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Il dopo Agenda 2000: dalla riforma Fischler all’Health Check Nel 2003, a pochi anni di distanza dall’introduzione di Agenda 2000, la Commissione

2.1 Le politiche europee per le aree rural

2.1.4 Il dopo Agenda 2000: dalla riforma Fischler all’Health Check Nel 2003, a pochi anni di distanza dall’introduzione di Agenda 2000, la Commissione

effettua una mid-term-review56, conosciuta anche come Riforma Fischler, dal nome

dell’allora Commissario all’agricoltura. Lo scopo era di valutare l’impatto dell’ultima riforma, verificandone i nuovi meccanismi introdotti e apportando gli adeguati aggiustamenti. La cosiddetta Riforma Fischler si fonda su tre concetti: il

53 Regolamento (CEE) n. 1260/99 Disposizioni generali sui fondi strutturali 54 Argomento che viene approfondito nel paragrafo 2.2

55 Suddivisibili in tre categorie: ristrutturazione e competitività, gestione ambientale e della terra,

economie e comunità.

56 Riforma a medio termine. Si arriva all’accordo tra i Ministri dell’agricoltura dell’Unione Europea il 26

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disaccoppiamento, la modulazione e la condizionalità (o cross-compliance). Il decoupling prevede che il sostegno finanziario non sia più stanziato sulla base di cosa e quanto viene prodotto, ma erogato a sostegno del produttore; la modulazione riguarda il taglio degli aiuti diretti della PAC e ed il loro ri-orientamento su quello che è il secondo piastro della politica agricola, ovvero le politiche di sviluppo rurale; tramite la condizionalità si vuole invece legare i sostegni economici erogati al rispetto di standard (agroambientali, di sicurezza alimentare, di benessere degli animali, del mantenimento della qualità del terreno) (De Filippis F., 2004). Si può dire che nuova PAC sia più orientata alla competitività, agli interessi dei consumatori, al rispetto ambientale e alla qualità dei prodotti, lasciando però anche liberi gli agricoltori di produrre ciò che il mercato richiede.

Al contempo però si percepisce anche l’esigenza di una semplificazione delle procedure programmatiche e gestionali dello sviluppo rurale, che rafforzi gli elementi di controllo e valutazione (A.Segré, S. Gaiani, 2008). Proprio con lo scopo di perseguire queste intenzioni, nel novembre 2003, si svolge la Conferenza Europea di Strasburgo57, durante

la quale vengono delineati i settori da considerare nella futura politica di sviluppo rurale. Sarà poi il nuovo regolamento per lo sviluppo rurale (Reg. CE 1698/2005), adottato dal Consiglio dell’agricoltura nel febbraio 2006, a definire la programmazione del periodo 2007 – 2013. Le novità più importanti per questo periodo sono:

 L’adozione di Orientamenti strategici comunitari (OSC) e di un Piano strategico nazionale (PSN), preliminari ai Piani di sviluppo rurale, con i quali si è cercato di dare una coerenza allo sviluppo della programmazione e alle priorità espresse ai due livelli, comunitario e nazionale, ai quali si aggiunge anche il livello regionale con i Programmi Strategici Regionali (PSR).

A livello europeo si elaborano linee guida e di orientamento per la definizione dei Piani ai livelli inferiori58. Il PSN viene redatto in collaborazione tra Stati,

Commissione europea, Regioni e le varie rappresentanze economiche e sociali,

57 Conferenza dal titolo “Seminare oggi per il futuro del mondo rurale – costruire una politica all’altezza

delle nostre ambizioni”.

