Accountability e sistema politico regionale
4.4 Accountability elettorale e ricambio del ceto politico
L’ultimo indicatore da prendere in considerazione verte sui consiglieri e la loro disponibilità a ripresentarsi al cospetto dell’elettorato, affinché quest’ultimo valuti se premiarli o punirli in base al loro rendimento maturato nell’arco della consiliatura.
Nel portare avanti l’indagine sui Consigli regionali di Toscana e Calabria si è posta maggiore attenzione sulla possibilità che i consiglieri uscenti potessero ricandidarsi fuori dal partito (ed eventualmente dalla coalizione) che li aveva candidati in occasione della prima elezione, sfuggendo così all’accountability.
Per come si può riscontare dai dati presenti in appendice, e che nelle prossime tabelle saranno riportati in forma sintetica, l’ipotesi di trasformismo, o meglio non lealtà rispetto al partito che li aveva candidati, in Toscana ha riguardato soltanto tre consiglieri nell’arco di 40 anni di elezioni, tre consiglieri che si sono ricandidati in partiti diversi da quelli di origine, competendo quindi contro chi li aveva fatti eleggere nella prima occasione. Complessivamente sono transitati dal Consiglio regionale della Toscana 327 consiglieri in 40 anni, solo 3 hanno ottenuto la riconferma in maniera sleale ce n’è abbastanza per dire che l’accountability ha funzionato bene, o a monte (mancata ricandidatura degli uscenti) o a valle (mancata rielezione da parte dell’elettorato). Il dato che invece più interessa è quello della Calabria, laddove molteplici sono i casi di slealtà riscontrata nella rielezione. In questo caso viene quindi infranta la regola aurea dell’accountability, rendere conto coerentemente di ciò che si è fatto in qualità di governante o di oppositore. Il sentiero che conduce alla distorsione del vincolo di accountability è quello che interessa di più e sarà percorso con maggiore profondità nella seconda parte del paragrafo, quando si considererà solo la Calabria, per il momento si prende in considerazione solo il caso della Toscana e relativamente ai soli consiglieri rieletti (e tra questi coloro che hanno ricoperto un incarico in giunta). Quindi nella tabella 4.18 sono stati riportati i dati relativi al Consiglio regionale della Toscana relativamente al numero di consiglieri transitati nell’assise fiorentina tra il 1970 e il 1990, per valutare quanti di questi siano stati rieletti lealmente o slealmente rispetto al partito. In realtà si è costruito un indice di non slealtà nel quale sono stati ricompresi sia coloro i quali si sono ricandidati nella stessa
lista, sia coloro che si sono ricandidati in un lista diversa, ma nell’ipotesi che il loro partito di provenienza sia svanito nel frattempo e che la lista di approdo non abbia rappresentato nel momento della prima elezione un partito contro il quale il consigliere è stato in competizione.
Tab. 4.18 Consiglio regionale della Toscana, 1970-1990, consiglieri rieletti in % degli uscenti Anno Consiglieri Rieletti rieletti sleali
1970 53 47,2 0,0
1975 60 53,3 1,7
1980 58 43,1 0,0
1985 58 43,1 1,7
1990 58 37,9 0,0
Rielaborazione basata sui dati dell’Archivio Elettorale del Consiglio Regionale della Toscana: <http://www.consiglio.regione.toscana.it/POLITICA/ARCHIVIO-ELETTORALE/DEFAULT.ASP>
n.b. sono stati definiti sleali i consiglieri rieletti che abbiano infranto queste condizioni: 1) sono stati rieletti in una lista diversa da quella della prima elezione e 2a) la lista di rielezione concorreva nelle elezioni precedenti contro la lista di provenienza oppure 2b) sono stati rieletti nella elezione successiva concorrendo contro la lista di provenienza. Sono stati definiti non sleali i consiglieri rieletti nelle restanti condizioni
Dalla tabella 4.18 notiamo che mediamente i consiglieri transitati dal Consiglio (e quindi eletti in prima istanza o in surroga) nell’arco del quinquennio sono poco meno di 60, con un tasso di riconferma che tocca il suo livello massimo con gli uscenti del 1975 (53,3%) e il punto minimo con gli uscenti del 1990 (37,9%), da notare l’incidenza insignificante dei consiglieri rieletti in modo sleale (l’1,7% degli uscenti, quindi una sola persona, sia nel 1975 che nel 1985). Dalla tabella 4.19 invece si ha una panoramica su ciò che è successo in seguito alla riforma del sistema elettorale che ha introdotto le coalizioni. La tabella evidenzia che il tasso di riconferma si è stabilizzato al di sotto di un terzo, col solo caso degenere degli uscenti che 2000 che vengono rieletti in massa anche grazie all’aumento dei posti in Consiglio (da 50 a 65). L’unico caso di slealtà riguarda un consigliere di Rifondazione Comunista, eletto fuori dal blocco di centrosinistra, e rieletto all’interno in quota PdCI.
