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n.1
21/12/2020 – 03/01/2021
R I E P I L O G O M E T E O C L I M A T I C O
(i dati elaborati sono provenienti dalle stazioni meteo della rete regionale OMIRL - Osservatorio Meteo Idrologico della Regione Liguria – http://www.arpal.gov.it sezione meteo).
Le Precipitazioni
Giorni di pioggia
Le precipitazioni delle ultime due settimane sono state molto abbon- danti, soprattutto sul centro-levante dove hanno raggiunto i 250 mm (da spazializzazione). Occorre tener conto tuttavia del fatto che in alcune aree le precipitazioni sono state anche a carattere nevoso, per cui il dato misurato dai pluviometri in alcuni punti corrisponde all’e- quivalente in pioggia della neve caduta. Con molta approssimazione si può dire che 1 cm di neve caduta equivalga a 1 mm di precipitazio- ne acquosa.
I giorni di pioggia/neve sono stati molto numerosi: mediamente 6-7 a ponente e 9-10, con punte di 14, a levante (in diverse zone è piovuto praticamente ogni giorno).
Lo scarto rispetto alla media storica mostra un surplus su tutto il territorio, anche se più marcato sul centro-levante appunto.
A destra si riporta il grafico del cumulato di precipitazioni relativo alle stazioni meteo con i valori più elevati (nel periodo di riferimento) per le quattro province.
Come si può notare le precipitazioni si sono verificate lungo tutto il periodo, creando accumuli progressivi che a Calice al C. (SP) e Rep- pia (GE) hanno toccato i 300 mm, mentre a Ceriana (IM) e Alassio (SV) i 100-140 mm.
Scarto pioggia (mm)
Cumulato precipitazioni (mm) Cumulato (mm)
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Le Temperature
Le massime si sono attestate su valori intorno a 10-11 °C lungo costa-primo entroterra e valori vicini ai 3-4 °C nelle zone interne, con cali inferiori a 0 °C sull’areale alpino imperiese. Le minime si sono attestate mediamente intorno a 4-5 °C nelle zone costiere e nel pri- mo entroterra, mentre sono scese molto sotto 0 °C nell’areale alpino.
Lo scarto delle temperature rispetto alla media storica è stato negativo sia per le massime (con scarti fino a —3 °C) che per le minime (con scarti fino a –1 °C).
Di seguito i grafici sull’andamento giornaliero delle temperature massime e minime relativamente alle quattro stazioni meteo di riferi- mento.
Le temperature massime in questo caso hanno avuto un graduale calo, passando dai 12-16 °C nei giorni immediatamente prima di Natale a valori intorno a 6-8 °C nei giorni successivi.
Le minime hanno avuto un significativo decremento tra il 25/2 e l’1/1, scendendo anche sotto 0 °C.
Scarto T massime (°C) Scarto T minime (°C)
T massime (°C) T minime (°C)
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Maltempo prolungato
Le ultime due settimane sono state caratterizzate da condizioni di maltempo generale, con piogge persistenti, temporali, mareggiate, venti forti, neve e calo termico con fenomeni di gelicidio.
In alcune stazioni del genovese e dello spezzino si sono verificate precipitazioni ogni giorno e i quantitativi raggiunti sono stati note- voli.
A titolo esemplificativo si riporta l’andamento delle precipitazioni giornaliere nella stazione di Calice al C. (SP). Come si può notare le piogge persistenti hanno raggiunto in alcune giornate i 60-70 mm per un accumulo complessivo di circa 300 mm.
Dopo le abbondanti piogge si sono verificati allagamenti, frane e smottamenti (https://bit.ly/35aEWzs; https://www.ivg.it/2020/12/
maltempo-e-mareggiata-allagamenti-a-borghetto-e-altri-disagi-nel- ponente-savonese/)
Al momento nessuna segnalazione di rilievo in campo agricolo.
Inoltre venti di forte intensità hanno colpito la regione soprattutto il 26 dicembre, quando gli anemometri hanno segnato valori ben al di sopra dei 120 km/h.
