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2.3 La multifunzionalità in agricoltura, dalla terra al territorio.

4.4 L’azienda agricola e agrituristica in rapporto col territorio

cui usanze ed abilità manuali possono essere conservate e tramandate.

Un’altra possibilità è quella, intrapresa già da alcune aziende, di allestire all’interno degli spazi a disposizione piccole biblioteche a tema o anche musei dedicati alla produzione agricola e al mondo rurale.

4.4 L’azienda agricola e agrituristica in rapporto col

territorio

L’innovazione nell’azienda agricola non si esprime solo con l’offerta di attività “interne” alla stessa, anzi, uno degli aspetti più importanti del mondo rurale è proprio la necessità di creare una rete di rapporti tra soggetti presenti sul territorio. Lo spazio rurale proprio per la sua natura richiede una struttura reticolare, in cui i numerosi poli – attori singoli e relativamente isolati fisicamente l’uno dall’altro, collaborino per creare relazioni durature al fine di rappresentare, tutelare e valorizzare il territorio di cui sono protagonisti e si fanno portatori d’interesse. La stessa attrattività dei luoghi rurali dipende dalla capacità di rispondere in modo concertato alle sollecitazioni provenienti dal turista, rafforzando e valorizzando le relazioni tra gli attori del sistema (Bassi, Cristea,

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2011). I metodi per portare a realizzazione i rapporti tra soggetti sono vari e si presentano ai fruitori sotto forma di Strade dei Sapori e dei Vini, Mercati della Terra ed eventi tematici, volti a trasmettere ai fruitori il territorio con tutto quello che ad esso è connesso, natura, tradizioni, arte, cultura, ecc. Solitamente queste iniziative sono sostenute dagli enti (comuni, province e regioni, in particolare nelle loro sezioni dedicate a turismo e agricoltura) cui si affiancano associazioni (come Coldiretti, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti) e consorzi, quali espressione delle aziende sul territorio. Altri metodi di “fare rete” si realizzano spesso sul web, anche superando i confini politico-amministrativi e arrivando a gruppi basati su tematiche e punti di vista comuni che permettono di sviluppare progetti virtuosi più ampi.

4.4.1 Strade dei sapori

Una forma di gestione e promozione del territori o, in particolare nella sua componente enogastronomica in ambiente rurale, è quella dalle Strade del Vino o Strade dei Sapori, tipologia di offerta specializzata che da un lato tenta di interpretare e soddisfare le nuove esigenze sempre più specifiche del turista, e dall’altra cerca nuove modalità per creare reti e prodotti all’interno di territori dalle particolari caratteristiche produttive. Nella legge quadro n. 268/1999 si legge che le Strade del Vino sono “percorsi segnalati

e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole o associate aperte al pubblico”. È poi

attribuito alle Regioni il compito di applicare le stesse regole anche alle produzioni DOP e IGP, definite dal Reg. CE n.2081/92, e alle produzioni agroalimentari tradizionali riconosciute. L’intenzione è quella di fornire uno strumento che abbia come fine la divulgazione, commercializzazione e fruizione dei territori vinicoli (ma non solo) e le relative produzioni in forma di offerta turistica. Per le potenzialità intrinseche legate all’enogastronomia di qualità un itinerario di questo tipo è quindi un efficace strumento di marketing territoriale, anche per quelle aree “povere” di altre risorse.

Nella sostanza si può dire che le Strade siano un’offerta turistica integrata che mette in relazione luoghi del vino, o legati ad altri prodotti enogastronomici, come aziende agricole, vigneti e cantine, con attività imprenditoriali collegate quali ristoranti,

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agriturismi enoteche, negozi di prodotti tipici, alberghi, ecc. Questa particolare offerta viene proposta in forma di percorso all’interno di un territorio caratterizzato, oltre che dalla presenza di produttori agroalimentari, anche da attrattive di altro tipo ma significative ai fini di un’offerta integrata. Le Strade dei Vini possono quindi essere uno strumento di promozione dello sviluppo rurale e del suo territorio favorendo il turismo enogastronomico e l’enoturismo in queste aree. Le attività proposte in questa particolare tipologia di offerta implicano l’apertura delle aziende, di vigneti e cantine ai turisti, col fine di divulgare, promuovere e valorizzare le produzioni. Il focus delle Strade però non sta solo nell’offrire attività, quanto più proporre un’offerta integrata e ampia di servizi diversificati all’interno di un intero territorio, con la produzione vitivinicola e agroalimentare come filo conduttore che permette però di conoscere aspetti culturali, storici, naturalistici e artistici, giovando quindi anche indirettamente sia a soggetti a vocazione turistica, che non.

