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Academic year: 2022

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Testo completo

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c o n g i u n t u r a l e d e l l’ e c o n o m i a in e m i l i a - r o m a g n a

27 gennaio 2021

(2)

2

Sommario

Scenario regionale ... 3

Demografia delle imprese ... 4

Lavoro ... 5

Agricoltura ... 6

Industria ... 7

Costruzioni ... 8

Commercio al dettaglio ... 9

Commercio estero ... 10

Turismo ... 11

(3)

3

Scenario regionale

Gli “Scenari per le economie locali” elaborati da Prometeia, edizione di gennaio 2021, si fondano sull’ipotesi di una crescita del prodotto mondiale che subisce lo shock della pandemia da Coronavirus nel 2020, ma si riprende gradualmente dal 2021. Sono forti le differenze nell’evoluzione della pandemia in Asia, Europa e America, illustrate dal quasi ritorno alla normalità in Cina. Per l’Emilia-Romagna, la caduta del prodotto interno lordo per il 2020 è stimata pari al 9,2 per cento, decisamente superiore a quella del 2009. Per il 2021 si prospetta una ripresa parziale del pil pari al 5,4 per cento. Il Pil regionale in termini reali nel 2021 dovrebbe risultare superiore solo del 4,5 per cento rispetto ai livelli minimi toccati al culmine della crisi nel 2009. L’andamento regionale appare leggermente più sostenuto di quello nazionale. Nel 2020 è stata l’industria ad accusare il colpo più duro (-11,9 per cento), ma anche nei servizi la recessione è risultata pesante (-8,7 per cento), mentre è stata più contenuta nelle costruzioni (-5,6 per cento). Nel 2021, la ripresa sarà solo parziale soprattutto nei servizi (+4,0 per cento), un po’ più pronta nell’industria (+8,5 per cento), mentre le costruzioni trarranno vantaggio dagli incentivi e dai piani di investimento pubblico (+10,7 per cento). Nel 2020 gli effetti della pandemia hanno condotto a una sensibile riduzione delle forze lavoro (-1,3 per cento) e dell’occupazione (-1,7 per cento), per la fuoriuscita dal mercato di molti lavoratori non tutelati, con un più contenuto aumento della disoccupazione, dal 5,5 al 6,0 per cento. Nel 2021 l’occupazione si ridurrà ancora lievemente (-0,2 per cento) e aumenterà ulteriormente il tasso di disoccupazione (6,7 per cento), ai massimi dal 2016.

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/scenario-previsione

Scenario regionale e nazionale: tasso di variazione (asse dx) e numero indice (asse sx) del Pil (2000=100)

Fonte: elaborazione Unioncamere E.R. su dati Prometeia, Scenari per le economie locali, gennaio 2021.

-9,2

5,4 4,4

106,6

99,1

-12,0 -9,0 -6,0 -3,0 0,0 3,0 6,0 9,0

88 90 92 94 96 98 100 102 104 106 108 110 112

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

Emilia-Romagna Italia

(4)

4

Demografia delle imprese

Al termine del 2020, le imprese attive erano 397.767, mai così poche, con una diminuzione pari a 1.989 unità, -0,5 per cento rispetto alla fine del 2019. In termini assoluti la perdita subita dalla base imprenditoriale regionale è risultata pari ai due terzi di quella riferita al 2019 (-3.073 unità, -0,8 per cento). Gli effetti della pandemia non emergono ancora dalla sola analisi della variazione dello stock delle imprese. Per ora la base imprenditoriale tiene. La disaggregazione dei dati permette di evidenziare gli effetti della pandemia. La base imprenditoriale regionale si è ridotta in quasi tutti i macrosettori, più rapidamente in agricoltura, in misura poco più contenuta nel com- mercio e nell’industria, mentre è aumentata, anche se solo lievemente, nelle costruzioni e nel complesso dei servizi diversi dal commer- cio. In dettaglio, l’insieme del commercio all'ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli subisce una sensibile flessione delle imprese del settore (-1.167 unità, -1,3 per cento). La base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca si riduce di -1.092 unità (-2,1 per cento). L’industria perde 543 imprese nonostante una lieve decelerazione della tendenza negativa che si ferma a -1,2 per cento. Ulteriori segni rossi sono provengono dal trasporto e magazzinaggio (-241 unità, -1,8 per cento), dal calo delle altre attività dei servizi (-189 unità, -1,0 per cento) e dai servizi di alloggio e ristorazione (-121 unità, -0,4 per cento). Questi ultimi due settori vivevano una solida fase di espansione prima della pandemia. Ci sono anche segnali positivi per la base imprenditoriale regionale. I principali giungono dall’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+287 unità, +2,3 per cento), dalle imprese dell’immobiliare (269 unità, +1,0 per cento), quindi dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+181 unità, +1,1 per cento) e delle attività finanziarie e assicurative (+167 unità, +1,8 per cento)

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/demografia-imprese

Imprese attive: serie storica dello stock e del tasso di variazione tendenziale(1)

(1) Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente

Elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati InfoCamere Movimprese.

