2. La diffusione dell’italiano nei paesi madrelingua slava
3.2. Lineamenti morfosintattici di lingua italiana e delle lingue slave
3.2.1. Il sistema verbale
3.2.1.1. Aspetto e Azionalità
Come si è potuto constatare, i tratti aspettuali emergono nelle interlingue degli apprendenti nel secondo stadio, dove viene messa in atto una complessificazione del sistema verbale in maniera grammaticale (Bernini, 2021). L’aspetto è concepito diversamente nelle varie lingue e anche in termini di terminologia esistono differenti accezioni, che creano problematicità soprattutto in fase di traduzione. L’aspetto è legato alla categoria del tempo, tuttavia differisce da quest’ultimo poiché è legato all’intera distribuzione temporale della situazione. Sebbene il termine in italiano abbia portato a questioni non del tutto risolte, una definizione può essere internazionalmente valida dell’aspetto: essa afferma che si tratti di modi differenti di descrivere la struttura temporale interna di una data situazione (Comrie, 1976: 3). Comrie osserva due tipologie di aspetto che vengono percepite soggettivamente dall’interlocutore, come nella frase John was reading when I entered. Il verbo read esprime l’azione che avviene sullo sfondo mentre il verbo enter esprime l’azione principale presentata nella sua interezza, includendone l’inizio, lo svolgimento e il risultato. Poiché il focus è sulla sua conclusione, l’azione ha una natura perfettiva. Al contrario, il primo verbo manifesta un’azione ancora in corso, pertanto ha una natura imperfettiva. Tale differenza aspettuale è resa anche dalla dicotomia interno/esterno (Smith, 1997): il parlante adotta un punto di vista esterno utilizzando verbi perfettivi, in quanto ha una visione completa della situazione; al contrario i verbi imperfettivi sono utilizzati quando il parlante si concentra su un solo punto della situazione, di conseguenza adotta un punto di vista interno.
La differenziazione che operano le lingue romanze e slave avviene nei confronti del
65 grado di grammaticalizzazione aspettuale. Nelle lingue romanze come l’italiano, l’aspetto non è grammaticalizzato, ciò significa che la sua rilevanza è semantica, in particolare riguarda la totalità: l’azione è descritta come compiuta e non compiuta, come un insieme inscindibile e limitato al tempo passato (Comrie, 1976: 3). Situazione differente è invece per le lingue slave, per le quali la categoria dell’aspetto, essendo permeata nel sistema interno del verbo, non presenta alcuna limitazione in termini di tempo, tranne il presente che per definizione è imperfettivo. Il ceco e lo slovacco ricoprono a pieno la definizione appena esposta. Il polacco si trova invece in una situazione di confine tra il gruppo delle lingue occidentali e quello delle lingue orientali:
il motivo è che la perfettività per queste ultime lingue è concepita come temporalmente definita (Dickey, 2000). L’aspettualità è per queste lingue veicolata da prefissi, suffissi e modificazioni alla radice verbale (Bertinetto, 1986), caratterizzandosi come grammaticalizzata.39 Nella sequenza acquisizionale aspettuale, in italiano l’aspetto perfettivo è il primo che si viene ad asserire nei parlanti; diversamente nelle lingue slave, il madrelingua acquisisce prima i tratti imperfettivi del verbo e successivamente quelli perfettivi, quando la sua attenzione ricade sul risultato dell’azione (Pačesová, 1979).40
Le principali caratteristiche del verbo perfettivo risiedono nel punto di vista esterno dell’interlocutore. Il raggio dell’azione è limitato alla completezza e in quanto essa avviene nel passato, senza avere una connessione con il presente, si conclude nel momento dell’avvenimento (1) e può anche riferirsi ad un evento futuro (2).
(1) Ho trovato la foto che cercavo.
(1a) Ceco: Našlapf jsem fotku, kterou jsem hledalaipf. Slovacco: Našielpfsom fotku, ktorú som hľadalipf. Polacco: Znalazłempffotografię, której szukałemipf.
(2) Lei telefonerà agli amici.
(2a) Ceco: Ona zatelefonujepfkamarádům.
39 Si intende qui ricordare come in ambito terminologico e linguistico non -slavo vi sia una certa confusione; pertanto, linguisti come Bertinetto (1997) ricorrono all’opposizione bounded e unbounded per fare riferimento rispettivamente all’aspetto perfettivo e imperfettivo.
Inoltre, l’intento di questa tesi non è dipanare le intricate questioni relative al sistema verbale e aspettuale slavo. Bisogna tuttavia riconoscere che la sua complessità funzionale e nozionale sia oggetto di costanti discussioni del mondo linguistico slavofono e non.
40 Pačesová fa in questo caso riferimento alla lingua ceca, tuttavia è possibile estendere questa spiegazione anche alle altre lingue slave che qui sono state prese in considerazione.
66 Slovacco: Ona zatelefonujepfpriateľom.
Polacco: Ona zadzwonipf przyjaciołom.
