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2.3 La multifunzionalità in agricoltura, dalla terra al territorio.

4.3 L’agriturismo multifunzionale

4.3.1 La fattoria didattica e le attività agricole

Un discorso a parte va fatto per la fattoria didattica, la cui diffusione risale all’inizio del XX secolo nei paesi scandinavi come “fattoria dove si insegna la vita di campagna” (www.fattoriedidattiche.biz), per poi arrivare nei paesi del Mediterraneo solo negli anni ’70. Alimnos, una società di Cesena che opera senza fini di lucro, nata con lo scopo di favorire processi di innovazione del settore ortofrutticolo, sostenere la tutela ambientale e diffondere una nuova cultura alimentare, sviluppa un primo progetto permanente di fattorie didattiche. Nel 1997 viene costituita la “Rete delle Fattorie Didattiche Romagnole”, di seguito alla quale prenderanno il via altre iniziative in tutta l’Emilia Romagna. È proprio questa regione ad introdurre anche la “Carta della Qualità”, primo documento che definisce i requisiti dell’offerta delle fattorie didattiche. Altre regioni, come Lombardia e Veneto, seguono l’esempio e con il nuovo millennio nascono anche nuovi consorzi dedicati a questa iniziativa. Al 2013 le fattorie didattiche accreditate sono in totale 2.048, cui si possono aggiungere quelle ubicate in Toscana, Lazio e Calabria per le quali non sono disponibili dati ufficiali, arrivando a un numero di 2.263.

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Figura 16 Le fattorie didattiche in Italia, un confronto tra il 2011 ed il 2013

[Fonte: INEA, 2014]

In linea generale, parlando di fattoria didattica, si intende un’azienda agricola che svolge attività didattiche e di divulgazione nel settore dell’educazione alimentare ed ambientale contribuendo alla conoscenza del mondo agricolo e rurale. Queste aziende, vengono riconosciute a livello regionale e questo avviene sulla base del rispetto di alcuni parametri definiti dalla già citata “Carta della Qualità”.

Attualmente, nonostante l’importanza e la diffusione di questa particolare attività, nel nostro Paese non esiste una disciplina specifica che ne regoli lo svolgimento a livello nazionale, si ritrovano alcuni riferimenti, per lo più indiretti, nelle norme dedicate all’agriturismo. La legge 730 del 1985 inquadrava nella regolamentazione per l’attività agricola ed agrituristica alcune finalità quali lo sviluppo di turismo sociale e giovanile, il favorire rapporti tra città e campagna e promuovere forme idonee di turismo nelle aree rurali, era quindi possibile ricondurre in modo indiretto la fattoria didattica a questa regolamentazione. Dal 2006, con la nuova legge 96, si continuano a non menzionare le fattorie, ma alle precedenti si aggiungono le finalità di promozione della cultura e

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l’educazione alimentare, le attività didattiche finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.

Il ruolo svolto dalla fattoria didattica è quello di fornire l’occasione ai fruitori, che siano essi bambini o adulti, di conoscere un contesto che diversamente, nella vita quotidiana prevalentemente urbana, non avrebbero la possibilità di vivere, in particolare dando l’occasione alle nuove generazioni di percepire l’importanza della memoria storica del territorio e della tutela ambientale. Ragazzi, famiglie, cittadini e consumatori di ogni genere hanno la possibilità di vivere un’esperienza a contatto con gli animali, col suolo, le piante coltivate e selvatiche. È l’occasione per creare una relazione più forte che leghi campagna e città, per valorizzare il ruolo sociale e l’importanza dell’agricoltura, creando interesse per ambiente e attività agricola, favorire il recupero culturale, la conoscenza della vita degli animali e dell’origine dei prodotti alimentari, ricreandone il percorso dal campo alla tavola.

Le fattorie didattiche, per l’agricoltore, sono una possibilità di diversificare l’attività dell’azienda, per portare forme di reddito supplementare, in particolare nei periodi di bassa stagione. Questa attività permette inoltre agli imprenditori agricoli di condividere l’amore per la terra, i suoi frutti e gli animali, limitandone l’isolamento e creando l’occasione per stabilire una relazione tra il produttore ed il cittadino.

