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Abuso sessuale intra-familiare ed extra-familiare

CAPITOLO 2: ABUSO SESSUALE E LE SUE DIVERSE TIPOLOGIE 2.1 Dal complesso edipico all’incesto

2.2 Abuso sessuale intra-familiare ed extra-familiare

La violenza dell’abuso sessuale, sta negli atti compiuti con un approccio cauto, anche se non meno determinato, che proseguono attraverso minacce e manipolazioni emotive, e viene attuato sfruttando la disparità di potere e di autorità e la dipendenza materiale e affettiva del bambino nei confronti dall’adulto, che utilizza lo stato di confusione, disperazione, paura e vergogna del bambino.

Per questo il minore non è in grado di dare un consenso libero e informato su ciò che sta accadendo con una persona fidata.

È possibile individuare una classificazione dell’abuso sessuale a seconda dell’autore in:

1. Intrafamiliare 2. Extrafamiliare

L’abuso sessuale intrafamiliare, riguarda ambedue i genitori, anche se si fa

riferimento in un modo particolare alla figura maschile adulta, con un ruolo paterno, frequentemente si associa a maltrattamento fisico della vittima o di altri componenti della famiglia, quali figli o della madre.

É stato rilevato che questi padri violenti nel contesto familiare all’esterno, appaiono normali e affettuosi, e proprio questa apparente normalità comporta che molte volte, gli adulti, e anche gli operatori o professionisti del settore non credono nell’imminente alle dichiarazioni del bambino, indicandolo come bugiardo e mitomane.

Naturalmente gli effetti sono gravissimi: dalla mancata messa in atto di misure di protezione, all’archiviazione dei casi senza aver fatto i dovuti accertamenti, alla minimizzazione degli effetti a breve e a lungo termine.

Molte le volte che anche le madri sono vittime di violenze e per questo non sono in grado di accorgersi dell’abuso sessuale che subiscono i figli, perciò non sono capaci di adoperarsi in modo efficace per difenderli, infatti esiste una percentuale non irrilevante di madri che non mettono in atto nessun comportamento di protezione nei confronti dei propri figli oppure che scelgono di difendere il marito, anche se non bisogna sottovalutare neppure i casi delle mamma-coraggio che proteggono i propri figli, quindi adempiendo tutte le procedure per allontanarsi dall’uomo violento o abusante, collaborando con gli operatori nel sostegno fisico e psicologico al bambino.

Le “attività sessuali” non comprendono solo l’atto sessuale completo ma anche tutte quelle attività che coinvolgono le parti intime, con carezza e toccamenti continui e ripetuti nel tempo, in cui il bambino o l’adolescente è oggetto di soddisfazione sessuale dell’adulto e che hanno lo scopo ultimo di soddisfare i bisogni dell’adulto che attua l’attività sessuale.

Inoltre, per quanto riguarda gli abusi sessuali intra-familiare vi è una sotto- classificazione ovvero: (Montecchi F. 1994,144):

• Abusi sessuali manifesti; • Abusi sessuali mascherati; • Pseudo-abuso.

2.2.1 Abusi sessuali manifesti

Sono considerati quelli a valenza incestuosa, consumati sia dal padre o dai fratelli maschili, oppure non mancano nella casistica delle figure femminili che abusano i propri figli maschi, che nonostante sia più difficile da riconoscere esiste e si verifica all’interno delle famiglie ed inoltre ha una valenza non meno devastante su una personalità in via di sviluppo, inoltre è più difficoltoso da riconoscere perché la relazione fra madre e bambino è particolare fin dalla nascita essendo che la madre vive con il figlio una sintonia tale che la madre sente di avere un diritto assoluto sul corpo del figlio, tanto da diventare abusante, proprio per questo motivo questo tipo di abuso da parte della madre è possibile riconoscerlo solo dopo la fase adolescenziale del figlio.

Talora questo abuso si configura come manipolazione di tipo masturbatorio, fino a giungere ad un rapporto sessuale completo fra madre e figlio, portando ad una grave psicopatologia, perché la madre abusante mantiene lo sviluppo psichico del figlio, ad un livello infantile e non gli permette nemmeno uno sviluppo sociale, incapace di creare e di stabilire nuove relazioni amicali, affettive e anche sessuali di tipo adulto. Le realtà dove si sviluppano questi abusi rappresentano delle situazione estremamente inquietante e molto complesse, e nella maggior parte dei casi una madre abusante è stata lei stessa una donna abusata precedentemente, quindi incapace di sviluppare una forma di protezione nei confronti dei propri figli, essendo le stesse mai state trattate come figlie e quindi protette da bambine. Altre volte l’abuso sui propri figli, senza distinzione di sesso può avvenire da parte di entrambi i genitori.

