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2. La diffusione dell’italiano nei paesi madrelingua slava

4.2. Case study: il contesto e le metodologie

4.2.4. Gli studenti: motivazione e opinioni generali

119

120 Figura 8: Conoscenze linguistiche Come riscontrabile dal grafico, le lingue maggiormente conosciute oltre al ceco sono inglese, slovacco, tedesco, seguite da francese, spagnolo russo, giapponese, polacco, ungherese, ucraino e portoghese. Incrociando questi dati con le università di riferimento, si potrà ottenere una panoramica più incisiva delle loro reali competenze linguistiche, anche se è opportuno considerare che probabilmente alcune di queste competenze provengano dagli anni del liceo e non dall’università. Il dato acquista ancora più rilevanza se si aggiunge il livello linguistico delle lingue conosciute dagli studenti, la cui quasi totalità frequenta corsi della Facoltà di Lettere e Filosofia, con le sole eccezioni della Facoltà di Design e Arte a Plzeň (Figura 9).

Livello Studenti Percentuale

A1 4 23,50%

A2/B1 2 11,80%

B1 1 5,80%

B1/B2 2 11,80%

B2 2 11,80%

B2/C1 2 11,80%

C1 4 23,50%

Figura 9: Livelli linguistici In media, l’università a Brno spicca per i livelli avanzati raggiunti dai suoi studenti.

Presso questa università si concentra il maggior numero di studenti non madrelingua cechi, poiché frequentano i rispondenti al questionario di origine slovacca e ucraina.

Oltre, quindi, al ceco e allo slovacco con livello C2, le lingue romanze spagnolo, francese e portoghese raggiungono un livello medio pari al B1+, dove soprattutto la lingua portoghese raggiunge il picco di C1 a fronte delle altre con livelli più bassi.

121 Segue poi l’Università a Opava, dove il livello di uno dei rispondenti è pari al C1. In questo caso, lo studente riferisce che la lingua confonde molto dal punto di vista sintattico, ma dall’altro lato lo aiuta con il vocabolario per l’italiano.

L’Università a Praga si classifica subito dopo, con livelli linguistici pari a B2/C1, dimostrando una certa competenza e preparazione in materia. Il francese in particolare è la lingua romanza più studiata dai rispondenti, i quali trovano molti elementi in comune con la lingua italiana, fornendo un supporto non da meno durante le fasi di acquisizione.

Al quarto posto l’Università a Olomouc vede le competenze in francese e portoghese a livelli soglia, ovvero B1/B2. Tuttavia, i rispondenti, all’opposto di quanto detto sopra, trovano il francese come fonte di problematiche se considerato come supporto linguistico per l’italiano. Al contrario, è l’italiano che in base alla loro esperienza può ricorrere in aiuto del francese.

Al quinto posto si classifica l’Università a Plzeň con livelli A2/B1 medio-bassi rispetto agli altri studenti fino ad ora considerati. Si ricordi che presso questa università vi è il centro linguistico di ateneo che tiene corsi di lingue romanze, di conseguenza anche l’apporto delle ore impiegate durante le lezioni sono in media inferiori rispetto agli altri atenei.

Si conclude questa rassegna con l’Università a České Budějovice, che segna i livelli linguistici più bassi pari a A1. Questo dato è anche giustificato dal fatto che i respondenti in questione hanno iniziato il loro percorso di studi di francese e spagnolo soltanto dopo aver iniziato quello di italiano. Per tale ragione, l’utilità di queste lingue è limitata e non è ancora possibile vederne i frutti perché agli albori dell’acquisizione.

Considerato in parte il background linguistico degli studenti, si osservino adesso i corsi di italiano frequentati dagli studenti, siano essi in triennale o magistrale. La maggior parte dei rispondenti frequenta i primi anni dei corsi di laurea triennale, di conseguenza lo studio dedicato alla lingua italiana non supera i 2 anni e la fascia che interessa questi studi è la più giovane che va dai 18 ai 25. La provenienza è omogenea tra tutti gli atenei di riferimento. Con i corsi di laurea magistrale la situazione cambia, poiché gli anni di studio aumentano e con questo aumenta anche la fascia d’età, in quanto i tre rispondenti frequentanti hanno un’età compresa tra i 26 e i 35 anni e over 46, di cui due provenienti dall’Università a Olomouc. Nonostante i pochi anni di studio, gli studenti dimostrano in tutti i casi di possedere ottime capacità e competenze linguistiche in italiano: ciò è riscontrabile dal livello che hanno indicato nel questionario, che in media raggiunge il livello B2. In un solo caso presso l’ateneo a Olomouc è stata conseguita una

122 certificazione livello C1.

Tenendo conto di quanto sopra, agli studenti è stato chiesto di valutare complessivamente il corso di italiano frequentato al momento dell a compilazione e le risposte sono state molto positive (Figura 10). Si consideri che il valore 1 rappresenti

“per nulla soddisfatto” e il valore 5 “pienamente soddisfatto”.

Figura 10: Valutazione del corso di italiano Raccogliendo le 17 risposte degli studenti è emersa una particolare soddisfazione nel frequentare i corsi di italiano, confermata anche dalla percentuale del 58,8% pari a dieci rispondenti. I corsi sono molto apprezzati soprattutto per la partecipazione e la comunicazione dei docenti, che rendono il tutto divertente, interessante e stimolante.

Viene premiata anche la scelta di utilizzare durante le lezioni materiali autentici, innovativi e culturali, proposti dalle lettrici madrelingua italiane, che avvicinano sempre più gradualmente gli studenti alla realtà italiana. Se da un lato vengono apprezzati l’approccio e i materiali didattici, dall’altro lato meno di un terzo degli studenti non resta soddisfatto delle modalità di insegnamento. Il motivo è la scarsa dinamicità dei corsi e la molta teoria che impedisce una corretta comunicazione tra docenti e studenti, situazione che è aggravata anche dalle poche ore di lezione durante la settimana. La teoria in questi casi sovrasta l’utilizzo attivo della lingua e spesso gli studenti preferiscono frequentare lezioni private che integrino i materiali affrontati durante i corsi.

Un’aggiunta finale circa l’interesse degli studenti nello studiare l’italiano viene fatta in merito alla valutazione che i docenti danno sulle loro performance linguistiche. In particolare, sembrano essere riconosciuti sopra tutti gli eventi in successione nel passato o nel presente, a cui segue anche la corretta concordanza di persona, genere e numero, gli elementi che compongono una frase e la trasformazione del verbo dalla forma attiva

123 e passiva. Tenendo conto di questo, dunque, i docenti di italiano val utano in media il livello linguistico degli studenti con un punteggio di 5, relativamente buono.

Questi risultati conducono ad una riflessione didattico-teorica. Mettendo da parte l’importante partecipazione dei docenti che è riconosciuta dagli studenti, la parte teorica non sembra spesso essere sufficiente e questo influisce sulle metodologie da adottare in classe. È in questo momento che si deve sentire la necessità di rispondere alle esigenze del singolo, presentando quanta più realtà italiana possibile, poiché è l’unica fonte linguistica supportata da spiegazioni che avviene in classe.