0,6

0,4 0,5

-0,9

-0,2

-0,0

-1,1

-1,4 -1,3

-0,6 -0,7 -0,7

-0,5

-0,8

-0,5 427.935

397.767

4t06 4t07 4t08 4t09 4t10 4t11 4t12 4t13 4t14 4t15 4t16 4t17 4t18 4t19 4t20

-1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0

390.000 400.000 410.000 420.000 430.000 440.000

Tasso tendenziale

Imprese attive

(5)

5

Lavoro

L’effetto della pandemia si è manifestato nel primo e secondo trimestre con l’interruzione della tendenza positiva dell’occupazione e la riduzione della disoccupazione, associate a una consistente uscita dal mercato del lavoro, ma tra luglio e settembre, a differenza dei trimestri precedenti, la disoccupazione è cresciuta rapidamente. Al termine del terzo trimestre 2020 gli occupati sono scesi a poco più di 1 milione e 978 mila con una nuova, più contenuta riduzione di 41 mila unità (-2,1 per cento) sullo stesso trimestre dell’anno prece- dente. Nello stesso tempo, con una decisa inversione di tendenza, i disoccupati sono saliti a quota 141.664 (-25,2 per cento), con una forte e brusca impennata del tasso di disoccupazione dal 4,6 del trimestre precedente al 6,7 per cento del terzo trimestre, un livello non più sperimentato dalla fine del 2017, dovuto all’aumento di oltre 18 mila unità di coloro che avevano in precedenza un’occupazione (+31,4 per cento). Si è avuta una nuova riduzione delle forze di lavoro (-0,6 per cento) e un contemporaneo aumento delle non forze di lavoro (+0,7 per cento), da attribuire a coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare, aumentati di oltre 34 mila unità (+5,7 per cento). In Italia. L’occupazione ha subito un calo lievemente più ampio (-2,6 per cento), mentre i disoccupati sono saliti in misura più contenuta (+8,6 per cento), ma con una decisa ripresa del tasso di disoccupazione (10,0 per cento). Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno l’occupazione in agricoltura è continuata a salire con un ritmo a due cifre (+12,3 per cento), ha fatto un sensibile passo indietro nell’industria, scendendo a quota 515 mila (-5,8 per cento), nelle costruzioni ha invertito la tendenza positiva (-0,9 per cento), nei settori del commercio e dell’alberghiero e ristorazione è proseguitala forte tendenza negativa (-5,4 per cento), mentre negli altri settori dei servizi ha ripreso a crescere, sia pure lievemente (+0,3 per cento).

Occupati in Emilia-Romagna, dati trimestrali, media mobile e tasso di variazione tendenziale (1).

(1) Tasso di variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat.

-0,1

-3,3 -2,1

-4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0

1.850,000 1.900,000 1.950,000 2.000,000 2.050,000 2.100,000

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Tasso di variazione tend.

Occupati e media mob. 4 trim.

variazione tendenziale (1) occupati nel trimestre media mobile 4 trimestri

(6)

6

Agricoltura

Ci è impossibile ricostruire l’andamento congiunturale dell’agricoltura nel suo complesso a questa data. Alcune indicazioni si possono avere guardando a singole voci. Secondo dati dell’Assessorato regionale la produzione raccolta del frumento tenero è leggermente aumentata (+2,7), quella del frumento duro si è leggermente ridotta (-2,6 per cento) e quella del mais è aumentata dell’8,7 per cento.

Le quotazioni del nuovo raccolto hanno avuto un andamento positivo: +4,1 per cento per il frumento tenero fino n° 3, si sono impennate del 22,2 per cento per il grano duro e +6,5 per cento per il mais. Per la frutticoltura l’andamento di mercato delle pere è stato decisamente negativo dopo l’impennata dello scorso anno. La quotazione alla produzione delle Abate Fetel è caduta del 28,9 per cento e quella della William bianca è scesa del 18,2 per cento. Per le gelate tardive (fine marzo - primi di aprile) la produzione raccolta di pesche e nettarine è crollata (rispettivamente -63,9 per cento e -’81,1 per cento e le quotazioni sono schizzate alle stelle (raddoppiate per le pesche e +138 per cento per le nettarine).

In tema di allevamento, tra gennaio a novembre, le quotazioni delle mezzene O2-O3, sono leggermente aumentate (+2,5 per cento).