Tab. 4.19 Consiglio regionale della Toscana, 1995-2010, consiglieri rieletti in % degli uscenti Anno Consiglieri Rieletti rieletti sleali al partito* rieletti sleali alla coalizione** rieletti sleali***
1995 54 29,6 0,0 0,0 1,9
2000 57 68,4 0,0 0,0 0,0
2005 82 32,9 0,0 0,0 0,0
Rielaborazione basata sui dati dell’Archivio Elettorale del Consiglio Regionale della Toscana: <http://www.consiglio.regione.toscana.it/POLITICA/ARCHIVIO-ELETTORALE/DEFAULT.ASP>
* consiglieri che sono stati rieletti 1) nella stessa coalizione ma 2a) in una lista concorrente della propria lista di origine nelle elezioni precedenti o 2b) concorrendo nella elezione successiva contro la lista di provenienza
** consiglieri che sono stati rieletti in una coalizione diversa da quella di provenienza *** consiglieri rieletti in una lista e in una coalizione diverse da quelle di provenienza
Tab. 4.20 Consiglio regionale della Toscana, 1970-1990, consiglieri incaricati rieletti in % dei consiglieri incaricati uscenti
Anno Incaricati inc. rieletti inc. riel. s.
1970 9 55,6 0,0
1975 13 84,6 7,7
1980 19 47,4 0,0
1985 20 35,0 0,0
1990 20 40,0 0,0
Rielaborazione basata sui dati dell’Archivio Elettorale del Consiglio Regionale della Toscana: <http://www.consiglio.regione.toscana.it/POLITICA/ARCHIVIO-ELETTORALE/DEFAULT.ASP>
n.b. sono stati definiti sleali i consiglieri incaricati rieletti che abbiano infranto queste condizioni: 1) sono stati rieletti in una lista diversa da quella della prima elezione e 2a) la lista di rielezione concorreva nelle elezioni precedenti contro la lista di provenienza oppure 2b) sono stati rieletti nella elezione successiva concorrendo contro la lista di provenienza. Sono stati definiti non sleali i consiglieri incaricati rieletti nelle restanti condizioni
Nella tabella 4.20 una breve ricognizione del destino di rielezione dei consiglieri che nell’arco delle varie consiliature hanno ricoperto incarichi di governo (presidente della giunta o assessore), considerando la quota di rieletti in percentuale del totale dei consiglieri uscenti che abbiano occupato per lo meno una volta un incarico di giunta nel quinquennio. Un indicatore utile a valutare il grado di
accountability nei riguardi dei rappresentanti che si sono cimentati con impegni
esecutivi. La circostanza della slealtà premiale si verifica solo un’occasione, per il resto non esistono casi (almeno nelle 5 elezioni considerate in tabella) di palese slealtà ed anzi la percentuale di incaricati rieletti in consiglio fluttua in maniera considerevole, passando dal 35% della quarta consiliatura, fino all’84,6% della seconda, anche se in realtà è il caso di sottolineare che nelle prime due consiliature il numero di consiglieri in giunta è stato ridotto, salvo quasi a raddoppiare nei casi successivi (anche da questo derivano percentuali più contenute nelle ultime consiliature considerate).
