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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.20 (1893) n.1018, 5 novembre

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L ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XX - Yol. XXIY

Domenica 5 Novembre 1893

N. 1018

LA SITUAZIONE DEL MERCATO

I fa tti occorsi in queste u ltim e settim ane debbono aver fatto accorti i nostri letto ri che eravam o nel vero quando lam entavam o l ’ ind irizzo econom ico e fin a n ­ ziario del paese.

Siam o in uno stato d i finzione, dicevam o a lcu ni mesi o r sono, e non si può im punem ente rim a n e rc i a lungo.

E le finzioni sono di v a rio o rdin e, com inciando dal bilancio dello Stato che am m ette economie, le q ua li sono consumo di patrim onio e non risp a rm io di spese, continuando col regim e bancario, che con un aggio del 15 per cento non proclam a il corso forzato dei b ig lie tti ; e term inando col prezzo della rendita e dei tito li p rin c ip a li che si è preteso di m antenere alto c o ll’ a rtifizio di sindacati e con a ltri meno lodevoli espedienti.

La riorganizzazione non è possibile se non si parte dalla ve rità , se non si lascia cioè lib e ro il mercato di valu tare , nel d ib a ttito delle com pere e delle vendite, come m eglio crede, i tito li dello Stato, q u e lli in d u s tria li e q u e lli bancari, per poi da questo punto reale, qualunque esso sia, rifa re a poco a poco il cam m ino ascendente.

Q ualunque a ltra linea di condotta non può che aggravare i guai, già sensibilissim i, nei q ua li si trova la finanza italiana, pubblica e privata,

L o abbiamo rip e tu to m olte vo lle , l ’ inte rven to del­ l ’ Alta Banca nella crise è u tile , è desiderabile anzi, quando si tra tti di im p ed ire o guidare m o vim e n ti ra p id i, im p ro vv is i e di breve durata ; ma quando lo stato economico e finanziario di un paese va da cinque o sei anni lentam ente e perseverantem ente peggio­ rando, come è avvenuto per I’ Italia , nessun in te r­ vento può essere u tile , nessun aiuto può essere va­ lido, se il punto di partenza non sia quello, per

quanto d uro , della verità.

Ora, noi abbiamo abusato del credito sotto tutte le form e, com m ettendo e rro ri senza lim ite di num ero e di g ravità. T u tti g li a rtifiz i per illu d e re e per in ­ gannare la opinione pubblica sono stati adoperati, non presagendo che l’ illusio ne e I’ inganno non potevano essere eterni e che sarebbe venuto il m o­ mento in c u i la g ravità della situazione si sarebbe manifestata con subitanea chiarezza.

V enne ingannato il paese sulla sua capacità in ­ dustriale, incoraggiando, co ll’ a rlifiz io del p rote zio n i­ smo, produzioni che non potrebbero naturalm ente a lli­ gnare, e q uin di costano al paese p iù di q u e llo che non diano ; venne ingannato il paese sulle con di­ zioni della finanza pubblica, perchè senza p ro v v e d i­

m enti efficaci si accum ularono p iù di 5 0 0 m ilio n i di disavanzo; venne ingannato il paese sulla sua circolazione m etallica, perchè 1’ esodo della moneta fu arrestato coi debiti con tratti a ll’ estero.

Così abbiamo una circolazione bancaria e di Stato c o n v e rtib ile a vista, che è una menzogna ; abbiamo una moneta legale, che il Governo si propone di non riconoscere valevole per c e rti p a g am e nti; a b ­ biamo avuto per mezzo delle Banche il denaro a buon m ercato, come se fossimo nella m aggiore prosperità; abbiamo m antenuti a lti i prezzi dei tito li p rin c ip a li per mezzo di sindacati che risu lta ro n o im p o te n ti, se non erano fe d ifra g h i: abbiamo fatto credere che si potesse im punem ente abusar del credito e ci siamo s e rv iti della illusio ne per raggiungere tale intento non lodevole.

E 1 ora ?

La Banca Nazionale ha alzalo lo sconto al 6 per cento. È il p rin c ip io della resipiscenza ? È l’ inizio di un nuovo ind irizzo sulla condotta finanziaria ed economica d e ll’A lta Banca?

L o speriam o, ma in tal caso bisogna che non ci ferm iam o a mezza via. Il paese, ingannato dai m o l­ tep lici espedienti che furon o escogitati, non ha senti o ancora tutto il peso della cattiva p olitica economica e finanziaria che fu seguita in questi u ltim i anni. Se si vuole che si m anifesti una vivace reazione che dia forza al G overno per operare energicam ente nella cura, certam ente ostica, che oggi è necessaria, e per e lim ina re definitivam ente tu tti quegli u o m in i che, sia pure in buona fede, ma scientem ente, si sono ingannati od hanno ingannato, conviene che si ab­ bandonino i p u n te lli, che si. tolgano i fallaci ed e ffim e ri in te rv e n ti e si lasci che la nazione a v­ verta tutto il male che le è stato fatto. A llo ra im ­ parerà a sue spese quanto costi la p olitica che l'I t a lia , troppo precocemente, ha voluto esperim en- ta re ; im parerà quanto costi la guerra di tariffe che si è voluta in izia re con tro nazioni tanto più ric ­ che ; im parerà quali sono le conseguenze dei vasti piani di costruzioni fe rro via rie , e di p o rti, ponti e strade ; im p arerà quanto male abbia fatto al credito in te rn o ed estero l ’ indebolim ento delle Banche di emissione per farle corre re sempre troppo tardi a in u tili salvataggi ; im parerà, infin e, come non sia combattendo pretese bande nere, che sono il prodotto e non la causa della situazione, che g li u o m in i di Stato possono trovare la soluzione delle d iffico ltà che sì accum ulano sempre più.

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riceverem o e già com inciam o a sentirne in questi g io rn i una p a rte ; ina sarà una lezione salutare.

L a disorganizzazione ili cui siamo caduti domanda provvedim enti seri, che orm ai non possono più; es­ sere espedienti. Facciam oci di nuovo p ic c in i almeno quali eravamo dieci anni or sono, procediamo colla maggiore energia a rito rn a re ind ie tro, ©quando avre­ mo trovato di nuovo l’ubi consistere, riprenderem o con studiata lentezza il cam m ino, evitando g li e rro ri del .passato.

A quanto deve scendere la rendita per rin v o g lia re un’ altra volta I! mercato e superare i tim o ri che oggi essa suscita ?

A quanto i n ostri m aggiori tito li debbono essere quotati, perchè il risp a rm io creda conveniente di in ­ vestirsi in essi ?

A quanto deve salire il prezzo del denaro per compensare il risch io d i tutte le incognite che pre­ senta la situazione attuale ? , ,

N on 6 possibile dare risposte precise a queste domande, ma rite nia m o che debba cessare ogni ar- tifizio per crederci e farci credere più di quello che siam o ; il persistere in una situazione di fin ­ zione; pup con du rci, ancora p iù presto .alia rovina.

IL CONGRESSO ECONOMICO DI TORINO

L’ imposta progressiva e il corso dei cambi

L a | seconda sessione de) Congresso, nazionale delle Società economiche ha te n u to ' le sue adunanze a T o rin o dal 2 4 al 28 ottobre, ed ha discusso a lcu ni tem i, form ula nd o su ciascuno d* essi varie proposte qtie interessa conoscere. Per ciò daremo, nel modo p iù breve che ci è possibile, notizia delle discussioni del Congresso torinese e parendoci 'opportuno di com inciare dagli 'argom enti .in questi g io rn i più im ­

p orta nti, seguirem o un o rdin e diverso da quello tenuto dal Congresso. CI occuperenio, cioè, anzitutto della imposta progressiva e del corso dei cam bi.

R elatore sul tema della, imposta progressiva è stato i l prof. Gaetano F e rro g lio della U niversità d i T o rin o . E g li ha .cercato di determ inare su quale parte della entrata dello. Stalo potrebbe essere applicata. C o n fò naturale non dia, trovato che la im póste d irette e le tasse d i successione, le (p ia li hanno m o lti punti di contatto con quelle, o ltre alle tasse di bollo o re g i­ stro. Péro, egli ha escluso senz’ a ltro queste ultim e per la considerazione Che fino ad ora alm eno, non si è mai parlato di applicare ad esse il p rin c ip io della progressività. R im angono q u in d i circa 4 6 0 m i­ lion i di entrate dello Stato, sulle quali sarebbe pos­ sibile conseguire un aumento mediante la applica­ zione delta progressione, anziché dèlia proporz'one.

