• Non ci sono risultati.

Siano {Xn}n∈N variabili aleatorie reali i.i.d., definite su uno spazio di probabilità (Ω, F , P), con la seguente legge marginale: P(Xn= 1

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Siano {Xn}n∈N variabili aleatorie reali i.i.d., definite su uno spazio di probabilità (Ω, F , P), con la seguente legge marginale: P(Xn= 1"

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)

I Appello di Processi Stocastici 2011/12 Cognome:

Laurea Magistrale in Matematica Nome:

21 giugno 2012 Email:

Quando non è espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi è possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non è stata fornita la dimostrazione).

Esercizio 1. Siano {Xn}n∈N variabili aleatorie reali i.i.d., definite su uno spazio di probabilità (Ω, F , P), con la seguente legge marginale:

P(Xn= 1) = 3

4, P(Xn= −3) = 1 4. Consideriamo la passeggiata aleatoria associata {Sn}n∈N0, definita da

S0 := 0 , Sn := Sn−1+ Xn =

n

X

i=1

Xi, ∀n ∈ N , e sia τ il tempo di primo passaggio in 1 del processo S:

τ := inf{n ∈ N0: Sn= 1} .

Indichiamo con Fn := σ(X1, . . . , Xn) la filtrazione naturale della successione {Xn}n∈N e poniamo F0 := {∅, Ω}.

(a) Per ogni costante A ∈ (1, ∞) si calcoli il valore di QA:= E(AXn) ∈ (1, ∞). Si osservi che QA> 1. (Perché QAnon dipende da n ∈ N?)

(b) Si mostri che il processo {Zn}n∈N0 definito da Zn := ASn(QA)−n è una martingala, per ogni A ∈ (1, ∞).

(c) Si mostri che il processo {Znτ := Zτ ∧n}n∈N0 (dove a ∧ b := min{a, b}) è una martingala.

(d) Si mostri che Znτ ≤ A (QA)−τ ∧n per ogni n ∈ N. Si deduca che il limite Zτ := lim

n→∞Znτ esiste q.c. e in Lp, per ogni p ∈ [1, ∞).

(e) Si mostri che sull’evento {τ < ∞} si ha Zτ = A (QA)−τ, mentre sull’evento {τ = ∞} si ha Zτ = 0, per ogni A ∈ (1, ∞). Si deduca che

E[(QA)−τ1{τ <∞}] = A−1, ∀A ∈ (1, ∞) .

(f) Si mostri che limA↓1QA= 1 (non è necessario conoscere il valore di QA). Si deduca il valore di P(τ < ∞).

Soluzione 1. (a) Il valore di QA non dipende da n perché le v.a. Xn hanno la stessa legge.

Inoltre

QA = E(AX1) = A1P (X1= 1) + A−3 P(X1 = −3) = 3 4A + 1

4A−3.

Osservando che Q1= 1 e che A 7→ QA è strettamente crescente in [1, ∞) (basta calcolare la derivata) si ottiene che QA> 1 per A > 1. In alternativa, basta applicare la disuguaglianza di Jensen QA = E(AX1) > AE(X1) = A0 = 1 che è stretta, dal momento che la funzione esponenziale è strettamente convessa e la v.a. X1 non è q.c. costante.

(2)

2

(b) Dato che |X1| ≤ 3 si ha |Sn| ≤ 3n, dunque Sn è una v.a. limitata. Di conseguenza lo è anche Zn e quindi Zn∈ L1. Dato che Sn è funzione misurabile di X1, . . . , Xn, segue che Snè Fn-misurabile; dato che Zn è funzione misurabile di Sn segue che anche Znè Fn-misurabile.

Infine, osservando che per v.a. positive le speranze condizionali sono ben definite, E(Zn+1|Fn) = Q−(n+1)A E(ASnAXn+1|Fn) = Q−(n+1)A ASnE(AXn+1|Fn)

= Q−(n+1)A ASnE(AXn+1) = Q−(n+1)A ASnQA = Zn, avendo usato il fatto che Zn è Fn-misurabile e Xn+1 è indipendente da Fn.

(c) Dato che τ è un tempo d’arresto (tempo di primo ingresso di un processo adattato) la martingala arrestata Zτ è una martingala per un teorema visto a lezione.

(d) Per definizione di τ e per il fatto che Sn+1− Sn= Xn+1≤ 1 per ogni n ∈ N, si ha che Sm≤ 0 per ogni m < τ . D’altro canto per m ≥ τ si ha Sτ ∧m= Sτ = 1. In definitiva, Sτ ∧n≤ 1 per ogni n ∈ N. Segue che Znτ = Zτ ∧n := ASτ ∧n(QA)−τ ∧n ≤ A (QA)−τ ∧n.

Dato che QA ≥ 1, dalla stima mostrata segue che 0 ≤ Znτ ≤ A per ogni n ∈ N. In particolare, E(|Znτ|p) ≤ Ap per ogni n ∈ N, quindi Zτ è una martingala limitata in Lp per ogni p ∈ [1, ∞) e dunque converge q.c. e in Lp.

