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L’acquisto dei prati risulterebbe essere stato fatto appunto il 17 marzo 1561 con atto del notaio Alessandro Picinino, cfr ASCG-BS, Groppoli, A tti notarili del feudatario di Grappol

1570 -1642 ; Filza 18 cit., Capitoli delli beni divisi tra quelli di Groppoli e Filza 10 cit,, atto 3 ot­ tobre 1642; in quello stesso anno 1561, il 25 agosto, si svolge una complessa transazione fra Mu- lazzo, Groppoli, Monteregio, Pozzo, Castagnetoli, Busatica e Cassana da una parte e Villa dall’al­ tra, atto più volte citato nelle successive controversie e riportato in ASCG-BS, Groppoli, Filza 17 cit,, doc. n. 85 bis.

m a debbano pagare i sette capifam iglia giunti dopo il 1561, che tra l ’altro già « hanno havuti la lor parte di detti terreni» e, per essere poi ancora più chiari sull’argomento e fornire al m archese elem enti per decidere, riguardo il num e­ ro di coloro che pagarono « si dice essersi trovato il numero di settanta»'16. Se il numero dei fuochi fra i quali si ipotizza di dividere i prati fino ad allora og­ getto di lottizzazione è di centoventinove, sulla base delle indicazioni riferite dai consoli si sarebbero formati 52 nuovi nuclei fam iliari, o fuochi, e questo pare un num ero un p o ’ elevato, nonostante l ’increm ento demografico regi­ strato in generale in questo periodo, in particolare proprio dopo la forte ca­ duta di popolazione degli anni Novanta del XVI secolo, e si abbia anche una indiretta conferma che qui, come nella R epubblica di Genova, la peste del

1630 non abbia m ietuto vittime.

Questo elemento offre tuttavia lo spunto per sottolineare la peculiarità di tale provvedimento rispetto a quelli presi fino ad allora, e perm ette di con­ siderare come nel giro di alcuni decenni la com unità sia passata da uno stato di relativo benessere, che ha permesso ai suoi componenti di acquistare dei prati per una cifra certo non esigua, a un impoverimento e progressivo ind e­ bitam ento causati dalla mancanza di beni alim entari di prim a necessità. Su questo processo svolge una funzione im portante l ’increm ento demografico (anche se probabilm ente non nei term ini indirettam ente proposti dal consi­ glio della com unità), che si traduce per Groppoli anche neH’arrivo di fam iglie nuove rispetto a quelle da tempo insediate. Fra queste ultim e a loro volta al­ cune si allontanano da G roppoli, per un periodo di tempo di varia ampiezza, senza però recarsi in luoghi cosi distanti da non potere avanzare richieste in

46 ASCG-BS, Groppoli, Filza 10 cit. Sul numero dei «forestieri» non ci sono dubbi, poi­ ché sono riportati con chiarezza: i due fratelli Bertoni (che contano per una famiglia), Simone q.Nicolò, Giovanni Molinello, Giovanni Domenico Bestazzone, Lazzarino Bestazzone, Lorenzo Alessandrino e Antonio q.Michele. Sulla esattezza dei settanta nel 1561 è forse possibile avanza­ re qualche perplessità, poiché era interesse dei consoli proporre una rata più elevata da versare e comunque non ci sono possibilità di verifica. Il documento è collocabile nella primavera del 1644 poiché, come scrivono, gli stessi supplicanti hanno sentito che la Signoria Illustrissima è «destinata dalla serenissima República Ambasciadore in Spagna a’ suo tempo non possono a’ meno di condolersi come tutto il suo Poppolo fa grandemente della perdita che faranno della sua assenza di longo tempo; se bene dall’altro conto sommamente si rallegrano della carica di negotii tanto importanti appogiati alli meriti di V.S.IU.ma», gli augurano buon viaggio e gli chiedono una serie di interventi proprio in merito ai capitoli stipulati due anni prima.

merito alle divisioni del 1642. L’aumento di popolazione che vive sul territo­ rio, raccolti inadeguati e una forte oscillazione nell’andamento dei prezzi (in primo luogo quelli del grano) possono essere ascritti a buona ragione fra le cause principali di questo indebitamento «a spirale» dei groppolesi.