Successivamente il relatore ha Considerato a parte la imposta sulle successioni, per vedere quali spe­ ranze ri possono concepire in Órdine al suo m ag­ g io r g e ttito , ottenuto m ediante una tassazione pro­ gressiva dei p a trim o n i tra sfe riti causa mortis. E d ha presa per esempio la p rovincia di T o rin o , dove per l'esercizio 1 8 9 1 -9 2 ha trovato che le successioni rispetto alla loro entità si distinguevano nel se­ guente modo :

. , Successioni; inferiori alio .,. 20,009 lire N. 8128

. , » dalle 20,000; alle 80,000 » » 161 » 30,000 alle. 40,000 => ' » " 58 1 “ „ r » . 40,000 alle 50,000 » » 48 » » 50,000 alle 150,000 » » Ì40 « » 150,000 alle 500,000 > > 60 > ’ •-■superiori. . . alle 500,000 » » 18 » passive. . . . . . . ; ;. » » 88 | ; ;,f> ; Totale N. 8702

. Non d im entichiam o, scrive il prof. F e rro g lio , che i provenni d elle tasso, di successione sono p reve n ­ tiv a ti per tu tto il Regno per sole 5 7 ,5 0 0 ,0 0 0 lin i e che la ^provincia di T o rin o rappresenta a ll’ incirea la ventesima pane della popolazione del,R egno. Ora, il prim o e p iù im portante dato, sopra ¡1 quale dob­ biam o portare la nostra attenzione, è quello che so­ pra 8702 successioni ne abbiamo 8 1 2 8 in fe rio ri alle 2 0 ,0 0 0 lire e 88 sono affatto passive; riunendo queste due u ltim e cifre si trovano 821 6 successioni, ohe dedotte dalle 8702 danno una rim anenza di sole -186 successioni, a lle q ua li potrebbe essere ap­ plicato il p rin c ip io della progressività. Ora le 486 successioni su 8 70 2 non rappresentano che qualche cosa di più del 5 per cento del totale delle suc­ cessioni.

Se poi si considera che si dovrebbero aggravare le successioni rile v a n ti per alleviare quelle m inim e, si viene a tro va re , secondo il relatore, che queste u ltim e , ammesso che siano in fe rio ri a 500 0 lire pos­ sono calcolarsi in circa il quarto del totale e che q u in d i l ’ aggravio sopra 4 86 successioni dovrebbe sopperire alla d im inu zio ne sopra p iù di 2051. Ossia le finanze o non ci guadagnerebbero o m olto proba­ bilm ente ci rim etterebbero.

Se passiamo ai v a lo ri com ponenti le successioni, troviam o che, sempre per la p rovincia di T o rin o , le 870 2 successioni rappresentavano un complesso di v a lo ri per quasi 78 m ilio n i, però aggravato da un complesso di passività ascendenti a 7,571,725, r i ­ manendo un netto di 70 m ilio n i e mezzo circa.

Questi dati, scrive il relatore, ci indicano come le fortune private sieno sensibilm ente gravate di d ebiti e se col m ovim ento delle successioni si m et­ tesse a ra ffron to il m ovim ento del debito ipotecario, p u r troppo si scorgerebbe ohe queste passività non solo non iianno la tendenza a d im in u ire , ma tendono invece ad aum entare con un rialzo sensibile. Spe­ cificando poi i v a lo ri stati colp iti dalla lassa di suc­ cessione secondo la loro natura, si hanno i seguenti ris u lta ti: B eni sta b ili 4 5 ,1 5 4 ,1 1 8 , c re d iti diversi 10,516,889 e m o b ili 4 ,1 37 ,89 2 lire . Queste tre ca­ tegorie dim ostrano la prevalenza della fortu n a im ­ m obiliare sulla m o bilia re , e notisi che i dati si r i ­ feriscono ad una p rovin cia che è fra le p rim e per l'in d u s tria e pel com m ercio e q u in d i nelle a ltre provincia, eccettuate talune, questa prevalenza della fortuna im m o b ilia re deve di necessità essere più spiccata ancora, e che in o ltre nella p rovin cia di T o rin o , la piccola p rop rie tà prevale sulla grande proprietà.

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5 novembre 1893

li’ E C O N O M I S T A

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rifo rm a delle tasse di successióne'. È troppo esigua

la ricchezza che ;in Ita lia :«i*.'trasferisce' gratu ita m e nte e necessariamente, perchè si possa confidare in un aumento sensibile della entrata, anche con la tassa progressiva. Anche supponendo che essa possa ren­ dere il 3 per cento più d’ ora non si avrebbe che poco p iù di 1 m ilione e mezzo o al 10 per cento 5 m ilio n i e mezzo circa.

Passando alle imposte d irette il relatore considerò, anzitutto, la imposta di ricchezza m obile ed escluse dai suoi calcoli i 105 m ilio n i rappresentanti ¡ proventi della tassa sulla ritenuta applicala alla rendita e agli stipendi. R im angono q uin di 128 m ilio n i in cifra tonda per tassa ricchezza m obile riscossa con ru o li in tutto il Regno. Ora la mèdia d i re dd ito tassabile nella p ro v in c ia 'd i'T o rin o sarebbe di L . 669 .2 6 per cia ­ scun Contribuente in scritto nella categoria A ; di L . 7 31 .1 0 per la categoria B ; di L . 911 per la ca­ tegoria C ; di L . 1,657.80 per la categoria D ; q uin d i è incontestabile la assoluta prevalenza dei p icco li con­ trib u e n ti fra q ue lli m aggiori.

Così per l ’ imposta sui fondi ru s tic i ; la provincia di T o rin o paga allo Stato 3 ,2 60 ,63 3, ma questa somma è sborsata da 2 0 9 ,4 42 co n trib u e n ti e q u in d i con una media di sole L . 1 0.78 per ciascuno. Soltanto l’ im posta sui fab brica ti dà risultanze diverse. La p rovincia di T o rin o appare gravata di 5,388,121 e q uin di per più di un sedicesimo s u ll’ im p o rto totale di 84 m ilio n i ; quella somma poi si d ivide fra 41,164 co n trib u e n ti, che rappresentano com plessivam ente un reddito tassabile di 3 5 ,15 7,6 68 e la media della im ­ posta pagata per ciascun contribuente è di 1 3 2 .1 1 ; essa q u in d i è o ltre 10 v o lle superiore alla media di 1 0.78 del contribuente dei fondi ru s tic i. N e ll’ im ­ posta dei fabbricati sono m olto p iù frequenti i grossi c on tribu e nti che non n e ll’ imposta sui fondi ru s tic i. Ma l’ imposta sui fabbricati g ra vita specialmente sui g ran d i centri e il relatore non crede che sarebbe conform e a giustizia di gravare m aggiorm ente que­ sti co n trib u e n ti, tanto più c o ll’ attuale crise edilizia.

Quanto al progetto d e ll’ on. G io lilti di cum ulare lu tti i re d d iti e di colpire q u e lli che superano le 5 ,0 00 lire con una scala progressiva, il relatore crede che il resultato della nuova imposta non po­ trà riu s cire che m olto al disotto dei 30 o 33 m i­ lio n i p re ve n tiva li e non sarà sufficente ai bisogni del bilancio, p u r portando un non lieve d istu rbo ed una grave fiscalità ai c on tribu e nti co lp iti.

P er ciò egli propose che, p u r riconoscendo essere il p rin c ip io della progressione non co n tra rio alla giustizia sociale in fatto d’ im poste, il Congresso esprimesse l’ opinione che l’ imposta progressiva non darà proventi ta li, che valgano ad assicurare al b i­ lancio dello Stato il pareggio e tanto meno quella elasticità, che è indispensabile al bilancio di una grande nazione.

La discussione, ci duole il d irlo , non è stata quale era desiderabile. Invece di considerare in sè e per sè il problem a si è discusso se o meno la politica doveva entrare di mezzo, e si è fin ito per approvare un ordine del g io rn o , che non esprim e alcuna decisa tendenza. Esso è del seguente tenore : « Il C on­ gresso, pure riconoscendo che l ’ onere delle p u b b li­ che imposte deve corrispondere alla potenza c o n tri­ butiva dei citta d in i, non esita a concludere, in base alle considerazioni e ai dati esposti che non si può ragionevolm ente presum ere che d a ll’ imposta progres­ siva si ricaveranno p rove nti ta li, che valgano ad as­

sicu ra re al b ila n cio dello Stato il pareggio e tanto meno quella elasticità indispensabile al b ila n cio d’ una grande nazione. »

A noi pare che il Congresso nob; abbia esaminato che un lato della questione, quello* cioè della p ro ­ d u ttiv ità fina* ziaria probabile della imposta progres­ siva e non l ’ a ltro della opportunità e possibilità p ratica d i; sta b ilire una imposta progressiva nel no ­ stro paese. Certo, it Congresso, tenuto conto degli elem enti che ad esso presero parte, ha. fatto bene ad astenersi dalla discussione teorica sul p rin c ip io della progressivi tà, ma non bisognava guarda re la que­ stione soltanto d a ll’aspetto del b ila n ciò , e il Congresso avrebbe dovuto affrontare tu tto il tema della tra ­ sformazióne dèi trib u ti. Se non l’ ha fa llò egli è e v i­ dentemente perchè troppe questioni erano a ll’ ordine del g io rn o, non essendosi ancora adottato i l sistema, che abbiamo sèmpre raccom andato, di lim ita rs i à discutere una o due questioni soltanto, ma in modo com pleto e profondo.

