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ANALISI DEGLI ESITI DELLE VALUTAZIONI DA GORIZIA A ROMA, TRA ITALIA ED EUROPA

4.3.3 Dal Pakistan

Nell’analisi dei dati riferiti ai maggiori paesi dei richiedenti asilo è significativo l’aumento delle persone provenienti dal Pakistan: nel 2012 e 2013 il Pakistan è stato il primo Paese dei richiedenti asilo in Italia, un testa a testa con i nigeriani, con cui si possono in un certo senso notare delle similitudini per la provenienza da un Paese dove è registrato un alto tasso di corruzione, conflitti, discriminazioni, violazioni di diritti civili e umani, e con cui i ricchi Stati occidentali intessono accordi finalizzati ad interessi economici e commerciali. Seppure siano evidenziati impegni di democratizzazione da parte di istituzioni di governo, è segnalato ancora un alto tasso di corruzione in tutti i rami dell’amministrazione e nelle forze di sicurezza, che non contrastano adeguatamente la criminalità e il traffico di stupefacenti227 che, proveniente dall’Afghanistan; da qui si irraggia verso Usa,

Inghilterra, Cina e Australia228. Cruenti conflitti continuano in alcune aree del Paese: le regioni del nord sono luoghi di addestramento militare dei terroristi islamici e area di attacchi aerei da parte di droni statunitensi229-230; al confine con l’Afghanistan gli attentati e la guerriglia sono una costante, attentanti e violenze sono frequenti nelle Province di Balochistan, Khyber Pakhtunkhwa e FATA e in città come Quetta, Karachi, Peshawar e in diverse località del Punjab231. Vi sono inoltre conflitti di

matrice religiosa ed etnica, acuiti da discriminazioni, verso minoranze religiose232, non contrastate con forza dal governo che mantiene una controversa legge contro la blasfemia, (utilizzata ad esempio contro il gruppo Ahmadyja)233. Donne, ragazze e omosessuali continuano a rischiare di essere vittime di violenze e discriminazioni familiari e pubbliche, non adeguatamente contrastate dal sistema giudiziario, e si

227 cfr Piero Innocenti “Corruzione e narcotraffico in Pakistan” in Internazionale, 12 aprile 2013

228 cfr. “Pakistan 2013” in Atlante geopolitico Treccani al sito internet: www.treccani.it/enciclopedia/pakistan

e “Pakistan: Police corruption; the autorities responsible for receving complaints against the police, includine their effectiveness; the procedure to submit a complaint; police training programs” rapporto dell’Immigration and Refugee Board of Canada, 30 novembre 2011. Vedasi inoltre “2013 Country Reports on Human Rights Practices – Pakistan” report dell’United States Department of State, 27 febbraio 2014;

229 cfr. ADNKRONOS “Pakistan: raid drone USA nel nord-ovest, 4 morti” 1 novembre 2013.

230 Amnesty International “Will I be next? US drone strikes in Pakistan” report pubblicato il 22 ottobre 2013. 231 Informazione reperita al sito <www.viaggiaresicuri.it> del Ministero degli Affari Esteri.

232 Informazione tratta da “Pakistan – 2013 Annual reports” dell’USCIRF (United States Commission on

International Religious Freedom).

trovano spesso privi di adeguata tutela da parte delle forze dell’ordine234, anche se

sono stati presi alcuni importanti impegni e decisioni da parte del governo e di alcuni organi giudiziari per avviare un’azione di tutela dei diritti civili235. Anche con il Pakistan i paesi occidentali, Stati Uniti e UE in testa, hanno in essere accordi per il contrasto al terrorismo talebano236, accordi economici e commerciali instaurati a

seguito dell’impegno del governo pakistano ad avviare azioni politiche di democratizzazione, azioni che sono però solo di facciata perché il terrorismo politico interno favorisce l’instabilità e non avvia il cambiamento di una società altamente conflittuale.

