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ANALISI DEGLI ESITI DELLE VALUTAZIONI DA GORIZIA A ROMA, TRA ITALIA ED EUROPA

4.3.4 Dall’Afghanistan

I dati evidenziano una continua forte presenza di richiedenti asilo dall’Afghanistan, in aumento in Italia in particolare nel 2013.

Tabella 11

Richiedenti asilo dall'Afghanistan

2010 2011 2012 2013

Europa 20600 28160 28020 26290

Italia 875 1425 1495 2175

% domande in Italia 4,2% 5,0% 5,3% 8,2%

i dati sono tratti da: First instance decisions on applications by citizenship, age and sex Annual aggregated data (rounded) [migr_asydcfsta] al 12-3-2014

Dall’Afghanistan continua un esodo silenzioso da anni, un Paese martoriato da guerre, terrorismo e fondamentalismo, dove anche gli interventi militari di Russia prima e stati Nato poi hanno contribuito all’instabilità e alla povertà del Paese. Secondo l’Unhcr l’Afghanistan continua ad essere il Paese nel mondo da cui

provengono più richiedenti asilo, nel 2012 il numero degli afgani in uscita dal loro Paese è raddoppiato. Con visti quasi impossibili da ottenere per Usa e altri paesi occidentali, gli afgani che migrano illegalmente verso l’Occidente ricorrono a trafficanti di esseri umani per raggiungere questi paesi pagando fino a 15 mila dollari. La maggior parte, sino ad oggi, migra in Iran o in Pakistan, da dove si sono però intensificati negli ultimi anni rimpatri volontari e forzati242 che secondo l’agenzia

Frontex hanno contribuito all’aumento delle migrazioni degli afgani verso la Grecia e l’Europa243 . Sempre secondo l’Unhcr, il Pakistan è il Paese che accoglie il maggior numero di rifugiati al mondo. Dal 2010 l’Unhcr, come sopraccitato, ha intensificato programmi di rimpatrio volontario assistito dei profughi afgani dal Pakistan e dall’Iran (programmi in essere già dal 2002), dato che molti ritengono che non sia più pericolosa la situazione nella zona di origine, e che sia economicamente svantaggioso rimanere dove erano e più a rischio la permanenza in zone dove frequentemente subiscono attacchi e discriminazioni244.

In Iran i profughi afghani subiscono spesso maltrattamenti245 ed è testimoniato che alle frontiere la polizia per impedire il loro ingresso abbia sparato uccidendo246. Numerosi sono gli afghani incarcerati che rischiano la pena capitale, accusati prevalentemente di spaccio di droga247; droga che in Afghanistan è il

prodotto che porta al Paese un giro di affari che corrisponde al 4% del pil nazionale. La coltivazione dell’oppio in questo Paese è aumentata molto negli ultimi anni, nonostante la presenza delle truppe della Nato; qui si produce il 90% dell’oppio mondiale, la sua vendita finanzia i talebani per la guerra civile e qui si stima che il 5,3% della popolazione sia tossicodipendente248, con conseguenti ulteriori problemi

242 cfr EASO “Relazione annuale sulla situazione dell’asilo nell’Unione Europea 2012” Ufficio delle

pubblicazioni dell’Unione europea 2013 pag.13.

243cfr Frontex “FRAN quarterly. Issue 2, april-june 2012”, Varsavia ottobre 2012, pag. 21. 244 Vedasi: “Volrep and border monitoring monthly update” UNHCR, marzo 2014

245 cfr Human Rights Watch “Unwelcome guests. Iran’s violation of Afghan refugee and migrant rights”

Report pubblicato in novembre 2013 al sito http://www.hrw.org/sites/default/files/reports/iran1113_forUpload_0.pdf

246 notizia riportata anche da BBC, Associated Press e France Press, Rights reporter, nel maggio 2013; 247 Informazioni tratte da:

- sito Iran Human Right: http://www.iranhr.it/tag/afgani/,

- associazione “Nessuno tocchi Caino. Contro la pena di mote”, scheda stato Iran al sito http://www.nessunotocchicaino.it/bancadati/schedastato.php?idcontinente=8&nome=iran,

- Human Rights Watch “Unwelcome guests. Iran’s violation of Afghan refugee and migrant rights” Report pubblicato in novembre 2013, pag.75

- Tiziana Ciavadrini “Iran, la guerra al narcotraffico ha provocato solo in un anno 500 impiccagioni” quotidiano Repubblica.it 25 marzo 2014, al sito: http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti- umani/2014/03/27/news/iran-82072988/

248 fonte Azam Ahmed, The other big afghan crisis, the growing army of addicts, in «The New York Times»

sanitari e di criminalità.

Secondo i più recenti report dell’Unhcr, in Afghanistan la situazione continua ad essere complessa,

Afghanistan continues to face significant humanitarian challenges, which are exacerbated by the security situation, economic insecurity and the limited capacity of the Government to provide access to basic services. National and international NGOs, which have been providing basic services to the most vulnerable communities, may be limited in the transition period. Moreover, continued conflict, recurrent drought and other natural disasters, rapid urbanization, and a disproportionately high number of young people in the country, pose formidable challenges to efforts to encourage return and create an enabling environment for sustainable reintegration. A fall in refugee returns may also be associated with increased uncertainty about security in view of the 2014 elections and the withdrawal of international security forces. Afghanistan continues to be the world's largest repatriation operation, and over 5.7 million Afghan refugees (representing a quarter of the country's population) have voluntarily returned home since 2002. Yet, a substantial number of returnees have not fully reintegrated in the absence of socio- economic opportunities, and still need assistance.