S ulla questione ìlei cam bi ha rife rito il prof. S. Go- g n e tti de M artns, la cui relazione bob è per anco

stata pubblicata. D obbiam o q u in d i lim ita rc i a tener conto del sunto datone dai g io rn a li. I l C ognetli ana­ lizzò il fenomeno del cambio e d e ll’ aggio, ra ffig u rò 10 stato d i fatto nostro in tre p eriodi a seconda della m aggiore o m inore altezza d e ll’ aggio. Il punto p iù basso dal 1871 al 1892 si trova nel 1884 e 188 6 ; nel 1 8 9 3 fin o al lu g lio I’ aggio è basso (1 0 3 ) poi segue un aum ento continuo. Q uali le cagioni di tale stato d i fatto ? Secondo il relatore sono le seguenti: 1°. fo rti im pegni delle piazze ita ­ liane verso le piazze estere (P a rig i in p rim o luògo e poi B erlino e L on dra) per il rito rn o d i v a lo ri p u b ­ b lic i, in d u s tria li e com m ercia li ita lia n i d a ll’ estero, in grosse partite e a b re v i in te rv a lli; 2° g li a rbitrag gi a lim e n ta ti dal d iva rio tra il saggio nazionale e il saggio estero del nostro consolidato ; 3° la scemata fidu cia del capitale estero n e ll’ a ltitu d in e dello Stato ita lia n o a m ettere la finanza in assetto stabile è ade­ guato alla capacità economica del paese. C itò alcuni g iu d izi inglesi sulle nostre fina'nze e ric o rd ò alcune conferenze tenute da G io rg io C lare a li’ Istitu to dei b anchieri di Londra sui cam bi c o ll’ estero e raccolte poi in un vo lu m e (The A B C o f thè foreìgn exchan- ges). In una di èsse le cause del nostro dissesto fin a n ­ ziario furono enum erate così : 4° il deficit annuale del bilancio, che è il prezzo pagato d a ll’ Italia per essere promossa a grande nazione; 2° le Banche di emissione che essendo responsabili della circolazione ne oltrepassarono i lim iti ; 3° i d eb iti. C irca g li e f­ fetti che produce l’ alto corso dei càm bi il relatore opina, n aturalm ente, che siano q u e lli stessi p rod o tti dal corso forzoso, e quanto ai rim e d i li indicò nèi seguenti te rm in i:

« 1° Che vista l’insufficienza della legge 10 agosto 1893 a raggiungere l’ intento suo principale della graduata diminuzione dell’ aggio, si preparino, più efficaci provvedimenti legislativi per il riordinamento del nostro regime bancario di emissione, per la co­ stituzione della Commissione di valutazione, per sta­ bilire le norme riguardanti la fabbricazione, i tagli, 11 cambio e la riscontrata dei biglietti e per costi­ tuire un sistema di rigida vigilanza, al triplice scopò di ravvivare la fiducia del Paese verso gli Istituti di emissione, contenere qneBti nella propria sfera di azione e affrettare il momento della piena converti­ bilità dei biglietti di Stato e di Banca­

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Slato e si metta il tesoro in grado di rifornirsi di specie metalliche mediante il normale funzionamento del regime tributario e segnatamente elei regime do- ganale. A qual fine é urgente prendere quei prov­ vedimenti, che valgano direttamente e indirettamente ad agevolare le nostre esportazioni e ad accrescere in genere i nostri crediti verso 1’ estero.

<t 3° Che 1’ azione dello Stato su tutto quanto con­ cerne il corso del Consolidato, gli impegni dell’Italia verso l’ estero e la posizione dei titoli pubblici ita­ liani sul mercato internazionale sia esercitata con previdente sagacia per impedire o neutralizzare al- l’ occorrenza il pernicioso influsso dell’ aggiotaggio e scongiurarne in tempo i pericoli.

« 4» A questo intento gioverebbe che si costituisse con pochi e scelti elementi tecnici presso la Ammi­ nistrazione centrale un ufficio d’ osservazione dei fe­ nomeni relativi alla circolazione monetaria e fidu­ ciaria, agli scambi, ecc., con abili e attivi corrispon­ denti presso le Ambasciate ;e nei Consolati. » (Senza aumento di spesa, aggiunse poi il Congresso.

Su queste conclusioni il Congresso ha discusso a lungo e si sono a vu ti alcuni discorsi che, a d ir vero, non hanno recato s u ll’ argomento m aggior luce di quella che già si avesse. Il sig. G ire tti propose che il relatore includesse tra le cause d e ll’ aggio anche la d im inu ita esportazione dei prodotti ita lia n i, e fra i rim e d i questo: che venga senza indugio posta allo studio la rifo rm a della nostra legislazione doganale per dare m aggiore increm ento alla esportazione dei nostri p rodotti. V oleva poi che al terzo rim e d io so­ praindicato fossero sostituite le seguenti parole : Che 10 Stato cessi d a ll’ in g e rirsi su tuùo quanto concerne 11 corso del Consolidato e la posizione dei tito li pub­ b lic i ita lia n i sul mercato internazionale. E queste proposte sono, sotto ogni rig u a rd o , giuste e o p p o rtu ­ ne ; esse non hanno bisogno di commento.

L ’ on. Luzzatti h a ,te n u to invece uuo di quei so­ liti discorsi, in cui abbondano le contraddizioni e le incertezze, dove nessuna questione è affrontala con l ’ intenzione di ris o lve rla , ma soltanto per esporla più o meno esattamente nei suoi te rm in i. Così l’on. L u z ­ zatti ind icò le due vie che ci stanno dinnanzi: o r i­ conoscere francam ente il corso forzoso, da cui le at­ titu d in i nostre non ci perm ettono di uscire e allora d is c ip lin a rlo a vantaggio del pubblico, invece di la­ sciarlo sussistere com ’ è a vantaggio dei p riv a ti — o volere il corso m etallico. E g li rile v ò anche i pregi e g li iuconvenienti di ciascuna via, ma poi si guardò bene dal concretare le sue Idee, esposte con la sua so­ lita in u tile e orm ai vecchia re tto rica a base d i ip e r­ b oli e di aggottivi sonori. N oi non crediam o necessa­ rio di insistere sul discorso d e ll’ on. Luzzatti, dal quale dopo tutto non si può rica va re niente di nuovo e di positivo. N oterem o soltanto eh’ egli ha detto doversi d im in u ire d i 2 0 0 m ilio n i la circolazione delle Ban­ che di emissione, liq u id a re i 3 4 4 m ilio n i di b i­ g lie tti di Stato, liq u id a re il debito della Regìa di 68 m ilio n i ; ma non ha detto con quali mezzi ciò si possa e si debba fare, nè si è giustificato per non aver fatto, quando era m in istro , tu tto ciò che ora trova necessario, anzi per aver peggiorato la situa­ zione con la legge 30 giugno 1891. E ci pare che basti questo per dim ostrare tutta la vacuità del d i­ scorso d e ll’ on. Luzzatti fatto a base di paralogism i. P arlarono sullo stesso argom ento I’ on. Alessandro Rossi, favorevole al rito rn o del corso forzoso che* a suo credere, recò vantaggi anzi che danni al paese nel periodo del 1 8 6 6 -1 8 8 3 , l ’ onor. M aggiorino F e r- ra ris che c ritic ò il funzionam ento delle nostre

Ban-che d ’ emissione e si d ich iarò co n tra rio al rito rn o del corso forzoso, il quale non solo influ isce s in i­ stram ente sui _salari, ma rin carisce i capitali, il pro­ fessor C ognetti, che difese le proprie conclusioni e specialmente il pagamento dei dazi in o ro, m entre combattè il corso forzoso sta b ilito per legge. Però il Cognetti voleva anche la riduzione dei dazi sul frum ento, sul frum entone, la m eliga e il petrolio. Il Congresso fin ì c o ll’ aecettare le proposte del relatore e altre d e ll’ on. F e rra ris , con le quali si dichiara che è suprema necessità del paese di affrontare i s a c ri­ fic i necessari per ris ta b ilire un forte e d u ra tu ro regim e m etallico e si indica tra le cause d e ll’ alto corso dei cam bi « l’ ind irizzo erroneo della politica finanziaria e m onetarla dopo l’ abolizione del corso forzoso ». Poscia il Congresso approvò il seguente ordine del giorno proposto dagli on. Rossi, De A n ­ geli e B e ru tti :

« Il Congresso afferma che a riso lve re la grave situazione finanziaria e m onetaria occorra innanzi tutto il pareggio im m ediato del bilancio dello Stato da ottenersi con economie ed anche con imposte.

« Laddove Governo e Parlam ento non prendano prontam ente g ran d i p rovved im e nti di finanza e di circolazione idonei a ris ta b ilire le corre nti m etalliche fa voti che, come m inore dei m a li, si d is c ip lin i per legge il corso forzoso, già esistente di fatto, con quei p rovved im e nti che io tem perino a pubblica u tilità , avocando allo Stato g li u tili eventuali del medesimo, che avvantaggiano g li Is titu ti p riv a ti ».

E da u ltim o fu votata la p reg iud iciale sulla que­ stione del pagamento dei dazi in valuta m etallica.