Nel protocollo di valutazione proposta da Gardner (1995) elenca una serie di elementi che devono essere approfonditi in questi contesti, a livello relazionale ma anche individuale, analizzando sia gli aspetti multiproblematici sia disfunzionali nella famiglia di origine quale: deprivazione emotiva, abusi sessuali subiti in passato, le capacità intellettive di ambedue i coniugi, i livelli di autostima, di adeguatezza personale, l’ abuso di sostanze, e bisogna valutare se vi sono stati dei condizionamenti da parte di uno o dell’altro partner nell’attuare questi comportamenti altamente incestuosi e gravi.

Altre figure di abusanti, negli anni più recenti sono i nonni che sono sempre più frequenti, o semplicemente più conosciuti a differenza del passato, che compiono atti di libidine nei confronti delle bambine, anche se molto piccole.

Vi sono poi gli abusi sessuali fra fratelli e sorelle che non rientra nel semplice gioco sessuale adolescenziale fra i due, si tratta solitamente dell’abuso da parte di un fratello maggiore su di una sorellina, la cui attività sessuale incestuosa viene indotta dai genitori che hanno una visione endogamica della famiglia, essendo la famiglia considerata come un gruppo chiuso dove al suo interno può essere soddisfatto ogni bisogno. Inoltre in contesti familiari dove una certa nudità non suscita scalpore, e dove non vi sono particolari tabù sessuali né erotizzazioni. Perciò l’erotizzazione del rapporto fraterno può essere il risultato di un complesso di circostanze, quali ad esempio uno stile di vita familiare dove non vi si pongono dei limiti all’esposizione incontrollata a produzione audiovisive erotiche, oppure l’assenza di confini di ruolo, l’esaltazione di caratteristiche maschili e seduttive delle donne.

Nel caso di violenza sessuale fra fratelli, è possibile applicare uno schema che riporta la duplice modalità ovvero seduttiva e violenta di cui porla Groth(1977, 1982) applicata alla relazione incestuosa fra genitore-figli, mentre in questa relazione si risponde ad un bisogno di congruenza emotiva, caratterizzata dalla seduttività, perciò vi è un’adesione da parte della sorella che trova nella figura del fratello una forma sostitutiva rispetto ai suoi genitori. Cercano quasi una relazione perfetta, a causa della relazione conflittuale che sono condannati a vivere quotidianamente, quindi questa loro relazione è come se fosse un rifugio, una relazione consolatoria, sostitutiva di quella che i genitori gli fanno mancare. Altre volte invece, si tratta di una relazione violenta, attraverso le quali il fratello tenta di costruirsi un’identità maschile a discapito di una preda facile, a portata di mano ogni giorno, che è facilmente influenzabile, resa anche remissiva a causa del segreto e della minaccia che sussiste in queste circostanza.

Anche nel loro caso, quando entrambi riescono a liberarsi da questa esperienza incestuosa, vivono una profonda sofferenza a causa del legame familiare che li lega.

2.2.2 Abusi sessuali mascherati

Comprendono varie forme cliniche, quali ad esempio le pratiche genitali inconsuete oppure l’abuso assistito.

Le pratiche inconsuete includono lavaggi dei genitali, ispezioni ripetuti, anali o vaginali, oppure le applicazioni di creme continue, che nascondono delle perversioni o gravi strutture psicopatiche dei genitori, responsabili dell’erotizzazione di questi comportamenti, danneggiano il bambino nella sua coscienza corporea.

Mentre per abuso assistito sta ad indicare “situazioni nella quale il bambino non è

concretamente abusato, ma si trova in un contesto familiare violento e abusante che determina in lui conseguenze analoghe a quelle prodotte dalle altre forme di abuso. L’ esposizione costante alla violenza familiare costringe i bambini a doversi confrontare con i comportamenti violenti dei genitori provocando un danneggiamento evolutivo”28.

2.2.3 Gli Pseudo abusi

A questo gruppo appartengono abusi dichiarati ma che non sono stati concretamente consumati. In questi casi è possibile indagare e di ricercare quali sono le reali cause che portano a queste dichiarazioni.

Dal punto di vista statistico la persona che ricorrente nell’abuso sessuale quindi è il padre e nel “94% dei casi l’autore del reato è una persona conosciuta: il 50 % sono padri naturali, patrigni o conviventi della madre, la restante parte è composta da altre figure appartenenti all’ambito familiare, ovvero fratelli, nonni, zii e cugini”. (Bianchi,1997, p.43). È importante attuare una classificazione per inquadrare il fenomeno dell’abuso sessuale da due punti di vista:

28 Montecchi F. “Dal bambino minaccioso al bambino minacciato. Gli abusi e la violenza in

a) Per comprendere quali possono essere le motivazioni che inducono un padre a mettere in atto un abuso sessuale;

b) Per comprendere le implicazioni emotive della vittima, e per mettere in atto delle strategie a sostegno della vittima.

Sotto questi due punti di vista si sono sviluppati degli approcci raggruppati sotto tre approcci: psicodinamico, fenomenologico, sistemico29.