(e) Sull’evento {τ < ∞} si ha limn→∞τ ∧ n = τ e dunque Zτ = Zτ = ASτ(QA)−τ = A (QA)−τ, perché Sτ = 1. Sull’evento {τ = ∞} si ha limn→∞τ ∧n = ∞; dato che 0 ≤ Znτ ≤ A (QA)−τ ∧n, ricordando che QA> 1 per A > 1, segue che Zτ = limn→∞Znτ = 0. Mettendo insieme questi due casi, possiamo scrivere che Zτ = A (QA)−τ1{τ <∞}.

Per il teorema di convergenza di martingale uniformemente integrabili si ha E(Zτ ) = E(Z0τ) = 1, cioè la relazione cercata.

(f) Dato che |X1| ≤ 3 si ha |AX1| ≤ A3 e quindi per convergenza dominata limA↓1E(AX1) = E(1) = 1. Passando al limite nella relazione dimostrata nel punto precedente, sempre per convergenza dominata si ottiene P(τ < ∞) = E(1{τ <∞}) = 1.

(3)

3

Esercizio 2. Su uno spazio di probabilità (Ω, F , P) sono definiti due moti browniani reali indi- pendenti B = {Bt}t∈[0,∞) e β = {βt}t∈[0,∞). Assumiamo per semplicità che B e β siano processi continui (e non solo q.c. continui). Definiamo il processo X = {Xt}t∈[0,∞) ponendo

Xt :=

(

Bt se t ∈ [0, 1) βt se t ∈ [1, ∞) . (a) Si mostri che X è un processo gaussiano.

(b) Si calcolino E(Xs) e Cov(Xs, Xt) per ogni s, t ∈ [0, ∞). X è un moto browniano?

(c) Si mostri l’uguaglianza di eventi

{la funzione t 7→ Xt è continua} = {B1 = β1} . X è un processo continuo?

Soluzione 2. (a) Occorre mostrare che a1Xt1+. . .+akXtkè una variabile aleatoria reale normale per ogni scelta di k ∈ N, a1, . . . , ak∈ R e 0 ≤ t1 < . . . < tk< ∞. Sia ` ∈ {1, . . . , k + 1} tale che ti < 1 per i < ` e ti ≥ 1 per i ≥ `, così che possiamo scrivere

a1Xt1 + . . . + akXtk = a1Bt1+ . . . + a`−1Bt`−1 + a`βt`+ . . . + akβtk .

(Se ` = 1 o ` = k + 1 significa che una delle due somme nel membro destro non è presente.) Ogni combinazione lineare finita di componenti di B è una v.a. reale normale, perché B è un processo gaussiano; un discorso analogo vale per β. Inoltre ogni combinazione lineare finita di componenti di B è indipendente da ogni combinazione lineare finita di componenti di β, perché i processi B e β sono indipendenti. Dato che la somma di v.a. reali normali indipendenti è normale, segue che a1Xt1 + . . . + akXtk è una v.a. reale normale. Questo mostra che X è un processo gaussiano.

(b) Dal fatto che B e β sono moti browniani indipendenti segue che E(Xs) = 0 e Cov(Xs, Xt) =

(min{s, t} se s < 1, t ≤ 1 o s ≥ 1, t ≥ 1 0 se s < 1, t ≥ 1 o s ≥ 1, t < 1 .

Dato che Cov(X1/2, X3/2) = 0 6= min{12,32} segue che X non è un moto browniano.

(c) Sia A := {la funzione t 7→ Xt è continua}. Se ω ∈ A allora t 7→ Xt(ω) è una funzione continua, in particolare

β1(ω) = X1(ω) = lim

t↑1Xt(ω) = B1(ω) , (1)

dunque ω ∈ {B1 = β1}. Questo mostra che A ⊆ {B1 = β1}. Viceversa, se ω ∈ {B1 = β1} allora la relazione (1) mostra che la funzione t 7→ Xt(ω) è continua in t = 1. Dato che tale funzione è continua in [0, 1) ∪ (1, ∞) per ogni ω ∈ Ω, perché i processi β e B sono per ipotesi continui, segue che la funzione t 7→ Xt(ω) è continua in tutto il dominio [0, ∞). Questo mostra che {B1 = β1} ⊆ A.

Dato che B1− β1 è una v.a. assolutamente continua (in effetti ha legge N (0, 2)) segue che P(B1 = β1) = P(B1− β1 = 0) = 0, dunque q.c. X non è continuo.

Riferimenti

Documenti correlati

Quando non è espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi è possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non è stata fornita

Quando non ` e espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi ` e possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non ` e stata

Quando non ` e espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi ` e possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non ` e stata

Quando non ` e espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi ` e possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non ` e stata

Quando non ` e espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi ` e possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non ` e stata

Quando non ` e espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi ` e possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non ` e stata

Quando non ` e espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi ` e possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non ` e stata

Quando non ` e espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi ` e possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non ` e stata