Non è il caso di fa r osservazioni, nè molte nè poche, sopra questi vo ti del Congresso, che, nella massima parte, concordano con quanto è stato più volte sostenuto in questo periodico. Ben disse il prof. C ognetti che il nostro paese non è accasciato, ma è sfiduciata perchè i sacrifizi chiestigli man mano, e che dovevano essere sem pre g li ultimi, non basta­ rono a scemare il disavanzo e nuovi sacrifizi do- ventano necessari. È ciò che abbiam o scritto p iù v o lte ; dove non possiamo esser d’ accordo col Re­ latore è quando confida ancora che il paese possa levarsi di dosso quella cam icia di Nesso che è il corso forzato. Non vale I’ illu d e rs i ; l’ Ita iia per una serie d i e rro ri p o litic i, fin a n z ia ri e bancari ha sciu­ pato m iseram ente l’ operazione com piuta nel 1883 ed ora per parecchi anni non potrem o tornare in condizioni m onetarie n o rm a li. Che poi il corso fo r­ zoso sia riconosciuto p e r legge io esista solo d i fatto, è questione che, nel rig u a rd i econom ici, ha im p o r­ tanza secondaria, perchè il paese ne risente sempre le stesse conseguenze. Ma finanziariam ente potrebbe non essere la medesima cosa, se riconoscendo lo stato vero delle cose si sapesse e volesse orga­ nizzare tutto un piano per ottenere stabilm ente il pareggio e provvedere al m ig liora m e nto del credito p ubblico. Ma dove sono g li u o m in i adatti a una si­ m ile bisogna ?

La nuova convenzione monetaria

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diseu-i

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L’ E C O N O M I S T A

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tendo a P arigi, perchè mantenendo la U nione m o ­ netaria latina sia permesso a ll’ Italia di em ettere i b ig lie tti da una lira e sia dichiarata la nazionaliz­ zazione degli spezzati. Le d ifficoltà che ora si in ­ contrano le avevamo già prevedute da lungo tempo e ne abbiamo anche tenuto parola ai nostri le tto ri, non c i m e ra vig lia q u in d i se il Governo francese ha avuto l ’ aria di essere m olto condiscendente verso le nostre domande, sapendo che l’ opinione pubblica sa­ rebbe stata contraria a ogni concessione che possa age­ volare la situazione interna del paese.

E per lo meno strano infa tti che m entre in Italia si afferm a dovunque e ad ogni istante che la causa p'rincipale dei n ostri guai è la malevolenza politica della vicin a nazione, mentre lo stesso P rim o M in istro a D ronero chiam ò il mercato francese nem ico d e l- l ’ Ita lia , il G overno abbia poi la speranza che questa malevolenza e questa in im ic iz ia si traducano in una concessione che ci toglierebbe da uno degli imbarazzi p iù m olesti, com e-è q u e llo della scarsezza della moneta di piccolo taglio.

V ediam o qualche giornale che si illu d e al punto da credere che il M inistero francese farà della con­ venzione una questione di G a b in e tto ; crediam o ne­ cessario rico rd are che in m om enti m olto p iù calm i di questi e quando la opinione pubblica delle due nazioni era tanto meno eccitata, la Camera francese respinse una volta un trattato dì com m ercio, u n ’ al­ tra volta un trattato di navigazione, senza che av­ venisse nessuna crise m inisteriale.

A noi pare invece che pericolo corra tu tto l ’ in ­ sieme di q u e ll’ assurdo e dificio che è la U nione m onetaria latina. G li S tati U n iti d’ A m erica hanno già votata 1’ abrogazione del Sherman act, e le no­ tizie che si hanno sulla a ttitud ine probabile di quel grande paese è che si apparecchi al m onom etallism o d’ o ro , considerando il progetto Voorhees testé ap­ provato, come il p rim o passo ad una d e fin itiv a si­ stemazione.

Già 1’ oncia d’ argento che il 28 O ttobre segnava ancora a Londra 33 d. l/ i} je r i non valeva che 32 d ., ed è da attendersi che non sia questo I’ u ltim o prezzo.

Potrà continuare a sussistere la Uniona Ialina con

uno stock d’ argento m onetalo considerevole de­

prezzato quasi del 3 0 per cento ? Non sentiranno bisogno la Francia ed il Belgio e la Svizzera di r i­ volgere la attenzione al loro regim e m onetario e non si chiederanno se sia possibile che paesi em i­ nentemente com m erciali, come essi sono, possano rim a n ere b im e ta llis ti a rapporto fisso, quando la ne­ cessità delle cose abbia spinto g li S tati U n iti e l ’ India al m onom etallism o d’ oro?

In Ita lia le m iserie della v ita p o litica distolgono il p u b blico non solo, ma anche g li u o m in i di Stato dal volgere i l pensiero ai grandi problem i che le n ta ­ mente, ma inesorabilm ente si m aturano. Ciò non toglie però che i fatti incalzino, e come avviene orm ai troppo spesso, c i tro vin o im p re pa ra ti non p u r nei p ro v v e ­ d im e n ti, ma perfino negli studi.

M entre l’A u s tria -U n g h e ria , la R om ania, l’ In d ia , g li Stati U n iti discutono e legiferano in to rn o alla q u e ­ stione m onetaria, noi preoccupali di q u is tio n i secon­ darie soltanto tacciam o e quasi sem briam o non in ­ teressati.

T u tta via ritie n s i im possibile una im p ro vvisa denun­ zia della U nione latina, denunzia che del resto sarebbe giustificata non soltanto d a ll’ insuccesso della Lega,

ma anche da una serie di fatti estrinseci che hanno m odificato lo stato delle cose? E la susseguente l i - qnidazione degli scu d i? E d il regim e legale in te rn o ? N ulla di nulla ; — a ll’ u ltim o momento un M in istro qualunque abbozzerà un progetto, la Camera a tam ­ b uro battente lo approverà e l’ Ita lia sarà gratificata di una legge organica m onetaria, discussa in poche settimane, m entre ta n ti a ltri paesi hanno provveduto ai casi loro con lu n g h i stu d i e con pazienti in ve ­ sti gazioni.

IL CALCILO DELLA RICCHEZZA PER IP R IIP A L I PAESIi;

V. — La ricchezza in Austria-Ungheria, Grecia, Stati Uniti e Messico.

Austria-Ungheria. — Nel 1880, il Beer stim ava la

ricchezza totale d e ll’ im pero austro ungarico di 40 m i­ lia rd i di fio rin i (capitale) di lire ciò che equivarrebbe a 100 m ilia rd i, am m ettendo pel fio rin o d i carta un valore eguale a quello del fio rin o d ’ oro, cioè di franchi 2. 30. A l cambio m edio ci sarebbe è vero u n ingrossam ento di c irca un quarto della cifra data ; ma anche riducendo la stim a a 80 m ilia rd i, questa c ifra sembra al de F o v ille ancora assai elevata. Quanto al re dd ito del l’ A u s tria -U n g h e ria , esso e stato determ inato nel 1839 con 8 m ilia rd i e mezzo di fra n c h i dal Gzoernig e nel 1874 a 14 o l o m i­ lia rd i dal Neum ann S p a llart. Nel 1884 il R oschm ann- H oe rb urg supponevalo di 13 m ilia rd i (sem pre in ra ­ gione d i 2 fra n ch i, 30 per fio rin o ).

P er l ’ A ustria sola, la ricchezza im m o b ilia re è stata stim ata nel 1838 a quasi 13 m ilia rd i (3 ,9 0 8 m i­ lio n i d i fio rin i) da una statistica a m m in istra tiva ; nel 1 86 8 dal F illu n g e r a 21 m ilia rd i e mezzo (8 ,37 2 m ilio n i di f io r in i) ; nel 188 4 dal R oschm ann-H oer- b u rg a 16 m ilia rd i e un q ua rto (6 ,49 7 m ilio n i d i fio r in i) ; dall’ Inam a Sternegg, alla stessa data, a 19 m ilia rd i e mezzo (7 ,73 3 m ilio n i di fio rin i); nel 1891 dal dott. S c h ifi a 23 m ilia rd i (1 0 m ilia rd i di fio ­ r in i d i cui, non tenendo conto della Dalm azia, 6,3 per te rre n i e 3 ,2 per fa b b rica ti). 11 cam bio attuale richiederebbe che tutte queste c ifre fossero rid otte di un quinto.

Recentissimamente il dotto presidente della C om ­ m issione centrale di Statistica a V ie n n a , T Inama S ternegg ha applicato alla stim a della ricchezza in A u stria il metodo dei v a lo ri successorii in concor­ renza con a ltr i metodi di investigazione. E g li ha tro va to le seguenti c ifr e : re d d ito totale del popolo austriaco 2 40 0 m ilio n i di fio rin i (circa 3 m ilia rd i di fra n c h i) capitale 30 m ilia rd i d i fio rin i (o ltre 60 m ilia rd i d i fra n c h i.

P er l’ U ngheria un giovane cultore di statistica, F ederico F e lln e r, ha tentato u ltim a m e nte una va lu ­ tazione approvata d a ll’ U nive rsità reale ungherese. Si può riassum ere così :

M ilio n i <Ji fio rin i

Terreni e miniere... 6,500 Fabbricati...1,100

Vie e mezzi di trasporto. . . . 700

Valori mobili diversi... 2,000

____ Totale.. . . 10,300

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A l cambio ¡»ftuale-ciò farebbe da 22 a 27 m ilia rd i. Questa valutazione in ciò ohe concerne i terreni, sembra al de F o v ille doversi ritenere come un m i-

nimutn.

