MULTIFUNZIONALI E LA VALORIZZAZIONE TERRITORIALE
5.3 Il turismo in provincia di Cremona
5.3.1 Turismo culturale nel territorio cremonese
L’offerta turistica della provincia cremonese ed in particolare della città capoluogo è fortemente legata alla tradizione musicale, organaria e soprattutto liutaria. Persone da tutto il mondo appassionate del settore giungono in questo territorio per scoprire la storia del melodramma e di personaggi come Claudio Monteverdi, Amilcare Ponchielli e le famiglie artigiane Amati, Stradivari e Guarneri (Provincia di Cremona, 2014). Sono 150 le botteghe che ogni giorno lavorano alla costruzione di strumenti ad arco; il “saper fare liutario” è stato riconosciuto come patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2012. Ma sono anche altri luoghi, quali botteghe organarie e di archettai e una rete di 15 teatri distribuiti in tutta la provincia, masterclass ed eventi dedicati a testimoniare una tradizione divenuta cultura, radicata in questo territorio.
La recente riapertura e riorganizzazione del Museo del Violino ha aumentato la prestigiosità del patrimonio posseduto dalla città, in un percorso che ripercorre cinque secoli di liuteria locale sviluppata sottolineandone l’aspetto artistico ed artigianale. A questo si affianca il più piccolo Museo Civico Ala Ponzone, in cui è esposta un’importante collezione di chitarre, liuti e mandolini, sempre a testimoniare la tradizione liutaria locale. Altri momenti di grande interesse in questo settore, che richiamano in città musicisti e appassionati, è MondoMusica, la più importante manifestazione di liuteria contemporanea, cui si affianca da alcuni anni uno degli eventi più importanti cittadini, Le Corde dell’Anima, durante il quale alla musica si accosta la letteratura.
La componente culturale cremonese non si esaurisce però nell’offerta legata alla musica: collezioni di ogni genere sono ospitate nei 42 musei presenti in tutto il territorio, con temi che vanno dall’arte pittorica all’archeologia, dal bijou all’antropologia, cui si affiancano anche sei siti archeologici, 70 castelli e ville fortificate. Il territorio provinciale si distingue per la presenza di borghi e piccoli paesi, eredità della storia che ha interessato quest’area fin dall’antichità (a Piadena si trovano importanti testimonianze di siti palafitticoli preistorici127, sanciti patrimonio UNESCO) e che ha caratterizzato, col
Medioevo ed i secoli successivi, i villaggi con l’edificazione di castelli, roccaforti, ville,
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mura a scopo difensivo, piazze, monumenti ed edifici dei diversi stili architettonici. Proprio questi elementi rappresentano un patrimonio artistico prezioso e testimonianza delle complesse vicende storiche che ha vissuto il territorio. Alcuni di questi complessi urbanistici, Castelponzone di Scandolara Ravara e Gradella di Pandino e Soncino, hanno anche ricevuto il riconoscimento come “Borghi più belli d’Italia”. Specifici itinerari religiosi accompagnano poi i visitatori della provincia alla scoperta dei numerosi luoghi sacri, diffusi in tutto il territorio come santuari, Pievi e Chiese che vanno a sommarsi alle Cattedrali delle due Diocesi cremonese e cremasca (Provincia di Cremona, 2014). La cultura contadina nell’offerta culturale cremonese
Un piccolo approfondimento, dato il tema centrale di questo progetto di tesi, va fatto su quattro dei musei del sistema della provincia di Cremona, tutti riconducibili alle tematiche etnografia ed antropologia. Questi spazi museali sono dedicati alla storia della popolazione locale dell’ultimo secolo, con le sue abitudini quotidiane, il suo faticoso lavoro nei campi e le sue tradizioni folkloristiche, al fine di valorizzare un recente passato anche per trasmetterlo alle nuove generazioni.
Il Museo della Civiltà Contadina, situato nella Cascina Cambonino Vecchio (Cremona), è stato inaugurato alla fine degli anni ’70. È costituito da ambienti tipici delle cascine cremonesi, come la stalla antica e la casa del contadino, in cui gli spazi e gli oggetti tipici sono ricreati per rendere l’idea di come un tempo veniva vissuto questo luogo; altre aree sono state invece convertite per la didattica, per esposizioni temporanee tematiche e come sedi di associazioni culturali locali come un gruppo dialettale. L’aia e gli spazi all’aperto negli ultimi anni sono stati utilizzati spesso come teatro per concerti per ridare vita ad un archivio musicale conservato proprio in questo luogo. Questo spazio museale riveste una certa importanza per la città, nel 2013 è risultato essere il quarto del sistema museale per numero di visite (8679) (Provincia di Cremona e SISTAN, 2014).
Il Museo “Mulini di sopra” (Madignano) dedicato alla civiltà contadina e all’attività molitoria è ospitato in un mulino ad acqua, presente già da inizio dell’800 e rimasto operativo fino agli anni ’70. È divenuto spazio museale nel 1994, accogliendo arredi ed attrezzi tipici di una casa contadina e legati al lavoro nei campi; la visita è soprattutto
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svolta da scolaresche che possono anche assistere al funzionamento del mulino, il quale si fa testimonianza dell’antica tradizione della macinatura.
Il Museo del Lino (Pescarolo ed Uniti) è stato fondato negli anni ’60 e rinnovato una decina di anni fa; attraverso la collezione esposta, questo museo etnografico, ricostruisce stili di vita, un sistema produttivo e lavori che dopo essere rimasti immutati per secoli sono scomparsi nell’età contemporanea. Vengono ripercorsi tutti i momenti del processo di lavorazione del lino, dalla coltura del baco da seta fino alla tessitura, cui si accostano anche testimonianze legate alla cultura culinaria ed al lavoro contadino. La Casa Cremasca è collocata all’interno del Museo Civico di Crema e del Cremasco, accanto a collezioni d’arte e archeologia, al fine di creare un’ampia panoramica sulla storia e la cultura della città e del territorio. La sezione etnologica ricostruisce una casa cremasca di fine ‘800 – inizi ‘900 con tutti gli strumenti e gli oggetti caratteristici della vita quotidiana nella cucina e nella camera da letto, al contempo viene anche illustrata la tradizione cremasca della coltivazione del lino e la conseguente lavorazione dei tessuti, rientrano nel percorso anche due approfondimenti sugli “antenati” delle biciclette e sul gioco del pallone.