Tab. 4.21 Consiglio regionale della Toscana, 1995-2010, consiglieri incaricati rieletti in % dei consiglieri incaricati uscenti
Anno Incaricati inc. riel. inc. riel. sl. p.* inc. riel. sl. c.** inc. riel. sl.***
1995 14 7,1 0,0 0,0 0,0
2000 5 60,0 0,0 0,0 0,0
2005 10 20,0 0,0 0,0 0,0
Rielaborazione basata sui dati dell’Archivio Elettorale del Consiglio Regionale della Toscana: <http://www.consiglio.regione.toscana.it/POLITICA/ARCHIVIO-ELETTORALE/DEFAULT.ASP>
* consiglieri incaricati che sono stati rieletti 1) nella stessa coalizione ma 2a) in una lista concorrente della propria lista di origine nelle elezioni precedenti o 2b) concorrendo nella elezione successiva contro la lista di provenienza
** consiglieri incaricati che sono stati rieletti in una coalizione diversa da quella di provenienza *** consiglieri incaricati rieletti in una lista e in una coalizione diverse da quelle di provenienza
Le considerazione portate avanti per la prima parte delle elezioni prese in esame (tra il ’70 e il ’90) possono essere riportate nell’analisi degli anni successivi, tenendo ovviamente conto del mutato quadro coalizionale (come fatto nella tabella 4.19). Ebbene gli esiti compresi nella tabella 4.21 sono piuttosto inequivocabili, infatti non esistono casi di consiglieri rieletti su una base di slealtà (partitica o di coalizione), in realtà esiste una cospicua variazione all’interno del numero di consiglieri incaricati in ogni consiliatura (da un minimo di 5 nel 2000 a un massimo di 14 nel 1995), con un grado di incidenza della rielezione esattamente inversamente proporzionale al numero di consiglieri uscenti che abbiano partecipato alle giunte susseguitesi nel quinquennio. Infatti la percentuale più alta di rielezione si registra quando gli uscenti incaricati erano particolarmente pochi, quando i consiglieri uscenti erano 14 (nel 1995) allora le riconferme sono state ridotte.
4.22 Consiglio regionale della Toscana, 1970-2010, tassi di permanenza
Consiliature Consiglieri % sinistra % destra %
1 165 50,3 105 32,1 60 18,3 2 119 36,5 81 24,8 38 11,6 3 33 10,1 20 6,1 13 4,0 4 8 2,5 0 0,0 8 2,4 5 2 0,6 0 0,0 2 0,6 totale 327 100,0 206 63,0 121 37,0
Rielaborazione basata sui dati dell’Archivio Elettorale del Consiglio Regionale della Toscana: <http://www.consiglio.regione.toscana.it/POLITICA/ARCHIVIO- ELETTORALE/DEFAULT.ASP>
Nella tabella 4.22 viene sintetizzata la permanenza dei consiglieri nell’ambito della massima assise regionale, nella prima colonna ci sono il numero di consiliature, nella seconda il numero di consiglieri che sono rimasti in consiglio per il corrispondente numero di consiliature, definendo nella terza colonna la consistenza rispetto al numero di consiglieri complessivi, nella quarta colonna il numero di consiglieri eletti in partiti del blocco di sinistra fino al 1990 e nel blocco di centrosinistra dal 1995 in poi, nella quinta colonna la percentuale rispetto al totale, nella sesta e nella settima colonna lo stesso discorso fatto per i consiglieri del blocco di sinistra, ma ribaltato sulla destra. È evidente che i consiglieri di centro e destra tendono a restare per più consiliature consecutive (quattro anche cinque), mentre i consiglieri di sinistra non vanno oltre le tre consiliature al massimo. Quindi una maggiore persistenza del ceto politico che normalmente perde le elezioni, e maggiore
ricambio tra i vincitori. La stessa tendenza si riscontra nel caso della tabella 4.23, nella quale sono elencati i tassi di riconferma, cioè vengono considerati i soli consiglieri che hanno avuto accesso per lo meno due volte all’assise regionale, ricercando quanti di questi siano stati riconfermati e per quante consiliature consecutive. In questo caso il dato è ancor più rafforzato, la percentuale di consiglieri riconfermati a destra è più bassa rispetto al tasso di permanenza, perché i consiglieri di destra mantengono più a lungo l’incarico (attraverso la rielezione).
