oschm ann-H oer- b u rg a 16 m ilia rd i e un q ua rto (6 ,49 7 m ilio n i d i fio r in i) ; dall’ Inam a Sternegg, alla stessa data, a 19 m ilia rd i e mezzo (7 ,73 3 m ilio n i di fio rin i); nel 1891 dal dott. S c h ifi a 23 m ilia rd i (1 0 m ilia rd i di fio r in i d i cui, non tenendo conto della Dalm azia, 6,3 per te rre n i e 3 ,2 per fa b b rica ti). 11 cam bio attuale richiederebbe che tutte queste c ifre fossero rid otte di un quinto.
Recentissimamente il dotto presidente della C om m issione centrale di Statistica a V ie n n a , T Inama S ternegg ha applicato alla stim a della ricchezza in A u stria il metodo dei v a lo ri successorii in concor renza con a ltr i metodi di investigazione. E g li ha tro va to le seguenti c ifr e : re d d ito totale del popolo austriaco 2 40 0 m ilio n i di fio rin i (circa 3 m ilia rd i di fra n c h i) capitale 30 m ilia rd i d i fio rin i (o ltre 60 m ilia rd i d i fra n c h i.
P er l’ U ngheria un giovane cultore di statistica, F ederico F e lln e r, ha tentato u ltim a m e nte una va lu tazione approvata d a ll’ U nive rsità reale ungherese. Si può riassum ere così :
M ilio n i <Ji fio rin i
Terreni e miniere... 6,500 Fabbricati...1,100
Vie e mezzi di trasporto. . . . 700
Valori mobili diversi... 2,000
____ Totale.. . . 10,300
A l cambio ¡»ftuale-ciò farebbe da 22 a 27 m ilia rd i. Questa valutazione in ciò ohe concerne i terreni, sembra al de F o v ille doversi ritenere come un m i-
nimutn.
Grecia. — Il sig. S kiadan, capo d e ll’ u ffic io d i' statistica del M inistèro delle finanze in Grecia, c a l-! cola il complessivo reddito del popolò greco in 6 7 0 m ilio n i di fra n ch i. In capitale, le ricchezze private am m onterebbero in tutto a 5 0 6 m ilia rd i, e c io è :
M ilio n i d i fra n c h i
Fabbricati. . . ‘..2,672
TéiTeni.. i ... 2,090
Foreste (escluse quelle dello Stato)... 252
Titoli di S tato ... 130
Capitale versato dalle Banche e Società 126
Valori diversi... 50
Totale.. . . 5,320
11. valo re delle foreste, comprese quelle di Stato, 6 stim ato dal sig. Skiadan in 800 m ilio n i.
Ma il corso forzato e il deprezzamento della carta moneta giustificherebbero qui una riduzione consi derevole.
Stati Uniti. — Gol nome di Census, g li Stati
U n iti organizzano ogni decennio un inve nta rio ge- nèralè, una inchiesta universale, in cui trovano posto tu tti g li elem enti della economia nazionale. La r ic chezza della popolazione v i si trova espressa in cifre in due d ive rsi m o di. Da una parte c’ è T assessed
valuation, stim a che si fa in vista della riscossione
deli’ imposta sul capitale e che è notoriam ente atte nuata sopratutto in quanto concerne la ricchezza in form a di beni m o b ili.
D a ll’ altra parte c’ è quella che si chiama trae
valuation 0 stim a puram ente statistica, che m ira al
meno ad esser l’ espressione della verità.
L e situazioni successivamente accertale compresi i ris u lta ti som m ari pubblicati o r ora dal soprainten- dente del Census del 1890 sono questi :
R ic c h e z z a e ffettiv a A n n i S tim a fiscale V alo re asso lu to Q u o ta p e r a b ita n te (m ilio n i d i fra n c h i) (m ilio n i di fr.) (fra n c h i)
1850...
.
35,680 1,5401860... 60,425 80,800 2, 570
1870... 70,395 150,345 3,900
1880... 84,515 218,210 4, 350
1890... 121,250 313,000 5,000
La cifra di 5 1 3 m ilia rd i pel 1890 sembra sia stata ottenuta, am m ettendo lo stesso rapporto del 1880
tra Vassessed valuation e la true valuation (3 9 per
cento). Il ra pp o rto era ris u lta to del 47 per cento nel 187 0 è del 75 per cento nel 1860.
L ’jn c re m e n to totale dal 1 88 0 al 1890 apparisce d i 95 m ilia rd i, ossia quasi del 45 per cento.
N ello stesso in te rv a llo si trova, per sole 75 città, che i capitali in v e s tili n e ll’ ind u stria si sono accre sciuti di 7 .6 15 m ilio n i di franchi, che il valo re dei p ro d o tti otte nu ti è prog re dito d i 10.12 0 m ilio n i di d o lla ri è l ’ am m ontare dei s a la ri.d i 3 39 0 m ilio n i.
