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Anthonie Blocklandt, Adorazione dei pastori, olio su tavola 141,5 X 99,1 cm, Rijksmuseum, Amsterdam, inv. n. 4049

Acquisita nel maggio del 1987 da Elisabeth Verheyen Dockx, la tavola (fig. 9) era già stata data genericamente come scuola italiana quando era di A. C. D. Eymael (1830- 1904), prima di passare nella collezione di Jules Syeurs van de Broeck (1872-1952). Presente nella mostra tenuta ad Anversa nel 1935, venne presentata come opera di Peter Aertsen, e in seguito, secondo l‘Istituto di Storia dell'Arte Olandese dell'Aia, venne data a Maarten van Heemskerk.415

Dopo l’ingresso nella collezione del Rijksmuseum,416

il quadro è stato restaurato nel 1990.417

Wouter Kloek, nella voce biografica dedicata all’artista,418

ascrive l'opera alla giovinezza di Blocklandt, in un periodo ancora fortemente legato a Frans Floris e la considera forse la prima opera conosciuta. Kloek definisce il dipinto 'ambizioso nel disegno ma provinciale nella concezione'.

Nella composizione vi sono rimandi all’arte italiana, in particolare le figure risentono della linea flessuosa del Parmigianino conosciuta dall’artista tramite incisioni. Il disegno con l’Adorazione dei pastori del Mazzola, ora a Weimar, (fig. 10) e inciso da Iacopo Caraglio (fig. 11),419 presenta a sinistra un pastore inchinato in avanti in segno di riverenza, la cui posa è ripresa da Blocklandt per la figura seduta, con il piede sopra il cestino, che indica il Gesù bambino. È particolare però che la figura di questo pastore inchinato abbia il verso del disegno di Parmigianino a Weimar e non quello in controparte dell’incisione di Caraglio, facendo pensare che Blocklandt abbia conosciuto la composizione del Parmigianino tramite qualche altra fonte. Di scoperta relativamente recente, se confrontata con le più note opere tarde dell’artista o le incisioni di Galle e di Goltzius tratte da suoi disegni, la bibliografia su Blocklandt non ha preso in considerazione questa pala del Rijksmuseum.420 Al di là del dato stilistico, non ci sono delle precedenti composizioni di Frans Floris che possano aver ispirato direttamente Blocklandt per la sua adorazione oggi ad Amsterdam. Solo il

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https://www.rijksmuseum.nl/en/collection/SK-A-4849

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Bulletin van het Rijksmuseum 1988, p. 257, con numero d’inventario 4849; Amsterdam 1992, p. 43; Johns 1996, p. 260, n. 4, fig. 5, con le stesse informazioni.

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Il restauro è ricordato nella scheda cartacea di cui mi è stata inviata la scansione via mail nel 2015.

418

Kloek 1996, volume 4, pp. 148-149.

419 Bartsch, n. 28, 1995, p. 80, 21x23,3 cm; Rubeis 2003, pp. 63-64; Franklin 2003, schede n. 27, 28, 29, pp. 131-136. 420

Vi è un’altra Adorazione dei pastori, ora a Budapest, considerata molto più tarda e che presenta numerose copie. Il quadro del Rijksmuseum di Amsterdam è citato in Bièvre 2015, p. 376, nota 88, insieme ad altre cinque copie, le quali sono forse da riferire all’altra Adorazione dei pastori di Blocklandt a Budapest.

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particolare delle volte, che appaiono nello sfondo, può rimandare ad una struttura simile presente nello sfondo di una Sacra Famiglia di Floris, in collezione privata (fig. 12), che altro non è che una rielaborazione della Sacra Famiglia di Francesco I di Raffaello.421 Il particolare delle arcate sullo sfondo, di un’architettura che rievoca l’antichità romana, erano già diffuse fra i nordici tramite la serie di 25 tavole incise da Hieronymus Cock, raffiguranti rovine antiche e pubblicate nel 1551 nel Praecipua

aliquot romanae antiquitatis ruinarum monimenta.422

La figura del pastore a sinistra che, compare in primo piano, risulta essere di interesse per la “fiammata mistica” di Zeri, in quanto sono stati trovati vari riferimenti all’arte italiana a cui Blocklandt può essersi ispirato, in particolare riferimenti vicini all’ambiente farnesiano del cardinale Alessandro.

Una figura che si appoggia ad un bastone appare anche nel foglio 26 raffigurante un’Adorazione dei pastori, del Libro d’ore Farnese, miniato nel 1546 da Giulio Clovio per il cardinale Alessandro (fig. 13).423 Alla destra della scena sacra è infatti un pastore che si piega con reverenza verso Gesù bambino appoggiandosi proprio su un bastone, in una posizione molto vicina a quella presente nell’Adorazione di Blocklandt. Anche altre figure e la loro disposizione appare aver ispirato il pittore olandese, le figure di pastori in secondo piano che sembrano discutere rimandano a quelle nel quadro di Utrecht, e l’altra figura è dipinta a fianco dell’asino, sembra ricordare quella eseguita da Blocklandt che si è addormentata sull’animale. Si può pensare dunque che Blocklandt possa aver visto il Libro d’ore miniato da Clovio soggiornando nel palazzo Farnese a Roma, rafforzando la tesi di Zeri di un suo incontro con El Greco nell’ambiente artistico gravitante attorno al cardinale Alessandro.