Per la riuscita di un’offerta integrata è necessario che gli attori presenti sul territorio cooperino e lavorino in modo sistemico, per rendere la Strada del Vino un luogo di offerta turistica volto alla gestione, promozione e valorizzazione del territorio. Non è di certo una via semplice da percorrere, sia per la necessità di mettere insieme molti soggetti, sia perché sarebbe necessario che tutti i servizi funzionassero in modo coordinato.

La Lombardia è stata una delle prime regioni italiane a sviluppare concretamente questo indirizzo, creando il sistema Strade del Vino e dei Sapori di Lombardia, un insieme di itinerari del gusto volta alla promozione e valorizzazione di prodotti tipici e di qualità inseriti nella loro tradizione e cultura d’origine. Attualmente le Strade sono dodici, di cui otto esclusivamente dedicate alla produzione vinicola, riunite in una Federazione regionale (Regione Lombardia e ERSAF, 2013). Il territorio regionale risulta interessato in modo capillare da questi progetti, in ogni provincia infatti si trova almeno una Strada Questo progetto rientra nella misura 313 del Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 “Incentivazione attività turistiche”112. Gli itinerari sono però non solo dedicati

112 “La misura intende incentivare la dotazione infrastrutturale su piccola scala di tipo ricreazionale- ricettivo dei territori rurali e sviluppare la capacità promozionale dell’offerta turistica sostenibile,

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all’enogastronomia, ma includono un mix di risorse paesaggistiche, d’arte, musei di cultura popolare, chiese e musei.

4.4.2 Eventi

L’organizzazione di manifestazioni, spesso dedicate all’enogastronomia e alle tradizioni culinarie locali, è una delle strategie che più frequentemente viene attuata nel processo di valorizzazione di un territorio rurale. Proprio per la risonanza che hanno, questi eventi, sono in grado di attirare nell’area ospitante persone, risorse e l’attenzione di mezzi di comunicazione; per questo motivo sono anche l’occasione per la promozione di quella che è l’offerta territoriale dal punto di vista più ampio (Marchini A., Riganelli C., 2013) Eventi, sagre, feste campestri e paesane sono l’occasione per promuovere prodotti tipici e cultura locale, ma più in generale il territorio nei suoi più vari aspetti storici, artistici, naturali e sociali. Questi sono momenti in cui gli attori presenti in un’area, ma anche i soggetti che fanno parte di consorzi e strade dei sapori, collaborano al fine di portare in evidenza le eccellenze locali, proponendo attività che vadano ad approfondire gli aspetti più vari: dall’enogastronomia all’artigianato, dalla natura alle tradizioni folkloristiche, dalla storia al patrimonio artistico.

L’aspetto enogastronomico è spesso il punto di partenza per lo sviluppo di manifestazioni che sono volte alla promozione dell’area locale in senso più ampio, dimostrando che questa non vive solo di prodotti tipici, ma anche di numerose altre attività (Mangialardi P., 2011). Il contesto, come territorio, in cui si svolge l’evento è quindi da considerare un elemento determinante in questo tipo di manifestazioni. La proposta di degustazioni e mercatini solitamente organizzati per queste occasioni, viene poi arricchita da conferenze, corsi, incontri ed escursioni, da svolgere affiancati da esperti. Solo riconducibili a questo ambito sul territorio nazionale Coldiretti stima che esistano circa 18000 eventi e ISNART ritiene che circa il 10% dei turisti in Italia abbia partecipato a manifestazioni enogastronomiche (Marchini A., Riganelli C., 2013).

valorizzando le risorse naturalistiche ed agricole ed il patrimonio locale.”

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Spesso questi eventi sono il culmine dell’offerta stagionale per le località che li organizzano, di rilevanza sia per i locali che per i possibili turisti. Non sempre queste manifestazioni vengono considerati con la dovuta importanza, soprattutto in caso di feste popolari, parte del patrimonio culturale di un territorio, apprezzate non solo dagli abitanti che spesso contribuiscono in modo attivo, ma anche “sentite” dai turisti, spinti da curiosità, interesse e amore per le tradizioni tramandate. Sono proprio queste le occasioni migliori per far riscoprire e rivivere il passato, mantenendo e preservando tradizioni altrimenti perdute, contribuendo quindi alla sopravvivenza di questi elementi anche nella modernità (Mangialardi P., 2011).