Il m ovim ento dèlia ricchezza im p o n ib ile varia notabilm ente d a ll’ uno a ll’ a ltre Stato della Unione. Dopo il 1880 c’ è un regresso nella C arolina del S ud, nel M aryland, n e ll’ Illin o is e sopratutto nel Nevada in seguito al rin v ilio d e ll’argento. Lo Stato di Nuova
Y o rk , che è il più ricco, ha progredito del 42 per cento (1 3,2 00 m ilio n i di (ranchi nel 1880 e 18,800 nel 1 8 9 0 ) ; la Pensilvania che viene subito dopo, ha guadagnato il 54 per cento (8 ,4 0 0 m ilio n i nel 1880 e 13 m ilia rd i nel 1 8 9 0 ); il Massachusetts il 36 per cento (7 ,9 0 0 m ilio n i nel 1 8 8 0 , 10,80 0 nel 1890) ; l’O hio il 16 per cento (7 ,60 0 m ilio n i nel 1880 c 8 ,900 nel 1890. A lcun i tra g li Stati recentemente: aperti alla c iv iltà presentano dei saggi di progres sione strao rd ina ri ; il Dakota del N o rd il 7 92 por cen to ; il Dakota del Sud il 1041 per cento.
La distribuzione della ricchezza è p iù ineguale ancora n e g li S tati U n iti che in E uropa. Una fòrm ula : bandita dal p a rtito dem ocratico n e ll’ u ltim a campa gna elettorale o che rip o rtia m o , ben s’ intende, sotto* ogni rise rva, accusa il regim e protezionista d’avere ' « concentrato nelle mani di 17,000 in d iv id u i metà della ricchezza della grande R epubblica e assicurato a 250 c ap italisti un dodicesim o d e ll’ a ttivo totale di 63 m ilio n i di citta d in i ».
Messico. — Una statistica ufficiale , che serve di
base alla riscossione delle imposte e le cui c ifre sembrano essere in fe rio ri di un terzo al vero, v a luta attualm ente la proprietà fondiaria al Messico a 2 m ilia rd i e mezzo di franchi (5 0 6 .6 m ilio n i di piastre). In questa cifra la proprietà urbana entra per 1300 m ilio n i di franchi e la proprietà ru ra le per 1200 m ilio n i.
(Fine).
PER IL PAGAMENTO DEI SALARI
ILL e generali osservazioni, che direm m o di metodo, suggeriteci dalla Relazione, che accompagna il d i segno di legge sul pagamento dei sala ri, se ci fanno ritenere inopportuno un esame m inuzioso e detta gliato del disegno stesso, non ci consentono di tacere di alcune disposizioni in esso contenute, le quali anche prescindendo dal peccato di o rig in e , sembrano p iù delle a ltre esposte ai giusti attacchi della critica e co no m ico-giu rid ica .
I l disegno di legge, affrettiam oci a constatarlo, si ispira largam ente alla legge belga del 1887 « re golante il pagamento dei salari per le classi ope raie » : in alcuni a rtic o li, come ve d re m o , la segue fedelmente a d literam, in a ltri se ne allontana un poco, a parer nostro non m igliorandola : pochis sim i sono g li a rtic o li che h a n n o .u n certo sapore di o rig in a lità . E com inciando dal prim o, non si può a meno di deplorare la form a nebulosa e vaga me diante la quale esso determ ina la sfera di a pp lica zione della legge; prescrivendo che siano pagati in m oneta, eec. « i salari d o vu ti agli operai, all & persone di servizio ed ai lavoratori in genere ><: esclusi come già vedem m o i lavo ra to ri a g ric o li (a rt. 1 4). — Ora, poiché si vo lle raffazzonare sui m odelli s tra n ie ri una nuova legge invece di foggiarla con c rite ri ind ip en denti, in accordo con le speciali condizioni del paese, ci sarà permesso di censurarne le disposizioni, va lendoci appunto degli argom enti che ci fornisce
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quella legislazione estera, da cui il disegno nostroripete le sue o rig in i.
