Il Trattato Bilaterale sugli Investimenti tra Cina e UE
3. L’Agenda Strategica di Cooperazione 2020 e le negoziazioni per un accordo bilaterale sugli
investimenti
Dopo il Summit tenutosi a Pechino il 21 novembre 2013 Unione Europea e Cina hanno formalmente aperto i negoziati per la stipulazione di un accordo bilaterale per la promozione e la protezione degli investimenti, che si inserisce nel quadro dell’Agenda Strategica di Cooperazione 2020.
L’accordo bilaterale sugli investimenti tra UE e Cina è volto a favorire una progressiva liberalizzazione, un più ampio accesso al mercato e una maggiore protezione degli investimenti di ambo le parti. Sostituendo gli accordi già ratificati tra i singoli Stati membri e la Cina, fornirebbe un quadro giuridico semplificato e contribuirebbe all’armonizzazione della normativa vigente in materia.
Si tratterebbe, inoltre, del primo accordo sugli investimenti europeo ad essere negoziato dopo le novità introdotte dal Trattato di Lisbona
.
Il summit del Novembre 2013 ha segnato il decimo anniversario della partnership strategica sino-‐‑europea, lanciata nel 2003. La
delegazione europea era composta dal Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy e dal Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, oltre ai
Commissari Kallas, Oettinger, De Gucht e Hahn. La delegazione
e cinese è stata invece guidata per la prima volta dal premier Li Keqiang, mentre incontri fra il Presidente della RPC Xi Jinping e i rappresentanti dell’UE si svolgevano a latere.
Risultato del vertice è stata la predisposizione della Agenda Strategica di Cooperazione 2020, un documento che pone le basi per un rafforzamento della collaborazione fra Cina ed Europa da attuarsi nei prossimi anni. Si tratta di un’agenda condivisa, punto di incontro delle volontà di entrambe le parti.
L’Agenda è un documento ampio e comprensivo che spazia dall’agricoltura al settore spaziale, dalla cultura all’ambiente; ma la materia in cui essa è maggiormente incisiva è quella commerciale.
Il premier cinese Li Keqiang e il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso concordano sul fatto che il potenziale accordo incrementerebbe il volume degli scambi commerciali tra le parti e contribuirebbe positivamente al miglioramento delle loro relazioni economiche.
Infatti, sebbene la Cina sia il secondo partner commerciale europeo, in materia di investimenti la situazione è ben diversa. Gli investimenti diretti esteri europei in Cina ammontano solamente al 2% del totale, e quelli cinesi in Europa solo all’1,5%.
Un accordo sugli investimenti aprirebbe dunque un nuovo capitolo nella storia della cooperazione economica e commerciale sino-‐‑europea e costituirebbe un primo passo verso la creazione di un’area di libero scambio mediante Free Trade Agreement (FTA).
Nonostante le manifestate intenzioni, i rapporti tra Unione Europea e Cina in materia commerciale hanno attraversato alcuni momenti di tensione. Il più noto è stato il caso dei dazi anti-‐‑dumping provvisori istituiti dall’UE sulle importazioni cinesi di pannelli solari. La decisione ha seguito un'ʹinchiesta avviata nel settembre 201245 e durata nove mesi, nel corso della quale la Commissione ha accertato che le società cinesi vendevano pannelli solari all'ʹEuropa a prezzi notevolmente inferiori al normale valore di mercato, esercitando un'ʹindebita pressione sui prezzi del mercato UE con importanti ripercussioni negative per i risultati finanziari ed operativi dei produttori europei. Il governo cinese ha risposto prontamente avviando indagini antidumping sulle importazioni di vini e di prodotti chimici (la tiluidina).