E’ da evidenziare che il Pakistan ha accolto ed accoglie la più alta percentuale di profughi dall’Afghanistan, fonte di instabilità nella zona di confine a nord del Paese. Dal 2010, con l’intervento dell’Unhcr, si sono incrementati programmi di rimpatrio assistito (83 mila nel 2012) ed il governo pakistano ha rinnovato l’impegno di fornire protezione sino al 2015 per coloro per cui è ancora rischioso un ritorno a casa (circa 1,6 milioni di persone)237.

L’Italia è considerata un partner privilegiato per il Pakistan, con cui ha instaurato accordi e scambi economici e commerciali, facilitati da relazioni bilaterali definite “eccellenti”238; l’Italia è il terzo importatore fra i paesi della UE e diciottesimo esportatore a livello mondiale con un giro di affari di centinaia di milioni di dollari; anche in Pakistan uno dei maggiori investitori nel Paese è l’ENI, seguita da Finmeccanica nel settore delle difesa. Per le relazioni economiche e gli interessi in essere ed in programma, il Pakistan è considerato dalle autorità un Paese sicuro, mentre, sempre autorità di governo, informano, tramite il sito Viaggiaresicuri del ministero degli Affari Esteri, che la sicurezza per chi si reca nel Paese è particolarmente precaria per frequenti attacchi terroristici che colpiscono in luoghi pubblici e locali frequentati da occidentali, in particolare in alcune zone, per il dilagare della criminalità comune ed episodi di violenza nelle grandi città. Un esodo così massiccio di migranti forzati e non, è il risultato di un Paese in cui i cittadini non

234United States Department of State, “2013 Country Reports on Human Rights Practices – Pakistan”, 27

Febbraio 2014.

235 Si segnala la decisione della Corte suprema del 23 settembre 2013, che ha stabilito, ai sensi della

costituzione pakistana, che i membri della comunità trasgender godono degli stessi diritti degli altri cittadini, e la decisione dell’Alta corte di Islamabad di prosciogliere dall’accusa di blasfemia una ragazza cristiana. Fonte Amnesty International “Rapporto 2013 – Pakistan”.

236 Tra questi accordi si citano gli accordi segreti svelati dal The Washington Post nell’ottobre 2013 per

l’utilizzo di aerei senza pilota (droni) per raid nelle zone del Pakistan e dello Yemen nelle zone dove si ritiene siano insediati i terroristi islamici.

237 Vedasi: “Volrep and border monitoring monthly update” UNHCR, marzo 2014

vivono in sicurezza, i giovani, spesso i più istruiti, non vedono prospettive di benessere per il loro futuro come nei paesi occidentali. L’investimento della loro vita o la via di salvezza resta la migrazione, spesso affidandosi a organizzazioni illegali, che hanno fatto del traffico di esseri umani il loro grande business, e pagando cifre tra i 5 e i 12 mila euro affrontano viaggi in condizioni spesso molto rischiose, sottoposti a maltrattamenti e violenze239. La richiesta di asilo è spesso la chiave di ingresso per l’Europa anche per chi non ne ha i presupposti, che tenta ugualmente di ottenere il riconoscimento ad una protezione utilizzando racconti e vicende assai frequenti e credibili. Valutare le domande di protezione dal Pakistan non è semplice, anche per la difformità di informazioni sul Paese che si possono reperire dai report governativi e non governativi.

Tabella 9

Nel 2013 le domande di asilo presentate da persone provenienti dal Pakistan in Europa sono state circa 20725, di cui il 15,9% presentate in Italia, parecchi dopo essere passati da altri paesi europei (Bulgaria, Ungheria, Croazia, in diminuzione dalla Grecia) comportando, in caso di fermo e registrazione da parte delle polizie di frontiera, l’avvio della procedura di esame per la competenza in base al Regolamento Dublino. Come si visualizza nel grafico sottostante, dal 2010 al 2013 vi è stato un aumento e un cambiamento delle rotte di migrazione dal Pakistan. In precedenza i cittadini Pakistani arrivavano in Turchia e nella Ue in Grecia come primo Paese, a seguire Regno Unito e Germania, nel 2013 le mete sono state nell’ordine Regno Unito, Germania, Italia, Ungheria e Francia240. La politica greca di chiusura all’immigrazione, gli episodi di discriminazione e violenza contro i richiedenti asilo, legata alla bassa qualità dell’accoglienza e dell’intera procedura per la valutazione della protezione internazionale in Grecia, sembra abbia dirottato molti migranti forzati e non dalla Grecia all’Italia e all’Ungheria.