Osserviamo q u in d i che prescindendo per un mo mento d a ll'e s e m p io d e ll’ In g h ilte rra , la. quale per mezzo di successivi am pliam enti a rriv ò ad a pp lica re ,
il Truck Amendment Act *) ad ogni la v o ro ma
nuale, ru ra le ed ind u stria le (escludendo però sem pre ¡ dom estici e facendo; delle rise rve per il servant
in hmbandry) noi tro via m o nelle altre leggi stra
niere una m aggiore precisione nel d e fin ire le classi dei la vo ra to ri, .alle quali vogliono essere rife rite .. — , E non soltanto la tro via m o in quelle che si o ccu pano di speciali categorie di la v o ra to ri, come sa rebbero la legge svizzera, l’ ungherese, la russa o la tedesca^ ma anche nella belga che puro ha il ca rattere e g li in te n d im e n ti di una legge generale. Questa in fa tti dopo di aver parlato nel I® articolo di operai in genere, dichiara nel 12° di non con cernere nè g li operai a g rico li nè i domestici, nè in generale gli operai alloggiati e nutriti presso i loro
padroni. Non v ’ ha legge straniera che in questo a r
gomento si occupi delle persone di se rviz io : e lo g i camente, perchè se è giusto che la legge intervenga quando la sostituzione di m erci o d i derrate alla m o neta corrente costituisce un pagamento anormale fon dato sopra un abuso, non è niente affatto ra gio ne vole il divie to di u n compenso in generi, se è na turale e vantaggioso per entram be le p a rti.
In conform ità con questo p rin c ip io le leggi straniere contro il truck come hanno lasciato da parte tutte indistintam ente alcune categorie d i la v o ra to ri, così hanno sta b ilito delle eccezioni in favore di ta lu n i pa gam enti in natura. D i vero, m entre la legge sviz zera del 1877 a ll’a rt. 10 prescrive che i salari nelle
fàbbriche sieno pagati ih moneta avente corso legale
e non ammette alcuna specie di eccezioni, come non l’ ammette del resto la legge russa « re lativa alla sor veglianza degli sta b ilim e n ti di in d u stria m anifattu riera »: al con trario le leggi inglesi (T ru c k A ct. 1831. sec. 23 — T ru c k Am end - A ct. sec. 4 ), la tedesca ( § 115 — Reichs-Gewerbe-Ordnung), l ’ austriaca (a rt. 78 della Gemerbe-Ordnnng austriaca), l’ unghe rese (a rt. 118 della legge 21 m aggio 1 88 4), la belga (a rt. 2° della legge 6 agosto 1 88 7) enum erano m o l tep lici e presso a poco identiche eccezioni. E per v e rità queste eccezioni, quantunque possan n elle mani di padroni disonesti d ive n ta r strum ento di inganno e di frode, pure appaiono come assolutamente in d i spensabili, perchè in m o lti casi rappresentano un si curo tornaconto per i lavo ra to ri. Esse com prendono o ltre che g li u te nsili g li speciali vestiti o u n ifo rm i, e le m aterie p rim e , che dovrebbero v e n ir fo rn ite dagli operai, anche l ’ alloggio, il godim ento d i te rre n i, le derrate, le vesti com uni, il com bustibile, l’ assistenza medica, le m edicine. Così dispongono tanto la legge germ anica quanto l’ austriaca e la belga : con la sola differenza che m entre la p rim a e la seconda esigono soltanto p e r g li a lim en ti, che essi sieno fo rn iti al
prezzo di costo, l ’ ultim a prescrive che tutte le som
m in istra zion i della seconda categoria (esclusi cioè g li
’) Nella sec. 2 della legge 1887 è detto che la pa
rola « artificer » del principal Act deve racchiudere
ogni workman secondo la definizione data d* questo
dall’Emplòyers and Workmen A ct (38 & 39 Vici. c. 90) che nella sec. 10 dichiara appunto : « la parola ope- « raio non comprende i domestici ma solamente gli « individui impiegati per un servizio manuale, rurale
« e industriale ».
u te nsili, le m aterie p rim e e l ’ u niform e) sieno effet tuate sotto questa condizione e previa una speciale autorizzazione —- di più., la logge belga non parla di m edicine o di assistenza medica. — Del resto le tre leggi concordano p e li’ autorizzare il padrone a fo r nire. agli operai g li. Oggetti più su ric o rd a ti, p re le vandone il prezzo nel m om ento della paga. V ediam o che dispone il disegno d i legge italiano e confron tiam olo. con la legge belga.
L ’ art. 15 (u ltim o ) dice che non si vieta di pat tu ire « per la prestazione d ’ opere oltre il pagamento
« del salario la som m inistrazione dei c ib i e T a llog - « gio purché il prèzzo di essi non sia superiore al
« al prezzo corrente nel luogo » ; e d’ altra parte l’ art. 2 dispone che « i p adroni non possono p re- « levare dai salari d ovuti alle persone etc. veruna « parte per c re d iti che vantassero verso di essi o a « tito lo di prezzo di generi a lim e n ta ri fo rn iti o per « a ltre som m inistrazioni, tranne nei casi :
« l . ° di anticipazioni fatte sui salari.
« 2.“ di provviste degli arnesi e s tru m e n ti di « lavoro e delle m aterie o dei m a te ria li occorrenti « al lavoro e che dovrebbero esser fo rn iti dai la - « vo ra n ti. Le deduzioni però non possono eccedere « i due q u in ti del salario dovuto ».
