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La presenza in tale sede di Gio Domenico Peri, autore de II Negotiante, un importante trattato di mercatura, conferma il ruolo di collaboratore del Brignole Sale in differenti e svariate

occasioni; si veda in proposito P. MASSA, Tra teoria e pratica mercantile: Il «N egotiante» Gio D o­

menico Peri, in «Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Genova», X X I (1986-87), pp. 800- 812 e anche M. MAIRA, Gio Domenico Peri, scrittore, tipografo, uomo d’affari nella Genova del

'600, in «La Berio», XXVI (1986), pp. 3-71.

fettuata l ’individuazione di questi beni, la com unità si im pegna a pagare su tale importo il 5% di interesse37.

A questa convenzione non fa seguito la traduzione pratica dell’accordo perché i groppolesi non approvano questo atto, la cui revoca è formalmente ratificata il 19 febbraio 1652, ma risulta essere stata chiesta a breve distanza dal giugno 1649, allorché, presenti quasi al completo, nel Palazzo novo, d a­ vanti al podestà, pregano il Brignole Sale di annullare tale convenzione e di fare «com e si m ai detto concerto et instrum ento non fosse stato fa tto »58.

Perché tale ripensam ento? Speravano forse i groppolesi di potere in qualche modo stipulare un accordo più favorevole, o di avere raccolti m iglio­ ri? Non è dato di saper di più. Certo non sono tem pi buoni; in quegli anni si abbatte la carestia del 1647-1648, gli stessi abitanti di Groppoli continuano anche individualm ente a chiedere prestiti al feudatario.

La speranza di sottrarsi a una cospicua perdita accom pagna forse i grop­ polesi all’indom ani dell’accordo stipulato a Genova nel giugno 1649, e li spinge a chiedere la revoca della convenzione, che viene accordata e ratificata nel febbraio 1652. A d essa però, di 11 a pochi mesi, fa seguito una scrittura le ­ gale di segno radicalm ente diverso per la comunità: una «datione in p aga­ m ento» per sciogliere il debito insoluto.

Il 15 settem bre 1652, alla presenza del notaio Ottaviano Giglio, la com u­ nità prende atto di non avere altro modo di restituire al marchese, se non con la cessione di beni di sua proprietà, 7500 ducatoni, vale a dire 38000 lire di Groppoli, sulla base del cambio fatto da Anton G iulio di 1 ducatone pari a li­ re 5.1.4. moneta di G roppoli, corrispondenti a debiti per pane stipulati nel decennio preced en te39. Consegna perciò a Domenico Bartoli agente, presente

37 ASCG-BS, Groppoli, Filza 18 cit., Instrumento di convegno fra la Comunità di Groppoli et il Signor Anton Giulio, 23 giugno 1649.

58 Ibidem, Revocatione d ‘'instrumento e d ’accordo fra la Comunità di Groppoli et R.Anton Giulio, 1.9 febbraio 1652.

39 ...et non habentes dieta Universitas, et homines Groppuli meliorem moclum satifaciendi prefato Domino M archioni de ducatonis septem millibus quingentis ex summa maiori ei per dictam

Universitatem, et homines in solidum videlicet dicturn est debitum quem per infrascribendam in so- lutum dationem (ASCG-BS, Groppoli, Filza 18 cit., Datione in pagamento della Comunità di Groppoli al Signor Anton Giulio, 15 settembre 1652). Del documento esistono due copie, una più accurata, l ’altra più grossolana e meno affidabile. Per il cambio ducatone-lira di Groppoli cfr. ASCG-BS, Copialettere n. 123 cit., lettera di Anton Giulio a Domenico Bartoli il 13 novembre 1652).

a nome di Anton Giulio e della m adre, Geronima Sale Brignole, sua p ro cura­ trice, le terre prative a partire dalla m ora grande della G eriola fino al canale di Angiola, altre terre prative dette il prato della M angiola com presi il torchio e il molino, che per la m età già appartengono al m archese stesso. N atural­ mente questa «dazione in pagam ento» vale se è accom pagnata d all’estinzione di diritti, ipoteca e precedenti crediti spettanti al citato Anton G iu lio 60.

Da parte del marchese, ormai del tutto orientato verso una nuova scelta di vita (nel 1652, come si è già detto, entra nella Com pagnia di G esù), c’è la volontà di chiudere quanto resta ancora da definire, «...p er non haver da qui avanti a pensar ad altro che al vivere col timor di Dio et andarsi sgravando tutto quello si p u ò » 61. Per concludere tale vicenda quindi, e per farlo in ter­ mini definitivi, Anton G iulio fa fare nei giorni successivi un ulteriore control­ lo della situazione da cui risulta un debito a carico della comunità di molto superiore a quello previsto, costituito dal residuo dei prestiti fatti in scudi d ’oro e d’argento, dai canoni dei censi e dagli interessi sul capitale prestato. A giustificazione di tale scompenso il m archese riferisce che il saldo calcolato a suo tempo dal Peri risulta errato; ribadisce che i conti sulla base dei quali va stipulato un accordo finale fra le parti sono quelli presentati in via definitiva nel novembre 165262. La strada tentata nel 1642 non ha permesso di raggiun­ gere l ’obiettivo prefissato, m entre la cessione di un bene in restituzione della somma ricevuta in prestito rimane l ’unica alternativa praticabile.

Resewatto haec est quod per dictam dationem in solutis mìnime extinguantur ju ra hippo- teca et anterìoritates dicti R.D. A ntoniì G iulii Brignole Sale (ibidem).

Così scrive il 20 settembre 1652 a Ottaviano Giglio, podestà di Groppoli.

«Fu erroneo il saldo che si fece in tempo del Peri e perciò di commune consenso si levò da mezzo l’Instrumento che allora si fece dovendosi sempre gli errori rimediare per tutti» (ASCG-BS, Copialettere n. 124 (23), lettera ai consoli e consiglieri della comunità il 13 novem­ bre 1652).

C onto del debito della Comunità di G rap p o li (1652) Debito nominale Somme pagate Debito residuo in moneta in lire di originale Grappoli D ebiti in scu d i Ag. 7706.19.08 2935.15.10 4771.04.00 50892.16.00

capitale 3216.05.08 628.07.08 2587.18.02

frutti m aturati 4490.14.00 2307.08.02 2183.05.10

D ebiti in scu d i Au. 5151.02.10 2185.02.04 2966.00.06 39547.00.00

capitale 1879.18.10 184.14.06 1695.04.04

frutti m aturati 3271.04.00 2000.07.10 1270.16.02

Totale 90439.16.00

Fonte: ASCG-BS, Copialettere n. 123 cit., 20 settembre 1652.

Sulla base di questi calcoli finali, valutando lo scudo d ’argento e lo scu­ do d’oro rispettivam ente 10.13.4 e 13.6.8 lire di G rappoli, il debito in scudi d ’argento ammonta a 50892.16, quello in scudi d ’oro a 39547 lire di G rappo­ li. A questa cifra il m archese aggiunge ancora 5502.2.4 lire pari all’importo di soccorsi per pane fatti nel 1642 e a una rim anenza delle spese fatte nelle liti con Filattiera. La cifra complessiva risulta quindi essere di 95841.18.4 lire di G rap p o li63.

Il 20 dicem bre 1653 si giunge così alla definizione di una situazione che nel corso degli anni si è fatta sempre più complessa. La comunità cede a p a­ dre Orazio Rollero, procuratore della m archesa Geronima, due terre dette « a l Pantano» e « a l M aserino», di complessive 100 secchie di superficie, pro-

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