Contestualmente si sono verificate violente mareggiate, che nello spezzino hanno addirittura spostato alcuni massi della diga foranea e davanti all’impianto di Santa Teresa, dove vengono igienizzati e insacchettati i mitili (http://www.ow27.rassegnestampa.it/
r e g i o n e l i g u r i a r a s s e g n a s t a m p a / P D F / 2 0 2 0 / 2 0 2 0 - 1 2 - 31/2020123147308323.pdf)
Per quanto riguarda le temperature, esse sono drasticamente scese in diverse aree del territorio. In tabella sono riportati i valori minimi assoluti raggiunti nel periodo: come si può notare diverse stazioni hanno registrato valori molto al di sotto di 0 °C.
Ma la vera protagonista di questa fase perturbata è stata la neve, che nelle aree interne non cadeva così copiosa da anni. Il nivometro del Monte Settepani il 4 gennaio ha raggiunto i 141 cm di cumulata al suolo (https://www.primocanale.it/notizie/maltempo-in-liguria-neve- nell-entroterra-e-sulla-costa-vento-forte-e-mare-226446.html) Non sono mancate inoltre nevicate anche in costa, soprattutto nella parte centrale della regione (https://www.ilsecoloxix.it/
savona/2020/12/28/news/allerta-meteo-neve-su-savona-niente-tir- sulla-a6-e-code-sull-a10-1.39706560)
Lo sbalzo termico improvviso (dopo un periodo ben al di sopra della media termica storica) potrebbe mettere a rischio verdure e ortaggi coltivati in pieno campo (come cavoli, verze, cicorie, radic- chio e broccoli), inoltre il calo delle temperature avrà un impatto anche sui costi di riscaldamento delle produzioni in serra riscaldata.
Andamento giornaliero delle precipitazioni—stazione di Calice al Cornoviglio (SP)
Picchi di vento (km/h)
Temperature minime assolute (°C)
Foto STAMPA
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P R E V I S I O N I M E T E O
a cura del servizio di previsione del Centro Funzionale Meteo-Idrologico di Protezione Civile della Regione Liguria
News e Approfondimenti
Programma di sviluppo rurale 2014-2020
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali
Gli alberi di Natale veri (fonte: IL SECOLO XIX –Genova e siti di vivai)
Gli alberi di Natale veri provengono da giovani piante di conifere (dell’età di 2-3 anni) che vengono coltivate da vivaisti specializzati in terreni agricoli di montagna, dove svolgono un importante ruolo di protezione dal dissesto idrogeologico. Essi crescono per un periodo di tempo che va dai 5 ai 10 anni (e oltre) e poi vengono espiantati, invasati e venduti nei vivai. Gli alberi più grandi e le specie che non perdono le loro fo- glie aghiformi vengono coltivate allo stesso modo, ma vendute recise, senza radici, sistemate in un’apposita base.
Per ogni albero espiantato ne vengono piantati in media 2-3 piccoli, solitamente in altri terreni, per garantire la corretta rotazione. Gli alberi di Natale coltivati in vivaio hanno un cartellino che ne certifica la provenienza. Tagliare un albero nel bosco senza autorizzazione è un illecito, punito dalle autorità competenti.
Le specie coltivate sono varie, ma generalmente si tratta di specie appartenenti al genere Abies o Picea. Il più diffuso è l’Abete rosso (Picea abies), con la sua corteccia rossastra, che cresce velocemente, folto e profumato, da preferire con le radici perché più duraturo. Vengono colti- vati poi anche gli Abeti azzurri (diverse varietà di Picea pungens), proprio per il colore azzurro dei loro aghi. Il più pregiato però è l’Abete bianco del Caucaso (Abies nord-manniana), con il tronco chiaro e le morbide fronde che
non cadono mai, neanche negli alberi recisi.
Dopo le feste molti vivai offrono un servizio di recupero degli alberi, per gestirli in mo- do sostenibile nell’ottica del riutilizzo e del riciclo. Gli alberi di Natale recuperati che possono sopravvivere vengono rinvasati e ricoltivati.
Tutti gli altri, compresi gli alberi di Natale senza radici, vengono tritati e il cippato pro- dotto diventa compost e quindi terriccio negli anni successivi. Il terriccio dei vasi viene recuperato e i vasi riutilizzati, tutto quindi senza rifiuti.