Pattuire oltre *) il pagamento del salario ; dice il
disegno di legge italiano : fournir a charge d’impu-
tation sur les salaires dice la legge belga : la p rim a
espressione, che richiam a il preliminare accordo della legge austriaca, se ha l ’ effetto di subordinare la facoltà del padrone al consenso d e ll’ operaio, il che a parer nostro non sarebbe male inteso, d’ altra parte com binata con l’ a rt. 2.° conduce a ll'e q u iv o c o o a ll’ as surdo. D i fatti supposto che nel con tratto di lavoro sia pattuito un salario in mdnela corre nte più una prestazione d i derrate : che a un m om ento dato que-, sta prestazione sia aumentala col consenso anzi per desiderio d e ll’ operaio : in tal caso il padrone a sensi d e ll’ a rt. 2° non potrebbe p relevare sul s a la rio ,l’ im porto del m a gg ior valo re della prestazione « a tito lo di prezzo di g en eri a lim e n ta ri fo rn iti », e d’ altra parte non g li sarebbe dato neppure di valersi del lim ita to d iritto concesso dal N . I o (a rt. 2 ) ; le som m in istra zion i non potendosi considerare come anti cipazioni fatte sui salari dal m om ento che ra pp re sentano « qualche cosa che si può dare soltanto
oltre il salario ». Q uindi la necessità per il padrone,
ove e g li non voglia conceller cre dito a llo scoperto, di far precedere Un cam biam ento di patti ad ogni m o dificazione (p er quanto in sig n ifica n te ed anche accetta a ll’ operaio) introdotta nel ra pp o rto fra moneta e p re stazioni. — Questo a rig o r d i logica e d i d iritto ; in realtà la legge sembra destinata ad essere elusa con grandissim a fa c ilità ; appunto perchè essendo il contratto di lavoro, nella m a gg ior parte dei casi meram ente verbale, una rise rva fatta dal padrone: nel momento in cui' si aumenta i l valo re della pre stazione, d’ accordo col lavo ra to re , può sta b ilire n e t tamente che la som m inistrazione non è fatta a c re dito , ma deve scontarsi sul s a la rio , che viene così,
per m utuo consenso, d im in u ito del prezzo c o rri spondente.
Abbiam o veduto che le eccezioni nel disegno ita liano sono più scarse che nelle altre leggi : e ciò non è b e n e 1) ; perchè una volta ammesso il p rin cipio, sembra dannoso lim ita rn e eccessivamente l ’ ap plicazione col rischio di riu s cire a norm e vessatorie e tiranniche. — D ’ altra parte ci sembra m ollo grave la disposizione contenuta n e ll’ art. 2°, che lim ita o vieta la compensazione dei d ebiti dell’ operaio col corrisponde ite debito del padrone per il salario. Questa norm a, che porta una deroga al p rin c ip io di d iritto com une sanzionato dagli a rtico li 1283 e se guenti del Codice C ivile , sembra a prim a vista m olto favorevole alle classi la v o ra tric i ; in realtà potrebbe recar loro ben scarsi vantaggi, — Come l’ inseque- s ra b ilità dei salari proclamata di fronte ai terzi è destinata (checché in con trario sostenga il N i t t i ) * * 5 * * 8) a scemare presso di quelli il credito degli operai così e p iù forse, il p rin cip io contenuto nell’ art. 2° deve distogliere il padrone dalle anticipazioni e dai prestiti, sottraendo a ll’ operaio anche quest’ u ltim a risorsa. Non insistiam o del resto su questo argomento delle rite nu te , che vuole essere esaminato insieme con l ’a ltro corrispondente della insequestrabilità dei salari.
Passiamo invece in rapida rassegna i rim a n en ti a r tic o li del disegno di leg g e: L ’ art. 3 affrontando la questione dei te rm in i del pagamento (che a rig ore è estranea al truck)*) dichiara che i salari debbono ve n ir pagati ogni settimana od ogni q u in d ici g io rn i se condo che non superino due o cinque lire al g io rn o : « nei lavo ri a cottim o, nei quali la liquidazione del « compenso è riservata ad opera com piuta,si dovranno « dare ai lavo ra nti anticipazioni settim anali in pro- « porzione del lavoro eseguito ». Il p rin c ip io di re p rim e re abusi deplorevolissim i come quello di pa gare i lavo ra to ri a lunghe o ad irre g o la ri scadenze a noi sembra p iù che g iu s to ; ed egualmente giusta ci pare la distinzione (che è una novità di fronte alla legge belga) stabilita fra i salari a seconda della loro entità : quanto più i salari sono scarsi e povero è il b ilancio d e ll’ operaio, tanto più im porta che la mercede g li venga frequentem ente liqu ida ta. C re diam o questa in sostanza una disposizione u tile , ma certo non sufficiente di per sè a salvare il lavoratore dagli accreditam enti, siccome fa mostra di credere il B rentano : anche coi pagamenti settim anali I’ even tualità d i con trarre dei d e b iti verso il padrone o verso i terzi perm ane e si realizza per V operaio, o g ri volta che le sue spese crescono, sia pure in v ;a affatto tra n sito ria , m entre le entrate rim angono inalterate.
