2. La diffusione dell’italiano nei paesi madrelingua slava
2.2. La diffusione dell’italiano nei paesi madrelingua slava
2.2.1. L’italiano in Slovacchia
Per poter presentare l’insegnamento della lingua italiana in Slovacchia, ci si avvarrà anche dell’aiuto di un’intervista che è stata condotta al docente di lingua italiana Paolo Di Vico dell’Università di Nitra.27
Se si pensa alla Slovacchia, si pensa ad uno stato relativamente giovane e di piccole dimensioni. Fondata nel 1993, a seguito della dissoluzione della Cecoslovacchia, vive una storia interessante dal punto di vista dell’insegnamento delle lingue. In Slovacchia infatti, fino al 1989, la lingua obbligatoria da apprendere nelle scuole era il russo, in quanto facente parte dell’allora blocco comunista. In quanto all’insegnamento di altre lingue straniere, si prediligeva il tedesco, mentre le restanti lingue europee non avevano ancora il loro posto nel campo didattico. Dopo il crollo del muro di Berlino, le scuole e le università iniziarono ad offrire un numero più vasto di lingue da apprendere, tra cui lo spagnolo, il francese e l’italiano. Situazione questa che cambia notevolmente quando nel 1993 la Slovacchia, e anche la Repubblica Ceca, chiedono di poter entrare a far parte dell’Unione Europea. Va da sé, dunque, che questa apertura all’Europa comportava anche un numero maggiore di docenti qualificati delle lingue più richieste, come l’italiano, che potessero tenere lezioni in lingua e migliorare le condizioni
27 Paolo Di Vico, da un’intervista rilasciata alla sottoscritta in via telematica in data mercoledì 2 marzo 2022.
49 dell’insegnamento stesso in Slovacchia (Pokrivcáková, Malá, 2004).
La situazione dell’italiano in Slovacchia era più che mai in continua evoluzione, ma con andamento graduale. Inizialmente, infatti, “l’indirizzo universitario predominante era quello pedagogico e offriva programmi di studio per gli insegnanti di lingua italiana, per i traduttori interpreti e per i mediatori culturali”, afferma il Prof. Di Vico. I poli principali dell’insegnamento dell’italiano ruotavano attorno alle sedi universitarie delle tre principali città slovacche, l’Università Luigi Comenio di Bratislava, l’Università Costantino il Filosofo di Nitra e l’Università Matej Bel di Banská Bystrica. A queste università principali se ne aggiungono altre tre: l’Università di Prešov, che da qualche anno ha introdotto lo studio dell’italiano in combinazione con un’altra lingua straniera;
l’Università cattolica di Ružomberok, che offre corsi esclusivi di italiano, in quanto altre lingue romanze non sono offerte e l’Alta scuola di arti musicali (in slovacco: Vysoká Škola Múzických Umení) di Bratislava, che propone l’insegnamento dell’italiano a cantanti e musicisti, rami artistici che possiedono già una tradizione culturale legata alla lingua italiana.
L’università di Bratislava offre due facoltà, di Lettere e di Filosofia, presso le quali vi sono due cattedre di lingue romanze, ambedue ad indirizzo pedagogico. A queste si aggiunge la Facoltà di Magistero, presso la stessa università, che prevede corsi di interpretariato e traduzione relativi anche alla lingua italiana.
L’Università di Nitra, anch’essa costituita dalla Facoltà di Lettere e di Filosofia, ha attivato due corsi di laurea, che vantano trent’anni di vita: il primo in lingua e letteratura italiana per diventare insegnanti, a cui veniva associato lo studio di un’altra lingua;28 il secondo, invece, è incentrato sul mero studio della lingua e della cultura italiana con indirizzo di mediazione culturale (ciò includeva i rapporti italo-slovacchi, letterari, riguardanti la traduzione, ecc.).
L’Università di Banská Bystrica, con la sua Facoltà di Lingue Straniere, fornisce ai suoi studenti la possibilità di ottenere una laurea in interpretariato e traduzione anche in lingua italiana.