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al fine di fissare le priorità specifiche, scegliendole tra quelle individuate a livello europeo e garantendo coerenza con le politiche dell’Unione. Le singole regioni devono poi applicare un approccio strategico ed integrato per rendere conformi le azioni locali a quelle nazionali e comunitarie; è essenziale inoltre il ruolo dei partenariati locali, che hanno la funzione di sostenere le dinamiche di integrazione tra i vari strumenti previsti dalla PAC (Segrè A., Gaiani S., 2008).  L’istituzione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)59, creato

ad hoc per il finanziamento dello sviluppo rurale;

 Il rafforzamento del partenariato con rappresentanze economiche, sociali, ambientali e delle pari opportunità (Segrè A., Gaiani S., 2008);

 L’individuazione dei tre obiettivi generali prioritari, corrispondenti agli assi tematici:

Asse 1: competitività dei settori agricolo, alimentare e forestale, il cui scopo e le cui risorse sono volte alla creazione di un settore agroalimentare dinamico ed incontrato sul rafforzamento della competitività, sostenendo al contempo gli investimenti materiali. Per rendere l’agricoltura un settore innovativo le risorse verranno investite anche in potenziale umano e sociale, tramite la formazione e l’informazione degli occupati ed un’incentivazione dell’insediamento dei giovani.

Asse 2: ambiente e gestione dello spazio rurale, in cui i fondi sono finalizzati a garantire i servizi ambientali. Per garantire uno sviluppo rurale sostenibile e incentivare gli operatori nel preservare, tutelare e migliorare gli spazi, i paesaggi naturali e le risorse ambientali.

59 Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), “finanzia lo sviluppo sostenibile in via

complementare agli altri strumenti previsti dalla PAC, alla politica di coesione e alla politica comune per la pesca. Il FEASR alla nascita era disciplinato dal Reg. (CE) n.1290/2005, attualmente dal Reg. (UE) n.

1305/2013. Il fondo agisce per lo sviluppo del settore agricolo caratterizzato da equilibri territoriale,

ambientale e climatico. La strategia d’intervento è composita e mira all’innovazione e alla competitività settoriale e allo sviluppo dei territori rurali. Nell’attuale definizione prevede 6 priorità e 18 Focus area di intervento e una serie di misure volte al sostegno dell’innovazione settoriale, al capitale umano, alla competitività, per la valorizzazione dell’ambiente, delle risorse naturali e forestali, per la lotta ai cambiamenti climatici, la gestione dei rischi, il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali, l’inclusione sociale e la lotta alla povertà. Le attività sostenute attraverso questo fondo prevedono un cofinanziamento da parte degli Stati membri, con tassi variabili” (inea.it)

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Asse 3: in questo caso l’obiettivo è di migliorare la qualità della vita e diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali offrendo uno spazio vivo, contribuendo al miglioramento del tessuto socio-economico. Ciò può avvenire promuovendo una crescita sostenibile e creando nuove opportunità di occupazione, anche diversificando le attività non agricole e valorizzando o creando legami con altri settori dell’economia rurale. È a questo asse che sono assimilabili iniziative legate alla multifunzionalità e al turismo rurali.

 L’inclusione di LEADER nel programma di sviluppo rurale come Asse 4.

I Piani di sviluppo rurale dovevano permettere al territorio rurale di sostenere le dinamiche competitive in atto, in quanto si prevedeva che sarebbero state ancora più stringenti dopo il 2013 con l’apertura ulteriore dei mercati e la riduzione delle risorse destinate al settore primario. I provvedimenti attuati hanno avuto come fine la preservazione della diversità rurale, trasformandola in un elemento di forza economica, ricchezza culturale e coesione sociale. In Italia per questa fase i punti focali su cui concentrarsi sono stati in particolare: competitività del settore, tutela ambientale e paesaggistica e accrescimento della qualità di vita e attrattività.

Una particolare attenzione, dato il contesto in cui si sta analizzando il PSR, va all’Asse 3 ed in particolare alle Misure 311 e 313 che sono dedicate in modo specifico alla diversificazione dell’economia rurale attraverso attività dirette alla produzione (tra le quali si identificano l’agriturismo e altre attività turistiche); e anche alle Misure 323, volte alla tutela e riqualificazione del patrimonio rurale.