D el testo, g ra v i d ifficoltà si incontrano per de term ina e le se,«de ìze da osservarsi nei pagamenti degli operai c o ttim is ti : un progetto francese (re lato *6 B ru ge illes) li escludeva dai benefìzi della legge : egualmente la legge svizzera fa luogo per loro alla convenzione delle p a rti : la legge belga raddoppia q u i i te rm in i dichiarando che « p o u r les ouvrages à façon à la pièce ou par entreprise le réglem ent p artie l et ou d é fin itif sera effectué au moins
') Tale parere espresse anche la Commissione nel suo voto.
5) Nella Relazione che precede il Disegno di Legge snlla, insequestrabilità dei salari.
’) E deplorevole che una volta usciti dal campo del truck propriamente detto, non si abbia pensato alla spinosa questione delle multe.
une fois chaque mois ». Solo i com ponenti della Commissione inglese del 1870 am m ettono la pos sibilità di un pagamento settim anale anche per questi la v o ra to ri, in ogni caso. A ccenniam o non riso lvia m o la questione: ma non possiamo a meno di ritenere di più che d iffic ile applicazione la norm a sancita dal capoverso d e ll’ a rticolo terzo.'
( Continua)
Ad o l f o Or v i e t o.
Rivista Economica
L a co operazion e n e ll'a g r ic o ltu r a — Le sc u o le d’a r t i e m e s tie ri.
La cooperazione nell’ agricoltura. — È stata pubblicata la relazione del prof. Manassei al qua rto Congresso U m bro, tenuto in Città di Castello, in torno alla rifo rm a dei Com izi a gra ri, che form erà tema di uno dei progetti di legge che saranno p re sentati al Parlam ento d a ll’ on. M in istro d’ a g rico ltu ra . D iam o alcune notizie s u ll’ argom
ento-È certo che la cooperazione, la quale anche in Ita lia ha fatto discreta prova nella ind u stria e nel com m ercio spicciolo, ha trovato finora scarsa e poco proficua applicazione n e ll’ a grico ltu ra e presso g li operai a g ra ri.
M o lti assegnano le cause di questo fatto allo spar pagliam ento delle masse operaie ru ra li, alla esiguità dei loro salari, alle loro tra dizion i con serva trici ed aliene in massima da n ovità e da associazioni a tipo moderno, e finalm ente alla deficienza di coltura e di istruzione.
Il Manassei invece non crede, e noi pure non crediam o, che la cooperazione sia pianta che non possa a llig na re fra g li a g ric o lto ri e qualche esempio,
rari nantes, corrobora questo nostro convincim ento.
In In g h ilte rra non tanto lo sparpagliam ento, quanto la costituzione sem ifeudale delle g ran d i proprietà che pesa sulle masse a gra rie , ha im p ed ito finora ai contadini la libe rtà di associarsi, ma anche là a m i sura che si estendono g li allotments (appezzamenti di terreno dati a te rra tic o ), le u n io n i agricole si vanno form ando.
In Italia la posizione dei la vo ra to ri a g ric o li è m olto p iù indipendente, e da questo lato le d ifficoltà m o ra li per l’ esercizio della cooperazione sono m olto m in o ri.
E si noti che in In g h ilte rra sono circa 2 m ilio n i g li operai a g ric o li, e in Ita lia sono o ltre 8 m ilio n i, per cui la questione ha presso di noi una im p o r tanza qua ttro volte m aggiore.
In fa tti si vede in m o lte campagne d ’ Italia che non ostante lo sparpagliam ento degli operai a g rico li, le tendenze cooperative accennano a riv e la rs i'; e in Lom bardia si enunciano nelle latte rie sociali e nei fo rn i A n e lli ; nel Veneto con le piccole banche a tipo Raffeisen ; nelle Romagne con le società dei braccianti ; qua e là con alcune associazioni d i m utuo soccorso.
S i sono p u r viste qua e là sorgere come meteore fugaci, coalizioni temporanee di contadini e scioperi a gra ri.
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L’ E C O N O M I S T A
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64 nel Veneto e sopratutto a Mantova e a R ovigo,31 nel M ilanese, 23 nel Bolognese, Parma e Modena, 19 nel Ferrarese e nelle Romagne. Di questi s cio peri, la m aggior parte per aumento di mercede, 3 per riduzione della medesima, 13 per cattiva qua lità del granturco, alcuni per n uovi p a tti di fitto, 1 per dim inuzione di ore di lavo ro , 37 con m inaccie ed atti v io le n ti, 107 senza manifestazioni o stili.