The unstable socio-economic and security situation is further exacerbated by increasing urbanization, with many returning Afghans having migrated to towns and cities, thus contributing to rising poverty and unemployment in urban centres. The complex challenges related to urbanization and displacement requie attention within broader management and planning frameworks.249

Giudicare i richiedenti asilo provenienti da questo Paese non è pertanto semplice: le motivazioni economiche sono ora spesso prevalenti, e non permettono il riconoscimento dello status di rifugiato, ma può esservi il dubbio che la persona in caso di rientro risieda in una zona a rischio per la sua vita. La difficoltà nel giudicare è stata affrontata da Unhcr250 ed Easo251 che hanno pubblicato linee guida ad hoc per

249 tratto da “2014 UNHCR country operations profile – Afghanistan” dal sito: <www.unhcr.org/pages/

49e486eb6.html>.

la valutazione dei richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan.

Più del 40% degli afghani richiedenti asilo in Europa tra il 2010 e il 2013 era minorenne, quasi sempre non accompagnato da familiari. Il 36% dei richiedenti afgani valutati dalla CT di Gorizia nel 2013 aveva meno di 18 anni, il gruppo di minorenni più rappresentato (il 44% dei minorenni esaminati).

La migrazione di minori non accompagnati dall’Afghanistan sembra essere aumentata in seguito ai respingimenti che avvengono dall’Iran e dal Pakistan (come evidenzia l’Easo nel report sopraccitato). La migrazione verso questi stati è stata storicamente vissuta per i giovani afgani (come anche per i minori di altri stati di forte migrazione), come un rito di passaggio alla vita adulta; è sentita come una prova di coraggio affrontare pericoli e difficoltà dell’illegalità e una dimostrazione di virilità la capacità di inviare soldi alla famiglia dall’estero. La meta si è spostata verso l’Europa, una meta più perigliosa e lontana dalla famiglia, che ha investito sul figlio per ricevere rimesse in denaro. Per questo molto spesso i migranti afghani preferiscono rimanere nell’illegalità per poter lavorare in nero, in particolare in paesi dove vi sono più possibilità di impiego (Germania e Regno Unito soprattutto) che chiedere asilo e rientrare in programmi di assistenza che non permettono di entrare subito nel mercato del lavoro seppur illegale. Molti afgani hanno dunque come meta la Germania (come anche i giovani iraqueni), per cui l’Italia è un luogo di transito dove cercano di passare senza essere registrati; si hanno informazioni che spesso, se fermati dalle forze dell’ordine, nascosti in camion o scaricati da questi lungo le strade, non vogliono presentare domanda di asilo, e cercano di fuggire per proseguire nel loro viaggio verso il nord Europa, dove si sono stabilite le maggiori comunità di connazionali e dove ritengono di trovare una migliore accoglienza e opportunità. Non è inoltre escluso che spesso le forze dell’ordine non ostacolino il loro allontanamento; è invece appurato che negli anni scorsi molti afgani arrivati nei porti dell’Adriatico dalla Grecia, in buona percentuale anche minorenni, siano stati respinti verso la Grecia, senza prima fornire servizi informativi e di supporto. In merito a questo l’ASGI ha presentato ricorso alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, e la Commissione Diritti Umani del Senato sta procedendo ad un’inchiesta252.

251 EASO “Country of Origin Information Report Afghanistan: Insurgent strategies – Intimidation and

targeted violence against Afghans”, dicembre 2012, dal sito: <http://easo.europa.eu/wp- content/uploads/192143 _2012_5967_EASO_Afghanistan_II.pdf>.

252 vedasi resoconto del 29-1-2014 della “Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti

umani”, Indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, al sito <www.senato.it>.

In Italia, in prima istanza, ai cittadini afghani richiedenti asilo è stata riconosciuta in maggior percentuale la protezione sussidiaria, perché giudicati provenienti da zona di conflitto e di violenza indiscriminata, mentre nella Ue si registra che il riconoscimento è stato dato in percentuale assai minore.

Tabella 12

Variazione della percentuale di riconoscimento di protezione dei cittadini afghani in prima istanza

status prot. suss. prot uman. tot. Protezione Gorizia 2010 11,7% 58,8% 19,6% 90,1% Gorizia 2011 24,6% 46,0% 23,0% 93,4% Gorizia 2012 32,1% 35,7% 14,2% 82,1% Gorizia 2013 4,7% 76,3% 8,7% 89,7% Italia 2010 24,0% 60,8% 2,9% 75,4% Italia 2011 13,5% 46,4% 21,8% 81,7% Italia 2012 15,4% 45,5% 18,0% 78,9% Italia 2013 16,0% 65,7% 10,4% 92,1% Europa Ue 2010 11,8% 18,8% 13,8% 44,4% Europa Ue 2011 11,6% 21,3% 12,4% 45,3% Europa Ue 2012 15,7% 21,0% 9,9% 46,6% Europa Ue 2013 20,1% 21,5% 11,0% 52,6%

per UE e Italia 2013 i dati sono tratti da: First instance decisions on applications by citizenship, age and sex Annual aggregated data (rounded) [migr_asydcfsta] al 12-3-2014

In seconda istanza, presso i Tribunali, la percentuale di esito positivo ai ricorsi si ritiene sia alta, non si hanno dati che possano avvallare l’ipotesi, ma le sentenze pubblicate e le informazioni datemi sembrano confermare che i ricorrenti afgani, in seguito a diniego, ottengono molto spesso la protezione sussidiaria. L’alta difformità delle valutazioni fra Italia e EU in merito alla protezione sussidiaria ritengo sia da imputare ad una differente valutazione di rischio di “danno grave” e ad una diversa interpretazione di “violenza indiscriminata”, meno legata forse a prove di incorrere in rischi individuali.