Grecia. — Il sig. S kiadan, capo d e ll’ u ffic io d i' statistica del M inistèro delle finanze in Grecia, c a l-! cola il complessivo reddito del popolò greco in 6 7 0 m ilio n i di fra n ch i. In capitale, le ricchezze private am m onterebbero in tutto a 5 0 6 m ilia rd i, e c io è :

M ilio n i d i fra n c h i

Fabbricati. . . ‘..2,672

TéiTeni.. i ... 2,090

Foreste (escluse quelle dello Stato)... 252

Titoli di S tato ... 130

Capitale versato dalle Banche e Società 126

Valori diversi... 50

Totale.. . . 5,320

11. valo re delle foreste, comprese quelle di Stato, 6 stim ato dal sig. Skiadan in 800 m ilio n i.

Ma il corso forzato e il deprezzamento della carta­ moneta giustificherebbero qui una riduzione consi­ derevole.

Stati Uniti. — Gol nome di Census, g li Stati

U n iti organizzano ogni decennio un inve nta rio ge- nèralè, una inchiesta universale, in cui trovano posto tu tti g li elem enti della economia nazionale. La r ic ­ chezza della popolazione v i si trova espressa in cifre in due d ive rsi m o di. Da una parte c’ è T assessed

valuation, stim a che si fa in vista della riscossione

deli’ imposta sul capitale e che è notoriam ente atte­ nuata sopratutto in quanto concerne la ricchezza in form a di beni m o b ili.

D a ll’ altra parte c’ è quella che si chiama trae

valuation 0 stim a puram ente statistica, che m ira al­

meno ad esser l’ espressione della verità.

L e situazioni successivamente accertale compresi i ris u lta ti som m ari pubblicati o r ora dal soprainten- dente del Census del 1890 sono questi :

R ic c h e z z a e ffettiv a A n n i S tim a fiscale V alo re asso lu to Q u o ta p e r a b ita n te (m ilio n i d i fra n c h i) (m ilio n i di fr.) (fra n c h i)

1850...

.

35,680 1,540

1860... 60,425 80,800 2, 570

1870... 70,395 150,345 3,900

1880... 84,515 218,210 4, 350

1890... 121,250 313,000 5,000

La cifra di 5 1 3 m ilia rd i pel 1890 sembra sia stata ottenuta, am m ettendo lo stesso rapporto del 1880

tra Vassessed valuation e la true valuation (3 9 per

cento). Il ra pp o rto era ris u lta to del 47 per cento nel 187 0 è del 75 per cento nel 1860.

L ’jn c re m e n to totale dal 1 88 0 al 1890 apparisce d i 95 m ilia rd i, ossia quasi del 45 per cento.

N ello stesso in te rv a llo si trova, per sole 75 città, che i capitali in v e s tili n e ll’ ind u stria si sono accre­ sciuti di 7 .6 15 m ilio n i di franchi, che il valo re dei p ro d o tti otte nu ti è prog re dito d i 10.12 0 m ilio n i di d o lla ri è l ’ am m ontare dei s a la ri.d i 3 39 0 m ilio n i.

Il m ovim ento dèlia ricchezza im p o n ib ile varia notabilm ente d a ll’ uno a ll’ a ltre Stato della Unione. Dopo il 1880 c’ è un regresso nella C arolina del S ud, nel M aryland, n e ll’ Illin o is e sopratutto nel Nevada in seguito al rin v ilio d e ll’argento. Lo Stato di Nuova

Y o rk , che è il più ricco, ha progredito del 42 per cento (1 3,2 00 m ilio n i di (ranchi nel 1880 e 18,800 nel 1 8 9 0 ) ; la Pensilvania che viene subito dopo, ha guadagnato il 54 per cento (8 ,4 0 0 m ilio n i nel 1880 e 13 m ilia rd i nel 1 8 9 0 ); il Massachusetts il 36 per cento (7 ,9 0 0 m ilio n i nel 1 8 8 0 , 10,80 0 nel 1890) ; l’O hio il 16 per cento (7 ,60 0 m ilio n i nel 1880 c 8 ,900 nel 1890. A lcun i tra g li Stati recentemente: aperti alla c iv iltà presentano dei saggi di progres­ sione strao rd ina ri ; il Dakota del N o rd il 7 92 por cen­ to ; il Dakota del Sud il 1041 per cento.

La distribuzione della ricchezza è p iù ineguale ancora n e g li S tati U n iti che in E uropa. Una fòrm ula : bandita dal p a rtito dem ocratico n e ll’ u ltim a campa gna elettorale o che rip o rtia m o , ben s’ intende, sotto* ogni rise rva, accusa il regim e protezionista d’avere ' « concentrato nelle mani di 17,000 in d iv id u i metà della ricchezza della grande R epubblica e assicurato a 250 c ap italisti un dodicesim o d e ll’ a ttivo totale di 63 m ilio n i di citta d in i ».

Messico. — Una statistica ufficiale , che serve di

base alla riscossione delle imposte e le cui c ifre sembrano essere in fe rio ri di un terzo al vero, v a ­ luta attualm ente la proprietà fondiaria al Messico a 2 m ilia rd i e mezzo di franchi (5 0 6 .6 m ilio n i di piastre). In questa cifra la proprietà urbana entra per 1300 m ilio n i di franchi e la proprietà ru ra le per 1200 m ilio n i.

(Fine).

PER IL PAGAMENTO DEI SALARI

IL

L e generali osservazioni, che direm m o di metodo, suggeriteci dalla Relazione, che accompagna il d i­ segno di legge sul pagamento dei sala ri, se ci fanno ritenere inopportuno un esame m inuzioso e detta­ gliato del disegno stesso, non ci consentono di tacere di alcune disposizioni in esso contenute, le quali anche prescindendo dal peccato di o rig in e , sembrano p iù delle a ltre esposte ai giusti attacchi della critica e co no m ico-giu rid ica .

I l disegno di legge, affrettiam oci a constatarlo, si ispira largam ente alla legge belga del 1887 « re ­ golante il pagamento dei salari per le classi ope­ raie » : in alcuni a rtic o li, come ve d re m o , la segue fedelmente a d literam, in a ltri se ne allontana un poco, a parer nostro non m igliorandola : pochis­ sim i sono g li a rtic o li che h a n n o .u n certo sapore di o rig in a lità . E com inciando dal prim o, non si può a meno di deplorare la form a nebulosa e vaga me­ diante la quale esso determ ina la sfera di a pp lica ­ zione della legge; prescrivendo che siano pagati in m oneta, eec. « i salari d o vu ti agli operai, all & persone di servizio ed ai lavoratori in genere ><: esclusi come già vedem m o i lavo ra to ri a g ric o li (a rt. 1 4). — Ora, poiché si vo lle raffazzonare sui m odelli s tra n ie ri una nuova legge invece di foggiarla con c rite ri ind ip en ­ denti, in accordo con le speciali condizioni del paese, ci sarà permesso di censurarne le disposizioni, va­ lendoci appunto degli argom enti che ci fornisce

(7)

5 novembre 1893

L’ E O O N Q M I S T A

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quella legislazione estera, da cui il disegno nostro

ripete le sue o rig in i.

Osserviamo q u in d i che prescindendo per un mo­ mento d a ll'e s e m p io d e ll’ In g h ilte rra , la. quale per mezzo di successivi am pliam enti a rriv ò ad a pp lica re ,

il Truck Amendment Act *) ad ogni la v o ro ma­

nuale, ru ra le ed ind u stria le (escludendo però sem­ pre ¡ dom estici e facendo; delle rise rve per il servant

in hmbandry) noi tro via m o nelle altre leggi stra­

niere una m aggiore precisione nel d e fin ire le classi dei la vo ra to ri, .alle quali vogliono essere rife rite .. — , E non soltanto la tro via m o in quelle che si o ccu ­ pano di speciali categorie di la v o ra to ri, come sa­ rebbero la legge svizzera, l’ ungherese, la russa o la tedesca^ ma anche nella belga che puro ha il ca­ rattere e g li in te n d im e n ti di una legge generale. Questa in fa tti dopo di aver parlato nel I® articolo di operai in genere, dichiara nel 12° di non con­ cernere nè g li operai a g rico li nè i domestici, nè in generale gli operai alloggiati e nutriti presso i loro

padroni. Non v ’ ha legge straniera che in questo a r­

gomento si occupi delle persone di se rviz io : e lo g i­ camente, perchè se è giusto che la legge intervenga quando la sostituzione di m erci o d i derrate alla m o­ neta corrente costituisce un pagamento anormale fon­ dato sopra un abuso, non è niente affatto ra gio ne ­ vole il divie to di u n compenso in generi, se è na­ turale e vantaggioso per entram be le p a rti.