Sebbene le prime due questioni siano state risolte tramite accordi46, è chiaro che l’immagine che vien fuori è quella di
45 Commissione Europea, “Eu initiates anti-‐‑dumping investigation on solar panel imports from China”, MEMO/12/647, 06/09/2012
46 In base all’accordo sui pannelli solari raggiunto il 27 luglio 2013, i
produttori cinesi possono esportare nell'ʹUe fino a 7 GW all'ʹanno senza incorrere in tariffe punitive a un prezzo non inferiore a 0,56 € per watt.
relazioni ancora tese tra i due attori internazionali, che tuttavia non rinunciano a proseguire lungo la strada delle negoziazioni bilaterali, ed anzi premono affinché subiscano un’accelerazione. Il 31 Marzo 2014 il presidente cinese Xi Jinping ha recato visita prima al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e successivamente ai presidenti del Parlamento e della Commissione europei, Martin Schulz e Josè Manuel Barroso. E’ la prima volta che un leader cinese visita la sede istituzionale UE da quando Bruxelles ha stabilito legami con Pechino.
Entrambe le parti hanno convenuto che questa visita segni un momento storico nelle relazioni Ue-‐‑Cina e hanno accolto con favore il significativo rafforzamento dei legami bilaterali nel corso degli ultimi 40 anni.
L’UE si è impegnata a sostenere la Cina nella “costruzione di una società prospera in tutti gli aspetti”; la Cina a “supportare il processo di integrazione europea”.47
Qualora una di queste due condizioni non fosse rispettata, sono applicati alla produzione dazi del 47,6%.
L’inchiesta sul vino europeo si è invece conclusa il 21 marzo 2014 con un accordo privatistico tra i rappresentanti dell’industria vinicola europea e cinese che ha comportato l’archiviazione dell’indagine da parte della Cina in cambio dell’impegno dei produttori europei di fornire per due anni collaborazioni e consulenze in attività formative legate alla filiera del vino. 47 V. il comunicato UE riportato dall’agenzia Asca in data 31 marzo 2014; consultabile all’indirizzo internet http://www.asca.it/news-‐‑ Ue_Cina__Xi_Jinping_a_Bruxelles_incontra_Van_Rompuy__Barroso_e_Schu ltz-‐‑1376338.html
In questa occasione il leader cinese ha ribadito il suo impegno ad approfondire la partnership europea in base ai principi di uguaglianza, rispetto e fiducia, mediante l’attuazione integrale dell’agenda strategica Ue-‐‑Cina 2020 per la cooperazione. Tuttavia, i pragmatici leader cinesi non fanno un viaggio solo per scrivere la storia. Difatti, durante la sua visita Xi era accompagnato da più di duecento uomini d’affari, che hanno siglato accordi multi-‐‑miliardari man mano che attraversavano Francia, Germania e Belgio.
Il reale obiettivo della visita era economico: concludere affari in loco e rafforzare la cooperazione commerciale in vista dell’adozione dell’accordo di investimento.
Il primo round delle negoziazioni per la sua adozione si è tenuto a Gennaio e Pechino è apparsa impaziente di accelerare i tempi.48
Particolarmente significativo in tal senso risulta il fatto che Xi Jinping abbia ribadito, durante la sua tappa a Bruxelles, la possibilità di raggiungere in futuro un accordo che istituisca una free trade zone. Sembra improbabile che questo obiettivo possa essere raggiunto nel prossimo futuro, ma tenerne aperta la
48 dal discorso del ministro degli esteri cinese Wang Yi all’Assemblea Nazionale del Popolo, come riportato da KOTTASOVA Ivana, “What China'ʹs Xi Jinping wants from Europe”, 2 aprile 2014, disponibile sul sito della CNN all’indirizzo: http://edition.cnn.com/2014/03/30/business/eu-‐‑china-‐‑trade-‐‑ agreement/index.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_ca mpaign=Feed%3A+rss%2Fcnn_latest+%28RSS%3A+Most+Recent%29
possibilità sin da ora dà ulteriore impulso alle negoziazioni in corso per l’accordo bilaterale di investimento.