La ricchezza morfologica dell’italiano, visibile in (1) con il tempo passato prossimo e l’imperfetto e in (2) con il tempo futuro, lo porta ad individuare nel dettaglio le circostanze aspettuali e l’impatto che hanno sui restanti componenti della proposizione (Andorno, 2009). Negli esempi, vengono determinati alcuni valori legati all’aspetto perfettivo: il completamento dell’evento (valore compiuto) e la sua realizzabilità, le cui informazioni sono da rintracciarsi nella flessione del verbo. A questi valori si aggiungono anche il valore egressivo/ingressivo, per cui viene segnalato l’inizio o la fine dell’azione e il valore aoristico, per cui viene a mancare la segnalazione del momento nel quale si svolge l’azione, assente nelle lingue slave (Bertinetto, 1997). Le lingue slave, d’altro canto, sopperiscono questa ricchezza a livello morfologico con fenomeni quali la prefissazione, che trasforma un verbo imperfettivo in uno perfettivo con l’aggiunta di prefissi (Tomelleri, 2008). Il cambiamento non avviene solo a livello morfologico, ma anche a livello lessicale, poiché aggiungendo un prefisso al verbo esso talvolta cambia significato Negli esempi in 1, in ceco jít ‘andare’ con il prefisso na- significa ‘trovare’; in slovacco, con lo stesso prefisso il verbo imperfettivo isť diventa perfettivo nájsť, rispettivamente ‘andare’ e ‘trovare’; in polacco, il verbo znalazłem è già presente nella sua forma perfettiva senza prefissazione, pertanto si consider i il verbo imperfettivo gorszyć ‘scandalizzarsi’ che con il prefisso po- diventa perfettivo gorszyć
‘peggiorare’. 41
Per quanto concerne l’imperfettivo, questo aspetto rispecchia l’azione nella sua continuità ed è inerente a tutte le forme del predicato, a prescindere dal tempo utilizzato.
Non essendo completa, l’azione è ancora enunciabile su tutti i piani temporali, ovvero presente, passato e futuro e abituale progressiva o continua (Smith, 1997). Al tempo presente il verbo imperfettivo è reso sia nella forma del presente semplice sia in quella al presente progressivo stare + gerundio (1, 2).
41 Talvolta questi prefissi possono a loro volta formare i cosiddetti imperfettivi secondari, che risulteranno in due sinonimi imperfettivi in cui l’identità lessicale dell’imperfettivo originale viene conservata assieme alla sua base perfettiva. Ciò è reso possibile grazie al fenomeno della suffissazione, come riportato ne i seguenti esempi in ceco: dall’imperfettivo růst ‘crescere’ ne deriva il perfettivo vyrůst, da cui a sua volta deriva l’imperfettivo secondario vyrůstat.
Cfr. Tomelleri, V. S., L’aspetto verbale slavo fra tipologia e diacronia, in Contributi italiani al XIV Congresso Internazionale degli Slavisti, Firenze University Press, 2008, p. 16
67 (1b) Ceco: Jan čteipf noviny.
Slovacco: Ján čítaipf noviny.
Polacco: Jan czytaipf gazetę.
(1a) Giovanni legge il giornale.
(1b) Giovanni sta leggendo il giornale.
Gli avverbi non puntuali rendono l’azione espressa dal verbo imperfettivo abituale e ripetuta nel tempo (4), (5).
(2) Ogni anno a settembre andiamo a Praga.
(2a) Ceco: Každý rok v září jedemeipf do Prahy.
Slovacco: Každý rok v septembri idemeipf do Prahy.
Polacco: We wrześniu każdego roku jedziemyipf do Pragi.
Nelle lingue slave, oltre al fenomeno della prefissazione, i verbi perfettivi formano insieme agli imperfettivi le cosiddette coppie aspettuali, differite per l’aspetto ma non per il significato verbale (Tomelleri, 2008: 15). Queste coppie hanno spesso una identica o simile origine, come si vede nei seguenti esempi: in ceco, odpálit perfettivo e odpalovat imperfettivo, ‘accendere’; in slovacco, rozhodnúť perfettivo e rozhodovať imperfettivo, ‘decidere’; in polacco, pomóc perfettivo e pomagać imperfettivo, ‘aiutare’
(Hamplová, 1994).42
Si riporti infine al fatto che l’aspetto sia intersecato, oltre che con il tempo, anche con un’altra categoria che designa la ripetitività con cui si svolgono gli eventi espressi da verbi perfettivi e imperfettivi, la già citata azionalità o aktionsart (Comrie, 1976), che esprime le proprietà temporali del verbo. Nelle lingue romanze, queste tre categorie sono particolarmente marcate e distinte, mentre per le lingue slave il rapporto tra azionalità e aspetto causa un’interferenza con la scelta temporale del verbo. Per tale ragione i termini di aspetto e azionalità hanno a lungo portato i linguisti slavi a mescolarli e a unificarli sotto un unico termine, generando confusione anche nella linguistica romanza (Hamplová, 1994: 7). Le caratteristiche che sembrano essere state condivise da entrambi i gruppi di linguisti vertono sul significato intrinseco del verbo.
42 Per le lingue slave occorre discernere i verbi biaspettuali, con entrambe le forme aspettuali perfettiva e imperfettiva, i verbi monoaspettuali che, al contrario, possiedon o solo una delle due forme.
Cfr. Esvan, F., Trovesi, A., Grammatica ceca: Fonetica, morfologia e sintassi con esercizi e soluzioni.
Hoepli Editore, 2020.
68 Esso, infatti, si lega a tratti semantici di durata, dinamismo e telicità,43 ovvero per l’azione avviene la quantificazione nel tempo (durata), la descrizione di eventuali cambiamenti (dinamismo) e il raggiungimento di uno scopo o obiettivo (telicità) (Comrie, 1976: 41).44
Da quanto emerso in questo breve excursus le differenti percezioni morfosintattiche dell’italiano e delle lingue slave possono portare a un facile disorientamento da entrambe le parti. Se da un lato per l’apprendente italofono l’acquisizione di una lingua slava e in particolare dell’aspetto sia una delle problematiche più controverse da affrontare, dall’altro l’apprendente slavofono si ritrova ad apprendere un ricco sistema verbale italiano che, coprendo una prospettiva più ampia, determina la scelta dell’aspetto avvalendosi di strutture che coinvolgono anche altre categorie, come i verbi ausiliari e le forme avverbiali.