Secondo Agea le consegne di latte in Emilia-Romagna tra gennaio e settembre 2020 sono aumentate del 5,2 per cento, raggiungendo 1.553.138 tonnellate. Secondo il Consorzio tutela del formaggio Grana Padano, tra gennaio e novembre 2020, la produzione piacentina è stata di 560.561 forme con un incremento del 5,0 per cento. La quotazione del Grana Padano con stagionatura di 10 mesi è arretrata parzialmente (-16,0 per cento). Secondo il Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, nello stesso periodo la produzione regionale è stata di 3.197.698 forme con un sensibile incremento (+4,6 per cento). Le quotazioni hanno ceduto il 21,8 per cento, sotto la pressione della maggiore offerta e della minore domanda. L’andamento di mercato dei suini è stato negativo. Da gennaio a novembre, le quotazioni dei grassi da macello (160-176kg) hanno registrato una nuova flessione (-4,1 per cento), mentre quelle dei lattonzoli di 30kg sono rimaste pressocché invariate (-0,4 per cento). Ugualmente è risultato negativo il mercato degli avicoli. Il prezzo medio dei polli ha mo- strato una nuova flessione (-6,1 per cento) e le quotazioni dei tacchini hanno invertito la tendenza e subito un ampio arretramento (-11,7 per cento). Infine, ha fatto eccezione il risultato economico delle uova, con quotazioni sostenute dal comportamento dei consumatori durante il lock down e aumentate dell’8,1 per cento.

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/rapporto-economia-regionale

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7

Industria

Il terzo trimestre non è stato direttamente interessato da un lock down, ma gli effetti della pandemia e delle misure di protezione adotta- te si sono ugualmente ripercossi sull’attività, anche se in misura più contenuta. Il valore delle vendite si è ridotto del 6,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Il fatturato estero ha mostrato una tenuta leggermente migliore (-4,2 per cento). Il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna si è ridotto del 6,7 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il processo di acquisizione degli ordini ha subito una flessione tendenziale del 5,2 per cento, un ritmo non sostan- zialmente inferiore a quello del fatturato e della produzione. Solo gli ordini esteri hanno subito una flessione leggermente più contenuta (-2,6 per cento). Ma non è da questo solo spiraglio che si proietta la luce sull’attività industriale regionale. L’attività è in arretramento in tutti i settori. Anche l’industria alimentare ha fatto segnare un nuovo passo indietro (-1,1 per cento), ma la recessione è particolarmente sensibile per le industrie della moda (-15,8 per cento) e per l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche (-9,3 per cento).

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/os-congiuntura

Andamento della produzione industriale, tasso di variazione tendenziale

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna

-10,4

-19,4 -6,7

-25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2016 2017 2018 2019 2020

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8

Costruzioni

Nel terzo trimestre 2020 l’estate ho portato un contenuto sollievo alla tendenza negativa che la pandemia ha riavviato anche per l’indu- stria delle costruzioni emiliano-romagnola dall’inizio dell’anno. Tra luglio e settembre l’allentamento degli effetti negativi della pandemia ha condotto a una più contenuta riduzione del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2019 (-3,1 per cento), dopo due trimestri di caduta a due cifre. Soffre di più la gran platea delle piccole imprese da 1 a 9 dipendenti con un’ampia perdita del volume d’affari (-4,5 per cento), mentre la dinamica negativa è leggermente più contenuta per le medie imprese da 10 a 49 dipendenti (-3,0 per cento). Al contrario, le grandi imprese, da 50 a 500 dipendenti, invertono in positivo la tendenza e mettono a segno un lieve incremento del volume d’affari (+0,3 per cento). A fine settembre 2020 la consistenza delle imprese attive che costituiscono l’effettiva base imprenditoriale nelle costruzioni è risultata pari a 65.248 unità, 64 in più (+0,1 per cento) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si è quindi registrato il primo segno di crescita tendenziale delle imprese delle costruzioni dal 2010.

https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/os-congiuntura-costruzioni

Congiuntura delle costruzioni. Tasso di variazione tendenziale del volume d’affari

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna

-10,5 -10,2 -3,1

-15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2015 2016 2017 2018 2019 2020

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9

Commercio al dettaglio

L’estate ha portato un sollievo e la tendenza negativa delle vendite si è risollevata dagli abissi della pandemia tanto da contenere la diminuzione delle vendite. Anche la riduzione delle imprese è apparsa lievemente meno rapida (-2,4 per cento). Le vendite a prezzi correnti hanno subito solo una flessione del 2,4 nel terzo trimestre del 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019. L’epidemia da coro- navirus ha accentuato decisamente i processi di cambiamento che da anni caratterizzano il settore del commercio, come appare evi- dente disaggregando i dati economici. Le vendite dello specializzato alimentare si sono ridotte solo dell’1,1 per cento. Il dettaglio spe- cializzato non alimentare ha subito invece una perdita più ampia (-4,5 per cento), molto inferiore a quella del trimestre precedente, ma comunque senza precedenti dal 2014 al 2019. Al contrario, iper, super e grandi magazzini hanno ottenuto un nuovo aumento delle vendite (+3,4 per cento). La piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, ha accusato un calo sensibile (-3,9 per cento). Anche le imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti, registrano una caduta delle vendite di analoga ampiezza (-4,1 per cento), non sperimentata tra il 2014 e il 2019. La tendenza delle vendite risulta invece solo lievemente negativa per le imprese di maggiore dimensione, con almeno 20 addetti (-0,1 per cento).

