Sandro TRIPEPI DiBEST, Università della Calabria
Il progetto, le cui ricerche in campo si sono sviluppate nell’arco di 4 anni, ha interessato tutta la fauna lucana con particolare riguardo all’entomofauna ed ai vertebrati. Sono stati indagati in totale 46 SIC (di cui 21 SIC durante la fase di monitoraggio, che ha portato alla redazione delle misure di conservazione, e 25 durante la fase di elaborazione dei piani di gestione).
Il monitoraggio faunistico dei SIC ha aggiornato la presenza delle specie e ha definito meglio il loro stato di conservazione mediante la rilevazione degli impatti, reali e potenziali, esistenti. I nuovi dati acquisiti hanno permesso di ricompilare i formulari standard ed aggiornare la cartografia faunistica, implementando la banca dati del sistema naturalistico lucano. Di seguito si fornisce una breve sintesi basata sul numero e sulla presenza delle specie più significative (quelle contenute nell’allegato I della Direttiva Uccelli e nell’allegato II della Direttiva Habitat) dei gruppi animali più rappresentativi della fauna lucana.
Insetti. E’ stata segnalata la presenza di 7 specie di allegato II. Sono state ritrovate due specie
prioritarie: il Cerambicide del faggio, Rosalia alpina, rinvenuto in 5 SIC circostanti il Monte Pollino, ed
Euplagia (Callimorpha) quadripunctaria, lepidottero molto raro, ritrovato soltanto in 2 SIC. Il
Cerambicide delle querce, Cerambyx cerdo, specie d’allegato II, è in declino o estinto in diversi paesi dell’Europa centrale. Distribuita dal Nord dell’Italia fino all’Appennino centrale, la specie è molto rara nell’Appennino meridionale. In Basilicata è stato ritrovato in 12 SIC. Altra specie di interesse biogeografico e naturalistico è Acanthobrahmaea europaea, endemismo dell’Italia meridionale. Tutte le specie attese di Anfibi, cioè 11, sono state ritrovate nei SIC lucani. Fra gli Urodeli in particolare si segnala la presenza di Salamandrina terdigitata in ben 25 SIC.
Fra gli Anuri l’Ululone appenninico, Bombina pachypus, è risultato presente in 16 SIC. Il dato conferma che questa specie è probabilmente quella attualmente più a rischio fra tutti gli Anfibi. Nel corso del monitoraggio sono state ritrovate 17 specie di Rettili, di cui 4 elencate nell’allegato II della direttiva Habitat. Certamente rilevante è la presenza dei Cheloni: Testudo hermanni in 6 SIC,
Emys orbicularis in 11 SIC; inoltre le coste dei SIC ionici registrano la presenza (oltre che di dati storici
di nidificazione) della Tartaruga marina comune, Caretta caretta, nel mare antistante. Dal punto di vista della presenza rettiliana è importante il SIC Gravine di Matera; tale area è l’unica a ospitare due specie di rettili particolari, il Colubro leopardino (Zamenis situla), segnalato anche nel SIC del Lago San Giuliano, e il Geco di Kotschy, Cyrtopodion kotschy, specie inserita in all. IV. Ambedue le specie mostrano un areale italiano molto ridotto. Uccelli. Molte sono le specie di Uccelli inserite nell’all. I della dir. 79/409/CEE segnalate nei vari SIC. Nelle aree situate lungo la costa jonica assume particolare rilevanza la presenza del Fratino (Charadrius alexandrinus) nidificante lungo gran parte del litorale dove forma anche consistenti gruppi di svernamento. Di notevole interesse risultano le zone umide retrodunali situate alla foce dell’Agri, fin ora poco o per nulla indagate, dove sono stati censiti oltre 2.000 uccelli acquatici svernanti. In questo sito è stata verificata la presenza regolare di specie rare o del tutto assenti nel resto della regione, quali il Fraticello (Sternula albifrons), l’Avocetta (Recurvirostra avosetta), il Gabbiano roseo (Larus genei) e la Moretta tabaccata (Aythya nyroca). I rilievi condotti nei SIC localizzati in aree montane hanno chiarito la distribuzione pressoché omogenea del Picchio rosso mezzano (Dendrocopos medius) e della Balia dal collare (Ficedula
marcescente.