Questi esempi o tentativi di cooperazione, per la produzione o per la resistenza, dim ostrano :
1° che ai contadini ita lia n i, in specie n e ll’ A lta Italia e nella C entrale, non manca l’ a ttitu d in e di collegarsi ed organizzarsi ;
2° che finora i soli m estatori p o litic i, come abbiamo anche g io rn i sono accennato parlando della agitazione in S ic ilia , si adoperano a sfruttare queste a ltitu d in i ;
3° che anche nelle masse degli operai a gra ri il desiderio e l ’ istinto di un m ig liora m e nto di con d izio ni economiche, serpeggia lateute ed incom preso, sebbene sia ancor lontano il g iorno in cui p ro ro m perà in pericolose ed inconsulte agitazioni.
In Italia, nel paese classico della mezzadria, nel ceto agricolo, meno che in a ltri, può e deve sor gere guerra di classe. Due form e di associazione possono invece u tilm ente prosperare, il m utuo soc corso e la cooperazione.
Quanto alle Società di resistenza, n e ll’ a g rico ltu ra italiana non rappresenterebbero che uno s'ciupio di forze, una specie di arm ala stanziale per com battere un nem ico che non esiste.
D i fatti in contrade, in cui la mezzadria ra pp re senta P ottanta per cento delle condizioni agricole, e in v irtù di questa form a giusta e benefica di par tecipazione, il lavoro è affidato in ciascun podere ad una sola fam ig lia, che influenza potrebbe eser citare il concerto e la cospirazione dei b raccian ti tendente a rifiu ta re un lavoro non rich iesto e in ogni modo facilm ente supplito ?
Quale scopo pr. tico potrebbero avere società sif fatte, se non quello vagheggiato da m estatori desi derosi di pescare nel to rb id o ?
Certo che anche la cooperazione non può in tro d ursi nelle nostre campagne di punto in b ia n co ; è necessario che il patronato cooperativo e la coope razione mista precedano ogni altra form a coopera tiv a ; e q uin di in un p rim o stadio si vadano attuando le is titu zio n i cooperative sem plici, come le società di m utuo soccorso e quelle di consum o speciale, ris tre tto a ll’ approvigionam ento di pochi a rtic o li di p rim a necessità e di ■ m dom estico ; p er lasciare al tempo e ad un secondo stadio cooperativo, la form azione delle società d i acquisto di m aterie u tili e le società di produzione e di vendita colle ttiva.
I l patronato può essere esercitato dalle classi p rop rie tarie a prò’ delle la v o ra tric i, con l’ elemento d e ll’ intelligenza d ire ttiv a e con una contribuzione non gravosa per chi la fa e non u m ilia n te per chi la riceve.
I p ro p rie ta ri ita lia n i, facendosi p ro m o to ri di coo perazione nelle campagne, con I’ autorità e. l ’ azione loro possono dare ai sodalizi cooperativi ru ra li un ind irizzo ferm o e fecondo, una im p ro n t seria e pacificatrice.
Ma se questa azione è d iffic ile , isolata ed in d i vid u a le , può riu s c ire agevole fatta collegialm ente.
E d ecco perchè il relatore invoca 1’ opera dei C om izi A g ra ri, i quali raccogliendo la parte p iù
operosa e svegliata delle classi agrarie d irig e n ti, potrebbero farsi centro del m ovim ento a grico lo coo perativo.
I C om izi A g ra ri, sorti in v irtù di un regio de creto del C ordova nel 1866, ritoccato dal decreto Pessina del 1878, attendono ancora una legge o r ganica, che ne deterfain i chiaram ente i mezzi di esistenza, le m ansioni e l’ ordinam ento. Essendo, q u a li sono, e n ti m o ra li, rico no sciu ti dallo Stato, capaci di contrattare e di possedere, possono o rd i narsi norm alm ente in due sezioni, una di soci ef fe ttiv i e I’ a ltra di aggregati, cioè di esercenti 1’ arte agraria e questi sud divide rsi secondo il bisogno, in sotto-sezioni, g ru p p i e nuclei coordinati alla sezione degli e ffe ttiv i.
G li e ffe ttiv i possono attendere agli u ffic i della rappresentanza, come fanno adesso: g li u n i e g li a ltr i riu n irs i per s tu d i ed esperienze tecniche ; g li aggre gati poi, organizzarsi in società o maestranze coo perative, arm onicam ente collegate ai c e n tri co m izia li. La nuova legge avrà m olta influenza a p re d i sporre questi u tili ris u lta ti. Poiché non v i è paese in c u i si p arli tanto male del governo come in Ita lia , e in cui viceversa lo si veneri con m aggiore fe ti cism o, e dal governo e dalla legge scritta si atten dano ispirazion i ed ausilio.