https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/os-congiuntura-commercio

Congiuntura del commercio al dettaglio. Tasso di variazione tendenziale delle vendite

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna, Unioncamere, Indagine sugli andamenti congiunturali del commercio.

-8,3

-13,1 -2,4

-16 -12 -8 -4 0 4

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2015 2016 2017 2018 2019 2020

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10

Commercio estero

I dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane relativi al terzo trimestre del 2020 mettono in luce come durante l’estate le imprese con la possibilità di riprendere l’attività in condizioni più simili alla normalità abbiano potuto contenere notevolmente il calo delle espor- tazioni rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a poco più 15.707 milioni di euro, corrispondenti al 14,3 per cento dell’export nazionale, e hanno fatto segnare una flessione del 2,9 per cento. L’andamento regionale risulta migliore rispetto a quello riferito al complesso delle vendite all’estero nazionali, che hanno subito una caduta più ampia (-4,9 per cento). Tra le regioni grandi esportatrici, l’andamento non è stato affatto omogeneo e l’Emilia-Romagna ha contenuto i danni al meglio. Se le esportazioni della Toscana sono aumentate dell’1,0 per cento e per quelle del Veneto la flessione è stata del 2,5 per cento, la tendenza negativa ha condotto a un ripiegamento del 7,8 per cento delle vendite estere del Piemonte e del 7,9 per cento per quelle della Lombardia. L’Emilia-Romagna si conferma la seconda regione italiana per quota dell’export nazionale.

https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/esportazioni-regionali

Esportazioni emiliano-romagnole e italiane: tasso di variazione tendenziale (1) e indice (2)

(1) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente (asse sx). (2) Indice: media mobile degli ultimi quattro trimestri, base anno 2019=100 a valori correnti (asse dx).

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

-2,7

-25,3 -2,9

80 85 90 95 100 105

-35,0 -30,0 -25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

2016 2017 2018 2019 2020

Emilia-romagna tasso Italia tasso Emilia-Romagna indice Italia indice Indice

Tasso

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11

Turismo

Ecco i dati dell’ultima rilevazione dell’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna – in collaborazione con Trademark Italia.

L’industria turistica regionale chiude i primi otto mesi del 2020, un anno segnato negativamente dalla pandemia di Covid-19, con circa 29,5 milioni di presenze, in flessione del -39,2% rispetto ai circa 48,5 milioni registrati nel 2019. Gli arrivi turistici raggiungono i 5,5 milioni, con un -47,4% rispetto ai circa 10,5 milioni del 2019. Per quanto riguarda le provenienze della clientela, l’elaborazione evidenzia la flessione di quella nazionale di oltre il 30% (-39,5% di arrivi e -29,8% di presenze) e di quella internazionale di circa il 70% del movimento (-70,8% di arrivi e -69,5% di presenze).

Il movimento turistico rilevato per la Riviera dell’Emilia-Romagna nel periodo gennaio-agosto 2020 presenta una flessione del 40,2%

degli arrivi e del -35,4% delle presenze. La componente nazionale della domanda perde circa il 30% del movimento (-33,4% di arrivi e -26,3% di presenze), quella internazionale circa il 70% (-69,6% di arrivi e -69,8% di presenze)

Il bilancio del periodo gennaio-agosto 2020 nelle maggiori Città d’arte e d’affari dell’Emilia-Romagna presenta una flessione del - 58,7% degli arrivi e del -53,1% delle presenze. In diminuzione la clientela italiana (-50,7% degli arrivi e -41,7% delle presenze), ma ancor più quella internazionale (-71,2% di arrivi e -69,4% di presenze).

Il periodo gennaio-agosto 2020 si chiude in flessione per il comparto ricettivo appenninico, anche se con un livello meno accentuato rispetto agli altri comparti turistici regionali, con una flessione del -28,7% degli arrivi e del -28,1% delle presenze.

I primi otto mesi del 2020 per l’offerta termale dell’Emilia-Romagna presentano una diminuzione degli arrivi (-53,7%) e delle presenze (-53,8%) nelle strutture ricettive.

https://www.ucer.camcom.it/osservatori-regionali/os-turistico

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