A llargata dunque la cerchia degli «aventi diritto» ad essere intestatari dei lotti, i debitori debbono pagare ogni anno una rata di sei ducatoni, due meno di quella indicata nella proposta del giugno, che possono consegnare in denaro o in prodotti. In caso di mancato rispetto di queste condizioni è pre­ visto che agli inadem pienti venga tolta la terra, che sarà nuovamente affittata ad altri. Chi si libererà del debito potrà godere del frutto della terra coltivata fino al completo esaurimento del debito da parte della collettività.

E presa in considerazione anche la situazione di tre vedove e «sanza aiu­ to di figliuoli», l ’Orlanda, la Sariina e la Bellona, che si trovano nell’im possi­ bilità di coltivare adeguatam ente i terreni. A d esse il massaro si im pegna a da­ re quattro ducatoni l ’anno, nel mese di agosto, tratti da un altro cespite del comune, pari all’importo che potrebbero trarre dai terreni se fossero loro as­ segnati; nel caso in cui però risultassero debitrici del feudatario, lo stesso massaro si im pegna a trattenere due dei quattro ducatoni per consegnarli di­ rettam ente al creditore in estinzione del debito.

Sono infine ribadite tutte le norme statutarie, che obbligano al contribu­ to per i lavori di arginatura, ai criteri di tipologia e collocazione degli alberi e cosi via. N aturalm ente anche in questo caso chi muore senza lasciare eredi non può disporre ereditariam ente di questi terreni, né li può trasferire per dote o per altro motivo a persona estranea alla comunità. Il principio è chia­ ro: «resti il dominio di detti beni alla detta Comunità».

Il 5 novembre, infine, il podestà di Groppoli, i consoli, i consiglieri, i sei deputati a fare la divisione, che dichiarano di « haver fatto dette parti ogniu- na di esse uguali circa la rendita delli frutti con sincerità senza per passione odio et am ore», e la m aggior parte della popolazione si recano al prato del Pantano perché avvenga il sorteggio. «U scito forte per mano del fanchiulo il nome di Giacopino q,Donino di Tomà» al quale tocca in sorte la prim a parte divisa dei prati del Pantano, l ’assegnazione procede1,1.

È indubbiam ente una decisione di un certo interesse, che crea, anche se temporaneamente, la disponibilità di terra e al contempo mette in luce le dif­ ferenze fra i groppolesi. Nei confronti di chi non riesce a rispettare l ’impegno

47 ASCG-BS, Groppoli, Filza 18 cit., Divisione delli F ra ti, 5 novembre 1642.

preso la com unità interviene tempestivamente allo scadere del term ine di quindici giorni per il pagam ento della rata: espropria la terra e la mette nuo­ vamente all’incanto trovando m agari anche un abitante disposto a subentrare e a pagare il 25 % in più del canone prefissato48. C ’è anche chi, pur n ell’im- > possibilità m ateriale di coltivare la terra, non rinuncia all’assegnazione e cede

la coltivazione del lotto per un affitto pari all’importo stabilito, forse a un compaesano che spera di ricavarne un reddito m aggiore49.

Il fatto attira perciò a G roppoli chi si era allontanato dal paese o anche fa scegliere lo stato di groppolese rispetto a quello di chierico, rinunciando a certi privilegi, nella speranza di avere m aggiori vantaggi. Ci si riferisce in p ar­ ticolare al reverendo Bernardo Castagnola, Rettore della chiesa di G roppoli, che in qualità di «o rigin ario » è incluso n ell’elenco di coloro con diritto di avere il terreno. Poiché però questo può essere coltivato solo se il Castagnola assume anche tutti gli oneri insiti nello stato giuridico di facente parte della comunità, chiede nel novem bre dello stesso anno di poter attuare questa « la i­ cizzazione» finalizzata alla proprietà del lotto 30.

48 II 9 aprile 1645 Benedetto Bertone e Lorenzo Carli, consoli, danno a Giovanni Domeni­

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