Oltre al contesto prettamente universitario, la lingua italiana viene inserita all’interno di programmi di studio come materia a scelta, presso scuole medie inferiori e superiori, come i licei di Košice, Šaštín e il ginnasio di Banská Bystrica, nei quali l’educazione è
28 Frequente è la combinazione con una lingua romanza, come lo spagnolo o il francese, oppure con lingue germaniche, come il tedesco e l’inglese. Ad esempio, come racconta Di Vico, “L’italiano non sempre è scelto come prima materia. Solitamente, all’italiano si associa una materia (anche linguistica) scelta dallo studente e tale scelta ricadeva spesso sull’inglese come prima materia.”
50 di carattere religioso, e i licei di Prešov, Nitra e Trebišov e il liceo bilingue italo- slovacco Sáru a Bratislava. Esistono anche l’Accademia di Belle Arti e Design a Bratislava, i conservatori e gli istituti alberghieri, che insegnano italiano come lingua seconda o terza, i cui studenti proseguivano con lo studio della lingua principalmente a seguito di stage in Italia.
Come ultima menzione, vanno ricordati anche l’Istituto Italiano di Cultura a Bratislava e la Società Dante Alighieri a Košice e Nitra,29 che promuovono l’italiano su tutto il territorio slovacco con attività ed eventi culturali e corsi di lingua, destinati soprattutto ad apprendenti adulti con finalità lavorative o legate ad un interesse personale.
Sebbene i presupposti fossero dei migliori all’inizio del nuovo Millennio, come presentato sopra, ad oggi l’insegnamento dell’italiano non presenta una delle situazioni più rosee. Come dichiara Di Vico, “negli ultimi tempi, la situazione di italianistica in Slovacchia sta peggiorando: molte cattedre saranno soppresse e i punti di studio di italiano stanno diminuendo radicalmente”. In particolare, a Nitra la cattedra di italianistica sta vivendo gli ultimi mesi di attività, anche a causa dello scarso interesse nei confronti della lingua da parte degli studenti, che dal punto di vista quantitativo, non soddisfano i requisiti per mantenere attivo il corso.30
In un contesto più vasto, ampliato a tutto il territorio slovacco, l’interesse per le lingue romanze nello specifico, e più in generale per le materie umanistiche, non ha un futuro chiaro. “Gli studenti non sono presenti in gran numero e molti di loro si recano in Repubblica Ceca per studiare. Non hanno difficoltà a comunicare in ceco, in quanto abituati alla lingua (viceversa, per i cechi non è così con lo slovacco)”, prosegue Di Vico, “anche dal punto di vista economico i contributi e i finanziamenti ministeriali sono sensibilmente dimezzati”. A ciò si aggiunge, inoltre, una difficoltà nel trovare garanti di madrelingua slovacca che abbiano studiato italiano al fine di insegnarlo, pertanto, si sopperisce a questa mancanza con l’assunzione di docenti di madrelingua italiana. “Adesso in Slovacchia”, conclude Di Vico, “non ci sono delle buone prospettive per il futuro dell’italiano e ciò che avviene è una sistematica cancellazione di corsi”. Situazione che in parte risulta paradossale se si pensa alla vasta presenza di
29 Il Prof. Di Vico, durante l’intervista, ricorda che la sede a Košice è moto attiva e propone numerose attività culturali, mentre la sede a Nitra è di recente diventata una sede fantasma.
30 Questo scarso interesse dimostrato riguarda non solo l’italiano, ma anche altre lingue romanze, come il francese, la cui cattedra presso la sede universitaria a Nitra verrà soppressa. L’unica lingua romanza che sembra andare per la maggiore e avere un futuro è lo spagnolo, i cui corsi combinano studenti di vari indirizzi e facoltà, situazione che non accade per l’italiano e il francese.
Paolo Di Vico, da un’intervista rilasciata alla sottoscritta in via telematica in data mercoledì 2 marzo 2022.
51 aziende italiane in Slovacchia e dunque l’interesse e il bisogno nei riguardi della lingua italiana dovrebbero essere maggiori.
Se da un lato presso le università slovacche la situazione dell’italiano sembra non presentare ottimi presupposti per il futuro, dall’altro vi è la presenza di un ricco programma di attività ed eventi culturali proposti dagli Istituti di Cultura e dalla Società Dante Alighieri, che ogni anno cooperano con scuole per promuovere la lingua italiana su tutto il territorio slovacco.