Con la nuova legge assai probabilm ente sarà p ro v veduto alle finanze dei Com izi e probabilm ente sarà disposto che i rappresentanti com unali che v i in tervengono siano eletti a suffragio d ire tto degli a g ri c o lto ri. Questo ordinam ento potrà creare n uovi ra p p orti tra la classe d irige nte e la classe esercente I’ a g ric o ltu ra .
Nella relazione m in iste riale che precedeva il d i segno di legge presentato nel 1883 si leggeva : « La sfera d’ azione, non ristre tta nei lim iti di u n piccolo capoluogo, avrebbe potuto destare negli a g ric o lto ri la coscienza dello scopo che lega g li u n i e g li a ltri e del bisogno che si organizzino in soc:età p ro d u t tive , in società di consumo, in società di cre dito ».
Giova sperare che questo pensiero sarà svolto n ella nuova legge.
Le scuole d’arti e mestieri. — È noto che le scuole d’ a rti e m estieri, le scuole d’ arte in d u s tria le , le scuole professionali fe m m in ili e le scuole speciali, tendenti tutte a perfezionare g li operai n elle ris p e t tiv e a rti ed a d iffo id e re il gusto a rtistico, dipendono dal m inistero di a g rico ltu ra e com m ercio.
Ma è ur.a dipendenza in gran parte nom inale ed apparente.
In fa tti queste istitu zio n i sono 171. E bbene il m i n iste ro ha facoltà di approvarne lo statuto solo in 8 0, ed il regolam ento solo in 4 6. Esso è rappre sentato nel C onsiglio d ire ttiv o in 3 2 ; può approvare o disapprovare i p rog ra m m i d’ insegnam ento in 17; nom ina g l’ insegnanti in 3 0 ; r e approva la nom ina in 13. E ciò sebbene paghi p iù di L . 6 0 0 ,0 0 0 a l l’ anno !
Si aggiunga a questo che ogni scuola tanto vale quanto valgono i p ro p ri in se gn an ti; e questi, ora esposti alle vicende dei p a rtiti lo c a li, senza g aran zia d i carrie ra nè d iritto a pensione, nè sta b ili d i posizione, debbono per necessità lasciare assai so vente m olto a desiderare.
A d o vviare a questo stato d i cose, l’ on. Lacava ha studiato un progetto d i rio rd in a m e n to , che p re senterà alla ria p e rtu ra del Parlam ento.
i-rizzo didattico che ciascuna scuola deve conservare per adattarsi ai bisogni locali, ina disciplina le con dizioni a|le quali sarà, subordinata la concessione d ’ u n sussidio fisso e perm anente dello Stato.
Le scuole che non accetteranno siffatto tem pera mento, potranno caso per caso ricevere, a condi zioni da d eterm ina rsi volta per volta, un sussidio straordinario fino alla concorrenza del quin to della spesa totale, ma non potranno ricévere sussidio fisso e permanente.
Le condizioni alle quali sarà subordinato il sus sidio fisso, saranno presso a poco le seguenti:
Esso non potrà per ciascuna scuola eccedere i due q u in ti della spesa totale di m antenim ento, dovrà essere approvato dal Parlam ento con la legge pel bilancio, e la relativa iscrizione dovrà essere pre ceduta dalle deliberazioni degli enti che si obbligano di c o n co rre rvi. L o statuto ed il regolam ento di "cia scuna scuola, nonché i p rog ra m m i d’ insegnamen to, ecc. ecc., saranno approvati con decreto reale. Il pagamento d e g li “ Stipendi a g li” insegnanti e delle a ltre spese sarà fatto direttam ente dallo Stato, alle cui ; casse saranno versati i c o n trib u ti degli enti lo cali ed i proventi della scuola. G li insegnanti sa ranno nom inati con decreto reale in seguito a con corso, ed i gradi e stipendi loro saranno d e te rm i nati nella tabella annessa alla legge. Per la loro so spensione o rernozione si applicheranno le disposizioni della legge Casati per g li insegnanti dei licei. Essi avranno d iritto a pensione ed a g ii aumenti sessennali. Il G overno potrà sospendere o togliere il p rop rio sussidio alle scuole che non faranno buona prova.
Corsi m agistrali potranno essere is titu iti presso le S cuole superiori ed i Musei d’ arte industriale per form are un personale insegnante dotato delie spe cia li a ttitu d in i necessarie a questo insegnamento così im p orta nte per l’avvenire della produzione n a zionale e pel m ig liora m e nto delle condizioni m o ra li e m a te ria li dei lavoratori.
A lc u n e eque disposizioni transitorie faciliteranno e renderanno graduale i l passàggio dallo stato a t tuale di cose a q u e llo che ris u lte rà d a ll’applicazione com pleta della legge.