4.23 Consiglio regionale della Toscana, 1970-2010, tassi di riconferma
Riconferme Consiglieri % sinistra % destra %
0 2 1,2 1 0,6 1 0,6 1 118 72,8 90 55,6 28 17,3 2 34 21,0 21 13,0 13 8,0 3 7 4,3 0 0,0 7 4,3 4 1 0,6 0 0,0 1 0,6 totale 162 100,0 112 69,1 50 30,9
Rielaborazione basata sui dati dell’Archivio Elettorale del Consiglio Regionale della Toscana: <http://www.consiglio.regione.toscana.it/POLITICA/ARCHIVIO- ELETTORALE/DEFAULT.ASP>
Terminate le considerazioni sulla Toscana, è appena il caso di sottolineare che l’esame della Calabria risulterà più approfondito a cominciare dal periodo compreso tra il 1970 e il 1990, laddove appaiono nella tabella 4.24 oltre ai consiglieri e ai riconfermati, anche i ricandidati, per meglio dire i tassi percentuali dei consiglieri uscenti che si sono ricandidati (tenendo conto della percentuale di coloro che si ricandidano in modo sleale, in base alla confini tracciati poco più sopra nella concettualizzazione dell’indicatore) e altrettanto per quel che riguarda gli uscenti rieletti. Il livello delle ricandidature è molto fluttuante si parte dall’80,4% del 1970 per arrivare al 44,4% del 1990, passando per continui sbalzi. Diverso è il discorso concernente le riconferme, queste sembrano stare in un range decisamente più omogeneo, almeno per ciò che riguarda il 1970, il 1975 e il 1985, minore la quota di riconfermati nel 1980, sebbene il punto più basso viene raggiunto nel 1990, quando solo un quinto degli uscenti rientra in Consiglio. Da una prima ricognizione emerge che solo nella consiliatura del 1980 non ci sono state ricandidature improntate alla slealtà verso il partito, nelle restanti occasioni una quota minore (2,1%) o maggiore (fino al 9,1%) degli uscenti ha tentato la via della ricandidatura al di fuori dal proprio contesto di origine, oppure ospite di un partito che aveva avversato durante la
campagna elettorale della sua prima elezione. Il quadro cambia di poco con riguardo alle riconferme, infatti la metà di coloro che tentano la via della ricandidatura riesce ad avere la riconferma, unica eccezione la consiliatura del 1975, dove l’unico ricandidato sleale non riesce a centrare la riconferma.
Tab. 4.24 Consiglio regionale della Calabria, 1970-1990, consiglieri ricandidati e riconfermati in % degli uscenti
Anno Consiglieri Ricandidati ricand. sleali Riconfermati riconf. sleali
1970 46 80,4 4,3 58,7 2,2
1975 47 68,1 2,1 51,1 0,0
1980 50 52,0 0,0 42,0 0,0
1985 44 77,3 9,1 54,5 4,5
1990 54 44,4 3,7 20,4 1,9
Rielaborazione basata sui dati del Consiglio Regionale della Calabria
n.b. sono stati definiti sleali i consiglieri che ricandidandosi hanno infranto queste condizioni: 1) sono stati ricandidati in una lista diversa da quella della prima elezione e 2a) la lista di ricandidatura concorreva nelle elezioni precedenti contro la lista di provenienza oppure 2b) sono stati ricandidati nella elezione successiva concorrendo contro la lista di provenienza. Sono stati definiti non sleali i consiglieri che sono stati ricandidati nelle restanti condizioni
Come fatto per la Toscana, anche in tal caso, stavolta con l’ausilio della tabella 4.25, si analizza il comportamento di quella parte di consiglieri che hanno occupato incarichi in giunta. In questa occasione si scende più in dettaglio, diversificando l’attenzione tra ricandidati e riconfermati. I tassi di ricandidatura sono molto accentuati, l’intervallo si pone tra il quasi 60% del 1990 e oltre l’86% degli uscenti del ’70. Di particolare interesse il fatto che a conclusione della quarta legislatura quasi un quinto dei consiglieri che hanno fatto parte per lo meno una volta della giunta sono stati ricandidati in partiti diversi da quelli che li avevano fatti eleggere consiglieri nel 1985, percentuale crollata poco al di sotto del 4% nella consiliatura successiva. Guardando alle riconferme, sostanzialmente per la seconda terza e quarta consiliatura le riconferme si aggirano attorno ai 3/5 dei consiglieri incaricati uscenti, eccezioni marcate nel 1970, quando quattro su cinque hanno ottenuto la riconferma e nel 1990, quando meno del 30% è stato rieletto. Quanto alla dimensione della slealtà, questa a premiato l’unico caso verificatosi a conclusione di quinta legislatura, mentre il numero di riconfermati nel 1990, rispetto alla quarta consiliatura ha visto dimezzare il numero dei ricandidati, infatti soltanto meno del 10% dei consiglieri incaricati uscenti ha ottenuto la riconferma.