239 vedasi A. Di Nicola e G. Musumeci “ Confessioni di un trafficante di uomini” ed chiarelettere 2014

2010 2011 2012 2013 % Rich asilo pakistani in Italia rispetto a UE 10.0% 15,70% 13,10% 15,90%

Incremento dei richiedenti asilo dal Pakistan nei Paesi UE 0 5000 10000 15000 20000 25000 2010 2011 2012 2013 figura 7

Variazione delle richieste di asilo di Pakistani tra Italia e Grecia

0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 2010 2011 2012 2013 rich P akistani in Italia Rich P akistan in Grecia figura 8

Il riconoscimento della protezione internazionale o della protezione umanitaria per i richiedenti asilo dal Pakistan, differisce significativamente fra l’Italia e la media nel paesi europei. In Europa la percentuale delle risposte che hanno riconosciuto una protezione ai richiedenti asilo pakistani varia dall’11% del 2010 al 18,8% del 2013, mentre in Italia dal 46,1 al 49,4%, seppure a Gorizia vi sia una flessione più bassa, e in riduzione, rispetto alla media italiana. Anche presso la CT di Roma la percentuale di riconoscimento è più bassa, non si è riusciti ad avere i numeri delle decisioni per Paese di provenienza, ma dalle informazioni divulgate alla stampa risulta esserci stato, in riferimento alle decisioni del 2013, una maggior severità nell’esame delle domande: in media un solo esito positivo ogni dieci richiedenti, tale da spingere un gruppo di richiedenti asilo di Roma, sentitisi incompresi, ad inoltrare una lettera aperta alla Presidente della camera dei deputati Boldrini, portavoce in passato per l’Unhcr, per sapere a quali fonti attinge informazioni la CT di Roma per decidere, e per chiedere che i membri delle Commissioni giudicanti siano adeguatamente informati della situazione del loro Paese241.

241 La “lettera a Laura Boldrini dei richiedenti asilo pakistani” dello scorso settembre 2013 può essere

Tabella 10

Variazione della percentuale di riconoscimento di protezione in prima istanza dei cittadini pakistani

status prot. suss. prot uman. tot. Protezione Gorizia 2010 8,8% 11,1% 13,3% 33,2% Gorizia 2011 3,7% 17,0% 13,2% 33,9% Gorizia 2012 5,9% 18,4% 16,4%* 40,7%* Gorizia 2013 3,9% 22,7% 11,0% 37,6% Italia 2010 5,6% 24,0% 16,5% 46,1% Italia 2011 5,0% 19,3% 25,7% 50,0% Italia 2012 6,4% 7,5% 38,8%* 52,77%* Italia 2013 9,0% 13,9% 26,5% 49,4% Europa Ue 2010 5,6% 4,0% 1,8% 11,4% Europa Ue 2011 6,4% 2,8% 2,8% 12,0% Europa Ue 2012 7,6% 1,5% 6,3% 15,4% Europa Ue 2013 12,0% 2,3% 4,5% 18,8%

per UE e Italia 2013 i dati sono tratti da: First instance decisions on applications by citizenship, age and sex Annual aggregated data (rounded) [migr_asydcfsta] al 12-3-2014

* dato "falsato" dalla decisione di concedere protezione umanitaria a tutti i provenienti dal Nord Africa nel 2011 con il progetto ENA

In merito agli esiti dei ricorsi in Tribunale dei richiedenti asilo dal Pakistan che hanno ricevuto diniego dalle CT non si hanno dati, seppure a Trieste vi siano stati più di un accoglimento con riconoscimento dello status di rifugiato. In particolare si cita una decisione del maggio 2013, del giudice dott. Venier, di riconoscimento dello status in base alla Convezione di Ginevra per un uomo pakistano perseguitato per motivi religiosi da membri della famiglia della moglie, a cui gli organi statali competenti “non vogliono o non possono fornire adeguata protezione”.