Vi sono altri rimandi nell’arte farnesiana molto vicina al viaggio di Blocklandt del 1572.

Il suddetto pastore sembrerebbe far eco a quella presente in un disegno con una non ben identificata scena pastorale di Jacopo Bertoja (fig. 14), datato fra gli anni sessanta e settanta, probabilmente uno studio per gli affreschi di Caprarola.424 Pur rielaborato, il pastore di Blocklandt ha in comune con quello del foglio di Bertoja la posa, il particolare del braccio che tiene il bastone, la borsa in vita. Il legame con il complesso cantiere di Caprarola ritorna in un affresco di Bertoja nella volta della Sala d’Ercole del palazzo, raffigurante Ercole fa scaturire l’acqua del lago di Vico

estraendo la clava (fig. 15), dove le figure dei pastori sembrano avere qualche

421

Friedländer 1975, tavola 72, fig. 135, Berlino, collezione Grzimek.

422 Hollstein, volume IV, pp. 180-183. 423

Cionini Visani-Gamulin 1980, p. 46, oggi conservata alla Pierpont Morgan Library cfr. http://www.themorgan.org/collection/medieval-and-renaissance/manuscript/msm69f26v-27r

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attinenza con quelle dell’Adorazione dei pastori di Blocklandt (fig. 9). Deve essere ricordato che sempre nella Sala d’Ercole il disegno del paesaggio della fontana, costruita proprio nell’estate del 1572, è stato attribuito ad El Greco (fig. 97-98),425 che visitò il palazzo di Caprarola, stando alle sue annotazioni della copia delle Vite vasariane.426 Si può ipotizzare che, oltre alle consuete fonti incisorie, Blocklandt abbia potuto approfondito l’arte di Parmigianino anche tramite l’opera di Bertoja visitando Caprarola. Quando il pittore di Montfoort scese in Italia, lo Zanguidi stava lavorando, sempre nell’estate 1572, all’affresco con la caduta degli Angeli Ribelli nella volta circolare della Sala degli Angeli a Caprarola. Si è detto che questo affresco nel suo stile nordico ricorda la caduta degli angeli ribelli di Frans Floris, maestro di Blocklandt.427

Infine, un’altra fonte di ispirazione per questa particolare figura del pastore dell’Adorazione di Blocklandt può essere stata anche un’acquaforte di Andrea Schiavone, che dimostra ulteriormente l’interesse dell’olandese verso i seguaci dell’arte di Parmigianino, interesse condiviso con El Greco, il quale aveva già conosciuto la produzione grafica dello Schiavone a Venezia.428 La stampa del Meldolla, raffigurante una Natività (fig.16), più propriamente un’Adorazione dei

pastori, presenta infatti la Vergine con il bambino tratta dal disegno di Parmigianino

a Weimar, e alla estrema sinistra, San Giuseppe, che controlla l’esagitato e danzante gruppo di pastori giunti per adorare Cristo. Il santo si appoggia con un bastone piegandosi su una gamba429 che, insieme alla posizione, ricordano il pastore di Blocklandt, posto anch’esso alla sinistra della scena come a sorvegliare gli altri pastori.

425

Nella stessa sala furono operanti, nel 1569, Bartolomeus Spranger e il meno noto Cornelis Loots, Vedi scheda 21.

426 De-Salas-Marias 1992, p. 106; Marias 2017b, p. 300. 427

Vedi capitolo II Tra Caprarola e il Gonfalone p. 210.

428

Andrea Meldolla detto lo Schiavone è da considerarsi il principale diffusore dell’arte di Parmigianino a Venezia cfr. Rossi 1984, pp. 190-200; Marinelli 1999, p. 274, vedi capitolo III Andando a ritroso: l’importanza di Francesco Salviati e

Andrea Schiavone p. 241.

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Richardson 1980, p. 81, scheda 6, fig. 184. La stampa cita anche la figura sullo sfondo con la torcia presa dal

Martirio di San Lorenzo di Tiziano, datato al 1555, anno dopo il quale deve risalire questa Natività di Schiavone, che

sperimenta in questo notturno notevoli effetti luministici; Dillon 1981a, pp. 312-313, unitamente all’Annunciazione e alla Circoncisione, questa Natività rappresenta la fase matura della produzione grafica di Schiavone per la resa atmosferica e chiaroscurale. La stampa con la Natività nella mostra a Venezia del 1981 è una versione conservata al British Museum, di 21,4x32,7cm.

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