Tab. 4.25 Consiglio regionale della Calabria, 1970-1990, consiglieri incaricati ricandidati e riconfermati in % dei consiglieri incaricati uscenti
Anno Incaricati inc. ricand. inc. ricand. s. inc. riconf. inc. riconf. s.
1970 15 86,7 0,0 80,0 0,0
1975 18 66,7 0,0 61,1 0,0
1980 18 72,2 0,0 61,1 0,0
1985 21 76,2 19,0 57,1 9,5
1990 27 59,3 3,7 29,6 3,7
n.b. sono stati definiti sleali i consiglieri incaricati che ricandidandosi hanno infranto queste condizioni: 1) sono stati ricandidati in una lista diversa da quella della prima elezione e 2a) la lista di ricandidatura concorreva nelle elezioni precedenti contro la lista di provenienza oppure 2b) sono stati ricandidati nella elezione successiva concorrendo contro la lista di provenienza. Sono stati definiti non sleali i consiglieri incaricati che sono stati ricandidati nelle restanti condizioni.
Prima di prendere in considerazione le evidenze della tabella 4.26, si rende d’obbligo una precisazione di metodo. Per come si può riscontrare dalla lettura dei dati in appendice ogni consigliere uscente che abbia inteso candidarsi è stato classificato a secondo di due categorie dal 1970 al 1990 e secondo quattro dal 1995 in poi. Nella tabella 4.26 per esempio non è riportata la tipologia relativa ai consiglieri non sleali (quelli che sono stati ricandidati nella stessa coalizione e nella stessa lista oppure in una lista non concorrente nelle elezioni precedenti con la lista di provenienza del consigliere), mentre sono riportate le categorie degli sleali rispetto solo al partito (riferendosi ai consiglieri che sono stati ricandidati: nella stessa coalizione ma in una lista concorrente della propria lista di origine nelle elezioni precedenti o concorrendo nella elezione successiva contro la lista di provenienza), degli sleali rispetto alla coalizione (indicando con questi i consiglieri che sono stati ricandidati in una coalizione diversa da quella di provenienza) e gli sleali (consiglieri ricandidati in una lista e in una coalizione diverse da quelle di provenienza), e un ultima categoria che tiene il conto di tutti gli sleali senza altre sfumature, questo per dare un’idea del fenomeno e di quando incida poi nel momento della riconferma.
Fatta questa premessa la tabella 4.26, che prende in esame le sole ricandidature, pone in evidenza un dato piuttosto chiaro, il tasso di ricandidatura tende a stabilizzarsi nelle ultime due occasioni, approssimandosi al 70%, dopo che aveva superato la soglia dell’86% nel 1995. I dati più interessanti provengono dalla lettura della composizione interna delle ricandidature sleali. Nel 1995, poco più di un consigliere su 10 cerca la ricandidatura in un partito diverso da quello di provenienza, pur rimanendo nella stessa coalizione di origine, mentre quasi un quarto sperimenta la ricandidatura totalmente sleale, a questo proposito però è necessario fare una seconda
osservazione riguardante il metodo, infatti la consiliatura 1995-2000 si caratterizza per la circostanza legata al ribaltone, quindi la categoria dei pienamente sleali per l’occasione è stata ampliata a coloro che sono stati ricandidati nella stessa coalizione della prima elezione, pur avendo tradito il gruppo consiliare e la coalizione che li aveva primariamente espressi, appoggiando durante il corso della consiliatura una giunta regionale sostenuta da una coalizione alternativa. Ecco che il dato eclatante sulla percentuale di sleali in questa consiliatura si fa più comprensibile, ma detto questo c’è comunque da considerare che più di un terzo dei consiglieri si ricandida sperimentando una delle qualsiasi forma di slealtà che sono state catalogate.