Quella che viene offerta nella fattoria didattica è un’esperienza “a tutto tondo” che permette agli ospiti di imparare e scoprire le abitudini ed i ritmi della campagna, le tradizioni che ne contraddistinguono l’attività, ma anche i molteplici aspetti che legano l’agricoltura al mondo contemporaneo, alla vita urbana di tutti i giorni e all’ambiente, al ruolo sociale dell’agricoltura e ai cicli biologici di animali e vegetali. Nella pratica l’offerta di una fattoria didattica si concretizza in attività che sono al contempo formative e coinvolgenti a livello psicofisico: l’approfondimento degli aspetti delle coltivazioni e degli allevamenti agricoli , educazione ecologica e ambientale, visite guidate nella campagna, laboratori “attivi” che permettono agli ospiti di seguire e partecipare alla lavorazione dei prodotti (pane, pasta, formaggio, olio, salumi) oltre che di prender parte all’attività agricola, laboratori e incontri per la conoscenza del mondo rurale,

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rievocazioni di tradizioni e della cultura contadina o la riproduzione di vecchi mestieri con la possibilità di replicarli.

La fattoria didattica è uno degli esempi che meglio può essere ricondotto al turismo scolastico applicato all’ambito rurale. Anche se, come già detto, questa particolare tipologia d’offerta non è dedicata esclusivamente a bambini e ragazzi, questi sono comunque i soggetti maggiormente interessati e coinvolti nelle attività, spesso vivendo queste esperienze con la propria classe scolastica. Senza dubbio è anche un esempio di turismo esperienziale, per la sua forte componente emotiva e di coinvolgimento fisico e psicologico del fruitore.

Le fattorie didattiche sono la dimostrazione del fatto che ai turisti non basta partecipare ad escursioni guidate, rilassarsi nella natura o degustare prodotti del territorio; il desiderio di coinvolgimento porta a far sì che abbiano un sempre maggiore successo attività che solitamente rientrano nella prassi agricola. L’ospite sceglie l’agriturismo anche per questa possibilità di vedere e vivere in prima persona l’azienda agricola, non solo come spettatore. L’occasione permette di approfondire un lato della vita rurale che viene solitamente data per scontato, conoscendo al contempo tradizioni e tecniche legate all’agricoltura. Questo tipo di attività spesso si lega a quella che è l’enogastronomia, individuando il cibo come motore dei sensi e stimolo all’esperienza. La vendemmia è una delle esperienze di questo genere più significative e ricercate: il turista vive tutti i passaggi di questa secolare tradizione, guidato passo per passo dai produttori. Sui siti web di numerose aziende agricole e agrituristiche vengono proposte formule diverse per le differenti esigenze, dall’attività in giornata fino ad un weekend completo. Si tratta ovviamente di una “vendemmia amatoriale” e non implica un rapporto professionale o la conoscenza di questo lavoro, ma permette agli ospiti di calarsi completamente in questa esperienza: la “vestizione”, la vendemmia vera e propria, la spiegazione delle fasi di raccolta e pigiatura, la degustazione dell’uva e infine la trasformazione in vino. Questo momento è anche parte di una tradizione molto sentita dai viticultori e vissuta come un rito, una festa, sempre accompagnata da canti, musiche e danze per festeggiare un momento d’abbondanza e di vita di campagna.

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Un’esperienza analoga si può vivere con la raccolta delle olive, ma anche di frutta e verdura nell’orto dell’agriturismo e erbe aromatiche. In molti casi queste attività sono strettamente legate ad altre, quali ad esempio i già citati corsi di cucina.

Non solo agricoltura, ma anche allevamento e altre attività legate alla vita in cascina: dalla mungitura degli animali all’utilizzo del latte nella produzione casearia, fino alla raccolta e lavorazione del miele.