In conform ità con questo p rin c ip io le leggi straniere contro il truck come hanno lasciato da parte tutte indistintam ente alcune categorie d i la v o ra to ri, così hanno sta b ilito delle eccezioni in favore di ta lu n i pa­ gam enti in natura. D i vero, m entre la legge sviz­ zera del 1877 a ll’a rt. 10 prescrive che i salari nelle

fàbbriche sieno pagati ih moneta avente corso legale

e non ammette alcuna specie di eccezioni, come non l’ ammette del resto la legge russa « re lativa alla sor­ veglianza degli sta b ilim e n ti di in d u stria m anifattu­ riera »: al con trario le leggi inglesi (T ru c k A ct. 1831. sec. 23 — T ru c k Am end - A ct. sec. 4 ), la tedesca ( § 115 — Reichs-Gewerbe-Ordnung), l ’ austriaca (a rt. 78 della Gemerbe-Ordnnng austriaca), l’ unghe­ rese (a rt. 118 della legge 21 m aggio 1 88 4), la belga (a rt. 2° della legge 6 agosto 1 88 7) enum erano m o l­ tep lici e presso a poco identiche eccezioni. E per v e rità queste eccezioni, quantunque possan n elle mani di padroni disonesti d ive n ta r strum ento di inganno e di frode, pure appaiono come assolutamente in d i­ spensabili, perchè in m o lti casi rappresentano un si­ curo tornaconto per i lavo ra to ri. Esse com prendono o ltre che g li u te nsili g li speciali vestiti o u n ifo rm i, e le m aterie p rim e , che dovrebbero v e n ir fo rn ite dagli operai, anche l ’ alloggio, il godim ento d i te rre n i, le derrate, le vesti com uni, il com bustibile, l’ assistenza medica, le m edicine. Così dispongono tanto la legge germ anica quanto l’ austriaca e la belga : con la sola differenza che m entre la p rim a e la seconda esigono soltanto p e r g li a lim en ti, che essi sieno fo rn iti al

prezzo di costo, l ’ ultim a prescrive che tutte le som­

m in istra zion i della seconda categoria (esclusi cioè g li

’) Nella sec. 2 della legge 1887 è detto che la pa­

rola « artificer » del principal Act deve racchiudere

ogni workman secondo la definizione data d* questo

dall’Emplòyers and Workmen A ct (38 & 39 Vici. c. 90) che nella sec. 10 dichiara appunto : « la parola ope- « raio non comprende i domestici ma solamente gli « individui impiegati per un servizio manuale, rurale

« e industriale ».

u te nsili, le m aterie p rim e e l ’ u niform e) sieno effet­ tuate sotto questa condizione e previa una speciale autorizzazione —- di più., la logge belga non parla di m edicine o di assistenza medica. — Del resto le tre leggi concordano p e li’ autorizzare il padrone a fo r­ nire. agli operai g li. Oggetti più su ric o rd a ti, p re le ­ vandone il prezzo nel m om ento della paga. V ediam o che dispone il disegno d i legge italiano e confron­ tiam olo. con la legge belga.

L ’ art. 15 (u ltim o ) dice che non si vieta di pat­ tu ire « per la prestazione d ’ opere oltre il pagamento

« del salario la som m inistrazione dei c ib i e T a llog - « gio purché il prèzzo di essi non sia superiore al

« al prezzo corrente nel luogo » ; e d’ altra parte l’ art. 2 dispone che « i p adroni non possono p re- « levare dai salari d ovuti alle persone etc. veruna « parte per c re d iti che vantassero verso di essi o a « tito lo di prezzo di generi a lim e n ta ri fo rn iti o per « a ltre som m inistrazioni, tranne nei casi :

« l . ° di anticipazioni fatte sui salari.

« 2.“ di provviste degli arnesi e s tru m e n ti di « lavoro e delle m aterie o dei m a te ria li occorrenti « al lavoro e che dovrebbero esser fo rn iti dai la - « vo ra n ti. Le deduzioni però non possono eccedere « i due q u in ti del salario dovuto ».

Pattuire oltre *) il pagamento del salario ; dice il

disegno di legge italiano : fournir a charge d’impu-

tation sur les salaires dice la legge belga : la p rim a

espressione, che richiam a il preliminare accordo della legge austriaca, se ha l ’ effetto di subordinare la facoltà del padrone al consenso d e ll’ operaio, il che a parer nostro non sarebbe male inteso, d’ altra parte com ­ binata con l’ a rt. 2.° conduce a ll'e q u iv o c o o a ll’ as­ surdo. D i fatti supposto che nel con tratto di lavoro sia pattuito un salario in mdnela corre nte più una prestazione d i derrate : che a un m om ento dato que-, sta prestazione sia aumentala col consenso anzi per desiderio d e ll’ operaio : in tal caso il padrone a sensi d e ll’ a rt. 2° non potrebbe p relevare sul s a la rio ,l’ im ­ porto del m a gg ior valo re della prestazione « a tito lo di prezzo di g en eri a lim e n ta ri fo rn iti », e d’ altra parte non g li sarebbe dato neppure di valersi del lim ita to d iritto concesso dal N . I o (a rt. 2 ) ; le som­ m in istra zion i non potendosi considerare come anti­ cipazioni fatte sui salari dal m om ento che ra pp re ­ sentano « qualche cosa che si può dare soltanto

oltre il salario ». Q uindi la necessità per il padrone,

ove e g li non voglia conceller cre dito a llo scoperto, di far precedere Un cam biam ento di patti ad ogni m o­ dificazione (p er quanto in sig n ifica n te ed anche accetta a ll’ operaio) introdotta nel ra pp o rto fra moneta e p re ­ stazioni. — Questo a rig o r d i logica e d i d iritto ; in realtà la legge sembra destinata ad essere elusa con grandissim a fa c ilità ; appunto perchè essendo il contratto di lavoro, nella m a gg ior parte dei casi meram ente verbale, una rise rva fatta dal padrone: nel momento in cui' si aumenta i l valo re della pre­ stazione, d’ accordo col lavo ra to re , può sta b ilire n e t­ tamente che la som m inistrazione non è fatta a c re ­ dito , ma deve scontarsi sul s a la rio , che viene così,

(8)

per m utuo consenso, d im in u ito del prezzo c o rri­ spondente.

Abbiam o veduto che le eccezioni nel disegno ita ­ liano sono più scarse che nelle altre leggi : e ciò non è b e n e 1) ; perchè una volta ammesso il p rin ­ cipio, sembra dannoso lim ita rn e eccessivamente l ’ ap­ plicazione col rischio di riu s cire a norm e vessatorie e tiranniche. — D ’ altra parte ci sembra m ollo grave la disposizione contenuta n e ll’ art. 2°, che lim ita o vieta la compensazione dei d ebiti dell’ operaio col corrisponde ite debito del padrone per il salario. Questa norm a, che porta una deroga al p rin c ip io di d iritto com une sanzionato dagli a rtico li 1283 e se­ guenti del Codice C ivile , sembra a prim a vista m olto favorevole alle classi la v o ra tric i ; in realtà potrebbe recar loro ben scarsi vantaggi, — Come l’ inseque- s ra b ilità dei salari proclamata di fronte ai terzi è destinata (checché in con trario sostenga il N i t t i ) * * 5 * * 8) a scemare presso di quelli il credito degli operai così e p iù forse, il p rin cip io contenuto nell’ art. 2° deve distogliere il padrone dalle anticipazioni e dai prestiti, sottraendo a ll’ operaio anche quest’ u ltim a risorsa. Non insistiam o del resto su questo argomento delle rite nu te , che vuole essere esaminato insieme con l ’a ltro corrispondente della insequestrabilità dei salari.

Passiamo invece in rapida rassegna i rim a n en ti a r­ tic o li del disegno di leg g e: L ’ art. 3 affrontando la questione dei te rm in i del pagamento (che a rig ore è estranea al truck)*) dichiara che i salari debbono ve­ n ir pagati ogni settimana od ogni q u in d ici g io rn i se­ condo che non superino due o cinque lire al g io rn o : « nei lavo ri a cottim o, nei quali la liquidazione del « compenso è riservata ad opera com piuta,si dovranno « dare ai lavo ra nti anticipazioni settim anali in pro- « porzione del lavoro eseguito ». Il p rin c ip io di re ­ p rim e re abusi deplorevolissim i come quello di pa­ gare i lavo ra to ri a lunghe o ad irre g o la ri scadenze a noi sembra p iù che g iu s to ; ed egualmente giusta ci pare la distinzione (che è una novità di fronte alla legge belga) stabilita fra i salari a seconda della loro entità : quanto più i salari sono scarsi e povero è il b ilancio d e ll’ operaio, tanto più im porta che la mercede g li venga frequentem ente liqu ida ta. C re­ diam o questa in sostanza una disposizione u tile , ma certo non sufficiente di per sè a salvare il lavoratore dagli accreditam enti, siccome fa mostra di credere il B rentano : anche coi pagamenti settim anali I’ even­ tualità d i con trarre dei d e b iti verso il padrone o verso i terzi perm ane e si realizza per V operaio, o g ri volta che le sue spese crescono, sia pure in v ;a affatto tra n sito ria , m entre le entrate rim angono inalterate.

D el testo, g ra v i d ifficoltà si incontrano per de­ term ina e le se,«de ìze da osservarsi nei pagamenti degli operai c o ttim is ti : un progetto francese (re ­ lato *6 B ru ge illes) li escludeva dai benefìzi della legge : egualmente la legge svizzera fa luogo per loro alla convenzione delle p a rti : la legge belga raddoppia q u i i te rm in i dichiarando che « p o u r les ouvrages à façon à la pièce ou par entreprise le réglem ent p artie l et ou d é fin itif sera effectué au moins

') Tale parere espresse anche la Commissione nel suo voto.