Il popolamento dei rapaci è particolarmente significativo con la presenza del Nibbio reale (Milvus
milvus), diffuso in gran parte dei SIC dell’interno con la più importante popolazione nazionale, e di
altre specie di interesse quali il Biancone (Circaetus gallicus) e il Lanario (Falco biarmicus). Molto interessante è la nidificazione di due coppie di Capovaccaio, Neophron percnotperus, entrambe localizzate in due SIC. Significativa, infine, la nidificazione della Cicogna nera (Ciconia nigra), presente in Basilicata con 7 coppie, ben 4 delle quali ricadono in aree SIC.
Mammiferi. Le indagini hanno confermato la presenza di 8 specie di Chirotteri presenti in allegato II:
il Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), il Ferro di cavallo minore (R. hipposideros), il Barbastello (Barbastella barbastellus), il Vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii), il Vespertilio maggiore (M. myotis), il Vespertilio smarginato (M. emarginatus), il Vespertilio minore (M. blythi) ed il Miniottero (Miniopterus schreibersii). Per le abitudini particolari di questi mammiferi sarà necessario intraprendere ricerche mirate condotte da specialisti.
Il Lupo (Canis lupus) è fase di espansione a partire dal minimo raggiunto alla fine degli anni ’60. Tale espansione è confermata dai dati relativi ai siti NAT2000 che passano da 15 a 25. Rimangono tuttavia ancora irrisolti alcuni problemi: la formazione degli ibridi con la conseguente necessità di controllare la diffusione di cani vaganti e la uccisione di individui attuata soprattutto da pastori, che vedono minacciato il loro bestiame.
Anche l’areale italiano della Lontra (Lutra lutra), dopo la contrazione degli anni ’70-’80, sta lentamente espandendosi ed è distinto in due sub-aree principali: il nucleo molisano ed il nucleo meridionale, dove la popolazione lucana riveste un’importanza fondamentale. La ripresa della Lontra è confermata dai dati di presenza della specie in ben 12 SIC lucani.
Specie aliene. Le più importanti sono la Testuggine dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans),
presente nei SIC Pantano di Pignola e Lago San Giuliano, e lo Scoiattolo variabile (Callosciurus
finlaysonii), originario del sudest asiatico, presente nei 4 SIC tirrenici. Considerazioni conclusive
1. Le ricerche condotte all’interno del progetto Natura 2000 hanno dato la possibilità a molti giovani laureati interessati alla conoscenza della natura e dell’ambiente di cimentarsi sul campo e confrontarsi poi con le istituzioni di coordinamento.
2. Alcune ricerche in campo faunistico dovranno essere ancora approfondite: ci riferiamo agli invertebrati, ai pipistrelli ed ai pesci, le cui metodiche di campionamento sono più complesse rispetto ai vertebrati terrestri.
3. I dati ottenuti, pur non essendo esaustivi, forniscono un’idea abbastanza precisa della situazione dei più importanti taxa animali nella regione. Ne risulta un quadro piuttosto vario che mostra, accanto ad alcune specie al limite della sopravvivenza o in declino (ad es. alcune specie di rapaci) oppure molto localizzate (es. il Colubro leopardino, alcuni insetti), altre specie in ripresa, come ad esempio la Lontra e il Lupo.
4. Sia che si tratti di piani di gestione che di misure di conservazione, gli elaborati forniti alla Regione Basilicata contengono una serie di indicazioni che riguardano la conservazione della fauna, le quali dovranno essere poi trasformate in interventi concreti.
5. E’ infine auspicabile che nel tempo i modelli più efficaci dei piani di gestione sperimentati nei SIC vengano estesi a tutto il territorio per una gestione realmente naturalistica ed ecosostenibile dell’ambiente.