Per questo periodo la PAC ha investito circa 40,5 miliardi di EUR nel settore agricolo e nelle zone rurali italiane, allo scopo di stabilizzare il reddito degli agricoltori, ammodernare e rinforzare la sostenibilità delle aziende agricole, garantendo alimenti sicuri e di qualità a prezzi accessibili (Commissione europea, ec.europa.eu, 2014). Il Reg. (CE) 1698/2005 prevede anche importanti azioni di controllo e valutazione dei PSN e PSR, al fine di verificarne ogni due anni le misure adottate e le conseguenze che queste hanno avuto sui sistemi rurali. La Commissione europea realizza anche, a partire dal 2011, una relazione che analizzi sviluppi, trend e problematiche emerse durante le fasi della programmazione. A livello europeo e nazionale viene prevista la creazione di

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Reti rurali, allo scopo di valorizzare relazioni e scambi tra gli attori delle aree rurali, incentivando la circolazione di know-how e best practices. La Rete rurale nazionale (RRN) diviene quindi uno strumento per la crescita e l’affermazione della Politica di sviluppo rurale (www.tecla.org) che punta a supportare politiche di sviluppo delle aree agricole, al fine di favorire scambi di esperienze e conoscenze tra gli operatori del settore, le istituzioni e in generale tutti i soggetti che operano e vivono in aree rurali (www.reterurale.it). Le reti rurali si occupano quindi di analizzare e studiare le dinamiche attive nelle aree rurali e le necessità di servizi ed infrastrutture, di progettare e realizzare studi, modelli di governance e proposte di riforma, definire le aree rurali e di contribuire alla definizione dei PSR.

Il 2007 si può considerare come un anno di transizione: le 21 organizzazioni di mercato pre-esistenti vengono trasformate in una OCM unica, un quadro giuridico che disciplina il mercato comunitario interno, gli scambi con i paesi terzi e le regole della concorrenza per tutti i prodotti agricoli (www.politicheagricole.it). In contemporanea a partire dallo stesso anno il FEAOG viene ufficialmente sostituito da FEAGA e FEASR:

 Il FEAGA, Fondo Europeo Agricolo di Garanzia, si occupa della parte di PAC dedicata al mercato, sostituendo la sezione “Garanzia” del FEAOG. Finanzia quindi gli interventi volti alla regolarizzazione e stabilizzazione dei mercati, i pagamenti diretti agli agricoltori, azioni di informazione e promozione dei prodotti agricoli, misure in materia di risorse genetiche in agricoltura (http://www.europarlamento24.eu/).

 Il FEASR, Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, continua le funzioni della sezione “Orientamento” del FEAOG, finanziando il secondo pilastro della PAC, ovvero la politica di sviluppo rurale, intervenendo nell’attuazione dei PSR regionali o nazionali (http://www.europarlamento24.eu/).

A distanza di alcuni anni dall’ultima riforma PAC, nel 2008, la Commissione Europea svolge un’analisi dell’effettivo “stato di salute” della Politica Agricola Comune, quello che viene appunto definito Health Check60. Questa verifica aveva il fine di valutare,

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correggere, consolidare e completare le misure della riforma Fischler del 2003 ed ha portato all’individuazione di nuove priorità da perseguire e finanziare nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale. Quest’ultimo viene interessato da nuove sfide legate in particolare a quattro ambiti: il rispetto del protocollo di Kyoto riguardo i cambiamenti climatici, energie rinnovabili, la gestione delle risorse idriche e la biodiversità.

L’adeguamento della Politica agricola si è reso necessario per i cambiamenti ha hanno interessato anche il contesto, completamente mutato dall’ultima riforma, ci si trova in un momento caratterizzato da mutamenti radicali, sia di tipo economico che legati alla crisi agro-alimentare. La Politica agricola comune in questo modo può cogliere le opportunità di mercato ed affrontare le nuove sfide.