5) Nella Relazione che precede il Disegno di Legge snlla, insequestrabilità dei salari.

’) E deplorevole che una volta usciti dal campo del truck propriamente detto, non si abbia pensato alla spinosa questione delle multe.

une fois chaque mois ». Solo i com ponenti della Commissione inglese del 1870 am m ettono la pos­ sibilità di un pagamento settim anale anche per questi la v o ra to ri, in ogni caso. A ccenniam o non riso lvia m o la questione: ma non possiamo a meno di ritenere di più che d iffic ile applicazione la norm a sancita dal capoverso d e ll’ a rticolo terzo.'

( Continua)

Ad o l f o Or v i e t o.

Rivista Economica

L a co operazion e n e ll'a g r ic o ltu r aLe sc u o le d’a r t i e m e s tie ri.

La cooperazione nell’ agricoltura. — È stata pubblicata la relazione del prof. Manassei al qua rto Congresso U m bro, tenuto in Città di Castello, in ­ torno alla rifo rm a dei Com izi a gra ri, che form erà tema di uno dei progetti di legge che saranno p re ­ sentati al Parlam ento d a ll’ on. M in istro d’ a g rico ltu ra . D iam o alcune notizie s u ll’ argom

ento-È certo che la cooperazione, la quale anche in Ita lia ha fatto discreta prova nella ind u stria e nel com m ercio spicciolo, ha trovato finora scarsa e poco proficua applicazione n e ll’ a grico ltu ra e presso g li operai a g ra ri.

M o lti assegnano le cause di questo fatto allo spar­ pagliam ento delle masse operaie ru ra li, alla esiguità dei loro salari, alle loro tra dizion i con serva trici ed aliene in massima da n ovità e da associazioni a tipo moderno, e finalm ente alla deficienza di coltura e di istruzione.

Il Manassei invece non crede, e noi pure non crediam o, che la cooperazione sia pianta che non possa a llig na re fra g li a g ric o lto ri e qualche esempio,

rari nantes, corrobora questo nostro convincim ento.

In In g h ilte rra non tanto lo sparpagliam ento, quanto la costituzione sem ifeudale delle g ran d i proprietà che pesa sulle masse a gra rie , ha im p ed ito finora ai contadini la libe rtà di associarsi, ma anche là a m i­ sura che si estendono g li allotments (appezzamenti di terreno dati a te rra tic o ), le u n io n i agricole si vanno form ando.

In Italia la posizione dei la vo ra to ri a g ric o li è m olto p iù indipendente, e da questo lato le d ifficoltà m o­ ra li per l’ esercizio della cooperazione sono m olto m in o ri.

E si noti che in In g h ilte rra sono circa 2 m ilio n i g li operai a g ric o li, e in Ita lia sono o ltre 8 m ilio n i, per cui la questione ha presso di noi una im p o r­ tanza qua ttro volte m aggiore.

In fa tti si vede in m o lte campagne d ’ Italia che non ostante lo sparpagliam ento degli operai a g rico li, le tendenze cooperative accennano a riv e la rs i'; e in Lom bardia si enunciano nelle latte rie sociali e nei fo rn i A n e lli ; nel Veneto con le piccole banche a tipo Raffeisen ; nelle Romagne con le società dei braccianti ; qua e là con alcune associazioni d i m utuo soccorso.

S i sono p u r viste qua e là sorgere come meteore fugaci, coalizioni temporanee di contadini e scioperi a gra ri.

(9)

5 novembre 1893

L’ E C O N O M I S T A

717

64 nel Veneto e sopratutto a Mantova e a R ovigo,

31 nel M ilanese, 23 nel Bolognese, Parma e Modena, 19 nel Ferrarese e nelle Romagne. Di questi s cio ­ peri, la m aggior parte per aumento di mercede, 3 per riduzione della medesima, 13 per cattiva qua­ lità del granturco, alcuni per n uovi p a tti di fitto, 1 per dim inuzione di ore di lavo ro , 37 con m inaccie ed atti v io le n ti, 107 senza manifestazioni o stili.

Questi esempi o tentativi di cooperazione, per la produzione o per la resistenza, dim ostrano :

1° che ai contadini ita lia n i, in specie n e ll’ A lta Italia e nella C entrale, non manca l’ a ttitu d in e di collegarsi ed organizzarsi ;

2° che finora i soli m estatori p o litic i, come abbiamo anche g io rn i sono accennato parlando della agitazione in S ic ilia , si adoperano a sfruttare queste a ltitu d in i ;

3° che anche nelle masse degli operai a gra ri il desiderio e l ’ istinto di un m ig liora m e nto di con­ d izio ni economiche, serpeggia lateute ed incom preso, sebbene sia ancor lontano il g iorno in cui p ro ro m ­ perà in pericolose ed inconsulte agitazioni.

In Italia, nel paese classico della mezzadria, nel ceto agricolo, meno che in a ltri, può e deve sor­ gere guerra di classe. Due form e di associazione possono invece u tilm ente prosperare, il m utuo soc­ corso e la cooperazione.

Quanto alle Società di resistenza, n e ll’ a g rico ltu ra italiana non rappresenterebbero che uno s'ciupio di forze, una specie di arm ala stanziale per com battere un nem ico che non esiste.

D i fatti in contrade, in cui la mezzadria ra pp re ­ senta P ottanta per cento delle condizioni agricole, e in v irtù di questa form a giusta e benefica di par­ tecipazione, il lavoro è affidato in ciascun podere ad una sola fam ig lia, che influenza potrebbe eser­ citare il concerto e la cospirazione dei b raccian ti tendente a rifiu ta re un lavoro non rich iesto e in ogni modo facilm ente supplito ?

Quale scopo pr. tico potrebbero avere società sif­ fatte, se non quello vagheggiato da m estatori desi­ derosi di pescare nel to rb id o ?

Certo che anche la cooperazione non può in tro ­ d ursi nelle nostre campagne di punto in b ia n co ; è necessario che il patronato cooperativo e la coope­ razione mista precedano ogni altra form a coopera­ tiv a ; e q uin di in un p rim o stadio si vadano attuando le is titu zio n i cooperative sem plici, come le società di m utuo soccorso e quelle di consum o speciale, ris tre tto a ll’ approvigionam ento di pochi a rtic o li di p rim a necessità e di ■ m dom estico ; p er lasciare al tempo e ad un secondo stadio cooperativo, la form azione delle società d i acquisto di m aterie u tili e le società di produzione e di vendita colle ttiva.

I l patronato può essere esercitato dalle classi p rop rie tarie a prò’ delle la v o ra tric i, con l’ elemento d e ll’ intelligenza d ire ttiv a e con una contribuzione non gravosa per chi la fa e non u m ilia n te per chi la riceve.

I p ro p rie ta ri ita lia n i, facendosi p ro m o to ri di coo­ perazione nelle campagne, con I’ autorità e. l ’ azione loro possono dare ai sodalizi cooperativi ru ra li un ind irizzo ferm o e fecondo, una im p ro n t seria e pacificatrice.

Ma se questa azione è d iffic ile , isolata ed in d i­ vid u a le , può riu s c ire agevole fatta collegialm ente.

E d ecco perchè il relatore invoca 1’ opera dei C om izi A g ra ri, i quali raccogliendo la parte p iù

operosa e svegliata delle classi agrarie d irig e n ti, potrebbero farsi centro del m ovim ento a grico lo coo­ perativo.

I C om izi A g ra ri, sorti in v irtù di un regio de­ creto del C ordova nel 1866, ritoccato dal decreto Pessina del 1878, attendono ancora una legge o r ­ ganica, che ne deterfain i chiaram ente i mezzi di esistenza, le m ansioni e l’ ordinam ento. Essendo, q u a li sono, e n ti m o ra li, rico no sciu ti dallo Stato, capaci di contrattare e di possedere, possono o rd i­ narsi norm alm ente in due sezioni, una di soci ef­ fe ttiv i e I’ a ltra di aggregati, cioè di esercenti 1’ arte agraria e questi sud divide rsi secondo il bisogno, in sotto-sezioni, g ru p p i e nuclei coordinati alla sezione degli e ffe ttiv i.

G li e ffe ttiv i possono attendere agli u ffic i della rappresentanza, come fanno adesso: g li u n i e g li a ltr i riu n irs i per s tu d i ed esperienze tecniche ; g li aggre­ gati poi, organizzarsi in società o maestranze coo ­ perative, arm onicam ente collegate ai c e n tri co m izia li. La nuova legge avrà m olta influenza a p re d i­ sporre questi u tili ris u lta ti. Poiché non v i è paese in c u i si p arli tanto male del governo come in Ita lia , e in cui viceversa lo si veneri con m aggiore fe ti­ cism o, e dal governo e dalla legge scritta si atten­ dano ispirazion i ed ausilio.

Con la nuova legge assai probabilm ente sarà p ro v ­ veduto alle finanze dei Com izi e probabilm ente sarà disposto che i rappresentanti com unali che v i in ­ tervengono siano eletti a suffragio d ire tto degli a g ri­ c o lto ri. Questo ordinam ento potrà creare n uovi ra p ­ p orti tra la classe d irige nte e la classe esercente I’ a g ric o ltu ra .