I F A L L IM E N TE IN IT A L I A
La D irezione generale di statistica ha pubblicato il volum e ili Statistica giudiziaria civile e comrner ciale per il 1891, nel quale o ltre ad a ltri argom enti v i si trovano dati re la tiv i a quelle dolorose p e rtu r bazioni della vita com m erciale, che sono i fallim e nti e dei q u a li soltanto ci occuperemo.
Nel 1891 furono d ich iarati 2021 fa llim e n ti c o r risp on de nti a 6 ,9 8 per ogni 1000 abitanti, num ero di poco superiore a q u e lli d e ll’ anno precedente (1 ,91 2), ma di m olto superiore alla media del periodo 1883-90 (1,4-66) e p iù ancora alla media degli u ltim i 8 anni, n e i q u a li ebbe v ig o re il cessato codice di com m er c io , media che èra stata di 737 .
I fa llim e n ti chiu si durante il 1891 furono 1,930. D i questi 92 lo furon o per revoca, 4-34 per in su f ficienza d’ a ttiv o ; 9 8 8 per concordato e 396 per l i
quidazione. . 0
È notevole la prevalenza del num ero dei concor dati su quello delle liq u id a zio n i, prevalènza che è stata sempre constatata. E da notare che mentre im perante il vecchio codice era sensibile il m aggior
dividendo ricavato dalle liqu ida zion i g iu d icia fi, oggidì tale differenza è in senso inverso. In fa tti la media annuale dei fa llim e n ti nei quali i! d ividendo conse guito, riu scì superiore al 2 3 per cónto fu nel pe riodo 1 8 6 7 -8 2 di 23,87 sopra cento fa llim e n ti chiusi col concordato, e soltanto di 14,23 sopra cento chiusi, per liquidazione. N el periodo invece dal 188 3 al 1890 diedero tale resultato 22,73 su cento fallim e nti fin iti per concordato, e 2 9,36 su Cento fin it i per liq u id a zione. N el 1891 poi dettero un dividendo superiore al quarto dei c re d ili 19,73 fa llim e n ti sopra 109 chiusi col concordalo, e 3 2 ,3 8 su cento chiu si con la li quidazione.
Anche la durata d elle procedure dei fa llim e n ti è m inore dacché è in vigo re , il npovo codice.. In fa tti su 1 0 0 , fa llim e n ti chiusi, d u ra ro n o :
n e l p erio d o n e l perio d o 1867-82 1883-90
non o ltre 6 mesi . . . . 22.88 - 44.61 da 6 mesi a 1 anno . . . 34. 98 22.27 da 1 a 3 anni. . . . 23.17 18. 88 o ltre 3 anni. . . . . 18.97 14. 24 Una notizia m olto im portante (sebbene non com -pietà) raccolta nella statistica del 1891 per la prim a volta, è quella delle spese cagionate dai fa llim e n ti.
Le spese complessive non sorpassarono :
I l IO per cento d e ll’ a ttiv o in 167 (19,56 su cento)
» 25 » » 258 (30,21 » )
» 50 » » 244 (28,57 » )
» 75 „ 119 (13,93 » )
Sorpassarono il 73 per cento d e ll’ a ttivo in 6 6 fal lim e nti (7,73 per cento).
Le re trib u z io n i al curatore non sorpassarono : I l 10 per cento d e ll’ a ttiv o in 325 (4 6,4 3 su cento) » 25 » 270 (3 8,5 7 » ) .
» 50 » » 96 (13,72 » )
» 75 » » 1 (— , 14 » )
Oltrepassarono il 75 per cento d e ll’ a ttiv o in 8 fal lim e n ti (1 ,1 4 su cento).
Considerando nel suo insiem e il periodo 1 8 6 7 -9 1 si rileva che la regione, in cui i fa llim e n ti re la tiva mente alla popolazione furono p iù num erosi è stata l ’ Italia settentrionale. La centrale ne ha avuto un nono d i meno, la S icilia e la Sardegna la metà, ed il Napoletano tre q u in ti di meno.
Quanto a ll’ Istitu to della m o ratoria dai dati ra c co lti resulta la grande fa c ilità con cui i T rib u n a li accordano la m oratoria ; e non solo la p rim a volta, ma anche la seconda.
Basti il d ire che, nel 1891, su 1 1 5 istanze per la prim a m oratoria, sole 16 furono respinte — e sopra 37 domande per la seconda, una sola venne rigettata.
E questo, è un fatto perm anente. — In fa tti nel l ’ intero periodo 1 88 4-18 91 sopra 5 5 6 domande di p rim a m oratoria presentate in tutto, ne furono re spinte 5 2 ; e sopra 175 domande di seconda mo ra toria ne furono respinte sole 5.