Tab. 4.26 Consiglio regionale della Calabria, 1995-2010, consiglieri ricandidati in % degli uscenti
Anno Consiglieri Ricandidati ricand. sl. part. ricand. sl. coal. ricand. sleali tot. ricand. sleali
1995 45 86,7 13,3 0,0 22,2 35,6
2000 52 71,2 17,3 0,0 3,8 21,2
2005 64 70,3 4,7 6,3 10,9 21,9
Rielaborazione basata sui dati del Consiglio Regionale della Calabria:
<http://www.consiglioregionale.calabria.it/hp2/COMPOSIZIONE/consiglieri_cerca2.asp>
n.b. sleali rispetto al partito: consiglieri che sono stati ricandidati 1) nella stessa coalizione ma 2a) in una lista concorrente della propria lista di origine nelle elezioni precedenti o 2b) concorrendo nella elezione successiva contro la lista di provenienza
sleali rispetto alla coalizione: consiglieri che sono stati ricandidati in una coalizione diversa da quella di provenienza
totalmente sleali: consiglieri ricandidati in una lista e in una coalizione diverse da quelle di provenienza o che sono stati ricandidati nella stessa coalizione della prima elezione, pur avendo tradito il gruppo consiliare e la coalizione che li aveva primariamente espressi, appoggiando durante il corso della consiliatura una giunta regionale sostenuta da una coalizione alternativa.
Depurata dalle scorie del “ribaltone”, per ciò che concerne le riconferme, la consiliatura del 2000 offre un dato interessante, cioè che il crollo dei totalmente sleali si accompagna alla crescita degli sleali rispetto al partito che però tengono fede al rapporto di lealtà con la coalizione, essi rappresentano poco più idi un sesto dei consiglieri uscenti. Complessivamente un consigliere su cinque ottiene la ricandidatura tradendo il partito di origine. Stessa quota all’incirca nel 2005, ma in questa occasione la composizione interna delle ricandidature sleali si fa più diversificata. In questa occasione entrano in gioco i leali al partito e sleali alla coalizione, in pratica è stato il partito a cambiare blocco, e i consiglieri si sono limitati a seguirne il percorso (6,3% degli uscenti), il resto fanno parte della categoria degli sleali al partito (4,7%) e sleali del tutto (10,9%).
Restando nel campo delle ricandidature, grazie alla tabella 4.27, si può prendere in considerazione il dettaglio di coloro i quali si sono ricandidati provenendo da un’esperienza di condivisione dell’azione di governo interna alla giunta.
Tab. 4.27 Consiglio regionale della Calabria, 1995-2010, consiglieri incaricati ricandidati in % dei consiglieri incaricati uscenti.
Anno Incaricati inc. ricand. inc. ricand. sl. p. inc. ricand. sl. c. inc. ricand. sl. tot. inc. ricand. sleali
1995 26 88,5 15,4 0,0 26,9 42,3
2000 10 60,0 0,0 0,0 10,0 10,0
2005 16 75,0 0,0 0,0 12,5 12,5
n.b. sleali rispetto al partito: consiglieri incaricati che sono stati ricandidati 1) nella stessa coalizione ma 2a) in una lista concorrente della propria lista di origine nelle elezioni precedenti o 2b) concorrendo nella elezione successiva contro la lista di provenienza
sleali rispetto alla coalizione: consiglieri incaricati che sono stati ricandidati in una coalizione diversa da quella di provenienza
totalmente sleali: consiglieri incaricati ricandidati in una lista e in una coalizione diverse da quelle di provenienza o che sono stati ricandidati nella stessa coalizione della prima elezione, pur avendo tradito il gruppo consiliare e la coalizione che li aveva primariamente espressi, appoggiando durante il corso della consiliatura una giunta regionale sostenuta da una coalizione alternativa.
Come nel periodo tra il 1970 e il 1990. la ricandidatura premia un numero altissimo di consiglieri incaricati uscenti, tra il 60% del 2000 e quasi il 90% del 1995. Di particolare interesse la composizione interna dei ricandidati, specie per la parte riguardante gli sleali, infatti non ci sono ricandidati esclusivamente sleali alla coalizione, e solo nel 1995 c’è una frazione di ricandidature sleali rispetto al partito (15,4%), per il resto nelle tre consiliature in esame le ricandidature sleali sono sempre presenti, variando di consistenza, piuttosto contenuto è il dato del 2000 e del 2005,