Nella relazione m in iste riale che precedeva il d i­ segno di legge presentato nel 1883 si leggeva : « La sfera d’ azione, non ristre tta nei lim iti di u n piccolo capoluogo, avrebbe potuto destare negli a g ric o lto ri la coscienza dello scopo che lega g li u n i e g li a ltri e del bisogno che si organizzino in soc:età p ro d u t­ tive , in società di consumo, in società di cre dito ».

Giova sperare che questo pensiero sarà svolto n ella nuova legge.

Le scuole d’arti e mestieri. — È noto che le scuole d’ a rti e m estieri, le scuole d’ arte in d u s tria le , le scuole professionali fe m m in ili e le scuole speciali, tendenti tutte a perfezionare g li operai n elle ris p e t­ tiv e a rti ed a d iffo id e re il gusto a rtistico, dipendono dal m inistero di a g rico ltu ra e com m ercio.

Ma è ur.a dipendenza in gran parte nom inale ed apparente.

In fa tti queste istitu zio n i sono 171. E bbene il m i­ n iste ro ha facoltà di approvarne lo statuto solo in 8 0, ed il regolam ento solo in 4 6. Esso è rappre­ sentato nel C onsiglio d ire ttiv o in 3 2 ; può approvare o disapprovare i p rog ra m m i d’ insegnam ento in 17; nom ina g l’ insegnanti in 3 0 ; r e approva la nom ina in 13. E ciò sebbene paghi p iù di L . 6 0 0 ,0 0 0 a l­ l’ anno !

Si aggiunga a questo che ogni scuola tanto vale quanto valgono i p ro p ri in se gn an ti; e questi, ora esposti alle vicende dei p a rtiti lo c a li, senza g aran­ zia d i carrie ra nè d iritto a pensione, nè sta b ili d i posizione, debbono per necessità lasciare assai so­ vente m olto a desiderare.

A d o vviare a questo stato d i cose, l’ on. Lacava ha studiato un progetto d i rio rd in a m e n to , che p re ­ senterà alla ria p e rtu ra del Parlam ento.

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i-rizzo didattico che ciascuna scuola deve conservare per adattarsi ai bisogni locali, ina disciplina le con­ dizioni a|le quali sarà, subordinata la concessione d ’ u n sussidio fisso e perm anente dello Stato.

Le scuole che non accetteranno siffatto tem pera­ mento, potranno caso per caso ricevere, a condi­ zioni da d eterm ina rsi volta per volta, un sussidio straordinario fino alla concorrenza del quin to della spesa totale, ma non potranno ricévere sussidio fisso e permanente.

Le condizioni alle quali sarà subordinato il sus­ sidio fisso, saranno presso a poco le seguenti:

Esso non potrà per ciascuna scuola eccedere i due q u in ti della spesa totale di m antenim ento, dovrà essere approvato dal Parlam ento con la legge pel bilancio, e la relativa iscrizione dovrà essere pre­ ceduta dalle deliberazioni degli enti che si obbligano di c o n co rre rvi. L o statuto ed il regolam ento di "cia­ scuna scuola, nonché i p rog ra m m i d’ insegnamen­ to, ecc. ecc., saranno approvati con decreto reale. Il pagamento d e g li “ Stipendi a g li” insegnanti e delle a ltre spese sarà fatto direttam ente dallo Stato, alle cui ; casse saranno versati i c o n trib u ti degli enti lo­ cali ed i proventi della scuola. G li insegnanti sa­ ranno nom inati con decreto reale in seguito a con­ corso, ed i gradi e stipendi loro saranno d e te rm i­ nati nella tabella annessa alla legge. Per la loro so­ spensione o rernozione si applicheranno le disposizioni della legge Casati per g li insegnanti dei licei. Essi avranno d iritto a pensione ed a g ii aumenti sessennali. Il G overno potrà sospendere o togliere il p rop rio sussidio alle scuole che non faranno buona prova.

Corsi m agistrali potranno essere is titu iti presso le S cuole superiori ed i Musei d’ arte industriale per form are un personale insegnante dotato delie spe­ cia li a ttitu d in i necessarie a questo insegnamento così im p orta nte per l’avvenire della produzione n a ­ zionale e pel m ig liora m e nto delle condizioni m o ra li e m a te ria li dei lavoratori.

A lc u n e eque disposizioni transitorie faciliteranno e renderanno graduale i l passàggio dallo stato a t­ tuale di cose a q u e llo che ris u lte rà d a ll’applicazione com pleta della legge.

I F A L L IM E N TE IN IT A L I A

La D irezione generale di statistica ha pubblicato il volum e ili Statistica giudiziaria civile e comrner ciale per il 1891, nel quale o ltre ad a ltri argom enti v i si trovano dati re la tiv i a quelle dolorose p e rtu r­ bazioni della vita com m erciale, che sono i fallim e nti e dei q u a li soltanto ci occuperemo.

Nel 1891 furono d ich iarati 2021 fa llim e n ti c o r­ risp on de nti a 6 ,9 8 per ogni 1000 abitanti, num ero di poco superiore a q u e lli d e ll’ anno precedente (1 ,91 2), ma di m olto superiore alla media del periodo 1883-90 (1,4-66) e p iù ancora alla media degli u ltim i 8 anni, n e i q u a li ebbe v ig o re il cessato codice di com m er­ c io , media che èra stata di 737 .

I fa llim e n ti chiu si durante il 1891 furono 1,930. D i questi 92 lo furon o per revoca, 4-34 per in su f­ ficienza d’ a ttiv o ; 9 8 8 per concordato e 396 per l i ­

quidazione. . 0

È notevole la prevalenza del num ero dei concor­ dati su quello delle liq u id a zio n i, prevalènza che è stata sempre constatata. E da notare che mentre im perante il vecchio codice era sensibile il m aggior

dividendo ricavato dalle liqu ida zion i g iu d icia fi, oggidì tale differenza è in senso inverso. In fa tti la media annuale dei fa llim e n ti nei quali i! d ividendo conse­ guito, riu scì superiore al 2 3 per cónto fu nel pe­ riodo 1 8 6 7 -8 2 di 23,87 sopra cento fa llim e n ti chiusi col concordato, e soltanto di 14,23 sopra cento chiusi, per liquidazione. N el periodo invece dal 188 3 al 1890 diedero tale resultato 22,73 su cento fallim e nti fin iti per concordato, e 2 9,36 su Cento fin it i per liq u id a ­ zione. N el 1891 poi dettero un dividendo superiore al quarto dei c re d ili 19,73 fa llim e n ti sopra 109 chiusi col concordalo, e 3 2 ,3 8 su cento chiu si con la li­ quidazione.

Anche la durata d elle procedure dei fa llim e n ti è m inore dacché è in vigo re , il npovo codice.. In fa tti su 1 0 0 , fa llim e n ti chiusi, d u ra ro n o :

n e l p erio d o n e l perio d o 1867-82 1883-90

non o ltre 6 mesi . . . . 22.88 - 44.61 da 6 mesi a 1 anno . . . 34. 98 22.27 da 1 a 3 anni. . . . 23.17 18. 88 o ltre 3 anni. . . . . 18.97 14. 24 Una notizia m olto im portante (sebbene non com -pietà) raccolta nella statistica del 1891 per la prim a volta, è quella delle spese cagionate dai fa llim e n ti.

Le spese complessive non sorpassarono :

I l IO per cento d e ll’ a ttiv o in 167 (19,56 su cento)

» 25 » » 258 (30,21 » )

» 50 » » 244 (28,57 » )

» 75 „ 119 (13,93 » )

Sorpassarono il 73 per cento d e ll’ a ttivo in 6 6 fal­ lim e nti (7,73 per cento).

Le re trib u z io n i al curatore non sorpassarono : I l 10 per cento d e ll’ a ttiv o in 325 (4 6,4 3 su cento) » 25 » 270 (3 8,5 7 » ) .

» 50 » » 96 (13,72 » )

» 75 » » 1 (— , 14 » )

Oltrepassarono il 75 per cento d e ll’ a ttiv o in 8 fal­ lim e n ti (1 ,1 4 su cento).

Considerando nel suo insiem e il periodo 1 8 6 7 -9 1 si rileva che la regione, in cui i fa llim e n ti re la tiva ­ mente alla popolazione furono p iù num erosi è stata l ’ Italia settentrionale. La centrale ne ha avuto un nono d i meno, la S icilia e la Sardegna la metà, ed il Napoletano tre q u in ti di meno.

Quanto a ll’ Istitu to della m o ratoria dai dati ra c ­ co lti resulta la grande fa c ilità con cui i T rib u n a li accordano la m oratoria ; e non solo la p rim a volta, ma anche la seconda.

Basti il d ire che, nel 1891, su 1 1 5 istanze per la prim a m oratoria, sole 16 furono respinte — e sopra 37 domande per la seconda, una sola venne rigettata.

E questo, è un fatto perm anente. — In fa tti nel­ l ’ intero periodo 1 88 4-18 91 sopra 5 5 6 domande di p rim a m oratoria presentate in tutto, ne furono re ­ spinte 5 2 ; e sopra 175 domande di seconda mo­ ra toria ne furono respinte sole 5.

Il debito ipotecario italiano alla fine del 1892

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